Anime & Manga > The Case Study of Vanitas
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Autore: Europa91    23/05/2023    0 recensioni
“Un sogno è pur sempre un sogno. Arriva sempre il momento di aprire gli occhi e affrontare la realtà.”
La quotidianità di Vanitas e Noé viene turbata dall’improvviso ritorno di Louis De Sade e dai segreti che porta con sé.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Louis de Sade, Noé Archiviste, Vanitas
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Mémoires Inconnues '
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Note introduttive: Dopo mesi sono tornata a scrivere su Vanitas. La colpa è tutta di una frase comparsa nell'ultimo capitolo che mi ha dato l’idea base per questa one shot. L’indicazione spoiler riguarda appunto suddetta frase, non il contenuto della storia in sé. Per quanto riguarda l'ambientazione: siamo sempre nel mio personale headcanon secondo cui Louis De Sade non sarebbe morto per davvero. Per comprendere meglio alcuni passaggi andrebbero lette anche le altre storie (Mémoires Inconnues e Chambre d’Enfants). Ho creato una raccolta così sono più ordinate XD Spero di non essere stata troppo confusionaria come mio solito. Critiche e commenti sono sempre ben accetti. Buona lettura!!!





 

***


C’est une « histoire ». Un seul volume, garanti pour commencer par la naissance et se terminer par la mort. Joie, colère, tristesse. Espoir et désespoir. Tout cela existe pour prouver la vie qui était autrefois. Ce sont des mémoires... et des dossiers. Être oublié est un pardon... mais aussi une perte.

Nous les avons donc notées.

Dans notre corps, d’innombrables livres sont placés sous nos soins et transmis afin qu’ils ne soient pas perdus. Nous sommes les crocs qui révèlent le sang - "Archivistes" - gardiens des mémoires.

 

“Vanitas No Carte ch.58”


***



 

- Parigi -


Vanitas osservò a lungo la figura del vampiro, ancora china sulla propria scrivania. La fioca luce di una candela era la sola fonte d’illuminazione della quale disponevano, eppure il possessore del Libro poteva distinguere con assoluta chiarezza ogni particolare comparso sul volto dell’ultimo degli Archiviste. Conosceva fin troppo bene quell’espressione, aveva già avuto modo di intravedere quel lato di Noè, quello che il vampiro era solito celare al resto del mondo. Ripensò al giorno in cui avevano combattuto a causa di Mikhail, come alle parole dell’individuo che si era presentato loro sotto il nome di Conte di Saint German. Il famoso Maestro, quel sapiente burattinaio che sembrava divertirsi tirando le fila delle loro esistenze. Era sempre così, quando il passato tornava a bussare alla loro porta Noè e Vanitas venivano strappati dalla dimensione onirica nella quale si erano rifugiati.

Un sogno è pur sempre un sogno. Arriva sempre il momento di aprire gli occhi e affrontare la realtà.

Questa volta però era diverso. Vanitas lo sapeva, anche se una parte di lui si rifiutava ancora di accettarlo. 

“Dovresti riposare” pronunciò quelle parole con calma, facendo attenzione nello scandire ogni sillaba. Sapeva che Noé non lo avrebbe ascoltato, d’altronde non lo faceva mai, ma questo non gli avrebbe impedito di fare un ultimo tentativo. In quel momento anche ricevere un rifiuto sarebbe andato bene, Vanitas avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere l’attenzione del vampiro su di sé. Perché lo guardasse.

“Mi dispiace” nemmeno quelle parole sortirono l’effetto sperato. Noé non si mosse ne distolse lo sguardo dai propri appunti. Il vampiro aveva le dita inchiostrate come anche la manica della camicia. Si trovava in quella posizione già da parecchie ore e non dava segni di cambiamento.

