Anime & Manga > Tokyo Revengers
Segui la storia  |       
Autore: Stella Dark Star    03/07/2023    1 recensioni
“Mi chiamo Ryuguji Kan. Sono nata il 10 maggio 1990 a Shibuya, Tokyo. Mio fratello gemello Ken è nato sei minuti prima di me. Nostra madre era una prostituta. Ha dato me in adozione il giorno stesso della mia nascita... [] Ho scoperto di essere stata adottata quando ero in sesta elementare. [] Non me ne importava niente dell’adozione. L’unica cosa che desideravo era incontrare mio fratello, il mio unico legame di sangue.”
Kan, ragazza madre che rischia di vedersi portare via le figlie gemelle, con queste parole comincia a raccontare la propria storia, partendo dalla ricerca per ricongiungersi col fratello gemello Ken, la sua metà e unica àncora nella vita. Una sorta di diario personale ricco di esperienze, di emozioni, di amicizie profonde come quella con Kazutora e con Angry e altre complicate tipo Baji e Ryusei, della sua prima storia d'amore con Mikey e delle difficoltà della crescita che l'hanno condotta pian piano sull'orlo del baratro, ma con la speranza che per lei possa in qualche modo esserci un lieto fine.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kazutora Hanemiya, Ken Ryuguji (Draken), Manjirou Sano, Nuovo personaggio, Shuji Hanma
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 17
[Lemon Cake]
 
Quando la commessa le porse la bella busta bianca col nome del brand scritto in oro e caratteri eleganti, accompagnata da un sorriso professionale e da un piccolo inchino, Kan la ringraziò di cuore. Yuzuha era accanto a lei e aveva tra le mani la medesima busta, solo di dimensioni minori, con dentro l’acquisto che aveva appena fatto. Uscirono insieme dal negozio, il sole splendeva con intensità e faceva luccicare ogni cosa, rendendo il quartiere più splendente.
“Non vengo spesso a fare shopping a Ginza, ma oggi è stato piacevole!” Ammise Yuzuha, camminando al fianco dell’amica.
“Per un’occasione speciale ci sta! Anche se sto parlando solo per me!” Confermò Kan, facendole l’occhiolino.
“Giusto, non mi hai ancora spiegato il perché di questa uscita! Quando mi hai chiamata temevo che fossi giù di corda per quanto successo a Pah e invece…”
“Non fraintende, lo sono ancora! Dopo la telefonata di Ken ero sconvolta. Dentro di me lo sono ancora, come tutti… Soprattutto Peh, che gli vuole un bene dell’anima. Senza contare che adesso mio fratello e Mikey sono in lite, avrai sentito no?”
Yuzuha fece un cenno col capo. Hakkai le aveva raccontato ogni cosa. Durante la riunione privata tra Mikey, Draken, Pah e Peh, la Moebius aveva fatto un’inaspettata entrata in scena e lo scontro era stato inevitabile. Mikey aveva avuto la meglio sul capo, tale Osanai, ma poi la situazione era degenerata quando Pah aveva tirato fuori il coltello e colpito a tradimento, sostenendo di voler vendicare l’amico e la ragazza stuprata. E aveva deciso di costituirsi. Gli altri se l’erano data a gambe per non essere arrestati e da lì si era creata la lite tra Draken e Mikey, il primo deciso a rispettare al decisione di Pah e il secondo intenzionato a tirarlo fuori al più presto. Una lite che aveva provocato una rottura in due della Toman, la quale pare che stesse portando allo scioglimento della gang.
“Loro hanno litigato altre volte in passato, ma mai così seriamente. Pensa che non si rivolgono la parola da tre giorni…” Fu allora che il suo viso velato di tristezza mutò e si illuminò di gioia. “Ormai è questione di pochissimo e poi finalmente la Toman non esisterà più!!!”
A Yuzuha scese la gocciolina sulla testa. “Alla faccia della sincerità…!”
“Cerca di capirmi! Finalmente io e Mikey potremo vivere la nostra storia d’amore come ogni adolescente! E io lo avrò tutto per me!”
“Non sei preoccupata per il litigio? Se il tuo ragazzo e tuo fratello dovessero tagliare i ponti, diventerebbe un problema anche per te.”
“Ma io ho intenzione di farli riappacificare! Voglio che le cose tornino come ai vecchi tempi, quando eravamo solo noi stessi e ci divertivamo da morire! E poi…” Si posò una mano all’altezza del cuore, in un gesto carico di sentimento. “Siamo ad agosto, tra poco più di un mese Kazutora uscirà dal riformatorio!”
Yuzuha sapeva quando lei tenesse a quel ragazzo e non poteva fargliene una colpa se per una volta le cose stavano prendendo una direzione che la rendevano felice. Fatto eccezione l’arresto di Pah, ovviamente.
“Quindi qual è l’occasione speciale per indossare quel vestito che hai preso?” Le diede di gomito, sorridendo.
