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Autore: Star_Rover    05/06/2023    5 recensioni
Ovvero: come un anti-eroe americano tentò di sopravvivere alla sua apocalisse personale nel mezzo di una guerra mondiale.
***
Per raggiungere il suo obiettivo doveva dimostrare di non essere quel che era realmente. O’ Hagan poteva vantare una consolidata esperienza nel campo. Da buon impostore aveva finto in ogni genere di situazione, poteva fingere di essere anche un valoroso soldato. O almeno così credeva...
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. In trincea
 

L’alba era sorta senza sorprese, come ogni mattina Billy si intrufolò nel settore britannico per scroccare pancetta croccante per colazione. Quella volta riuscì a far pietà al soldato Wright, che però al posto della sostanziosa carne gli offrì una misera tazza di tè fumante.
O’ Hagan fu deluso nel sentirne il sapore, ebbe la sensazione di ingurgitare acqua sporca.    
«Qualcosa non va?» domandò Wright.
«Ci hanno detto che voi inglesi al mattino bevete tè e rum»
L’altro sorrise: «forse due anni fa era così…adesso tutto il rum rimasto si trova nel rifugio del tenente Smith. Credo che il comandante sia rimasto a difendere la postazione solo per mettere in salvo la sua preziosa scorta»
«Forse sono più fortunati i nostri connazionali nelle Fiandre, per loro potrebbe essere d’aiuto un po’ di coraggio olandese*!» suggerì il soldato Lewis.
Gli inglesi scoppiarono a ridere, Billy si unì a loro per solidarietà.
«Davvero non è rimasto altro? Ho una fame terribile!» continuò poco dopo.
Wright scosse la testa.
«Dovresti essere contento di digiunare al mattino, doppia razione significa attacco imminente»  
O’ Hagan sospirò, doveva ancora abituarsi alle gioie del soldato. Avere lo stomaco vuoto in certe occasioni era qualcosa di positivo.
 
***

Dopo il turno di lavoro, durante il quale fu costretto a faticare sul serio, O’ Hagan tornò nel suo settore. Dopo pranzo ebbe solo il tempo di far visita ai suoi compagni prima di tornare in allerta.
All’interno del rifugio trovò solamente George Evans e Ronald Bailey, quest’ultimo dormiva profondamente sotto alle coperte, probabilmente non si sarebbe svegliato nemmeno sotto bombardamento.
George si sporse dalla sua branda per vedere chi fosse il nuovo arrivato.
«Hey Billy, hai voglia di leggere un po’?»
Egli negò: «non siamo a scuola Evans!»
«Sono certo che troverai questa lettura interessante»
O’ Hagan si ritrovò in mano un libro dal volume sospetto. Non lesse nemmeno il titolo, sfogliandolo trovò decine di cartoline infilate tra le pagine, per la maggior parte ritraevano donne nude in pose oscene e volgari.
«Ma che diamine…»  
«Belle, vero? Un inglese me le ha vendute per un pacchetto di sigarette» spiegò George con soddisfazione.
Billy riconsegnò il libro dallo scadente contenuto erotico al proprietario.
«Credevo che avresti apprezzato» replicò lui, quasi offeso dalla sua reazione.
«Non sono un pervertito come te!»
«Non dirmi che sei un puritano come il tenente Dunkel! Quell’uomo avrebbe davvero bisogno di rilassarsi con una di queste fotografie»
«No, ma sono felicemente fidanzato e l’unica donna che mi interessa sta attendendo il mio ritorno per celebrare le nozze»
Evans scoppiò a ridere.
«Dici sul serio? E dove l’hai trovata una disperata disposta a sposarti?»
Billy mostrò con orgoglio la fotografia della bella Rose che teneva sempre con cura nel taschino della giubba. Evans rimase ad ammirarla con stupore. Non poteva credere che Billy fosse riuscito a conquistare una donna come lei.
«Se è così allora dovrai sbrigarti a vincere la guerra!»
O’ Hagan ripose la fotografia della sua amata lontano dallo sguardo fin troppo interessato del compagno, poi voltò le spalle per dirigersi verso l’uscita.
«Te ne vai già via?»
«Devo dare il cambio a Madden»
«Buona fortuna! Se vedi un crucco sparagli anche da parte mia!»
Billy rispose con finto entusiasmo, prima di abbandonare il rifugio rivolse ad Evans un’ultima raccomandazione.
«Almeno nascondi quella robaccia dalla vista del piccolo Jackson, il verginello potrebbe scandalizzarsi!»
 
