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Autore: Farkas    29/06/2023    2 recensioni
Per salvare la vita di sua zia Peter non ha altra scelta che fare un patto col diavolo. Non deve vendere l'anima, ma il suo matrimonio con MJ che verrà cancellato dalla storia, in modo che Mefisto possa cibarsi dell'infelicità che i due proveranno per l'amore perduto. Peter accetta e ottiene anche che tutto il mondo esclusa MJ scordi la sua identità, mentre lui e la rossa dimenticheranno di aver stipulato il patto. Ma Mefisto, vuole di più. E per ottenerlo fa leva su quello che è forse il sentimento più potente in grado di provare qualunque creatura senziente: l'amore.
Il demone dunque fa un'offerta ulteriore a Mary Jane: se entro un anno riuscirà a riconquistare Peter lui renderà loro il matrimonio, in caso contrario prenderà l'anima della rossa. Ma un uomo d'affari prudente sa che conviene diversificare gli investimenti e quindi Mefisto fa la stessa proposta anche a Felicia, permettendole di ricordare la vera identità di Peter ed eliminando tutti gli impedimenti a una sua storia con lui, garantendole una chance di successo.
Spinte dall'amore entrambe accettano. Chi vincerà questa diabolica scommessa?
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Curt Connors, Felicia Hardy, J. Jonah Jameson, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Un nuovo giorno

 

Capitolo 18: La bufera (parte II)

 
 
Bisognava sempre controllare i cassonetti. Dentro poteva sempre esserci qualcosa di utile o di commestibile.
-Come mi sono ridotto… e dire che sono laureato- sospirò Gerard mentre apriva e cercava di entrare nel cassonetto.
-Via di qui, amico! Il posto è già occupato! - fece un ragazzo al suo interno. -Oh… ma noi ci siamo visti al F.E.A.S.T. Scusi, ma con tutti i vagabondi improvvisati che ci sono oggi, noi seri professionisti dobbiamo difenderci in tutti i modi. Comunque, questa coperta un po’ bucherellata è l’unica cosa che può servire qui dentro-.
-Dubito basterà, per la bufera che sta per arrivare-.
-Sempre meglio che niente-.
Gerard esitò, ma poi disse: - Se vuoi… puoi stare sul sedile anteriore della mia macchina-.
-Sul serio? -.
-Sì-.
-Be’ per sdebitarmi le offro il pranzo-.
-Sul serio? - disse divertito l’uomo.
-Sì. Conosco una chiesa qui vicino. Se vuole ricambiare si confessi: il prete sarà contentissimo-.
-Perché no? Anche l’anima vuole la sua parte-.
 
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La bufera ormai era cominciata. Il vento ululava, spingendo i fiocchi di neve in una tutte le direzioni e una soffice coltre bianca si era depositata un po’ ovunque.
“Finalmente. Stanotte, nessuno avrà bisogno dell’Uomo Ragno” si disse soddisfatto Peter. Lo aspettavano settantadue ore di riposo assoluto.
 
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“Sono una tipa da champagne, ma in questi casi non c’è nulla di meglio di una cioccolata calda” si disse Felicia, mentre si sedeva sul divano stringendo una tazza fumante.
Be’ sarebbe stato meglio se a condividerla con lei ci fosse stato qualcuno… un qualcuno in particolare.
“La tua fantasia è bere cioccolata calda con un ragazzo mentre nevica? È il trionfo della sfigata”. Pur essendo contenta di non essere di turno, Felicia era un po’ seccata: l’inattività non faceva per lei, ma non era c’era molto che si potesse fare con quel tempaccio. Non restava che la tv. Fortuna che comprava ancora qualche DVD di tanto in tanto… usare lo streaming era impensabile con quel vento che faceva tremare gli infissi delle finestre.
“Allora voglio passare la mattinata con Intrigo internazionale o con Buffy l’Ammazzavimpiri?” s’interrogò la gatta.
 
