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Autore: ineffable    26/05/2023    1 recensioni
Seguito di "L'inizio della fine."
Dopo gli accadimenti con la creatura oscura, Aziraphale e Crowley si trovano davanti a una nuova sfida.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due


Il divano della libreria divenne il luogo fisso e prediletto dell'ex serpente dell'Eden, aveva preso locazione fissa facendo di quel luogo pieno di libri la sua nuova dimora, non che all'angelo dispiacesse averlo sempre intorno ma stava cominciando a pensare che l'amico fosse caduto in una sorta di depressione dalla quale non sembrava aver voglia di uscire.
<< No è coshi male... >> biascicò.
<< Essere umani dico >> un suono simile al singhiozzo rimbombò nella sua testa, storse il naso pensando che probabilmente era stato lui a produrlo, Aziraphale si avvicinò prendendogli la bottiglia di vino dalle mani.
<< Basta con questo, devi avere cura del tuo corpo e gli umani non possono sopportare una grande quantità di alcol senza sentirsi male. >>
<< Come non etto...è una m-merda >> gli scappò un ruttino e fece una smorfia.
L'angelo si sedette sulla poltrona sentendosi tanto un padre in procinto di fare una ramanzina al figlio adolescente.
<< Senti Crowley volevo parlarti di una cosa. >>
<< Mmm...la testa >> mugugnò tirandosi su a sedere, la maglietta era salita fino a scoprirgli la pancia.
<< Oh e questo cos'è? >> disse allargando gli occhi e indicando quel puntino che tutti gli umani avevano dalla nascita in mezzo alla pancia.
<< Non lo avevo prima...sono certo che non lo avevo >> di nuovo gli scappò un ruttino.
Aziraphale lo guardò con tenerezza e sorrise.
<< Si chiama ombelico e non è una cosa di cui devi preoccuparti caro. >>
<< Mmm devo...andare in bagno >> e finì nuovamente con la testa tra i cuscini, a quel punto l'angelo si alzò e lo raggiunse, lo prese per le braccia aiutandolo ad alzarsi.
<< Ascolta cosa faremo, adesso tu vai di sopra...- >>
<< Non posho andare di sopra mi hanno cacciato... >> mugugnò ma l'angelo lo ignorò continuando la frase.
<< Ti fai una bella doccia, io preparo qualcosa da mangiare e sono sicuro ti sentirai meglio. >>
Crowley ghignò e diede un buffetto con l'indice sul naso di Aziraphale.
<< Birichino...vuoi fare la doccia con m-me. >>
<< Temo non sia proprio possibile al momento >> e lo spinse piano su per le scale circondandogli la vita con un braccio, solo che era più difficile di quanto immaginasse, il demone continuava a divincolarsi, a voltarsi nell'abbraccio e mettergli il viso a pochi centimetri dal suo facendogli proposte indecenti.
<< Che vuoi che sia una doc...doccia ancelo. >>
<< Prima dobbiamo parlare ok? >> e lo spinse in bagno.
<< Ora svestiti e lavati, io ti aspetto di sotto. >>
<< Non so come si fa >> e incrociò le braccia come un bambino capriccioso.
<< Sì che lo sai, avanti Crowley perché mi fai penare così? >>
Il demone sollevò le spalle con l'aria di chi non avesse colpe al mondo e l'angelo si ritrovò a sbuffare, poi sorrise, lo amava quel testardo ed era sempre stato certo che anche da umano sarebbe stato così cocciuto, infatti aveva ragione.
<< Ti aiuto ma poi dovrai fare da solo. >>
Si avvicinò aiutandolo prima a togliersi la giacca, poi uno alla volta slacciò i bottoni della camicia lasciandola aperta, quando le sue mani arrivarono alla cerniera dei pantaloni si fermò di colpo, deglutì alzando lo sguardo e incontrò gli occhi marrone-dorato di Crowley, erano lucidi e macchiati da una sorta di desiderio, anche le sue labbra rosse sembravano invitarlo a compiere quel gesto, erano allineate in un mezzo ghigno che però non era di strafottenza.
Aziraphale prese coraggio e slacciò alla svelta anche i pantaloni poi si allontanò di qualche passo.
<< Ora dovrai fare da solo >> disse e uscì.
<< Angelo. >>
Si fermò in mezzo al corridoio voltandosi verso la voce dell'amico, era appoggiato con un lato del busto alla porta del bagno mentre il resto del corpo era nascosto dentro di esso.
<< Dimmi Crowley. >>
<< Niente solo che...sei bellissimo >> sorrise.
Ad Aziraphale scoppiò il cuore, arrossì e sorrise timidamente.
<< Grazie... >>
<< Anche tu lo sei. >>
Passò un'ora prima che il demone uscisse dalla doccia, quella semplice cosa si era rivelata molto piacevole, soprattutto per la sua testa che scoppiava e pulsava nemmeno ci fosse un branco di elefanti al suo interno.
<< Meno male che non voleva farla >> borbottò l'angelo finendo di apparecchiare.
<< Sento qualcosa di strano allo stomaco. >>
Aziraphale si voltò verso la voce e la sua faccia divenne bordeaux.
<< Crowley buon dio ti sembra il modo di presentarti!? >>
Il demone si guardò da capo a piede, non gli sembrava di avere nulla di strano, aveva trovato un asciugamano in bagno, se lo era legato alla vita ed era sceso di sotto, forse avrebbe potuto asciugarsi meglio, magari ad Aziraphale non erano andate giù le goccioline che aveva sparso sul pavimento.
<< Che c'è? Se è per le gocce...- >>
<< Sei mezzo nudo! >> squittì coprendosi il viso.
<< Oh...rimedio subito >> schioccò le dita, poi ancora e ancora.
<< Dannazione >> imprecò ricordandosi che non poteva compiere miracoli.
<< Tra poco arriverà il cibo, va a metterti qualcosa addosso. >>
Crowley ghignò.
<< Temi il fattorino possa vederci e pensare che stiamo compiendo atti compromettenti? >>
Se possibile l'angelo arrossì molto di più.
<< Noi non stiamo compiendo nessun atto, e ora fila a vestirti! >>
Quanto era adorabile quando si arrabbiava, pensò Crowley.
Il demone decise di non infierire ulteriormente, anche perché non conosceva il limite di rossore raggiungibile da un essere umano e temeva Aziraphale potesse esplodere per l'imbarazzo, però era così bello vederlo in preda alla vergogna, con quelle guanciotte rotonde come mele, sicuramente avrebbe ritentato qualche esperimento, in fondo essere umani poteva avere anche dei vantaggi.



