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Autore: Kikiletoway    26/06/2023    1 recensioni
Chiunque, dal Principe di Pentos al semplice contadino nell’Altopiano, sapeva che Re Viserys aveva fatto sposare il suo secondogenito maschio col suo secondo nipote in un ultimo tentativo di ricucire la vociferata frattura tra le due fazioni in conflitto della sua famiglia.
 
I pettegolezzi suggerirebbero che i due principi si odino a vicenda e che il matrimonio non avesse fatto nulla per cambiare tale circostanza.
 
È esattamente per quel motivo che uno dei misteri più inafferrabili nell’intero mondo conosciuto rimane il come abbia fatto un’unione così volubile a generare così tanti figli.
 

 
Costretti in un matrimonio che nessuno dei due voleva o si aspettava, Aemond e Lucerys dovranno esplorare i dolori del crescere, dell’innamorarsi, del matrimonio e del diventare genitori — anche se non necessariamente in quell’ordine.
 
Aemond/Lucerys.
Tags: Kid Fic, Molteplici POV, Matrimonio Combinato, mpreg, incesto zio/nipote, il canon è un misto: ha parti sia dello show HOTD sia del libro Fire and Blood, Nessuna Danza dei Draghi tra Aegon II e Rhaenyra!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aemond Targaryen, Alicent Hightower, Jacaerys Velaryon, Lucerys Velaryon, Rhaenyra Targaryen
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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POV di Luke + POV di Aemond + POV di Aenys
 
Sintesi del capitolo: Aenys ce l’ha con un bambino.
 
Riepilogo termini importanti in Valyriano antico:
- Mūna = Mamma/Madre
- Kēpa = Papà/Padre (e zio, quando ci si rivolge al fratello del proprio padre)
- Qybor = Zio (quando ci si rivolge al fratello della propria madre)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Amavo una fanciulla bella come l’estate
 
con la luce del sole tra i capelli.” 
 
 
Le parole di Naerys sono impacciate e la sua pronuncia è leggermente biascicata, ma lei ha una voce che è dolce ed eterea, mentre pizzica le corde della sua arpa di legno di quercia. Il cane elghund della piccola, Syndor, se ne sta rannicchiato ai piedi di lei – con la testa appoggiata sulle proprie zampe, mentre la figlia femmina più giovane di Luke pervade il salottino con la sua canzone. La sua dama personale, Merry, canticchia insieme a sua figlia, allungando una mano verso Luke, senza parlare, per aiutarlo a correggere la sua tecnica di cucito. La casacca a cui lui sta lavorando da circa due ore non è stata altro se non un grattacapo, non riesce a terminarla. Aemond aveva insistito che il loro figlio in imminente arrivo avrebbe indossato dei vestiti appartenuti precedentemente a Gaemon, ma Luke non è per niente d’accordo. Ognuno dei suoi figli aveva indossato degli abiti creati dalle sarte o ricevuti come regali dai lord limitrofi durante i loro primi anni di vita, perché Luke non aveva mai imparato ad avere quell’abilità. Anche la sua stessa madre aveva fatto e aveva rammendato le sue casacche e quelle di Jace mentre crescevano. Luke era il genitore di quattro, presto cinque, figli – ha intenzione di imparare a fare una casacca per il suo nuovo figlio, indipendentemente da quante volte si sarebbe punto i polpastrelli. 
 
 
“Amavo una fanciulla rossa come l’autunno
 
con il tramonto nei ca-PELLI.” 
 
 
La voce della piccola bimba si incrina. Merry ridacchia nella propria mano e Luke la guarda, zittendo la donna. 
 
 
“Di nuovo, Principessa.” Septa Karol, un’austera donna più anziana, che ricordava a Luke sua nonna, sbotta da dov’è in piedi dietro Naerys. Luke lancia un’occhiata alla donna religiosa, ma lei non vacilla sotto il suo sguardo. Lui non si aspetta che lei lo faccia – l’atteggiamento severo ma fidato della donna è proprio la ragione per cui Aemond aveva assunto quella donna per occuparsi di loro figlia. Aemond riteneva opportuno comportarsi sia come sua ombra e sia come ombra di loro figlia, visto che entrambi erano stati attaccati poco dopo la nascita della piccola, e quando non è stato più fattibile per lui agire in quel modo, aveva incollato alla bambina un vero e proprio cane da guardia. L’incidente al banchetto di celebrazione per Gaemon era servito solo ad annullare tutto il progresso che avevano fatto, quindi adesso sono tornati ad essere sorvegliati come dei fragili uccellini da delle guardie e da una donna con un’apparente volontà incrollabile. 
 
 
A Luke non dà troppo fastidio quell’iperprotettività, anche se rendeva irrequieti i bambini più grandi.
 
 
Naerys si acciglia, aggrottando le sue sopracciglia chiare dalla frustrazione. Aemond parlava della loro figlia femmina minore come se lei fosse l’incarnazione della Fanciulla – una piccola bimba col più puro dei cuori, la più dolce bambina del regno. La loro figlia è estremamente ben educata, soprattutto se paragonata alla loro problematica figlia femmina maggiore, ma Naerys mostrava segni di condividere lo stesso caratteraccio della sua sorella più grande. Lei si comportava al massimo della sua dolcezza quando era con Aemond – Luke vedeva i loro figli quando facevano i difficili. 
 
 
Il labbro inferiore di sua figlia trema, e Luke canticchia dolcemente, attirando l’attenzione di Naerys su di lui. Lei si guarda intorno con occhi che non vedono, cercando di trovare la direzione della propria madre. 
 
 
 Aōha elēni iksos dōna, tala. Sylugon arlī, nyke jaelagon naejot rȳbagon ziry (Hai una voce dolce, figlia. Riprova, voglio ascoltarla).” 
 
 
Naerys sbuffa. “ Nyke jaelagon naejot jikagon tymagon! (Voglio andare a giocare!).” Lei giocherella con le corde della sua arpa. “ Mandia iksos (Mia sorella sta giocando).” 
 
 
‘Saera non sta giocando.’ Dovrebbe dirle. ‘Tua sorella ha di nuovo fatto scappare le sue septe.’ 
 
 
Luke abbassa lo sguardo sulla casacca a cui sta lavorando. Lo stemma coi draghi è tutto storto – la testa di Meraxes sembra più uno strano volatile rostrato. “Ma a te piace questa canzone, non è così? La canti così spesso.” Naerys scalcia con le sue gambette, annuendo.
 