Kan strinse i manici della busta tra le mani, emozionata. “Per la prima volta dopo tanto tempo, io e Mikey avremo un appuntamento romantico! Abbiamo deciso di andare da soli al Festival di Musashi, quest’anno!”
“Avete già messo il turbo da coppietta di piccioncini, eh?”
Kan arrossì. Anche se era la pura verità, sentirlo dire così le faceva battere forte il cuore. Si accorse quasi per caso del telefono che vibrava dentro la borsetta a tracolla. Lo recuperò e, leggendo il nome, fece un gridolino entusiasta. “Amore! Stavo giusto parlando di te con Yuzuha!”
Per scherzare, Yuzuha si accostò al telefono e parlò a volte alta. “Ha detto che ti ama alla follia e non vede l’ora di sposarti e darti cinque figli!!!”
“Yuzuha!!!” La rimproverò prontamente Kan, mentre lei già scoppiava a ridere. E poi c’era Mikey, dall’altra parte della’apparecchio, che prese la cosa fin troppo sul serio.
“Cinque non so… Magari ci fermiamo a tre?”
Kan si fece paonazza per la vergogna e si lamentò. “Non dobbiamo parlarne adesso! Ehm…comunque, perché hai chiamato?”
“Ah sì, hai tempo adesso? Voglio vederti!”
“Sì! Sono a Ginza, ma posso tornare subito!”
“Non sono a casa! Se ti spiego la strada riesci a raggiungermi?”
“Hai un indirizzo o qualche punto di riferimento?”
E di nuovo Yuzuha si intromise. “Dovete incontrarvi in un love hotel?” Per poi scoppiare a ridere ancora! Quanto si divertiva a prenderla per il culo! Ma questa volta Kan la ignorò e prestò attenzione alle indicazioni che Mikey le diede.
“Arrivo tra un po’, allora!” Terminò schioccando un bacio. Il tempo di mettere via il telefono e la sua espressione facciale cambiò completamente. “Ma tu quanto sei scema???”
Yuzuha non glielo aveva mai detto, ma le era grata di essere entrata nella sua vita, con tutte le volte che passavano del tempo assieme e tutte le volte che la faceva ridere… E dimenticare l’inferno famigliare in cui era intrappolata da anni e che peggiorava sempre più. Ad ogni modo, per quel giorno aveva fatto il pieno e la salutò senza rimpianti. Se avesse saputo cosa stava per succedere, sicuramente l’avrebbe accompagnata.
Gira e rigira, nonostante le difficoltà Kan si avvicinò poco alla volta alla destinazione. Doveva trovare un parchetto lontano dalla metro e per di più in una zona che non conosceva. Praticamente gli ultimi venti minuti camminò continuando a girare la testa a destra e sinistra, neanche fosse stata la lancetta di un metronomo, tanto più che non aveva idea di dove stesse andando. Fino a quando non sentì una voce in lontananza e, allungando lo sguardo, vide Mikey sbracciarsi per farsi notare. Ritrovando il sorriso, gli corse incontro e quando arrivò da lui gli si gettò addosso per abbracciarlo.
“Finalmente ti ho trovato!”
“Scusami! Ero andato a trovare Takemicchi per vedere come stava e…questo piccolo parco è vicino casa sua!”
“Ah…quello là…” Solo a sentirlo nominare le venne una smorfia di disgusto, tipo reflusso gastrico acido. Le era stato raccontato che alla riunione finita in rissa si era ficcato in mezzo anche lui, che si era preso qualche pugno e che alla fine mentre tutti scappavano via dagli sbirri  era svenuto come un pappamolle. Takemichi. L’eroe di Mikey. Applausi.
Mikey la prese per mano. “Sono successe un po’ di cose nelle ultime ore! Vieni!”
La curiosità data da quella frase, si trasformò in un incubo. Pochi passi più in là, trovò suo fratello, la stronza di Emma con un vestito provocante non adatto alla sua età, lo sfigato e una ragazza sciatta con un caschetto che le stava malissimo.
“Che cosa significa?”
Mikey sfoggiò un sorriso a trentadue denti. “Lei è Hina-chan, la ragazza di Takemicchi! Quella che mi aveva dato un ceffone a scuola e che lo ha pestato per gelosia all’ultimo raduno!”
La ragazza insignificante arrossì un poco. “M-ma che presentazione è?”
Kan se ne fregò e si rivolse a Mikey con serietà. “Cosa diavolo succede qui?”
“Grazie a Takemicchi, io e Ken-chin abbiamo fatto pace! Poi ci siamo ritrovati tutti qui! Prima c’erano anche i migliori amici di Takemicchi, mi hanno fatto giocare a palla con loro!”
Perplessa, Kan volse lo sguardo a Draken, come intimandogli di darle spiegazioni.
“Stavamo parlando di andare noi sei al festival di Musashi! Sei d’accordo?”
Di nuovo Kan tornò a rivolgersi a Mikey. “E il nostro appuntamento romantico?”