“Fa un po’ come ti pare, io me ne vado” 

Noè lo osservò con la coda dell’occhio. Solo quando la porta sbatté alle sue spalle l’ultimo degli Archiviste si concesse un sospiro stanco, colmo di tutti quei sentimenti che aveva disperatamente cercato di soffocare dentro di sé. Non aveva voglia di parlare con Vanitas. Il possessore del Libro era l’ultima persona al mondo che in quel momento avrebbe voluto al proprio fianco. Intinse lentamente il pennino nel calamaio prima di afferrare un paio di fogli per poi strapparli con forza. 

Se avesse potuto cancellare il passato con la stessa facilità. 

Si prese il volto con entrambe le mani prima di tornare alle proprie memorie.

 

***

 

“Come sta?” al solo udire il suono di quella voce Vanitas strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. 

“Ora non fingere che ti importi qualcosa di lui!” sussurrò a denti stretti non facendo nulla per celare il proprio disprezzo.

Vanitas aveva odiato quell’individuo sin dal primo momento in cui aveva sentito il suo nome lasciare le labbra di Noé. Il possessore del Libro aveva passato mesi a detestare quel fantasma apparentemente senza ragione. Aveva elemosinato informazioni, cercando di ricostruire pezzo dopo pezzo il puzzle che sembrava legare quel vampiro all’ultimo degli Archiviste. All’inizio, Vanitas era stato mosso da pura e semplice curiosità ma dopo aver osservato da vicino e toccato con mano la sofferenza che il solo ricordo di quell’essere provocava nell’amico, i suoi sentimenti erano mutati.

Louis De Sade era pericoloso. Era questa la pura e semplice conclusione alla quale era giunto. 

Scoprire di come fosse riuscito a fingere la propria morte non era stata una sorpresa per Vanitas. Per Noè invece quella notizia aveva segnato letteralmente l’inizio della fine. Louis era tornato dopo anni nelle loro vite, sconvolgendole con la sola forza della propria presenza.  

“Ho fatto quello che ho fatto solo per lui” Vanitas arricciò il naso

“Queste belle parole possono abbindolare un sempliciotto come Noè ma non sperare di ingannare il sottoscritto” esordì con finta arroganza.

Louis si limitò a sorridere, incrociando le braccia al petto. 

“Cosa provi per lui?” Diretto, letale e freddo come il ghiaccio che manipolava. Vanitas non avrebbe potuto trovare altre parole per descrivere il giovane davanti ai suoi occhi.

Somigliava molto a Dominique ma l’aura che emanava era completamente diversa da quella della gemella, così come la sua presenza.

“Non sono affari che ti riguardano” rispose forse troppo bruscamente non riuscendo a controllare le proprie emozioni.

“Sei arrossito” gli fece notare il vampiro portandosi elegantemente una mano sul volto per nascondere un leggero sorriso di scherno. Vanitas imprecò sottovoce.

“Non cambiare argomento e non provare a prenderti gioco di me” 

“Non sei degno di lui. Non lo sarai mai” il possessore del Libro sgranò gli occhi, ma qualsiasi replica venne bloccata sul nascere,

“Sei solo un misero essere umano, per di più il sangue del vampiro della luna blu che scorre nelle tue vene ti rende molto più vicino alla morte di quanto non possa esserlo un esemplare della tua specie” 

“Non spetta a te deciderlo" Louis sorrise

“Non puoi vincere contro di me” era la verità.

Una parte di Vanitas lo sapeva. Louis De Sade era la persona più importante per Noè. Lo era sempre stato. Lui non era nulla, solo un essere umano maledetto che per puro caso aveva incrociato il proprio cammino con quello dell’Archiviste.

“Non intendo combattere contro di te”. Il vampiro lo osservò sorpreso, 

“Quando sarà il momento, voglio che sia Noè ad uccidermi” proseguì Vanitas animato da uno strano entusiasmo

«Ascoltami Noé. Io ormai non posso più tornare come prima. Verrà il Burreau e mi taglierà subito la testa. Ti prego, visto che tanto devo morire, preferirei che fossi tu a uccidermi… »

Louis aveva chiuso gli occhi. Grazie al proprio potere anni prima aveva manipolato la mente del giovane Archiviste inscenando magistralmente la propria morte. Anche il Louis De Sade di quella storia aveva pregato il vampiro di ucciderlo. 