 
“Me l’ha insegnata la Regina quando è stata qui. Lei mi ha detto che i miei capelli sono del colore della luce del sole, come la fanciulla della canzone.” Luke alza le sopracciglia dalla sorpresa. Alicent non è la più calorosa delle suocere, e faceva in modo di stuzzicare Luke frequentemente dopo il suo matrimonio col figlio di lei. Ma dopo il pericolo vissuto da Luke e dalla nipote di Alicent, rischiando la vita, lei era sembrata diventare vagamente più gentile. O forse, non più tanto irritante, nelle rare occasioni in cui si vedevano. 
 
 
Il disprezzo della sua famiglia materna verso la Regina non gli era sconosciuto. Anche se la sua stessa madre cercava di tenere la bocca chiusa a riguardo, Luke era abbastanza grande da sapere che c’era sempre stata tensione tra le due donne – che era solo peggiorata per colpa dell’attacco di Luke contro Aemond quando erano bambini. Luke non si era mai aspettato di piacere ad Alicent, ma fino a quando lei avrebbe trattato bene i suoi figli, a lui non importava. Lei lo tollerava, e quindi lui faceva lo stesso.  
 
 
Un’intesa tra madri, forse. 
 
 
Naerys pizzica la propria arpa. “La nonna dice che il sole è carino. Se i miei capelli assomigliano al sole, allora anche i tuoi capelli dovranno avere lo stesso aspetto, perché Septa Karol ha detto che le figlie femmine prendono i loro capelli dalle loro madri. Quindi, credo che ciò significhi che anche i tuoi capelli sono carini, Mūna!” Lei sorride in modo luminoso – un sorriso che fa davvero concorrenza al sole – e Luke non ha il cuore di dirle che sua madre ha il colore di capelli di bracieri bruciati e non le sue morbide ciocche di luce. 
 
 
“Ma adesso sono annoiata.” 
 
 
Septa Karol sibila sottovoce, “Mostra rispetto, Principessa. Tua madre è un Principe del Reame.”
 
 
“Va tutto bene, Septa Karol.” Lui interviene. “Preferisco l’informalità tra di noi – siamo una famiglia.” Luke alza una mano e l’anziana donna si placa. La septa di Naerys guida saldamente sua figlia di nuovo alla sua musica e la piccola bimba ricomincia a cantare con un’espressione comicamente infastidita. Luke torna ad occuparsi del suo ricamo, cercando di svuotarsi la mente mentre ascolta la voce soave di Naerys. Il movimento dell’infilare un ago nella stoffa della casacca è sistematico e incurante, e Luke si ritrova a riporre il tutto sul proprio bacino.
 
 
Lui grugnisce internamente perché concorda con sua figlia. 
 
 
Lui è terribilmente annoiato. 
 
 
Le porte del salottino si spalancano improvvisamente e una septa in difficoltà, con un volto pallido come un lenzuolo, respira con affanno sulla soglia. 
 
 
Luke si rammarica immediatamente della propria ingratitudine.
 
 
Osservando l’esausta donna dai capelli rossi, lui si rende conto che si tratta di una delle governanti di Saera, e lui prova a non lamentarsi ad alta voce. Il suo pancione è completamente gonfio ormai, così Luke fa attenzione mentre posa la casacca di lato e si muove per rialzarsi. 
 
 
“Che ha combinato quella bambina?” Luke sospira, sgranchendosi la schiena. I bordi della sua ampia veste bianca sfiorano il pavimento, e Merry gli passa una lunga vestaglia blu, che lui si stringe saldamente attorno. “Parla liberamente, Septa Mira. Nulla che tu possa dire potrebbe offendermi.” 
 
 
La septa dai capelli rossi si schiarisce la gola. “Il-il fossato. La Principessa Saera ha convinto gli scudieri a saltarci dentro, e lei ha liberato i cani da caccia dalle loro gabbie mentre le guardie recuperavano i ragazzini.” Septa Mira si sposta da un piede all’altro. “Il cortile d’addestramento è nel caos.” Luke si passa una mano sul viso e annuisce, prendendo velocemente la mano di Naerys prima di portare sua figlia a trovare sua sorella. I corridoi di Summerhall stanno brulicando di vita, con le ancelle che sostituiscono le lenzuola nelle loro stanze da letto e mantengono l’ordine in casa loro. Membri del popolino e membri della guarnigione si inchinano come segno di rispetto quando Luke passa, ma lui si limita a rivolgere loro dei piccoli sorrisi, spingendosi in avanti. A differenza di Aemond, Luke ha poca predilezione per il suo titolo di lord. Far bilanciare i conti e gestire una casa è difficile, e Luke non aveva mai voluto diventare un lord in primo luogo – è lieto di limitarsi ad occuparsi della sua famiglia, passando il tempo insieme ad Arrax nel modo in cui faceva sempre da ragazzino. 
 
 
Raggiungono entrambi le scale che scendono verso il cortile, e Luke si costringe a rilassarsi. 
 
 
Luke ama essere un genitore, ma mentre se ne sta in piedi nel cortile d’addestramento, guardando il loro branco di mastini inseguire le guardie mentre la sua figlia maggiore ride a crepapelle, lui inizia a chiedersi come abbia fatto sua madre a cavarsela. Royce Baratheon e una manciata di ragazzi diventati scudieri da terre limitrofe sono bagnati fradici, mentre Aenys e Toron osservano divertiti insieme a Saera. È solo quando l’erede Greyjoy nota Luke in piedi dall’altra parte del cortile che i bambini smettono di ridere. L’intero cortile inizia a calmarsi nel vederlo – i mastini vengono finalmente afferrati dalla guarnigione e le domestiche hanno avvolto dei panni di lino attorno agli scudieri bagnati fracidi per asciugarli. 
 
 
Aemond dice che Luke è troppo buono coi loro figli. Lui non sa come suo marito si aspetti che Luke tratti i bambini, visto che Luke stesso era ugualmente indisciplinato da piccolo, anche se non necessariamente allo stesso livello di sua figlia. C’è una differenza fondamentale tra Luke e suo zio: Luke era stato cresciuto sapendo che il diventare un lord era una parte del suo futuro, ma ad Aemond era stato insegnato che l’essere un lord era il suo futuro. In tutta onestà, Luke non è nemmeno sicuro che suo marito sappia come divertirsi. 
 
 
Ma Luke deve essere un genitore e un lord prima di poter essere un amico dei suoi figli, e lui può solo sperare che la sua delusione sia trasmessa bene dal suo viso, mentre fissa sua figlia. 
 