...



Finalmente riuscirono a mettersi a tavola, Crowley era vestito per buona pace del cuore di Aziraphale e se non fosse per quel macigno che pesava su di loro sembravano una tenera coppia che cenava godendosi la compagnia reciproca, ma per quanto ancora sarebbero riusciti a ignorare la verità?
<< Non ti piace? >> domandò l'angelo mandando giù il penultimo boccone.
<< No è che non sono abituato a mangiare. >>
<< Immagino >> disse leccandosi le labbra, poi gli sfuggì una risatina.
<< Che c'è? >> domandò stizzito il demone sollevando un sopracciglio.
<< Sei buffo. >>
<< E per quale angelico motivo io sarei buffo? >> domandò e il pezzetto di cibo che teneva nella forchetta gli cadde nel piatto, cosa che lo fece innervosire.
<< Al diavolo! >> ringhiò.
<< Sei troppo nervoso Crowley, il cibo è come il vino, va assaporato. >>
<< Io non voglio assaporare un bel niente, voglio tornare a bere e basta come facevo prima! >>
Aziraphale sospirò pulendosi gli angoli della bocca, poi sorrise.
<< Presto potrai tornare a farlo. >>
<< Sempre se i tuoi manterranno la parola >> incrociò le braccia.
<< Lo faranno. >>
<< Non puoi saperlo. >>
<< Crowley ho dato in cambio la mia vita, immagino che anche l'angelo più meschino non rimarrebbe indifferente a questo >> si tolse il fazzoletto dalle gambe e lo posò sbattendolo sul tavolo, poi se ne andò in cucina, non voleva risultare nervoso ma non era riuscito a trattenersi, il demone lo seguì sentendosi un mostro.
<< Aziraphale mi dispiace io...- >>
<< Non è colpa tua >> rispose asciugandosi gli occhi.
<< Risolveremo questa faccenda, non possono semplicemente farti smettere di essere un angelo. >>
<< Crowley non c'è soluzione, mettiti il cuore in pace, è così e basta. >>
Il demone strinse i pugni.
<< Non posso credere che tu ti sia già arreso. >>
<< Credici invece, non è la prima volta che ti deludo >> lo superò passandogli accanto, poi si girò passandosi una mano tra i capelli.
<< Quello che volevo dirti era che puoi stare qui quanto vuoi ma non voglio tu ti deprima, non smettere di vivere a causa mia, capisco sia difficile non avere più i tuoi poteri ma presto torneranno e per quanto riguarda me sono io che devo farci i conti, è stata una mia scelta e non me ne pento. >>
Per quella sera la conversazione venne chiusa lì, erano entrambi stanchi e confusi, in più dovevano fare i conti con i bisogni del loro corpo e i dolori che ogni tanto potevano comparire, era tutto nuovo ma il demone certo non si sarebbe fatto scoraggiare da questo e soprattutto non aveva intenzione di arrendersi senza lottare.
Andarono a dormire ma quella notte il sonno sfuggì a tutti e due, tanti i pensieri che avevano nella testa, le preoccupazioni e scoprirono che la mente umana era molto più fragile e quei pensieri si trasformarono presto in brusii incessanti e difficili da mandare via.
Il mattino dopo si alzarono sentendosi due stracci, soprattutto Crowley che per la millesima volta maledì il corpo umano.
<< Mi fa male tutta la schiena >> si lamentò il mattino dopo stiracchiandosi.
<< Questo perché dormi in una posizione impossibile sul divano >> rispose Aziraphale che sembrava già più tranquillo, forse la notte lo aveva aiutato a rasserenarsi pensò il demone, in realtà era semplicemente rassegnato, in quella nottata tremenda era giunto alla conlusione che la cosa migliore per lui e per l'amico fosse accettare la sua condizione, senza tentare di cambiare qualcosa che questa volta non aveva soluzione.
<< Mi piace il tuo divano >> sbadigliò.
<< Crowley ci servono nuovi vestiti, ho pensato che potremmo andare a fare colazione poi cercare qualche negozio. >>
<< Che hanno che non va i nostri vestiti? >>
<< Nulla caro ma si sporcheranno e non possiamo tenerli puliti come facevamo prima, e poi ci servono dei pigiami e magari delle pantofole. >>
<< Angelo frena >> lo fermò mettendo le mani avanti.
<< Mi sta già venendo male alla testa. >>
<< Dovrai fartelo passare, non voglio che i clienti entrino qui e sentano odore di sudore. >>
<< A me piace il sudore >> sbuffò Crowley.
L'angelo prese il cappotto.
<< A te piacciono molte cose che non piacciono a me, ma visto che vivi qui... >>
<< Tu ti piaci Aziraphale? >> domandò a bruciapelo, l'angelo sbatté le palpebre e ci pensò qualche secondo.
<< A volte sì >> rispose.
<< Allora una cosa in comune l'abbiamo >> disse con un sorrisetto, gli passò accanto senza dimenticare di lanciare una profonda occhiata a quelle belle guanciotte che diventarono rosse come due bei pomodori maturi.
Dopo colazione girarono alcuni negozi ma senza trovare nulla che facesse al caso loro, finalmente dopo il quinto riuscirono ad adocchiare qualcosa che gli piaceva, Crowley ci mise due minuti a racimolare roba mentre Aziraphale...
<< Angelo per l'amor di tutti i cieli quanto ci metti!? >> domandò lasciandosi scivolare sulla poltroncina fuori dal camerino che era anche molto scomoda.
<< Un minuto Crowley, devo vedere se mi sta bene. >>
<< Ma è la terza volta che ti provi la stessa cosa e ti ho già detto che ti sta divinamente! >>
<< AH non ci credo che l'ho detto >> si strusciò una mano sulla faccia.
<< Tu lo dici di tutte le cose che mi metto, non sei affidabile >> squittì causando un ringhio nel suo accompagnatore.
Di fianco a lui un ragazzo stava vivendo la sua stessa agonia, si voltò a guardarlo, i due si scambiarono un'occhiata comprensiva.
<< E' la prima volta che fate shopping insieme? >> domandò il giovane.
<< Sì...e probabilmente anche l'ultima >> borbottò il demone facendo ridere il ragazzo.
<< Abituatici amico sarà sempre peggio. >>
Crowley si sistemò meglio sulla poltroncina.
<< Che accidenti significa? >> domandò.
