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Autore: WeiGonzi_sflute    28/06/2023    2 recensioni
Lan Wangji é stanco di dover rifiutare le mille proposte di matrimonio che arrivano a palazzo, certo, è ovvio per lui riceverle, in quanto fratello minore del imperatore è suo dovere sposarsi e mettere al mondo quanti più figli possibili.
Se solo a lui le donne piacessero, scegliere sarebbe più facile per tutti, invece il giovane principe si rassegna a rifiutare in silenzio.
Poi arriva Wei Ying, e le cose cambiano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lan Wangji era sicuro di aver visto qualcosa volare da una parte all'altra del cortile delle sue stanze. 

Ovviamente, non le sue stanze personali, quelle nei meandri delle nuvole, perché nel suo palazzo personale, sarebbe stato pressoché impossibile che qualcosa venisse lanciato in giro con tanta noncuranza.  

 

Questo forse perché, lui era il secondo principe della dinastia Lan, e finché suo fratello non avrebbe avuto figli, anche l'erede del grande e immenso potere che il suo clan deteneva da generazioni. Chi avrebbe disturbato, nel tardo pomeriggio, giovane signore tanto importante?

No. Il meandro delle nuvole, il palazzo reale, era stato pensato per gli scolari più educati, i nobili più meritevoli e affluenti, oltre che per la famiglia Lan. 

 

In sostanza, lì, nessuno si sarebbe potuto trovare nel suo cortile personale, se non la sua famiglia e i suoi servitori.

 

E in questo caso, qualcuno potrebbe chiedersi cosa facesse il secondo principe Lan così lontano da casa, e perché preferisse concentrarsi su qualcosa che sarebbe potuto essere un semplice uccello volato troppo veloce.

La risposta era piuttosto semplice, Lan Wangji era lì per rifiutare l'ennesima proposta di matrimonio.

L'ennesima proposta di matrimonio da parte di un altro clan, che vedendolo in età adulta e senza nessuna promessa o concubina, voleva ingraziarselo con una figlia o una sorella.

 

Peccato che la condizione di Wangji non era semplice da accontentare per suo fratello. Lan Xichen, suo fratello, era imperatore da qualche anno, e Lan Wangji aveva raggiunto l'età adulta a sua volta da qualche tempo. Due estati, non di più. Ma l'imperatore era suo fratello prima di tutto, e gli era stato confidato che a prescindere di status, capacità nelle arti o bellezza fisica, Lan Wangji non si sarebbe trovato accontentato in un matrimonio. 

 

A lui le donne non piacevano.

 

Certo, erano di buona compagnia. Lan Wangji avrebbe sempre difeso qualsiasi signora da ingiustizie, come avrebbe fatto per un uomo. Ma era da anni che era giusto alla conclusione che semplicemente, non si sentiva… attratto.

Il che sarebbe stato un ingiustizia per la povera sfortunata che avrebbe dovuto sposarlo, perché anche se non si sarebbe mai permesso di… sfogare i suoi bisogni con altre persone, non avrebbe potuto ricambiare i sentimenti di nessuna moglie.

  

E forse era proprio perché Lan Wangji non desiderava pensare più del dovuto alla proposta da parte del clan Jiang, che finì per fare attenzione particolare ai giardini. E così aveva visto un oggetto venire lanciato, con parecchia velocità, verso parte opposta da dove era arrivato.

 

L'uomo alzò un sopracciglio, e si avvicinò piano piano, quasi cauto, per affacciarsi alla finestra. Portò il viso tentennante verso il venticello statico, ma umido tipico di approdo del loto. 

 

E fu allora che lo vide la prima volta. L'uomo con il nastro rosso. Che giocava con l'arco e le frecce, colpendo la corteccia solida ma anziana di un albero di pesche. Era vestito con stoffe umili, il che sorprendeva non poco Lan Wangji. Che ci faceva un servo, nei suoi giardini?

 

Sii giusto e onesto. Non giudicare.

 

Così dicevano le regole che aveva instillato nel suo cervello fin da piccolo, e effettivamente si sentì in colpa per aver aver giudicato una persona per il suo ceto sociale. Si promise di riscrivere "condotta e giustizia" almeno tre volte quella sera.

 

Fatto sta, che questo ragazzo dai capelli corvini e disordinati, dallo sguardo concentrato ma dalla lingua di fuori, stava per scoccare un altra freccia. Lan Wangji avrebbe volentieri attirato la sua attenzione, ricordandosi che anche se sembrava lontana e improponibile, l'idea di venire ucciso da un servo non era impossibile. Oltre modo, era impensabile per un servo star giocare così– così spensieratamente nel suo giardino!