 
Saera è molto vivace, il che non è necessariamente una cosa negativa. Mentre Naerys – per lo più – è gentile ed educata come una degna futura lady, la sua sorella maggiore possiede un fascino e un’astuzia che è inquietante da vedere in una bambina così piccola. Anche se si sta appena avvicinando al suo settimo compleanno, Saera è già in grado di affascinare uomini più grandi il doppio o il triplo di lei, per piegarli al suo volere. Lo preoccupa tanto quanto preoccupa anche Aemond. Luke non sapeva se sarebbe stato in grado di allevare una bambina con cui anche la Regina Alysanne la Buona aveva fallito. 
 
 
Lui non ha nemmeno ancora proferito parola, quando vede i bambini irrigidirsi, anche il giovane Toron Grejoy impallidisce. Il cortile, dove prima si potevano sentire dei quieti mormorii, è adesso piombato in un silenzio totale, e Luke non ha bisogno di voltarsi per sapere chi c’è alle sue spalle. 
 
 
“Venite qui,” La voce di Aemond è fredda e perfettamente controllata. “Ora.” 
 
 
Aenys è veloce nel correre subito verso Aemond, che adesso ha preso posto accanto a Luke. Suo zio sembra infastidito, ma la cosa più evidente sono le linee di frustrazione e di stanchezza che gli deturpano la pelle tra le sue sopracciglia e il suo occhio. L’essere un lord è un lavoro noioso e meticoloso – ed è per questo che Luke cercava di evitarlo del tutto. Aemond era sveglio dall’ora dell’anguilla fino all’ora del lupo quasi ogni giorno, e veniva frequentemente a letto solo quando la luna era alta in cielo. Anche allora, sembrava che suo marito faticasse a rimanere addormentato, così Luke aveva preso l’abitudine di massaggiare i propri polpastrelli sulle tempie e sullo scalpo di Aemond, nel tentativo di dar sollievo alla mente di suo zio mentre dormiva. 
 
 
Era un tacito accordo tra di loro: Aemond si sarebbe occupato di tutte le questioni relative alla loro signoria, e Luke doveva semplicemente focalizzarsi sull’allevare i loro figli, tenendo in salute quello che portava in grembo. Aemond credeva che la cosa migliore per Luke fosse di evitare lo stress mentre si trovava in una tale condizione delicata, e la Regina Alicent aveva ordinato la stessa cosa quando si trovavano nella Fortezza Rossa, quindi Luke non ha intenzione di controbattere. 
 
 
Ma vedere suo marito così contrariato fa contorcere dal dolore lo stomaco di Luke, perché se lui non riesce nemmeno a tenere sotto controllo la loro prole, allora a cosa serviva? 
 
 
Saera abbassa lo sguardo mentre afferra la parte frontale delle sue gonne viola e si trascina davanti ad Aemond. Suo marito si inginocchia in modo da poter essere allo stesso livello visivo della bambina. 
 
 
“Mi deludi.” La loro figlioletta sobbalza – spalancando gli occhi, mentre fissa prima Aemond e poi Luke. È nella natura di suo marito essere così brusco, ma la durezza delle sue parole fa male addirittura anche a Luke. “Ti diamo molti privilegi, figlia, ma un comportamento del genere? Causare così tanti problemi a così tante persone per il tuo divertimento egoista? È il comportamento di una bambina che non è degna di essere chiamata una principessa.” Saera aggrotta la fronte, con occhi pieni di lacrime. Luke detesta vedere i suoi bambini infelici, ma la cosa peggiore, però, è che Saera non sembra pentita, sembra soltanto arrabbiata per il fatto di star venendo disciplinata. 
 
 
Luke sospira, facendo in modo che Aemond interrompa la sua ramanzina. “ Ao ledagho issa, tala (Mi rendi frustrato, figlia).” Finalmente, questo fa scivolare una qualche parvenza di vergogna sul viso di Saera. “Non ti chiedo molto, eppure fai delle cose che mi fanno preoccupare. Qualcuno avrebbe potuto farsi male, Saera.” 
 
 
“Ma -”
 
 
“Non interrompere tua madre.” Aemond dice, il suo occhio è duro e arrabbiato. 
 
 
Passando una mano tra i capelli di Aemond, Luke mormora, “ Lykiri valzȳrys (Calmati, marito).” Suo marito si rilassa solo leggermente sotto il suo tocco, anche se è abbastanza da far placare la sua collera. I figli sono una proprietà del marito sotto la legge di Westeros, ma Luke non ha mai nascosto che non avrebbe esitato nel fuggire via, tornando a Roccia del Drago insieme ai loro figli, se Aemond si fosse azzardato ad alzare le mani su di loro. In molti modi, il comportamento dei loro bambini non è interamente colpa dei piccoli – sono semplicemente stati così fortunati da ereditare il famoso caratteraccio irascibile di Aemond. “Andrai insieme alle tue septe e non ti lamenterai della punizione che vorranno elargirti. È più che giusto che,”        
 
 
Luke si ferma, la parte bassa del suo ventre si sta muovendo fastidiosamente. Grugnendo dall’irritazione, inizia a sentire l’interno delle sue cosce bagnarsi e diventare viscide, e Luke prende un profondo respiro. Lo aveva fatto abbastanza volte da sapere bene cosa sta succedendo. Con una mano che si poggia sotto il suo pancione per supportarlo, Luke allunga l’altra mano per afferrare la spalla di Aemond. 
 
 
“Mio Lord.” Luke sussurra, attento a non attirare l’attenzione dei bambini. Aemond resta in ginocchio davanti a Saera mentre ricomincia a rimproverarla con un tagliente Valyriano antico. “ Valzȳrys .” Lui sibila con più urgenza – col cuore che inizia a battergli all’impazzata per la sensazione della sua biancheria che si inzuppa. Il suo ignaro marito sta ancora disciplinando la loro figlia maggiore, così Luke alza la mano e la sbatte sulla spalla di Aemond più forte che può. “Aemond!” 
 
 
Finalmente, suo zio alza lo sguardo su di lui con un’espressione irritata. “Che c’è, ao hontes (uccellino)?” L’occhio di Aemond si sposta sul punto dove Luke sta supportando il suo pancione e, dopo aver osservato il suo viso arrossato, l’uomo più grande si rialza di scatto. 
 
 
 Se rūs iksos kesīr .” Luke si concentra sul prendere dei profondi respiri regolari. “Ci siamo. Il bambino è qui.” Si sporge in avanti per appoggiarsi contro Aemond, e suo marito gli avvolge un braccio intorno alla vita – una mano salda gli culla il pancione. Il basso ventre di Luke si contrae e lui grugnisce, voltando il viso per premerlo contro la spalla di Aemond. 
 