<< La mia ragazza passa almeno un'ora nel camerino di ogni negozio >> spiegò grattandosi la nuca, Crowley impallidì.
<< E come diamine fai a sopportarlo? >>
<< Bè...forse perché la amo e poi lei già deve sopportare me >> ridacchiò.
Il demone si voltò a fissare il camerino e sentì Aziraphale borbottare.
<< No questo decisamente non mi sta bene. >>
Anche lui lo amava, solo dio forse sapeva quanto ma tutto questo era l'inferno, era peggio di qualsiasi girone infernale.
<< Angelo se non ti dai una mossa giuro su d...su qualcuno che vengo lì! >>
<< Non ti azzardare sai, sono senza maglietta! >> squittì.
<< E allora muoviti a metterla così ce ne andiamo. >>
<< Ho altri capi da provare! >>
<< O per l'amor del paradiso! >> si alzò e aprì la tenda, quasi non gli venne una sincope per le risate che dovette trattenere.
<< Che ti sei messo addosso? >>
Aziraphale tirò la tenda e mise il broncio.
<< Se sei qui per prendermi in giro puoi anche andartene. >>
<< No è che sei strano... >>
<< Piantala di ridacchiare >> sbottò l'angelo con le guance rosse.
<< Signori non si può stare in due in camerino >> li rimproverò la commessa.
<< Visto? Ci hai anche fatti sgridare >> sussurrò irritato Aziraphale.
<< I fenicotteri ti donano angelo. >>
Aziraphale lo spinse fuori e sbuffò, era davvero impossibile fare shopping con lui, alla fine optò per due maglioni e tre camice poi prese altri due paia di pantaloni e un pigiama verde con i pallini colorati perché era l'unico che era rimasto, capo che ovviamente Crowley aveva deriso, "sembrerai un albero di natale angelo", bè sempre meglio assomigliare a un albero di natale che dormire in mutande come faceva lui pensò.
C'erano state volte in cui Aziraphale aveva fantasticato come sarebbe stato vivere con il suo migliore amico, si immaginava loro due a condividere armadi e cassetti, cucinare insieme e svolgere attività sorridendosi e scambiandosi qualche bacio affettuoso, purtroppo dovette constatare che era l'esatto opposto.
<< Crowley! >> i passi dell'angelo lo avvisarono che probabilmente aveva fatto qualcosa di sbagliato, lo vide entrare nella saletta con in mano uno dei suoi calzini.
<< Oh ecco dov'era >> si alzò e glielo prese di mano.
<< Si può sapere perché lasci in continuazione la tua roba in giro? L'ho trovato su una sedia quello >> aveva le mani appoggiate ai fianchi e un tenero broncio.
<< Perché ti scaldi tanto è solo un calzino. >>
<< L'ultima volta non era un calzino ed era su un ripiano dei libri, cosa penseranno i clienti se...- >>
<< Ti preoccupi troppo. >>
Aziraphale puntò l'indice verso di lui agitandolo.
<< E' questione di buone maniere Crowley, ti ho detto che puoi usare il mio armadio e i cassetti, fortuna ha voluto che prima di diventare umano mi sia miracolato tutto l'occorrente, non capisco dove sia la difficoltà! >>
La mente del demone era stata attirata da altro.
<< Già, era da un po' che volevo chiedertelo, perché tutta questa roba? >>
<< Perché mi piaceva fare le cose da solo senza ricorrere ai miracoli e poi come ti avevo detto mi avevano redarguito sui miracoli frivoli >> spiegò con il tono di voce ancora vagamente irritato.
<< Ah già... >>
<< Comunque stamattina sono uscito e ho preso una cosa per te. >>
Crowley sbatté le palpebre incredulo.
<< Per me? >>
<< Sì... >>
Aziraphale uscì dalla stanza e tornò con una busta, Crowley la prese e ne tirò fuori un pigiama di seta rossa.
<< Wow è...fantastico ma che dovrei farci? >>
<< Sono stanco di vederti in mutande e trovo che il rosso ti doni. >>
<< Era un complimento quello? >> ghignò, Aziraphale sollevò gli occhi al cielo nascondendo un sorrisetto.
<< Zitto e provalo così se non ti sta bene lo cambio. >>
<< A me piace dormire in mutande però... >>
L'angelo sbuffò spazientito.
<< Se vuoi stare qui queste sono le regole >> disse uscendo per non ascoltare altre lamentele.
<< Se stessimo insieme non ti lamenteresti affatto, anzi ti piacerebbe! >> sbottò Crowley andandogli dietro.
<< No caro hai sbagliato, l'essere fidanzati non ti darebbe il diritto di portare in giro liberamente i tuoi gingilli. >>
Il demone piegò la testa di lato << gingilli? >>
<< Senti Crowley non ti sto chiedendo la luna, è solo un pigiama, non mi va di litigare per ogni cosa >>
<< Saresti stato risparmiato da questa incombenza se invece di fare il difficile avessi accettato di stare con me, e non saremmo nemmeno in questo casino, con io senza poteri e tu che presto sparirai dalla faccia della terra! >>
Aziraphale abbassò le sopracciglia deluso e ferito.
<< Sapevo che non poteva durare >> disse dirigendosi in cucina.
<< Che cosa? >> domandò Crowley.
L'angelo strinse lo straccio che usava per asciugare i piatti poi si voltò verso di lui.
<< Questo fare finta di nulla, solo poco tempo fa mi odiavi, non volevi nemmeno rivolgermi la parola e ora tutto d'un tratto ti sei trasferito qui e non mi molli un secondo. Per questo volevo parlarne, quando i problemi non si affrontano finiscono per caderci addosso quando meno ce lo aspettiamo. >>
<< Le cose sono cambiate angelo >> disse corrugando le sopracciglia.
<< Non mi pare proprio, è evidente che ce l'hai ancora con me e certo non osavo sperare nel contrario. >>
<< Mi hai salvato la vita, come posso continuare ad essere arrabbiato? >> domandò, davvero non riusciva a capirlo?
<< Questa a casa mia si chiama pietà o compassione, fingi di non odiarmi solo perché ti faccio pena >> tentò di uscire ma venne bloccato dalla mano di Crowley che lo afferrò per il polso.
<< Io non ti ho mai odiato e... >>
<< Non cambia le cose >> sospirò Aziraphale.
