Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    11/06/2023    6 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Dopo diversi mesi di inattività a causa di lavoro e università, eccoci tornati con un nuovissimo – e lungo, così ci facciamo perdonare – capitolo! Ora che comincia l’estate cercheremo di aggiornare più spesso. Ma non preoccupatevi, questa storia la finiremo sicuramente!


Capitolo 11 – The ring of fire

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I fell into a burning ring of fire
I went down, down, down
And the flames went higher
And it burns, burns, burns
The ring of fire, the ring of fire


The ring off ire – Johnny Cash


L’oscurità lasciò il posto alla luce, mentre le paratie della gabbia venivano lentamente spalancate, rivelando ciò che si trovava al di là di esse: una gigantesca e rudimentale arena coperta da un rete di catene, circondata da alti spalti su cui sedevano migliaia di persone.
Bambini, donne, uomini… tutti loro vestivano con pelli di animali o armature, a testimonianza dell’epoca in cui vivevano. Per Merida non era affatto strano, mentre Jim non potè che rimanere sbigottito all’ennesima prova di dove si trovasse realmente: un mondo dove concetti come la tecnologia e il viaggio interstellare non erano nemmeno leggenda.
Al centro degli spalti, spiccava l’imponente figura di Drago Bludvist, seduto su di un trono fatto di ossa. Grimmel era poco distante, celato appena nell’ombra, una sentinella silenziosa pronta a intervenire in caso di complicazioni.
Ma ciò che attirò davvero l’attenzione di Merida… furono gli oggetti che erano stati disposti accanto al tiranno, sopra un cuscino: quelli che aveva sottratto a Cold durante la caduta nel vortice dimensionale, e forse la loro unica possibilità di tornare ai loro mondi.
Dovevano averglieli presi quando era incosciente! E ora Bludvist li stava esponendo a loro come se fossero dei trofei… o la prova di come fosse riuscito a sottometterli. Un tributo alla sua ultima conquista, e ciò la fece infuriare ancora di più.
Guardandosi attorno, notò finalmente che il centro dell’arena era disseminato di ossa umane. Alcune molto vecchie… altre, abbastanza recenti da avere ancora pezzi di carne fumanti attaccate sopra.
<< Vedo che non hanno ripulito neanche stavolta >> sospirò Hiccup, mentre i suoi occhi incontravano le orbite vuote di un teschio << Povero Agnar. Ucciso solo perché mi aveva offerto un pezzo di pane in più rispetto a quanto stabilito da Bludvist. Ecco cosa capita alla gente che cerca di aiutarmi… nient’altro che dolore e sofferenza. >>
<< Se metto le mani su quell’uomo, anzi no, su quel mostro >> sibilò Merida, agitando i pugni << giuro che... >>
<< È inutile sproloquiare >> sospirò Jim ad entrambi, a metà fra la stizza e il rammarico << nelle nostre condizioni… beh, abbiamo le mani legate. Quasi letteralmente. >>
All’improvviso, Drago si sollevò in piedi e con un semplice gesto della mano riuscì a calmare la folla: tale era il livello di controllo ottenuto su tutti gli abitanti dell’arcipelago.
Perfino un popolo bellicoso e chiassoso come i vichinghi non poteva che piegare la testa e sottomettere il proprio orgoglio di fronte alla forza del Signore dei Draghi.
<< Popolo di Berk! >> tuonò con la sua voce bassa e graffiante << Ancora una volta, siamo qui riuniti per assistere ad uno spettacolo che ci ricordi cosa significhi essere guerrieri! Perché in questa stessa arena, si deciderà il destino di coloro che hanno scioccamente tentato di opporsi al mio regno... di opporsi a ME, colui che più di chiunque altro si è guadagnato il diritto di governare questo mondo! >>
Fischi e grida rabbiose cominciarono a risuonare dagli spalti... ma non dirette verso Bludvist e la sua dichiarazione, bensì a coloro che si trovavano nell’arena.
<< Dove li tengono i draghi? >> bisbigliò Merida a Hiccup.
Facendo ben attenzione a non compiere movimenti bruschi, il giovane vichingo indicò grandi portoni disposti lungo il perimetro dell’arena, mentre Bludvist continuava dicendo: << Di ritorno dalla nostra ultima sfida, ecco a voi l’ultimo membro della famiglia Haddock! Il figlio di Stoick l’Immenso, capo di... oh, perdonatemi... >>
Sul volto dell’uomo si dipinse un ghigno beffardo.
<< Ex capo di Berk! Hiccup Horrendous Haddock III! >> esclamò, e questa volta le grida rabbiose della folla divennero un coro di risate e insulti in piena regola. << Ad assisterlo in questo giorno, una coppia di giovani criminali catturati in una delle nostre riserve di caccia! E udite udite... una di loro possiede la capacità di evocare fuoco e fiamme! >>
Indicò Merida.
<< Date un caloroso benvenuto... alla Ragazza Drago! >>
Tutti gli sguardi erano puntati su di lei, e la principessa non poteva dirsi entusiasta. Tuttavia, poteva pur sempre provare a sfruttare questa cosa.
Quella gente voleva spettacolo. Voleva divertirsi sul combattimento e sul massacro. Forse, se li avesse assecondati, ci sarebbe stata una possibilità di sopravvivenza?
L’istante dopo, scosse il capo. Probabilmente quell’arena serviva solo a mandare al macello gente scomoda, nessuno doveva uscirne vivo.
“Vorrà dire che non me ne andrò senza onore” pensò.
Così, cacciò un possente urlo di sfida che simulava il ruggito di un drago, trafiggendo tutti gli astanti con lo sguardo fin dove poteva.
Bludvist sembrò sorpreso dalla sua esibizione, ma certamente non dispiaciuto. Con un sorriso tutto denti, fece un cenno a Grimmel, il quale puntò la balestra verso la rossa.
Il cuore della ragazza mancò un battito. Per un singolo, terribile secondo, temette di aver esagerato e suscitato l’ira del tiranno... almeno fino a quando la freccia sparata dal cacciatore non colpì il lucchetto delle sue manette, che ricaddero a terra con un sonoro clangore.
Sorpresa, rivolse un’occhiata esitante in direzione di Bludvist, il cui ghigno si era fatto ancora più ampio, evidenziando un pezzo di labbro mancante.
<< Un drago dovrebbe combattere al meglio delle sue capacità, non pensate anche voi? Ma come ogni sputafuoco nei miei domini... >> riprese << mi assicurerò che venga domata. Vediamo come se la caverà contro i nostri! >>
E fu allora che una delle porte cominciò ad aprirsi, e una figura animalesca prese pian piano forma di fronte al gruppo.
Hiccup la riconobbe dall’odore puro di gas che si diffuse nell’aria, sfrigolante come di fuoco appena acceso. E infatti delle fiamme infernali sbucarono di colpo dall’uscio, annunciando la comparsa della creatura.
Era fra i draghi più grandi e aggressivi, talmente furente da potersi cospargere le squame del suo stesso fuoco. Avanzò stridendo ferocemente, quasi abbattendo le porte, e prese a galoppare alla cieca verso il gruppo di persone, usando la coda come timone, strisciando in modo non dissimile da una lucertola.
Una lucertola gigantesca in preda ad un’ira bestiale.
<< Un Incubo Orrendo >> gemette << Ovviamente si tratta di un Incubo Orrendo. Perché non poteva essere un Gronkio? O un Uncinato? Sul serio, mi sarei anche accontentato di un Bizippo! >>
Si rivolse ai due ragazzi.
<< Vi consiglio di non fare movimenti bruschi. Questi bestioni sono attirati dal calore e dal movimento. >>
<< Oh, e da che cosa l’hai dedotto!? >> sbottò Jim << Dal fatto che è un piromane esagitato!? >>
<< Può darsi >> ribatté il vichingo, impassibile << E anche perché ho passato la mia vita ad imparare il più possibile su queste creature. Quindi, eccovi qualche consiglio. >>
Fece un cauto passo indietro, mentre i suoi occhi scrutavano i dintorni dell’arena.
<< Ogni drago a un numero limitato di colpi... e l’Incubo Orrendo ne ha sei. Ha un solo punto cieco, ovvero il suo ventre. L’unico modo per impedirgli di combattere e sputare fuoco è bloccargli la bocca o le zampe inferiori. >>
Indicò alcuni dei cadaveri sparsi nei dintorni... in particolare, le armature in loro possesso.
<< Oh... e per combattere avremo anche bisogno di quella roba. Al mio tre proveremo a prenderla... >>
<< ATTENTI! >> urlò Merida, mentre il drago si avventava su di loro senza il minimo avvertimento.
D’istinto, Jim scartò di lato, rotolando via con una capriola, mentre la principessa saltava... e non avendo alcun appiglio, finì per aggrapparsi al muso dell’Incubo Orrendo.
Dapprima strillò... poi notò che le fiamme della creatura non le stavano facendo nulla.
<< Giusto, sono diventata ignifuga >> borbottò,  prima di realizzare che da quella posizione poteva provare bloccare le fauci del drago!
Cercò immediatamente di farlo ma, come si accorse di averla sul naso, il drago ruggì e prese a dimenarsi come un dannato.
La folla ruggì estasiata, ma il suono giunse alle orecchie della rossa sotto forma di un verso grottesco e ovattato, mescolandosi a quelli della bestia. Improvvisamente, le sembrò di essere tornata indietro nel tempo, quando lei e sua madre avevano affrontato il temibile orso Mor Dur nelle foreste del suo regno… dove se non fosse stato per l’aiuto del genitore, ci avrebbe sicuramente lasciato le penne.
Strinse i denti e aumentò la presa sulle squame.
Ormai non era più la ragazzina di allora. Aveva affrontato nemici che avrebbero fatto impallidire i più grandi guerrieri del passato. Aveva scorto nella mente di una persona che aveva quasi distrutto l’intero Multiverso… e di certo non sarebbe morta in quell’arena! Non per il divertimento delle masse!
<< Avrei bisogno di un piccolo aiuto! >> urlò, e fortunatamente quell’invocazione ricevette la risposta sperata sotto forma di un colpo d’ascia.
Hiccup aveva lanciato l’arma direttamente tra le scapole dell’Incubo Orrendo, pur senza provocargli danni considerevoli. Non era mai stato particolarmente abile nel combattere con le armi, ma il colpo fu comunque sufficiente per attirare l’attenzione del dragone, che smise di dimenarsi.
I suoi occhi da rettile si posarono sul giovane vichingo.
<< … Va bene forse non avrei dovuto farlo >> borbottò questi, e subito dovette abbassarsi per evitare di essere incenerito. A quel punto la bestia scattò verso di lui, strisciando pancia-terra come un serpente.
Dopo aver evitato per un soffio le sue fauci irte di denti, Hiccup cominciò a correre a tutta velocità per l’arena, destreggiandosi in mezzo ai cadaveri e ai resti di armature come una lepre inseguita da una volpe. Il drago gli fu subito dietro, ruggendo, mentre Merida cercava con tutte le sue forze di rimanerci ancorata.
A qualche metro di distanza, Jim si sollevò da terra e si spolverò della cenere vagante, poi cominciò a guardarsi attorno alla ricerca di qualsiasi cosa che potesse interrompere quell’inseguimento mortale, o quantomeno offrire alla loro parte un minimo di vantaggio.
<< Vediamo un po’ >> borbottò febbrile, cercando di non lasciarsi distrarre dai ruggiti dell’Incubo Orrendo << Spada, spada, coltello, scudo, spada… un'altra spada… >>
E visto lo stato in cui si trovavano, e il fatto che il loro utilizzatori fossero tutti morti, dubitava che una sola di quelle armi sarebbe stata utile in una situazione del genere.
<< Andiamo, ci deve essere qualcosa di utile! Forse una balestra, oppure… >>
I suoi occhi vaganti catturarono un oggetto che si distinse subito rispetto agli altri: una corda a cui erano state legate due sfere nere ad ambe le estremità… attaccata alla cintura di uno scheletro fumante.
<< Oppure, qualcosa capace di azzoppare quel bestione >> sussurrò, lanciandosi subito in direzione dell’arma. Non ricordava come si chiamasse, ma ben rammentava di aver visto qualcosa di simile nel museo in cui lavorava il Dottor Doppler, e certamente sapeva quale fosse il suo uso nei pianeti primitivi in cui veniva ancora utilizzata.
Alle sue spalle, l’Incubo Orrendo aveva quasi raggiunto Hiccup. Ormai, si trovava a sole un paio di falcate dal ghermirlo, e questo lo sapeva anche il giovane vichingo.
