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Autore: dirkfelpy89    15/06/2023    1 recensioni
Il giovane Marius Black ha undici anni e mille dubbi per la testa. Perché non ha ancora ricevuto la sua lettera da Hogwarts? Perché non riesce a compiere neanche la più semplice delle magie. Perché sua madre piange e suo padre lo caccia fuori di casa, il 1° Settembre?
Perché dovrebbe starsene buono e non cercare la sua vendetta?
(Questa fic partecipa alla challenge "Gruppo di scrittura!" indetta da Severa Crouch sul forum "Ferisce più la penna")
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Arabella Figg, Famiglia Black, Marius Black, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 6, Billy e Salice

 



Il negozio era piccolo, piuttosto scadente nella mercanzia che esponeva sugli scaffali malandati e nell'arredamento, vecchio e polveroso.
Ma, in fin dei conti, non si differenziava molto dagli altri sparuti negozi di quel villaggio dimenticato da un Dio capriccioso.
St. James aveva un'atmosfera molto simile a quella dell'orfanotrofio: gli abitanti si sposavano presto, mettevano su famiglia e poi annegavano i loro dispiaceri nell'alcool e nella brutalità spiccia, del resto grandi opportunità lavorative non ve ne erano nei dintorni.
I giovani del villaggio potevano andare a lavorare nell'orfanotrofio, rilevare l'attività del loro padre o andarsene.
Non stupiva il fatto che negli ultimi cinquant'anni la popolazione si fosse più che dimezzata.

Marius osservò i tre vecchi che, come lui, erano intenti a fare spese in quel negozio e contò attentamente le sterline.
Era pericoloso, perché se l'avessero scoperto, adesso che era maggiorenne, lo avrebbero direttamente denunciato alle autorità, ma fare la cresta sulla spesa settimanale era una delle poche possibilità per racimolare qualche soldo. Bastava truccare la ricevuta che il vecchio Richard gli lasciava e il gioco era virtualmente fatto.

Se l'era sudato quel posto, aveva compiuto diciotto anni ormai da un paio di mesi e da cinque settimane si occupava della spesa, da quattro, una volta che aveva capito come, metteva da parte qualche sterlina ogni volta che visitava il villaggio.
In realtà, occuparsi di quelle mansioni era un compito abbastanza noioso, pericoloso perché comunque si recava al villaggio con un bel gruzzoletto di sterline nella tasca, e faticoso, perché raramente qualcuno lo aiutava a trasportare la spesa su per la collina.
A controbilanciare questi contro, però, c'erano un paio di pro decisamente succosi e allettanti: poteva mettersi da parte qualche sterlina e organizzare la sua fuga dall’orfanotrofio con tutta calma.

Gli ultimi anni al St James erano stati un vero e proprio incubo: la mancanza di una figura amica, come Spranga, si era fatta sentire e le due bande, adesso che Marius si era trovato solo e senza protezione, spesso si approfittavano di lui per sfogare la loro rabbia repressa.
Già numerose volte era finito in infermeria con diverse ferite, l'unico barlume di speranza che aveva era la fuga e potersi riunire con Spranga, fuori da quell'inferno. Se non avesse avuto quell'unica prospettiva si sarebbe già tolto la vita.
Ci aveva pensato qualche mese fa, dopo l'ennesimo pestaggio perché si era rifiutato di fare un favore a uno della banda del suo dormitorio.

Aveva ripensato al suo vecchio responsabile, a come l'aveva fatta finita, e si disse: perché no?
Che senso aveva rimanere in quel buco infernale e subire continue angherie?
Stava quasi per alzarsi e cercare una corda, quando l'immagine di Spranga, di Sarah, le venne più chiara nella sua mente, e lo bloccò. Un motivo ce l'aveva e non poteva deludere l’amica, lei lo stava aspettando. Forse insieme alla sua famiglia e, chissà, loro due avrebbero potuto ripartire. Soli contro il mondo.
Perciò si rimise a sedere ma, ne era sicuro, se non avesse avuto quel pensiero in mente l'avrebbe trovata, quella corda, e lui non sarebbe in quel negozio a progettare la sua fuga.

