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Autore: ClostridiumDiff2020    01/07/2023    1 recensioni
Spoiler sulla stagione 2 di Shadow And Bone.
Ho sognato una mia personale versione di "King of Scars" e "Rule Of Wolves"
Parte dalla fine della seconda stagione e rielabora la successiva duologia con un nuovo Re delle Cicatrici.
Il Darkling è morto, pugnalato a morte dalla sua piccola santa.
È morto solo, inseguendo la pallida luce di un cielo azzurro.
Ma nonostante questo si risveglierà in una gelida cella...
Come può essere ancora vivo?
La faglia è distrutta ma un misterioso male affligge il suo paese, che nonostante la sua morte è ancora in guerra... Nonostante la sua morte i Grisha sono ancora perseguitati.
Aveva ragione su tutto, ma è stanco di lottare, stanco di vivere...
Ma non gli è concesso alcun sollievo.
Lei non glielo permetterà...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alina Starkov, Darkling, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 06 - Into the Darknes






«Mi stai osservando!»
Aleksander trasalì quando lei lo colpì con dura precisione.
Era sdraiato in un giaciglio di paglia maleodorante e umido.
Non ricordava come fosse finito in quel luogo, ricordava l’ennesima gabbia… catene e… Scosse la testa scacciando quel pensiero. Non poteva essere vero.
«Come fai a dirlo… Sei cieca!»
 
Leah rise.
«Ti sei risvegliato insolitamente perspicace…»
Il gigantesco Volcra alle sue spalle gracchiò in modo sinistro come a farle eco.
Una grottesca caricatura del suono della ragazza.
 
Lui scrutò la creatura perplesso, non aveva mai visto quelle creature sotto quella luce.
Erano sempre state bestie incontrollabili, i discendenti di esseri ben peggiori…Otkazat'sya ottusi. Servi della corona ora piegati dal Merzost…Questo erano, eppure…
 
Leah carezzò il muso del gigante alato e le sussurrò con dolcezza.
Tra i brusii quasi incomprensibili avvertì una parola distinta.
 
Aleksander inarcò un sopracciglio.
«Azazello?»
 
Il Volcra gorgogliò, un verso che Aleksander avrebbe definito felice.
«è il suo nome, Azazello! Gli stavo chiedendo di pazientare… Che comprendo la sua fame, ma che fin quanto il sole è alto nel cielo non può uscire per la caccia!»
 
Aleksander cercò di alzarsi ma una fitta di dolore lo attraversò lungo tutto il corpo piegando persino la sua volontà.
Si ritrovò a fissare il soffitto corroso di una capanna.
Gli rammentava così tanti rifugi in cui sua madre lo aveva confinato, ripetendogli fino alla nausea di non uscire nonostante lo abbandonasse da solo nelle tenebre.
«Non capisco…»
 
Il volto cieco di Leah si protese verso di lui.
«Ringrazia la tua piccola santa, doveva solo attingere al tuo Merzost, non dissanguarti… Ma immagino che sia sempre così per i neonati… La fame di potere diventa incontrollabile…»
 
Le dita della ragazza scorsero lungo la ferita ancora incrostata di nero sul suo collo.
Lui scosse la testa.
«Sei te che non capisco, sei solo…»
I vuoti occhi lo scrutarono impassibili.
«Sono solo un’Otkazat'sya sì!»
 
Il gelo che scese tra i due parve diventare tangibile, rimarcato dal sordo ringhio del Volcra.
«Ricorderai cosa ci ha unito, è accaduto molto tempo fa… Tra le ombre, la dove entrambi troviamo riparo…»
Lui si irrigidì mentre una nausea sempre più crescente lo attanagliava e si soprese di riscoprire un antico timore.
 
Quelle parole gli rammentavano la madre, le sue parole taglienti e derisorie.
 
Sei troppo grande per temere il buio… le ombre… la tenebra…
 
Leah parve ignorare il suo evidente malessere, troppo persa tra le carezze per il suo Azazello.
 
«Lui come me è legato alle ombre… La nostra vita… Le tenebre, l’oscurità non sono sinonimo di qualcosa di malvagio.
Non necessariamente.
L’oscurità è la dove si originano i sogni, il luogo dell’ignoto, dove tutto è possibile! E spero che lo ricorderai presto perché me lo hai insegnato tu!»



 




Il sangue nero aveva inzuppato la tunica, così la rimosse.
Non senza difficoltà.
 
Era stato già ferito molteplici volte in passato ma quel morso, quel dolore.
Forse tornare dalla morte lo aveva cambiato più di quanto poteva immaginare.
 
Ancora di quei giorni non affiorava alcun ricordo, malgrado Leah affermasse che presto si sarebbe riappropriato di ogni ricordo.
Solo brevi flash senza senso, La voce di Ivan, la sua mano protesa…
Ma per lo più ricordava le tenebre.
 
