Prompt: 37. Personaggio A e personaggio B si chiudono in un’aula per baciarsi
Nell'aula di informatica
Yusaku
aveva immaginato tante cose legate al mondo delle superiori, ma mai tra
queste gli era balenata in testa l'idea di trovare l'anima gemella.
Impegnarsi in una relazione non rientrava nei suoi piani di studente del primo anno, anzi, era forse quanto di più lontano potesse esserci da lui che spesso si esprimeva a monosillabi o solo con qualche cenno del capo.
Eppure era successo.
E cielo, era quanto di più bello gli fosse mai capitato nella vita: Ryoken frequentava il terzo (e ultimo) anno, caratterialmente era il suo esatto opposto e proprio per questo Yusaku sentiva che si completavano a vicenda.
Frequentavano entrambi il club di informatica ed era proprio lì che si erano conosciuti: tra monitor, software e algoritmi, ciò che di più oggettivo e artificiale c'era al mondo.
Come fossero passati dal semplice salutarsi al rinchiudersi nell'aula di informatica ancora vuota pochi minuti prima l'inizio delle attività del club era dato saperlo solo a loro, che ormai erano diventati una coppia a tutti gli effetti e le cose si facevano sempre più serie giorno dopo giorno.
Quel pomeriggio Yusaku aveva il respiro mozzato: aveva corso troppo durante l'ora di educazione fisica e il suo corpo ne stava ancora risentendo.
Però le labbra di Ryoken erano lì, a pochi centimetri dalle sue, e chi era lui rifiutare un altro bacio?
L'aula di informatica era avvolta nella penombra e mai come in quel momento la cattedra parve un giaciglio invitante sul quale poggiarsi.
«Sono esausto» ansimò dopo il bacio, sedendosi sulla superficie liscia.
Ryoken si parò nuovamente di fronte a lui e gli cinse i fianchi con garbo.
«Non mi sembra» disse, poggiando la fronte sulla sua.
Yusaku sbuffò, senza però nascondere una punta di divertimento. «Credo che stiamo pensando a due attività fisiche molto diverse, io e te».
«E tra le due quale preferisci?»
Yusaku impiegò una frazione di secondo per rispondere: attirò Ryoken a sé per avere un contatto intimo maggiore e lo baciò senza dire una parola.
Tra il fare venti giri di campo e baciare Ryoken, era palese che la seconda opzione avrebbe vinto sempre.
Impegnarsi in una relazione non rientrava nei suoi piani di studente del primo anno, anzi, era forse quanto di più lontano potesse esserci da lui che spesso si esprimeva a monosillabi o solo con qualche cenno del capo.
Eppure era successo.
E cielo, era quanto di più bello gli fosse mai capitato nella vita: Ryoken frequentava il terzo (e ultimo) anno, caratterialmente era il suo esatto opposto e proprio per questo Yusaku sentiva che si completavano a vicenda.
Frequentavano entrambi il club di informatica ed era proprio lì che si erano conosciuti: tra monitor, software e algoritmi, ciò che di più oggettivo e artificiale c'era al mondo.
Come fossero passati dal semplice salutarsi al rinchiudersi nell'aula di informatica ancora vuota pochi minuti prima l'inizio delle attività del club era dato saperlo solo a loro, che ormai erano diventati una coppia a tutti gli effetti e le cose si facevano sempre più serie giorno dopo giorno.
Quel pomeriggio Yusaku aveva il respiro mozzato: aveva corso troppo durante l'ora di educazione fisica e il suo corpo ne stava ancora risentendo.
Però le labbra di Ryoken erano lì, a pochi centimetri dalle sue, e chi era lui rifiutare un altro bacio?
L'aula di informatica era avvolta nella penombra e mai come in quel momento la cattedra parve un giaciglio invitante sul quale poggiarsi.
«Sono esausto» ansimò dopo il bacio, sedendosi sulla superficie liscia.
Ryoken si parò nuovamente di fronte a lui e gli cinse i fianchi con garbo.
«Non mi sembra» disse, poggiando la fronte sulla sua.
Yusaku sbuffò, senza però nascondere una punta di divertimento. «Credo che stiamo pensando a due attività fisiche molto diverse, io e te».
«E tra le due quale preferisci?»
Yusaku impiegò una frazione di secondo per rispondere: attirò Ryoken a sé per avere un contatto intimo maggiore e lo baciò senza dire una parola.
Tra il fare venti giri di campo e baciare Ryoken, era palese che la seconda opzione avrebbe vinto sempre.
Anche perché Yusaku non si sarebbe stancato mai di quelle labbra dal sapore di infinito.