Così virò verso le mura, consapevole che la bestia lo avrebbe seguito, e poco prima di andarci a sbattere addosso compì una brusca virata verso sinistra, lasciando che il muso del drago si scontrasse con la nuda roccia dell’arena.
L’impatto fu tale da costringere Merida a scivolare sul collo dell’Incubo Orrendo, il cui corpo fu percosso da forte spasmo. Eppure, lo sputa fuoco non rimase a lungo stordito dall’incidente. Semplicemente, si limitò a muovere la testa per scrollarsi di dosso alcuni detriti, poi tornò a concentrarsi su Hiccup con uno sguardo decisamente furioso.
<< Ehm… scusa? >> disse il vichingo, ridacchiando nervoso. Ma naturalmente il drago non rispose… o meglio, non lo fece a parole o con un qualsiasi comportamento che avrebbe fatto intendere l’accettazione di quelle scuse. Invece, balzò in aria con le ali e atterrò nel punto in cui si trovava il ragazzo, che ancora una volta dovette evitare le sue fauci irte di denti.
Tentò di strisciare sotto il corpo del drago, che notandolo con la coda dell’occhio cominciò a muover e zampe posteriori e coda come un forsennato, nel tentativo di infilzarlo con i lunghi artigli o con gli spuntoni di cui l’appendice era ricoperta.
Rimettendosi in piedi, Hiccup era pronto a lanciarsi in un’altra fuga rocambolesca attraverso il colosseo… ma sapeva che, partendo da una distanza tanto ravvicinata, sarebbe stato subito raggiunto. Purtroppo non aveva altre opzioni, e così cominciò a correre con tutto il fiato che gli era rimasto.
Udì il rumore di passi del drago alle sue spalle, l’urlo di Merida che gli intimava di fuggire più in fretta… e poi il suono di qualcosa che si schiantava a terra, a cui seguì un gemito bestiale.
Sorpreso, il vichingo interruppe la sua corsa, si voltò, e scoprì l’Incubo Orrendo con il ventre disteso a terra e le zampe legate da delle bolas.
Jim Hawkins si trovava a pochi metri di distanza, sudato e ansimante per il chiaro sforzo di lanciare l’arma. Non sapeva come fosse riuscito a metterci le mani sopra, ma di certo gli aveva appena salvato la vita.
<< Ragazza drago, ora è la nostra occasione! >> urlò a Merida << Cerca di bloccargli le mascelle! >>
La ragazza annuì seria, proprio mentre la testa dell’Incubo Orrendo si sollevava…e puntava in direzione di Jim.
<< Per tutti i Sarlacc! >> sbottò questi, impallidendo quando le fauci della creatura s’illuminarono di un intenso bagliore vermiglio. Subito si lanciò verso uno degli scheletri e gli strappo lo scudo dalle falangi carbonizzate, sollevandolo appena un istante prima che un torrente di fiamme lo investisse.
Strinse i denti per l’intenso calore che cominciò a bruciargli la pelle delle dita e iniziò a indietreggiare, incapace di contrastare quell’attacco infernale. Poi il drago gli fu addosso e lo colpì con la punta del muso, facendolo cadere a terra senza protezione.
Tentò di rialzarsi… ma una grossa ala artigliata lo tenne inchiodato a terra, a portate delle fauci dell’Incubo Orrendo.
Gli occhi del ragazzo incontrarono quelli dell’essere, e in loro vide lo stesso desiderio di ucciderlo che un tempo aveva scorto in quelli di Skrooè, forse colui che più di qualsiasi altro nemico era riuscito a portarlo vicino alla morte… almeno fino ad ora.
“ Mamma… Silver…” pensò sconsolato “Mi dispiace… temo che non riuscirò a salutarvi un’ultima volta.”
Udì il familiare risucchio attraverso i denti del drago, un suono che ormai aveva imparato ad associare all’imminente vampata… e fu allora che accadde l’inaspettato.
<< Non ci provare! >>
Merida aveva finalmente raggiunto il muso dell’Incubo Orrendo, e con un rapido movimento delle mani evocò una frusta di fuoco che avvolse attorno alle sue fauci, chiudendole di scatto. Il rettile ebbe giusto il tempo di spalancare gli occhi per la sorpresa, ma non fu abbastanza rapido da interrompere l’attacco… che esplose direttamente dentro la sua bocca.
Si udì una specie di scoppio, a cui seguirono strisce di fumo che filtrarono in mezzo alle sue zanne sporgenti. L’Incubo Orrendo rimase completamente immobile per qualche secondo… e poi crollò a terra, svenuto.
Merida sospirò sollevata e scese dalla sua testa, le gambe tremanti. Poi aiutò Jim ad alzarsi, e insieme si riunirono con Hiccup, che li accolse con delle pacche di congratulazioni. Avevano vinto… erano davvero riusciti a sconfiggere uno dei draghi più pericolosi di quell’universo, senza vittime.
La folla ruggì ancora più forte, dimenticandosi per un attimo che avrebbero dovuto tifare contro colui che minacciava la posizione del loro nuovo sovrano.
E a giudicare dall’espressione rabbiosa di Bludvist, l’uomo sembrava fin troppo consapevole di questo dettaglio.
Incontro gli occhi pieni di sfida di Merida e Jim, poi quelli impassibili dell’ex capo di Berk... e cominciò a battere le mani.
Dapprima lentamente, facendo calare sull’intera arena un silenzio di tomba. Poi sempre più forte, e infine si sollevò in piedi, richiamando ancora una volta l’attenzione su di sé.
<< Magnifico! >> esclamò << Davvero magnifico! Un combattimento che certamente rimarrà negli annali di questa arena. Vorrei che tutti voi dedicaste un lungo applauso a Hiccup Haddock, l’unico tra i nostri partecipanti ad aver sconfitto tutte le specie di drago in nostro possesso. Coraggio! >>
Gli spettatori cominciarono a battere le mani, dapprima esitanti, poi con foga sempre maggiore, finché il tiranno non li frenò con un semplice gesto dell’arto sano.
<< O meglio... quasi tutte >> aggiunse con un perfido sorriso << Perché, come certamente saprete, in quest’arena si trova ancora un drago desideroso di combattere. Uno che il nostro giovane capo conosceva assai bene... >>
Con tutto il dolore che aveva provato e che continuava costantemente a provare, Hiccup pensava che ormai non avrebbe più potuto sconvolgersi per nulla. Tanto, quale differenza avrebbe fatto?
Invece... si scoprì a sussultare. Scoprì che ogni fibra del suo corpo stava urlando disperata di non subire più quell’ennesima pugnalata.
Non era finita. Non era finita per niente! A quanto pare le su sofferenze sarebbero state eterne.
Ancora prima che Bludvist lo annunciasse ad alta voce, sentì una pugnalata invisibile al cuore.
<< L’ultimo della sua specie >> continuò il tiranno, mentre lanciava un’occhiata laterale a Grimmel << Scampato al nostro più impavido ed esperto cacciatore. Un tempo era considerato la rovina di queste isole... ma ora, è il suo più potente soldato. La Furia Buia! >>
Un altro portone cominciò ad aprirsi sotto gli sguardi pieni d’anticipazione della folla.
Avanzò, confondendosi totalmente col nero della cava, mostrando solamente gli occhi splendenti color smeraldo dalle sottilissime pupille verticali, fino a fuoriuscire come un’ombra a quattro zampe.
Nonostante il suo aspetto imponente e minaccioso, questo drago aveva sempre avuto, per qualche ragione, un alone di infantilità e dolcezza incredibile, che lo rendevano sempre meno spaventoso di quanto sembrasse, indiscutibilmente tenero e affettuoso.
Ma ora non più: aveva uno sguardo spietato, le pupille sottili, folli, i denti digrignati in un ringhio perpetuo e gli artigli sfoderati che laceravano il terreno dove passavano, mentre camminava verso i giovani guerrieri.
Verso il suo vecchio amico, che non riconosceva… che vedeva solo come l’ennesima vittima da uccidere.
Per Hiccup fu davvero troppo. Rivederlo lo fece sprofondare in un baratro da cui era riuscito a tenersi lontano per pura forza di volontà, ogni giorno, evitava di cadere, nonostante la più totale rassegnazione.
<< Bello... >> mormorò, in un singhiozzo << no... >>
<< Sdentato >> sussurrò Merida, riconoscendo all’istante il drago che aveva accompagnato Hiccup e Astrid durante la lotta contro Pitch Black.
Avvertendo la sua aura minacciosa, compì inconsciamente un passo indietro.
<< Cosa... cosa gli è successo? >> balbettò << Che cosa gli ha fatto quel mostro? >>
<< Controllo mentale >> replicò Jim, ricordando la loro conversazione avvenuta nella cella << Proprio come ci ha detto Hiccup. >>
D’istinto, affiancò la principessa, molto nervoso. << Che cosa facciamo? >>
La risposta le si mozzò in gola. Loro... avrebbero dovuto combatterlo, giusto? Ma come poteva anche solo pensare di affrontare la controparte di qualcuno che considerava un amico?
Questo Sdentato non era come Cold. Non era semplicemente una versione malvagia della Furia Buia che aveva conosciuto, ma un drago innocente costretto a servire un uomo crudele e spietato per pura coercizione. Non meritava niente di quello che gli era capitato... e nemmeno Hiccup.
Lentamente, si rivolse al giovane vichingo.
<< Hic... conosci un modo per sottometterlo senza fargli del male? >> gli chiese, sperando davvero che il compagno d’armi avesse una qualche soluzione.
Vide il ragazzo fissare il rettile con un’espressione distrutta, senza risponderle. Per qualche istante, si domandò se l’avesse sentita, se non fosse rimasto talmente sotto shock da restare fermo lì, come una statua, totalmente privo di intendere e di volere.
Invece, di colpo, lo sentì rispondere.
<< Un modo ci sarebbe >> mormorò << ma voi... dovete allontanarvi. >>
Gli occhi della ragazza si spalancarono come piatti.
<< Allontanarci?! Ma se riesci a malapena a reggerti in piedi da sol-... attento! >>
Un lampo di luce bluastra catturò la sua attenzione.
Vide le fauci della Furia Buia spalancarsi, rivelando file di denti acuminati... e un bagliore che gli illuminava la gola. E nell’istante in cui capì quello che stava per succedere, si lanciò addosso a Hiccup poco prima che un colpo di plasma gli staccasse la testa.
Mentre i due ragazzi cadevano a terra, l’esplosione risultante illuminò l’intera arena come un’eruzione vulcanica. Poi arrivò l’onda d’urto, tanto forte da spingere anche Jim al suolo.
<< Maledizione! >> sbottò l’ufficiale, cercando immediatamente di rialzarsi da terra.
Già affrontare l’altro drago era stato sfiancante, ma quello... quello era peggio, perché sembrava di gran lunga più veloce.
Doveva bloccarlo, rallentarlo in qualche modo, o non sarebbero durati un minuto.
Strisciò lungo il terreno alla ricerca di qualcosa da poter usare. Finalmente trovò un’altra coppia di bolas, e senza alcuna esitazione li lanciò verso le zampe del drago nel tentativo di frenare la sua corsa.
Il drago le schivò con movimenti felini, sorprendentemente agile nonostante la stazza imponente.
Con un balzo fu di fronte ad Hawkins e lo atterrò con la zampa anteriore, inchiodandolo al suolo.
A quel punto gli ruggì in viso, e Jim si sentì invadere il naso dal puzzo di carne marcia... e fuoco, il promemoria di cosa gli sarebbe successo di lì a poco, se non si fosse allontanato quanto prima.
Tentò di muoversi, ma la presa del rettile era salda e la zampa fin troppo pesante per essere sollevata.
Fu Hiccup a salvarlo, scagliandosi contro il collo del drago e stringendolo in una morsa. La palla di plasma del rettile gli si mozzò in gola,  ma un rapido movimento della testa fu sufficiente per allontanare il vichingo, che rotolò a diversi metri di distanza.
Allora Merida scattò in avanti e protese i palmi, creando intorno a Sdentato un cerchio di fiamme blu. Sperava così di distrarlo e di trattenerlo, almeno per un po’, mentre andava a soccorrere i due ragazzi.
La bestia si guardò attorno, con gli occhi verdi che splendevano in mezzo alle vampate. Nonostante il controllo esercitato dall’Alfa fosse ancora saldo, era più che capace di elaborare strategie autonome per adattarsi a situazioni come queste: Drago si era assicurato di non avere tra le mani un semplice schiavo senza cervello... ma un mostro che avrebbe potuto usare per eliminare i suoi nemici.
