Capitolo dodicesimo e ultimo
Mi fiderò perché mi tiene sicuro
In un giorno qualunque, un'ora prima del buio
Mi fiderò perché non è una promessa
E nessuno dei due ha mai detto lo giuro
Mi fiderò del tuo coraggio più
del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente
Mi fiderò
Senza temere niente…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni,
Madame)
Nella Sala dedicata alle riunioni del nuovo
Concilio Ristretto di Daenerys, Theon e Ramsay trovarono ovviamente la Regina,
Tyrion, Bran e Rickon Stark, Verme Grigio, Missandei, Davos Seaworth, il nuovo
Gran Maestro Samwell Tarly, un uomo che i due non conoscevano e… e, con
grandissimo orrore di Ramsay (e, diciamolo, anche di Theon) proprio l’odioso Jon-Bastardo-Snow-Targaryen!
“Lord Greyjoy, Lord Bolton, vi prego di
prendere posto, così potremo cominciare” esordì Tyrion. “Ci sono molte
questioni di una certa importanza da affrontare.”
Mentre si sedevano, Ramsay manifestò il suo
evidente disagio a Theon.
“A parte quel tizio con l’aria da tagliagole
che non conosco, ho una vaga idea di che cosa facciano qui tutte queste
persone” gli disse a bassa voce, “l’unico che non dovrebbe esserci è quel gran
bastardo di Jon Snow, a meno che… a meno che… Per tutti gli Dei Antichi e
Nuovi, ti giuro che se la Regina lo nomina suo successore io vomito!”
Anche a Theon l’idea non piaceva affatto,
però non si espresse con la schiettezza di
Ramsay. Ma, del resto, solo uno disconnesso dall’umanità come lui poteva avere
reazioni del genere anche davanti al Concilio Ristretto e alla Regina!
“Sì, sì, sono proprio sicuro che la Regina
Daenerys nominerà quel bastardo come
suo successore, altrimenti perché sia lei sia Tyrion hanno una faccia così
funerea? Dovrebbero essere felici, hanno vinto, sono al potere… Oh, che
stramaledetta disgrazia per i Sette Regni, o Sei o quanti ne siano rimasti!”
riprese Ramsay, dando sfogo al suo talento melodrammatico e guadagnandosi una
gomitata sul fianco da Theon e un’occhiataccia da parte di Tyrion. Lui però
ignorò tutto quanto con molta disinvoltura e nonchalance… “Magari, se tagliassi un braccio, una gamba, o anche
tutte e due al bastardo, allora
Daenerys dovrebbe pensare a un altro successore!”
Theon impallidì in volto e sembrò che stesse
per svenire, ma Ramsay non fece in tempo a chiedergli come mai si mostrasse tanto turbato, perché la regina Daenerys in
persona prese la parola.
“Siamo qui riuniti perché trovo giusto
consigliarmi con il mio Concilio Ristretto per stabilire le cariche più
importanti del Regno e… e per parlare di un’altra questione che affronteremo
poi. Molto bene, credo che tutti voi già sappiate che ho nominato Verme Grigio
Lord Comandante della Guardia Reale della Regina, lasciandogli comunque la
possibilità di sposare Missandei, come lui desidera” disse. “Sarà a capo delle
mie Guardie personali, che saranno composte principalmente dagli Immacolati, ma
anche da chiunque vorrà arruolarsi, in modo che tutti i sudditi dei Sei Regni
possano essere rappresentati. Ho anche nominato Samwell Tarly come nuovo Gran
Maestro della Cittadella e anche lui avrà la possibilità di sposare la donna
che ama e da cui aspetta un bambino, si chiama Gilly se ricordo bene.”
“Sì, ricordi bene, Maestà, ti ringrazio”
rispose Samwell, raggiante. Anche Daenerys gli sorrise, ma il suo era un
sorriso malinconico che sembrava nascondere una profonda tristezza.
“Ser Davos Seaworth sarà il nuovo Maestro
della Flotta. In realtà avrei voluto nominare Theon Greyjoy, visto che il
contributo suo e di sua sorella è stato così prezioso per la nostra vittoria,
ma so che Theon desidera tornare a Pyke come consigliere di Lady Yara” riprese
la Regina.
“È così, mia Regina, ti sono molto grato”
disse Theon chinando il capo in segno di rispetto.
