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Autore: Sleepesleep    07/06/2023    1 recensioni
Alexander Lightwood è un coglione, un vero idiota, in tutti i suoi 25 anni si è sempre vantato di essere quello ragionevole in famiglia, il tipico bravo ragazzo un po’ nerd che preferisce le biblioteche polverose ai pub. Lui è sempre stato così, noioso...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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è un tantino lungo, sorry

L’ufficio era perfettamente ordinato, i file per il caso risiedevano posizionati nel tavolo con attenzione, Alec osservò per la centesima volta l’orologio che si muoveva lentamente, mancavano ancora sei minuti prima dell’ora dell’appuntamento. Iniziò nervosamente a battere le dita contro il legno, doveva solo incontrare un cliente, con cui poi sarebbe andato a cena, non era la prima volta che lo facevano, aveva già avuto una cena con Magnus, quindi perché era così ansioso? Un leggero bussare lo fece sobbalzare << Si? >> chiese. << Buongiorno, Alexander >> lo salutò Magnus entrando con disinvoltura nell’ufficio. << Accomodati pure >> asserì l’avvocato assumendo il suo miglior tono professionale. << Agli ordini, fiorellino >> obbedì il cliente sorridendo divertito e aggiunse sedendosi << Mi piace quando mi dai ordini >>. Alec si lasciò scappare un mezzo sorriso che si apprestò a coprire << Allora se mai dovessero chiamarti a testimoniare, dovresti solo esporre la storia dell’immobile, se la tua ex moglie non parla del vostro divorzio e meglio evitare di accennarlo >>. << Lo tirerà fuori >> ammise senza battere ciglio l’altro e aggiunse << Camille adora dire a tutti che l’ho fregata con quell’accordo, ma quando abbiamo firmato i documenti non ero ancora proprietario della catena di Night >>. << Su questo non ti devi preoccupare, se è abbastanza intelligente dopo aver esposto il caso al giudice, vorrà un accordo >> ribatte con serietà l’avvocato. << Dimmi di più >> disse fissandolo interessato l’altro. << Lei era convinta che tu avresti pagato come le volte precedenti, non si aspettava di finire in tribunale >> gli ricordo Alec rievocando le parole della madre della riunione precedente, lo credeva sul serio, Camille sembrava solo una donna capricciosa e frivola. << Sai, in questo momento, sei dannatamente sexy >> disse senza alcun imbarazzo Magnus e aggiunse << Mai fatto sesso in ufficio? >>. Alec strabuzzò gli occhi arrossendo << Non ci provare, dobbiamo prepararti per la deposizione e .. >> ingoio a vuoto riprendendo << E dobbiamo andare a cena >>. << Hai ragione come sempre, fiorellino >> disse ridacchiando Magnus e aggiunse << Ho prenotato un ristorante speciale solo per te >>. << Riprendiamo con il lavoro prima, puoi leggere per favore questi fogli >> asserì l’altro porgendogli un plico…

La macchina scivolo dentro un parcheggio coperto di un complesso di appartamenti che Alec riconobbe subito. << Casa tua sarebbe il ristorante speciale? >> chiese il giovane alzando un sopracciglio scettico. << Esatto >> confermò il più grande parcheggiando l’auto nel posto assegnato. << Hai cucinato tu? >> chiese mentre lo seguiva per le scale confuso. << Ovviamente, Alexander, assaggerai il miglior pollo al curry della tua vita >> gli riferì con arroganza l’uomo e inserì le chiavi per farlo di nuovo entrare in quel buffo luogo che era il loft del più grande. E nonostante la sorpresa di Alec, Magnus si mise ai fornelli, l’uomo aveva già preparato la maggior parte degli ingredienti mancavano solo gli ultimi passaggi. Il più giovane lo osservava curioso appoggiato all’isola della cucina, era incredibile come anche quel grembiule color porpora gli stesse bene. << Quindi, sai cucinare >> asserì Alec beandosi di quella vista. << Ho molte altre doti, fiorellino, dovresti davvero considerare l’idea di prendermi come tuo fidanzato >> ribatte Magnus regalandogli un mezzo sorriso seducente. << Dovrei? >> ripeté assumendo un’espressione perplessa Alec ribattendo << Non mi hai ancora convinto >>. << Sapevo che eri un uomo crudele, Alexander >> lo riprese il cuoco. << Quando hai imparato a cucinare? >> gli chiese il giovane curioso. << Da bambino, sono cresciuto con