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Autore: Le Streghe    14/09/2009    10 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Desitno inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 12
Interferenze

Watanuki era seduto al solito banco, la testa appoggiata ad una mano e lo sguardo perso nel vuoto.
La voce del professore di inglese, monotona e leggera, fungeva quasi da treno per i tanti pensieri che in quel momento affollavano la sua mente. Pensieri che puntavano verso un'unica direzione chiamata Doumeki.
Quella mattina, infatti, si era svegliato trovando l'arciere intento a fissarlo, la mano ancora stretta nella sua.
Quell'immagine, unita all'espressione seria del ragazzo, gli aveva mozzato il respiro provocandogli una stretta allo stomaco e spingendolo ad alzarsi di corsa, per poi vestirsi e fuggire in cucina. Una fuga in piena regola che, stranamente, sembrava essere stata accolta senza problemi dal ragazzo più grande.
Stava giusto chiedendosi come gestire la cosa quando la campanella scandì la fine della prima ora e della sua autonomia.
Riconoscendo i primi segni di debolezza, Watanuki guardò l'orologio posto in fondo all'aula e, preso un respiro profondo, alzò la mano domandando di uscire per andare in infermeria. Richiesta che il professore gli accordò prontamente, visto il suo crescente pallore.

Doumeki intanto, seduto in terrazza , lo stava aspettando. Gli occhi fissi sull' orologio, la mente su quanto accaduto la sera prima. Le parole e i modi di Watanuki gli avevano scaldato il cuore, confondendolo. Era proprio vero, le sue barriere non avevano retto, crollando senza preavviso e lasciandolo solo con sentimenti difficili da governare. In fondo Haruka sembrava conoscerlo davvero bene, pensò.
In quel mentre la porta che dava sulla terrazza si aprì rivelando la presenza di Watanuki che, pallido e senza fiato, gli andò incontro, scusandosi per il ritardo e sedendogli accanto.
«Oi... come ti senti?» Gli domandò l'arciere, prendendogli entrambe le mani e stringendole con forza tra le sue. Il sollievo provato nel vederlo arrivare improvvisamente sostituito dalla preoccupazione.
Per un attimo non ci fu alcuna risposta. Watanuki era immobile, gli occhi chiusi, sul viso un'espressione serena.
«Oi...» Ripetè il ragazzo più grande.
Un richiamo che sembrò persuadere il più piccolo a prestargli attenzione.  «Ora va meglio.» Rispose sorridendogli con espressione stranamente gentile.
Più tranquillo, Doumeki si mosse, appoggiando la schiena alla rete che delimitava la terrazza. Gli occhi fissi davanti a sé.
Watanuki ne seguì i movimenti con la coda dell'occhio, lo sguardo perso sul cielo sopra di loro. «Tutto questo è un po' strano, sai...» Esordì all'improvviso, rivolgendo al più grande uno sguardo intimorito.
Doumeki si voltò per guardarlo, sul viso un'spressione seria, quasi lo stesse studiando.
«Che... che hai da guardarmi così!» Esclamò Watanuki, improvvisamente nervoso per via della situazione piuttosto atipica nella quale si erano venuti a trovare.
«Ti stavo ascolando.» Rispose l'altro tornando a guardare davanti a sé.
«Già...» Sospirò il più piccolo. «Dicevo... che questa situazione è strana...» Ripeté.
«Lo so...» Fu la risposta del ragazzo più grande.
«Sai dire solo questo?» Tentò ancora Watanuki. «Nessuna... idea?»