Ramsay sentì che il cuore cominciava a
battergli più forte. Theon aveva rifiutato un ruolo importante ad Approdo del
Re per tornare a Pyke? Ma allora… allora forse era vero che voleva tornare con
lui alle Isole di Ferro e vivere insieme? La promessa che gli aveva fatto tanto
tempo prima era vera? In un tumulto di emozioni, con il neurone solitario che
frullava impazzito nella sua testa, il giovane Bolton si sentì felice come mai
era stato in tutta la sua vita e in quel momento, forse, non gli sarebbe
importato neanche se l’odiatissimo Jon fosse stato nominato successore della
Regina. Oh, beh, forse…
“Ser Bronn delle Acque Nere sarà il nuovo
Maestro del Conio. Devo ammettere che non conosco quest’uomo, ma il mio Primo
Cavaliere me lo ha consigliato e, in questi casi, mi fa piacere essere guidata
da chi ne sa più di me” disse Daenerys, rivolgendo uno sguardo veloce a Tyrion,
come se non volesse essere notata da lui o… chissà? Ramsay però, che era sempre
pronto a impicciarsi degli affari altrui, se ne accorse e si ripromise di dirlo
anche a Theon. Forse la Regina aveva un debole per il suo Primo Cavaliere?
Poteva essere? Perché no, in fondo anche Sansa Stark si era innamorata di un
uomo che credeva di non meritarsela come Sandor Clegane e, se Theon davvero
voleva vivere a Pyke con lui, pensò Ramsay in un raro sprazzo di lucidità
mentale, allora tutto era possibile!
“In quanto a Rickon Stark, l’ho nominato Lord
di Capo Tempesta poiché il legittimo erede, Gendry Baratheon, ha deciso di
partire per esplorare terre lontane e sconosciute con la sua fidanzata, Arya
Stark” spiegò poi Daenerys. “È per questo motivo che lui non è tornato a Grande
Inverno con la sorella Sansa, che ora è Regina del Nord.”
Rickon sembrava soddisfatto di avere comunque
una sua fortezza e un titolo da Lord, anche se non era quello della sua
famiglia. In fondo si rendeva conto del fatto che Sansa aveva meritato quei
privilegi molto più di lui, non solo per ciò che aveva passato ma anche per
aver ottenuto la fiducia degli uomini del Nord che l’avevano seguita nelle
varie battaglie.
Fino a quel momento tutto era sembrato facile
e aveva trovato d’accordo il Concilio Ristretto. Restava però una questione
cruciale che non era stata affrontata e che faceva esitare Daenerys stessa.
“Miei Lord, sono felice di vedere che tutti
voi appoggiate le decisioni che ho preso, ma adesso… adesso ho bisogno del
vostro aiuto e del vostro consiglio, oltre che dell’assoluta riservatezza che
merita questo argomento. La questione di cui parleremo adesso è qualcosa di cui
nulla dovrà mai trapelare all’esterno” riprese poi la Regina.
Chissà per quale motivo, gli occhi di tutti
si piantarono su Ramsay. Chiaramente ormai anche i muri sapevano che lui si
faceva d’abitudine i fatti degli altri e che parlava liberamente di tutto,
senza alcun collegamento tra la bocca e il cervello con le sue sinapsi
atrofizzate.
“Beh? Perché guardate tutti me?” domandò il
giovane Bolton, sinceramente sorpreso.
“Credete che io andrei a parlare di queste cose in giro? E perché dovrei farlo?
Anzi, se la cosa riguarda la successione al Trono di Spade, mi guarderò bene
dall’andare a raccontare a chicchessia che quel bastardo di Jon-Perfettissimo-Snow in realtà è sì un bastardo, ma
un bastardo dei Targaryen oltre che degli Stark! Insomma, preferirei morire che
pensare che sia quel coglione a salire, un giorno, sul Trono di Spade! Da me
non uscirà una sola parola, potete starne certi.”
Ed era verissimo, perché Ramsay si sarebbe
fatto buttare a mare piuttosto che favorire l’ascesa al Trono di Spade di Jon,
che odiava con tutte le fibre del suo essere. Tuttavia i presenti continuarono
a fissarlo, questa volta allibiti perché aveva già detto tutto lui e aveva
anche espresso il suo personale parere non richiesto sulla faccenda!
Theon si sarebbe sotterrato dalla vergogna,
tanto più che una piccola e malevola parte di lui era in totale accordo con ciò
che Ramsay aveva appena detto: anche il giovane Greyjoy detestava cordialmente
Jon e non avrebbe mosso un dito (di quelli che gli restavano…) per agevolare
un’eventuale sua incoronazione.