mia nonna, lei era una cuoca eccezionale >> gli racconto nostalgico Magnus e aggiunse << Mio nonno non era quasi mai a casa, era un uomo d’affari che viveva solo per i suoi amati numeri così spesso rimanevo da solo con la nonna, era una donna di altri tempi, non amava stare ferma >>. Alec addolci il tono << Le volevi molto bene >>. << Già >> ammise Magnus e riprese << Sai, avrei voluto che vedesse cosa sono stato in grado di costruire >>. << Forse lo sta facendo >> rispose con incertezza l’altro. << Chissà >> rispose criptico lui e si avvicinò porgendogli un cucchiaio << Assaggia >>. Alec non esitò, si sporse e assaporo quel miscuglio di spezie saporito. << Allora, manca qualcosa? >> chiese Magnus fissando incantato gli occhi azzurri che lo avevano stregato. << Non saprei >> rispose sincero il giovane innocente << Dovresti assaggiarlo, sei tu l’esperto >>. Magnus si chinò lentamente e unì le loro labbra teso, le mani risalirono afferando le ciocche scure del suo bel avvocato per approfondire il bacio, Alec lasciò che la lingua dell’altro percepisse i frammenti di sapore rimasti. Fu Magnus a mettere fine al loro contatto, con voce roca gli sussurro a fior di labbra << è perfetto >>. << Io o il curry? >> chiese Alec ancora annebbiato, appena si rese conto di averlo fatto si tese, aveva dimenticato di riattivare il filtro cervello-bocca. << Tu >> rispose senza neppure esitare  Magnus e asserì << Se continui a guardarmi così non credo che riusciremo a cenare >>. Alec scoppiò a ridere divertito << Sei davvero un maniaco >> ribatte. << Io? >> chiese confuso l’asiatico. << Esatto, pensi solo a quello >> gli riferì sicuro Alec e aggiunse << Preparo la tavola, dove tieni la tovaglia? >>. Magnus gli indicò uno stipetto poco lontano e aggiunse << Lì c’è la tovaglia, i piatti sono nel ripiano superiore >>. Alec annuì e si apprestò a svolgere il suo compito. << E tu, fiorellino, sai cucinare? >> chiese curioso l’uomo. << Non proprio, so fare qualche ricetta >> rispose sincero Alec prendendo i piatti e riprese << Vivo con mia sorella e lei è negata in cucina quindi ho dovuto imparare >>. << Sembra stressante, dovresti proprio trovare l’uomo giusto che sappia cucinare per te >> gli riferì Magnus allusivo. << Tu conosci qualcuno così? >> gli chiese divertito l’avvocato. << Lo ripeterò all’infinito, sei un essere davvero crudele, Alexander, continui a giocare con il mio cuore >> ribatte l’altro riempiendo i piatti. << Sei solo drammatico >> ribatte Alec sedendosi. << Potrebbe esserlo >> confermò Magnus stappando una bottiglia << Posso versarti un po’ di buon vino? >>. Alec alzò il bicchiere << Vuoi farmi ubriacare ancora? >>. << Mai >> rispose veloce e aggiunse << Ti voglio esattamente come sei >>. << Sei bravo a parole >> gli fece notare Alec portandosi il bicchiere alle labbra << Avrai fatto innamorare molta gente >>. << Non così tanta >> lo corresse Magnus e aggiunse suadente << Nessuno però è mai stato nel mio appartamento, solo tu >>. << Sarei speciale quindi >> dedusse l’avvocato perplesso. << Lo sei >> gli riferì sincero il proprietario e riprese << Sei il mio Alexander >>. << Mio? E quando sarei diventato tuo? >> lo riprese masticando distrattamente il più giovane. << Sei sempre così puntiglioso, fiorellino >> asserì scuotendo la testa Magnus << Ti piace? >>. << è delizioso >> ammise Alec, c’era qualcosa che l’uomo seduto di fronte a lui non sapeva fare? Forse non era una brutta idea poter godere ogni giorno di pasti cucinati da qualcuno. << Mia nonna morì quando avevo quindici anni, un gruppo di ragazzini la prese a botte appena uscì dal supermercato, non avevano un motivo, volevano solo picchiare qualche ‘sporco’ immigrato. E questo nonostante mia nonna fosse nata e cresciuta in questo paese >> rivelò Magnus giocando con il cibo nel suo piatto. Alec allungo la mano verso di lui e l’altro l’accolse, le loro dita si legarono come fili di un gomitolo. << Mio nonno non si riprese mai dall’incidente, morì qualche anno più tardi per il dolore. Il dolore per me invece si tramutò in rabbia, quei ragazzi erano tutti minorenni, furono condannati con pene lievi >> continuò lasciando andare un sospiro stanco << Ti prego non giudicarmi, ero giovane e arrabbiato..