Mikey esibì una boccuccia a forma di ‘o’, prima di rispondere un po’ spiazzato. “Ah be’… Possiamo farlo un’altra volta! Tanto in estate ci sono festival ovunque!”
Ok…manteniamo la calma…aveva appena sputato sul loro appuntamento per fare un’uscita assieme a una coppietta di sfigati e alla sorellina zoccola che per forza di cose lei avrebbe dovuto tenere d’occhio per evitare strusciamenti su suo fratello… Fantastico. Ma poteva farcela.
Prese respiro e si sforzò di fare un sorriso amichevole. “Va bene, amore! Se questo ti rende felice!”
“Sapevo che avresti capito!”
“Comincerò a fare delle ricerche sui prossimi festival di Tokyo, così scegliamo quelli che più ci piacciono! Tanto adesso abbiamo un sacco di tempo libero, visto che la gang si sta sciogliendo!”
Mikey scoppiò a ridere. “Puahahahah! Assolutamente no! La Toman va avanti!”
Momento…
“Dopo la brutta vicenda di Pah e con la gang divisa in due, avevi detto che c’era il rischio di una lotta interna.”
“Sì ma adesso che io e Ken-chin ci siamo chiariti si sistemerà tutto!”
Tutto… Tutto cosa? Kan si sentì tremare.
“Mi stai dicendo che, in pratica, la nostra vita non cambierà di una virgola?” Dall’espressione che aveva era evidente a tutti che non l’aveva presa affatto bene e perfino Mikey smise di ridere.
“Amore, stai bene?” Fece per toccarle la mano, ma lei gliela schiaffeggiò via.
“Non toccarmi.” Le veniva da vomitare. Com’era possibile che la felicità che fino a poca prima era ad un passo da lei, fosse svanita così all’improvviso?
“Kan?” La richiamò Draken, lanciandole un’occhiata interrogativa.
“Io…è meglio che vada… Ci vediamo la sera del festival. Fino ad allora non cercatemi.” Biasciò lei, prima di andarsene a testa bassa e senza voltarsi indietro.
Inutile dire che caddero tutti in soggezione per quel suo comportamento inaspettato. Mikey rimase a fissarla mentre si allontanava, non sapeva nemmeno lui cosa pensare. Quando Draken gli si affiancò, sollevò lo sguardo triste su di lui. “Ho sbagliato qualcosa?”
Draken scosse lentamente il capo. “Non lo so proprio…”
*
 
Nonostante il condizionatore stesse andando a palla, Smiley continuava a sudare. Il suo corpo era luccicante e caldo e perfino la folta chioma riccia sembrava sul punto di sciogliersi, tanto i capelli erano madidi. L’immancabile sorriso però la sapeva lunga… Era impegnato nella migliore attività fisica del mondo e che a lui piaceva anche più delle risse. Insomma, un rapporto sessuale. Anche la posizione era la sua preferita, infatti, prendere una ragazza messa a pecorina lo faceva sentire come un cowboy! E lei era altrettanto coinvolta, visto il modo in cui gemeva. Smiley strinse forte i suoi fianchi fra le mani e fece un affondo completo, deliziandosi della vista che aveva lì sotto.
“Ho sempre voluto darti una botta! Sei una strafiga e hai un culo fantastico!”
Il tempo di finire la frase e riprese a muoversi con ritmo abbastanza serrato, fino a quando non raggiunse l’orgasmo. Rivolse lo sguardo al soffitto, con aria soddisfatta. “Oggi è il mio giorno fortunato!” Come se non bastasse, sfilò subito il preservativo e fece un commento tutt’altro che signorile. “L’ho riempito per bene!” Poi scese dal letto e andò a buttarlo nel cestino, per poi tornare sul materasso con un piccolo balzo.
“Dici che dovremo parlarne? Sul come siamo finiti così, intendo.”
“Non c’è nulla da dire.” Kan si sistemò sul fianco e si gettò i capelli all’indietro con un certo fastidio. “Volevo un po’ di coccole da Souya, ma lui non c’era. Siccome ero emotivamente fragile ho finito per cedere alle tue squallide avances. Fine.”
A Smiley venne da ridere. “Non riesci a dirlo con una faccia meno schifata? Fino a poco fa stavi gemendo di piacere!”
“…mi rendo conto di quanto sono caduta in basso.” Disse, facendo roteare gli occhi, poi ci pensò su qualche istante e arrivò ad una nuova conclusione. “Anzi, ho fatto bene. Quel bastardo se lo merita.”
“Ehm sì…” A tal proposito, a Smiley si smorzò un poco l’entusiasmo. “Non ha intenzione di dirlo a Mikey, vero? Sai, non mi va di scappare in Australia e cambiare nome!”
“Pisciasotto. Comunque no, non glielo dico. Me la terrò come soddisfazione personale.”
