Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer47    29/06/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hunters’ legacies
Capitolo 80


"Chuck sta sterminando pianeti pieni di persone innocenti e il nostro sarà il prossimo: come puoi prendere le sue difese? Come puoi scegliere di non aiutarci nel fermare lo stesso mostro che ti ha lasciata a marcire in una gabbia per millenni?"
Gli argomenti di Sam non furono poi così convincenti come credesse, dato che Amara aveva scelto di non aiutarli e di rimanere dalla parte di suo fratello, lasciando che i due ragazzi tornassero alla loro auto con nient'altro che un pugno di mosche tra le mani; ma presto Dean aveva iniziato a muoversi in maniera nervosa nell'abitacolo, fino a quando spense la sua auto e si diresse nuovamente nel bar dove avesse incontrato Amara pochi istanti prima. 
Sam lo vide scendere dalla macchina chiedendogli di restare lì in modo da poter parlare da solo con Amara, e osservò suo fratello parlare con la donna attraverso i vetri del locale: vide il viso rabbioso con cui Dean si rivolgesse a lei ed immaginò che il suo tono dovesse essere altrettanto furioso, e poi vide i modi di Amara cambiare, divenire quasi dispiaciuti e questo gli bastò a sorridere soddisfatto, capendo davvero che suo fratello riuscisse ad essere davvero persuasivo quando voleva. 
Infatti Dean tornò in macchina con aria quasi più serena, annuendo brevemente nella sua direzione senza dire una parola, e ciò bastò a Sam per capire che Dean avesse ottenuto la sua piccola vittoria dentro quella tavola calda; ma presto il telefono del minore squillò e quando lesse chi fosse a chiamarlo accennò un sorriso amaro, mettendo subito il vivavoce.
"Anael, ti sentiamo: siamo riusciti a concludere con Amara, va tutto bene al bunker?".
"Billie è stata qui: dice di avere una nuova missione per Jack, qualcosa che lo purificherà totalmente e solamente dopo sarà pronto ad affrontare Chuck". 
I due fratelli si scambiarono una breve occhiata d'intesa e si capirono al volo: Dean accese la macchina facendo rombare il motore e presto lasciò il parcheggio muovendosi verso il bunker. "Siamo già per strada". 


"Come ho fatto a non capirlo? Anche mia madre è morta. Vi chiedo perdono". 
Davanti a Jack disperato fra le lacrime, anche il cuore più glaciale si sarebbe sciolto; Sam annuí e cercò di trattenere le sue lacrime, tant'è che si avvicinò all'interno della cucina del bunker per mettere una mano sulla spalla del ragazzo che aveva appena riacquistato la sua anima grazie all'Occultum che lo aveva portato al cospetto del Giardino dell'Eden. 
Dean era rimasto appena più in disparte sentendolo piangere e supplicare il loro perdono per la morte di Mary, non si mosse e si limitò leggermente ad annuire mentre accennava un leggero sorriso; in fondo dentro di lui Dean sapeva che Jack non fosse cattivo, che non fosse come il suo padre biologico.
Castiel però storse le labbra in una smorfia e sospirò, avanzando lentamente verso i ragazzi mentre li guardava con aria decisamente fin troppo seria: infatti quando fu un grado di parlare da solo con Dean, gli rivelò quale fosse il reale piano di Billie. 
Jack avrebbe dovuto annientare Chuck e Amara, ma insieme a loro sarebbe dovuto morire anche lui, e Jack era pronto a redimersi per mezzo della morte. 
"Non posso occuparmene adesso. Scusa Cass". Dean si allontanò dall'angelo giungendo nel corridoio del bunker, dove si portò la testa fra le mani e sentí gli occhi pizzicare, avvertendo tutto il peso era sulle sue spalle. 
Jack sarebbe morto, di nuovo. 
Lo avrebbe fatto per un fine più grande, certo. Li avrebbe salvati tutti. 
Eppure nonostante il rancore e l'odio più profondo, Dean non poteva negare che quella notizia gli spezzasse il cuore. 
Non poteva odiare chi avesse amato con tutto il cuore. 
Non poteva odiare chi avesse considerato un figlio, nonostante tutto ciò che avesse fatto. 
E questa sua visione la doveva unicamente ai suoi due figli, che giornalmente gli avessero insegnato l'amore vero ed il perdono sincero.
Si era ritrovato davanti alla porta 7b e aveva sospirato disperato prima di entrare: quando aprí la porta, ciò che vide gli spezzò il cuore per l'ennesima volta. 
Abby se ne stava seduta sul pavimento con i polsi incatenati al muro, la carnagione pallida e scarna, la fronte madida di sudore. 
Quella visione gli spezzò il cuore così tanto, che avrebbe voluto urlare. 
Si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò di qualche passo, fino a giungere vicino alla ragazza che tenesse gli occhi chiusi. 