 
Aemond li fa voltare entrambi verso le scale che fanno salire verso la fortezza. “Allertate i maestri!” Lui grida al cortile. 
 
 
Una mano piccola gli strattona la vestaglia. 
 
 
“M-mūna. Mi dispiace. Non volevo farti arrabbiare così tanto.” Il labbro inferiore di Saera trema. È una routine – Saera fa qualcosa che causa loro dello stress e si scusa soltanto quando si rende conto che ci sono delle conseguenze. Ma Luke non ci tiene proprio ad andare in travaglio sapendo che la sua bambina è turbata.
 
 
Le rivolge un debole sorriso. “Va tutto bene, amore mio. È solo che tuo fratello ha deciso che ora fosse il momento giusto per farsi conoscere.” Aemond fa una smorfia, seccato, ma Luke lo ignora. “Prendi tua sorella e andate ad unirvi al vostro fratello minore insieme a Toron e Aenys.” Luke trasalisce quando il bambino gli si preme contro l’inguine, ed Aemond inizia a farli muovere con fretta. Lui non ha la possibilità di dire altro a sua figlia, prima di iniziare ad essere, essenzialmente, portato in braccio lungo le scale da suo marito. 
 
 
Quando Aemond inizia a guidare Luke nelle sue vecchie stanze, le levatrici e i maestri che avevano aiutato a dare alla luce Gaemon sono già lì e sono già pronti. Aiutandolo a farlo stendere sul letto, Aemond esita a lasciar andare la mano di Luke quando lui si rilassa finalmente sui cuscini. 
 
 
“Va’ a stare coi bambini,” Luke dice con voce calma. “Di sicuro sono spaventati a morte.” Aemond non lo guarda, ma Luke può vedere quanto la sua mascella sia stretta in modo teso. “Per favore, qybor. Il bambino starà bene.” Ci vuole un momento per far sì che Aemond acconsenta e, anche allora, non lo verbalizza. Senza dire una parola, suo zio si porta alle labbra le loro mani unite morbidamente, premendo un dolce bacio sul dorso di quella di Luke.
 
 
Aemond si alza dal bordo del letto e si dirige verso la porta, di fretta, fermandosi solo per parlare con una levatrice. “Prendetevi cura di mio marito. Lui starà bene,” Suo zio fa una pausa, cambiando posizione da un piede all’altro. “Quello è un ordine del vostro principe.” 
 
 
 

 
 
 
Senza la sua vista, la minore delle figlie femmine di Aemond si affida all’udito per navigare il mondo che la circonda. Per quel motivo, Naerys è sempre stata sensibile ai rumori, e troppi rumori la turbano tremendamente.
 
 
I suoni delle grida sofferenti di sua madre che riecheggiano dalle stanze in fondo al corridoio fino al salottino, fanno rannicchiare sua figlia sul bacino di Aemond, e lei tira su col naso – le piccole manine di Naerys si attorcigliano al suo farsetto mentre lui tenta di calmarla. I suoi figli maggiori stanno tenendo Gaemon seduti sul divanetto insieme ai suoi protetti, osservando il calderone pieno di carbone sul tavolo di fronte a loro. L’uovo che Lucerys aveva permesso ai bambini di scegliere per il loro nuovo nato è bianco con venature di grigio e verde. 
 
 
L’uovo di Gaemon, rosso e bronzeo, e che avevano preso dallo schiuditoio di Roccia del Drago, non si è ancora schiuso, ed Aemond sa per esperienza che è inutile fissarcisi sopra. 
 
 
Risuona un altro strillo, e questa volta è Aenys che sussulta. Saera ha un braccio avvolto intorno a Toron, mentre spiega all’erede Greyjoy i dettagli della schiusa di un drago. 
 
 
“E un giorno, avrò dei figli miei e loro faranno schiudere delle uova, e quei draghi, insieme agli attuali draghi in vita della mia famiglia, serviranno la nostra casata per generazioni.” Lei sorride dolcemente a Royce e Toron, ma Aenys ha le labbra arricciate in una smorfia. “Balerion aveva vissuto per quattro generazioni di cavalcatori. Verosimilmente, Rainweaver sarà molto più piccolo del Terrore Nero, quindi è probabile che vivrà molto più a lungo.” La sua figlia maggiore gli lancia uno sguardo, con cautela. “Il drago di mio padre è il più vecchio di tutti. Lui sarà il suo ultimo cavalcatore.”
 
 
Naerys strofina il suo faccino sulla spalla di Aemond. “Non voglio che Vhagar muoia.” Lei piagnucola. Aemond sospira, accarezzando i capelli setosi della piccola. 
 
 
Saera non ha torto. Vhagar è vecchia e debole – lei passa le sue giornate ad oziare al sole, volando sempre meno frequentemente. La sua ora si sta avvicinando, ma Aemond non è pronto a lasciarla andare. Il drago che un tempo era appartenuto alla Regina Visenya si meritava una morte degna della sua vita, ed Aemond le avrebbe permesso di morire alle sue condizioni, non per via dei vincoli del tempo. Naerys ama quella bestia da guerra nel modo in cui lo fa anche Aemond. È come se la bambina possedesse un legame con Vhagar simile a quello di un cavalcatore e il suo drago. Ma Vhagar era sempre stata molto abituata alle persone, quindi forse è per quello. 
 
 
“Chiunque abbia sangue Targaryen può far volare un drago?” Toron chiede a Saera, lanciando uno sguardo ad Aemond e alla sua figlia minore. “Potrebbe farlo un Greyjoy con una madre Targaryen?” 
 
 
Saera fa un verso d’assenso, annuendo. “Certo! Solo i miei zii più giovani e la mia zia più giovane sono puramente Targaryen, e solo uno di loro ha un proprio drago.” Royce, il ragazzino Baratheon, afferra Saera per una manica. 
 
 
“Posso avere un drago?” Royce grida, in modo fin troppo forte per quello spazio ristretto. “La mia bisnonna era la Regina!” 
 
 
Aenys ringhia come un cagnolino, strattonando all’indietro l’altro bambino. “La Regina Alyssa era una Velaryon, non una Targaryen. Mia madre ha sangue Targaryen sia da sua madre e sia da suo padre.” Aenys sbotta. “Non illuderti che chiunque senza il cognome Targaryen o Velaryon sia degno di un drago.” 
 