Non poteva essere una semplice coincidenza.

“Pensi davvero che possa essere in grado di fare una cosa simile?” Domandò. In risposta Vanitas piegò gli angoli della bocca in quella che doveva essere la pallida imitazione di un sorriso, 

“Ho rinunciato da tempo a fargli fare ciò che voglio”

Louis non trovò nulla da obiettare. 

“Sono contento che Noè ti abbia incontrato. Sei un essere umano davvero molto interessante” si limitò a rispondere.

“E questo cosa vorrebbe significare?”

“Nulla. Prenditi cura di lui” Vanitas attese qualche secondo prima di dar voce ai propri pensieri,

"Perché non vai da lui? Perchè continui a nasconderti, a scappare? Hai così paura di affrontarlo? Cosa ha letto Noé nel tuo sangue?” 

Il giovane De Sade non rispose. Per quella sera poteva bastare.

Voltò le spalle e scomparve nell’oscurità del corridoio.

 

***

 

“Sono tornato” 

Louis non aveva detto altro quando si era palesato davanti alla porta dell’Archiviste. 

In quell’occasione Noé non aveva potuto evitare di scoppiare a piangere prima di correre a stringerlo tra le braccia. 

Vanitas aveva osservato quella scena in silenzio, rintanandosi in un angolo del soggiorno, prima di venire raggiunto da Dominique.

“So a cosa stai pensando ma sta tranquillo Louis non gli farà mai del male.” A quelle parole il possessore del Libro storse il naso contrariato;

“Sicuramente non potrà fargliene di più che in passato”

“Louis ha intenzione di restare, vuole aiutarvi”

“Non abbiamo bisogno del suo aiuto”

“È forse gelosia quella che sento?”

“Fatti gli affari tuoi”

Vanitas si era distratto solo per un istante ma tanto era bastato perché un’inaspettata tragedia si consumasse davanti ai suoi occhi.

Vuoi bere il mio sangue?” 

Nemmeno il tempo di voltare lo sguardo che i canini di Noé avevano raggiunto il collo niveo del giovane De Sade, ancora stretto tra le sue braccia. 

Vanitas avrebbe tanto voluto urlare, attraversare il salotto solo per separarli. Non capiva neppure da dove provenisse quella rabbia, cieca e insensata. Nata in un punto imprecisato all’altezza del suo stomaco.

Louis era il migliore amico di Noé. Allora perché il solo assistere a quella scena gli aveva provocato tanto fastidio?

Non ebbe modo di pensare ad altro. Quando l’Archiviste si separò dal giovane De Sade il suo volto era completamente rigato dalle lacrime. Vanitas non lo aveva mai visto in quello stato.

“Perdonami Noé” aveva sussurrato il corvino sciogliendo quell’abbraccio.

“Perché?” la voce dell’Archiviste era quasi irriconoscibile, ridotta ad un sussurro

“Volevo che lo vedessi con i tuoi occhi”

“Louis, ti ho chiesto perché?” Questa volta il tono del vampiro era deciso, quasi arrabbiato, 

“Lo sai”

“Voglio sentirtelo dire”

“Ti amo” 

“Dici di amarmi eppure continui a mentire. Non hai fatto altro per tutta la vita” c’era una nota di delusione in quelle parole, 

“Noé”

“Ho bisogno di tempo per riflettere. Scusa”

“Noé aspetta”

Solo allora Vanitas sembrò rianimarsi, afferrò prontamente il giovane De Sade per la manica del cappotto impedendogli di raggiungere l’amico.

“Mi sembra che sia stato piuttosto chiaro.”

“Tu non ti immischiare”

“Cosa ha visto nel tuo sangue?” aveva bisogno di saperlo

“Non sono affari tuoi”

“Stava piangendo” lo accusò senza mezzi termini

“Non avere la presunzione di conoscerlo meglio di me”

I morti non tornano Louis"

“Noé è l’ultimo degli Archiviste, tu non hai la minima idea della portata del suo potere”

“Non mi interessa nulla del suo potere. Intendo proseguire con la mia vendetta. Desidero solo questo. Ho solo bisogno di sapere una cosa, che altro gli hai nascosto?” 