Ma era giunto il suo turno e quindi smise di volgere la mente a quei pensieri così tetri, e si avvicinò all'altrettanto sudicio bancone di Richard.
Il padrone del negozio era un uomo vecchio, con lunghi, unti, capelli biondi striati di bianco.
Aveva due grosse occhiaie e l'espressione vagamente omicida ma parlò con tono gentile a Marius.
"Il solito, giusto?" Marius annuì e, dopo qualche secondo, Richard tornò con due buste piene fino all'orlo.
"Gli altri tuoi amici sono già passati, queste sono le ultime sporte."
Il ragazzo, mentre l'altro era intento a cercare il resto, velocemente modificò alcune cifre del biglietto che l'uomo aveva lasciato sul bancone.

"C'è Billy?" Chiese, prendendo il resto che l'uomo gli porse.
"Sì. Billy, vieni qui, caprone!"

Un ragazzo sulla ventina, parecchio brufoloso e con i capelli altrettanto biondi e unti del padre, uscì dal magazzino.
"Ehi, Damerino," lo salutò.
"Posso parlarti un attimo?"
Billy squadrò il padre, il quale, nel frattempo, si era rimesso a sistemare della merce e, annuendo, lo guidò fuori dal negozio.

"Hai pensato alla mia proposta? " chiese Marius, una volta fuori e da soli. Billy si osservò intorno, apparentemente a disagio.
"L'anno scorso ne ho organizzate tre, inizia a essere pericoloso, gli sbirri fanno domande…"
"Sì, capisco. Per questo sono da te, sei il migliore," rispose Marius, una nota d'urgenza nella voce. "Si può fare?" Lo incalzò.
"Devi darmi un paio di settimane e il prezzo salirà," rispose Billy, infine. "Il fotografo non si può più muovere liberamente, devo organizzare il covo, fare sviluppare le foto per il nuovo documento… ci vorranno un paio di sterline in più!"
Il ragazzo boccheggiò.
"Sei pazzo? Vivo in un orfanotrofio, come faccio a…"
"Billy, dove ti sei cacciato, ingrato figlio di una ingrata madre?"

Il vecchio Richard, a quanto pareva, aveva terminato le sue mansioni. Non c'era tempo da perdere.
“La situazione è questa. Prendere o lasciare,” sibilò Billy.
"D'accordo, ci vediamo la settimana prossima. Ma voglio che tutto sia pronto!" esclamò Marius. L’altro annuì.
"Prima mi dai i soldi e poi ti faremo il documento falso più bello di tutti i tempi!"

/ / / / / / /



Il ritorno al St. James fu faticoso sia da un punto di vista prettamente fisico (quelle dannate sporte pesavano e trasportarle su per la collina non fu affatto facile) ma anche, e soprattutto, da un punto di vista mentale.
I responsabili dell'orfanotrofio osservarono attentamente la ricevuta, lamentandosi, come al solito, di quanto il vecchio Richard avesse aumentato i prezzi.
Fu solo dopo una mezz'ora di attenta lettura e analisi della spesa che a Marius fu permesso di tornarsene al suo dormitorio. Era già mezzogiorno, gli altri orfani intenti nelle loro attività, perciò la stanza era vuota. Perfetto.

Marius si avvicinò al suo letto, lo spostò di qualche centimetro per rivelare una piccola conca nel muro, una cavità che aveva scoperto quasi per caso, poco dopo il suo arrivo.
Tirò fuori i soldi che vi aveva inserito, nel corso dei mesi, e contò il gruzzolo.
Aveva cinque sterline tonde tonde alle quali avrebbe potuto aggiungere, se era bravo, una mezza sterlina rimediata dalla spesa della settimana seguente: non erano abbastanza, ne mancava una.
Una sola, schifida, sterlina gli avrebbe potuto impedire di andarsene via. Risistemò il letto e vi si mise sopra con la testa tra le mani, sconsolato.
No, non poteva finire così, non poteva rinunciare al suo sogno per una sterlina.
Forse Billy si sarebbe rabbonito, vedendo la sua disperazione… no non era il tipo. Forse avrebbe potuto guadagnare qualcosa in quella settimana, ma come?
C'era chi andava nelle case degli anziani abitanti per aiutarli nelle faccende domestiche, ma i compensi erano davvero bassi; qualche orfano un po' più intelligente dava lezioni private… ma, ma certo!

Aveva una possibile soluzione a portata di mano ma per sapere, per avere la certezza che quella via fosse praticabile, avrebbe dovuto aspettare le visite che si sarebbero tenute il giorno dopo.

