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Autore: aelfgifu    02/06/2023    3 recensioni
Dopo l'infortunio nella finale di Champions League, Karl è costretto a rimanere a Monaco durante le vacanze per portare a termine la riabilitazione. Ma a Monaco è rimasto anche qualcun altro...
Un giovane uomo alla scoperta di sé stesso, una donna piena di lati oscuri, una città deserta e lo splendore dell'estate.
[Seguito di Ritratto estivo di ragazzo svedese].
Genere: Romantico, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Marie Schneider, Nuovo personaggio, Stefan Levin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutti i miei cari'
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14. Chiarimenti & confessioni 

 

“Ma tu, esattamente, che ci azzecchi con Julia Gutenbrunner?” 

La domanda arriva così, sparata dal niente, dalla sua sorellina compostamente seduta al tavolo del tinello: la sorpresa è tale che l’acqua che sta bevendo gli va di traverso e gli parte un accesso furioso di tosse. Marie lo fissa imperturbabile. Quando tutto torna a posto, Karl-Heinz fa un ampio respiro, si appoggia con la schiena al frigorifero, si batte brevemente il pugno sul petto e articola, la voce mezzo strozzata: “Ch-che dici?” 

“Che ci azzecchi con Julia Gutenbrunner? Hai presente, Julia Gutenbrunner?” ripete Marie. 

Lui fa un gesto con la mano, come a voler scacciare una mosca fastidiosa. 

“Dieci settembre, ore 17.50, zona università” spiega sua sorella con un sogghignetto malizioso. “Ti sono passata proprio accanto, ma tu guardavi da tutt’altra parte e non mi hai neanche visto”. Lui non dice niente per non peggiorare la situazione. “Allora ho fatto un giro largo e mi sono messa a spiarti”. 

“Non ci posso credere” sospira Karl-Heinz battendosi la fronte col palmo della mano. 

“Che cosa vuoi? Sono curiosa!” sogghigna sua sorella sempre più diabolicamente. “E poi mi preoccupo per te! Dovesse capitare che ti metti in situazioni pericolose…” “Io?” 

“Dopo cinque minuti ho visto uscire la persona in questione… e tu le sei andato incontro e l’hai salutata con un bacetto” Maria protrude le labbra all’infuori, nella buffa imitazione di un bacio. “A momenti me ne cascavo per terra… mi ero aspettata che avessi appuntamento con qualche studentessa belloccia. Tu lo sai, vero, chi è lei?” 

“Hai così poca considerazione di me?” Karl-Heinz le risponde con una domanda. 

“Ah, voi uomini… siete talmente prevedibili che mi hai colto di sorpresa”. 

“Vedi allora che io non sono prevedibile?”

“Vorrei solo assicurarmi del fatto che tu sappia con chi hai a che fare”. 

Karl-Heinz scoppia a ridere di cuore: 

“Sì, lo so, lo so”. 

“Lo sai, davvero?”

“Lo so, davvero”.

“Buon per te. E dimmi” Marie esita un attimo, poi spara la domandona: “La prof c’entra qualcosa anche con la decisione di Stefan?” 

Stavolta è lui a fare un enorme sogghigno: “Dovresti chiederlo a lui. Ma in ogni caso pare che la svolta culturale di Levin ti faccia piuttosto piacere, o mi sbaglio?” 

Marie ribatte indispettita: “Guarda che lui non è mai stato come voialtri ignoranti…”

“E ora che si vuole iscrivere al tuo stesso corso di laurea ce l’hai tra le tue minuscole grinfiette!” 

Marie si prende la testa nelle mani.

“Le mie minuscole grinfiette possono solo fargli il solletico…” 

Karl-Heinz guarda la sorella, colpito. 

“Ohiohiohi… allora è una cosa seria” commenta, improvvisamente serio anche lui. 

“Se gliene parli ti uccido”. Il tono di Marie è quello di chi sta per avere una crisi di pianto. 

“Mariechen…” incomincia lui, impostando un tono di voce protettivo da fratello maggiore.

“Mi hai sentito?” ripete Marie. “Guai a te. Se gliene parli ti uccido!” 

E così è, pensa Karl-Heinz, noi siamo allegri e sicuri di noi solo se di una persona non ce ne frega niente. Se invece teniamo a lei, diventiamo pieni di paure e di dubbi. Accidenti a me e quando li ho messi in contatto per vía dell’università. Anzi, accidenti a Levin e a quando me l’ha chiesto!

“Se si comporta male con te lo uccido io”. 

“Non ci provare!” 

Si guardano negli occhi e nel giro di un secondo scoppiano a ridere come due pazzi, Marie crolla con la testa sul tavolo, sobbalzando, lui non riesce a tenersi in piedi e scivola a terra, tenendosi la pancia. Ridono a gola spiegata per un minuto buono, e quando l’attacco di riso si estingue si ritrovano a guardarsi con gli occhi velati di lacrime.

“Ma stai piangendo per piangere o piangi dal ridere?” fa Marie, col suo sorriso contagioso di nuovo sulle labbra.

“Guarda, non chiedermelo!” Karl-Heinz si rialza facendo leva con una mano sul pavimento, e una volta in piedi si spolvera i pantaloni passandoci sopra i palmi delle mani. Incrocia le braccia e fissa la sorellina. “Levin è un bravo ragazzo, Mariechen. Se senti che è la persona che fa per te, non esitare”.

“E se…?” 

La domanda rimane sospesa nell’aria. E se mi sbaglio? E se lui non mi vuole…? 

“Qui non parliamo di lui, ma di te. Quello che dirà o farà lui è secondario. Il coraggio delle tue azioni lo devi avere tu”. 

“Sembra uno di quei discorsi motivazionali che vi fa papà prima delle partite”.

  
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