Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Biblioteca    12/06/2023    2 recensioni
E se Harry non fosse mai cresciuto con i Dursley?
Se la McGrannitt, Hagrid e Piton, di comune accordo (e con molti complici) avessero deciso di portare Harry a Hogwarts prima del tempo e di crescerlo al sicuro?
Harry Potter sarebbe sicuramente stato diverso, al primo anno come ai successivi. Ma come e quanto sarebbe cambiato? E perchè?
In questa prima storia (che inizia la notte prima dei suoi undici anni e finisce con il suo smistamento) voglio presentarvi un Harry Potter diverso e vedere, insieme a voi, se può diventare un personaggio interessante su cui lavorare o restare solo una fantasia di una storia diversa dalle solite...
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Minerva McGranitt, Rubeus Hagrid, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rimasero in silenzio davanti al fuoco per circa un quarto d’ora, prima che le voci si iniziassero ad udire da lontano.
“…E comunque è più sicuro anche per il ragazzo, data la situazione attuale.” La voce gelida di Piton fu la prima di cui distinse le parole.
“Avremmo dovuto spiegarglielo prima allora!” tuonò Hagrid.
“Non ha importanza se prima o dopo. Qui non è al sicuro, almeno finchè non capiamo chi è il responsabile. Credete che stia dormendo?” La McGrannitt come sempre era la più calma, ma Harry distinse una certa paura nella sua voce.
“Non lo so. Quando ho portato il cucciolo dentro, stava dormendo, quindi chissà.” Hagrid si era raddolcito mentre spalancava la porta.
Harry li vide oltrepassare la soglia e notò che tutti avevano un pacchetto in mano (Hagrid due).
Quando si resero conto che era sveglio si bloccarono.
Quercia nitrì debolmente e con le labbra diede un buffetto a Harry.
“Salve…” mormorò il bambino.
In quel momento Hagrid poggiò uno dei pacchi e alzò un dito intimando silenzio. Harry non capì perché poi gli parve di sentire un rumore lontano. Capì che era la torre dell’orologio di Hogwarts che batteva la mezzanotte.
“Adesso sì.” Disse Hagrid sorridendo e porgendo a Harry il primo pacchetto, grosso e rettangolare “Buon compleanno Harry.”
Harry sentì il cuore fermarsi per un attimo: era tutto vero!
Era il suo compleanno, i suoi undici anni, l’età in cui Hogwarts sarebbe diventata la sua casa, in cui avrebbe saputo la verità sui suoi genitori: prese il pacco e lo aprì trovandovi dentro una torta.
Era stata evidentemente cucinata da Hagrid, appariva imperfetta e la scritta di auguri aveva un errore evidente di ortografia.
Ma Harry si commosse comunque.
“Grazie Hagrid.”
Anche la McGrannitt sorrideva e perfino Piton aveva di nuovo quella specie di smorfia sorridente che Harry gli aveva visto comparire varie volte in viso.
“E non è finita!” esclamò Hagrid “Questo è il mio regalo per te!”
Il secondo pacco aveva una forma strana, come di un cilindro dalla punta ricurva ed era coperto da un panno nero.
Harry scostò la scura stoffa e vide una candida civetta dagli occhi gialli chiusa in gabbia.
“Hagrid…. Hagrid… è… non dovevi…”
“Ti piace vero? Si chiama Edvige! Ti ricordi che ti avevo detto che potevi tenere un animale a tua scelta? Beh, io mi ricordo che mi avevi detto che una volta avevi visto alla televisione un documentario sulle civette delle nevi. E così…”
Era vero.
Era uno dei pochi ricordi belli che aveva di Privet Drive.
 
Vedere la televisione non gli era mai stato permesso. Ma capitava che i Dursley uscissero senza di lui.
E allora lo lasciavano alla vecchia Arabella Figg, una delle poche persone veramente gentili con lui, peccato per i tanti gatti che teneva in casa e per alcuni modi un po' strani che a Harry non avevano mai veramente convinto.