«Nessuna.» Ribattè l'arciere tornando a guardarlo. «Credo che persino Yuuko-san si trovi in difficoltà, al momento.»
A quelle parole anche il più piccolo tornò a fissarlo, trovandosi nuovamente incatenato allo sguardo improvvisamente profondo dell'arciere. «Non mi riferivo a quello.» Sbottò nel tentativo di distrarsi. «Idiota!»
Divertito dall'improvviso cambio d'umore dell'amico, Doumeki gli rivolse un sorrisetto ironico. «Lo so...» Esclamò, ancora.
«Hei tu! Non sai dire altro?!» Urlò Watanuki. «Per una volta potresti anche esprimerti, sai!»
«Cosa dovrei dirti?» Replicò l'arciere. «Non mi sembra che tu sia stato poi così chiaro.»
Stanco di parlare senza comunicare quanto voleva, Watanuki si svincolò dalla presa dell'altro, intrecciando la mano alla sua esattamente come aveva fatto la sera prima. «Intendevo...» Riprese, alzando le loro mani e piazzandole davanti agli occhi del più grande. «Cosa ne pensi di questo.»
«Vuoi sapere cosa ne penso?» Domandò Doumeki, liberando la mano da quella dell'altro e afferrandolo per entrambi i polsi, in modo da non farlo muovere. Un gesto che lo portò così vicino da permettergli di sentire il respiro caldo di Watanuki sul suo viso. Le labbra quasi sulle sue.
Rimasero così per diversi secondi, occhi negli occhi. In silenzio.
Doumeki che lo guardava con uno sguardo tanto intenso da non permettergli di muoversi e Watanuki che, immobile, lo fissava come ipnotizzato.
Poi, il suono della campanella giunse a spezzare il momento, scuotendo qualcosa nel profondo di entrambi.
Watanuki trasalì visibilmente, staccando gli occhi da quelli dell'arciere e scostandosi da lui. In preda a qualcosa di indefinibile, si lasciò sfuggire un suono quasi di dolore, aggrappando le mani alla rete e chiudendo gli occhi nel tentativo di riprendere un respiro regolare.
Tornato in sé, Doumeki rimase ad osservarlo, consapevole di essersi spinto oltre. Non era da lui perdere il controllo delle proprie azioni e, incerto se scusarsi o fingersi indifferente, si protese su Watanuki guardandolo con espressione preoccupata. «Oi... che ti succede?» Domandò infine.
Alla domanda del più grande, Watanuki si voltò nuovamente tornando a fissarlo, perdendosi ancora una volta in quegli occhi dorati, sopreso dal poterci leggere tante sfumature. «Io...» Replicò, distogliendo ancora una volta lo sguardo. La mente come intrappolata da una miriade di pensieri per lo più sconosciuti. Tra essi l'unico vagamente chiaro sembrava volergli comunicare un senso di pericolo che, sul momento, sembrava riconducibile ad una sensazione tanto simile a quella provata tempo prima quando la regina dei ragni lo aveva intrappolato nella sua trama di invisibili fili. Una sensazione di trappola, pensò. Qualcosa che doveva assolutamente approfondire.
«Io...» Riprese, consapevole di dover dire qualcosa. Lo sguardo nuovamente sull'arciere.
Mentre l'altro lo guardava in silenzio, Watanuki ricordò improvvisamente quanto era appena avvenuto e, fattosi rosso, lo indicò con mano tremante. «Tu!» Urlò. «Cosa pensavi di fare guardandomi in quel modo, eh?»
Quelle parole sembrarono colpire Doumeki. «Scusami.» Mormorò, alzandosi. Poi, portate le mani in tasca si girò verso la porta che dava sulla scala interna dell'edificio scolastico. «La prossima volta evita di fare domande delle quali non vuoi conoscere la risposta.» Dichiarò con voce ferma.

