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Autore: elenabastet    06/06/2023    3 recensioni
A volte anche il re ha bisogno di un confidente, e non sa quanto questi può capire i suoi problemi. Una nuova visione su un personaggio noto.
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Luigi XVI, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL VOLERE DEL RE

 

Rating: pubblico maturo, toni ironici

Fandom: Lady Oscar.

Note: ho preso ispirazione per questa storia dal non eccelso serial su Maria Antonietta in onda su Sky e da come veniva rappresentato Luigi XVI. Un confronto tra Sua Maestà il Re e un suo suddito.

 

Aveva sistemato i loro cavalli nella stalla della Reggia e ora doveva raggiungere lei nella sua perlustrazione a piedi nei giardini. Ma mentre usciva dall’edificio andò quasi a sbattere contro qualcuno che stava arrivando.

“Scusate.. oh voi, vi chiedo perdono, non volevo!”

“Andiamo, lo sapete che non mi piacciono questi convenevoli, succede, colpa mia che sono arrivato all’improvviso. Vorrei scambiare due parole con voi, monsieur Grandier, sempre che per voi vada bene, e non intendo rubarvi troppo tempo, so quanto siete impegnato.”

Certo, lui era il re, anche se da pochissimo, ma era piacevole che gli chiedesse il permesso, era molto diverso dal suo libertino e altezzoso nonno, che pochi mesi prima per poco non lo metteva a morte.

“Sono onorato del vostro interessamento, volete che vi chieda udienza?”, chiese André al suo sovrano.

“No, è una cosa privata, vi prego di rispettare il mio volere. Intanto, vorrei dirvi mille volte grazie per i libri che mi procurate, i romanzi inglesi, i poemi epici italiani e le opere dei nostri autori sono davvero preziosi per me.”

“Per me è un onore aiutarvi in tal senso, come del resto faccio già da tempo per la famiglia che servo...”

“Oh certo, so quanto siete leale… vorrei parlarvi, ma non come vostro sovrano, ma come uomo...”

André restò interdetto e un po’ perplesso, tutti ridacchiavano dietro al povero nuovo giovane re, ma lui sapeva che era molto diverso dallo stupidotto che molti dipingevano, era un uomo pieno di buone qualità, onesto, colto e molto compassionevole.

“Io… è così difficile parlare di queste cose per me, e non so a chi altro rivolgermi, voi senz’altro non capirete i miei problemi fino in fondo, siete affascinante e prestante, ma devo risolvere questa mia situazione...”

André restò in silenzio, scacciando subito dalla testa l’idea che il re avesse certe inclinazioni: queste erano prerogativa di suo fratello Luigi Saverio, che pareva avviato a seguire la strada di Philippe, il fratello del Re Sole, cent’anni prima. Del resto, gli aveva schioccato uno sguardo abbastanza eloquente un giorno che l’aveva incrociato e André non se l’era nemmeno presa, purché la cosa non andasse avanti.

“Ecco”, disse Luigi Augusto, “io so cosa c’è tra voi e madamigella Oscar, ho visto come la guardate, come vi occupate di lei e ho visto quanto lei tiene a voi. Non c’è niente di cui vergognarsi, io non ho mai visto due persone innamorate come voi due e prese l’uno dall’altra..”

André si sentì avvampare, e per l’ennesima volta capì che Luigi Augusto era un uomo sensibile e arguto.

“Madamigella è davvero stupenda, e ha l’aria di chi è felice e appagata dalla sua vita. Sapete… io ho qualche problema con mia moglie, la amo tantissimo, è così bella e spumeggiante, io sono timido e goffo e per tanti motivi non riesco a… insomma, è dura da ammettere, ma non riesco ad essere un vero marito per lei, a compiere il mio dovere di sposo, il mio confessore e le zie mi hanno detto per tanto tempo che fare certe cose è peccato ed è sbagliato, ma sono da fare, e non riesco a far sì che a lei piaccia stare con me, se capite a cosa intendo!”

André deglutì, conosceva parecchie cose dei problemi coniugali dei giovani sovrani, e non solo per via delle battutacce spesso irriferibili dei valletti e delle cameriere. Ma doveva dare una mano a quel ragazzone, e non solo perché era il suo re, ma perché sentiva di doverlo fare dal punto di vista umano, sentiva solidarietà per lui.

“Voi avete più esperienza di me, e senz’altro nessuno vi ha detto che certe cose sono sporche e sbagliate, e che lo sono anche le donne… voi sapete rendere felice madamigella Oscar, vero? Io ho provato a fare il mio dovere con la mia sposa, ma è tutto tanto difficile, anche perché lei prova solo fastidio, le faccio male e non riusciamo ad andare avanti e questo è brutto.”

André prese fiato, la situazione richiedeva coraggio e anche un po’ di faccia tosta.