>>. << Li hai picchiati >> concluse per lui Alec. << Già, uno di loro finì in coma e io venni mandato in riformatorio >> terminò Magnus. << Mi dispiace >> asserì debole Alec. << Non devi, sono solo stata molto sfortunato >> asserì con arrendevolezza il più grande. << Potrei essere la tua fortuna >> disse con leggerezza l’altro. << Quindi, vorresti essere la mia piccola lucciola in barattolo? >> chiese divertito Magnus. << Lucciola in barattolo? >> ripeté confuso Alec. << è un metodo per fare luce o così ho letto da qualche parte >> gli riferì con sicurezza Magnus. << Allora va bene, sarò la tua lucciola in barattolo >> convenne l’avvocato e aggiunse << Illuminerò la strada che ti aspetta >>. << Mi piace come suona >> disse rilassandosi Magnus. Il tavolo con i piatti ormai vuoto era solo un intralcio tra loro. << Posso averti questa sera? >> chiese l’asiatico fissando intensamente l’altro. << Solo se mi baci ora, potrei ripensarci tra qualche minuto >> ammise Alec leccandosi le labbra. << Certe volte sembri un piccolo angelo indifeso e puro >> asserì divertito  girando intorno al tavolo per giungere alla sua preda e continuò << Altre invece sei un diavolo tentatore >>. << Sto ancora aspettando questo bacio >> ribatte ansioso Alec. Magnus si abbassò facendo aderire le loro labbra, la sua lingua si insinuò lenta mentre una mano teneva stretto il mento. Alec si inclinò leggermente per dargli maggiore accesso, era anche un ottimo baciatore, ecco un’altra delle qualità da aggiungere alla lista delle doti dell’altro. Magnus si stacco soffiando sulle labbra  << Andiamo in camera o preferisci farlo sul tavolo? >>. << Un letto sarebbe gradito >> rispose Alec allontandosi di qualche passo e sicuro si incamminò verso i corridoi. << Ti ricordi dove si trova la mia camera >> notò Magnus seguendolo. << Già, ho dovuto aprire tutte le porte per cercare l’uscita, nessuna persona normale utilizza porte ornamentali tutte uguali per ogni camera >> ribadì Alec sbuffando. La camera padronale era esattamente come la ricordava, sfarzosa e piena di colori, adorabile in breve. Si lasciò andare sul letto ridacchiando << Sei lento o sei solo vecchio? >>. << Vecchio? >> ripeté Magnus piccato << Ho solo qualche anno in più di te >>. << Quegli anni sono importati >> ribadì Alec alzando le braccia verso di lui per avvolgerle dietro le spalle. << Crudele >> disse Magnus prima di riappropriarsi di quelle labbra che tanto gli erano mancate. Le mani dell’uomo si insinuarono tra le pieghe della camicia bianca sbottonandola frenetico. << Fai piano, mi piace questa camicia >> ribatte Alec allontandosi per prendere fiato. << Altri reclami? O posso continuare? >> chiese divertito Magnus. << Fai pure >> disse Alec osservandolo mentre scendeva sul collo, ogni pezzo di pelle scoperta finiva tra i denti del più grande, c’era una certa brama irrazionale e famelica in quel gesto che era in contrasto con la pura venerazione che riempiva gli occhi dell’uomo. La mano scese sui jeans slacciandoli << Hai smesso di parlare ora >> gli fece notare Magnus dando un morso ad uno dei due capezzoli. << Mmmhh >> commentò Alec affondando le dita tra i capelli scuri dell’altro. E potrei continuare nel narravi di quella notte tra loro, potrei dirvi di come Magnus abbia avuto Alec arreso a sé in quel letto o di come abbia riempito gli occhi celesti di piacere seguiti da sospiri mal trattenuti. Oppure ancora vi potrei raccontare di come i gemiti di piacere abbiano fatto spaventare Presidente Miao facendolo nascondere sotto una poltrona del soggiorno o riportare le parole intrise di miele che Magnus ha sussurrato ad Alec durante l’atto. Potrei farlo ma non questa volta, però vi assicuro che Magnus fu molto compiaciuto della sua opera quando sfinito si accasciò a fianco del suo amante, ogni centimetro di pelle bianca era coperto da morsi o segni violacei, Alexander era uno spettacolo inebriate con le labbra socchiuse e gonfie. << Sei stupendo >> gli sussurro all’orecchio con il fiato ancora spezzato. Alec rise leggermente e lo guardo con quegli occhi azzurri limpidi ora soddisfatti << Dimmelo ancora >>.
   
 
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