xXx

Alcune ore dopo i due ragazzi stavano camminando verso il negozio di Yuuko.
Quanto avvenuto quella mattina in terrazza sembrava aver messo un muro di imbarazzo tra loro, spingendoli a ridurre le conversazioni allo stretto necessario. Così anche camminare l'uno di fianco all'altro si era fatto improvvisamente difficile, esattamente come lo era il dover mantenere lo stretto contatto impostogli dalla strega. Ciò nonostante, dopo averci pensato e ripensato, Watanuki decise di prendere la parola per comunicare quanto aveva deciso nelle ultime ore.
«Senti...» Esclamò all'improvviso, il tono di voce basso e particolarmente serio. «Puoi lasciarmi l'amuleto, invece di ridarlo a Yuuko-san?»
«Yuuko-san non sarebbe d'accordo.» Rispose l'altro con voce neutra.
Watanuki sembrò attendersi una simile risposta e senza perdersi d'animo continuò nel suo intento. «Lo so, ma... devo parlarle e... dopo posso sempre darglielo io...» Ribatté stando attendo a non incrociare lo sguardo dell'altro. «Non so quanto tempo ci vorrà... potrei restare a corto di energia...»
Quell'affermazione sembrò colpire l'attenzione di Doumeki che, fermatosi di colpo, si girò a guardarlo con aria estremamente seria. «Stai cercando di dirmi che vuoi parlarle... da solo?» Domandò infine.
Quella domanda sembrò far vacillare il più piccolo. «Già...» Dichiarò alzando uno sguardo di scuse sull'arciere. «Non... ti da fastidio, vero?»
«Ha a che fare con me?» Si informò l'altro.
«Non proprio... È più qualcosa che ho pensato. Un dubbio che ho...» Tentò di chiarire il più piccolo.
«Un dubbio... Su di me?» Chiese ancora l'arciere.
«Diciamo che comprende anche te...» Mormorò l'altro.
Doumeki sembrò accettare quella risposta, riprendendo a camminare. Lo sguardo fisso sulla strada.
Watanuki lo guardò per un attimo, sentendosi quasi in colpa per avergli fatto quella richiesta. «Mentre sono con Yuuko-san tu puoi sempre bere un sakè con Mokona, no? Andate d'accordo voi due...»
Per tutta risposta l'arciere si limitò ad annuire.
Quando giunsero al negozio, Watanuki si voltò verso il ragazzo più grande, tendendo una mano. «L'amuleto...»
Doumeki lo guardò gelidamente, consegnandogli l'oggetto e, dopo averlo preso, il più piccolo gli sorrise timidamente. «Allora... a dopo.» Esclamò e, senza attendere una risposta, aprì la porta del negozio salutando come suo solito.
Il suo arrivo fu accolto da un Mokona saltellante che, con una bottiglietta di sakè e due bicchieri, lo superò ignorandolo e raggiungendo l'arciere.
«Mokona berrà insieme a Doumeki!» Lo sentì esclamare mentre la porta si richiudeva dietro di lui.
Watanuki sospirò stancamente, avviandosi con aria rassegnata verso la sala dove la strega era solita ricevere i suoi clienti.
Si fermò solo un'istante, osservando la porta ed esitando appena un po' al pensiero che probabilmente la donna era già al corrente di ogni cosa.
Quasi in risposta a quel pensiero, la voce di Yuuko lo invitò ad entrare e, fattosi forza, il ragazzo aprì la porta per poi accomodarsi nella stanza.
«Buon pomeriggio...» Salutò, leggermente a disagio.
Yuuko lo guardò appena dal divano sul quale era comodamente sdraiata. «Volevi parlarmi vero?» Domandò con un sorrisino a metà tra il serio e l'ironico. «Ti consiglio di sbrigarti. Quello...» Continuò, fissando il punto esatto in cui Watanuki teneva l'amuleto. «Non durerà ancora a lungo.»
Watanuki si limitò ad annuire. «Lo so...» Dichiarò subito dopo. «Ma... avevo bisogno di alcuni chiarimenti.» Continuò, avvicinandosi alla donna e mettendosi a sedere per terra, proprio di fronte a lei.
Yuuko si limitò ad un cenno della mano ed il ragazzo capì di non essersi sbagliato. La strega era già al corrente di tutto.
«Lei sa già ogni cosa, vero?» Tentò nella speranza di non dover scendere in particolari per lui spinosi.
