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Autore: Milly_Sunshine    11/06/2023    4 recensioni
PARODIA DELLE FIABE TRADIZIONALI - Spesso si dice che le fiabe siano un male per l'indipendenza femminile, perché "insegnano alle bambine a sposare il principe azzurro". Mentre c'è chi si scandalizza per i matrimoni, tuttavia, c'è molto silenzio sull'assolutismo, su sistemi di giustizia molto sommari, sulla gente che viene uccisa molto facilmente, addirittura sul cannibalismo, per non parlare dei tanti bambini che vengono prima adottati poi seviziati dalle madri adottive. Questa è una raccolta di fiabe che stravolgono gli stereotipi da fiaba, in modo volutamente nonsense. Il rating è giallo, nonostante i bambini siano abituati a sentirsi narrare di gente decapitata a caso o divorata da creature malefiche. Forse i bambini sono più svegli di quanto pensiamo, ma è meglio non rischiare.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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STORIA DI UNA SARTA CON PROBLEMI DI CATERATTA

C'era una volta, tantissimo tempo fa, in un piccolo borgo di campagna, una giovane sarta a cui tutti volevano bene perché era molto bella e gentile. Tutti i giovani contadini del paese avrebbero tanto voluto sposarla, ma la giovane sarta rispondeva "girlpower! non mungerò le vostre mucche ogni mattina all'alba" e, invece che pensare a un proprio ipotetico matrimonio, si occupava di cucire abiti da sposa per tutte le giovani ragazze del luogo.
La voce si lamentò con l'Autrice(C): «Torniamo sempre al matrimonio e abbiamo appena appurato che il matrimonio è una cosa sbagliatissima. Perché non poteva cucire altri tipi di abito? Non so, indumenti da sera con cui le ragazze del posto andavano a vedere l'Opera?»
«Perché viveva in un borgo di campagna tra gente povera» replicò l'Autrice(C), «Che non andava a vedere l'Opera e non indossava abiti da sera. Comunque non preoccuparti, lo scopo della giovane sarta era potere un giorno ampliare la propria bottega e cucire altri tipi di abito.»
La voce rimase in silenzio, ascoltando narrare del trasferimento della giovane sarta in una vicina cittadina, dove il benessere economico non mancava e dove finalmente poté dedicarsi alla propria passione: la realizzazione sia di abiti da sera su misura per le ricche donne del posto, sia di completi maschili. Un giorno, quando la sarta non era più tanto giovane, ma iniziava ad avere già qualche capello bianco, si presentò nel suo elegante atelier un uomo di mezza età, il quale le commissionò uno smoking da indossare in occasione della cresima delle sue due figlie, due gemelle di nome Gaia e Allegra.
La sarta rimase molto ammaliata da quell'uomo, ma convinta che ormai fosse già sposato decise di togliersi dalla testa ogni possibile fantasia. Un giorno, tuttavia, mentre si trovava al lavatoio insieme a diverse donne piuttosto pettegole, venne a scoprire che la consorte di quell'uomo era deceduta molti anni prima, proprio dando alla luce le due graziose bambine.
Giunto il giorno della consegna dello smoking, la sarta si fece coraggio e chiese al cliente se volesse uscire con lei. Il cliente accettò. Era il titolare di una piccola falegnameria, non viveva nel lusso, ma al contempo non gli mancava il denaro per vivere serenamente. I due si innamorarono ben presto e si sposarono. Gaia e Allegra erano le damigelle d'onore ed erano felicissime di potere avere finalmente una madre. Per diversi anni la famiglia fu molto felice, ma poi scoppiò una brutta epidemia di colera, ci fu una lunga carestia, la città venne devastata dalla guerra e furono costretti a rifugiarsi di nuovo nel borgo di campagna.
Molti antichi spasimanti della sarta avevano perso il loro bestiame e vivevano di stenti, mentre grazie al denaro messo da parte nel corso degli anni la sarta e il falegname riuscirono a condurre una vita modesta ma comunque accettabile. Un terribile giorno, tuttavia, il falegname si ammalò. Sapendo che le tasse di successione erano molto elevate, decise di premunirsi intestando la piccola casa che aveva comprato alle due figlie, facendosi promettere che si sarebbero occupate della matrigna se un giorno non avesse più potuto lavorare nella sartoria che aveva rimesso in piedi investendovi tutto il proprio patrimonio.
Il falegname morì serenamente una notte d'inverno e da allora la sarta in suo onore indossò sempre abiti neri cuciti da lei stessa e nascose la sua crocchia di capelli ormai bianchi sotto una veletta. Continuò a lavorare come sarta finché la sua vista non iniziò a calare grandualmente. Erano tempi molto lontani, in cui gli interventi per rimuovere la cateratta ancora non esistevano e la sua vista offuscata le impedì di continuare a lavorare. Gli ultimi lavori che fece furono gli abiti da sposa di Gaia e Allegra, che sposarono i figli di un contadino del posto, lentamente tornato a vivere con dignità dopo la carestia.
Tutto andò bene finché un terribile giorno qualcuno iniziò a bussare con violenza alla porta dell'ex sarta, ormai ritirata e senza una pensione perché previdenza sociale what.
«Voce fuori campo, non hai niente da dire?» chiese l'Autrice(C).
La voce si rigirava i pollici, del tutto indifferente alla sorte della povera donna, la quale aprendo la porta si ritrovò davanti un postino che le portava una raccomandata: Gaia e Allegra le avevano dato lo sfratto e le intimavano di lasciare la loro casa nel giro di una settimana, perché l'avevano già venduta e non avevano intenzione di darle un centesimo. La ringraziavano tuttavia per essere sempre stata una madre molto gentile con loro, ma per quanto le riguardava non c'era alcun legame di sangue tra di loro, la promessa fatta al padre non valeva più tanto non poteva controllare il loro operato, quindi poteva anche andare a vivere sotto un ponte.
La sarta accettò rassegnata la propria sorte e iniziò una nuova vita come mendicante. Vagò di paese in paese mentre la sua vista si faceva sempre più labile e, per quanto continuasse a comportarsi gentilmente con tutti, adesso che non era più giovane e bella nessuno se la filava più neanche di striscio. Questo, almeno, finché non incontrò un vecchio vedovo infelice, che aveva tanto bisogno di compagnia. Anch'egli aveva problemi di cateratta e la sua vista ormai era pessima. Fu questo dettaglio a unirli e a farli innamorare. I due si sposarono, con la voce fuori campo che non aveva più nulla da dire perché ormai la vecchia sarta non era più giovane e non era più suo interesse valorizzarne l'indipendenza, e spesero felicemente i loro pochi anni insieme. L'uomo morì qualche anno dopo, infatti, lasciandole in eredità la propria casa e il proprio denaro, che non era tanto, ma le permise di sopperire all'assenza di una pensione per tutto il resto dei suoi giorni. Anzi, non spese nemmeno tutto quello che aveva e, ormai in punto di morte, decise di compiere un'ultima buona azione: fece testamento lasciando i suoi averi a Gaia e Allegra, le figliastre che l'avevano abbandonata, insieme a una straziante lettera di addio.
   
 
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