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Bailee Phillips, malgrado facesse l’insegnante trovava strano avere un adolescente in casa. Purtroppo però capiva benissimo la sua situazione: i suoi genitori non le parlavano da quando aveva fatto coming-out, e sua sorella e suo fratello non erano stati di nessun aiuto. Non li vedeva più da anni e lo stesso dicasi per i loro figli… fino a tre giorni prima, quando all’uscita del lavoro si era trovata di fronte suo nipote Blake, con uno zaino in spalla e gli occhi pieni di lacrime. Gli piacevano i ragazzi ed era terrorizzato dalla reazione di sua madre. Avrebbe tanto voluto rassicurarlo, ma sua sorella non si faceva sentire da anni… e quando le aveva telefonato per dirle che suo figlio era con lei, aveva detto solo che se l’aspettava che fosse andato a cercare una sua simile, per poi chiudere la chiamata.
Bailee voleva davvero sperare che sua sorella riuscisse ad accettare la cosa, o che almeno lo facesse suo marito… ma se non fosse stato così che avrebbe fatto? Non avrebbe mai avuto il cuore di mettere Blake alla porta, ma l’idea di ritrovarsi a fare da madre a un adolescente non voluto dai genitori non la allettava per niente.
Con un sospiro si affacciò alla finestra. Per un attimo ebbe l’impressione di vedere una figura bionda che osservava la casa, ma poco dopo era già sparita.
“Devo essermelo immaginato. Chi mai se ne andrebbe in giro con questo tempo?”.
 
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“Un bel bagno caldo è proprio quello che ci vuole con questo freddo” si disse Mary Jane Watson, mentre s’immergeva nella vasca.
Alla fine si era trovata un appartamento. Bello, grande e suo. La sua carriera stava andando benissimo, ora che era libera dalle interferenze supereroistiche. Presentare le piaceva e lo show stava andando bene… ma quel vuoto nel petto non potevano riempirlo né i soldi, né il successo.
Peter le mancava e stava cominciando a pentirsi della sua scelta di lasciarlo. Eppure ricordava fin troppo bene le loro serate tipo: lei rientrava dal lavoro, Peter diceva qualcosa tipo “Ciao MJ com’è andata la giornata? Bene? Bene! Ti amo, ma i Sinistri Sei sono tornati in azione” e volteggiava fuori dalla finestra sparendo per tutta la notte… se era fortunata. A volte stava via per giorni senza che lei sapesse se era vivo o morto.
Eppure in certi momenti non sembrava così terribile… meglio avere Peter solo per un po’, invece che non averlo affatto…
 
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Peter Parker non era abituato al relax. Aveva letto un libro che si era trovato in casa (proprio non ricordava di aver mai comprato il Faust di Goethe) e ascoltato un po’ di musica, ma stava iniziando ad annoiarsi.
Certo che si era divertito quando Felicia lo aveva aiutato a riordinare… e quando lo aveva aiutato a indagare … in effetti gli ultimi momenti piacevoli degli ultimi tempi erano stati dovuti principalmente a Felicia… però non poteva fingere che non piacesse più MJ in quel modo.
Peter sospirò. Le faccende di cuore erano sempre roba complicata. Certo, l’essere un criminale ricercato che faceva parte di un gruppo sovversivo che mirava a rovesciare un dittatore rendeva un po’ difficile considerare di avere una relazione.
Ma stavano davvero cercando di rovesciare Osborn? Logan diceva che non bisognava avere fretta e attendere l’occasione propizia… ma certi giorni a Peter pareva di non fare niente. Certo, non potevano scagliarsi contro il folle con un assalto frontale, ma chissà quando sarebbe arrivato il momento… e soprattutto chissà quanti danni Osborn avrebbe provocato nel frattempo!
Inutile farsi il sangue amaro pensando a cose del genere. Meglio cercare di godersi quel po’ di vacanza.
Mentre il giovane Parker faceva zapping, venne mandata in onda un’edizione straordinaria del tg: -Gli ospedali sono sovraccarichi e i pompieri stanno facendo del loro meglio per portare assistenza ai bisognosi. Raccomandiamo di restare in casa…-.
Anche Jonah era ricoverato in ospedale. Per colpa sua. E il suo era uno di quelli che avevano dichiarato di aver terminato i posti disponibili.
“Peter Parker non potrebbe dare una mano a nessuno… ma l’Uomo Ragno sì!” si disse deciso Peter.
 
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Altro che non aver bisogno dell’Uomo Ragno. Quel giorno c’era un bisogno disperato di lui: tra incendi, strade ostruite e crolli Peter non faceva in tempo a risolvere un problema che subito se ne presentava un altro. Sbloccò idranti congelati, salvò dei senzatetto che dopo essersi rifugiati in edifici pericolanti rischiarono di vederseli crollare in testa, fermò gli sciacalli che non mancavano mai in un disastro del genere… fra una cosa e un’altra dopo tre ore di viaggio non era ancora passato dall’ospedale.
Eppure mentre si batteva col freddo per portare aiuto ai suoi concittadini i dubbi e i pensieri di poco prima non avevano più posto. C’erano solo quelle persone che avevano bisogno di lui.
Un’esplosione lontana richiamò la sua attenzione. Dopo tanti anni, riconosceva la posizione delle banche a memoria. Sparò una ragnatela dal polso e volteggiò verso la rapina in corso.
 