«Watanuki... io so sempre tutto.» Replicò lei. «Ma sta a te specificare ciò di cui desideri parlare...»
Il ragazzo la guardò senza capire e, in risposta al suo sguardo interrogativo, la strega ridacchiò maliziosamente.
«Vuole proprio farmi dire quelle cose, vero?» Borbottò il ragazzo con fare rassegnato. «Avrei dovuto saperlo...» Commentò a capo basso, la mente in cerca delle parole più adatte. «Ecco... di questi tempi credo di aver capito alcune cose di me...» Iniziò, arrossendo di colpo. «E... ieri sera ho fatto e detto certe cose...» Continuò, alzando lo sguardo su quello della donna. «Con... Shizuka... Mentre lui... oggi ha fatto e detto alcune cose che... mi hanno fatto sentire strano. Quasi... in trappola. Ma non sono sicuro che dipenda da lui. Solo che non è la prima volta che mi capita. E allora mi chiedevo...» Si fermò a riprendere fiato per un istante, torturandosi le mani e distogliendo lo sguardo da quello sempre più serio della strega. «Come faccio a sapere cosa è vero e... cosa no?»
Yuuko attese la fine di quel monologo e, dopo un ultimo sguardo, sorrise apparentemente divertita. «Così avete fatto delle cose... insieme. Devo dedurre che la vostra convivenza procede a gonfie vele, eh?» Domandò sarcastica.
A quella battuta, Watanuki arrossì completamente. «Non è così... Non intendevo quello!» Protestò iniziando a sbracciarsi.
La donna sorrise sempre più divertita. Poi tornò improvvisamente seria. «Sentiamo allora... Cosa vuoi sapere, esattamente?»
Il ragazzo, la cui stanchezza era in rapido aumento, si soffermò ad osservare l'esterno dove Doumeki stava chiacchierando con Mokona. «Io... vorrei sapere se tutto questo...» Tentò indicando l'arciere. «Se si tratta di me o... di qualcosa di diverso.»
«Pensi che quanto hai provato in sua compagnia, non ti appartenga?» Si informò la donna.
Watanuki osservò ancora una volta Doumeki, notando come il suo cuore accelerasse anche solo guardandolo. «Non... non dico questo... Però... Da quando svengo sempre più in fretta... È come se ci fosse qualcosa di... esterno.» Spiegò, tornando a guardarla.
«Qualcosa di esterno, eh?» Ripetè la donna con fare pensieroso. «Forse devi solo imparare a discernere tra i vari tipi di... interferenze.»
«Che... che significa questo, ora?!» Domandò il ragazzo.
«Ci sono interferenze che possono arrivare dall'esterno, altre che arrivano da noi. Forse nel tuo caso esistono entrambe. Ed è solo imparando a discernere che potrai capire cosa ti appartiene davvero e cosa no.»
Watanuki la guardò perplesso. «Non mi ha chiarito un bel niente così!» Esclamò, mettendo il broncio.
La strega lo guardò con uno strano luccichio negli occhi. «Diciamo che, a volte, decidiamo senza saperlo... di lasciare andare le cose senza manipolarle in alcun modo. Questo, in altre parole potrebbe definirsi come... ascoltare il proprio cuore.»
Il ragazzo ascoltò ogni parola in cerca di una soluzione ai suoi tanti dubbi. «Tzè, anche quello non sa cosa dire al momento!» Replicò infine, voltando il viso dall'altra parte.
Yuuko lo guardò sorridendo. «Di solito questo accade quando si decide di non ascoltarlo. Tu hai voglia di sentire quanto ha da dirti. Vero, Watanuki?»
Il ragazzo tornò a fissarla. «Io... non lo so. Forse...» Ammise.
«Oh...» Riprese la strega con l'aria di chi la sapeva lunga. «Sono sicura che sai benissimo cosa provi...» I suoi occhi si posarono per un attimo sul ragazzo seduto all'esterno del negozio, per poi tornare a guardare il suo lavoratore part-time. «Il destino non si cambia, Watanuki Kimihiro. Ma si può sempre decidere di ostacolarlo... se lo si desidera.» Puntualizzò facendosi nuovamente seria.
«Il destino, eh?» Mormorò il ragazzo, ricordandosi improvvisamente di un altro problema irrisolto. «Per quanto riguarda questo?» Chiese, tirando fuori l'amuleto.