Dapprima, spalancò le grandi ali, non dissimili da quelle di un pipistrello. Sebbene non fosse più in grado di usarle per volare senza l’aiuto di un cavaliere, c’erano altri modi in poteva sfruttarle.
Si sollevò sulle zampe posteriori e cominciò a sbatterle con forza, generando raffiche d’aria che pia pian abbassarono l’intensità delle fiamme di Merida.
Mentre aiutava gli altri due a rimettersi in piedi, la ragazza notò le sue azioni e deglutì nervosamente.
<< Questo non va affatto bene >> disse, mentre riprendeva una posizione pronta al combattimento.
I tre guerrieri attaccarono tutti insieme nello stesso istante, le armi tese, eppure nemmeno questo servì a molto: il drago sbuffò e si limitò a roteare la coda, girando su se stesso come una trottola e sbalzandoli indietro.
<< Ci deve essere un modo per farlo almeno stare fermo! >> sibilò Jim. Non si era mai sentito così privo di opzioni in vita sua. E di missioni difficili ne aveva affrontate! Possibile che quell’affare non avesse punti deboli?
<< Ehi, amico >> disse rivolto a Hiccup. << Spero tu stia per uscirtene con un’altra idea. >>
<< Forse >> borbottò il vichingo, cupo in  volto << Ma mi servirà quella spilla di metallo che hai lì accanto al petto. >>
Jim si guardò, e capì che si stava riferendo alla targhetta del suo distintivo stellato.
<< Se lo perdi, ti do in pasto al tuo stesso drago >> lo avvertì, prima di sfilarselo e consegnarglielo.
Il vichingo lo ignorò. Prese l’oggetto e lo sollevò in alto, studiando l’angolazione con occhio critico.
<< Non c’è abbastanza luce >> sibilò << Accendi un po’ di fiamme intorno, principessa! >>
La fronte di Merida si corrucciò in evidente confusione. Il bersaglio era proprio davanti a loro, quindi perché avrebbe dovuto concentrarsi sui loro dintorni?
Ma presto si rese anche conto che non c’era tempo per riflettere sulla questione. Doveva fidarsi di Hiccup, e così puntò le mani verso uno scheletro poco distante e fece fuoco.
La vampata venne alimentata dai composti organici in decomposizione, generando un falò in piena regola.
<< E ora? >>
<< E ora, vediamo se questa gli piace. >>
Detto ciò, il giovane avvicinò la spilla di Jim alle fiamme ed ecco che l’oro ne catturò il riflesso, che subito venne proiettato in direzione del drago.
Dapprima lungo i suoi occhi, disorientandolo e accecandolo, poi tutto intorno a lui. E questi… si mise ad inseguirlo, cercando di catturarlo fra le zampe anteriori.
Merida non poteva credere ai suoi occhi. Un drago – forse la creatura leggendaria più letale conosciuta all’uomo – stava seguendo il semplice riflesso di una luce come se fosse una specie di gatto.
<< Mi stai prendendo in giro? >> borbottò, lanciando un’occhiata laterale a Hiccup.
A dispetto della situazione, al ragazzo sfuggì un sorrisetto. << Credimi, la prima volta ha stranito anche me. >>
<< Lo ammetto, è molto più adorabile quando non cerca di sbranarci la faccia >> commentò Jim.
E malgrado tutto, la principessa dovette ritrovarsi d’accordo. In quel momento, le sembrava quasi che Sdentato fosse tornato il drago affettuoso e leale che aveva incontrato l’anno scorso, libero da qualsiasi influenza maligna.
Forse ora potevano davvero provare a bloccarlo…
All’improvviso, notò un riflesso con la coda dell’occhio. Una freccia colpì la spilletta che Hiccup teneva tra le mani, facendola cadere a terra.
Seguendo la direzione da cui era venuta, la rossa non fu affatto sorpresa di scoprire che era stato Grimmel il fautore dell’attacco.
Il cacciatore di draghi incontrò i loro sguardi truci con un sorriso beffardo.
<< Nessuna regola vieta agli spettatori di contribuire allo spettacolo >> disse Bludvist, un’espressione altrettanto beffarda sul suo viso sfregiato.
Evidentemente, avevano entrambi intuito quale fosse il piano di Hiccup, e così si erano prodigati per frenarlo sul nascere; il ragazzo se ne uscì in una sequela di imprecazioni molto colorite.
<< Ci hai provato, amico >> commentò Jim, raccogliendo con uno sbuffo rassegnato il proprio distintivo per appuntarlo al suo posto << e stava anche funzionando. >>
<< Per l’appunto! >> intervenne Merida << Dobbiamo riprovarci! Ma non possiamo fare niente finché quei due sono lassù, quindi distraiamoli in qualche modo! >>
<< Sono troppo in alto >> considerò l’ufficiale spaziale, mesto << non puoi arrivarci con le fiamme, e dubito fortemente che tirargli addosso qualcosa produrrà qualche risultato. Non credevo che l’avrei mai detto in vita mia… ma ci vorrebbe veramente un miracolo. >>
E, come se l’universo avesse preso le parole del ragazzo sul personale... fu allora che accadde qualcosa che colse tutti i presenti decisamente di sorpresa, che fossero gladiatori, spettatori o membri della cerchia ristretta di Bludvist.
Lo stesso Drago non riuscì a nascondere un’espressione scioccata allo strano suono che si diffuse in tutta l’arena… un suono che Jim non poté fare a meno di comparare alle trombe udite più e più volte durante gli eventi più importanti organizzati dall’Accademia Stellare.
Gli occhi di ogni persona – e pure quelli di Sdentato – seguirono la direzione da cui era partito il suono… e individuarono un adolescente dai capelli bianchi che fluttuava a qualche metro dalla copertura dell’arena, impegnato a suonare una vera e propria trombetta di ghiaccio.
<< M-ma... quello è... >> balbettò Hawkins, sbigottito.
<< Mr Cold!? >> esclamò Merida, stupefatta << Che accidenti ci fa qui!? >>
<< Lo state chiedendo a me!? >>  protestò Hiccup. << Non so nemmeno chi sia! E in nome di tutti gli dèi… come fa a volare?! >>
Inconsapevole – o forse volutamente incurante – di ciò che stavano passando i tre umani, l’oscuro spirito continuò a suonare per qualche altro secondo, poi lasciò cadere la tromba e offrì ai suoi osservatori un inchino aggraziate.
<< Grazie, grazie di cuore, siete tutti fantastici >> disse, le labbra arricciate in un sorriso << Sarò qui tutta la settimana! O forse no, visto quello che io e la mia amica stiamo per fare… ehi! >>
Si scansò di lato, evitando per un soffio una freccia da parte di Grimmel.
<< È così che trattate tutti i vostri ospiti? >> sbuffò, lanciandogli un’occhiataccia << Sappiate che vi siete appena assicurati una sola stella sulla vostra brochure turistica! Ammesso che ne abbiate una… ce l’avete? Aspetta, credo che non sappiate nemmeno cosa sia… ugh… non sono mai stato un asso in storia… >>
<< Chi sei? >> tuonò la voce di Drago Bludvist, mentre questi lo indicava con la sua lancia << E come osi irrompere in questo luogo senza il mio permesso? Hai la minima idea di con chi stai parlando, creatura? >>
Cold alzò il naso in finta indignazione.
<< Non sono una “creatura”, ma uno spirito. E riguardo a chi sono? Beh, puoi chiamarmi Mr Cold >>
Il suo sorriso si fece più feroce. << Alias… la distrazione! Boom! >>
Scoppiò il caos.
L’arena tremò, mentre un’esplosione di ghiaccio e nevischio disintegrava una parte degli spalti, facendo volare detriti e vichinghi in ogni direzione. Allo stesso tempo, una figura femminile saltò di fronte ad un Bludvist sorpreso e lo colpì con un getto di magia invernale, mandandolo a rotolare lungo i posti a sedere sottostanti.
La criocineta si voltò brevemente verso i tre guerrieri nell’arena… rivelando un viso che Merida conosceva assai bene.
<< Elsa!? >> Più la principessa guardava verso gli spalti, meno riusciva a credere ai propri occhi. << Ma che cavolo sta succedendo!? >>
<< Senti, visto che li conosci probabilmente meglio di me, te lo farai spiegare dopo >> sbottò Jim, sbrigativo << A quanto pare, i vostri dèi mi hanno dato retta! >>
Nel mentre, svanito l’effetto della lucina su Sdentato, quest’ultimo era tornato alla carica contro i combattenti dell’arena.
I tre si rifugiarono dietro un cumulo di corpi per ripararsi dalla sua furia infuocata.
<< Ok, qua ci vuole un piano B, non credo che possiamo riprendere col trucchetto del gatto >> affermò Jim.
Hiccup annuì. << Sarebbe solo un effetto temporaneo. Bisogna... >> Prese un respiro profondo. << Bisogna andare più a fondo. >>
L’ufficiale stellare corrucciò la fronte. << Più a fondo quant-… a terra! >>
I tre rotolarono di lato, mentre un’altra palla di plasma esplodeva accanto a loro, sollevando l’ennesima nuvoletta di fumo e detriti.
Con la bocca piena di fango, Merida si sollevò lentamente da terra… appena in tempo per evitare le fauci del rettile, che per un pelo non le staccarono la testa.
Inciampò e cadde all’indietro, sollevando istintivamente le mani e riversando un fiume di fuoco su Sdentato. Si aspettava per lo meno che questo potesse rallentarlo, eppure il drago continuò ad avanzare, ruggendo di rabbia e dolore.
Evidentemente, qualsiasi fosse la natura del suo controllo mentale, stava prevalendo sull’istinto di sopravvivenza. Ora, il suo muso squamato era così vicino da permetterle di scorgere la sua immagine riflessa in quegli occhi verde smeraldo.
Le fauci irte di denti si spalancarono ancora una volta, illuminate da un familiare bagliore bluastro.
Il cuore della ragazza mancò un battito. Era davvero questa la sua fine? Sarebbe morta in quell’arena, lontano dal suo mondo e dalla sua famiglia, per zampa di una bestia che un tempo aveva considerato un suo amico?
Sentì il calore sul suo viso farsi sempre più intenso… e poi, un muro di ghiaccio si sollevò davanti a lei, intercettando il colpo di plasma prima che potesse ridurla ad un ceppo carbonizzato.
<< Ciao, Pel di Carota >> disse una voce fastidiosa accanto a lei << Ti sono mancato? >>
<< Ma tu…!? Ma come!? >>
Merida osservò incredula la figura ghignante di Mr Cold, il bastone teso, segno che era stato merito suo se quel ghiaccio l’aveva protetta. Un momento… le aveva appena salvato la vita!?
Rimase a fissarlo come se fosse un fantasma … e poi gli agguantò il colletto della felpa, portando una mano incandescente di blu vicino al suo volto.
<< Tu, brutto figlio di un mezzo drow! Come sei arrivato qui!? Che cosa stai tramando!? >>
A discapito della sua posizione, tuttavia, Cold si limitò ad inarcare un sopracciglio, mantenendo quel suo sorrisetto impertinente.
<< Come credi che ci sia arrivato? Sono caduto nel portale assieme a voi... e a lei >> aggiunse, indicando la ragazza che al momento stava tenendo impegnati Grimmel e i soldati vichinghi sugli spalti << E no, prima che tu me lo chieda, non è lo stesso Fiocco di Neve che hai conosciuto... ma personalmente, credo sia altrettanto prepotente. >>
Le mise un dito sul naso.
<< Per quanto riguarda la ragione per cui sono qui, che ne dici di discuterne dopo che ci saremo occupati di quel gattone squamato un po’ troppo cresciuto? >>
Indicò Sdentato, che durante la loro conversazione aveva avuto tutto il tempo per aggirare la barriera di ghiaccio... e ora stava fissando entrambi con il chiaro intento di cuocerli a puntino.
La principessa sussultò, quindi recuperò immediatamente il controllo della situazione. << Non riesco a credere di doverti dare ragione! Ma non possiamo ucciderlo, è l’amico di Hiccup! Dobbiamo... bloccarlo! >>
Furono di nuovo tutti intenti a dover scartare di lato per evitare ancora una volta il fuoco incrociato del Furia Buia.
Hiccup prese un respiro profondo. Trovarsi davanti una persona che manipolava il ghiaccio era già strano di per sé… ma dopo aver visto i poteri di Merida, era qualcosa che poteva accettare senza troppi problemi.
E poi al momento stava cercando di restare in vita.
<< Tu, col cappuccio, puoi metterlo in un blocco di ghiaccio? >> gli chiese << Possiamo solo sperare che la tua amica terrà Grimmel e Drago impegnati abbastanza a lungo. >>
<< Oh, io credo che se la caverà >> disse l’Oscuro Spirito, mentre lanciava un sorrisetto alla compagna criocineta. Dopotutto, se c’era una cosa che aveva imparato dai loro continui scontri… era quanto l’ex regina di Arendelle potesse essere agguerrita.