L’arrabbiatura del giorno prima non voleva passare. Dopo aver appreso quelle brutte notizie se l’era filata, arrivando persino a gettare a terra il nuovo acquisto e calpestare la busta dalla rabbia, immaginando di pestare Mikey. Era rimasta sveglia fino a notte fonda, salvo poi crollare per sfinimento mentale, e il mattino dopo, vendendo la miriade di messaggi sul telefono sia da parte di suo fratello che di Mikey, si era arrabbiata di nuovo. Li aveva liquidati con un giro di parole, giusto per non mandarli direttamente a fanculo e dopo le era venuta voglia di stare col suo amico del cuore e coccolarlo a mo’ di pet therapy! Invece un cavolo! Era stato Smiley ad aprirle la porta, in mutande per essersi appena svegliato, e allora aveva appreso che Angry era dovuto uscire con la madre per aiutarla  a fare compere. E lì, in un qualche modo, era successo il resto.
“Per sapere… Cos’ha fatto Mikey per farti incazzare tanto? Se vuoi dirmelo, eh!” Comico come si facesse avanti e subito si tirasse indietro! D’altra parte, sapeva che lei aveva un caratterino…
Ed infatti Kan rispose con la delicatezza di un bazooka. “Ha mandato a puttane i miei sogni! Ti basta???”
Smiley si pentì subito di averlo chiesto. Certo che era ingiusta, con so fratello Angry era sempre uno zuccherino invece con lui diventava una belva.
“Faccio un salto in cucina a bere. Ti porto qualcosa?” Chiese lui, alzandosi dal tetto.
“Lascia… Ora mi vesto e torno a casa.”
“Bevi lo stesso!  Col caldo che c’è fuori è meglio che ti tenga idratata!”
Era più forte di lui, gli veniva naturale essere amichevole con lei, nonostante il basso trattamento che spesso doveva subire. Era sua amica ed era la persona a cui suo fratello voleva bene, questo gli bastava. E poi, chissà, magari un giorno avrebbe avuto l’occasione di vantarsi con qualcuno di essersela fatta! Senza attendere una risposta, andò in cucina completamente nudo, aprì il frigorifero e prese la bottiglia di acqua fresca da cui bevve a collo. Per Kan scelse una lattina di Cola. Una volta tornato in camera sua, trovò Kan con addosso il vestitino con cui era venuta e intenta a legarsi i capelli umidi in una treccia.
“Tieni, so che ti piace!” Le porse la lattina.
Kan accennò un sorriso. “Grazie!” Aveva così tanta sete che ne bevve tre quarti tutto d’un fiato. Prese respiro e poi si rivolse a lui. “Ascolta… Non dare troppo peso a quello che abbiamo fatto... Non ero in me e…”
“Ehi, lo so già!” La tranquillizzò lui. “Credevo che io e te saremmo finiti a letto solo in un universo parallelo! Probabilmente non capiterà più ma…se dovesse venirti ancora voglia conta su di me!” Terminò facendole l’occhiolino (per quanto si potesse vedere  su uno che teneva perennemente gli occhi socchiusi! LOL!).
Grazie a Smiley, Kan se ne andò più serena e, durante il tragitto del ritorno, cominciò a pensare a Mikey… Pochi giorni prima aveva fatto delle cose con Mitsuya e adesso era finita a letto con quel caso umano di Smiley… Era il caso di rifletterci seriamente, non poteva continuare così. Altrimenti al prossimo litigio con chi sarebbe andata? Con Peh??? C’era un limite a tutto. E Peh era decisamente al di sotto di quel limite! A proposito, era due giorni che non lo sentiva. Chissà come stava… Cioè, lo sapeva benissimo che stava da cani, dopo quello che era successo a Pah. Gli era stato strappato via il suo migliore amico e compagno di mille avventure. Con l’ultimo messaggio le aveva detto di non preoccuparsi e che si sarebbe ripreso presto, me lei sapeva che era impossibile.
Era ancora persa in pensieri quando svoltò l’angolo di casa e si accorse di chi c’era davanti al cancelletto. L’ultima persona al mondo che voleva vedere. Con effetto istantaneo si rabbuiò.
“Che vuoi?”
Emma fece un passo verso di lei e le porse la busta con entrambe le mani. “Draken mi ha chiesto di portartelo. E di dirti che dovresti avere più cura di una cosa così costosa.”
Sulla carta chiara c’erano ancora le impronte dei sandali…
“Perché non è venuto lui?”
“Credo abbia capito che hai un problema con me. Io non ho detto niente, ma lui osservando ci è arrivato lo stesso. Conoscendolo, questo è il suo modo per farci parlare.”
Ma sentitela la stronzetta…
“Tsk! Non ho niente da dirti! O forse vuoi che ti faccia le congratulazioni per aver fatto lo spogliarello a quello sfigato penoso di Takemichi, quella sera?”
Emma non si scompose neanche un po’. “Ho fatto uno sbaglio, ma non devo giustificarmi con te. Tornando all’altro discorso, volevo dirti che mio fratello si sta spremendo per capire che cosa ti fatta arrabbiare. Dovresti spiegarglielo e chiarire.”