 
 Lykirī, tresy (Calmati, figlio).” Aemond ordina, massaggiandosi la fronte con agitazione – gli sta partendo un mal di testa da dietro il suo occhio inesistente. Le grida sofferenti di Lucerys filtrano ancora una volta nella stanza, e Aemond digrigna i denti. 
 
 
Finalmente, una balia appare all’entrata del salottino e Aemond si alza immediatamente, posizionando di nuovo Naerys sulla sedia. Non aspetta che la donna parli. Invece, Aemond entra nelle stanze di tutta fretta, ignorando la servitù allineata nei corridoi. 
 
 
Gli appartamenti di Lucerys sono silenziosi a livelli preoccupanti – non ci sono più grida di dolore e non ci sono le grida di una nuova vita. Le levatrici e i maestri sono tutti riuniti intorno a un tavolo, parlando tra di loro con bisbigli sommessi. Aemond aveva visto la nascita di due dei suoi stessi figli, come anche la nascita di quelli di Helaena. Il parto è una cosa complicata e dolorosa, ma la ricompensa è il sentire le grida e il pianto del tuo bambino che viene al mondo.
 
 
Il silenzio è la cosa peggiore. 
 
 
“D-dov’è il mio bambino?” Lucerys è pallido ed emaciato, seduto sul letto con occhi frenetici che vagano in giro, mentre la sua ancella lo tiene su. Le lenzuola sono macchiate di copiose quantità di sangue – molto più sangue che in ogni gravidanza precedente. Suo nipote sembra più debole che mai, mentre guarda Aemond con occhi terrorizzati. 
 
 
Aemond e Lucerys erano stati insolitamente fortunati per quanto riguardava i loro figli. Alcune donne, come ad esempio la Regina Aemma, facevano fatica di volta in volta a portare a termine una gravidanza e a partorire un bambino che vivesse più di un paio di settimane – e tutto ciò se non morivano durante il parto. Lucerys sembra aver ereditato una fertilità simile a quella delle sorelle maggiori di Aemond, quindi nessuno di loro due aveva mai dovuto far fronte alla mortalità dei loro figli. Questo fino a quando Naerys non gli era stata quasi portata via. Adesso, Aemond proteggeva la sua famiglia così che nessuno potesse far loro del male un’altra volta – lui non riusciva a sopportare l’idea di vedere di nuovo Lucerys spezzato come lo era stato in quei mesi successivi a quel tentativo d’uccidere lui e la loro figlia. 
 
 
Ma Aemond può proteggere la sua famiglia solo da qualunque cosa minacci le loro vite – non un bambino che non ha mai avuto la possibilità di vivere.
 
 
Sembra che Lucerys stia per ritrovarsi sull’orlo di una crisi isterica, quando Aemond si fa finalmente strada tra l’aggregazione di levatrici, a forza di spinte, per raggiungere suo figlio. Maestro Anson ha messo il bambino a pancia in giù, e sta schiaffeggiando la schiena del piccolo in un modo che fa scattare qualcosa dentro Aemond.
 
 
“Per gli Dèi, che state facendo?” Lui abbaia, allungando una mano per tirare via il suo bambino dal maestro. L’uomo più anziano trasalisce con un’espressione terrorizzata, e le levatrici si quietano tutte con delle espressioni addolorate. 
 
 
È tutto così orribilmente silenzioso. 
 
 
Aemond stringe il neonato tra le sue braccia, ma non se la sente di abbassare lo sguardo sul bambino immobile. Lucerys rilascia un urlo che fa sprofondare lo stomaco di Aemond. Suo nipote piange in un modo quasi animalesco – più angosciato di quanto Aemond crede di averlo mai sentito. 
 
 
È così potente che lui sente, finalmente, il fagottino tra le proprie braccia contrarsi. 
 
 
Dopo un momento che sembra durare una vita intera, il bambino inizia a piangere, quietamente, insieme a sua madre. Il neonato gorgoglia e piagnucola, e la sensazione di suo figlio che si muove sui suoi avambracci spogli fa in modo che Aemond si senta come se il mondo gli sia sparito da sotto ai piedi. 
 
 
Sente Lucerys irrompere in un singhiozzo pieno di lacrime, e un sospiro di sollievo collettivo riempie le stanze mentre il neonato svuota i propri polmoni del liquido che glieli stava ostruendo sulle maniche di Aemond. Facendo attenzione, si incammina verso il letto e porge il loro bambino a Lucerys. Suo marito gli strappa il piccolo di mano con un altro singhiozzo pietoso, cullando il bebè in lacrime sul proprio petto sudato. 
 
 
Il loro bambino è un maschietto, Aemond infine nota. 
 
 
E ha lo stesso colore di capelli di Lucerys. 
 
 
La morte non aveva mai spaventato Aemond. Lui si era addestrato quasi ogni giorno della sua vita nell’arte del combattimento con la spada, e aveva combattuto nelle Isole di Ferro, abbattendo e bruciando gli uomini di ferro senza esitazione. Aveva ucciso ladri dorniani che avevano saccheggiato carovane commerciali lungo la Strada delle Ossa, aveva dato in pasto a Vhagar la balia di Naerys, dopo che lei aveva fatto del male a sua figlia. 
 
 
La morte non spaventa Aemond, eppure lui se ne sta in piedi accanto a un debole Lucerys, che tiene in braccio il loro bambino ugualmente delicato, e le mani gli tramano ai fianchi. 
 
 
Lucerys cambia leggermente posizione al bambino tra le sue braccia, sussurrando delle piccole preghiere di ringraziamento alla Madre, mentre stringe loro figlio. 
 
 
Valerion. È così che avevano deciso di chiamarlo se avessero avuto un altro maschio. Valerion è identico a suo nipote. Lucerys alza lo sguardo su di lui con un debole sorriso segnato dalle lacrime, ma quel sorriso svanisce velocemente quando lui nota dove Aemond sta fissando. Valerion è piccolo quanto lo era stata anche Naerys, ma con la differenza che la testolina del piccolo è ricoperta da delle scarne ciocche scure invece di quelle biondo pallido che tutti i suoi altri figli posseggono. Gli occhi del neonato sono ancora chiusi mentre piange con voce stridula, quindi Aemond non riesce ad identificare un colore. Lucerys sembra irrigidirsi sotto lo sguardo di Aemond, in un modo in cui ormai fa di rado. 
 