“A quanto pare Lord Bolton è già molto ben
informato, ma non ha intenzione di tradire la Regina” intervenne Tyrion. “Se
avesse voluto, lo avrebbe fatto da tempo, ma, stando a quello che ci ha gentilmente spiegato, è fedele a Sua
Maestà e non è un sostenitore di Jon… o meglio, di Aegon Targaryen.”
“Scusate, ma mi viene la nausea anche solo a
sentirlo chiamare così” reagì Ramsay, ormai senza più freni. “Non sembra
neanche lontanamente un Targaryen, solo un buzzurro qualsiasi, come del resto
sembro io, non per niente siamo due bastardi, è inutile infiorettare la cosa e
regalarci dei titoli. Maestà, avete davvero intenzione di nominare quello come successore? Sul serio? Ma perché?”
Insomma, pareva proprio che Ramsay vivesse
quell’eventualità come una tragedia personale!
Daenerys scosse il capo con tristezza.
“Io non vorrei nominare nessun successore, ma
sono obbligata a farlo per il bene dei Sei Regni” rispose. “Non ho un marito e,
se pure ne avessi uno, non posso avere figli, il mio grembo è stato maledetto
da una donna anni fa. Se mi capitasse qualcosa e non ci fosse già un erede
designato, chiunque potrebbe far valere le proprie ambizioni e in quel caso i
Sei Regni sarebbero nuovamente travolti da guerre e massacri.”
“Capisco il tuo punto di vista e penso che tu
sia molto lungimirante a pensarla così, ma… sei davvero certa di non poter
avere figli, mia Regina? Credo che dopo la morte del tuo sposo Khal Drogo tu
non abbia avuto altri mariti, quindi come fai a sapere che, magari, quella
donna non ti ha mentito per pura cattiveria? C’è tanta gente strana al mondo…”
disse Ramsay, e se non lo sapeva lui, della gente strana che c’era al mondo…
“Sono sicuro che molti Principi vorrebbero sposarti e, se tu avessi un nuovo
marito, potresti scoprire che non c’è nessuna maledizione. Detto tra noi,
Maestà, io non credo in queste scemenze e comunque pensa che mio padre, che non
è certo un ragazzo nel fiore dell’età, è riuscito a mettere incinta quella
vacca grassissima di Lady Walda… insomma, tutto è possibile, no?”
Theon aveva assunto un sorrisetto di
circostanza, ma dentro di sé avrebbe voluto sprofondare in un abisso. Per
fortuna, invece, Daenerys prese con molta tranquillità le parole fin troppo
esplicite di Ramsay che, anzi, le strapparono un sorriso.
“Quindi tu mi consigli di trovare un nuovo
marito e di provare ad avere un mio erede?” domandò, incuriosita. “Magari hai
anche un candidato da propormi?”
“Credo che qualsiasi tentativo sia meglio che
lasciare il trono a un bastardo,
anche se è il bastardo di tuo fratello Rhaegar. Tra l’altro non servirebbe
neanche a niente, visto che comunque quello
è il Lord Comandante dei Guardiani della Notte e quei corvi là fanno il giuramento di non sposarsi e non avere figli”
Ramsay era scatenato e dimostrava che il suo neurone conservava molte
informazioni su usi e costumi di Westeros! “Tanto vale che tu trovi un bravo
marito che ti renda felice e che cerchiate di avere dei figli vostri. Nel
malaugurato caso che questo non accadesse, avrai tempo per scegliere un
successore migliore di quel bastardo.”
Daenerys finì per lasciarsi scappare una
risata, suo malgrado.
“E quindi tu chi proporresti come marito
ideale?” domandò di nuovo.
Ramsay lanciò un’occhiata veloce a Tyrion
che, accanto alla Regina, sembrava indeciso se lanciargli una caraffa in testa
e farlo fuori sul posto oppure abbracciarlo, poi iniziò con la sua solita
parlantina sciolta e convincente.
“Mia Regina, l’uomo che può renderti felice
non è un Principe, ma questo non conta, perché è qualcuno che è stato accanto a
te per molto tempo, che ha creduto in te, ti ha seguita, difesa, aiutata a
sconfiggere i tuoi nemici e che, per stare dalla tua parte, ha anche rinnegato
la sua stessa famiglia” disse. “Non credo che possa esserci una prova d’amore
più grande, non credi? L’uomo che ti ama più di qualsiasi altra persona al
mondo è il tuo Primo Cavaliere Tyrion Lannister.”