Kan sbuffò. “Un cervello che l’ha?” Prese la busta dalle mani di lei. “Se è così rincoglionito, glielo spiegherò domani sera al festival. Tanto col giramento di palle che ho, non conto di divertirmi.” Quindi la sorpassò e aprì il cancelletto.
Prima che lei rientrasse, Emma le parlò di nuovo. “Io non sono tua nemica. Ti considero parte della famiglia e vorrei andare d’accordo con te come prima.”
Kan si voltò e le lanciò un’occhiata gelida. “Quando la smetterai di fare le fusa a mio fratello, ne riparleremo.”
*
 
La sera del festival, Kan si presentò al centro massaggi in versione bambola mozzafiato, con addosso il vestitino che aveva preso a Ginza. Una cosina mediamente elegante, color panna, con le spalline sottili in strass e una scollatura molto generosa. Appena sotto il seno era una fascia di strass, da cui partiva la gonnella leggermente drappeggiata che arrivava circa a metà coscia. I capelli erano raccolti come una meringa e decorati da un cerchietto di strass, tranne due ciuffi che scendevano ondulati ai lati del viso e da cui si intravedevano due punti luce rotondi e semplici. Ai piedi aveva le famose scarpe gioiello che aveva preso la sera dell’uscita con Angry e che erano passate dall’armadio della sua stanza  lì a quello di casa dei genitori in gran segreto, neanche fossero state ricoperte di veri diamanti! Una pochette in oro bianco brillantinato completava il tutto. Riguardo il trucco, si era solamente colorata le palpebre di brillantini argentati e dato un lucidalabbra con lo stesso effetto.
Quando il Direttore Masaway alzò gli occhi su di lei, rimase sbalordito!
“Piccola, sei bellissima! Sei sprecata per una semplice festa di quartiere!”
“Ah ah, sicuramente! Sarei più adatta ad un party a bordo di uno yacht!”
E lui stette allo scherzo. “Sposa un buon partito e sarai tu stessa a dare le feste più lussuose a cui tutti vorranno partecipare!”
“Già… Un buon partito…” L’esatto contrario di Mikey. E il Direttore lo sapeva bene. Meglio cambiare argomento. “Ehm, vado sopra da Ken! Dopo ripassiamo insieme!”
Lui fece un cenno col capo. Quella ragazza era come una ventata di aria fresca ogni volta che metteva piede lì. Non lo aveva mai detto a voce alta, ma sarebbe stato felice di averla come figlia e ogni tanto ci fantasticava su. Provava la stessa cosa per Draken, ovviamente, avendolo cresciuto proprio come un padre col figlio. Voleva molto bene ad entrambi i ragazzi e, per quanto augurasse loro ogni felicità, già sapeva che un giorno avrebbero lasciato il nido per seguire le loro strade e gli sarebbero mancati moltissimo… Ma era ancora presto per preoccuparsene, perciò alzò le spalle e riprese a leggere il giornale.
Dopo aver ricevuto tanti complimenti, Kan trovò un’aria ben diversa quando entrò nella stanza del fratello. Si stava rigirando il telefono tra le mani e anche un leggero tic agli occhi era un segno di agitazione. Nell’accorgersi della sua presenza, la squadrò dalla testa ai piedi. “Hai indossato quel vestito costoso questa sera? Per una festa di quartiere?”
Kan aggrottò le sopracciglia. “Cos’è, ti sono venute le mestruazioni al cervello?”
Draken sospirò, litigare non era il modo migliore di cominciare la serata. “No, scusami…” Buttò il telefono sul letto, con noncuranza, e le si avvicinò. “Intendevo dire che sei troppo bella per il posto dove stiamo andando!” Molto meglio!
Kan gli sorrise. “Sei pronto per andare? Mikey e lo sfigato dovrebbero già essere là!”
E qua Draken distolse lo sguardo, lanciando un chiaro segnale di allarme. “Non arrabbiarti…”
Kan lo guardò con sospetto. “Perché? Sputa il rospo.”
Altro segnale, Draken si allontanò e andò a posarsi di spalle contro la parete. “Non ti piacerà saperlo… Mikey questa sera non verrà al festival.”
“Che intendi dire???”
“E’ stato chiamato altrove per discutere della situazione di Pah e…” Spalancò le braccia e le lasciò ricadere, non sapendo che altro aggiungere.
Stranamente Kan non si mise a gridare come al solito, ma anche vederla camminare in tondo come una pantera in gabbia non era rassicurante… Ancor meno quando si fermò ed estrasse il telefono dalla pochette come fossa stata una pistola. La tragedia fu inevitabile.
“DOVE-CAZZO-SEI.”
Seguì un lungo momento di silenzio, mentre Mikey si giustificava, ma ecco che poi arrivò la scarica di proiettili.