* * *

La folla dell’arena cominciò a fuggire il preda al panico.
Scansandosi di lato, Elsa evitò per un soffio un colpo d’ascia e restituì l’attacco con un potente getto di magia invernale, mandando il vichingo di turno a schiantarsi contro Grimmel.
Approfittando del loro momentaneo stordimento, congelò il pavimento sotto i loro piedi. Gli avversari si ritrovarono così incapaci di mantenere l’equilibrio e ruzzolarono negli spalti sottostanti, permettendole finalmente di concentrarsi verso il suo vero obbiettivo: il Dimensional-Pad e il frammento del Graal tutt’ora incustoditi accanto al trono di Drago Bludvist.
Fece un passo vicino all’artefatto… ma un’improvvisa palla di fuoco la costrinse a retrocedere.
Girando appena la testa, vide un piccolo drago verde che ringhiava verso di lei con sguardo minaccioso, la bocca già illuminata per una nuova vampata.
<< Un Terribile Terrore >> disse una voce graffiante alle sue spalle, facendola irrigidire << Molta gente li considera piuttosto inutili rispetto alla maggior parte dei draghi, ma a me è sempre piaciuto scovare il potenziale anche nelle forme di vita più insulse. E vuoi sapere cosa ho scoperto su di loro? >>
Subito l’ex regina evocò una spada di ghiaccio e si voltò, appena in tempo per intercettare la lancia di Drago Bludvist.
<< Che sono degli ottimi cani da guardia >> ringhiò l’uomo, prima di colpirla allo stomaco con un calcio abbastanza forte da spedirla a terra.
Elsa si sentì mancare il respiro, ma non potè concedersi neanche un secondo per riprendere fiato. Invece scorse una palla di fuoco e rotolò di lato per evitarla, poi sollevò la spada per bloccare un altro assalto ad opera di Bludvist.
<< Non so da dove veniate >> continuò l’uomo << Non so che cosa siete, né perché siate venuti fin qui. Ma una cosa la so per certo! >>
Alzò la lancia e la calò ancora e ancora, spingendo la ragazza in ginocchio.
<< Pagherete per aver osato attaccare i miei domini! >>
<< Questo lo vedremo >> ringhiò Elsa, mentre con la mano libera evocava uno scudo di ghiaccio e lo usava per colpire il tiranno alle gambe, costringendolo a retrocedere. Poi si voltò rapida per bloccare l’ennesima palla di fuoco del Terribile Terrore, il quale si era sistemato di fronte al Dimensional Pad e al frammento del Graal in modo decisamente protettivo.
<< E io che pensavo che questa giornata non potesse peggiorare >> borbottò la criocineta, mentre si preparava a contrattaccare. Ironia della sorte, sperava che a Cold stesse andando meglio che a lei.