Furono ore difficili, lunghe e tristi, ma quando, finalmente, mise piede nell'ormai familiare cortile, era pronto.
Osservò le altre orfane e vide distintamente quella che le interessava.
Salice.

Era stata lei a consegnargli le lettere di Spranga, dopo quell'avvenimento i due avevano finito inevitabilmente per legare, anche se non arrivarono mai al livello di confidenza che Marius aveva raggiunto con Sarah.
Salice, quando era arrivata, era piccola e minuta, non faceva che piangere e tutti pensavano che sarebbe crollata ma non lo fece, aveva resistito e a sedici anni ormai era diventata una delle figure di riferimento nei dormitori delle ragazze.
La conoscenza comune di una ragazza come Spranga li aveva fatti avvicinare, Salice possedeva molti aspetti in comune con la vecchia amica anche se, in qualche modo, i suoi tratti fisici e mentali erano meno spigolosi rispetto a quelli di Spranga.
Avevano avuto una mezza storia l'anno scorso, un paio di baci ed effusioni scambiate dietro i cespugli, Marius non provava granché per quella ragazza, un'amicizia, ecco, ma era evidente che l'altra avesse bisogno di conforto e affetto e che forse provasse qualcosa per lui.
Non ebbe il cuore per rifiutarla.
I sentimenti tra i due si erano un po' raffreddati ma comunque si potevano ancora considerare amici e Salice aveva una particolarità che poteva rendersi utile: veniva da una famiglia piuttosto in vista, perciò sapeva leggere e scrivere e, ormai da diverso tempo, dava ripetizioni ai giovani del villaggio, ricevendo in cambio qualche scellino.
Non era certo un segreto il fatto che fosse una delle ragazze più ricche dell'orfanotrofio.
Erano amici e lei possedeva del denaro che lui voleva ad ogni costo.
Se fosse stato in grado di giocarsela bene, forse…

La vide, seduta per terra con una piccola scatola di metallo tra le gambe. Pareva che tenesse in mano del denaro.
Si avvicinò velocemente all'amica.
"Ehi, Damerino, come sta il braccio?" Chiese.
Un paio di settimane prima uno dei bulli aveva deciso di attaccarlo alle spalle ed era caduto male, sul braccio.
"Bene… ma, cosa stai facendo?"
"Conto i soldi delle ripetizioni," rispose, semplicemente, come se si trovasse di fronte ad una persona piuttosto dura di comprendonio.
"Sì, ma perché farlo qui? Se qualcuno dei ragazzi provasse a rubarti i soldi?"
Salice scosse la testa, divertita.
"Perché nel mio dormitorio c'è una spiona, e sai bene che avere del denaro e non consegnarlo ai responsabili può comportare una punizione decisamente pesante," spiegò.
"In quanto a provare a rubarmeli… ci devono provare. Anzi, in realtà qualche mese fa un tizio ci provò… Gringo, mi pare che si chiamasse. Beh, da allora va in giro con una voce tutta stridula e nessuna prova più a rompermi i coglioni."

Marius si mise a sedere accanto a lei, osservando il gruzzoletto.
"Quanto hai guadagnato?" chiese.
A occhio sembrava che avesse molto più di una sterlina.
"Ho calcolato proprio ora, ho undici sterline e diversi centesimi," rispose l'altra, orgogliosa.
Marius fischiò, ammirato.
"Mi faccio il mazzo, credimi, far capire a quegli zucconi al villaggio come fare le sottrazioni, le moltiplicazioni e come leggere un semplice quotidiano è un'impresa snervante ma dà i suoi frutti," disse la ragazza, "uscirò tra due anni e, se continuo di questo passo e non commetterò un omicidio al villaggio, dovrei uscirne con abbastanza soldi per non morire di fame per qualche mese."
"A proposito di uscire da qui…"