Non me ne frega niente. Adesso tu muovi il culo e vieni qua. …….no, sei tu che non capisci. Hai preso un impegno con me e adesso li spetti, CHIARO???” Ancora un altro po’ di attesa e poi le scappò una mezza risata sarcastica. “Proprio questa sera? Non potete parlarne domani? Sono sicura che Pah non scappa!!! E adesso TI ODIO PER AVERMELO FATTO DIRE!!!” Pestò il piede a terra così forte che per poco il tacco a spillo non si conficcò. “Ti rendi conto che mi stai lasciando da sola la sera del festival a cui andiamo insieme da quando ci conosciamo???”
A quel punto, Draken osò intervenire. “Capisco che Takemicchi e Hina non ti vanno a genio, ma ci siamo anche io e Emma!”
E di conseguenza si beccò uno stridulo: “TACI!”
“Quindi cosa decidi?” Il suo umore crollò a terra quando non ricevette la risposta che sperava, e perfino la sua voce risuonò più bassa e strozzata. “Non accetto più di essere trattata così da te… Basta, Mikey…” Ingoiò un nodo alla gola e aggiunse tristemente: “E’ finita.” Pigiò il pulsante per chiudere la telefonata e lasciò ricadere il braccio a peso morto. Tempo qualche secondo e il telefono cominciò a vibrare nella sua mano, ma lei riagganciò immediatamente. I suoi occhi erano pieni di lacrime. Di nuovo il telefono vibrò, questa volta se lo portò all’altezza del viso e rispose con voce incrinata dal pianto imminente. “Lasciami in pace!” Quindi lo spense e lo ripose dentro alla pochette.
Stava succedendo tutto troppo in fretta.
Draken fece per parlare, ma si fermò nel sentire il proprio telefono vibrare da sopra il letto. Si mosse per andare a prenderlo…
“Se tocchi quel telefono giuro che non rispondo delle mie azioni.”
Nonostante le lacrime, sua sorella aveva uno sguardo omicida che lo fece raggelare. Anche se non era certo il tipo da cedere per così poco.
“Sorellina, hai tutte le ragioni per essere arrabbiata, ma non serve buttarla per forza in tragedia. Possiamo passare lo stesso una bella serata in compagnia.”
“Perché non chiudi quella cazzo di bocca?” Esplose lei. “Lo difendi sempre, invece di stare dalla mia parte. Non te ne frega niente di me, ti odio!”
Parole ingiuste e dette con rabbia che non si meritava, per questo la lasciò andare senza cercare di trattenerla. E intanto il telefono continuava a vibrare incessantemente sopra il letto.
*
 
Kan era uscita dal centro massaggi fumante di rabbia, liquidando il Direttore con un secco “Mi scusi, non adesso.”, per sfuggire alle sue domande. Ma anche se la serata era completamente rovinata, non aveva nessuna intenzione di andare a casa. In tutto quel casino voleva uscirne vincente! Aveva evitato di passare una serata noiosa con gente che non le piaceva e si era liberata dal guinzaglio di un rapporto tossico. Due piccioni con una fava! Il problema era che continuare a ripeterselo non la stava aiutando molto… Scartò subito l’idea di chiamare Angry, poiché non voleva dargli l’impressione di cercarlo ogni volta che aveva problemi con Mikey; stessa cosa per Yuzuha, che aveva sempre timore di tediare; Chifuyu meglio di no, altrimenti Baji si sarebbe ingelosito e apriti cielo; di Mitsuya neanche a parlarne, dopo i freschi ricordi delle cose fatte su quel futon……… E allora non restava che una cosa da fare. A Shibuya le pasticcerie non mancavano e, visto che lei si trovava in centro, ne scelse una piuttosto raffinata e adatta al vestito che indossava, dove le pareti erano rivestite di tendaggi drappeggiati e le poltroncine erano foderate di velluto che le rendeva comode e soffici. Appena entrata, adocchiò nella vetrina una fetta di torta composta da almeno quattro tipi di cioccolato e la ordinò senza esitare. Tiè!
“La cioccolata cura ogni male!” Si disse, una volta che la cameriera l’ebbe portata al tavolino. E poi, a dirla tutta, se lo poteva permettere, visto che era magra di costituzione!
Chi cavolo aveva bisogno di un fidanzato o altre seccature, quando c’era la cioccolata a soddisfare ogni suo bisogno? Finalmente era libera di fare quello che voleva, alla faccia di quello stronzo gnomico che si credeva chissà chi!!! Il rumore metallico della forchettina sul fondo del piatto in ceramica interruppe quell’afflusso di pensieri maligni e le fece notare che la fetta di torta era già finita. L’aveva divorata con tanta foga da non essersi nemmeno resa conto del sapore. Ed era tutta colpa di Mikey!!! Strinse la forchettina nel pugno, ancora più arrabbiata di quando era entrata. Chissene, bastava ordinarne un’altra e ricominciare daccapo, ma stavolta assaporando il dolce con calma. Attese che la cameriera fosse nei paraggi e la richiamò per fare la nuova ordinazione, ma quando questa le fu accanto e col taccuino pronto in mano…cambiò idea.
Vedendola titubante, la ragazza tentò un approccio. “Desidera un consiglio?”
