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Autore: Hisae Nihil    11/06/2023    1 recensioni
"«Sei morto...»
«Molti anni fa, mia signora»
«E... N'è valsa la pena?» "
Ho scritto questa storia per noia e capriccio, ho voluto provare ad inoltrarmi un po' nell'eternità di un certo vampiro di nostra conoscenza e vestirlo di una promessa che forse, a cuor leggero avrebbe anche potuto stringere.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alucard, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aveva un lungo cappotto rosso colui che attendeva seduto sulla gradinata esterna di una chiesa abbandonata a sé stessa, aveva un'armatura di ferro mentre il vento gli sferzava i capelli di tenebra colui che attendeva seduto sugli scalini di qualcosa che non aveva incontrato il tempo, aveva un cappotto bianco colei che assisteva alla rovina tra fuoco e fiamme.
Al crepuscolo attendeva in una promessa che non aveva peso.
Sempre lo stesso giorno, dello stesso mese.
Le persone gli passavano davanti nella loro routine. Il tempo mutava, il mondo con esso, forse alla fine dei giorni qualcosa sarebbe mutato, od un ricordo avrebbe iniziato a sbiadire.
La pioggia al tramonto si tingeva di sangue, brillava e s'incendiava, le pozzanghere andavano a formarsi a discapito di coloro che le calpestavano nel correre nel loro cercar di scampare a quegli stiletti gentili, ciononostante come una statua attendeva, il tempo non avrebbe eroso niente ed anche quel giorno sarebbe passato, l'orizzonte ne stava tracciando la fine e le gocce di pioggia battevano i secondi, come se niente di tutto quello avesse più significato
E se non mi vedrai apparire, sarà il tempo sbagliato” Le parole andavano perse col passare delle stagioni, e d'inverni se n'erano susseguiti d'innumerevoli.
Le luci dei lampioni iniziarono a sfarfallare nel loro iniziare ad accendersi per prender il posto del sole come misere stelle incastrate in terra, le fiamme delle torce che un tempo bruciavano l'aria avevano più poesia, persino nel loro consumarsi voraci.
Ma infine rimaneva solo lui
«Sta per calare la sera creaturina» Probabilmente si stava aggrappando ad un'illusione perdurata sin troppo, alle volte era meglio arrendersi e basta...
Arrendersi, che pessima parola, non gli pareva nemmeno rientrasse nel suo vocabolario. Un leggero sorriso gli curvò le labbra, i secondi continuarono a venir contati ed il giorno stava terminando la propria fuga.
“Tempo sbagliato, di nuovo” Per quanto ancora avrebbe inseguito quell'utopia? I ricordi non potevano perdurare così a lungo, le promesse svanivano come neve al sole tra gl'infiniti granelli di sabbia di una clessidra senza tempo.
Volse lo sguardo al cielo, i suoi occhiali ne rispecchiavano i colori, le sue memorie ne tracciavano i contorni.

 

Una pozzanghera venne calpestata senza la fretta dovuta alla corsa ed un sospiro leggero rubò l'attenzione di chi era ormai prossimo ad andarsene. I ricordi sbiadivano, ma forse non i suoi.
Una ragazza si era fermata dinnanzi a lui, a separarli solo qualche gradino di pietra sbeccata; aveva dei lunghi capelli castani che le si erano attaccati al corpo a causa della pioggia che ancora ne imperlava le ciocche come preziose gocce di luce, la pelle pallida e gli occhi verde muschio, specchio dei suoi, che lo guardavano
«Hai aspettato... Per tutto questo tempo...» Le tremavano le labbra mentre si piegavano in un sorriso, sebbene fosse in procinto di piangere
«Lo stesso giorno dello stesso mese. Come promesso» La ragazza si nascose gli occhi con le mani, delle lacrime iniziarono a rigarle il viso
«Mi dispiace...» Singhiozzò, mentre lui accorciava la distanza tra loro, scendendo quei blandi gradini con un'eleganza che al mondo non era più dato contemplare «Scusami se c'ho messo... Così tanto...» La strinse a sé senza dire una parola, era così alto da riuscire a ripararla in parte dalla pioggia, al che lei si lasciò andare, stringendo i suoi vestiti tra le dita, piangeva delle lacrime che sapevano di tristezza e felicità
«Ho l'immortalità dalla mia parte... Creaturina» La giovane ebbe un tuffo al cuore a quel nomignolo
«Sono passati... Così tanti anni...» Era così carina mentre piangeva preoccupandosi per cose futili
«E con questo?» Non gli rispose, stringendo con più forza ciò che lo vestiva, prima d'alzare il viso verso quello chino di lui. Lei aveva gli occhi gonfi ed arrossati, stavano ancora lacrimando senza rumore, erano così pieni di vita che gli fece quasi male guardarli, la ragazza allungò le mani sino ai suoi occhiali da sole, sfilandoglieli, ritrovandosi incantata ad ammirare quelle iridi di sangue con la pupilla leggermente allungata; gli occhi di un mostro avrebbe detto chiunque, ma anche quando gli accarezzò il viso sino alle labbra, scoprendo per curiosità una le zanne che si celavano nella sua bocca, lei non vi vide altro che l'uomo con cui aveva stretto quella promessa piena d'incertezze.
«All'epoca i tuoi occhi avevano un colore diverso...»
«Lo so» Gli umani avevano una memoria effimera, ma dei frammenti delle vite passate riuscivano a rimanervi incastrati
«È stata... Colpa mia?» Una mano era andata a posarsi sul suo petto, dove il cuore era divenuto muto da tempo immemore, al che lui coprì quell'esile arto con la propria mano guantata, un gesto delicato e per niente in linea con il sicario ch'era
«No» La vide deglutire a secco, la pioggia stava cessando e le tremavano ancora le labbra, avrebbe rischiato di buscarsi un malanno, lei era ancora viva dopotutto
«Sei morto...»
«Molti anni fa, mia signora»
«E... N'è valsa la pena?» Aveva così tante cose da chiedergli, la memoria quando tornava lo faceva tutt'ad un colpo, anche s'era vecchia di secoli. Ma lui ricordava, una maledizione, un passato che lo soffocava, ricordava quando non aveva potuto salvarla ed era morta tra le sue braccia quando lui era ancora in vita
«No» Non n'era valsa la pena, ma in quel momento poteva anche non aver importanza.
Si chinò su di lei
«Creaturina...» Le loro bocche erano distanziate solo da un mero filo d'aria
«Sì?»
«Non morire più» Quale desiderio egoista si fuse alla voce peccaminosa del vampiro, prima che facesse fondere le loro labbra in un dipinto che solo il sangue avrebbe potuto imprimere su tela.


Angolino indiscreto:
Sì, mi odio per esser andata Off Character...

   
 
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