Mille emozioni colmarono il cuore di Daenerys
e si rifletterono sul suo volto: sorpresa, incredulità, commozione e, alla
fine, un’immensa gioia. Con gli occhi pieni di lacrime la Regina si voltò verso
Tyrion.
“È vero quello che dice Lord Bolton? Tu mi
ami e saresti disposto a sposarmi?” gli chiese.
Tyrion diventò di tutti i colori, per poco
non gli prese un colpo, poi cercò di ricomporsi per quanto poteva.
“Mia Regina, cosa posso dirti? È vero, non
sono un Principe e tu potresti ambire ai migliori partiti dei Sei Regni, ma non
solo, io sono… lo vedi come sono, sono brutto, deforme, e neanche in mille anni
potrei sperare che tu possa ricambiare i miei sentimenti per te. Forse… forse
solo per gratitudine o per compassione…” rispose il Folletto.
Lo sguardo di Daenerys era intenso e pieno di
emozioni contrastanti. In quel momento era come se entrambi avessero
dimenticato di essere in presenza dell’intero Concilio Ristretto che seguiva la
scena come se fosse stata una soap opera!
“Non è gratitudine né tanto meno compassione”
replicò lei. “Io non ho mai saputo riconoscere il vero amore nella mia vita, me
ne sono accorta sempre quando era troppo tardi. Amavo il mio Sole-e-Stelle
Drogo, ma l’ho capito quando è morto. E non ho saputo ricambiare l’amore puro e
sincero di Ser Jorah, ma me ne sono pentita solo quando ho perduto anche lui. E
adesso… adesso non voglio rischiare di distruggere con le mie stesse mani anche
questa terza occasione, non sarò più così sciocca e cieca di fronte ai
sentimenti veri!”
“Non puoi essere veramente innamorata di un
mostro come me” provò a dire Tyrion, ma Daenerys lo interruppe subito.
“Mostro? Quale mostro? Io non vedo alcun
mostro, io vedo un uomo coraggioso, forte, generoso e con un cuore e un animo immensi
e sono felice e onorata che mi voglia come sua sposa!” disse, e in un impeto di
calore e affetto lo strinse tra le braccia e lo baciò. Tutto il Concilio
Ristretto applaudì, ma Daenerys e Tyrion non se ne accorsero neanche…
Quando entrambi si furono rammentati di dove si
trovavano e riuscirono a riprendere una certa dignità, fu Tyrion a parlare.
“Mia Regina, se tu vuoi donarmi il privilegio
di diventare tuo marito e quindi di governare con te quale Principe consorte,
non potrò più essere il Primo Cavaliere” disse.
“Eh, già!” esclamò Ramsay, che si sentiva
soddisfatto per aver creato una nuova coppia e non poteva più starsene zitto e
buono. “Sarebbe un conflitto di interessi!”
E chissà da dove il suo neurone asfittico e
solitario era riuscito a partorire quell’espressione? Fatto sta che sia Tyrion
sia Daenerys si trovarono d’accordo con lui e fu comunque ancora una volta il
Folletto a trovare la soluzione.
“Se mi è permesso suggerire un nome, mia
Regina, io credo che i Sei Regni non potrebbero trovare un Primo Cavaliere più
saggio e sapiente del giovane Bran Stark.”
Il ragazzo annuì con un lieve sorriso, perché
chiaramente già sapeva che quella carica sarebbe toccata a lui… certo che non
doveva essere tanto divertente la sua vita, visto che conosceva già tutti gli SPOILER! Ramsay storse un po’ la bocca e
si avvicinò a Theon per commentare.
“Per me quello è e rimane inquietante… però sempre meglio lui del bastardo Jon!”
Daenerys consegnò dunque la spilla di Primo
Cavaliere a Bran.
“Vi ringrazio di questo onore, mia Regina.
Non desideravo alcuna carica, ma farò tutto quello che posso per aiutare te e
il Principe consorte nella guida dei Sei Regni” disse il giovane Stark.
“Sì, è tutto molto bello e mi sto commuovendo”
intervenne per la prima volta il Maestro del Conio, Ser Bronn, dimostrando di
essere un uomo molto pratico, “ma anche se adesso la Regina ha trovato uno
sposo, come la mettiamo con la successione? Mi pareva di aver capito che Sua
Maestà non possa avere figli.”