“Ho voglia di cambiare…” Rispose lei, a mezza voce, quindi allungò lo sguardo in direzione della vetrina. Anche se si trovava ad una certa distanza, le saltò subito all’occhio una figura. “Quella bianca cos’è?”
“E’ una torta al limone! Non troppo dolce e rinfrescante, perfetta per una serata d’estate!”
“Torta al limone… Sì, ne prendo una fetta. Grazie.”
La cameriera scrisse l’ordine, fece un piccolo inchino e andò ad eseguire.
Una volta che Kan ebbe la sua fetta di torta davanti, si rese conto che era ancora più bella e deliziosa di quanto non sembrasse da lontano. Aveva una base friabile al cacao amaro, il corpo composto interamente da crema al limone e la sommità era decorata da uno spicchio di limone zuccherato messo in verticale, con tutto attorno delle decorazioni di fili di cioccolato solidificato. Ne prese un po’ con la forchettina e chiuse gli occhi per godersi meglio il nuovo sapore. Come aveva detto la cameriera, era dolce ma non troppo e si amalgamava bene con la punta di cacao amaro, creando un gusto molto bilanciato assieme alla sfumatura acidula del succo di limone nella panna. Un sapore nuovo, per lei. Riaprendo gli occhi, si accorse che fuori stava piovendo, una pioggerella sottile che esaltava ancor più i colori dei neon del quartiere brulicante di persone. Non immaginava che ritrovarsi da sola, con un nuovo dolce, a guardare la pioggia dalla vetrata, potesse essere una sensazione così piacevole! I minuti passarono lentamente, boccone dopo boccone la torta sembrava diventare sempre più buona e il suo umore migliorava di conseguenza. Che pace…
Terminato il dolce, si passò la lingua sulle labbra, deliziata dalla nuova scoperta e poi sorrise al vuoto. “Devo chiedere scusa a Ken!”
Recuperò il telefono dalla pochette, incerta sul da farsi, sapendo che una volta acceso sarebbero arrivati una marea di messaggi da parte di Mikey. Era sul punto di ripensarci, magari suo fratello era già tornato al centro massaggi a causa della pioggia, poteva tornare anche lei e cercarlo lì. Scosse il capo, faceva prima a chiamarlo. E allora via, premette il tasto di accensione e inserì il codice pin. I suoi sospetti vennero confermati, nel momento in cui il telefono si avviò, cominciò a vibrare nella sua mano, senza sosta, e ogni singolo messaggio o avviso di chiamata persa erano proprio da parte di Mikey. Di suo fratello non c’era nulla. Però…avvicinò lo schermo e guardò attentamente.
“Questi sono da parte di Mitsuya?” Strano, dopo quella volta non si erano risentiti e a quanto ne sapeva non aveva in programma di partecipare al festival. Soprattutto con la pioggia. Andò a ritroso con la lista, fino a quando non trovò il messaggio che le aveva inviato per primo e lo aprì.
[Perché non riesco a contattare nessuno di voi due? Non dovevate andare al festival tu e Draken?]
Non riusciva-? Quindi anche suo fratello aveva spento il telefono? Aprì il secondo messaggio.
[Draken è in pericolo. Peh ha tradito la Toman, si è unito alla Moebius e ce l’ha con lui. Se siete insieme, diglielo!!!]
No ma che-? Peh aveva-?  Quindi era questo il motivo per cui l’altro giorno l’aveva tranquillizzata con quel messaggio? Per tenerla lontana mentre agiva di nascosto? E che significava che si era alleato con quei tizi? Era colpa loro se Pah aveva perso la testa e impugnato quel coltello, e adesso lui ci andava a braccetto?
“E cosa cazzo c’entra mio fratello? Ma è diventato scemo???” Disse tra i denti, giusto per non farsi sentire dalle altre persone attorno a lei. E proseguì la lettura.
[Sto cercando Draken assieme a Takemicchi. Vieni sul retro.]
Il retro… Erano nella zona del Santuario dove c’era il festival? Diede un’occhiata fuori, ora la pioggia scendeva più fitta e per strada era un viavai di ombrelli trasparenti. Se suo fratello era in pericolo, di certo non sarebbe stato questo a fermarla. Lasciò i soldi sul tavolo senza chiedere il conto, non aveva tempo da perdere e qualche yen di resto non le interessava. Lo stesso valeva per la pioggia, più che darle fastidio era rinfrescante per una serata di inizio agosto e in ogni caso prese la metro per avvicinarsi velocemente alla destinazione, quindi per il momento fu una doccia breve. Abbastanza diverso fu dopo, quando dovette camminare senza più ripari verso il Santuario, per poi trovare solamente le moto di Peh e Mitsuya nel solito parcheggio.
Provò a telefonare, ma lui non rispose. “Che cazzo! E ora?”