 

Ma la vista era… appetitosa, se non altro. E Lan Wangji sentì un rossore imbarazzante alle orecchie pensando a come le labbra rosse dell'uomo si muovevano concentrate. A come gli occhi erano puntati sul pallino dipinto sul pesco, che faceva un po' da bersaglio, e che l'uomo aveva già colpito in pieno. A come, nonostante il suo modo di non indossare tutti gli strati adatti al decoro fosse "vergognoso", non poteva fare a meno che osservarlo per bene mentre si preparava a lanciare.

 

E finalmente lanciò. Lan Wangji rimase nuovamente stupito, il servo colpì in pieno la freccia precedentemente scoccata, rompendola nel passaggio verso il pallino di vernice sull'albero.

 

L'uomo rimase fermo per poco, fiato sospeso, secco, intermittente mentre cercava di riprendere fiato.

 

Poi scoppiò a ridere.

 

E che risata fragorosa. Lan Wangji non ne era abituato. Alle risate certo, quelle che i nobili facevano, eleganti alcune volte, meno altre volte. C'erano i popolani che sghignazzavano per le strade, e le giovani ragazze con le risate educate. Ma questa era nuova, sincera, presa dalla sprovvista al suo stesso tiro. Era bassa, un po' roca ma dolce abbastanza per far arrossare ulteriormente persino il suo viso, seppur di poco.  D'istinto, il principe portò le mani alla testa, coprendosi le orecchie con fare sbrigativo e offeso.

 

Era indicibile, essere ridotto così alla vista di uno svergognato nel suo giardino! 

 

Fece per fare un passo indietro, quasi mentalmente preparandosi per andare a richiamare la prima guardia trovata per la strada, e far portare via il ragazzo, ma andò a sbattere contro un piccolo comò. Aveva qualche cosa, poggiata con decoro su quel mobile, qualche pergamena, caduta a terra con tonfo.

 

E il ragazzo aveva sentito. E si era avvicinato.

 

E ora, sentiva i suoi occhi su di sé, mentre silenziosamente guardava la pergamena per terra, dando le spalle al misterioso arciere.

 

Questo lo fissò per poco, poggiando le mani sul piccolo cornicione della finestra.

"Giovane signore, giovane signore! Mi perdoni ma non pensavo nessuno stesse ospitando queste stanze!" Esclamò lo sconosciuto.

 

Era impossibile. Chi non avrebbe saputo della presenza dell'imperatore e del secondo principe? O era una trappola di qualche tipo, o questo ragazzo era veramente tanto ignaro e viveva sotto una roccia.

 

Lan Wangji strinse i denti, e si girò con calma apparente. Prima di lasciare andare quello che voleva dire. "...il mio arrivo è previsto da settimane. " Lo rimproverò, come si faceva con chi non prestava attenzione. Ma l'uomo sembrò solo sorridere più curioso. "Sei un intruso, ti prego di andartene." Lo fisso, poi, come se la questione fosse chiusa.

 

"Intruso? Io?" Ridacchiò l'uomo, scuotendo la testa. "Andiamo! Io vivo qui da una vita, non mi dicono tutto, certo, e mi dispiace averla disturbata ovviamente-" non sembrava affatto dispiaciuto. "Ma non c'è bisogno di cacciarmi, no? Starò in silenzio! Lo giuro." Propose poi, come se fosse normale parlare in questo modo al fratello dell'imperatore. 

 

Non lo aveva riconosciuto, realizzò ben presto Lan Wangji. Qualcuno che non lo conosceva… di bell'aspetto, che voleva condividere il tempo con lui.

 

"No." Ribatté, convinto. Strinse i pugni. "Non è… appropriato." Digrignò i denti, parlando in modo stretto e secco. 

 

Non era appropriato, perché Lan Wangji si sentiva sempre più stranamente incuriosito dall'uomo, e voleva evitare ogni attaccamento non necessario.

 

"Ah? Ma sei sicuro? Siamo entrambi uomini, detto così sembra che io sia qui per rubarti l'onore!" Esultò, confuso, il corvino. Si era persino avvicinato al davanzale della finestra, con le braccia sudate.

 

E lan Wangji non poté che non pensare "forse sarebbe il contrario."