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-Te l’avevo detto o no che era il momento migliore per fare un colpo? Se saremo abbastanza veloci domani a quest’ora saremo in vacanza ai tropici! - annunciò fieramente Boomerang, mentre Shocker si precipitava nel caveu.
-Beato te! Mi manderai una cartolina? - fece Peter entrando dallo squarciò aperto dall’esplosione nelle pareti della banca.
-Credevo che i ragni se ne stessero nascosti col freddo! - sbottò irato l’australiano scagliando un boomerang esplosivo in direzione dell’eroe.
-Che vuoi farci sono uno stacanovista-.
 
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In un laboratorio sotterraneo un uomo di colore in camice da laboratorio imprecò.
-I generatori ausiliari uno e due hanno smesso di funzionare. Disattivate tutti i sistemi operativi non essenziali-.
-Ci mancava questa stramaledetta bufera! Proprio quando il capo è in città e vuole controllare come procede il lavoro! - sbottò una donna alle sue spalle.
-Il capo dovrà accontentarsi dei nostri progressi: il materiale che otteniamo è pessimo e con questo gelo non possiamo mandare fuori le lucertole per ottenerne altro- sbuffò un altro uomo. - A proposito delle lucertole, vuole che vengano modificate. Le vuole più forti e più aggressive-.
-Per fortuna Heather aveva già un progetto in merito… ma cos’è questo chiasso? -.
-Qualcosa da fuori-.
 
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Boomerang e Shocker anche in due non riuscivano a fare il lavoro di un avversario valido per Peter. Bisognava ammettere che avevano fatto un buon gioco di squadra nel accoppiare le scariche di Shocker con le traiettorie dei boomerang esplosivi, ma Spidey era troppo veloce e in più aveva l’aiuto del suo senso di ragno. Per il puro piacere di farlo, catturò uno dei boomerang con la ragnatela e lo diresse verso il legittimo proprietario. Boomy lo respinse con uno dei suoi e le due esplosioni si annullarono a vicenda.
Peter si lanciò contro l’australiano, atterrandolo con un calcio volante in pieno petto. Un veloce montante da sinistra fu tutto ciò che servì per spedirlo nel mondo dei sogni.
“Complimenti Fred! Non sei durato cinque minuti!” imprecò mentalmente Shocker, prima di lanciare una scarica sonica contro il ragno. Quest’ultimo la evitò, ma Boomerang ancora steso per terra fu investito in pieno… cosa che attivò tutti i boomerang esplosivi che aveva ancora addosso. Per fortuna del loro proprietario l’urto li aveva spinti lontano da lui. Il senso di ragno urlò per segnalare l’allarme e l’eroe afferrò il criminale e si rifugiò sul soffitto, mentre Shocker che aveva capito cosa stava per succedere, usò i suoi guanti per decollare e uscire da una finestra.
Un attimo dopo la banca fu illuminata a giorno e un tremendo “BOOM” risuonò per le strade deserte.
La forza dell’esplosione distrusse il pavimento… rivelando che sotto di esso, c’era un’ampia sala in cui si trovavano delle persone legate a lettini di metallo, collegate a delle flebo.
Sconvolto Peter incollo Boomerang al soffitto con la ragnatela e si lanciò lì dentro.
Era uno spettacolo orribile: pareti intere tappezzate di poveri disgraziati ricoperti di piaghe purulente e segni di punture dappertutto… nei casi migliori. La maggior parte era messa anche peggio: c’era un tale con il braccio destro talmente muscoloso che sembrava sul punto di esplodere, anche talmente lungo da arrivargli al piede, una donna era ricoperta di crepe da cui filtrava una sostanza orribilmente simile al magma, un ragazzino dotato di tre code simili a quelle di una pantera che terminavano in tre lame affilatissime… c’era proprio di tutto lì, anche se nelle combinazioni più grottesche. E tutti avevano stampate sulle facce delle espressioni che rendevano chiaro che fossero sottoposti a un dolore lancinante.
-A-a-aiuto per favore- boccheggiò un uomo che aveva zampe di struzzo al posto delle gambe. - A-aiuto-.
La debole, disperata invocazione venne ripetuta da tutti quelli che ce la facevano a parlare… meno della metà dei prigionieri.
In quel momento una donna dai capelli neri emise un urlo lancinante, per poi cominciare a essere scossa da tremende convulsioni. Si agitava come una posseduta dal demonio, mentre cominciava ad accartocciarsi, fino a ridursi a un terzo delle sue dimensioni precedenti. L’intero processo durò poco più di sei minuti, ma a quella poveretta parvero almeno sei ore.
Peter rimase orripilato. Non poteva portare fuori da lì tutta quelle gente da solo, ma qualcosa doveva pur fare...
A riscuoterlo dal suo torpore ci pensò il senso di ragno che lo informò dell’arrivo di una dozzina di uomini che indossavano un equipaggiamento sospettosamente simile a quello delle forze speciali, anche se privo di riconoscimenti.
-Intruso superumano nel settore B. È Spider-Man! - urlò uno dei nuovi arrivati in una radio. Non fece in tempo a chiedere rinforzi: l’eroe lo colpì al plesso solare con un pugno violentissimo, dopo essersi lanciato in mezzo al plotone. Un attimo dopo si scagliò sui nemici come una furia, approfittando del fatto che non potessero usare le armi da fuoco per paura di colpirsi tra loro.
-Normalmente farei qualche battuta… ma non ve le meritate razza di sadici! -.
 