Ramsay, che fino a quel momento aveva
gongolato, improvvisamente impallidì. NO! Possibile che, nonostante tutto,
esistesse ancora il pericolo inammissibile di nominare erede al Trono di Spade quel bastardo là?
“Una maledizione può anche essere spezzata,
ma per adesso non dirò altro” rispose Bran, che a quanto pareva non voleva
rovinare proprio ogni cosa spoilerando troppo!
“Posso assicurarvi che, in ogni caso, il regno di Daenerys Targaryen e Tyrion
Lannister sarà ricordato negli anni e cantato dai bardi come un lungo periodo
di pace, prosperità e felicità. In quanto a te, Jon…”
Bran si era rivolto al giovane che gli sedeva
accanto poiché, neanche a dirlo, aveva notato la sua espressione malinconica e
disillusa. Non che Jon volesse davvero sedere sul Trono di Spade o, comunque,
essere nominato erede, no, non aveva mai desiderato il potere. Era però
rattristato dal fatto che tutti, lì, avevano trovato la loro strada e il loro
lieto fine, mentre lui aveva fatto ancora una volta la figura del fesso e, cosa
ancora peggiore, l’aveva fatta sotto gli occhi di Theon e Ramsay che a fatica
dissimulavano le risatine di scherno e la soddisfazione!
“Anche tu hai un compito importante per la
pace e la tranquillità di Westeros” riprese Bran. “Tu, come Aemon Targaryen
prima di te, sei destinato alla Barriera, della quale sei comunque Lord Comandante.
Ognuno ha un ruolo che gli spetta, nella vita, perché le cose funzionino nel
modo giusto, e il tuo ruolo è quello: il Lord Comandante dei Guardiani della
Notte. Grazie a te, la Barriera sarà ricostruita e rinforzata, i Guardiani
della Notte aumenteranno di numero, il popolo dei Bruti riavrà la sua terra e
la sua pace e i Sei Regni potranno essere al sicuro.”
Sì, alla fine sembrava una specie di premio di consolazione per far sentire
importante anche Jon… ma a nessuno importava più. Furono organizzati i
festeggiamenti per il matrimonio e l’incoronazione di Daenerys e Tyrion e
banchetti e cerimonie furono ancora una volta aperti a tutti i sudditi di
Approdo del Re perché potessero partecipare alla gioia dei loro nuovi sovrani.
Una settimana dopo, Theon e Ramsay si
trovavano su una delle navi che la Regina stessa aveva messo a loro
disposizione per raggiungere le Isole di Ferro. Si erano goduti le celebrazioni
e i banchetti e finalmente era ora di tornare a casa, dove Theon sarebbe
diventato Primo Consigliere della sorella, la Regina Yara. Theon era quasi
incredulo pensando a ciò che lo aspettava e al fatto che tutti i suoi desideri
stavano per realizzarsi: se qualcuno glielo avesse detto solo un paio di anni
prima lo avrebbe preso per pazzo e adesso, invece, era tutto vero.
Ovviamente anche Ramsay era al settimo cielo,
e anche lui doveva spiegare al suo neurone che era la realtà, non un’allucinazione,
che alla fine Theon aveva veramente mantenuto le sue promesse e lo avrebbe
portato con sé a Pyke, come suo compagno! Sembrava tutto perfetto, ma… beh, c’era
ancora una piccolissima cosa di cui il giovane Bolton voleva parlare a Theon.
“Senti, Theon, io ti voglio ringraziare per
aver mantenuto la tua promessa, lo sai che tante volte non ci ho creduto e
adesso sono… sono felicissimo di venire a vivere con te a Pyke” gli disse, “ma…
ecco, senti, credi che potresti convincere Yara a modificare un po’ il vostro
castello, abbattere quegli orribili ponti
sospesi e farne costruire di normali, in mattoni e magari anche coperti con
un loggiato?”
Theon guardò incredulo il suo compagno, poi
scoppiò a ridere e poi… e poi se lo portò nella prima cabina disponibile per
baciarlo, stringerlo e farlo stare zitto come sapeva fare lui! Alla fine Ramsay
era sempre Ramsay, ma Theon si sentiva bene con lui e doveva ammettere che la
sua vita era cambiata in meglio proprio perché aveva conosciuto quel ragazzotto
buffo, pazzoide e dissociato da qualsiasi struttura di pensiero razionale. Era
folle, probabilmente erano folli entrambi, ma si erano innamorati e avevano
cambiato le loro vite per amore.
E, in fondo, era solo questo che contava, no?
FINE