Marius si osservò intorno, assicurandosi che i due fossero da soli, e poi continuò, la voce poco più di un sussurro.
"Ho scoperto come ha fatto Spranga ad andarsene, adesso che ho raggiunto i diciotto anni voglio farlo anch'io."
Salice l'osservò con gli occhi spalancati dalla sorpresa.
"C'è un negozio al villaggio, il figlio del vecchio Richard ha degli agganci interessanti e da tempo ormai si occupa di far scappare gli orfani maggiorenni. Mi fornirà un nascondiglio per le prime ore, una bicicletta e un nuovo documento di identità. Tutto questo in cambio di qualche sterlina," spiegò.
"Ma è… fantastico!"
"Sì, non ti dico che cosa ho fatto per guadagnarmi quelle sterline, ma fatto sta che con sudore e con fatica ci sono arrivato. C'è un problema però," aggiunse, la voce ormai appena comprensibile tanto era bassa. "A quanto pare, il prezzo è aumentato ed ho solo un paio di giorni per procurarmi una sterlina. È chiaro che non ce la farò, ma se tra due giorni non mi presenterò con la somma pattuita, allora l'accordo salterà e scommetto che Billy non vorrà più fare 'affari'."
"E allora hai pensato bene di chiedere aiuto alla tua amica Salice che, lo sai bene, possiede più sterline di tutti, qui dentro,” concluse la ragazza.

Erano così ovvie le sue intenzioni? Marius comunque annuì, in parte sollevato dal fatto che l'amica avesse compreso la natura di quella conversazione.
"E mi sento un verme, credimi, perché so quanto ti servano quei soldi, so quanto faccia schifo questo mondo dimenticato da Dio. Ma, dall'altra parte, pur vergognandomi come un ladro, non posso non fare un tentativo. E non preoccuparti, se non vorrai capirò benissimo e…"
E Salice, con un gesto, zittì quel torrente di parole.
Prese due sterline dalla scatola e le porse all'amico.

"Ma sono… sono due, io…"
"La prima sterlina te la do perché tu me la chiedi, la seconda te la do come un regalo mio personale," spiegò la ragazza, le lacrime agli occhi.
"Quando sono arrivata qui tutti mi prendevano in giro, solamente due persone mi hanno aiutato. La prima è stata Spranga, che mi ha insegnato come difendermi, la seconda sei stata tu. So bene che sei una delle persone più prese di mira, avresti potuto rifartela su di me, in qualche modo, ma non l'hai fatto," fece una pausa, asciugandosi una lacrima.
"Anche se so che non provi nulla per me, dal punto di vista sentimentale, mi hai consolato, abbracciato, fatto sentire meno inutile e sola, queste cose non posso dimenticarle."

Sembrava che volesse dire oltre ma non ce ne fu bisogno. Marius l'abbracciò forte e i due rimasero in silenzio, fermi in mezzo a quello spiazzo freddo e ventoso.
E allora non sentì niente, niente tranne un grande, onnipresente, calore. Si sarebbe ricordata di Salice, il suo aspetto fragile ma il carattere indomito.

/ / / / / / /



"Ecco, tre sterline. Mi raccomando, cerca di convincere quel vecchio bastardo a non fare troppo l'avaro e farci uno sconto generoso."
"Ci proverò."

Il responsabile se ne andò, lasciandolo solo nell'atrio dell'orfanotrofio.
Ecco fatto, quello era il giorno che avrebbe dato una nuova svolta alla sua vita.
La settimana precedente aveva dato la cifra pattuita a Billy, era sceso nel sottoscala e un tizio piuttosto strano, dai lunghi capelli neri, gli aveva fatto alcune foto.
L'appuntamento era per quella mattina, a mezzogiorno circa.

Marius osservò ancora una volta le pareti dell'orfanotrofio con uno strano mix di sensazioni addosso. Il St. James per lui aveva rappresentato numerose cose, non tutte piacevoli.
All'inizio un'ancora di salvezza dalla strada e da una vita miserabile, ben presto aveva preso la forma di un inferno ma poi, con l'apparizione di Spranga, la situazione era nuovamente cambiata.
Per qualche anno quelle pareti putride avevano preso la forma di una casa, vecchia e sporca ma casa. La situazione adesso era nuovamente mutata e per lui quella costruzione umida e vecchia non rappresentava altro che una prigione, una prigione che finalmente quella mattina avrebbe lasciato.
Uscendo dal portone rimase qualche secondo con gli occhi chiusi, annusando il familiare odore di erba tagliata.
Perché si sentiva così nostalgico?

Perché questa è stata casa tua. Anche se l'hai odiata, è stata una parte integrante della tua vita.
Perché, pur essendo orrida, era comunque una certezza.


Marius si incamminò, dopo un ultimo sguardo al St.James.
Sì, in effetti non aveva molti punti fermi nel futuro, avrebbe lasciato tutte le sue poche cose all'orfanotrofio, sarebbe ripartito con niente tranne che una manciata di sterline in tasca e un nuovo documento. Ma aveva una cosa, una forte motivazione che lo spingeva ad andare avanti. Sarah.
Lei lo stava aspettando, forse insieme alla famiglia.