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-Allarme! Spider-Man è penetrato nella struttura! -.
-Ha fatto un buco enorme da cui entrano neve e vento! Non possiamo mandare le lucertole! -.
-Maledizione, come può averci trovato? -.
 
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Spider-Man aveva messo a terra ben tre gruppi di armati, ma nemmeno lui poteva tenere quel ritmo per sempre.
-Qualcuno pensa di farcela a camminare? - chiese.
Circa un quarto delle persone presenti, fece deboli cenni d’assenso.
-Allora libero prima voi… cercate di chiamare aiuto e se ve la sentita portate fuori qualcuno che non ce la fa a uscire da solo- ansimò il giovane Parker, mentre faceva a pezzi le sbarre di metallo.
 
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-Signore siamo stati vittime di un’incursione da parte dell’Uomo Ragno… cosa dobbiamo fare? -.
-Niente. Farò tutto io- rispose la voce del capo. Un attimo dopo, l’uomo pigiò alcuni tasti e il suono di una sirena si diffuse in tutto l’edificio.
-Ho attivato la sequenza di autodistruzione. Se avete fatto le esercitazioni, troverete dei mezzi di trasporto al punto convenuto, se non le avete fatte… peggio per voi-.
Urlando gli scienziati si diressero verso le uscite di emergenza.
Il senso di ragno salvò Peter per l’ennesima volta quel giorno. Il presentimento d’allarme fu tale che non si stupì quando risuonò un tremendo botto e l’edificio cominciò a crollare addosso agli armati e ai poveracci che non aveva ancora portato all’esterno.
 
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-Continui a impicciarti dei miei affari ragno… qui ci vogliono i grossi calibri- commentò Norman Osborn.-Almeno mi hai risparmiato la fatica di cercarti-.
 
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Peter ansimava nella neve tra le urla dei disgraziati che era riuscito a soccorrere.
-Calm… calmatevi… ora vedrò di portarvi al sicuro…-.
Già… ma quale poteva essere un luogo sicuro per quella gente? Forse, il Baxter Building… Reed avrebbe potuto fare qualcosa per qui poveracci… peccato solo che buona parte di quelli ancora in grado di reggersi sulle proprie gambe, fosse fuggita via subito dopo l’esplosione.
Lo sconcerto per quanto aveva appena visto fece sì che a Peter Parker non venisse in mente che anche per lui sarebbe stato saggio togliersi di torno. Ci pensò solo dieci minuti dopo, quando fu colpito da un fascio di luce proveniente da un’helicarrier.
-Arrenditi Uomo Ragno! Sei in arresto per violazione dell’Atto di registrazione dei Superumani e omicidio plurimo! – ruggì una voce da un megafono.
 
 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Sono un po’ in ritardo, ma non ho avuto molta ispirazione ultimamente, né tanto tempo per scrivere. Peter sta per trovarsi in guai grossi come e dietro ad alcuni di quelli passati c’era Osborn... stiamo per arrivare a una svolta.
Chiudo con una triste nota. Si è spento all’età di 93 anni, John Romita Senior, storico disegnatore dell’Uomo Ragno che illustrò vere pietre miliari delle storie del personaggio tra cui “Il vero volto di Goblin” e che tra le altre cose ha contribuito al design del personaggio di Mary Jane. Suo figlio John Junior, ha seguito le sue orme ed è attualmente al lavoro sulla serie dell’Arrampicamuri.
Continua a dipingere avventure in paradiso, insieme a Stan e a tutti gli altri. Riposa in pace John.
 
  Addio-John
  
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