<< E va bene ero tanto arrabbiato con te e adesso non lo so sinceramente se lo sono ancora, ero arrivato a pensare che quello che dicevi di provare fosse finzione anche se una parte di me non voleva crederci ma dopo quello che hai fatto... >>
<< Hai sacrificato la tua vita per me, continuo a pensare che non dovevi farlo, mi fa uscire di testa ogni volta che ci penso e sì probabilmente è per questo che ti ho perdonato, detesto l'idea di perderti e avrei voluto urlarti addosso e poi andarmene ma non posso, non ci riesco. Non odio te ma quello che hai fatto sì, però allo stesso modo ti amo e se davvero alla fine dovrò...Se alla fine non dovessi rivederti mai più non voglio sprecare nemmeno un minuto. >>
Aziraphale sollevò di poco il viso giusto lo spazio necessario per incontrare i suoi occhi, poteva leggervi tutta la sincerità delle parole che aveva appena pronunciato e questo lo rincuorava, solo che il macigno che aveva nel petto era ancora troppo grande per potergli permettere di vivere serenamente quel momento.
<< Mi dispiace di averci messo tanto... >>
<< A cosa ti riferisci? >> domandò Crowley sollevando un sopracciglio.
<< Sto dicendo che hai ragione tu, che se non avessi avuto tanta paura io e te... >>
<< Adesso hai paura? >> domandò di getto il demone.
Aziraphale deglutì.
<< N-No. >>
<< C'entra qualcosa il fatto che siamo umani? >>
<< Forse >> rispose scuotendo la testa poi sollevò le spalle.
<< Non lo so Crowley, sono stato così bene con te in questi giorni che mi viene da pensare che se avessi dato una possibilità a noi due probabilmente avrei capito che le mie paure erano inutili. >>
Poi riprese.
<< Alla fine le cose terribili sono successe comunque anche se eravamo separati, anzi sono successe proprio per questo motivo. >>
Crowley gli accarezzò il viso.
<< Io avrei dovuto rispettare i tuoi tempi...- >>
<< Hai aspettato tanto Crowley. >>
<< No lasciami finire, voglio dire che se dopo secoli sei riuscito ad ammettere di amarmi sarebbe potuto accadere lo stesso riguardo allo stare insieme, se ti avessi aspettato e ti fossi rimasto accanto forse ti avrei potuto infondere sicurezza. >>
Abbassò lo sguardo.
<< Non sono stato un buon amico, alla fine quello era il nostro primo problema da coppia >> virgolettò la parola con le dita.
<< E io sono fuggito preferendo starti alla larga per non peggiorare le cose >> rispose Aziraphale, poi lo guardò tristemente e si appoggiò con la testa al suo petto, il demone allungò una mano posandola sulla nuca bionda e piano con movimenti lenti delle dita l'accarezzò mentre con l'altro braccio gli avvolse la schiena.
<< Troveremo una soluzione a questo casino angelo e non dirmi di non provarci perché questa volta non ti ascolterò, finché avremo tempo continuerò a tentare. >>
<< Va bene Crowley, proviamoci. >>
Il demone sorrise scostandosi di poco per poterlo guardare.
<< Davvero? >> domandò con gli occhi che brillavano, l'angelo annuì anche se dentro di sé non nutriva molta speranza, però Crowley aveva ragione, alla fine gli restava ancora del tempo da vivere, al massimo non avrebbero risolto nulla ma almeno l'avrebbero passato l'uno accanto all'altro.



...


Una sera mentre Crowley era attaccato al cellulare cercando qualcosa che potesse aiutarli con il loro problema il telefono della libreria prese a squillare, si alzò dalla poltrona sbuffando, con l'intenzione di mandare da qualche parte, probabilmente in un luogo poco carino, chiunque lo avesse disturbato nelle sue faccende.
<< Chi diavolo è? >> rispose.
<< Lei è il signor Crowley? >> domandò la voce dall'altro capo, il demone si insospettì, era strano che qualcuno chiamasse in libreria per cercare lui.
<< Sì chi parla? >>
<< Chiamiamo dall'ospedale, il signor Zira ha chiesto di chiamare lei...- >>
La mente del demone si annebbiò di colpo.
<< Un momento Az...Zira? Sta bene? >>
<< Più o meno, ha il naso rotto, per questo ci ha chiesto di chiamare lei, chiede se può venirlo a prendere. >>
Rotto. Il suo angelo aveva qualcosa di rotto. Un brivido lo percorse per intero. Deglutì.
<< Certo arrivo subito. >>
Si fiondò in auto maledicendo il traffico e il fatto di non avere più i suoi poteri, rischiò due incidenti pur sapendo che non poteva permettersi di andare veloce come faceva quando era ancora un demone, ma Aziraphale era in ospedale, aveva bisogno di lui, strinse il volante digrignando i denti, non avrebbe dovuto lasciarlo uscire da solo.
Quando arrivò in ospedale investì la receptionist di domande per sapere in quale stanza fosse, poi corse via, sembrava come impazzito, il suo cuore martellava furiosamente nemmeno gli avessero detto che il suo amico fosse in pericolo di vita, ma per lui immaginare Aziraphale con anche solo un graffio era inimmaginabile.
Presto trovò la camera e quando vi entrò lo trovò seduto sul letto con i piedi che sfioravano il pavimento, stava bene, aveva le mani congiunte in grembo e un piccolo tutore sul naso, quello stonava con tutta la sua persona, non doveva succedere, lui doveva essere immortale, era nato per vivere per sempre, la sua vita non era quasi mai stata una preoccupazione per il demone, perché sapeva che sarebbe stato praticamente impossibile che succedesse qualcosa.
Si fiondò da lui posandogli una mano sul viso e una sulla spalla.
<< Angelo che cosa è successo? Stai bene? >> nei suoi occhi e anche nella sua voce si poteva leggere tutta la preoccupazione che ancora non era passata pur avendolo davanti vivo e vegeto.
<< Mi dispiace averti disturbato caro, in fondo non è niente, ma non me la sentivo di tornare a casa da solo, mi gira un po' la testa. >>
Crowley lo ispezionò con lo sguardo senza staccarsi un secondo da lui.
<< Non devi neanche dirlo, ma cosa ti hanno detto qui? Ti hanno controllato per bene? Sono sicuri che...- >>
<< Sì tranquillo hanno detto che è tutto nella norma, devo solo riposare. >>
<< Ti va di raccontarmi come... >>
L'angelo annuì piano, spostò lo sguardo prima da un lato poi dall'altro.
<< Sono rimasto coinvolto in una rissa. >>
<< Una rissa angelo? Come diavolo è possibile? >> domandò sgranando gli occhi.