* * *

<< SBRIGATEVI! >>
Merida aveva eretto una barriera di fiamme per coprire l’ennesimo colpo di Sdentato, ma l’impatto tra le due vampate fu tale da costringerla in ginocchio.
Al contempo, Cold scrocchiò il collo e puntò il suo bastone in direzione del drago, proprio mentre questi li stava già caricando con un ruggito rabbioso.
<< Sai, non ho mai avuto la possibilità di farla pagare alla tua controparte per tutti i guai che mi ha fatto passare >> disse con tono disinvolto << Suppongo che mi dovrò accontentare di te! >>
Un fiotto di magia invernale eruttò dalla punta dell’artefatto, colpendo in pieno la Furia Buia.
A nulla valsero i tentativi del drago di frenare i suoi effetti. Per quanto si sforzasse di continuare la sua carica, dapprima le sue zampe rimasero incollate al suolo, poi anche il resto del corpo venne ricoperto da una spessa patina di ghiaccio.
Solo la testa rimase libera, e a quel punto il dragone cominciò ad agitarla come una bestia impazzita, scoprendo i denti e ringhiando.
Soddisfatto, Cold si rivolse a Hiccup.
<< È tutto tuo, amico >> disse, facendosi da parte.
<< Sdentato! >>
Il Furia Buia si girò verso di lui, forse riconoscendo il suo nome, ma riprese a ringhiare e a divincolarsi, fissandolo con le pupille verticali dense di uno sguardo assassino.
In quel frangente, il giovane vichingo si rese conto di non sapere cosa fare. Era lì, era intrappolato, e ora? Sapeva soltanto che era doloroso vederlo in quelle condizioni.
Merida aveva ragione. Era tutto ciò che gli rimaneva, ma continuava ad essere usato contro di lui… quando non avrebbe voluto altro che riavere indietro il suo migliore amico.
Ma cosa poteva fare? Come poteva liberarlo dal controllo mentale?
<< Sono così inutile. Tu sei qui, e io non so nemmeno che diavolo fare! Mi dispiace tanto. >>
La voce gli uscì chiara, nonostante fosse spezzata, rammaricata e devastata.
<< È tutta colpa mia. Mi sono arreso. Se solo non ti avessi scacciato... se fossi stato più accorto... e adesso siamo qui. Siamo qui, io e te, come quando ci siamo incontrati la prima volta, in cui... io volevo ucciderti. Ma ora sei tu a voler uccidere me. >>
Gli occhi di Hiccup si ingrandirono di stupore, come se un’illuminazione l’avesse appena colto.
<< Ma tu non l’hai fatto, quella volta. Avresti potuto. Ti avevo intrappolato, ho cercato di ucciderti per la gloria, eppure... ti sei limitato a ruggirmi in facci, perché ero semplicemente un idiota. Tu non sei un assassino, Sdentato. Non lo sei mai stato. Non sei mai stato una bestia feroce, né un’arma malefica! È stato Drago a ridurti a questo, violando completamente la tua mente e i tuoi pensieri. >>
Senza alcuna paura, il ragazzo si avvicinò di più al drago, inginocchiandosi innanzi al suo muso: un gesto che aveva ripetuto tante volte, troppe per ricordarle.
<< Voglio salvarti, dico davvero. Ma non ho alcun potere per farlo... al contrario di te. Tu hai sempre avuto il potere per fare qualsiasi cosa! Mi hai sempre stupito, non hai mai smesso di farlo. Vorrei che... questa fosse una di quelle volte. >>
Piegò il capo e abbassò lo sguardo.
<< So che presto o tardi ti libererai. Mai io non riesco... non riesco più a vederti in questo stato. Fallo. Uccidimi. Saprò di averci provato. Almeno... sono stato con te per l’ultima volta. Io e te, bello. Come ai vecchi tempi. >>
Grosse lacrime gli scorsero lungo le guance.
<< Ti voglio bene, amico mio. >>
Ad ogni parola pronunciata dal giovane vichingo, i movimenti della creatura si fecero sempre più tranquilli, una mera ombra degli scatti rabbiosi e inferociti che lo avevano distinto fino a pochi minuti prima.
Cambiarono anche i suoi ruggiti grotteschi, sostituiti da versi confusi, spaventati, come se non sapesse esattamente cosa stesse succedendo.
Sotto lo sguardo speranzoso di Hiccup, vide le sue pupille da rettile frasi più grandi, ancora e ancora... segno che il controllo mentale di Bludvist stava vacillando, ma aveva ancora bisogno di un’ultima spinta.
Era passato così tanto tempo, pareva quasi surreale… ma la mente del ragazzo sembrò tornare indietro nel tempo, al giorno in cui si erano conosciuti… e al giorno in cui avevano avuto un contatto. Un VERO contatto.
Il loro primo contatto, quello che aveva segnato per sempre la loro amicizia proibita.
Come quel giorno, Hiccup chiuse gli occhi e pose la mano in avanti, verso il muso del drago, una mano tremante ma densa della speranza più pura.
Il drago si bloccò, come se il tempo attorno a lui avesse improvvisamente smesso di scorrere.
Mentre nell’aria riecheggiavano i suono della battaglia circostante, stavolta Hiccup riaprì gli occhi e questi rimasero fissi in quelli del rettile, cercando di scorgere anche solo il più piccolo accenno di riconoscimento nelle sue pupille... non più sottili e verticali come quelle di una serpe, ma grandi, tonde e ricolme di un luccichio familiare.
<< Sdentato... >>
All’improvviso, il ghiaccio che teneva prigioniero il drago esplose in un turbinio di detriti e nevischio, non più in grado di sopportare i suoi continui tentativi di liberarsi.
Le zampe della bestia si abbatterono su Hiccup, spingendolo a terra.
Il cuore del ragazzo cominciò a martellargli nel petto. Aveva fallito. Lui... non era riuscito a far rinsavire il suo vecchio amico.
Ora sarebbe morto in quell’arena, per il fuoco della stessa creatura a cui un tempo aveva risparmiato la vita. Con il tempo, anche l’ultimo Haddock sarebbe stato dimenticato... e della sua linea di sangue non sarebbero rimasto altro che la vergogna dei suoi fallimenti.
Chiuse gli occhi, aspettandosi l’inevitabile calore rovente... e invece, sentì qualcosa di umido e bagnato strusciargli sul viso.
<< Ma che...! >>
Una ruvida lingua rosa, pregna di alito fetido, tempestò il suo volto di bava, assordandolo con uggiolii ringhianti di pura allegria.
<< Sdentato...! Dah, smettila! Lo sai che poi non va più via! >>
Totalmente incredulo, Hiccup si divincolò e si raddrizzò, fissando gli occhi del drago: le pupille si erano ingrandite, aveva ritratto i denti e lo stava fissando con uno sguardo a metà fra l’entusiasmo e la gratitudine.
<< Sei tornato... sei tornato davvero! >>
Il ragazzo gli abbracciò il collo con forza disperata, quasi temesse che potesse sparire da un momento all’altro se l’avesse lasciato, e scoppiò a piangere di sollievo e genuina gioia.
<< Oh, amico... per tutti gli dei! Mi hai spaventato! Non rifarlo! Non farlo mai più! >>
Il drago gli si strusciò affettuosamente addosso, ricambiando la sua stretta, poi il ragazzo gli prese il muso fra le mani.
Il rettile gli restituì un’intelligente, empatica espressione di rassicurazione, poi appoggiò la fronte squamata su quella del suo umano, socchiudendo gli occhi. Stava comunicando una semplice parola: “Grazie”.
Hiccup scosse il capo, sentendosi improvvisamente indegno di quella vista.
<< Mi ero arreso, bello. Credevo di averti perso per sempre. Non sai quanto mi dispiace. >>
Gli abbracciò di nuovo il collo.
<< Ma sono felice che tu sia di nuovo qui. >>
Il drago gemette contento, stringendosi ancora di più al suo vecchio cavaliere, fino a quando un suono di passi non attirò la loro attenzione.
<< Una scenetta davvero commovente >> disse Cold, mentre agitava pigramente il suo bastone, con Jim e Merida al seguito << Ora, che ne direste di andarcene da questo posto? Per quanto sia un fan dei giochi violenti, trovo che le arene siano fin troppo dozzinali... >>
Un sibilo riecheggiò nel colosseo, seguitò da un proiettile che si conficco nel braccio dell’oscuro spirito. Questi non urlò, né emise alcun suono dolorante. Semplicemente fissò il dardo che ora gli spuntava all’altezza del gomito con occhi increduli, un’espressione che fu presto imitata dai tre giovani.
<< Mi sento un po’ strano... >> fu tutto ciò che riuscì a borbottare, prima di cadere al suolo << Auch... credo di avere le gambe addormentate... e non solo... >>
<< Eppure riesci ancora a parlare >> giunse una voce che suscitò un brivido lungo la spina dorsale dei tre umani presenti << Un’impresa piuttosto notevole, considerato che il sedativo di cui è imbevuto quel dardo sarebbe capace di mettere a dormire un Incubo Orrendo nella frazione di pochi secondi. Devi avere una fisiologia piuttosto resistente... credo che mi divertirò a sezionarti, una volta finito con questi due. >>
Tutti e quattro volsero gli sguardi verso una delle ultime persone che avrebbero voluto vedere: Grimmel il Grifagno, la cui balestra era puntata direttamente verso la testa di Sdentato.
<< Oh, ma mi prendi in giro? >> sbottò Hawkins.
<< Salve, capo Haddock... o meglio, ex capo >> sogghignò il Cacciatore << Vi dispiace se mi intrometto? Temo che abbiate qualcosa che mi appartiene. >>
Il Furia Buia prese a ringhiare sonoramente, rizzando tutte le squame lungo la schiena e assottigliando gli occhi.
L’espressione di Hiccup non fu molto diversa, mentre con un gesto plateale scartava di lato, afferrando la prima ascia che gli capitò sotto tiro e puntandogliela contro.
<< L’unica cosa che ti appartiene qui è la tua vita, Grimmel >> sibilò, con uno sguardo impietoso e la voce pacata che tradiva l’odio << Ti consiglio di tenertela stretta. >>
<< Dovresti ascoltarlo >> aggiunse Merida, gli occhi assottigliati e le mani puntate in direzione del Cacciatore << O ti assicuro che sarai cotto alla brace prima di poter sparare il prossimo colpo! >>
<< Oh, io ne dubito, Ragazza Drago >> sbuffò Grimmel, senza mai perdere quel suo sorriso irriverente << Sei veloce, te lo concedo... ma non quanto un dardo. E per vostra informazione, questi sono stati potenziati con un veleno molto più letale rispetto ai sedativi con cui vi ho catturati. >>
Fece un passo avanti.
<< Ma non ho alcun motivo di usarli su di voi. Tutto quello che voglio... è l’ultima Furia Buia >> rivelò freddamente << È l’unica ragione per cui ho lavorato con Drago negli ultimi anni. Sapevo di non poterla uccidere mentre era sotto il suo controllo, così come ero sicuro che prima o poi si sarebbe presentata l’occasione perfetta per eliminarla proprio sotto il suo naso. E indovinate un po’? Quell’occasione si è appena presentata! >>
Hiccup non riusciva a credere alle proprie orecchie. Quell’uomo era letteralmente ossessionato.
<< Ma perché? >> domandò, incapace di potersi trattenere << Che cosa ti ha fatto Sdentato? >>
<< Personalmente? Niente di niente >> ammise Grimmel, con una scrollata di spalle << Ma in fondo... quando mai noi cacciatori abbiamo bisogno di ragioni personali per abbattere gli sputafuoco? >>
I suoi occhi tornarono a scrutare quelli verdi di Sdentato.
<< Conosco la vostra storia, giovane Haddock. Il figlio di Stoick l’Immenso che scelse di risparmiare una Furia Buia, guadagnandosi la sua lealtà! >>
Fece una smorfia sprezzante.
<< Be’, a differenza tua, quando io mi trovai davanti ad una di queste bestie... non esitai nemmeno un istante e la uccisi nel sonno, mentre dormiva >> sputò << Quel semplice atto di coraggio mi rese un eroe nel mio villaggio, dopo che ero stato a lungo deriso e maltrattato a causa della mia... condizione. Qualcosa con cui sono sicuro tu sia familiare. >>
Fece un altro passo avanti.
<< Ma finalmente, la gente era disposta a riconoscere il mio valore! Così decisi di uccidere un’altra Furia Buia... e poi un’altra... e poi un’altra ancora. In verità... beh, le ho uccise tutte! Eccetto lui. >>
Il cuore di Hiccup mancò un battito quando il Cacciatore indicò Sdentato.
<< Una volta eliminato, mi sarò assicurato un posto nella storia come colui che ha sterminato la razza di draghi più letale e pericolosa di questo mondo! Ma non preoccuparti, non lascerò che Bludvist continui con la sua campagna di conquista. >>
Il suo sorriso si fece più accentuato.
<< Dopotutto, le idee di cui si fa portavoce sono pericolose quasi quanto le tue. Usare i draghi come armi? AH! Questi mostri non possono essere controllati, come tu hai gentilmente dimostrato solo pochi minuti fa. Ti tradiranno alla prima occasione! Non posso permettere che il loro mondo si mescoli al nostro... né ora né mai! >>
<< Ti sbagli >> replicò Hiccup, sprezzante << I draghi non sono dei mostri. Non sono niente di diverso dagli altri animali! Ma noi umani abbiamo deciso che la nostra superiorità era determinata dalla loro morte, solo perché erano… migliori. Ci spaventano perché sembrano usciti direttamente dalle leggende dei nostri antenati…  ci spaventa il loro fuoco, che è degno di Surtr e dei suoi Jötnar! Abbiamo vissuto a lungo in equilibrio con le altre bestie di questo mondo, quindi perché non possiamo farlo anche con loro? >>
Mentre fissava Grimmel, il ragazzo aveva acquisito un’espressione nuova, adesso. Di pietà e rammarico.
<< Accusi i draghi di essere mostri… quando sei stato il primo ad essere toccato dalla vera mostruosità: quella degli stessi umani che ti hanno odiato e maltrattato solo perché eri diverso da loro. E che ti hanno convinto che il solo modo per essere accettati fosse l’uccisione non necessaria di altri esseri viventi. >>
Scosse il capo.
<< Cosa c’è da vantarsi di questo, Grimmel? Perché vantarsi di essere nient’altro che un assassino? Neanche i più grandi cacciatori di draghi hanno stima di te, continuano a realizzare libri in cui tu non sei nemmeno accennato. >>
Abbassò l’ascia solo di qualche centimetro.
<< Io non sono affatto come Bludvist. Non ho mai promesso il controllo... ma la fiducia, la lealtà e l’amicizia verso queste creature. Qualcosa che Bludvist ha violato, usando il controllo mentale del suo Alfa. Tutti i suoi draghi hanno agito senza alcuna volontà! Chiunque avrebbe potuto essere al posto di Sdentato, anche i draghi che ti porti dietro. Non sono loro a tradirti alla prima occasione... quella è una connotazione del tutto umana. E tu, proprio ora, ne sei l’esempio calzante! Sei un traditore, un sobillatore e un assassino. Vivi nel tuo mondo dove credi che gli altri siano mostri... ma qui, proprio ora, dinnanzi a me, solo una cosa è evidente. Tu sei il vero mostro! >>
Un pesante silenzio calò tra i due vichinghi. Gli occhi di Grimmel si spalancarono alle parole del ragazzo, animati da un luccichio a metà tra l’incredulo e il rabbioso.
<< Wow >> borbottò Cold, ancora steso a terra << Ti ha proprio fatto una bella ramanzina... >>
<< Zitto, Cold >> sbuffò Merida.
<< Abbassarmi a doverti dare ragione è davvero strano >> commentò Jim con un risolino << ma è stato effettivamente magnifico. >>
Lo sguardo del Grifagno passò tra i quattro ragazzi, poi tornò su Sdentato.
<< Forse hai ragione... o forse no >> sussurrò freddamente << In ogni caso... il tuo amico non sarà qui per scoprirlo! >>
Alzò la balestra per l’ennesima volta, preparandosi a sparare... e fu allora che il fianco opposto dell’arena esplose in un turbinio di schegge e sabbia nera.
Troppo sorpreso per reagire in tempo, Grimmel fu colpito in pieno da un detrito vagante e cadde a terra, perdendo la presa sulla balestra.
Al contempo, Jim e Merida vennero sbalzati indietro dalla potenza dell’onda d’urto, mentre Sdentato si lanciò su Hiccup per coprirlo con le ali.
Gli occhi di Cold – ancora steso a terra - puntarono in direzione dello squarcio appena aperto nell’arena.
Un’alta figura cominciò a materializzarsi in mezzo alla nube di polvere, mentre una pioggia di granelli neri si riversava sull’arena.
<< Oh, no >> borbottò lo spirito invernale, intuendo chi avesse appena messo piede in quella bolgia. Perché conosceva solo una persona nota per usare minuscoli granelli color pece come arma.
Kozmotis Pitchiner camminò con noncuranza attraverso la nuvola di detriti vaganti, occhi gialli che risplendevano nella penombra dell’arena. Con la sua giacca rossa e macchiata di catrame, avanzò senza degnare Cold di un’occhiata, e nemmeno si preoccupò di guardare gli umani a pochi metri da lui, né provò alcun interesse per il drago nero che si era lanciato sul suo cavaliere per proteggerlo.
Il suo sguardo era concentrato sulla sola cosa per cui era venuto… la stessa per cui aveva seguito gli agenti dell’MVI in questa dimensione: il frammento del Graal.
Con un rapido movimento della mano destra, evocò una scala di sabbia nera e cominciò a risalirla fino al trono di Drago Bludvist.

