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Autore: Dreamer47    22/06/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunters' legacies
Capitolo 79



Dean camminava con aria seria fra le tante persone che si ammassavano all'interno di quel Luna Park, scansando bambini che esternavano a voce fin troppo alta la propria felicità mentre pensava che avrebbe adorato portare Mary su quelle giostre.
Aveva appena scambiato un cenno del capo con suo fratello e con Abby che andarono in una direzione, e con Edward ed Eileen che andarono in un'altra. 
Stavano percorrendo tutte le vie possibili per riuscire a bloccare il mostro che stessero braccando: si trovavano a New York, dove sempre più ragazzini sparivano uno dopo l'altro o venivano ritrovati con il collo dilaniato. 
Avevano immaginato che si trattasse di un nido di vampiri, ed infatti i cacciatori erano riusciti a trovarlo ed a raderlo al suolo, lasciandosene sfuggire solamente uno: lo avevano seguito fino al luogo più affollato vicino la casa abbandonata in cui dimorassero. 
Abby si mosse attorno ad una giostra con discrezione girando attorno ai gruppi di persone sorridenti, suggerendo con lo sguardo a Sam di girare dalla parte opposta rispetto alla sua, confondendosi tra la folla e con le urla divertite dei presenti e con il loro odore in modo da non farsi riconoscere. 
Girò attorno a quell'ammasso di lamiera e bulloni che emanava delle luci luminose e verdi, e quando arrivò sul retro vide l'uomo alto che stava cercando completamente chinato su una giovane donna, nel collo della quale aveva affondato i suoi lunghi denti. 
Osservò la donna rimanere in silenzio con il collo spezzato ed il sangue che usciva frenetico dal suo collo, così Abby si avvicinò a grandi passi con il suo grosso machete in mano cercando di essere più silenziosa possibile. 
Giunse a pochi passi dal vampiro e udí il suo respiro pesante mentre si nutriva, simile a quello di un leone che stesse spolpando la sua preda.
Nonostante Abby avesse ucciso dozzine di mostri nell'arco della sua vita, il suo cuore batteva molto forte mentre si avvicinava al vampiro e una scarica di adrenalina la attraversava da capo a piedi. 
Sollevò il machete per coglierlo a tradimento e staccargli di netto la testa, quando con velocità il vampiro lasciò cadere a terra la donna ormai priva di vita che stringesse fra le braccia e si voltò di scatto verso di lei, afferrandole il braccio e bloccando quel colpo.
Per qualche istante Abby lo guardò in viso, sollevando le sopracciglia con aria sorpresa mentre si chiedeva che cosa sarebbe successo adesso. 
Quel vampiro era un davvero molto alto, robusto e massiccio più di quanto pensasse possibile; i suoi muscoli straripavano dalla giacca di pelle aderente che indossava e aveva messo su un'aria molto minacciosa.
I suoi occhi erano color ghiaccio, tutti accerchiati dalle vene rosso scuro che fossero in rilievo, mostrando la sua vera natura; i suoi denti sporgevano dalle sue labbra, sporco di sangue fino al mento. 
Le fece un ghigno malvagio agghiacciante e la guardò come se fosse il piatto che stesse aspettando impazientemente sul menù. "Deve essere il mio giorno fortunato, cacciatrice". 
In qualche secondo, Abby si ritrovò schiacciata contro il retro del furgone dietro cui si fosse nascosto il vampiro per dissanguare la donna che adesso giacesse a terra, e le strinse una mano attorno al collo per sollevarla da terra. 
Abby lasciò cadere il machete sgranando gli occhi mentre provava a liberarsi dalla presa ferrea che le attanagliasse la gola, ma quel vampiro era troppo più forte di lei. 
In qualsiasi punto lo colpisse, Abby non riusciva a fargli perdere la presa su di lei né tantomeno indebolirla.
Lo sentí ridere divertito mantenendo il suo ghigno diabolico sul viso, fino a quando abbassò la sua presa per avvicinare i loro volti. "Voi mi avete portato via il mio nido, la mia famiglia. Adesso farò lo stesso con te, tesoro. E farà davvero male". 
Quando il vampiro lasciò la presa sul suo corpo per affondare per il viso sul suo collo e dilaniarle la pelle, Abby non riuscì neanche ad emettere un suono, figuriamoci gridare. 
Cercò di colpirlo e di fargli perdere la presa su di lei, ma ad ogni suo movimento Abby percepiva i canini affilati del vampiro scendere sempre più in profondità, riuscendo a percepire il sangue lasciare il suo corpo. 
Abby non aveva mai avuto paura nella sua vita, non le era stato insegnato, e non ne ebbe neanche in quel momento in cui le forze la stessero lentamente abbandonando. 