Aziraphale alzò appena le spalle.
<< Se la stavano prendendo con un uomo per strada e io sono intervenuto. >>
Crowley sgranò gli occhi, lasciò cadere il capo verso il basso e a quel puntò scivolò via da lui.
<< Si può sapere cosa ti è saltato in mente? >> lo rimproverò.
<< Dovevo farlo, è mio dovere...- >>
<< No! >> sbottò.
<< Lo era un tempo probabilmente ma adesso non puoi permetterti di rischiare, soprattutto per una cosa così stupida! >>
Odiava tutto in quel momento, odiava gli angeli, i demoni, gli umani e in particolar modo chiunque aveva messo le mani addosso al suo angelo e odiava anche lui e il suo stupido naso rotto, solo il pensiero di come avrebbero potuto andare le cose lo fece rabbrividire.
<< Non potevo certo rimanere indifferente mentre quel poveretto veniva malmenato. >>
<< Invece sì Aziraphale, se avessero avuto una pistola o un coltello? E se te l'avessero puntata contro? Se invece del naso avessero colpito un organo vitale angelo mi spieghi adesso a che cosa sarebbe servito il tuo stupido gesto eroico? Mi spieghi io...io che cosa avrei dovuto fare? Che cosa... >> stava piangendo e non se n'era nemmeno reso conto, aveva la voce sottile e frammentata, gli occhi gonfi di lacrime che scendevano senza sosta, in poche parole era sconvolto.
Aziraphale deglutì e si alzò non aspettando un secondo a stringerlo tra le braccia, Crowley si accasciò sulla sua spalla continuando a piangere.
<< Angelo mi dici come avrei fatto se fossi morto? >>
<< Mi dispiace Crowley...io non avrei mai voluto farti stare così male. >>
<< Non farlo mai più, promettimi che non rischierai più in questo modo... >>
<< Crowley...sarebbe potuto accadere anche prima >> gli sussurrò nell'orecchio.
<< Non è vero, lo sai che non è vero. Era diverso, nell'ipotesi peggiore ti avrebbero dato un nuovo corpo. >>
Aziraphale sospirò posandogli una mano sul retro della nuca, gli accarezzò delicatamente quei morbidi e sottili fili color rubino, si scostò per avere modo di guardarlo negli occhi.
<< Nel caso peggiore qualcuno avrebbe potuto usare il fuoco infernale >> sussurrò ma Crowley scosse la testa.
<< I demoni non se ne vanno in giro a uccidere gli angeli, abbiamo delle regole anche noi, al massimo li infastidiscono e per quanto riguarda la tua fazione, loro volevano ucciderti perché ti sei alleato con me, altrimenti non lo avrebbero fatto. >>
<< Crowley... >>
<< Angelo ti prego >> posò la fronte su quella dell'altro.
<< Ti prego >> chiuse gli occhi.
Aziraphale era esausto, annuì sapendo che quello era l'unico modo per chiudere quella conversazione e tornare a casa, si sentì in colpa per avergli mentito ma conosceva il suo demone, sapeva quanto fosse testardo, non avrebbe rischiato la vita stupidamente certo ma non poteva andare contro la sua stessa natura e non solo quella angelica, essere buono e aiutare il prossimo faceva parte di lui, angelo o meno.
Il viaggio in auto fu silenzioso, nessuno dei due sembrava sapere quale fosse la cosa giusta da dire, e forse non c'erano parole giuste o sbagliate in quella situazione, Crowley si stava sforzando di non tappezzare la città fino a che non avesse trovato lo stronzo che aveva rotto il naso al suo migliore amico, Aziraphale invece era nervoso e teso, non aveva mai visto il demone così chiuso e con un'energia altamente distruttiva, sembrava quasi che avrebbe potuto uccidere chiunque con uno sguardo.
Una volta giunti in libreria Aziraphale si mise subito a dormire, il suo corpo umano aveva subito troppi scossoni per una sola giornata e non avrebbe retto anche un'eventuale discussione, il demone invece rimase sveglio tutta la notte per tenerlo d'occhio, nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa e le sue stupide orecchie ora troppo deboli non lo avessero sentito.
La verità però era che aveva paura, temeva che se si fosse addormentato il suo angelo sarebbe scomparso, quello che era successo quel giorno lo aveva lasciato con un senso di panico peggiore, finora da quando avevano perso i loro poteri non era ma stato faccia a faccia con il vero rischio di perderlo ed era una sensazione orribile, non poteva permettere che accadesse.
Il mattino dopo Crowley si mise in testa di voler preparare la colazione, era tutto indaffarato quando Aziraphale scese, sorrise trovandosi davanti quella scena così casalinga e tenera.
<< Buongiorno caro. >>
Il demone si voltò causando un urletto da parte di Aziraphale.
<< Che è successo ai tuoi occhi? >>
Crowley se li sfregò sbadigliando, avevano delle profonde occhiaie scure ed erano molto arrossati, questo perché aveva pianto tutta la notte.
<< Pare che questo stupido corpo non regga una notte senza sonno. >>
Aziraphale corrugò le sopracciglia.
<< Oh caro non sei riuscito a dormire? >>
L'altro sollevò le spalle.
<< Non ho voluto in realtà. >>
<< Perché? >>
<< Lascia stare angelo, tu come stai? >> si avvicinò studiando quel bel viso che amava alla follia.
<< Il naso mi fa un po' male ma passerà, stai preparando qualcosa di buono? >> domandò riferendosi al cibo.
Crowley si voltò a guardare il suo mezzo disastro.
<< Buono non lo so, forse è meglio se andiamo a fare colazione fuori. >>
<< Voglio assaggiare >> disse Aziraphale avvicinandosi, prese un pezzetto di muffin, lo mise in bocca e i suoi occhi cominciarono a lacrimare, si sventolò il viso con una mano.
<< Hai messo il peperoncino? >>
<< Che ne so Aziraphale credevo fosse cannella! >>
<< Ma come hai fatto a scambiare il peperoncino con la cannella, oh santo cielo mi serve del latte >> squittì andando ad aprire il frigo.
<< Non c'è, l'ho finito tutto cercando di fare una cosa. >>
L'angelo mugugnò dovendo accontentarsi dell'acqua.
<< Eddai angelo non fare quella faccia, sono sicuro che... >> prese un pezzettino anche lui di muffin.
<< Stai esagerando >> e se lo mise in bocca, anche i suoi occhi si bagnarono subito e si ritrovò a sputacchiare ovunque.