Le sfiorò il viso e scosse la testa, quando vide le sacche di sangue che avesse rubato in ospedale per lei, tenute il più lontano possibile dal suo corpo. 
Abby si stava punendo per essersi nutrita e, adesso che non ci fosse un modo per riportarla nuovamente umana, aveva preso una decisione che li avesse distrutti tutti: se nessuno avesse trovato il coraggio di usare il machete su di lei ed ucciderla, Abby si sarebbe lasciata morire. 
Sarebbe stato doloroso, ma era l'unica via che le rimanesse. 
"Ti prego, ragazzina: devi mangiare". 
Abby aprí debolmente gli occhi e piantò i sui occhi azzurri e deboli in quelli verdi del cacciatore, accennando un piccolo sorriso mentre il suo respiro era pesante poiché non le erano rimaste energie a sufficienza neanche per quello. "Stavo sognando.. di quella volta in cui abbiamo portato Mary al maneggio. Ricordi quanto era felice su quel cavallo?". 
Dean serrò la mascella e deglutí a fatica quando la sentí parlare con una voce così debole e la osservò chiudere di nuovo gli occhi, scuotendo la testa e mordendosi il labbro per evitare che le lacrime gli rigassero il viso: vedere la sua Abby ridotta in quella maniera, lo stava facendo impazzire. 
Sapere di non poterla salvare dal suo nuovo destino, lo distruggeva.
Abby respirò a fatica e si appoggiò senza forze alla sua mano, annuendo lentamente. "Dico sul serio: portala di nuovo a cavallo, quando avrete sconfitto Chuck e io sarò morta".
"Non dire così, per favore. Non devi morire per forza". 
Abby sentí il suo tono spezzato dal dolore e si sforzò di aprire gli occhi, incrociando di nuovo i suoi pozzi verdi e guardandolo con un accennò di ilarità nella voce. "L'alternativa non è un'opzione per me, Dean. Non posso essere un mostro". 
Dean ricambiò il sorriso debole e annuí, avvicinandosi di più incurante del pericolo ed afferrandole il viso fra le mani. "Troveremo una soluzione, te lo prometto. Decidi di vivere, nutriti: per me, per i bambini, per la tua famiglia". 
Gli occhi di Abby divennero lucidi e scosse la testa: l'avevano rinchiusa da ormai qualche settimana e non era passato giorno in cui non avesse sentito attraverso quei muri, i suoi figli piangere disperati perché sentissero la sua mancanza. 
Sentiva Dean ogni sera entrare e piazzarsi davanti alla sua porta, aprirsi una birra e tenerle compagnia.
Così come aveva fatto anche Sam, Anel e Castiel.
Così come faceva Edward ogni giorno.
"È proprio per voi che lo faccio: non posso essere un vampiro, Dean. Non posso rischiare di uccidere i bambini ogni volta che mi stanno accantonato. Sarei dovuta morire quella sera, in quel Luna Park. Sarebbe stato più semplice". 
Incapace di trattenere le lacrime, Dean scosse la testa e le lasciò accanto la nuova sacca di sangue che le avesse portato per cena: vide i suoi occhi cambiare, diventare più attenti, per poi annusare appena l'aria fin quando fiutò l'odore del sangue fresco. 
Vide Dean allontanarsi da lei e dirigersi verso la porta, chiudendosela alle spalle. 
Avrebbe dovuto sapere che Abby sarebbe riuscita a sentire le lacrime scivolargli sul viso, così come il battito accelerato del suo cuore, straziato dalla sofferenza. 
Abby spinse quella sacca con forza, lanciandola il più lontano da lei.
Poi sospirò e chiuse gli occhi ancora una volta, appoggiando la testa al freddo muro mentre aspettava che la morte la cogliesse per salvarla da quello strazio. 




Il suo cuore batteva forte e agitato nel petto, mentre le emozioni presero a giocargli un brutto scherzo: il suo stomaco si contorse, le mani gli sudarono, un nodo si stabilizzò all'altezza della gola. 
La sua agitazione peggiorò mentre abbassava la maniglia della stanza 7b e guardava la donna che amava giacere seduta a terra, con le spalle e la testa appoggiate al muro a cui fosse ammanettata. 
"Perché pensi che io possa farle cambiare idea? Abby è cocciuta: ha già deciso". 
Dean lo aveva guardato con aria furiosa dopo quella risposta al suo invito di fare un altro tentativo anche lui e di convincere Abby a non lasciarsi morire. "Lei ti ascolta più di quanto abbia mai fatto con me. Se c'è qualcuno che può salvarla, sei tu!". 
Edward lo aveva guardato per dei lunghi istanti mantenendo un'aria molto seria, mentre scrutava nei suoi occhi la totale sicurezza e si chiedeva quanto gli fosse costato dire quelle parole ad alta voce.