Yuuko osservò l'oggetto con sguardo imperscrutabile. «Cosa vuoi sapere?»
«Quanto a lungo funzionerà, ancora?»
La donna gli sorrise. «Me lo chiedi perché ti sembra che duri di meno, vero?» Watanuki annuì e la strega riprese. «Anche questo fa parte del destino. Un destino che si può ancora alterare.» Precisò, fissando le iridi blu del ragazzo che, colpite dai raggi del sole, le apparvero di diverso colore. «Dipende solo da te. Watanuki Kimihiro.» Terminò sorridendo a quell'occhio screziato di verde.
Il ragazzo rimase in silenzio e, decisa ad avere il suo pagamento, la strega battè le mani, assumendo un'aria infantile. «Ora mi è venuta fame! Fai accomodare Doumeki e preparaci qualcosa di buono!» Esclamò tutta contenta. «In fondo devi pagarmi per i saggi consigli che ti ho dato!»
Riscosso dai suoi pensieri, Watanuki la fisssò in tralice. «Che ha detto?» Urlò poi. «Consigli? Ma quali se non ci ho capito niente!»
«Quello è affar tuo!» Ribatté la donna. «Ed ora sbrigati se non vuoi che metta tutto in conto. È già molto lungo sai?!»
«Si, vado... vado...» Borbottò il ragazzo, con voce depressa. «Tanto lo so che non finirà mai questo cavolo di lavoro...»
Quando uscì sul porticato per dire a Doumeki che poteva rientrare, trovò l'amico seduto con Mokona addormentato tra le sue braccia.
«Sarebbe questo il suo modo di farti compagnia?» Gli domandò nella speranza di allegerire la tensione che sentiva spessa come non mai.
«Non è un problema.» Fu la risposta dell'arciere. «Ho avuto modo di pensare.»
«Pensare... a cosa?» Domandò Watanuki, la mente ancora aggrappata alle ultime parole di Yuuko.
«Lascia stare.» Rispose l'altro alzandosi. «Tu piuttosto, hai chiarito i tuoi dubbi?» Chiese, incamminandosi verso la solita stanza.
Il più piccolo annuì con espressione vaga, seguendolo e chiudendo la porta alle loro spalle. «Mi sono sincerato su un paio di cose e... l'amuleto... Non so quanto durerà ancora.» Precisò. «Il resto beh... diciamo che Yuuko-san mi ha solo confuso le idee!» Borbottò.
«Su cosa...» Si informò l'arciere, notando la camminata un po' barcollante dell'altro.
Watanuki si fermò di colpo, sentendosi a corto di energia. «Su varie cose...» Mormorò appoggiandosi alla parete. «Il fatto è che... ultimamente accadono cose strane e... mi è capitato di sentirmi come... non propriamente in me, ecco.» Spiegò con voce incerta.
Doumeki lo fissò attentamente, avvicinandosi e ristabilendo rapidamente un contatto.
«E... questo cosa avrebbe a che fare con me.» Si informò.
«Beh... anche con te, questi giorni sono stati... strani.»
«Stai dicendo che credi dipenda tutto da qualcosa di esterno?»
Il tono con il quale era stata posta quella domanda turbò il più piccolo. «No... ma, volevo esserne sicuro. Insomma... è stato strano, no? Ieri...»
A quella conferma, l'arciere lo lasciò andare, ferito senza neanche saperne il motivo dai dubbi dell'altro ragazzo.
«Doumeki...» Tentò questi, muovendo un paio di passi verso di lui.
«Lascia perdere.» Dichiarò l'altro fermandosi e rimanendo di spalle.
Watanuki strinse i pugni abbassando la testa. «Anche tu hai sospettato che fossi posseduto, una volta...» Dichiarò infine. «E... ecco, da allora ho continuato a pensarci.» Concluse con aria incerta.
«Ma avevamo visto che non era così!» Esclamò l'altro, voltandosi.
Sotto lo sguardo gelido di Doumeki, Watanuki si sentì improvvisamente a disagio. «Io... mi dispiace...» Mormorò.
«Non importa.» Rispose l'arciere, tornando a dargli le spalle e avanzando verso la sala. «Adesso so come la pensi.» Dichiarò infine.
Improvvisamente triste per quelle parole, Watanuki rimase a fissarlo per un po', indeciso se proseguire o meno quella conversazione. L'arrivo improvviso della strega in cerca della sua cena lo spinse a rimandare a dopo ogni sorta di chiarimento.