 

Il principe rimase per poco immobile, Poi sospirò silenziosamente, chiudendo gli occhi. "Svergognato."

 

Il corvino lo guardò silenziosamente per poco, poi si appoggiò ancora più comodamente sul davanzale, a braccia incrociate. Aveva i capelli in mezzo alle guance rosee, che si muovevano lenti per via del vento.

 

"Svergognato, eh?" Accennò ad una risata pigra. 

 

Nonostante tutto non accennò ad andarsene. E quando Lan Wangji se ne rese conto, lo fissò imbronciato. 

 

Alla reazione del principe, il servo scoppiò nuovamente a ridere, allegro.

 

Lan Wangji lo guardò per un po', occhi incerti. "Mi stai prendendo in giro?" Chiese poi, più severo, terribilmente spaventato dal prospetto irrispettoso di venire preso in giro.

 

Ma sorprendente, lo divertiva anche parecchio il pensiero.

Non era mai stato preso in giro, solo sua madre aveva osato.

 

"No no!" Lo sconosciuto fece svolazzare in aria una mano, come se dire di no non fosse abbastanza. "Siete divertente, tutto qui. Mi direste da dove siete venuti?" 

 

Lan Wangji espirò, con tanta pazienza e la grazia di chi era stato educato con tremila regole da tenere a mente ogni giorno.

"...se non lo sapete, non mi ritengo in dovere di dirvelo io." 

 

L'uomo che aveva davanti, rimase di stucco per poco, ma poi, con semplicità spaventosa, inclinò nuovamente il capo in un sorriso.

"Ah… giocate a fare il difficile?" Iniziò, stuzzicandolo, poi chiuse gli occhi con fare saccente. "Ma non preoccupatevi, sono bravo a conquistare tutti!"

 

Lan Wangji non sapeva come reagire. "Non sono difficile." Digrignò, ma immediatamente aggiunse altro, notando con dispiacere come sembrasse infantile il suo modo di fare. Ma che ci poteva fare? Questo sconosciuto irruento, era l'uomo più insopportabile Lan Wangji avesse incontrato, e nonostante tutto, il principe si sentiva di non volerlo cacciare. Era impensabile. Comunque, aprì bocca nuovamente. "... non ho bisogno di venire conquistato. Sei uno svergognato." 

 

Sfortunatamente, lo sconosciuto lo ignorò completamente, e indicò la freccia che aveva colpito l'altra, pur di prendere in pieno il bersaglio. Era stata scagliata con una precisione spaventosa.

"Mi ha visto tirare la freccia? Mi dispiace averla disturbata, ma vi giuro che al tramonto i giardini di questo palazzo prendono un colore stupendo!" Fece una pausa. "Sono sincero quando dico che non sapevo che avrebbe ospitato queste stanze, solitamente quando sono libero, vengo qui a tirare con le frecce, e non c'è nessuno." Aveva spiegato, il sorriso sfacciato aveva lasciato spazio ad uno più delicato, che genuinamente voleva spiegarsi.

 

Lan Wangji sentiva di doversi addolcire, l'uomo si stava dopotutto scusando, anche se a modo suo e con un atteggiamento assolutamente inadeguato se si teneva in conto che Lan Wangji era il secondo principe imperiale.

 

In ogni caso, il principe tornò a guardarlo, e con delicatezza annuì. "...non c'è bisogno di scuse." Ammise, un po' forzato.

 

Il servo aprì bocca per contraddirlo, con un sorriso piccolo. "Ah, signore, non c'è bisogno di mentire per evitarmi una punizione. So di aver disturbato, ma ero sincero! In senso– siete di buona compagnia." Ammise, abbassando il tono, e Lan Wangji non perse come il suo sguardo vagò per più di un secondo sulle sue labbra. "Quindi…ah, ecco, si, mi dispiace aver disturbato, con la freccia. Ma anche con le mie battute. È che eravate piacevole da infastidire." Scherzò alla fine.

 

Lan Wangji… non si aspettava queste scuse.

 

"Vi ho giudicato male." Mormorò, avvicinandosi con attenzione ancora di più alla finestra. "...non sono abituato agli scherzi, e nemmeno a queste–"

 

"Ah. Queste diverse abitudini da servi? Battute moleste?" Il servo supplementò, con un sorriso divertito.

 

"Queste… diverse modalità comportamentali." Lan Zhan mormorò, diplomatico.

 

Il misterioso arciere ghignò, e scosse la testa.