Scosse la testa e sospirò, perché Edward sapeva che se Abby avesse cambiato idea, non sarebbe dipeso da lui: ci avevano già provato Sam, Eileen, Anael e Jack, senza però ottenere risultati. "No, Dean. Se Abby deciderà di vivere non lo farà per me: lo farà solamente per i suoi bambini".
Edward sospirò e tornò al presente, prendendo un lungo respiro e scuotendo la testa mentre avanzava lentamente verso la donna che tenesse ancora gli occhi chiusi. 
Vide la sua espressione sofferente ed udì il suo respiro molto lento e pesante, così Edward fece un sospiro e si sedette accanto a lei appoggiando la schiena contro la parete, limitandosi a guardarla dormire mentre si chiedeva cosa avrebbe potuto dire per farle prendere una decisione differente. 
"Ci hai messo tanto.." sussurrò Abby con un filo di voce, aprendo gli occhi e sciogliendo la sua espressione in un sorriso quasi felice. "Sei stato qui fuori da quella porta per così tanto tempo, che pensavo che alla fine non saresti entrato". 
Edward deglutí a fatica mentre guardava nei suoi occhi così diversi rispetto all'ultima volta in cui l'avesse vista, così spenti e privi di vitalità. 
Si sforzò di sorridere e prese un lungo respiro, allungando un braccio verso di lei per afferrare una delle sue mani esili e pallide, e subito percepí quanto la sua pelle fosse gelida. "Stavo cercando le parole giuste per entrare qui e dirti addio". 
"Le hai trovate?". 
"No". 
Il sorriso sul suo volto scemò quando Abby udì il suo tono di voce spezzarsi e la presa sulla sua mano farsi più forte, lasciando intendere che gli facesse troppo male essere lì, insieme a lei. Abby sospirò appena, voltando la testa interamente verso di lui mentre guardava nei suoi occhi nocciola, pensando che gli sarebbero mancati da morire. 
"La prima volta che ti ho vista, qualcosa è cambiato dentro di me. Ero così traumatizzato dalla guerra, annegavo nel senso di colpa e nel dolore, e tu mi hai salvato. Non l'ho mai detto ad alta voce, ma è solo grazie a te se sono riuscito a sopravvivere a tutto quel dolore. E adesso tu mi chiedi di ricominciare tutto da capo, mi chiedi di lasciarti morire e di rivivere tutto".
"Non sarai da solo questa volta. Hai Richard, Mary ed il resto della famiglia. Non ti lasceranno andare giù".
"Io ti amo, Abby. Sei il mio cuore. Come puoi chiedermi di lasciarti andare e di vederti morire per la seconda volta ?". 
Edward tirò su col naso e si asciugò l'unica lacrima che fosse sfuggita al suo controllo, per poi distogliere lo sguardo dal suo e strizzare gli occhi un paio di volte, mentre il suo cuore batteva forte.
Abby sospirò pesantemente ed allungò una mano fino al suo viso, sfiorandogli la pelle calda ed accennando un sorriso amaro: non voleva lasciare nessuno della sua famiglia.
Non voleva lasciare Edward, non adesso che si fossero appena ritrovati.
"Se mi ami davvero, devi lasciarmi andare".
Si voltò a guardarla si scatto con occhi furiosi, guardandola come se quella non fosse mai stata un'opzione contemplata.
Scosse la testa e si scostò da lei solamente quel tanto che bastava per afferrare dalla sua tasca un foglio stropicciato, in cui spiccassero dei colori molto allegri e vivaci. "Richard ha fatto un disegno, voleva che lo avessi tu. Ci siamo tutti noi: Dean, gli zii Sam, Dan e Silver e ci sono anche io. E questa figura centrale, questa sei tu Abby: ti ha disegnata più grande rispetto agli altri perché sei la persona che ama di più. Richard voleva che lo sapessi. Gli si spezzerà il cuore quando morirai. È solo un bambino che ha bisogno della sua mamma, e anche Mary ne ha".
Abby scosse la testa udendo quelle parole e cercò di allontanare la sua mano da quella di Edward per mettere maggiore distanza fra loro, ma si rifiutò di lasciarla andare. 
Deglutí senza forze e lo guardò in cagnesco. "No. Non farlo, Ed. Non fare leva sui miei bambini e sul senso di colpa: non voglio essere un vampiro". 
Edward ricambiò l'occhiataccia e strinse il disegno fra le mani, mostrandoglielo ancora una volta perché si rifiutava di capire. "La loro vita sarà distrutta senza di te". 
"No, ci sarete voi per loro. La loro famiglia e..". 
"Non si riprenderanno mai!". Edward alzò il tono della voce e le riservò uno sguardo accusatorio, rabbioso e deluso, puntandole un dito contro mentre ancora teneva stretto il disegno ormai stropicciato. "Bevi quella cazzo di sacca!". 