* * *

Sugli spalti, la battaglia tra Elsa e Bludvist stava continuando senza esclusione di colpi. L’improvvisa esplosione della facciata opposta dell’arena aveva offerto ai due avversari giusto qualche secondo per contemplare il loro stato di salute, prima che il desiderio di terminare quello scontro il prima possibile li spingesse a riprendere i rispettivi assalti.
Nonostante i poteri di Elsa, Drago aveva realizzato la sua armatura non solo per resistere al fuoco delle sue bestie… ma anche per sopportare i gelidi attacchi del suo Alfa, in prospettiva ad un potenziale tradimento. Sfortunatamente per l’ex regina, questo aveva fortemente limitato le opzioni in suo possesso, costringendola a fare uso prevalentemente di spade e altre evocazioni di ghiaccio.
E come se la situazione non fosse già di per sé difficile, il Terribile Terrore a guardia del Graal aveva continuato a bersagliarla con palle di fuoco a distanza, costringendola a combattere su due fronti.
Gli assalti di Bludvist erano rapidi, implacabili, potenziati dalla sua stazza imponente. A lunga andare, dubitava che sarebbe riuscita a continuare senza prendersi qualche bruciatura…
<< Posso interrompervi? >> giunse una voce melliflua che la frenò sul posto.
Lentamente, sia lei che il suo avversario si voltarono… e i loro occhi incrociarono quelli dorati di un individuo che la ragazza conosceva fin troppo bene. Dopotutto, era la ragione dietro a tutta questo macello.
<< Chi sei? >> ringhiò Drago << Un altro straniero giunto su queste terre per sfidare il mio dominio? >>
<< Affatto >> rispose Kozmotis, con tono di voce impassibile << Vi assicuro che non ho niente a che fare con i responsabili di tutta questa deplorevole situazione. In quanto a chi sono, il mio nome è Kozmotis Pitchiner… e sono venuto qui per quello. >>
Indicò il frammento del Graal. << Consegnatemelo… e me ne andrò di qui senza recarvi altro disturbo, ve lo prometto. >>
Il signore della Guerra strinse gli occhi e puntò la sua lancia verso questo nuovo intruso.
<< Se pensi davvero che ti permetterò di derubarmi, straniero, allora temo che tu sia mio nemico tanto quanto questi scocciator-… >>
Un viticcio di sabbia nera esplose dall’ombra dell’uomo, colpendolo con tanta forza da spedirlo attraverso gli spalti.
<< Odio quando non si riesce a raggiungere un accordo >> sbuffò l’ex Generale, mentre avanzava verso il Graal.
Subito Elsa tentò di colpirlo alle spalle, ma un torrente di granelli color pece la investì prima che potesse anche solo abbassare la sua spada, facendola cadere nell’arena. Un destino simile toccò al Terribile Terrore a guardia dell’artefatto, il quale aveva già spalancato le fauci per attaccare questa nuova minaccia al suo tesoro.
Purtroppo per lui, un sottile viticcio lo costrinse a chiudere la bocca con un forte schiocco, poi ne bastò un altro per lanciarlo alle spalle di Kozmotis.
L’uomo afferrò il frammento e cominciò a rigirarselo tra le mani.
<< Finalmente >> sussurrò << Dopo tutto questo tempo… un primo passo verso la vittoria. >>
E con quelle parole pronunciate, prese un globo dimensionale da sotto la veste e lo lanciò di fronte a sé, evocando un portale.