<< Cazzo che schifo! >>
Si guardarono per un istante poi scoppiarono a ridere, era da tempo che non si concedevano una bella risata, soprattutto che non la condividevano, l'ultima volta era stata nel giardino quando erano sopravvissuti alla vendetta dei loro capi, da allora le risate si erano spente e invece si resero conto che avrebbero dovuto farlo più volte, era così bello ridere insieme.
Quando la risata scemò rimasero solo i loro sguardi incollati gli uni agli altri, tutto il resto era sparito, esistevano solo loro due e Crowley non resistette più, si avvicinò ad Aziraphale mettendogli una mano sul viso e lo baciò, lo aveva già fatto una volta ed era andata male, ma da quando era diventato umano aveva cominciato a nutrire un senso di speranza così forte che era difficile da ignorare.
Dal canto suo l'angelo si era reso conto da tempo di essere stato uno stupido e di aver preso un sacco di decisioni sbagliate che lo avevano portato inevitabilmente dove voleva evitare di andare, aveva fatto tanto per proteggere l'amico che alla fine in pericolo ci era finito lo stesso, e l'esperienza del giorno prima gli aveva dato il colpo di grazia, la sua vita oramai era una sola e doveva viverla al meglio.
Avrebbe tanto voluto essere lui a farlo, prenderlo alla sprovvista e baciarlo ma credeva di non averne più il diritto dopo avergli detto più volte che la loro storia era impossibile, ma Crowley trovava sempre il modo di stupirlo e dimostrarsi coraggioso per entrambi.
Aziraphale si avvicinò di modo da far combaciare i loro corpi, posò una mano sul petto dell'amico e inarcò la testa all'indietro per dargli più spaziò, mugolò in quel bacio così bello finalmente lasciandosi del tutto andare, quando Crowley si staccò rimase a pochi centimetri dalle sue labbra.
<< Aspetta un secondo angelo >> sussurrò senza fiato.
Deglutì sentendo i battiti del cuore arrivargli alle orecchie, chiuse gli occhi sfiorando il naso di Aziraphale con il suo poi lo baciò ancora, questa volta in maniera più delicata.
<< Ora puoi rifiutarmi >> disse avendo ritrovato il modo giusto di respirare.
<< I-Io >>  
<< Ti prego non prolungare la mia agonia finirò per illudermi >> deglutì nuovamente senza trovare il coraggio di allontanarsi. 
L'angelo voleva parlare ma non riusciva a trovare le parole, aveva la gola secca.
Crowley sospirò decidendo a malincuore di allontanarsi ma Aziraphale non gliene diede il tempo, lo afferrò per la giacca e lo tirò verso di sé.
<< Io non voglio farlo >> disse.
Il demone sollevò e congiunse le sopracciglia.
<< Non capisco >> disse.
Aziraphale posò la fronte sulla sua.
<< Non voglio rifiutarti né ora né mai. >>
<< Az...io non...Lo fai solo perché siamo umani? >>
<< No, lo faccio perché sono io, perché sono stato un idiota e un egoista, ho sprecato tanto di quel tempo. Crowley è da quando mi sono innamorato di te che desidero una vita in cui possiamo stare insieme, ma non mi sono mai reso conto che ce l'avevamo già, tutti i pericoli che sono capitati li abbiamo sempre affrontati con successo e avevi ragione tu che non faceva alcuna differenza se ti avessi perso da amico o da fidanzato. >>
<< S-Se non mi credi va bene, ti capisco. >>
Crowley si scostò spostando lo sguardo altrove, voleva credergli con ogni cellula del suo corpo, ma temeva che se avessero avuto successo nel loro obbiettivo Aziraphale si sarebbe tirato indietro un'altra volta.
<< Cosa succederà quando tornerai ad essere un angelo? >> domandò stupendosi di aver posto quella domanda, solitamente preferiva tenersi le cose scomode per sé.
<< Intanto non sappiamo se accadrà, comunque non cambierebbe una parola di ciò che ho detto, ti voglio Crowley, potrebbe scendere anche Dio in persona che non rinuncerei a te >> disse deglutendo con un lieve tremore nella voce.
Il demone fece un sorrisetto.
<< Questo non è molto angelico da dire >> lo prese in giro e Aziraphale sollevò le spalle.
<< E' una vita che non mi comporto da angelo, non so nemmeno più cosa voglia dire. >>
Crowley si avvicinò di nuovo posandogli una mano sul viso.
<< Su questo non posso concordare, sei migliore di tutti loro >> disse soffiando quelle parole sulle labbra morbide dell'altro.
<< Non di tutti... >> sussurrò Aziraphale.
<< Per me sì >> rispose Crowley facendolo sorridere.
<< Vuoi sempre averla vinta? >>
<< Sono un demone, è il mio lavoro vincere >> ghignò.
Aziraphale gli sfiorò il viso con le dita.
<< Bè una cosa l'hai vinta di sicuro. >>
<< Sarebbe? >>
<< Il mio cuore >> rispose per poi tirarlo in un tenero e lungo bacio.


...



La vita da umani procedeva bene, aveva dato loro l'occasione di sperimentare molte cose e sensazioni che probabilmente nella loro precedente condizione sarebbero state diverse, certo non era sempre facile, lo stare insieme non aveva risolto i loro problemi e timori, si ronzavano intorno con delicatezza toccandosi e sfiorandosi come se avessero paura di rompersi.
Litigavano spesso ma i non detti erano inferiori a quelli di un tempo, inoltre il mese stava per scadere e questo significava che presto Crowley avrebbe riottenuto i suoi poteri, Aziraphale fingeva che questo non gli causasse nessuna emozione ma il demone sapeva che non era così, per questo tentava di non fargli pesare la faccenda ma l'angelo finiva per arrabbiarsi dicendo che non gli piaceva essere trattato da stupido e che l'ultima cosa che gli serviva era la compassione.
Del loro rapporto non avevano ancora deciso niente, non si erano guardati negli occhi dicendosi "stiamo insieme", era ovvio che fosse così ma era ancora troppo presto per pronunciarlo, si comportavano da coppia, si amavano ogni giorno di più ma ufficializzare il tutto quando ancora non avevano risolto il problema di Aziraphale gli sembrava un passo troppo grande.
Sarebbe stato più doloroso perdersi, dire "ho perso il mio fidanzato" faceva più male che dire "ho perso la persona che amavo e che amava anche me."