Ma il terrore la invase quando il vampiro allontanò il viso dal suo collo per guardarla con aria divertita, mentre si mordeva il suo stesso polso per avvicinarlo alle labbra della cacciatrice. "Pensavi che mi sarei nutrito di te per poi ucciderti? Questo, tesoro: sarà questo il tuo incubo peggiore".
Quando sentí il sapore metallico del sangue sulla lingua, Abby provò a dimenarsi e a sputarlo fuori, ma il vampiro la tenne stretta e la costrinse a bere il suo sangue. 
Percepí la sua ferita al collo iniziare a chiudersi guarendo magicamente, e Abby scosse la testa mentre sentiva le lacrime scorrere sul suo viso perché avrebbe preferito morire che percorrere un destino simile. "N-no..". 
Il vampiro rise divertito e scosse la testa, carezzandole la testa con un gesto leggero mentre la guardava con ilarità. "Si, si, tesoro. Tu ed i tuoi amici ci avete quasi sterminati, ma adesso tu dovrai sterminare loro. Vieni a cercarmi quando ti sveglierai". 
L'ultima cosa che sentí quando il vampiro la lasciò andare e cadde in ginocchio a terra, fu una voce in lontananza che la chiamava e aveva tutta l'aria di essere spaventata e preoccupata. 
Sam
Non ebbe il tempo di assicurarsi che fosse davvero venuto a salvarla e che non lo avesse immaginato, che cadde rovinosamente a terra ed i suoi occhi si chiusero perché colti dalla peggiore stanchezza che avesse mai provato in vita sua. 




Risvegliarsi dal sonno in cui fosse precipitata, fu ciò che di più difficile avesse mai fatto. 
Si mosse sul letto su cui fosse sdraiata e cercò di aprire gli occhi per mettere a fuoco il luogo in cui si trovasse, ma le luci la accecarono a tal punto che Abby dovette proteggersi gli occhi con le mani. 
Si sentiva debole e infastidita da tutto ciò che avesse attorno, specialmente ciò che riusciva ad udire: sentiva le persone parlare fuori da quella stanza, le macchine sfrecciare nel parcheggio ed uno strano suono a cui prestò maggiore attenzione. 
Non aveva mai sentito nulla di tutto ciò e solo dopo qualche istante capì che fosse dato dal suo cuore che pompava energicamente sangue nelle vene, ed in quel momento capì di non essere sola nella stanza dati gli altri tre cuori che battevano agitati. 
Si sentí frastornata, non capiva cosa stesse succedendo, e quando si mise più dritta con la schiena sedendosi sul letto in cui si fosse svegliata, udí il mormorio nella stanza terminare immediatamente. "Ma che succede?".
Sentí i cuori all'interno della stanza accelerare e pompare il sangue sempre più forte nel corpo, e quando Abby aprí nuovamente gli occhi molto sensibili alle luci della stanza del motel in cui si trovassero, riconobbe subito i tre uomini con cui avesse cacciato. 
Dean fu il primo ad avvicinarsi a lei, accennando un sorriso fingendosi tranquillo mentre le si avvicinava con cautela. "Ciao ragazzina, come ti senti?". 
Abby non riuscì a mantenere gli occhi aperti, quella luce la stava accecando ed in più non riusciva a respirare, percependo come rarefatta l'aria che vi fosse in quella stanza. 
Scosse la testa e sentí il suo stesso respiro accelerare, mentre la rabbia montava dentro di sé ed il cuore le batteva più velocemente nel petto. 
Voleva semplicemente spegnere la luce della abat-jour posta sul comodino, ma udí lo schianto della lampada contro la parete ed il vetro andare in frantumi rendendosi conto di averla appena colpita con un forte pugno. 
Quando Abby poté tirare un respiro di sollievo e aprire finalmente gli occhi senza che venissero troppo feriti dalla luce, si sedette sul bordo del letto e guardò tutti i presenti. 
Per qualche strana ragione, Dean si era fatto più indietro rispetto a qualche istante prima. 
Fece vagare lo sguardo sugli altri due uomini ed Abby incrociò quello di Edward, il quale aveva messo su un'espressione molto rassicurante e tranquilla, sorridendole e dandole conforto, al contrario di Dean che era molto serio e non perdeva nessuno dei suoi movimenti. 
Ma quando guardò Sam, Abby trattenne il respiro e quasi tremò: era uno dei cacciatori più formidabili del mondo, la persona più buona e generosa che conoscesse, ma non era mai, mai stato capace di nasconderle la più orrenda verità. 
Abby si concentrò su di lui e tutto ad un tratto le ritornò in mente la voce di Sam, che urlava il suo nome. 
Ricordava di trovarsi in una situazione di pericolo, che si fossero divisi e che aveva individuato il vampiro a cui dava la caccia, e dopo averlo trovato tutto ciò che ricordò fu la sensazione della pelle che si lacerava ed i denti che affondavano dentro di lei. 
"No..". 
I suoi occhi divennero lucidi ed Abby si alzò di scatto, e Dean non parve spaventato ma rimase a fissarla con le mani piegate in avanti, pronto ad afferrarla se la situazione gli fosse sfuggita di mano. "Abby, devi calmarti. C'è una soluzione". 
Ma Abby scosse la testa mentre sentiva la rabbia crescere dentro di lei e si portò la mano sinistra al collo, mentre sentiva ancora la stretta ferrea ed invisibile del vampiro su di lei. "Mi ha trasformata, non è vero? Si è nutrito di me e poi mi ha trasformata!". 
Edward avanzò senza paura con passo svelto ed un sorriso sul volto, afferrandole il viso fra le mani ancora sporco di sangue secco; intrappolò i suoi occhi azzurri così terrorizzati con i suoi nocciola così sereni. 
Per molti secondi rimasero fermi a guardarsi, mentre Edward la calmava e le intimava che tutto sarebbe andato bene, e Abby annuì lentamente, quasi convincendosene. "C'è un modo per farti tornare umana. Dimenticheremo presto questa storia molto presto, te lo prometto. Va bene, rossa?". 
Abby rimase ancora ad osservarlo con un sorriso debole sul volto, annuì in silenzio quasi convincendosi che tutto sarebbe andato davvero per il meglio, che sarebbe tornata presto a casa e che avrebbe presto rivisto i suoi bambini. 
Ma in un attimo il suo respiro divenne più pesante, il suo cuore iniziò a battere più velocemente ed i suoi occhi persero quel briciolo di tranquillità che le fosse rimasto. 
Abby spostò il suo sguardo vitreo dagli occhi di Edward, lasciandoli scivolare sul naso, poi sulle sue labbra carnose ed invitanti, e qui Abby dovette deglutire un paio di volte mentre strani pensieri lussuriosi le invasero la mente, fino a quando il suo sguardo cadde sul suo collo. 
Sapeva che Edward e Dean le stessero ancora parlando, eppure Abby si era ritrovata a far risalire le sue mani sul petto di Edward mentre respirava pesantemente e con debolezza. 
Tutti i rumori attorno a lei sparirono ed Abby si concentrò sul battito cardiaco accelerato di Edward, percependo il movimento del sangue attraverso nelle sue vene; si leccò le labbra ed ebbe quasi l'acquolina in bocca quando intravide da sotto la pelle olivastra dell'uomo, la giugulare pulsare in maniera ritmica. 
D'improvviso il sangue iniziò a richiamarla e non si accorse neanche del momento in cui i suoi nuovi denti uscirono dalle gengive, mentre la sua vera natura veniva rivelata ed i suoi occhi diventavano quelli di una bestia inferocita. 
La mente di Abby venne totalmente sovrastata dalla sua nuova parte vampiresca, provando una fame così disperata da farle male mentre la gola le bruciava. 
"Abby, sei più forte di così!". 
Quando i suoi occhi tornarono normali ed Abby riuscí a placare la sua sete, si era ritrovata seduta sul pavimento della stanza. 
Sbatté le palpebre un paio di volte come se avesse avuto il blackout per qualche istante, non avendo avuto alcun controllo sul suo corpo in quei momenti, e si accorse di come tutto fosse cambiato attorno a sé: il tavolo era stato ribaltato, qualche sedia spezzata, alcuni fogli ancora svolazzavano a mezz'aria, mentre i tre cacciatori avevano ancora il fiato corto e rimanevano in allerta, pronti ad iniziare un'ulteriore lotta.
Si rese presto conto di aver attaccato Edward e qualcuno di loro doveva averla spinta indietro per impedire che potesse nutrirsi ed affondare i suoi denti nel suo collo. 
Sam, Edward e Dean erano disposti a semicerchio tutti attorno a lei, guardandola con aria addolorata e dispiaciuta e Abby li guardò con occhi lucidi e dispiaciuti, mentre sentiva le sue emozioni amplificarsi sempre di più. 
"È tutta colpa mia, Abby. Mi dispiace tanto, non ci saremmo dovuti separare, ti avrei dovuto proteggere". 
Abby guardò Sam negli occhi mentre sentiva le sue parole sinceramente affrante, lesse il suo senso di colpa albergare dentro di lui e vide come fosse così tremendamente dispiaciuto da farle male. 
Sapeva che non era stata colpa sua, che era stato un incidente e le sarebbe potuto capitare mille volte nel suo lavoro. 
Sospirò e sollevò le mani in segno di resa, scusandosi con lo sguardo con Edward che ancora una volta la guardava con aria rassicurante e tranquilla, al contrario di Dean che invece non tentò neanche di nascondere la sua preoccupazione. 
"Dovete legarmi. O proverò ad uccidere uno di voi, ancora".



Stava seduta a terra, con il polso destro sollevato poiché legata al termosifone con delle forti manette d'acciaio. 
Non si sarebbe potuta liberare, a meno che non si fosse rotta la mano stessa. 
Abby sospirò nervosamente e mosse il piede destro sul pavimento, mordendosi le labbra e scuotendo la testa mentre guardava Edward seduto su una delle sedie ancora superstiti, intento ad effettuare delle ricerche al computer per aiutarla. 
Le sembrava passata un'eternità da quando i due Winchester avessero lasciato la stanza per andare alla ricerca del vampiro che l'avesse trasformata; avere il suo sangue avrebbe significato riuscire a creare una cura per fare tornare Abby umana. 
Eppure Abby non riusciva a smettere di essere nervosa, di agitare il polso intrappolato nelle manette, mentre la realtà attorno a sé veniva aumentata. 
Tutti i rumori fuori da quella stanza le stavano facendo esplodere la testa ed Abby avrebbe fatto di tutto per poter rimanere in silenzio con i suoi pensieri per qualche istante. 
Pensava ai suoi figli incessantemente, pensava al fatto che se qualcosa fosse andato storto nel loro piano, non avrebbe mai più visto Mary e Richard. 
Avevano bisogno della loro mamma, quando lei avesse bisogno di loro. 
Non poteva lasciarli per la seconda volta, doveva riuscire a tornare umana.
Ed il tempismo con cui quel vampiro l'avesse trasformata faceva proprio schifo, perché non avevano tempo da perdere ma dovevano proseguire le loro ricerche su Chuck per trovare un modo per eliminarlo dai giochi.
"Sta' calma, rossa. Vedrai che tra poco torneranno con il sangue e sarai di nuovo umana prima di poterlo pensare". 
Fece vagare gli occhi fino a Edward, che si fosse voltato con l'intera sedia a guardarla chissà da quanto tempo, mentre Abby cercava di escludere dalla sua mente tutti i rumori esterni. 
Lo guardò negli occhi ed il nervosismo cessò mentre veniva invasa da una strana calma, così riuscì a fare un respiro profondo ed a calmare il suo respiro accelerato. 
Si sedette meglio sul pavimento e facendo spallucce, scuotendo appena la testa mentre si piegava in avanti e guardava negli occhi nocciola di Edward. "Non funzionerà: non sapete neanche che aspetto abbia il vampiro". 
"Sappiamo com'è vestito". 
"Certo. Credi che andare in giro con i vestiti sporchi di sangue gli permetterà di poter cacciare con più facilità?". 
Edward sospirò e roteò gli occhi in un segno di disperazione, mentre pensava che nonostante Abby fosse in transizione per diventare vampiro e stesse ricevendo così tanti stimoli dall'ambiente in cui si trovava, aveva ancora la concentrazione per poter trovare il modo di contraddirlo.
Il cacciatore si piegò in avanti con i gomiti sulle ginocchia per guardarla meglio: sembrava sempre la solita Abby, ma nel suo sguardo qualcosa sembrava diverso. "Cosa suggerisci?". 
Fu il turno di Abby di roteare gli occhi, alzandosi faticosamente in piedi ed indicando il suo polso legato con lo sguardo. "Io so che aspetto ha quel figlio di puttana. Conosco il suo odore, posso seguirlo. Liberami: lo trovo, lo uccido, porto il sangue e Sam fa il rituale. Siamo tutti in orario per la cena e saremo liberi di dimenticarci questa storia". 
Edward sollevò un sopracciglio e si mise in piedi anche lui, lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi mentre si avvicinava lentamente. 
Non le tolse mai gli occhi di dosso, mentre notava il suo sguardo speranzoso rimanere impassibile nonostante la vicinanza. "Cosa ti impedirebbe di farmi a pezzi e poi fare lo stesso con le persone fuori da quella porta, se ti liberarsi?". 
Quasi avrebbe voluto rimangiarsi la frase appena detta, quando vide il viso di Abby piegarsi in un'espressione ferita. 
La ragazza abbassò gli occhi e scosse la testa, mentre sentiva il suo cuore battere più velocemente, esattamente come quello di Edward: sapeva che aveva ragione, che avrebbe potuto fare del male a qualcuno. 
Eppure Abby sapere di riuscire a fare la cosa giusta per tornare dalla sua famiglia.
Dopo qualche istante tornò a guardarlo e sospirò, facendo spallucce e mostrandogli i suoi occhi lucidi. "Io ho due figli, Ed: pensi che mi nutrirei di qualcuno, mettendo a repentaglio la mia vita con loro? Non c'è nessuno più di me che mi voglia di nuova umana". 
"Si, questa è la tua parte razionale a parlare. Ma che mi dici dell'altra? Hai cercato di mordermi prima". 
Abby sospirò scuotendo la testa e fece un passo nella direzione, perché desiderava da matti riuscire ad avvicinarsi a lui e toccarlo per mostrargli quanto realmente fosse dispiaciuta per ciò che fosse accaduto. "Sento il tuo cuore battere più velocemente da quando ti sei avvicinato. Hai paura di me? Pensi che io possa farti del male intenzionalmente?". 
I suoi occhi erano così sinceri che Edward non riuscì a non crederle, ma era pur sempre un cacciatore e aveva visto i mostri fingersi buoni centinaia di volte.
Eppure si trattava di Abby e Edward voleva così disperatamente crederle, così disperatamente aiutarla e farla stare bene. 
Quando fece dei passi avanti fino a giungere vicino alla ragazza, così tanto che Abby avrebbe potuto raggiungere il suo collo con un piccolo scatto, Edward la studiò per dei lunghi istanti e non la vide mai perdere il controllo o vacillare. 
Niente denti da vampiro, niente vene rosse attorno agli occhi, niente brama di sangue. 
Sembrava la solita Abby e lui l'amava troppo per farla soffrire in quel modo. 
Inoltre pensava che Abby avesse ragione e che Sam e Dean non avrebbero potuto trovare quel vampiro, capace di mimetizzarsi fra le altre numerose persone presenti al luna park.
Edward sbuffò sonoramente, mentre borbottava qualcosa di incomprensibile, che assomigliasse ad un Cosa non farei per te?
Inserí la chiave all'interno delle manette, aprendole brevemente per poi chiuderla attorno al proprio polso come garanzia. 
Poi sollevò lo sguardo verso di lei e sorrise dolcemente, allungando una mano verso la sua guancia per sfiorarle la guancia senza alcun timore. "Non farmene pentire, rossa". 
Abby sorrise debolmente e sospirò, appoggiandosi alla sua mano e ringraziandolo con lo sguardo, per averle creduto e per amarla così tanto. "Non lo farò. Adesso andiamo a dare la caccia a quel figlio di puttana".



Si mossero in fretta l'uno accanto all'altra, nascondendo il loro legame d'acciaio dentro alle maniche delle giacche, scansando le persone all'interno di quel Luna Park. 
Abby aguzzava la vista e vedeva più in lontananza rispetto a Edward, che teneva la mano intrecciata alla sua e la seguiva tenendo sempre gli occhi aperti, sempre pronto ad intervenire nel caso in cui la situazione gli fosse sfuggita di mano. 
Edward non era uno stupido: sapeva che Abby avrebbe perso il controllo dentro quella stanza di motel, sapeva che era questione di tempo prima che sbriciolasse il termosifone e si avventasse su di lui o su chiunque fosse nei paraggi. 
Così aveva deciso di tenerla vicinissima a sé e di portarla in mezzo a tutte quelle persone per darle qualcosa che desiderasse più del sangue: la vendetta.
Edward continuava a tenerla d'occhio e aveva sempre una mano pronta per afferrare la siringa di sangue di uomo morto che avesse precedentemente messo nella sua giacca. 
Se Abby avesse perso la testa e le fosse venuta voglia di uccidere, l'avrebbe messa al tappeto senza sforzo. 
Eppure la donna se la stava cavando bene, seguendo i suoi sensi. 
Usava il suo naso per captare l'odore del suo creatore che avesse memorizzato e sorrise compiaciuta, quando lo percepí. "È qui, lo sento". 
Scansò un gruppo di persone forse troppo bruscamente, tant'è che Edward si dovette scusare con un sorriso dispiaciuto, e le si avvicinò velocemente, tenendola più vicina a sé. "Fa' piano, Abby. Così mi staccherai la mano".
Ma la donna non sentí la sua battuta, presa per com'era a seguire la sua traccia in mezzo ad almeno altri mille odori che cercassero di coprirlo. 
Si fermò sul posto proprio accanto ad uno stand di tiro al bersaglio, osservando distrattamente dei ragazzini che stessero provando invano di far cadere le ruote giranti per vincere almeno un peluche per le proprie conquiste, ma presto voltò il viso dalla parte opposta, divenendo più seria. "Da questa parte".
Edward si guardò attorno e sospirò, costretto a seguirla senza aver voce in capitolo su dove sarebbero potuti andare. 
La guardava mentre camminavano fianco a fianco ed a Edward sembrò che si trattasse di una semplice caccia: Abby non era diversa, non si comportava in maniera strana, non aveva voglia di squarciare nessuna gola. 
Stava cacciando il mostro che le avesse fatto del male, ed Edward non poté fare a meno di esserne fiero. 
Aveva sempre saputo che Abby fosse forte e dura, ma stava eccellendo dove anche i migliori cadevano. 
Lo guidò fra degli stand in cui fossero esposte una notevole quantità di dolci, caramelle, mele ricoperte di cioccolato. 
Camminarono ancora fra le persone, continuando a guardarsi attorno, e all'uomo sembrò che stessero girando in tondo. 
Ad un tratto Abby si fermò, nuovamente. 
Non disse nulla, non modificò neanche la sua espressione, ma fu quello il momento in cui Edward capì che, per quanto Abby stesse andando bene, aveva sbagliato a non considerare che un vampiro in transizione fosse comunque un vampiro.
L'odore del suo creatore questa volta venne coperto da un altro, molto più intenso e forte, molto più piacevole. 
"Sangue..".
Fu solo un sussurro, ma fu sufficiente affinché Edward lo sentisse e subito piantò i piedi a terra, fermando se stesso e costringendo di conseguenza anche Abby a fermare la sua corsa. 
Le prese le spalle con le mani e la guardò negli occhi, ma Abby continuava a far vagare lo sguardo a destra e a sinistra, mentre il suo respiro accelerava incontrollato e si agitava come se Edward me stesse tenendo la testa sott'acqua impedendole di respirare.
"Abby, devi controllarti. Subito!".
"Mi sta prendendo in giro: sa che sono qui. Continua a spostarsi e.." sussurrò Abby con voce tremante, incurvando le spalle e scuotendo la testa mentre il suo cuore batteva forte nel petto ed alzava lo sguardo verso l'uomo che la tenesse stretta. "C'è tanto sangue, Ed. Riesco a sentirlo: vuole che io mi nutra. E lo voglio anche io, così disperatamente. Sto morendo di fame". 
I suoi nuovi denti si fecero largo tra le sue gengive senza che riuscisse ad accorgersene ed istintivamente Edward si fece più vicino per proteggerla dallo sguardo delle altre persone, avvicinando inavvertitamente il suo collo ad i suoi denti. 
Per Abby fu una sofferenza atroce: sentí le sue vene seccarsi nel corpo e la fame bruciante pulsarle nella gola e nel petto, aumentare mano a mano che si avvicinasse al collo di Edward.
Percepí i suoi denti uscire completamente ed emise un ringhio quasi animalesco, coperto dalla forte musica proveniente da ogni stand. 
"Calmati, rossa. Io ti conosco, so che non vuoi farlo. Non ti nutrirai: pensa ai tuoi figli". 
Abby scosse la testa e non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo collo esposto e dalla giugulare pulsante. 
Bramava sangue e questa volta non ci sarebbe stato nessuno a fermarla. 
Ogni fibra del suo corpo le suggeriva che quella fosse la giusta cosa da fare, che attaccare Edward ed attaccarsi al suo collo fosse l'unico modo per sopravvivere.
La presa sulle sue spalle divenne ferrea, Edward la teneva a distanza per quanto possibile, ma sempre abbastanza vicina da far sì che nessuno potesse vedere il suo viso cambiare e dovette impiegare tutta la forza che avesse, dato il modo in cui Abby stesse spingendo per annullare la distanza fra loro. 
Immaginava già il sangue bagnarle le labbra, colarle per la gola, placare la sua fame, e non poté immaginare nulla di più eccitante e delizioso. 
Poco prima che riuscisse ad affondare i denti nel suo collo, Edward la spinse con tutta la forza che avesse in corpo, continuandola a bloccare dalle braccia per proteggere se stesso e chi gli stesse attorno. "Pensa a Mary e a Richard: hanno bisogno di te, sei la loro mamma. Non ti potrai avvicinare più a loro se non ti curi". 
Come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso,  Abby sgranò gli occhi e l'immagine dei suoi bambini giunse nella sua mente, mentre il suo cuore batteva più velocemente per l'agitazione.
Sollevò lo sguardo mortificato verso Edward e smise di spingere verso la sua direzione, che quando la guardò nuovamente vide il suo viso tornare ad essere normale. 
"Mi dispiace, Ed. Perdonami". Abby scosse la testa e sentí gli occhi pizzicare, sentendosi nuovamente in colpa per tutto ciò. Aveva tentato di ucciderlo, di nuovo. E questa volta ci era andata fin troppo vicino. "Non posso metterti ancora in pericolo. Devo allontanarmi da te". 
Senza neanche rendersene conto, Abby sbriciolò fra le dita quelle manette d'acciaio come se fosse un biscotto, liberandosi finalmente da Edward e spingendolo indietro con forza; lo vide cadere addosso ad un gruppo di ragazzi alle sue spalle e travolgerli con il suo corpo, ma non rimase a lungo per vedere ciò che sarebbe successo. 
Si voltò ed iniziò a camminare seguendo quell'odore che la stava facendo impazzire: avrebbe trovato il suo creatore e sarebbe tornata umana. 
Ma il suo cammino risultò essere più difficile che mai: i rumori giunsero alle sue orecchie in maniera amplificata, la musica già ad alto volume, il forte vociare delle persone e il rumore delle giostre stavano facendo esplodere i suoi timpani. 
Senza contare il suono melodioso di tutti quei cuori che battessero, pompando il sangue nei loro corpi. 
Di nuovo, il forte odore di sangue arrivò alle sue narici facendole rigirare lo stomaco ed accendendole il desiderio bruciante in gola, mischiato all'odore dei dolciumi. 
Come prima in stanza quando aveva attaccato Edward, anche adesso Abby percepí il proprio corpo muoversi senza neanche riuscire a controllarlo. 
Metteva in fila i passi come se fosse un istinto primordiale a spingerla, fino a quando si ritrovò alle spalle di uno degli stand: adesso le luci non l'accecavano più, vi era solamente qualche lampione che riuscisse scarsamente ad illuminare la sua strada. 
La musica non le faceva più male alle orecchie. 
Tutto ciò che vedeva era esclusivamente il suo creatore, con le labbra sporche di sangue e che teneva fra le braccia una ragazzina di quattordici o quindici anni, che tremante non smettesse di piangere. 
Per Abby fu difficile rinunciare a quell'istinto naturale di avventarsi sul collo già ferito della ragazza. 
Vedeva il sangue colarle addosso fino a raggiungere ed inzuppare la sua maglietta ed il suo stomaco blontolò, ritrovandosi a pensare che ciò fosse un totale spreco di risorse. 
Deglutí a fatica e ricacciò indietro i suoi denti, trovandosi estremamente controllata. 
"Lasciala andare". 
L'uomo rimase ad osservarla da lontano, piegando le labbra imbrattate dal sangue in un sorriso compiaciuto. Si avvicinò di qualche passo, portando con sé la ragazzina. 
"Sono sorpreso del tuo autocontrollo: ti sei appena trasformata, eppure ti opponi alla tua sete. Dimmi, cara: com'è?". 
"Doloroso. Terribile. Crudele". Abby sputò fuori la verità, stringendo forte i pugni, mentre lo osservava avvicinarsi ancora. "È un tormento che mi hai dato tu, e sarai tu stesso a salvarmi".
Il vampiro rise divertito, scuotendo la testa e tornando a leccare il sangue colare dal collo ragazzina che la implorasse con lo guardo di salvarla. Ma Abby non poteva muoversi in quel difficile momento in cui cercava in tutti i modi di trattenere l'istinto che le suggeriva di avventurarsi sul suo collo. "Ho sentito i tuoi amici parlare della cura: sono qui attorno, a cercami. Ma non sanno che li ho fiutati da quando hanno messo piedi in questo posto: volevo ucciderli. Ma poi ho fiutato te e la tua disperazione, non ho potuto resistere ad offrirti il dolce". 
Per un breve istante, Abby lasciò scivolare il suo sguardo sul collo squarciato e non sentí più la ragazza piangere. Era entrata in stato di shock, aveva perso troppo sangue. Sarebbe sicuramente morta se non l'avesse salvata. 
"Non fai niente di male se ne assaggi un po'". 
Strinse la mascella e sollevò lo sguardo su di lui, stringendo i pugni e scuotendo la testa. "Non posso". 
"Si, si che puoi.." sussurrò il vampiro avvicinandosi di più, costringendo la ragazza a piegare di più il volto per mostrare ad Abby il suo collo dilaniato da cui fuoriusciva del sangue. "Bevi e non avrai più alcuna responsabilità, non porterai più il peso del mondo sulle spalle. Bevi e potrai essere libera da tutto ciò che ti fa male. Bevi e diventerai la mia famiglia". 