* * *

Grimmel aprì lentamente gli occhi, sentendo un forte fischio che gli martellava le orecchie.
Si portò una mano alla testa e toccò qualcosa di umido e vischioso... sangue. Era stato ferito, ma visto che era ancora capace di distinguere i suoi dintorni intuì che non era qualcosa di grave.
Non sapeva cosa fosse appena successo, e francamente non gli importava. Tutto quello che voleva al momento... era assicurare la morte dell’ultima Furia Buia.
Guardandosi attorno, lo vide con le ali disposte a formare una specie di guscio, forse per proteggersi. E vide anche la sua fidata balestra a pochi passi da lui, così cominciò a strisciare per prenderla.
Ma di colpo, intravide una gamba che sferrò un poderoso calcio all’arma, gettandola inevitabilmente fuori portata.
Non fece in tempo a registrare quell’avvenimento… che un poderoso pugno gli fece sputare sangue.
<< Sai che avevi ragione, fetente? >> sibilò Merida << Sono veloce, ma non solo! Picchio anche molto forte, e tu sicuramente sei un ottimo manichino! >>
Con un ringhio rabbioso, Grimmel le diede un calcio alla pancia. Entrambi rotolarono a terra, cercando di orientarsi nella nube di polveri.
Il Grifagno la afferrò per la gola, al che Merida lo colpì con un altro pugno in viso, facendogli cadere un dente. E quando l’avversario aumentò la presa, ecco drizzò la schiena e gli tirò una forte testata sul naso, rompendoglielo.
Grimmel indietreggiò, e le mani della ragazza si illuminarono di fiamme... ma l’uomo fu rapido a contrattaccare e si lanciò contro di lei, riportandoli a terra.
La vampata di fuoco azzurrò sparò verso il cielo, innocua, e ancora una volta le mani del Cacciatore si ritrovarono avvolte attorno al collo della rossa.
<< Sai, non ho mai ucciso una ragazza drago in vita mia >> sputò, gli occhi illuminati da un folle luccichio << Ma in fondo, c’è una prima volta per tutto! Credo proprio che ti rivelerai una preda indimenticabile... >>
Un forte sbuffo risuonò alle sue spalle. Finì strattonato per il proprio mantello e gettato in un angolo.
Sdentato aveva nuovamente perso ogni aspetto di tenerezza e giocosità: sembrava tornato sotto il controllo di Bludvist, ma Grimmel intuì che non fosse così. Il drago stava semplicemente provando un’emozione molto “umana”: la rabbia, l’odio e il desiderio di vendetta, accompagnati dal sempiterno istinto di protezione verso il suo umano.
Ma adesso, l’animo di Sdentato ardeva di rancore. Lui era l’ultima Furia Buia per colpa del cacciatore, e adesso ne aveva le prove certe.
Ringhiò mostrandogli le fauci affilate e le pupille assottigliate, avanzando inesorabilmente nella sua direzione.
Grimmel si tese, improvvisamente insicuro su come procedere.
Per la prima volta dall’inizio di quello scontro, le probabilità di vittoria non erano più a suo favore. Senza la sua fidata balestra e i dardi velenosi, come poteva affrontare una Furia Buia adulta?
“Niente panico” pensò, cercando di mantenere i nervi saldi “Sei scampato a situazioni ben peggiori. Puoi ancora ribaltare la situazione…”
<< Andiamo, ragazzone >> disse con un sorriso apparentemente cordiale << Non vorrai mica uccidermi, vero? Che cosa ne penserebbe il tuo prezioso cavaliere umano... >>
Sollevò la mano sinistra in un gesto conciliante, mentre quella libera vagò fino al coltello che teneva all’altezza della vita.
<< Lui non vorrebbe che ci ammazzassimo a vicenda, giusto? No, lui vuole solo che draghi e umani imparino a vivere... insieme! >>
Si alzò in piedi, il coltello sollevato e pronto a colpire l’occhio del drago... ma non ne ebbe la possibilità.
La bocca di Sdentato si illuminò di viola e liberò un lampo.
Merida, istintivamente, distolse lo sguardo e serrò le palpebre. Aveva capito subito cosa stava per succedere, forse sin da quando il drago era apparso.
Udì il botto di ripetute palle di gas, le urla prolungate del cacciatore, il ruggito, il fumo che si innalzava.
Così terminava la vita e la carriera del Grifagno: per zampa dell’ultimo delle Furie Buie, che per tutti quegli anni aveva costretto a commettere azioni orribili contro la sua volontà, con l’appoggio e la complicità di Drago Bludvist.
La principessa, sebbene inquietata, non poté biasimare Sdentato fino in fondo: anche in punto di morte, quell’uomo aveva mostrato la propria natura infida. E solo il cielo sapeva cosa avevano lasciato tutti quegli anni nella mente del Furia Buia: ancora una volta, lui e Hiccup erano molto simili.
Il giovane Haddock si avvicinò proprio quando il fumo si diradò.
<< Stai bene? >> domandò a Merida.
La rossa annuì, quindi gli indicò Sdentato e quello che aveva fatto, curandosi di non guardare troppo. Si concentrarono entrambi principalmente sul Furia Buia.
Il drago stava tremando, spaventato e guaente come un animale ferito: probabilmente, si era reso conto di quel che aveva fatto, ed era in profondo conflitto, divorato dal senso di colpa.
Era sempre stato molto empatico e tendenzialmente pacifico, quando non si trattava di difendere Hiccup e i suoi cari. Per quanto avesse avuto una motivazione solida, quell’azione non era da lui.
Quello era il primo omicidio che commetteva senza alcun controllo mentale, la prima volta che aveva provato un desiderio vendicativo che l’aveva spinto al punto di uccidere.
Istintivamente, Hic lo abbracciò, accarezzandogli il capo cercando di calmarlo.
<< Va tutto bene, bello. Lo so >> mormorò << Mi dispiace tanto. Però… non meritava un trattamento migliore. >>
<< E poi stava per uccidermi >> lo incoraggiò Merida, toccata << e stava per uccidere anche te, testa di squame. Se non avessi agito in quell’istante, le Furie Buie sarebbero scomparse per sempre. >>
Il drago annuì appena, e questo la fece sorridere almeno un po’
Eppure, nonostante questa situazione fosse stata risolta… la ragazza aveva come la sensazione che avessero comunque perso.
 