“Cosa fate a madamigella Oscar per farla sentire amata e appagata? Vi prego, ditemelo...”, continuò il sovrano.

“Guardate, state accanto a vostra moglie, parlate con lei, scherzate… e poi, cercate spesso il contatto, abbracciatela, baciatela, accarezzatela, sui capelli, sul viso e man mano dove ve lo permette. Osate anche, cercate di essere sempre gentile e guardate come reagisce...”

“Oh, certo, ma come posso fare perché non provi fastidio e dolore quando mi avvicino troppo a lei?”

La cosa diventava difficile e imbarazzante da gestire, ma André non poteva più tirarsi indietro.

“Beh, dovete coccolarla, baciarla e accarezzarla ovunque, soprattutto dove è più sensibile. Sul petto, sul ventre e anche… avete capito dove. Fatevi desiderare, fate che lei si senta protetta, confidatevi e ascoltatela, parlatele molto, prima di amarla e anche dopo. E fate in modo che a lei piaccia quello che le fate, cercate di capire cosa le piace di più. Giocate e scherzate con lei in modo che sia a suo agio. Funziona, e sentite cosa vi dice e come si comporta. Se si irrigidisce mentre la stringete datele altri baci, finché non si lascia andare. Vedrete che facendo così le piacerà stare con voi e non vi respingerà più...”

Luigi Augusto guardò André con aria soddisfatta, anche se ancora un po’ imbarazzata.

“Oh vi ringrazio, ma ditemi, madamigella Oscar ama queste cose?”

“Certo, tantissimo. A volte è stanca dopo una giornata di servizio, ed allora io la metto a suo agio, le porto il tè con i pasticcini, la aiuto a togliersi gli stivali e poi pian piano la metto a suo agio, coccolandola e baciandola. Funziona sempre, consumiamo ogni volta con gran piacere di entrambi, soprattutto il suo e ogni volta sono fiero di me stesso.”

“E come faccio a capire che a lei piace quello che le faccio?”, chiese Luigi Augusto.

“Dai sospiri, dai gemiti, più o meno acuti, e poi trema ma in maniera gradevole, si inarca come fanno i gatti, diventa più rossa in volto e sul corpo… e, avete presente i prati al mattino in primavera quando sono bagnati di rugiada? Ecco, deve ricordarveli...”

Luigi Augusto sorrise in maniera curiosa, mentre André sperava di essere stato chiaro senza essere offensivo.

“E cosa piace in particolare a madamigella Oscar?”

“I baci. Non bisogna mai lesinare con i baci, ovunque, e anche se fa un po’ la ritrosa, poi ama questo. E quando dico ovunque dico in ogni parte del corpo, soprattutto dove si dice che ci sia il peccato, ma dove in realtà bisogna amare le donne… Sempre poi per la storia del prato di rugiada, molto piacevole da percorrere per noi uomini ma anche per le nostre amate, rende tutto molto facile per entrambi, piacevole e appagante.”

Luigi Augusto strinse la mano ad André.

“Metterò senz’altro a frutto tutto quello che mi avete detto, non vedo l’ora di percorrere il prato di rugiada con la mia regina. Buona giornata André e mi raccomando, continuate a rendere felice madamigella Oscar. Anzi, quando deciderete di sposarvi, vi darò il mio assenso senza problemi, si vede che siete fatti l’uno per l’altra!”

Luigi Augusto corse verso la reggia e sua moglie, fermandosi comunque a darsi una rinfrescata, ricordando il buon profumo di lavanda e sapone di Marsiglia che aveva addosso André.

André lo guardò allontanarsi. Senz’altro lo aveva aiutato, e questo non era cosa da poco, anche per la Francia. Ma se Sua Maestà avesse saputo la verità… André gli aveva raccontato i suoi sogni più segreti, ma niente di reale. Con Oscar c’era tutto, c’era amicizia, complicità, confidenza, cameratismo, attaccamento, ma quello di cui aveva parlato con il re esisteva solo nei suoi sogni più segreti e sfrenati, non c’era mai stata occasione che accadesse.

“Buona fortuna Vostra Maestà e spero che mi portiate fortuna”, mormorò André.

Il prato era ancora umido di rugiada, come quella che André aveva evocato. Per un attimo, pensò a un momento di un giorno chissà quanto lontano, in cui anche loro si sarebbero uniti e avrebbero gustato i suoi sogni. Ma ora doveva impegnarsi, una nuova giornata lo attendeva. Ma quella sensazione umida intorno mentre camminava e le parole che aveva rivolto al suo sovrano lo rendevano comunque soddisfatto. Nessuno gli poteva impedire di sognare, neanche il re. E un giorno, lo sapeva, avrebbe condiviso quei sogni con Oscar.

  
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