Abby sgranò gli occhi e lo guardò in cagnesco dilatando le narici per la rabbia, ed in quel momento si animò molto più rispetto a quanto lo fosse stata nelle settimane precedenti, spintonandolo dal petto nel vano tentativo di allontanarlo da sé. "Proprio non vuoi capire? Non posso farlo, è immorale: ci sono delle persone che stanno soffrendo in ospedale e hanno bisogno di questo sangue. Sono persone innocenti Edward, persone buone. Non posso rubare loro il sangue, mi sento già un mostro così!". 
Edward ascoltò le sue parole rimanendo in silenzio per qualche istante, sospirando brevemente.
Sorrise debolmente mentre la guardava come se fosse la cosa più preziosa al mondo ed allungò una mano per sfiorarle i capelli ed il viso pallido, scarno e gelido: Edward sapeva che fosse quello il vero motivo per cui non volesse nutrirsi delle sacche ed era riuscito a manipolare il discorso fino al punto in cui volesse arrivare, senza che Abby se ne rendesse conto.
Abbassò lo sguardo e finse di riflettere su qualcosa su cui avesse già abbondantemente riflettuto prima di varcare quella soglia, così si scoprí un polso e lo avvicinò al suo viso. "Bevi da me, allora: non sono una sacca".
Abby sgranò gli occhi e lo guardò sorpresa ma presto il suo sguardo divenne furioso, tentando di allontanare il suo polso con rabbia, ma Edward era ormai più forte si lei. "Vattene di qua. Va via! Sei pazzo". 
Edward strinse i pugni e la guardò con l'aria più severa ed imperativa che avesse mai usato, fulminandola con lo sguardo. "Hai studiato il DNA di molti esseri quando lavoravi per i britannici, compresi i vampiri. Sei in grado di trovare una cura. Dan è già a lavoro".
Rifiutò ancora l'idea e lo spinse via, sforzandosi di alzarsi, ma le forze le vennero meno così rimase incollata alla parete a guardarlo con aria seria. "No, è impossibile: non c'è nessuna cura. Mio fratello non può farci niente e.. " 
"Invece si. Sta studiando un modo per farti tornare umana, ma devi essere viva per quando ci riuscirà. E se non dovesse mai riuscirci, se ancora vorrai morire, te lo lasceremo fare perché avrai fatto almeno un tentativo". 
Il suo sguardo cambiò, nel momento in cui Edward la cominciò a mettere letteralmente con le spalle al muro: Abby non voleva morire, ma non voleva neanche nutrirsi di sangue. 
Ma se ci fosse stata una cura, Abby sapeva di essere fra le poche persone in grado di riuscire a trovarla, insieme a Daniel. 
Scosse la testa rifiutando l'idea, chiudendo gli occhi mentre le lacrime le rigavano il volto. "No, non mi nutrirò di te, non lo chiederò a nessuna delle persone che amo".
Edward le sfiorò il viso con una carezza delicata, sentendo la sua pelle fredda. Sapeva che sarebbe stata solamente questione di tempo e che se non l'avesse convinta in quel momento, Abby sarebbe morta davvero. 
"Non lo hai chiesto. Ma io voglio farlo lo stesso: bevi, rossa. Ti prego. Non posso perderti". 
Abby scosse la testa mentre ancora le lacrime bagnassero le sue guance: la proposta l'allettava fin troppo, ma era molto titubante. 
Così Edward annuì guardandola con un sorriso dolce, avvicinando il suo polso alla donna. 
Ed Abby non riuscì neanche a percepire i suoi nuovi denti farsi largo nelle gengive, almeno fin quando non li usò per perforare la pelle sottile del polso di Edward percependo il suo sangue fluire all'interno della sua bocca, scivolandole in gola. 
Quel sapore metallico era così inebriante e intenso e le era mancato così tanto che Abby emise un gemito di piacere, e Edward non si piegò neanche in una smorfia di dolore quando la sua pelle venne lacerata: le passò un braccio attorno alle spalle per attirarla di più a sé con dolcezza mentre Abby si rannicchiò contro il suo petto mentre stringeva con entrambe le mani il suo polso, bevendo a sufficienza e saziandosi.
Lo lasciò andare prima che fosse troppo tardi e prima di prendere troppo sangue, così con un sospiro Abby sentì Edward stringerla di più a sé in un abbraccio dolce.
Sospirò appoggiando la testa fra la spalla di Edward ed il collo, respirando il suo odore e stringendo una delle sue grosse mani fra le sue. "Grazie della bevuta, bartender". 
E l'uomo non riuscì a far altro che sorridere soddisfatto perché era davvero riuscito a convincerla a non lasciarsi morire. 
Le baciò la fronte e le carezzò i capelli, sentendosi felice di aver salvato la vita della donna che amava.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer47