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Autore: aelfgifu    23/06/2023    3 recensioni
Dopo l'infortunio nella finale di Champions League, Karl è costretto a rimanere a Monaco durante le vacanze per portare a termine la riabilitazione. Ma a Monaco è rimasto anche qualcun altro...
Un giovane uomo alla scoperta di sé stesso, una donna piena di lati oscuri, una città deserta e lo splendore dell'estate.
[Seguito di Ritratto estivo di ragazzo svedese].
Genere: Romantico, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Marie Schneider, Nuovo personaggio, Stefan Levin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutti i miei cari'
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16. Alea iacta est

 

Karl-Heinz ricorda quelle settimane di luglio come un lungo sogno. Erano andati tutti via per le vacanze e lui era dovuto rimanere in città per la fisioterapia: erano stati giorni come vissuti dal fondo del mare, vedeva movimenti e sentiva rumori come ovattati e al rallentatore. Ricorda solo l’odore degli alberi e dell’alba, la luce del primo mattino. 

Era stata tutta un’anomalia: non aveva invitato Julia a cena, ma era andato direttamente a casa sua con una bottiglia di spumante, “per festeggiare la conquista della Champions, anche se in ritardo”. E le aveva raccontato della strana apparizione durante l’intervallo che gli aveva dato la carica per portare la squadra alla vittoria nel secondo tempo. “Lo sai che eri tu che parlavi a te stesso, vero?” gli aveva domandato Julia. Lui aveva risposto di sì, ma non era riuscito a tirare fuori la domanda da un milione di dollari: perché ho scelto te come schermo per parlare a me stesso in quel momento di difficoltà? Avevano cenato insieme, quella sera. Nel tinello di Julia. Una frittata con gli spinaci. E lui l’aveva aiutata ad apparecchiare. Come se niente fosse. Il giorno dopo, quando l’aveva sentita al telefono, roca e raffreddata, la prima cosa che aveva fatto era stata darle il suo numero privato, in caso avesse bisogno di aiuto per la spesa o per comprare le medicine. E la seconda volta erano andati in una gelateria italiana, come due ragazzi qualunque. Si chiede ancora come mai non l’abbiano riconosciuto. Gelato e torta di compleanno, con gli omaggi della signora Gutenbrunner. Come due ragazzi qualunque. E poi erano andati a passeggiare in riva allo Starnberger See, e improvvisamente si erano ritrovati a camminare abbracciati. Avevano parlato della Abbracci Anonimi e.V.  Julia è il primo essere umano a cui abbia dato le chiavi della sua auto e a cui abbia concesso di guidarla; certo, era l’Audi e non la Porsche, ma lui è geloso di TUTTI i suoi mezzi di locomozione, anche della bici.  

Si erano baciati per la prima volta nell’erba, durante una scampagnata lungo un’ansa imboscata dell’Isar, col venticello che portava cullandolo il profumo dei tigli. Julia gli aveva procurato una piccola ferita sul labbro inferiore; lui non gliel’ha mai detto, ma si era sentito come i protagonisti delle antiche saghe, dopo che hanno concluso il patto di sangue con il loro amico più caro. Il mio amico più caro, sei tu? Le aveva sussurrato, come uno che prega: “Fai l’amore con me”.  

“Qui?” si era meravigliata Julia. 

“Be’, no, non sono ancora così selvaggio… non hai ancora visto casa mia” aveva sogghignato lui. 

Julia aveva riso, di una risata allegra e cristallina che non le aveva mai ancora sentito: “Eh no, capitan Schneider, giocare in casa non te lo concedo, non ancora! Vieni tu in trasferta da me!”

Lo aveva preso per mano e gli aveva tenuto la mano per tutto il tempo, in macchina, per le scale, mentre lo guidava nella penombra profumata sua stanza da letto. Lo aveva spogliato, lo aveva preso. Lo aveva amato, con un’intensità che non credeva possibile. La tenerezza di quelle piccole mani, i sussurri di quella voce dolcissima. Karl non ne è sicuro, ma alla fine crede di essere svenuto per qualche secondo, o se non è svenuto ha avuto un black-out totale. Non gli era mai capitata una cosa del genere. Si erano ritrovati così, abbracciati nella penombra, occhi negli occhi,  come due che non riescono ancora a credere a quello che è successo; e Karl-Heinz con le braccia e le gambe molli come gelatina e la voce che gli tremava, le aveva detto: “Io ti amo”. 

Julia lo aveva zittito posandogli una mano sulla bocca: “Shh. In questo momento hai una marea di endorfine e dopamina in circolo, è come se fossi strafatto, può uscirti dalla bocca qualunque cosa”. 

Lui, inspiegabilmente, era scoppiato a piangere. Mentre singhiozzava stretto a quella piccola donna, lei lo aveva calmato come si fa con i bambini, a forza di piccoli baci e accarezzandogli lievemente i capelli. 

“Non so cosa mi sia preso” si era scusato più tardi. 

“Lo so io” aveva sorriso Julia “ma non c’è da preoccuparsi “.

Quella notte era rimasto a dormire da lei, con un sonno così profondo e leggero nello stesso tempo che quando si era svegliato nell’aria bianca e frizzantina gli era parso di continuare a sognare.  Si era alzato, si era vestito, e aveva trovato Julia in cucina che preparava pancake mentre il caffè era sul fuoco, e intanto scambiava opinioni col gattone della vicina, regalmente accomodato su una sedia. “Buon giorno” lo aveva salutato “ti ricordi di Zorba?” 

Avevano fatto colazione, poi lui era scappato all’appuntamento col fisioterapista.  “Stasera però vieni da me” le aveva detto. 

“Eh già, ora tocca a me la trasferta” aveva sogghignato Julia.

Quella sera, da Karl, si erano amati per ore, come se non ci fosse nient'altro al mondo che loro due. Solo alle tre di notte, morti di fame, non trovando niente di meglio in cucina, avevano finito col rimpinzarsi di patatine, noccioline e Gatorade.  

“Siamo due pazzi” aveva dichiarato Frau Professor Gutenbrunner, mentre alzava la bottiglietta di plastica verso di lui a mo’ di brindisi.

“Ho perso la ragione per colpa tua” l’aveva rimproverata scherzosamente Karl-Heinz, scuotendo la testa. 

“Non esagerare! Sono semplici fenomeni di chimica del cervello” gli aveva risposto Julia “si vede che ho toccato qualche punto estremamente eccitabile della tua fantasia”. 

Nel giro di pochi giorni, tra lui e Julia Gutenbrunner era successo tutto.

Le sue relazioni fino a quel momento avevano avuto un andamento molto stereotipato: occasione mondana, flirt, invio fiori, invito a cena, uscita, seconda uscita, terza uscita, prima notte insieme, dopo di che le strade si biforcavano: la relazione proseguiva o si interrompeva.  Ma anche quando la strada proseguiva, la scansione degli eventi continuava von molta prevedibilità, fino all’inevitabile fine, che arrivava spesso per stanchezza, per esaurimento: Karl-Heinz si era reso conto col tempo che spesso si era cercato partner a cui non aveva niente da dire - né loro a lui.

Con Julia avevano rimescolato completamente le carte, lui forse perché sapeva di non poter trattare Frau Professor come una modella o una donna di spettacolo; Frau Professor d’altra parte  doveva aver capito che lui era in cerca di qualcosa che avvertiva confusamente, ma che non sapeva bene come riconoscere, non avendolo mai incontrato prima - un altro essere umano che poteva rifletterlo come uno specchio.  

Certo, da quella sera allo stadio il concetto di ‘normalità’ è straordinariamente cambiato agli occhi del Kaiser.

 

*** 

 

Ora è qui a chiederle se vuole uscire a cena, un vero appuntamento come Dio comanda, glielo deve, dopo che per settimane si sono comportati come due adolescenti ora il capitano del Bayern e della nazionale deve far vedere chi è lui, l’uomo di mondo dagli ampi mezzi: ristorante stellato, location chic, e dopo cena qualunque cosa abbiano voglia di fare.  

“Ma è sicuro? È quello che vuoi? Guarda che ci vedrà un sacco di gente e dovrai dare spiegazioni…” 

“Da come ne parli la fai sembrare una brutta cosa!” 

Julia arrossisce violentemente.  

“Non… non saprei. Dovrei vestirmi elegante, vero?” 

“Puoi vestirti come ti pare”. 

“Sì, ma non posso farti fare una brutta figura!” 

L’altro giorno Karl ha trovato quell’abbozzo di poesia e le ha confessato che sì, si era sentito molto solo negli ultimi mesi e sì, è sicuro dei suoi sentimenti ed è pronto a scommettere sulla loro storia. Devo venire a patti con le mie paure, non posso essere meno coraggiosa di lui. Così, va bene: usciranno a cena, locale stellato e location chic, Julia cercherà di essere bella ed elegante per quanto possibile, non farà fare brutta figura al suo amore, e i gossipari sui social dicano quello che vogliono.  
 

***

A cena, Capitan Schneider, bello come il sole in tenuta casual-chic, fa lo sfacciato e le tiene addirittura la mano sul tavolo, davanti agli occhi di tutti, come se non potesse stare a lungo senza toccarla. Julia pensa: come siamo buffi! Sembriamo due ragazzini! Forse, anche se non può verificare, è addirittura arrossita. Lui arrotola le linguine cacio e pepe sulla forchetta e parla animatamente, ridendo. Racconta storie di partite e di spogliatoio, di trasferte e di disavventure varie. Sa essere anche allegro e spiritoso. Julia ascolta; le piace molto ascoltare le persone, spesso i suoi racconti nascono da una parola, una frase, un nome che ha colto per caso in mezzo alla folla. 

“Non raccontare troppe cose di te a uno scrittore, Karl-Heinz: rischi di ritrovarti tra le pagine di un romanzo” lo ammonisce birichina. 

“Vuol dire che ti commissionerò la mia biografia” replica immediatamente Karl. 

“Sei troppo giovane per una biografia!” 

“Per ora scriviamo solo la prima parte…” 

Ridono. (Ridono tanto, insieme).
All’improvviso, Schneider si schiarisce la voce: 

“Bene, in questo momento non ho troppe endorfine e dopamina in circolo, perciò non corro il rischio di dire stronzate” e le strizza l’occhio. “Frau Professor, nel pieno delle mie facoltà mentali, confermo che io la amo e che voglio fare sul serio con Lei. Sono uno che segna gol per mestiere, riconosco la situazione giusta quando si presenta”.   

 
*** 

Il giorno dopo, i siti di gossip esplodono: “Misteriosa nuova fiamma per il capitano del Bayern e della nazionale”. 

Julia lo viene a sapere tramite un WhatsApp di Paula, che le ha inviato uno screenshot di una pagina di gossip.de e relativa foto, insieme a questo commento: “È lui il ragazzo dell’alta società che ti mandava in crisi? Accidenti a teeeee 😂😂😂” 

”Misteriosa” nuova fiamma un corno, pensa Julia, la mia vita è quasi più pubblica di quella di Schneider. Mentre ridacchia sul messaggio di Paula, e con una mano regge l’iPhone e con l’altra scrive al PC, la invade una sensazione che conosce, che ha già provato tutte le volte che le è successo qualcosa di ineluttabile e non è più potuta tornare indietro. 
 

Abbiamo abbattuto i ponti, abbiamo bruciato le navi. Alea iacta est.

  
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