 

Lan Wangji si sentiva per la prima volta desideroso, anzi, motivato, a spiegarsi. A parlare più del necessario. Ed era una questione pericolosa da realizzare, quindi decise di non pensarci per il momento. "Non sono abituato. Ma non è necessario punirvi." Mormorò, gravemente. 

 

Il pensiero di quest'uomo, magari legato, ad implorare la sua pietà, era persino piacevole. Anzi, a dire il vero Lan Wangji aveva dovuto costringere la sua mente a pensare ad altro pur di non far arrivare nessun movimento al suo ventre.

Ma il pensiero di quest'uomo, frustato o ferito, per altre motivazioni, o in modo grave, lo affliggeva in modo quasi inspiegabile.

 

L'uomo, finalmente, sembrò rilassarsi, tornando calmo quasi quanto prima.

Annuì vivacemente. "Grazie." Mormorò, sincero. Poi, abbassò lo sguardo, per poco, e dopodiché lo alzò di nuovo. "In ogni caso sono Wei Wuxian! Mi dispiace essermi presentato in questo modo ma–"

 

Lan Wangji dovette correggerlo, anche se interrompere era contro le regole. "Non è un problema."

 

L'uomo– no, Wei Wuxian, sorrise libertino, e continuò. "Va bene, 'non è un problema' ma comunque a me dispiace! Sei simpatico, se solo… ah, beh, se ci fossimo incontrati per le strade di approdo del Loto, ti avrei offerto  qualcosa da bere."

 

Lan Wangji non voleva pensare alle implicazioni di venire invitati a bere con uomo tanto attraente quanto Wei Wuxian. "Non bevo." Disse, semplicemente.

 

Wei Wuxian si avvicinò con curiosità immediata. "Sei serio?!"

 

Lan Wangji annuì, minutamente. 

 

"Ma come fai quando sei invitato ad un matrimonio? Cosa bevi quando sei triste o vuoi invitare una bella donna a ballare!" Esclamò, Wei Wuxian, con fare esageratamente drammatico.

 

Lan Wangji non poté fare a meno di accennare una risata, con un respiro silenzioso.

 

Wei Wuxian sembrò rimanere per poco a fissarlo.

Ma Lan Wangji decise di rispondere, non sapeva esattamente perché, ma parlare con Wei Wuxian diventava più facile e naturale ogni volta che l'uomo diceva qualcosa.

"La mia famiglia ha posto un divieto all'alcol. Ai matrimoni beviamo tè."

 

Non era necessario far notare che in quanto fratello dell'imperatore, i loro bisogni sarebbero stati osservati con cura da ogni nobile che li invitava ad assistere a matrimoni.

 

Wei Wuxian sospirò con un ghignò che non poteva nascondere. "Cavolo se siete noiosi! Non sopravviverei un giorno nella tua famiglia." 

 

Lan Wangji era sicuro che chiunque avesse osato dire qualcosa del genere sarebbe stato ovviamente pubblicamente punito, come minimo, se non condannato alla morte. Ma il solo pensiero di vedere Wei Wuxian in una situazione come quella faceva rabbrividire il principe.

 

Se qualcuno li avesse sentiti, Lan Wangji avrebbe semplicemente espresso di aver concesso al servitore il permesso di non seguire la cerimonia.

 

Comunque, il principe si sforzò per cercare qualcosa da dire per continuare a conversare. 

Andava bene di tutto, Lan Wangji non era schizzinoso, aveva pochi amici dopo tutto, ma la voce del servo diventava sempre più inebriante ogni volta che parlava. I suoi manierismi, i suoi sorrisi, quando delicati e quando esuberanti. Tutto quello che Wei Wuxian stava dando al principe, il principe desiderava assaporare per bene.

"Ti piace bere?" Buttò fuori, alla fine, un po' zittito. Non è che lo disturbasse, ma era cresciuto a corte e non era certo di come si comportasse la gente comune riguardo l'alcool.

 

Wei Wuxian lo guardò, mano sulla guancia. "Ah… ecco, diciamo di si." Aveva spiegato, con un sorriso più calmo. "Non so chi siete, e voi non volete dirmi da dove venite." Aveva cominciato.

 

Lan Wangji annuì. Non voleva dirglielo.

 

Wei Wuxian accennò ad una risata, e poi scosse la testa. "Bene, siamo d'accordo. Ma per il vostro arrivo hanno messo su tanti di quei musicisti e quelle decorazioni, quindi presumo siate un ospite importante!" Aveva alzato le mani in aria. "Ma io sono un semplice uomo, e bevo quando ne ho l'occasione."