Prese la maglia e la premette contro la ferita gemente al collo, rabbrividendo al contatto con l’aria fredda.
 
Doveva essere inverno, il suo lungo perdurare in quella cella senza finestre gli aveva fatto perdere il contatto con lo scorrere del tempo.
 
Premette con forza sulla ferita, il dolore lo aiutava a restare centrato, a ricordare.
 
Leah aveva centellinato le informazioni da dagli e la frustrazione lo faceva infuriare.
 
Non era abituato a restare nell’ignoranza, era sempre stato lui a tenere in mano ogni situazione.
 
Solo una cosa in quella debolezza gli era chiara.
 
Alina si era nutrita del Merzost attraverso il suo sangue…
Perché?
Cosa gli nascondevano?
 
«Sei sveglio finalmente!»
 
Sussultò e una fitta alla spalla gli strappò un gemito.
 
Una ragazzina con una zazzera viola lo osservava, sembrava avere al massimo dodici anni ma Aleksander aveva sufficiente esperienza da vedere oltre l’apparenza.
Quell’essere nascondeva la sua vera natura dietro a una fittizia innocenza.
Lei rise e aguzzi denti affilati scintillarono.
 
«El mi ha chiesto di vegliare su di te, ma sinceramente speravo facessi qualcosa di più… Interessante! Ero così curiosa… Insomma, ho sentito tanto parlare di te… Il creatore!»
 
Aleksander si riscosse incerto.
 
Creatore?
Di certo parlava della Shadow Fold ma in quel tono comprendeva altro, quella ragazza lo osservava bramosa.
Lo guardava come se fosse il suo Creatore… Ma come?
Poi la realtà lo attraversò.
 
Il Volcra?
Possibile che quella ragazzina in realtà fosse il Volcra che Leah aveva ribattezzato Azazello?
La maglia gli scivolò di mano e cadde a terra.
 
«Chi sei?»
 
La ragazza si batté una mano sulla fronte come se si fosse appena rammentata qualcosa.
Si voltò e recuperò dal tavolo su cui si era appollaiata un piatto pallido su cui spiccavano delle focacce gialle ripiegate da cui fuoriusciva qualcosa di scuro e non ben definito, che Aleksander immaginò essere carne.
«Non sono sicura di cosa siano ma… Dicono essere commestibili e tu hai davvero bisogno di nutrirti, specie se intenti rimetterti in forze e uscire da questa capanna… almeno tu puoi, io devo necessariamente aspettare che il sole scenda oltre l’orizzonte!»
 
Quando Aleksander si mostrò titubante la ragazza prese una focaccia con uno sbuffo e lo addentò decisa, per poi fingere di strozzarsi scoppiando infine a ridere.
 
Gli porse nuovamente il piatto «Mangia! Sto aspettando da giorni di vedere il tuo talento all’opera… E invece mi devo limitare ad osservare un ragazzo sanguinante e febbricitante, lo capisci quanto possa essere grande la mia delusione? Erano secoli che aspettavo questo momento!»
 
Lui se ne rimase ansante con in mano in piatto.
Niente nella sua lunghissima vita lo aveva preparato a quell’incontro, perché ormai era certo che quella ragazzina dai capelli elettrici e dallo sguardo carico della notte stessa altri non fosse che la forma umana del Volcra chiamato Azazello.
Ma come fosse possibile non riusciva davvero a comprenderlo.
 
Una cosa era sicura, quella ragazza lo considerava il suo creatore e lo osservava come se si aspettasse qualcosa di incredibile.
 
Le ombre arrivarono rapide e la ragazzina rise divertita.
Titubante aprì la porta e avvolta dalle ombre osservò al di fuori dell’alloggio.
 
Era felice, grazie alla sua protezione Poteva scorgere oltre la soglia, incurante della luce del giorno.
 
Quando Aleksander ritrasse le ombre Azazello si ritrasse scottata dalla luce del sole e richiuse la porta con rabbia.
In quel ruggito si intravedeva la forza del Volcra, nascosto in quell’involucro dalle fattezze umane.
 
Aleksander sorrise, sarebbe stata una delle tante cose che avrebbe dovuto spiegargli.
 
«Posso concederti la protezione delle ombre ma in cambio, ho bisogno di informazioni. Voglio sapere ogni cosa, dalla fine della Shadow Fold al mio risveglio!»
 
E anche l’origine del tuo aspetto umano, o informazioni su dove siano i mei soldati, Ivan e Fedyor e tutti gli altri…
 
La ragazzina incrociò le braccia e gli sedette davanti.
 
«Bene!» esclamò osservandolo impettita. «Ma mangia e rivestiti, perché sarò una cosa molto lunga!»

 
 
 
   
 
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