Qualcuno avrebbe detto che era la stessa cosa ma per loro no, adesso più che mai avevano bisogno di certezze e di poggiare i piedi su un terreno stabile, procedere un passo alla volta tenendosi per mano così che se uno dei due fosse scivolato ci sarebbe stato l'altro ad aiutarlo a rialzarsi.
Giunse l'ennesima sera, i due si scambiarono un bacio prima di darsi la buona notte e poi Aziraphale salì di sopra mentre Crowley si sistemò sul divano come ogni notte, la sua schiena gli lanciava urli lancinanti ma lui si limitava ad ignorarla avendo ben altro a cui pensare.
Quella volta però accadde qualcosa di diverso, il demone si ritrovò l'angelo ai piedi del divano.
<< Che succede, stai bene? >> gli domandò non capendo quella stranezza.
L'altro titubò un po' prima di rispondere.
<< Mi chiedevo se ti andasse di venire di sopra con me >> rispose, le sue guance si velarono di rosso ma fortunatamente erano in penombra e non si vedevano.
Crowley deglutì, dovette mettersi seduto prima di elaborare quella nuova informazione.
<< Intendi per dormire insieme nello stesso letto? >>
Aziraphale annuì ma poi si ricordò che erano al buio e rispose a voce.
<< Sì, non sei obbligato ma mi farebbe piacere. >>
<< Angelo lo sai che non devi fare cose per farmi piacere, ti ho detto che mi sta bene andare piano. >>
<< Crowley il punto è che farebbe piacere a me averti vicino come fanno tutti gli umani che hanno una sorta di...relazione. >>
<< Solo se lo vuoi anche tu, non sei certo costretto. >>
Crowley scattò in piedi come una molla.
<< Certo che voglio >> disse sorridendo poi lo prese per mano e cominciarono a salire le scale.
<< E' solo che Aziraphale a volte non so fin dove posso andare per non spaventarti >> confessò quando furono sull'ultimo gradino.
<< Tu prova, fa quello che senti, al massimo sarò io a dirti di non andare oltre. >>
<< Anche se... >>
<< Anche se? >> domandò il demone.
Aziraphale si strinse nelle spalle, spostò lo sguardo altrove.
<< Non so nemmeno se ti fermerei davvero, non credo più di avercelo un limite. E' solo che sono stanco...stanco di avere paura, stanco di dover misurare ogni gesto, stanco di deluderti. >>
<< Tu non mi deludi >> sussurrò Crowley faticando a trovare la voce.
<< Sai che non è vero, vorrei poter avere una relazione normale dove posso baciarti se mi va di farlo e tu lo stesso. >>
<< Questo già lo facciamo angelo. >>
<< Sì ma... >> si strinse nuovamente nelle spalle.
<< Vorrei che valesse anche per tutto il resto. >>
Il demone gli sfiorò delicatamente il viso con i polpastrelli.
<< Possiamo farlo e vedere come va, nessuno ce lo impedisce e io lo desidero >> gli sfiorò il labbro inferiore con il pollice.
<< Però c'è solo una cosa, non voglio tu ti senta obbligato a correre per via delle nostre condizioni attuali. >>
Ad Aziraphale caddero le braccia, si sentì un grosso peso sul petto, sospirò pesantemente e spostò lo sguardo per via degli occhi lucidi.
<< Se ogni cosa che ti dico tu devi pensare che lo faccio solo perché sono umano non ha nemmeno senso continuare >> sbottò ferito entrando in camera sua.
Crowley un tempo sarebbe tornato di sotto, avrebbe atteso che la rabbia gli fosse passata e avrebbero ignorato la discussione, ma il non parlare li aveva portati a incomprensioni e ferite che difficilmente si sarebbero rimarginate e lui non voleva più questo, dovevano diventare qualcosa di nuovo così lo seguì in camera.
<< Possiamo aspettare che torno ad essere un angelo, così posso dirti esattamente le stesse cose che ti sto dicendo adesso e tu potrai finalmente metterti il cuore in pace. >>
Era seduto sul bordo del letto, sicuramente stava piangendo, si poteva capire dalla voce e dalle sue mani che continuavano a sfregarsi gli occhi, Crowley salì sul materasso e gattonando lo raggiunse, lo baciò sul collo posandogli poi le mani sulle spalle.
<< Sempre se accadrà perché la vedo dura, non so se potrò mai recuperare ciò che ero >> disse poi l'angelo.
<< Mi dispiace Aziraphale, ho parlato a sproposito come faccio sempre, però tu hai ragione >> gli accarezzò piano le spalle.
<< Non possiamo continuare a vivere nella paura, io temo sempre che possa finire tutto, che una volta risolto il problema ti salga nuovamente il panico e mi lasci di nuovo lì ad agonizzare come un idiota per il tuo amore, e ho paura delle cose che potrei fare senza di te. Ma non posso continuare a temere questo, anche perché le cose potrebbero finire comunque e per qualsiasi motivo e poi io mi fido di te. Sono certo che ciò che mi hai detto sia vero, solo che a volte quel terrore ritorna e...- >>
<< Ti capisco Crowley >> disse Aziraphale voltandosi verso di lui.
<< Vivevo ogni giorno ripetendomi che sarebbe stato diverso, che avrei scelto te senza pensare alle conseguenze ma ogni volta mi assaliva il timore e alla fine gettavo la spugna. Però non voglio più che sia così, è che ti amo e amare non è sbagliato, rinunciare all'amore sì... >> l'ultima frase la sussurrò sentendosi colpevole di averlo fatto per anni.
Il demone gli baciò la nuca bionda, la riempì di baci scoprendo solo in quell'istante quanto gli piacesse sentire i soffici capelli del suo compagno e amico di una vita solleticargli labbra e naso, e poi profumavano di vaniglia e cannella e Aziraphale gli aveva più volte giurato che non usava nessuno shampoo particolare quindi significava che quello era il loro vero odore, non avrebbe dovuto piacergli così tanto ma cosa poteva farci, aveva perso la ragione da parecchio tempo per via di quel bellissimo angelo che gli aveva sorriso un tempo lontano sulle mura dell'Eden.
<< Abbiamo ancora tempo...Ricordo poche cose del paradiso ma una in particolare mi è sempre rimasta impressa anche dopo la caduta, la diceva l'onnipotente, io non capivo cosa significasse ma adesso credo di averlo capito. Mi ripeteva che dal passato dobbiamo imparare e non portarcelo sulle spalle come un fardello, amava dire che questo era uno degli insegnamenti che voleva dare ai suoi figli, io credevo parlasse di noi ma ora so che si riferiva anche agli umani. >>
Aziraphale sorrise come faceva ogni volta che scopriva la dolcezza del suo demone.