Il soldato Madden fu lieto di lasciare la postazione d’osservazione, la noia era insopportabile.
«Niente di nuovo?» chiese Billy mettendosi in posizione davanti alla barricata.
Il commilitone negò: «i crucchi non sono stupidi, scommetto che se ne stanno al caldo a riposare!»
O’ Hagan sembrava l’unico americano felice di non aver ancora visto un tedesco. Era sufficiente sentire la loro presenza con i bombardamenti notturni, non aveva fretta di uno scontro diretto con il nemico.
Al suo fianco, Warren trepidava per l’eccitazione.
«Credi che oggi riusciremo a vedere un tedesco?»
O’ Hagan tenne la sincera risposta per sé.
Warren iniziò ad elencare le caratteristiche del soldato tedesco descritte nel manuale d’addestramento. Billy ebbe la sensazione di star ascoltando un meticoloso ornitologo che stava parlando di un raro esemplare di uccello esotico. Era questo lo spirito con cui Warren si appostava in trincea, ansioso di poter vedere con i suoi occhi il famigerato nemico.
O’ Hagan gli strappò il binocolo dalle mani: «smettila! I tedeschi sono solo tedeschi!»
«Avanti, scommetto che anche tu sei curioso di vederne uno!»
Billy sbuffò.
«Ho già incontrato un tedesco prima della guerra e posso assicurarti che non aveva nulla di strano!»
«Ma qui è diverso»
«Certo Pete, il tedesco di New York non voleva spararmi con un fucile! Be’, probabilmente avrebbe preferito strangolarmi…ma non è questo il punto»
Warren stava per replicare, ma in quel momento avvertirono dei passi alle loro spalle.
«Caporale Miller!» Billy scattò sull’attenti portandosi la mano all’elmetto.
Per quanto egli non fosse nemmeno un sergente, tra i suoi compagni riusciva a suscitare lo stesso timore reverenziale di un generale. Il suo sguardo freddo e severo spaventava più della canna di una Maxim.
«Niente da segnalare, tutto tranquillo oltre ai reticolati» fece rapporto Warren.
Il caporale Miller rimase immobile ad osservare i due soldati con i suoi occhi di ghiaccio, poi senza dire una parola proseguì lungo i camminamenti. 
Billy emise un sospiro di sollievo.
«Quello è pazzo!» commentò Warren quando fu assolutamente certo di non poter essere udito.
Egli fu sorpreso da quell’affermazione: «è solo un tipo strano»
«Dicono che abbia ucciso un uomo al villaggio»
O’ Hagan sgranò gli occhi: «e chi avrebbe ucciso?»
«Non lo so, ci sono diverse versioni dei fatti. Alcuni dicono che fosse una spia tedesca, mentre altri sostengono che abbia sparato a un disertore»
Billy scosse la testa: «sono soltanto voci»
«Be’, io ci credo. Anche tu devi ammettere che Miller è inquietante»
O’ Hagan riconsegnò il binocolo al suo compagno: «è meglio tornare ad osservare le trincee tedesche»
 
***

Al calare del sole Billy e Pete tornarono al rifugio senza aver avvistato nemmeno un tedesco. O’ Hagan era sereno, Warren invece estremamente deluso.
Ad attenderli per cena c’era soltanto una misera zuppa, la stessa brodaglia che avevano ingurgitato la sera prima, e che probabilmente avrebbero trovato anche il giorno seguente.
«Dov’è il sergente McKee?» domandò O’ Hagan.
«A caccia di topi, sono diventati la sua nuova ossessione» rispose Evans.
Billy assunse un’espressione preoccupata: «chi è stato scelto per uscire questa notte?»
«Nessuno di noi. Il caporale Miller si è offerto con la sua squadra»
«Oh, bene» disse O’ Hagan sorpreso da quella notizia.
«Speriamo che i tedeschi ci lascino in pace almeno per qualche ora» continuò George.
«In ogni caso non riuscirei a riposare» replicò tristemente Jackson.
«È colpa degli inglesi, si divertono a spaventare i novellini con i loro racconti di guerra, così il ragazzo ha ormai perso il sonno» spiegò Warren.
Danny tentò in modo impacciato di difendere il suo orgoglio. Gli altri per compassione finsero di credergli.  
 
Billy si distese sul suo giaciglio, appena chiuse gli occhi avvertì le pareti tremare.
Poco dopo il tenente Dunkel si affacciò all’entrata.
«State tutti bene qui dentro?»
«Sissignore» fu la corale risposta.
In quel momento rientrò anche il sergente McKee.
«I tedeschi hanno voglia di festeggiare questa notte. Là fuori ci sono dei bei fuochi d’artificio!»
Dunkel rimase serio, si rimise il fucile in spalla e senza aggiungere altro uscì nuovamente in trincea per continuare la sua ronda.
Billy tornò a sdraiarsi sulle assi di legno, ma ben presto fu infastidito dai suoi compagni.
Warren stava sfogliando il suo manuale, provando a pronunciare le poche parole in tedesco che avrebbero dovuto essere utili per comunicare con il nemico. Alle orecchie di Billy giunsero soltanto suoni incomprensibili, nemmeno un bavarese ubriaco con la pertosse avrebbe parlato in quel modo.
Evans aveva finalmente trovato qualcuno interessato alla sua scabrosa collezione di cartoline, ovvero il sergente McKee. I due avevano iniziato ad esaminare le fotografie come se stessero ammirando le raffinate opere di una galleria d’arte.
Bailey dormiva come sempre, soltanto il suo russare segnalava il fatto che fosse ancora vivo.
Il sonno del soldatino Jackson invece era più agitato, il ragazzo si rigirava tra le coperte, tormentato dalle terribili immagini di guerra evocate dai racconti dei veterani britannici.
O’ Hagan si domandò come avrebbe fatto a sopravvivere a quella guerra, gli unici veri militari nelle vicinanze erano il tenente Dunkel e il caporale Miller. Un puritano astemio e un inquietante volontario per missioni suicide.
A quel punto avrebbe preferito consegnarsi nelle mani dei tedeschi.
 
 
 
 
 
 
 
*Il “coraggio olandese” è un modo di dire per indicare la sensazione di coraggio derivata dall’alcol. L’espressione potrebbe derivare dal fatto che i soldati inglesi durante la Guerra dei trent’anni (1618-1648) si davano coraggio tracannando gin olandese.
   
 
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