* * *

In un altro universo

Il corpo di Tigre venne gettato di forza all’interno della prigione, ricadendo con un sonoro tonfo.
Subito la felide si rimise in piedi e caricò contro le sbarre, ringhiando, ma la porta era già stata chiusa.
<< Goditi la tua ultima notte, gattina >> sogghignò il Capo Lupo, lo stesso che aveva assalito il villaggio in compagnia di Shen << Oppure passala nella consapevolezza che domani perderai la testa. A me non importa davvero! >>
E pronunciata quell’ultima beffa, lui e il resto dei suoi sottoposti scoppiarono a ridere e cominciarono ad allontanarsi, lasciandosi dietro la maestra di kung fu... e la ragazza umana con cui avrebbe condiviso la cella.
Tigre ruggì e si scagliò di nuovo contro le barre, ma non poté fare altro che scuoterle inutilmente. Nell’istante in cui provò ad evocare il chi, questo non le rispose.
Sconsolata, si girò e vide la compagna, esibendo un’espressione di sorpresa e letizia.
<< Adora! >> esclamò << Stai bene? >>
La ragazza sollevò le mani, mostrando i ceppi che ora le stringevano i polsi, identici a quelli che anche la felina aveva in quel momento.
<< Poteva andarmi peggio. Sono stati così gentili da regalarmi questi >> rispose con una buona dose di sarcasmo << A quanto pare sono progettati per bloccare il chi degli esseri viventi... ma sembra che funzioni anche con la magia, e così sono tornata ad essere una normalissima umana. >>
La guardò con preoccupazione.
<< Tu come stai? Quando non ti ho vista, ho pensato che... sì, insomma... >>
Tigre scosse il capo.
<< Per un po’ ho pensato che sarebbe successo, ma Lord Shen è famoso per essere molto teatrale. Mi ha chiesto... di unirmi a lui. E quando ho rifiutato, ha deciso di eseguirci tutte e due in pubblica piazza. >>
Si lasciò cadere rannicchiata, poggiando i gomiti sulle ginocchia, la coda che si agitava nervosamente.
<< Mi dispiace, Principessa. Non avrei mai voluto che capitasse niente a nessuno di voi. >>
Adora sorrise tristemente alla felide.
<< Non è colpa tua >> le disse << Sapevamo a cosa ci saremmo iscritti se avessimo cominciato a lavorare per l’MVI. Tu volevi solo aiutare dei villeggianti indifesi, no? La colpa è solo di quel mostro. Avrebbe potuto usare tutto quel potere per aiutare gli altri e invece... >>
Abbassò lo sguardo.
<< Invece lo ha usato solo per distruggere. >>
<< Lo so. >>
Tigre la scrutò intensamente con i suoi occhi gialli.
<< Tuttavia... ho pensato per un istante che avrebbe potuto funzionare. Ma ancora una volta ha rivelato il suo vero volto. >>
<< Le persone come lui non cambiano mai >> sospirò la bionda, mentre si lasciava cadere sul muro della cella << Non fraintendermi, credo che nel multiverso esistano cattivi che possano essere riscattati. Individui che si erano lasciati corrompere dall’oscurità perché non avevano scelta, oppure perché convinti che fossero nel giusto... >>
Alzò lo sguardo in direzione del soffitto.
<< E poi ci sono persone che vogliono solo veder bruciare i mondi. Credimi io... io lo so bene. O almeno, meglio di molti altri. >>
<< Non ne hai mai parlato >> notò la maestra di kung fu, sedendosi a gambe incrociate << Sei sempre stata molto vaga sul tuo passato. L’ho sempre rispettato, perché non ero molto diversa da te. Ma ora sembra che tu abbia un gran bisogno di parlarne. >>
Adora s’irrigidì come un cervo catturato dal bagliore della luna.
Per un attimo, Tigre temette di essere andata troppo oltre... almeno finché la ragazza non rilasciò un altro sospiro, quasi rassegnato.
<< Certo, perché no? >> borbottò << Questa potrebbe essere la mia ultima notte. Tanto vale essere sincera con la persona con cui la passerò. >>
Chiuse gli occhi.
<< Il suo nome era Hordak, l’Oscuro Signore... e per gran parte della mia vita, è stato la cosa più vicina ad un padre che abbia mai avuto. >>
Tigre spalancò le palpebre, stupefatta. Certamente, quella era l’ultima cosa che si aspettava di sentire.
<< Ma, credevo... che tu fossi una principessa della luce, o qualcosa del genere. >>
La ragazza fece un sorriso amaro.
<< Non lo sono sempre stata >> ammise << In verità, non sono davvero sicura da dove vengo. Hordak era un conquistatore intergalattico con un potere enorme, che si divertiva a collezionare pianeti e popoli da sottomettere al suo volere. Perché? Semplicemente perché lo faceva sentire bene >> sputò << Amava il pensiero della paura che instillava nei cuori e nelle menti di coloro che sottometteva al suo controllo. E ogni tanto, per un capriccio che non sono mai riuscita davvero a comprendere... prendeva un bambino dai pianeti che conquistava e decideva di allevarlo assieme al suo braccio destro, un’orribile e oscura strega di nome Tessitrice d’Ombra. >>
Il pelo della felina si rizzò sgradevolmente, segno di come stava pian piano venendo coinvolta in quella storia.
<< Come hai potuto diventare... be’... quello che sei? >>
<< Non è stato facile >> fu la cupa risposta della guerriera << Come puoi immaginare, non erano esattamente dei genitori modello. Hordak, in particolare, vedeva qualsiasi forma di gentilezza o altruismo come debolezza. Voleva che fossimo soldati, assassini in grado di eseguire i suoi ordini senza il minimo accenno di esitazione o compassione. E se non fosse stato per una mia amica, probabilmente sarei diventata proprio questo. >>
Tigre si mosse a disagio.
<< Una volta mi hai  accennato di averne avuti parecchi. Di amici, intendo >> disse, con una certa esitazione.
A quelle parole, un sorriso appena accennato si dipinse sulle labbra della bionda.
<< Ne ho avuti, sì. I migliori che avrei mai potuto desiderare... come Bow, l’arciere, sempre pronto a cogliere il meglio da ogni situazione, impavido e altruista in ogni cosa che faceva. Oppure Glimmer... cara, dolce Glimmer, la cui gentilezza e buon cuore non erano secondi a nessuno. >>
Il suo sorriso si spense.
<< E poi c’era... Catra, la mia prima amica. Anche se per molto tempo siamo state su fronti opposti, e in non poche occasioni abbiamo tentato di ucciderci a vicenda. >>
La felina la scrutò con un sorrisetto sarcastico.
<< Non stupirtene, Principessa. Le amicizie più solide si rinsaldano molto spesso con avvenimenti del genere. >>
La bionda non riuscì a trattenersi dal ridacchiare.
<< Quanto hai ragione. Ricordo ancora quando cercava sempre di nascondermi la spazzola per i capelli solo per costringermi a giocare con lei... o quando scambiò il mio dentifricio con del sapone solo perché le avevo lanciato addosso dell’acqua. Cavoli, aveva passato tutta la notte a sibilarmi contro! E non perdeva mai occasione di sedersi sopra di me e stuzzicarmi con la sua cod-... ehm... lasciamo perdere >> aggiunse con un rapido borbottio.
Tigre si raddrizzò appena, convinta di aver sentito male.
<< Come, prego? >>
<< Be’, ehm... lei era per metà gatto >> spiegò Adora << Penso che la sua specie si chiamasse Thundera, o qualcosa di simile. Le piaceva molto strofinarmi la sua coda sul naso per darmi fastidio. >>
<< Interessante. >>
La felina inarcò le sopracciglia. << Ma anche piuttosto... intimo. >>
Le guance della ragazza si tinsero completamente di rosso.
<< Ecco... lo eravamo >> borbottò con voce a mala pena udibile << Intime, intendo. Non eravamo  ancora fidanzate o altro, ma non perché non lo volessimo, solo... be’, sai come va... la guerra e tutto il resto, non abbiamo davvero avuto occasione di parlarne come si deve... ma mi piaceva tantissimo, e io piacevo a lei. >>
<< Capisco. >>  Tigre annuì, comprensiva. << E dopo cos’è successo? >>
A quella domanda, il volto di Adora tornò una maschera di pietra.
<< Dopo ci siamo ribellate. Entrambe, anche se per lei ci è voluto un po’ di più. Sono diventata She-Ra dopo aver trovato e impugnato la Spada di Greyskull. Insieme ai miei compagni abbiamo creato un’alleanza per sconfiggere Hordak prima che potesse richiamare la sua forza d’invasione sul pianeta Etheria... e abbiamo perso. >>
Questa volta, il ridacchiare che fuoriuscì dalla bocca della bionda fu tutt’altro che allegro... bensì amaro come lacrime appena versate.
<< Tutti persero >> sussurrò << Non c’è più nessuno. La mia nuova famiglia, i miei amici... perfino quel cielo arancio bruciato che ogni giorno ci salutava dall’alto del pianeta. Tutto andato. >>
Strinse le mani a pugno.
<< Ed è... colpa mia. Perché all’epoca non fui abbastanza forte per fare ciò che doveva essere fatto. >>
Rimase per qualche istante in silenzio, combattuta.
<< Avevo Hordak a portata di mano >> continuò << Ero pronto a dargli il colpo di grazia... ma esitai, perché nei suoi occhi vidi colui che per anni mi aveva allevata. Un essere freddo e crudele... ma che per molto tempo era stato anche la mia unica famiglia. >>
Calde lacrime cominciarono a raccogliersi attorno agli occhi della ragazza.
<< E così abbassai la spada, perché volevo essere migliore... perché volevo dimostrargli che la compassione non era una debolezza. E lui ne approfittò! Mi attaccò a tradimento e uccise Catra di fronte ai miei occhi... ridendo, mentre le faceva un buco in petto con il suo scettro. >>
Tigre trasalì. Certamente la parte in cui avrebbe raccontato la morte dei suoi amici sarebbe stata dolorosa, ma non poteva minimamente immaginare quanto.
Le si avvicinò molto lentamente, osservandola piangere con un’espressione conflittuale. Poi, lentamente, allungò una zampa e la avvolse attorno alle sue spalle.
La ragazza si lasciò cullare da quel semplice - quanto necessario - gesto di conforto, e affondò il viso nella spalla della guerriera.
<< E non si è fermato a Catra >> continuò, stancamente << Ha ucciso tutti i miei amici, uno dopo l’altro... ma non me, perché voleva che assistessi al suo inevitabile trionfo. Era sul punto di attivare il portale con cui avrebbe richiamato la sua flotta... e così, capendo di non aver altra scelta, mi lanciai contro di lui in un attacco da cui non credevo che sarei sopravvissuta. >>
Si asciugò il naso e tornò a guardare la felina negli occhi.
<< Ho infilzato Hordak con la spada... siamo caduti entrambi nel portale senza protezioni e... >> si strinse nelle spalle << Proprio come accadde ad Hiro, rimasi bloccata nel vuoto tra le dimensioni, finché la MVI non mi trovò. Il resto, come si suol dire, è storia. >>
La maestra di kung fu rimase a lungo in silenzio, limitandosi ad accarezzarle i capelli con una delicatezza inusuale negli artigli.
<< So benissimo come ti senti >> dichiarò, in un sussurro << Fin troppo bene. Shen mi ha portato via tutti quelli che amavo. La cosa peggiore? >>
Sospirò, spostando lo sguardo altrove.
<< Il mio migliore amico ha avuto la tua stessa pietà... e lui gli ha fatto fare la stessa fine della tua amata. >>
<< Quindi è questa la lezione? >> ribatté la ragazza, distogliendo lo sguardo << I nostri avversari non meritano alcuna pietà e dovremmo ucciderli tutti alla prima occasione? Non credo che mi piacerebbe vivere in una realtà del genere. >>
<< Non è questa la lezione da imparare. >>
La voce della tigre, intrisa di insospettabile calma, adesso sembrava effettivamente quella di una placida, saggia maestra di kung fu.
 << Lo hai detto tu stessa: esistono persone che quando tendi loro la mano, c’è la possibilità che la prendano. Altri, invece... no, e a volte, la loro sola esistenza provoca più dolore che altro. Solo in quel caso non si dovrebbe avere alcuna pietà. >>
Scosse il capo e si guardò la zampa, come se, in qualche modo, stesse parlando anche a se stessa, oltre che ad Adora.
<< Ma, in ogni caso, noi non siamo responsabili delle loro azioni. Mai. Tutto ciò che fanno, ai danni di qualcuno... è sempre, e comunque, una loro scelta, e quindi una loro colpa. La nostra sola responsabilità, in questi casi… è la necessità di farci avanti, e usare tutte le nostre capacità per poterli fermare. >>
Adora rimase in silenzio... poi annuì lentamente.
<< Allora mi rifiuto di sottomettermi alla loro crudeltà! >> esclamò.
Non stava pensando solo a Shen... ma anche a Vader, colui che aveva ucciso tutte quelle persone innocenti davanti a lei, come se niente fosse.
<< Mi rifiuto di piegarmi al loro desiderio di fare del male! Usciremo da questa situazione come abbiamo sempre fatto... e li prenderemo a calci nel sedere! >>
Tigre le sorrise, sentendosi invadere da nuova determinazione.
<< Sì… questo potrei farlo. >>
Ma avrebbero davvero avuto la forza per uscire da questa situazione? Purtroppo per entrambe, quella era una domanda a cui avrebbero trovato risposta solo al mattino.




 

Riusciranno a scamparla? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Vi è piaciuta la battaglia nell’arena? Ci abbiamo lavorato molto per dare il giusto spazio a tutti i personaggi, quindi diteci se ne siete rimasti soddisfatti. In particolare per quanto riguarda il confronto finale tra Hiccup e Sdentato, volevamo renderlo memorabile quanto quello del film pur senza fare un copia-incolla della suddetta scena. E ci auguriamo che anche il confronto finale con Grimmel sia stato d’impatto!
Abbiamo anche deciso di esplorare il passato di Adora e il suo rapporto con la propria nemesi, aka Hordak (in foto), il maestro di Skeletor nel franchise di He-Man, fondendo elementi sia dal reboot netflix che dai fumetti/serie anni 80.
E ora Kozmotis ha un frammento del Graal… ed è un passo più vicino al raggiungere il suo obbiettivo.
  
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