<< E' un bellissimo ricordo e Lei non aveva tutti i torti >> disse.
<< Quando mai ha torto angelo >> lo baciò poi prendendogli il viso tra le mani.
<< Stai dicendo che ha sempre ragione? >> la sua voce aveva un tono divertito.
<< Bè devo darle il merito di aver creato te, e se qualcuno fa qualcosa di così bello non può avere torto. >>
L'angelo arrossì, si alzò e prese Crowley per il pigiama spingendolo poi sul materasso.
<< Oh Crowley...sei così... >>
<< Se dico dolce ti arrabbi? >>
<< No, questa volta no >> sorrise accarezzandogli una guancia e poi si scambiarono un tenero bacio, presto da uno diventarono tre, quattro, dieci e poi la notte trascorse senza che loro nemmeno se ne rendessero conto, troppo presi dai loro nuovi sentimenti, ora più puliti e scevri da quelle paure che li tenevano bloccati, fu Aziraphale il primo ad aprire gli occhi scoprendo quanto fosse bello svegliarsi con la persona che ami tra le braccia.
Dopo aver fatto colazione il demone si mise a fare le sue solite ricerche, era certo di essere vicino a una soluzione ma ancora non aveva ben chiaro dove fosse, dove doveva esattamente cercare, inoltre il mese stava per scadere e finalmente sarebbe tornato ad essere se stesso, questo gli avrebbe concesso un vantaggio e avrebbe guadagnato certamente del tempo.
Aziraphale si avvicinò posandogli una mano sulla spalla e affacciandosi per attirare la sua attenzione, cosa che ottenne subito.
<< Tesoro io devo uscire un attimo, ci vediamo tra poco d'accordo? >>
Crowley non poté concentrarsi sul nuovo e tenero appellativo perché venne distratto da altro.
<< Scordatelo angelo, tu non lasci questo posto. >>
<< Come? >> domandò scostandosi accigliato.
<< Hai capito bene, è una fortuna che quella volta ti abbiano rotto solo il naso, non voglio ricevere una chiamata dove mi dicono che è troppo tardi. >>
L'angelo capiva e forse al suo posto si sarebbe comportato allo stesso modo, ma non poteva accettare di essere tenuto in una campana di vetro.
<< E cosa vuoi che faccia? Che mi rintani qui fino a che non troviamo una soluzione? E se non la trovassimo mai? >>
<< Almeno fino a quando non ritorno ad essere un demone come si deve, almeno così potrò lanciarti un miracolo che ti tenga al sicuro. >>
Aziraphale sollevò gli occhi al cielo.
<< Crowley non puoi proteggermi per sempre e non da tutto. >>
<< Scommetti che posso? >> disse alzandosi.
<< Aziraphale tu non lo sai che cosa ho provato, non mettertici nemmeno a pensarci, sono entrato in questa fottuta libreria piena di fiamme e tu non c'eri, ti ho dovuto strappare dalle grinfie di un cazzo di vampiro e ho ricevuto una chiamata dall'ospedale che mi ha quasi fatto venire un infarto. Quindi angelo mi perdonerai se ho giusto un briciolo di ansia a lasciarti andare. >>
L'angelo deglutì guardandolo dispiaciuto, aveva ragione, era stato una costante fonte di preoccupazione per lui, ma non poteva lasciar vincere di nuovo le paure, così lo prese per mano stringendogliela delicatamente.
<< Andrà bene, te lo prometto, ho bisogno di fare una cosa. >>
<< Dannazione Aziraphale non puoi aspettare che torni ad avere i poteri? >>
Scosse la testa bionda e disse << è proprio questo il punto. >>
<< Dobbiamo essere entrambi umani per farlo. >>
<< Santo paradiso angelo! Tu e le tue fissazioni, cos'è che non possiamo...- >>
<< Io voglio sposarti Crowley, e lo voglio fare in una cattedrale, capisci bene che devi essere umano per farlo e io voglio essere privo di ruoli. Desidero onorare questi corpi perché se un giorno davvero riuscirò a tornare in me voglio ricordarli come una buona cosa e non come una punizione. Per quanto ti possa sembrare strano questa è stata una benedizione, l'umanità mi ha permesso di smettere di avere paura e capire cosa voglio davvero, chi voglio davvero e sei tu ciò che desidero di più al mondo. >>
Il demone ovviamente rimase scioccato, a bocca aperta, le parole, quelle che gli venivano in mente finivano per cadere in un abisso di nulla, come se nella sua mente si fosse creato un buco nero o un vortice che risucchiava tutto.
<< Tu vuoi... >>
<< Sposarti >> ripeté più rilassato.
<< A-Angelo io... >>
<< Ci siamo appena messi insieme...- >>
<< Non me ne importa niente Crowley, voglio te e soltanto te per tutto il tempo che mi rimane da vivere, ovvio però che devi essere d'accordo anche tu. >>
Prese nuovamente la sua mano e la strinse tra le sue.
<< Vuoi sposarmi Crowley? >>
Rilassò le spalle fasciate dalla camicia scura, il suo cuore batteva così forte, era una sensazione bellissima e fino a poco tempo prima non avrebbe mai pensato che si sarebbe trovato a questo punto, fermo davanti al suo amore a prendere una decisione così importante.
<< Sì che lo voglio >> sussurrò con un fil di voce.
<< Ma tu sei più importante di tutto, persino di questo >> disse posandogli la mano libera sul petto.
<< Fidati di me, ho bisogno che tu lo faccia. >>
<< Ho bisogno che mi guardi negli occhi e mi dici che ti fidi. >>
<< Puoi farlo? >>
Il cuore del demone batteva ora in preda all'ansia, sentiva lo stomaco contorcersi e la mente galoppare verso lidi poco piacevoli, ma davanti a quegli occhi pieni d'amore, a quelle labbra rosa dal sapore di cannella non sapeva resiste.
<< Sì >> soffiò.
<< Mi fido di te Aziraphale. >>
L'angelo sorrise alzandosi in punta di piedi e posandogli un dolce e tenero bacio sulle labbra, poi lo salutò e uscì di casa diretto verso quel bel posto che aveva tutte le intenzioni di prenotare e far allestire, doveva essere tutto perfetto e anche se non lo fosse stato sarebbe andato bene comunque perché anche loro erano così, ma sapevano amarsi nonostante le imperfezioni.








   
 
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