Era in quei pochi casi che Harry riusciva a vedere un po' di televisione e in un giorno d’estate particolarmente caldo, poiché sia Arabella che i suoi gatti erano caduti addormentati in un pisolino che sembrava infinito, Harry aveva potuto vedere con tutta calma un bellissimo documentario sulle civette delle nevi.
Creature intelligenti e resilienti, Harry era rimasto incantato dal loro aspetto e dalla loro capacità di resistere e adattarsi a un ambiente ostile.
Si era portato dietro il ricordo della civetta anche fuori dalle mura di Privet Drive.
Un giorno d’inverno particolarmente freddo, Hagrid lo era andato a trovare fuori dall’orario stabilito per portargli una grossa pelliccia.
“Deve restare un segreto Harry.” Gli aveva detto.
“Ma Hagrid, come lo spiego a Piton e alla McGrannitt la presenza della pelliccia nella mia stanza?”
Hagrid aveva taciuto e poi scosso la testa.
“Lasciamo stare, ci penserò io. Ti dispiace se rimango qui? Gazza sta dando la caccia a due discoli di Grifondoro che esplorano i sotterranei da giorni.”
“No, mi fa piacere parlare con te.”
E avevano parlato infatti, di creature magiche, delle case di Hogwarts, delle lezioni…
“…Sai che è permesso avere un animale?”
“Ne ho parlato con Piton, sì. Tu che animale avevi?”
Hagrid diventò all’improvviso rosso come un peperone.
“Ah… Ecco…. Io…. Sai io adoro gli animali e non potevo certo tenerne solo uno!”
Harry capì che non voleva parlarne e si affrettò a riportare la discussione su una via più calma: “Sai io non so ancora cosa voglio, ma sono sicuro che non voglio un gatto.”
“Ah…. E perché?”
E Harry gli aveva detto di quanto gli avevano dato fastidio i gatti di Arabella Figg, di quanto, sapendo che la McGrannitt poteva trasformarsi in un gatto, gli avrebbe fatto impressione averne uno come animale... e nel discorso venne fuori la storia delle civette bianche.
“Catturano gli animali e li conservano vicino al nido. Solo quando sono sicuri di averne tanti fanno le uova. Li conservano per i piccoli.”
E Hagrid, che non era più rosso in viso, lo ascoltava sorridendo.
 
“È una femmina.” Aggiunse Hagrid “D’ora in poi sarà lei a portare la posta che riceverai.”
Harry la stava carezzando, e la civetta gonfiava le piume orgogliosa.
“È bellissima Hagrid. Io… Ti ringrazio tanto…”
“Oh non devi Harry! Undici anni sono importanti!”
“Anch’io ho qualcosa per te…” Fece la McGrannitt.
Il suo pacco era molto strano, lungo con una punta sottile e un’altra larga.
Harry lo scartò e vide che al suo interno c’era una scopa.
Le lettere d’oro sulla punta recitavano “NIMBUS 2000”.
“Ne abbiamo molte a scuola per gli studenti ma… Ma io ci tenevo a regalarti qualcosa che fosse utile…”
“È stupenda! Io… Io non so… Non riesco…”
Nei due anni che l’avevano tenuto nascosto, gli avevano dato tante cose. Ma Harry sentiva che quei regali erano ancora più speciali: erano doni che lo legavano a Hogwarts, erano segno che lui lì “poteva” restare.
“Anche questo ti sarà utile Potter.”
Piton fu come sempre il più brusco dei tre: quasi gli buttò tra le braccia il grosso pacco che sembrava una sfera e che si rivelò essere un calderone con incisi sopra dei draghi.
“Il migliore sul mercato. Spero che sarai in grado di usarlo al meglio, durante le mie lezioni.”
Harry non resistette e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Mi avete fatto tanti regali bellissimi, ma questi sono i più belli di tutti…. Vi ringrazio tanto….”
Quercia gli andò vicino e affettuosamente strofinò il muso contro la sua guancia.