 
“Lui ha i miei capelli.” Lucerys dice con una voce debole e nervosa. Aemond aveva combattuto sia in guerra e sia nelle questioni politiche abbastanza da sapere quando c’è qualcosa di non detto. Riesce a sentire sulla propria schiena gli sguardi curiosi, malamente celati, della sua servitù, mentre aspettano col fiato sospeso di vedere la sua reazione. Aemond non sa se dovrebbe trovare divertente o del tutto infuriante il fatto che la sua stessa servitù possa pensare che lui potrebbe dubitare della paternità di suo figlio per un qualcosa come il colore di capelli. 
 
 
Aemond allunga una mano, passando una nocca sopra la testolina di Valerion. 
 
 
“Lui ha il mio naso.” Mormora. “Finalmente, un figlio che non ha il tuo irritante naso all’insù.”
 
 
Lucerys sorride, ridendo piano, ma sembra più un sospiro di sollievo. “Sembra che il tuo sangue resti più forte del mio.” 
 
 
 

 
 
 
L’aver partorito Valerion lascia la madre di Aenys confinato a letto per quasi due mesi, con un corpo debole e spossato, mentre si riprendeva da una febbre che si rifiutava di scendere. 
 
 
Ad Aenys non piace vedere sua madre stare male. L’ultima volta che si trovava in questo stato, le cose si erano fatte strane per la loro famiglia. Il lord suo padre, che era sempre stato austero anche quando Aenys era un bambino molto più piccolo, era diventato ancora più rigido e protettivo dopo che la sua Mūna si era ammalato la prima volta e Naerys aveva perso la vista. Aenys non riesce nemmeno a ricordare un tempo in cui Naerys fosse in grado di vedere, ma lei non gli dava troppo fastidio, quindi non gli fa una grande differenza. Aenys è il suo fratello maggiore, ed è un suo dovere proteggere i suoi fratelli e sorelle. 
 
 
Anche se lui era nato un paio di minuti dopo Saera, Aenys è indubbiamente il fratello maggiore. Lui diventerà il Lord di Summerhall dopo suo padre, ed è il nipote del Re, e ciò significa che la sua educazione è molto importante. Dal suo quinto compleanno, lui aveva passato ogni istante delle sue giornate ad allenarsi nel cortile d’addestramento o ad affiancare suo padre nel suo studio durante i colloqui. Aenys aveva iniziato a capire che suo padre era un uomo che mostrava raramente gentilezza, tanto meno affetto a chiunque al di fuori della madre di Aenys o della sua sorellina minore. Se Aenys voleva dell’affetto doveva andare da sua madre, e ne sarebbe stato inondato. 
 
 
Ad Aenys non dava necessariamente fastidio che suo padre fosse anaffettivo – Muna lo ricopriva d’amore in abbondanza, ed Aenys era fortunato anche solo ad averceli dei genitori. Il padre di Toron veniva visto come un traditore e Royce vedeva raramente il proprio padre. Ed è per questo che lui non aveva mai capito il bisogno di Saera di fare scenate, perché avevano tutto ciò che avrebbero mai potuto desiderare. Saera era cattiva solo per il gusto di esserlo – lei seminava scompiglio e prendeva di mira Naerys senza un motivo. Lo aveva sorpreso che suo padre non l’avesse spedita di nuovo a Roccia del Drago, per liberarsi di lei per un po’. Saera era una mocciosa gelosa, e Aenys non riusciva proprio a comprenderne il motivo.
 
 
Almeno fino a quando non era nato Valerion. 
 
 
Con la loro madre ancora costretto a letto, era ricaduto sulle balie di Gaemon il compito di prendersi cura del suo nuovo fratellino. Ad Aenys piaceva Gaemon – lui non è insopportabile quanto Saera e non è mansueto quanto Naerys. Dopo essersi allenato con Ser Medrick nel cortile d’addestramento, lui vaga verso la stanza dei bambini per visitare suo fratello e forse anche per finire di leggere il libro che gli aveva regalato la Regina Alicent, mentre Gaemon giocava coi suoi pupazzetti. Quando apre le porte della cameretta ed entra dentro, Aenys si ferma.
 
 
Suo padre se ne sta in piedi, di schiena – Naerys gli sta aggrappata alla gamba con Syndor al suo fianco come sempre. Il cane volta la testa per fissare Aenys, ma si limita a sbuffare quando nota che è solo il fratello della sua padrona. Suo padre non fa cenno di prendere atto della sua presenza, troppo concentrato sulla culla che ha di fronte. 
 
 
 Lēkia (fratellone)” Gaemon balbetta dal pavimento, circondato da un assortimento di pupazzetti e mattoncini. Il suo fratellino si alza in piedi lentamente, prima di barcollare verso Aenys con un ampio sorriso sdentato. Alla fine, suo padre volta leggermente la testa per guardarli.
 
 
“Mio Lord.” Aenys borbotta, chinando la testa come cenno di saluto. 
 
 
Suo padre fa un verso d’assenso, guardando entrambi dalla testa ai piedi. “ Kepa .” Lui dice. 
 
 
Aenys aggrotta le sopracciglia dalla confusione e suo padre si volta di nuovo verso la culla. “A vostra madre non piacciono le formalità. D’ora in avanti dovrete chiamarmi semplicemente Padre.” I precettori gli avevano insegnato che, visto che suo padre è il figlio del Re, era superiore ad Aenys e lui doveva chiamarlo col suo titolo in segno di rispetto. Una volta, aveva chiamato anche sua madre allo stesso modo, ma la sua Mūna aveva soltanto riso, dicendogli di non disturbarsi. Tuttavia, suo padre era sempre stato rigido riguardo le varie usanze, e le uniche persone a cui in genere veniva permesso di rivolgersi a lui in maniera così casuale erano Mūna o le sorelle di Aenys.
 
 
“S-sì, Padre.” Quel termine gli sembra insolito. Tenendo Gaemon per mano, Aenys guida suo fratello per far posizionare entrambi in piedi accanto alla loro sorella. Suo padre non dice niente, ma lui sta osservando molto intensamente il fratellino più piccolo di Aenys. Valerion sta fissando loro padre con degli enormi occhi scuri – occhi che sono di un paio di sfumature più scuri di quelli di Aenys. Allungando una mano, suo padre accarezza la parte superiore della testa di Valerion, e il neonato si limita a guardare, alzando una piccola manina per afferrare il dito di loro padre. È strano vedere che suo fratello ha dei capelli così diversi da quelli di Aenys, di Gaemon e delle loro sorelle. In realtà, quasi tutti i membri della famiglia di Aenys hanno i capelli chiari, quindi lui aveva dato per scontato che tutti loro avrebbero avuto dei capelli chiari come quelli di loro padre, ma Valerion assomiglia alla sua Mūna. 
 