Adesso il profumo del sangue si faceva sempre più forte ed il suo cuore accelerò sempre di più, mentre la fame la fece ansimare per il dolore; neanche si accorse di aver iniziato a tremare e che i suoi denti fossero nuovamente esposti. Sentí la ragazza urlare per la paura di aver visto il suo volto cambiare, ma ad Abby non parve importare. 
Fece un passo incerto in avanti, fino a giungere a pochi passi dal suo creatore, che continuava ad incitarla nel fare ciò che non si sarebbe mai più perdonata. 
Era sul punto di farlo, completamente soggiogata dalla fame e dalle parole del vampiro, quando delle voci la riportarono alla realtà. 
"Abby, non farlo!". Sam
"Non cedere, ragazzina. So che puoi farcela". Dean
"Respira, calmati e tirati indietro, rossa. Pensa ai tuoi figli: non vuoi deluderli così!". Edward
Sbatté forte gli occhi per riprendere i contatti con la realtà, cercando invano di allontanare dalla sua mente quella voglia incessante di strappare la giugulare alla ragazza già debilitata davanti a sé. 
Guardò negli occhi il suo creatore, che apparve spaventato da tutti quei cacciatori che lo stessero accerchiando mostrando fieramente le loro armi, e presto Abby capí quale fosse la cosa giusta da fare per placare finalmente la sua sete di sangue insopportabile e per non uccidere la ragazza davanti a sé. 
Scambiò un'occhiata eloquente con Dean che accennò un sorriso di incoraggiamento, annuendo. 
"Io ho già una famiglia". 
Strappò la ragazza dalle mani del vampiro e con forza la gettò addosso ai tre cacciatori, che prontamente la afferrarono al volo per evitarle il contatto con il duro pavimento pietroso, e poi fece ciò che avrebbe voluto fare dal primo momento in cui fosse arrivata al Luna Park. 
Si avventò sul suo creatore e, non importava che fosse più alto, più massiccio e decisamente più forte di Abby. 
Fu preso alla sprovvista quando Abby si aggrappò al suo petto e gli morse il collo con tutta la forza che avesse. 
Si nutrí del suo stesso creatore e gli rimase attaccata fino a quando non ebbe prosciugato fino all'ultima goccia del suo sangue, e si sentí così euforica ed alterata come probabilmente nessuna droga avrebbe potuto renderla. 
Quando il vampiro si abbandonò contro il suo corpo, privo ormai di vita perché Abby lo aveva aggredito con una tale ferocia da spezzargli il collo e da staccargli la testa dal collo, la donna non aveva sentito neanche i richiami dei tre cacciatori che le avessero immediatamente intimato di non farlo. 
Lasciò il corpo ormai decapitato scivolare a terra e fece un grosso respiro soddisfatto, mentre sentiva gli ultimi fiotti di sangue che non avesse ingoiato scivolarle lungo il mento.
Si voltò ad osservare i cacciatori mentre si leccava le labbra, gustando il sapore metallico del sangue sbatterle sulla lingua ed invaderla di sensazioni che non avesse mai sperimentato e che non sapesse neanche che esistessero. 
Riusciva ancora a percepire i cuori dei cacciatori pulsare, ma questa volta non aveva più voglia di attaccarli e bere da loro. 
Questa volta si sentiva di nuovo se stessa, senza istinti animaleschi a guidarla. 
Abby sentí i suoi denti rientrare e osservò lo sguardo sconvolto di Edward guardarla ad occhi sgranati, così come stesse facendo Sam, che stringeva ancora fra le braccia la ragazza con sguardo incredulo. 
Non ebbe neanche il tempo di chiedersi dove fosse Dean, quando avvertì la sensazione dolorosa di qualcosa che le perforasse il collo. 
Sgranò gli occhi e si voltò, notando alle sue spalle Dean intento ad iniettarle una siringa di sangue di uomo morto. 
Il suo sguardo era serio, profondamente preoccupato e dispiaciuto, e solo quando Abby si guardò attorno capí cosa avesse appena fatto. 
Si era nutrita. La transizione si era conclusa. 
Era diventata un vampiro. 
"Dean, io non volevo..". 
"Shh, ragazzina. Troveremo un modo, te lo prometto". 
I suoi occhi divennero pesanti, così come la sua testa ed il suo corpo.
Si lasciò cadere al suolo perché non riusciva più a stare in piedi, ma sentí due forti braccia reggerla e circondarle la vita, ed affondò il viso nella sua giacca di pelle, la stessa che Dean avesse indossato almeno un milione di volte mentre uccideva dei vampiri insieme lei.
 
  
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