Louis si divincolò dalla presa di Vanitas. Si guardarono negli occhi ma fu solo per una frazione di secondo.

“Solo il mio segreto più grande”

 

***

 

Louis era intento ad osservare la luna dalla finestra della propria stanza. Era piena e blu. Esattamente come nei ricordi della propria infanzia. Teneva tra le braccia un involucro di coperte dal quale era possibile scorgere delle piccole mani e piedi che si agitavano curiosi. Quando il bambino di pochi mesi aprì gli occhi il giovane De Sade rimase per qualche secondo rapito da quelle iridi color ametista. 

Ha il suo sguardo.

Era stata una delle prime cose che aveva notato. Anche suo figlio era un Archiviste. Quando Louis aveva deciso di rubare una parte di Noé e farla sua aveva messo in conto una simile possibilità.

Edmond aveva ereditato il potere di Noé. Non poteva che essere altrimenti. Quel bambino non era altro che la realizzazione del piano del Conte di Saint German. 

A quel tempo Louis pensava solo a come ottenere la propria vendetta, credeva davvero di possedere tutte le risposte e che il piano di suo nonno si riducesse solo alle zanne degli Archiviste e alla loro capacità. Ancora una volta aveva peccato di superbia oltre che di ingenuità. 

In quegli anni, altre pedine si erano aggiunte alla scacchiera rendendo il terreno di gioco sempre più impervio. Da qui la decisione di mostrarsi a Noé e fornirgli il proprio aiuto. 

Vanitas sembrava essere un valido alleato ma per quanto abile restava pur sempre un essere umano. Anche con i poteri del Libro rimaneva una creatura debole, debilitata dal sangue del vampiro della luna blu che scorreva nelle sue vene. Come poteva affidare la sicurezza di Noé ad un individuo simile? Doveva metterlo alla prova.

Nel corso della propria esistenza Louis aveva commesso più di un errore ed era pronto a pagarne il prezzo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere Noé e il loro bambino. Per questo doveva rivelare all’ultimo degli Archiviste della sua esistenza. Prima che fosse troppo tardi.

“Vuoi bere il mio sangue?”

Noé avrebbe visto attraverso i suoi ricordi. Trovato la verità in quel mare di menzogne.

Anche il sangue è una fonte di comunicazione.

 

***

 

Aveva un figlio. 

Edmond.

Louis gli aveva dato un figlio.

Erano questi i soli pensieri che si agitavano nell’animo dell’Archiviste.

Più si interrogava e più il vampiro non riusciva a trovare delle risposte che potessero in qualche modo giustificare le azioni compiute dal giovane De Sade.

Louis gli aveva mentito. Tutto si riduceva a quello.

Osservò i fogli gettati alla rinfusa sulla propria scrivania e tutt’intorno a lui.

Gli Archiviste sono i custodi delle memorie, 

Le parole del Maestro gli tornarono alla mente accompagnate da un leggero capogiro.

Il sapore del sangue di Louis era ancora presente nella sua bocca, nonostante fossero trascorse delle ore da quando aveva affondato i canini della sua carne.

Più i minuti passavano e più i ricordi si facevano confusi, i suoni ovattati. Per questo Noè aveva sentito la necessità di mettere nero su bianco quelle sensazioni. Per non dimenticarle. 

Aveva allontanato Vanitas non per cattiveria ma solo per ritrovare la propria concentrazione. 

Perché Louis era tornato? E perché nei suoi occhi aveva letto la stessa malinconia di quando erano piccoli? 

«Louis dimmi, c’è qualcosa che posso fare per te? Posso aiutarti in qualche modo?»

Non avrebbe permesso alla storia di ripetersi. Questa volta lo avrebbe salvato.

Se allora avessi avuto più forza come Archiviste e se fossi riuscito a conoscere in modo chiaro il suo passato, probabilmente non lo avrei perso in quel modo…

 
  
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