 

Il principe annuì, ma da questo discorso aveva capito che sicuramente Wei Wuxian era effettivamente un servitore. Beveva quando ne aveva l'occasione, quando i risparmi e la paga glielo permettevano.

Ed era anche vero che il principe non voleva render nota la sua vera identità, era comunque la prima volta in vita sua in cui stava chiacchierando faccia a faccia con qualcuno di così interessante. Qualcuno di così interessante, che lo aveva scambiato per un semplice nobile in visita, che non si prostrava ai suoi piedi al minimo errore.

 

Era quasi emozionante.

 

Quindi, annuì. "Wei Wuxian, lavori qui?" Chiese poi, giusto per sapere, o almeno così si diceva. In realtà, era probabilmente perché anche solo mentalmente si stava domandando quanto la famiglia Jiang si dispiacerebbe a perdere un servo.

 

Lan Wangji sapeva di sembrare terribilmente veloce, poco paziente, nel voler offrire a Wei Wuxian un lavoro a palazzo, ma era quello che si sentiva di fare. E lui era sempre stato un uomo parecchio testardo una volta che si decideva a fare qualcosa.

 

Alla fine, se Wei Wuxian qui faceva il cuoco, poteva cucinare a palazzo. Se lavorava con la legna o gli animali poteva lavorare nella stalla. 

Le condizioni e la paga era sicuramente migliore a palazzo, dopotutto. Probabilmente l'offerta sarebbe stata apprezzata da Wei Wuxian.

 

Ma Lan Wangji doveva ammettere di star solo giustificando sé stesso, perché sapeva di desiderare l'uomo che aveva davanti a sé. Lo voleva vicino, lo desiderava a letto, principalmente. Ma allo stesso tempo, la sua allegria era contagiosa, se il suo aspetto non fosse bastato a convincerlo, lo avrebbe fatto il suo modo di fare esuberante, dispettoso, irruento.

 

Wei Wuxian però, sembrò incupirsi. "Io non–" fece per dire, prima di girarsi, e aprire gli occhi di scatto, fermandosi quasi immobile, con lo sguardo accigliato.

 

Lan Wangji avrebbe voluto sapere cosa lo avesse spaventato, cosa avesse visto, ma appena la signora Jiang entrò nel campo visivo di Lan Wangji, non servì altro.

 

La donna si inchinò umilmente, ma la rabbia trasudava dal suo corpo.

Wei Wuxian sembrò confuso, e fece un passo indietro.

 

Madame Yu si inginocchiò ancora di più, fino a toccare il pavimento. "Vostra altezza, chiedo umilmente perdono per quello che questo servo vi ha causato. La prego, nessuno di noi sapeva di cosa stesse facendo qui."

 

Wei Wuxian aprì gli occhi di scatto, e poi, la realizzazione lo colpì in viso. E immediatamente, era in ginocchio anche lui. Lentamente si prostrò fino a toccare la terra umidiccia con la fronte. "Chiedo… chiedo, umilmente perdono." Sussurrò, ancora evidentemente scosso.

 

Anzi, sembrava terrorizzato.

 

Lan Wangji si sentiva spaventato dall'idea di un Wei Wuxian spaventato da lui. Desiderava vederlo in faccia e capire cosa stesse passando per la sua testa in quel momento, ma non poteva vederlo così.

 

In ogni caso, il principe alzò la mano. "Non c'è bisogno." Mormorò, gravemente.

 

Madame Yu quasi alzò la testa. "Vostra altezza, vi risarciremo qualsiasi danno questo servitore vi abbia fatto, la prego solo di–"

 

Lan Wangji odiava ripetersi. "Non c'è ne bisogno." 

Odiava anche il fatto che doveva essere gentile con la donna, dopo aver rifiutato sua figlia in matrimonio, Lan Xichen sarebbe stato più grazioso. Ma lui non era suo fratello, e soprattutto ora Wei Wuxian sembrava avere paura di lui, ed era una grave perdita.

 

Wei Wuxian, comunque non sembrò alzare la testa, tenendola premuta contro il pavimento.

 

E Lan Wangji, non era sicuro di poter trovare le parole giuste per spiegare.

"...siete entrambi dismessi. Non esigo nessun riscatto. Non ho preso offesa."

 

E così, si allontanò dalla finestra, con il cuore più pesante.

   
 
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