xXx

Lo sguardo della strega era qualcosa di altamente enigmatico e a suo modo rassicurante. Era questo quanto vi vedeva Doumeki. E forse, era quello il motivo per cui, nonostante i modi particolari della donna, continuava a fidarsi di lei, spesso anche in mancanza di spiegazioni.
«Allora...» La sentì dire d'un tratto. «Cosa volevi chiedermi?»
L'arciere ricambiò lo sguardo della donna, uno sguardo in grado di cogliere ogni sfumatura in chi la osservava.
Aveva smesso da tempo di stupirsi per la prontezza di spirito della donna, tuttavia non poteva fare a meno di interrogarsi sul come giungesse ogni volta alle giuste supposizioni.
Dal canto suo, Yuuko sembrò non badare al silenzio dell'arciere, consapevole in modo evidente dei pensieri che questi stava formulando sulla sua persona. Con estrema disinvoltura si servì un altro bicchiere di vino, osservando attraverso il bicchiere il ragazzo che aveva di fronte. «Ti ascolto...» Dichiarò infine, sorridendogli.
«Io...» L'arciere sembrò ponderare quanto davvero desiderava sapere. «Cos'ha l'amuleto di Watanuki...» Domandò poi.
Alla domanda, come sempre diretta, la donna ampliò di un po' il suo sorriso. «L'amuleto non ha nulla. Forse però vuoi riformulare la tua domanda?»
A quella proposta Doumeki osservò la donna senza capire, la mente rivolta a possibili varianti del suo pensiero. «Si tratta... di Watanuki? Ha qualcosa che non va?» Domandò improvvisamente allarmato.
Yuuko sospirò, rasserenata dal pensiero che almeno lui fosse sveglio abbastanza da captare il pericolo. «Qualcosa che non va, dici...» Esordì. «Direi che la sua mancanza di energia indica già da sola che qualcosa non va come deve, non trovi?» Chiese, in cerca di reazioni da parte dell'arciere. «Ma se pensi ci sia qualcos'altro...»
«In effetti... si.» Proseguì il ragazzo. «L'amuleto sembra durare sempre meno...»
La strega annuì soddisfatta. «È così in effetti. Ed è anche il contrario.» Esordì. «Vedi, Doumeki-kun... il fatto è che l'energia tende a fluire sempre verso la fonte più grande che, in questo caso, non si trova dentro il nostro Kimihiro.» Concluse, facendosi seria.
Il ragazzo la ascoltò, apparentemente impassibile.«Sta forse dicendo che la sua energia... si trova dentro di me?» Domandò stringendo i pugni per la tensione. «È così?» Domandò.
Soddisfatta dalla deduzione dell'arciere Yuuko si limitò ad un sorrisetto, dopo il quale si voltò verso la porta, urlando a gran voce il nome di Watanuki seguito dalla parola cena.
Immerso nei suoi pensieri, Doumeki si limitò ad osservare la donna. «Cosa posso vare per aiutarlo.» Si informò.
A quella domanda, non del tutto inattesa, la donna gli rivolse una rapida occhiata. «Puoi stare con lui...» Suggerì. «A stretto contatto, intendo.»
« Perché continua a ripeterlo.» Sbottò il ragazzo. «È da giorni che lo faccio ed i risultati sono pessimi. Possibile che non ci sia altro?»
«Per ora... stargli accanto è il massimo che puoi fare, Doumeki-kun» Rispose la donna. Lo sguardo come perso in un luogo lontano. «Domani...» Riprese tornando a fissarlo con sguardo carico di parole inespresse. «Cerca di fare in fretta.»
Quell'avvertimento giunse a turbare il ragazzo che, senza chiedere altro e ben consapevole che la strega non avrebbe mai detto più di quanto voleva, si limitò ad annuire.
In quel mentre, Watanuki giunse carico come non mai di piatti. L'espressione tirata.
Sotto gli sguardi dei presenti, posizionò con cura ogni piatto, prendendo finalmente posto al fianco di Doumeki, al quale si avvicinò più del solito in modo da stabilire un contatto.
Sorpreso dal gesto inusuale del ragazzo più piccolo, Doumeki restò immobile, osservandolo lateralmente. «Sono passati solo otto minuti...» Commentò, posando uno sguardo interrogativo sulla strega. «Come ti senti?» Domandò infine, tornando a fissare il ragazzo.
«È una seccatura.» Commentò questi in un'alzata di spalle. «Va meglio, comunque...» Poi, notando lo sguardo divertito della strega, si inalberò. «Certo che il destino poteva evitare certe cose, eh!» Esclamò fissandola con sguardo carico d'ira.
«Il destino non può essere sempre cambiato, Watanuki...» Ribattè l'altra, sorridendo e servendosi un bicchiere di sakè.
«Certo... intanto però sono io quello che rischia di svenire ogni due secondi!» Borbottò il ragazzo, sotto lo sguardo preoccupato dell'arciere.
Yuuko sorrise apparentemente divertita. Doumeki però riuscì a scorgere come una nota di tristezza nello sguardo carico della donna.
«Per questa sera, puoi andare via prima...» La sentì dire. «Ci sono delle cose che devo sbrigare, in vista di certi eventi..»
Watanuki sembrò accogliere quella notizia con gioia, alzandosi ed affrettandosi a sparecchiare, incurante degli sguardi tra Doumeki e la strega. «Fate attenzione domani.» Ribadì la donna prima di considerare definitivamente chiuso l'argomento.