Ma le pensi davvero queste cose?
Credi davvero che la famiglia che ha cacciato una figlia perché Magonò, dopo tutti questi anni la rivoglia avere in casa?


"Fa niente, anche se non sarà con la sua famiglia, ma da sola, lei mi sta aspettando!"

Ne sei sicuro?
Lo ha detto lei anni fa ma, per quanto ne sai, può averti tranquillamente dimenticato l'istante dopo che se n'è andata via da quel buco di orfanotrofio.


"NON È VERO!"

Marius si fermò per un istante, il fiato corto. Quegli anni di solitudine dovevano aver pesato sulla sua psiche, non era normale urlare per bloccare una voce interiore che gli scavava dentro da tempo.
Il ragazzo rimase fermo per qualche istante, gli occhi chiusi. Quando non senti più quella vocina, riprese a camminare il più velocemente possibile, cercando di non pensare a niente.
Di solito funzionava.

Funzionò e dopo un quarto d'ora arrivò al villaggio; era quasi mezzogiorno, l'orario pattuito, perciò il ragazzo si diresse direttamente verso l'emporio di Richard.
L'uomo lo stava aspettando vicino alla porta. In piedi, la schiena appoggiata alla parete, non parlò ma fece cenno a Marius di entrare dentro e lui obbedì.
"In perfetto orario, bravo."

Billy era già pronto, in piedi dietro il bancone, tra le mani una specie di zaino che passò a Marius.
"Qui dentro c'è il nuovo documento di identità, da adesso sei John Greenberry, un vestito di ricambio e un po' di provviste," spiegò.
"Bene… come funziona?" Chiese Marius.
Per tutta risposta, Billy lo invitò a seguirlo nell'altra stanza presente nell'emporio.
Era una specie di magazzino con tanti scaffali pieni di scatoloni, cibo in scatola e attrezzi.
Billy entrò nello spazio tra due scaffali particolarmente angusti, si piegò per terra e dopo qualche istante nel pavimento apparve un'apertura.

Il proprietario scese, seguito pochi secondi dopo da un Marius piuttosto titubante. Dovette usare una scala a pioli particolarmente vecchia ma poi, una volta scesi i dieci gradini scivolosi, si trovò in quello che sembrava una grotta: era una stanza piuttosto angusta, spoglia ma tutto sommato abitabile.
"Fu scavata dal mio bisnonno per nasconderci merce di contrabbando e in tutti questi anni non è stata mai scoperta. È piccola, soffocante, ma sicura," spiegò Billy mentre Marius depositava lo zaino per terra.
C'era posto solo per una panca all'apparenza decisamente scomoda.
"Verso le quattro di pomeriggio l'allarme circolerà, così è stato le altre volte. Arriverà la polizia che setaccerà la zona ma ormai le fughe dal St.James sono sempre più frequenti, ventiquattrore e se ne andranno via, alzando le spalle."
"E allora potrò uscire?"
"Mio padre va a mangiare alla locanda qui vicino, ha le sue fonti e se domani saprà che la strada è libera… allora sì. Prendi la via che va a nord di qui, qualche ora e arriverai nella prima piccola città. Da lì in poi saranno cazzi tuoi," rispose Billy. "Torno su, il vecchio ha bisogno."

Fece per uscire ma Marius lo bloccò. C'era una domanda che gli frullava in testa da anni e quella, forse, era l'ultima occasione.
"Perché ci aiuti? Noi orfani."
Billy rimase fermo per qualche secondo, parte dello sguardo in ombra.

"Perché mio padre è stato uno degli 'ospiti' del St. James e, anche se non ne parla mai, so quel che ha subito," rispose, infine, salendo i gradini.
"Non sono uno stinco di santo, aiutarvi a scappare è una buona fonte di guadagno, ma, insomma, quando tirerò le cuoia e andrò dal grande capo in cielo, vorrei che nella mia lista assolutamente lunga lista di peccati ci sia anche una buona azione a controbilanciare la cosa. In bocca al lupo."
"Crepi.”

La botola si chiuse.

/ / / / / / /



Eccoci qua, la fuga di Marius è iniziata.
Ma le cose andranno bene?
Marius riuscirà a scappare o verrà beccato?
E Spranga/Sarah?

Lo scoprirete mese prossimo :>

  
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