 
Valerion sta tenendo la propria manina avvolta attorno al dito di loro padre, e il bebè si limita a sbattere le palpebre, senza fare il minimo suono, mentre ci gioca. 
 
 
Naerys allunga una mano, sventolandola intorno, prima di trovare Aenys, iniziando a strattonarlo. “Lui che aspetto ha?” Lei domanda con entusiasmo. “È carino? Mi somiglia?” Aenys esita, non sapendo come rispondere. 
 
 
“Lui assomiglia a vostra madre.” Suo padre accarezza la parte superiore della testa di Naerys con un affetto che mostra solo a lei, ed ora anche a Valerion, apparentemente. 
 
 
Sua sorella sorride in modo ampio. “Quindi lui è carino!” 
 
 
“Lui non ha l’aspetto di un Targaryen.” Aenys borbotta. “Tutti i Targaryen hanno i capelli chiari – è quello che dicono i miei libri di storia.” Mūna, nonostante il fatto di essere il figlio della futura Regina, non assomiglia al resto della loro famiglia. Le uniche persone a cui somiglia sono gli zii di Aenys – lo zio Jace e lo zio Joffrey. Saera sosteneva che una volta aveva chiesto alla loro madre qualcosa a riguardo, ma quando Aenys le aveva chiesto cosa le fosse stato risposto, la sua gemella si era zittita e aveva iniziato a sudare freddo. 
 
 
Suo padre smette di giocare con Valerion, abbassando lo sguardo su Aenys. Lui si congela quando vede quanto appaia tagliente l’occhio rimanente di suo padre. “Tuo fratello è un Targaryen, e se qualcuno dovesse azzardarsi ad insinuare il contrario in tua presenza, non dovrai assecondarlo e dovrai venire immediatamente a dirmelo.” Suo padre parla con un tono di voce che fa deglutire Aenys dal nervosismo. “Sono stato chiaro?” 
 
 
“Chiaro riguardo cosa?” Aenys balza a causa dell’improvviso suono della voce di sua madre. Mūna è ancora vestito nella sua vestaglia da notte, che adesso sembra molto più grande su di lui, rispetto a prima che partorisse Valerion. Questa è la prima volta che Aenys vede sua madre fuori dal letto da quando aveva avuto Valerion, così sorride e corre verso di lui. Avvolgendo le braccia intorno alla vita della sua Mūna, Aenys lo abbraccia facendo attenzione, visto che è così fragile. Mūna sorride abbassando lo sguardo su di lui, passando una mano tra i suoi capelli chiari. “Ciao, tesoro mio. Sei venuto a vedere tuo fratello?” 
 
 
Aenys annuisce, premendosi di più contro quella mano. “E per giocare con Gaemon.” Il piccolo bimbo in questione è trotterellato verso di loro, e la loro madre si piega verso il basso per prenderlo in braccio. Mūna bacia la guancia di Gaemon, facendo ridacchiare il bambino. 
 
 
“Dovresti essere a letto.” Suo padre dice, ancora accanto alla culla in cui è steso Valerion. 
 
 
Mūna sospira. “Non puoi tenermi ancora confinato a letto, Marito. I maestri mi hanno dato il permesso di alzarmi giorni fa, ero rimasto a letto solo per tua richiesta.” Mūna si ferma per sistemare meglio Gaemon sul proprio fianco. “Onestamente, Aemond, ti preoccupi troppo.” Suo padre si limita a grugnire. “Quindi… c’è un motivo per cui sei qui? Non hai mai frequentato la stanzetta dei bambini di tua spontanea volontà prima d’ora.” 
 
 
“Non mi è permesso visitare il mio stesso figlio?” 
 
 
Sua madre schiocca la lingua. “Lo sai che non è quello che intendevo, qybor.” 
 
 
Con la coda dell’occhio, Aenys può vedere Naerys lasciare il fianco di loro padre, venendo condotta verso il camino dal suo cane. Nel centro del focolare c’è un calderone di ferro che contiene l’uovo di Valerion. Quietamente, Aenys lascia i suoi genitori al loro battibecco, andando ad accovacciarsi accanto a Naerys, che è seduta sul pavimento. Sporgendosi in avanti, sbircia nel focolare e boccheggia. Sembra che l’uovo nel calderone si stia contraendo, e Aenys può solamente ammirare quella scena con stupore. 
 
 
“Si sta schiudendo.” Naerys afferma, i suoi occhi ciechi sono fissi in direzione delle fiamme. Aenys non aspetta di chiedere come lei possa saperlo, sporgendosi invece ancora di più in avanti per guardare l’uovo bianco perlaceo muoversi. Il suo uovo, quello di Naerys e quello di Gaemon non si erano schiusi, mentre quello di Saera si era schiuso quando erano entrambi dei neonati. “ Kepa, l’uovo si sta schiudendo!” Sua sorella grida. Il battibecco dei loro genitori si ferma improvvisamente, ed entrambi si precipitano verso di loro. A mani nude, suo padre tira fuori l’uovo dal calderone – camminando velocemente verso la culla di Valerion. Con suo sgomento, l’uovo viene posizionato accanto al suo fratellino più piccolo. Sbirciando oltre il bordo della culla, Aenys osserva mentre qualcosa si muove sotto il guscio, come se stia cercando di scappare. 
 
 
Prova ad allungare una mano per aiutare la creatura rinchiusa, ma la sua Mūna gli afferra velocemente il polso per fermarlo. “Non toccarlo.” C’è un accenno di sgomento nella voce di sua madre, mentre guardano. “Deve trovare da solo la strada verso di lui.” 
 
 
Aenys non è sicuro di quanto tempo passino lì in piedi a guardare, in silenzio, ma alla fine una lucente scaglia bianco-verde cade via, finendo sulle lenzuola. Un piccolo musetto bianco con una sfumatura verdastra sporge fuori, e la sua Mūna annaspa dall’emozione. Il piccolo drago non assomiglia tanto alle bestie imponenti custodite nella Fossa del Drago, e sembra più una delle lucertole che vivono sugli alberi della foresta circostante. Emerge dai resti dell’uovo, ricadendo goffamente sul materasso, e strisciando verso Valerion. 
 
 
Dispiega le proprie ali – rilasciando un piccolo stridio acuto – e il suo silenzioso piccolo fratellino fa finalmente dei versi, come risposta.                      
 