Salve!
In attesa di sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, che se pur in modo quasi invisibile inizierà col tessere sviluppi anche lontani, rieccoci a ringraziare voi lettrici (e si spera lettori).

E come sempre... continuate a seguirci e a commentare!

Naco chan: Preoccupata per l'angst? Diciamo che qualche momento di dolcezza ci sarà sempre. A volte però è proprio il momento fugace di tenerezza a rendere il tutto più angst. :P
Grazie come sempre per le correzioni che, speriamo si sia capito, sono spesso dovute alla stanchezza. Per quanto rileggiamo più volte, farlo in orari assurdi come questo (02:55 non aiuta :P)

Elychan:
Eli! Ah, Haruka-san che da le dritte a Doumeki su Gattanuki... chissà come mai, ce lo vediamo come uno scenario estremamente fattibile :P
Chissà che non accada!
Anche se, a breve, non ce ne sara più modo... Saranno concentrati su altro, i nostri protagonisti.
Ti perdoniamo per il mancato commento, suvvia, va bene uguale.
Tanto ti abbiamo sempre a disposizione per martellarti :P

Yuki Ishimori: Siamo liete che ti sia piaciuto tanto. ^_^
Oh la scena in cui si prendono per mano ha sciolto anche noi in effetti. Quei due sanno passare da più modalità in modo unico. Anche per questo li adoriamo. :P

LawlietPhoenix: Si, Aster, quello scorso è stato un capitolo molto bello, vero? Una chicchina... che purtroppo non si ripeterà.
Se non tra molto, ah!
In angst we believe.
Grazie per il continuare a seguirci con costanza, tra l'altro! Siamo molto grate U.U

NekoAki: In primis: Benvenuta su Di. ^_^
Sperando di leggerti ci auguriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

Masuko: Haruka che fa il discorso padre-figlio sul sesso a Watanuki è veramente troppo da lui, sei un genio del male :P Ed ovviamente non si scomporrebbe minimamente nel farlo!
Quanto all'angst, basta che tu ti consoli pensando al lieto fine! Non lasceremmo mai questa storia senza un degno finale, ci ha fatto dannare troppo nel corso dei mesi :P
Comunque, grazie del commento... tua madre non è rimasta traumatizzata nel vederti ridere da sola, vero?
Ci sentiremmo in colpa.
Ai GDR, entrambi!

Gioielle: Eh si... la svolta era proprio questa. XD
*stappano anche loro lo spumante e brindano insieme a Gioielle! Yay*
E' vero comunque. Doumeki ed Haruka sono legatissimi. E questo aspetto sarà ben approfondito in seguito. ^.^

Witch Of The Dimensions: Grazie mille come al solito per gli accorati complimenti! Ci fa tantissimo piacere avere una lettrice come te, i tuoi commenti ci mandano avanti nei momenti di stenti... grazie, grazie ancora! Ci inchiniamo entrambe.
Comunque, si, i cuoricini che cuoricinando cuoricinavano erano anche da noi mentre li scrivevamo.
Credici, durano un bel po' e fanno bene per stemperare il resto.
Grazie ancora una volta per le tue bellissime recenzioni... grazie!
A presto, continua a seguirci mi raccomando!

Yusaki: Uh beh fiore di ciliegio da accarezzare? mmm si, ci sta. :P
Ihih non allarmarti per la fase angst. Ci sarà e se tutto va bene, si verseranno non poche lacrime (mhuahuahua) ma ci saranno anche sorrisi e cuoricini, spezzati, certo. Ma sempre di cuori si tratta, no? :P


   
 
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