Fu allora che Hagrid si avvicinò al biberon che aveva lasciato sul tavolo e lo soppesò in mano.
“Perdonami Harry… Hai per caso allattato il cucciolo?”
Harry non si accorse che nel tono del Mezzo Gigante c’era dell’ansia.
“Oh sì.” Mormorò asciugandosi le lacrime “Poverino, aveva così tanta fame…”
Harry si era tolto gli occhiali per pulirli e quando li indossò nuovamente, vide che i volti dei tre erano pallidissimi.
“C-Che c’è?” chiese.
“Beh… Questo complica un po' le cose…” iniziò Hagrid.
“Non complica proprio un bel niente!” esordì Piton irritato “Il ragazzo ha la precedenza quindi procediamo senza indugio.”
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò Harry.
“Non hai sbagliato tu, ma a volte la massa celebrale è inferiore a quella fisica…” fece Piton stizzito.
Hagrid arrossì: “E con questo cosa volete insinuare!?”
“Non potevi preparare il biberon di latte dopo. Dovevi per forza lasciarlo qui…”
“ORA BASTA!” la McGrannitt urlò con tanta forza che i tre si spaventarono e pure Edvige sobbalzò nella sua gabbia. Quercia dal canto suo indietreggiò contro il muro della capanna.
La donna emise diversi lunghi respiri. Poi si voltò verso Piton.
“Severus, voglio che tu vada a preparare tutto e a parlare con Silente. E tu Hagrid, vai alla tua motocicletta e assicurala pronta a partire. Abbiamo deciso e dobbiamo fare in fretta, ora che Harry e l’unicorno sono legati. Voglio restare con Potter da sola. È giusto che sappia alcune cose.”
Severus e Hagrid, dopo una breve esitazione annuirono rispettosamente.
“Se vuole fare del tè…” stava per dire il mezzogigante.
“Non preoccuparti Hagrid.” Lo interruppe la professoressa con un gesto della mano.
I due uscirono, lasciando lei, Harry, Edvige e l’Unicorno soli nella capanna.
La donna si voltò e gli sorrise.
“Credo sia il caso di mangiare la torta prima che si smonti.” Mormorò. Tirò fuori la bacchetta e fece apparire una tavola imbandita con un servizio da tè.
Harry l’aiutò a tagliare la torta: era dolcissima e un po' stopposa, come tutte le torte di Hagrid, ma lui se ne servì in abbondanza.
“Io conoscevo i tuoi genitori.”
Harry si bloccò con il boccone ancora in mano.
“So che Piton e Hagrid ti hanno già parlato di loro. E posso assicurarti che qualsiasi cosa di buono ti hanno detto è vera. Tuo padre non era un’eccellenza e non stava dietro alle regole, ma era leale e corretto quando si trattava della sua casa e degli amici. E tua madre, Lily, era una delle persone più gentili che io abbia mai conosciuto. Lei le regole le rispettava e le faceva anche rispettare agli altri. A tuo padre teneva testa…” La McGrannitt si interruppe. Si tolse gli occhiali e si stropicciò gli occhi.
Harry si chiese se stesse piangendo.
“Venne un momento Harry… In cui insegnante o studente, mago o babbano, non aveva importanza. Siamo stati tutti insieme una grande squadra. Io ero ai margini di questa squadra, di cui tua madre e tuo padre facevano parte. Ma ho collaborato, anche grazie alla mia capacità di trasformarmi in un gatto. Purtroppo questo non bastò a salvare i tuoi genitori.”
Harry sentì il bisogno di dare alla donna una pacca sulla spalla. Se ne pentì quasi subito, ma lei gli sorrise.
“Di questo periodo, imparerai con il tempo. Spiegarti tutto insieme ora è difficile, ma come promesso ti dirò cosa è successo ai tuoi genitori.”
Harry si tese.
Sentì Quercia poggiargli il muso in grembo e lo carezzò per farsi forza. Il momento della verità era arrivato.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Biblioteca