 
 
 
 
 
 
 
 
      
 
 
Note della traduttrice:
 
 
 
--- Corviids ha scritto alcune oneshot più “esplicite” riguardo questa ff, ma in una raccolta a parte. La prima oneshot mostra proprio il concepimento del tenero Valerion…concepimento molto infuocato. Tenete d’occhio il mio profilo, perché tradurrò prestissimo anche quella ff.
Edit, eccola https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4057349&i=1

 
--- Aemond che nota che il suo nuovo pargolo ha i capelli scuri: “N-non sapevo che potessero uscire fuori con quell’aspetto...ne voglio altri mille tutti così. Pucciosità!!!!”.
 
 
--- Se ve lo stesse chiedendo…no, questa non è l’ultima volta che Luke partorirà…e nemmeno la prossima volta sarà l’ultima…lol.
 
 
--- Finalmente abbiamo conosciuto il figlio maschio preferito di Aemond, il piccolo Val. E ovviamente è il suo figliolo preferito perché è un mini Luke. E vi devo anche confidare che il figlio preferito di Luke è il piccolo Aenys, proprio perché Aenys è un mini Aemond. LOL.
Aemond è super protettivo col suo piccolo Val, perché l’ultima cosa che vuole è che venga trattato nel modo in cui veniva trattato (e lui stesso trattava) Luke, per via del suo aspetto. Anche perché, come visto nel capitolo, Aemond non dubita minimamente che il suo piccolino sia un suo legittimo figlio. E non ha motivo per farlo (E poi Val ha gli occhi viola, ereditati da Aemond).
 
Era stato spesso citato nei vari capitoli che Aemond dopo la sua adorata Naerys non voleva altri figli (probabilmente per via del trauma dell’attacco dopo la nascita della piccola), ma allora perché si sono avuti altri pargoli? Perché è Luke che vuole una famiglia numerosa, una famiglia numerosa quanto la sua famiglia d’origine, quindi non è raro che si “scordi” di bere il tè della luna ogni tanto (non che ad Aemond dispiaccia più di tanto).
 
Vedrete alcuni personaggi accusare in futuro Aemond di essere stronzo ad ingravidare sempre Luke, ma è invece proprio Luke che in pratica ha in pugno la decisione riguardo all’avere figli.
 
Inoltre, Aemond ama i suoi figli proprio perché sono figli di Luke…mi spiego. Hanno spesso fatto domande a Corviids su che tipo di padre Aemond sarebbe se si fosse sposato con qualcun altro, forse anche con una figlia di Lord Borros Baratheon, e la risposta è che lui non sarebbe stato un padre molto presente o protettivo, in quel caso. E sarebbe stato senz’altro meno tollerante con quei figli. Aemond tollera il comportamento di Saera perché lei gli ricorda Luke.
Aemond prova ad essere un buon padre coi figli avuti da Luke perché è Luke che desidera ciò, e Aemond ama Luke.
E se, in un mondo alternativo, Luke si fosse sposato con qualcun altro e avesse partorito i figli di qualcun altro...beh...diciamo che c'è la possibilità che Aemond sarebbe stato irritato perché si sarebbe sentito in diritto di essere lui quello ad ingravidare Luke.
 
 
--- La figlia preferita di Aemond in assoluto (tra maschi e femmine), però, resta sempre Naerys, e Corviids ci ha anche spiegato come reagirebbero (reagiranno!!!) Aemond e Luke nel diventare nonni di un figlio avuto da Naerys: Luke scoppia a piangere, Aemond è così emozionato che praticamente il cervello gli va in corto circuito. Aemond tiene in braccio il bambino della sua bambina e trema, cercando di non piangere ma fallendo. (Inoltre è anche probabile che uno dei figli di Nae sia uno splendido bimbo dai capelli scuri che lei chiamerà Lucerys in onore della sua Muna, e quel bambino potrebbe diventare il nipotino preferito di nonno Aemond…).
Corviids ha anche lasciato intendere che l’ultimo figlio/figlia di Aemond e Luke potrebbe arrivare proprio quando, a 40 anni, saranno ormai diventati nonni di un qualche figlio di Nae, un po' come la situazione di Rhaenyra e Luke che hanno partorito Visenya e Aenys/Saera nello stesso periodo.
 
 
--- Piccola curiosità sullo scorso capitolo, riguardo la prima gravidanza di Luke. Corviids ha raccontato che Luke aveva iniziato a desiderare di avere Aemond più vicino, perché la sua presenza lo rilassava (come abbiamo intravisto) e perché Aemond si assicurava sempre che venisse trattato bene, e quindi Luke usava sempre il bambino (bambini) come scusa, lol. Aemond era super iperprotettivo ai tempi, anche se provava ancora risentimento verso Luke.
 
 
--- Quando Luke si stava riprendendo dall’aver partorito Valerion, Aemond lo aveva viziato senza sosta, ma non lo ammetterà mai. Corviids ha spiegato che, durante il periodo più delicato della convalescenza, Aemond aveva comprato le pellicce più pregiate per Luke, assicurandosi che non ci fosse il rischio che potesse raffreddarsi, e aveva importato tutti i rimedi più disparati per farlo stare meglio, chiedendo ai maestri di testarli. Luke aveva perso molto peso, quindi Aemond aveva fatto in modo che le cucine preparassero sempre dei dolci per Luke, e anche altri cibi calorici.
 
Aemond in pratica aveva passato quattro mesi ad occuparsi di Summerhall, dei bambini e di Luke. Solo quando Luke si era sentito meglio, Aemond aveva permesso che i loro figli gli facessero visita (i bambini sono pieni di germi, non avrebbe permesso che Luke si prendesse qualche malattia). Si addormentava spesso sulla sedia accanto al letto di Luke, di solito tenendo in braccio Val, perché Luke voleva vedere il suo bambino. Quando non si addormentava accanto a Luke, Aemond praticamente sveniva nel suo studio, perché si era così tanto abituato ad addormentarsi avendo Luke accanto a sé nel loro letto, che gli sembrava strano dormire a letto senza di lui.
 
 
--- La canzone che Naerys stava cantando ad inizio capitolo è “The seasons of my love”, che sarebbe la canzone d’amore che Tyrion dedica sempre nei suoi pensieri a Tysha, nei libri di GRRM.
 
 
 
 
--- Eccovi altre fanart di Corviids:
 
Luke e il suo piccolo Valerion.

 
Aemond e Luke insistono che non hanno un figlio preferito…

 
Aemond e il suo figlio maschio preferito, Valerion.

 


 
La bella famigliola. Aemond con in braccio Naerys. Luke insieme a Gaemon e Valerion.
 
   
 
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