Se la moto era lì doveva esserci anche lui da qualche parte. Inutile andare verso la strada del festival, tanto con quella pioggia dovevano aver già chiuso tutti gli stand. E allora…il parcheggio sul retro? Invece di andare per il fitto di alberi, dove sarebbe stata più riparata ma avrebbe dovuto camminare sul terreno fangoso, preferì fare il giro per il largo e prendere la strada esterna. Ormai il vestito era ridotto a uno straccio da pavimenti da quanto era inzuppato e i capelli stavano su per miracolo. Per contrasto, gli strass delle scarpe gioiello luccicavano. Si affrettò a fare il giro e, quando svoltò l’ultimo angolo che dava sul piccolo parcheggio del retro, si fermò di colpo. Da un lato vide il gruppetto composto da suo fratello, Mitsuya, lo sfigato e la stronza di Emma che stava in disparte con l’ombrellino aperto. Mentre davanti a loro…si stendeva uno schieramento di tokkofuku bianchi che da soli avrebbero potuto illuminare la notte. Al centro dello scenario c’erano Peh, il traditore, con addosso la divisa della Terza squadra e Mikey, col suo completo estivo prediletto. E poi lo vide. Dal gruppo della Moebius avanzò un ragazzo che spiccava per l’altezza esagerata e il fisico magro come un chiodo. Nonostante la fitta pioggia, indossava delle ciabatte sciatte e pinocchietti neri con t-shit bianca. Guardandolo da quella distanza, le saltò agli occhi il ciuffo biondo rialzato col gel, assieme alla chioma di capelli neri di media lunghezza. Le ricordava qualcosa… Tu-tum! Cosa aveva visto… Quel tizio aveva appena parato uno dei calci letali di Mikey! Allora esisteva qualcuno al mondo in grado di tenergli testa? Anche se era fradicia di pioggia, percepì un sorta di calore scorrerle dentro e nel petto era come se avesse l’eco del forte battito di prima. Stava provando un’emozione fortissima solo per aver visto un perfetto sconosciuto parare il calcio di Mikey? Era una cosa del tutto nuova, un po’ come… “La torta al limone?”
Lo disse bisbigliando e subito si sentì ridicola. A che cavolo stava pensando? Mentre si perdeva in fantasticherie, il tizio aveva iniziato a gridare, con tanto di sorriso da psicopatico stampato in faccia. Si metteva male… Se avessero combattuto, un’intera gang contro quattro, non c’erano dubbi su chi avrebbe avuto la meglio. Ma ecco che a smentirla fu un rumore che conosceva fin troppo bene.
*
 
Che fosse stato Mitsuya o qualcun altro ad avvisarli, l’intera gang era giunta in moto sul luogo dello scontro, divisa in squadre e con tanto di bandiera. I numeri ancora non combaciavano ma forse adesso c’era una possibilità di vittoria per la Toman. Poche ciance, le gang si divisero sui due fronti e al grido di inizio s’infransero al centro come onde umane, dandosele di santa ragione. E lei cosa doveva fare? Quelli erano i membri della Moebius…erano più grandi di età ed erano gli stessi che poco tempo prima avevano stuprato una povera ragazza. E lei era una ragazza. Non indossava la divisa, non indossava scarpe adeguate… Se si fosse buttata lì in mezzo che cosa le avrebbero fatto? Era la prima volta che si sentiva così indifesa, così inadeguata, così fuori posto, così…timorosa. D’altro canto, come faceva a girare sui tacchi e andarsene, sapendo che suo fratello e tutti i suoi amici erano lì a combattere? La pioggia scendeva sempre più copiosa, lo scontro si faceva sempre più animato. Doveva fare una scelta.
“Cazzo cazzo cazzo-” Continuò a ripetere fra i denti, mentre si toglieva rapidamente le scarpe e le abbandonava assieme alla pochette sul ciglio della strada. L’acqua sull’asfalto del parcheggio le fu d’aiuto a correre a piedi scalzi, quindi  si gettò sul primo avversario in bianco, colpendolo con un calcio al volo. Il colpo ebbe effetto, ma non a sufficienza, infatti il tipo si rimise velocemente in equilibrio e la squadrò con scherno. “E tu chi sei, bellezza?”
“Una che ha avuto una serataccia, per tua sfortuna!” Rispose lei, ricambiando il sorriso strafottente.
Seguirono alcuni cazzotti, che il tipo parò senza troppe difficoltà, fino a quando Kan non prese il giusto ritmo e lo abbatté con un calcio ben piazzato che lo fece volare a terra e perdere i sensi.
Non fece in tempo a guardarsi attorno che subito un altro si fece sotto, probabilmente avendo visto la scena aveva capito che non era una con cui giocare. Riuscì a colpirla un paio di volte, causandole più rabbia che dolore, e non passò molto che si beccò un bel pugno in pieno stomaco che lo fece piegare in due. Poi lei lo afferrò per i capelli, gli diede una ginocchiata e via.
“Chi ben comincia è a metà dell’opera!” Disse tra sé, per infondersi ancora più carica. Da quel momento si lasciò trascinare dalla corrente, il suo corpo si muoveva con un ritmo febbrile mentre metteva ko uno dopo l’altro gli avversari che si ritrovava addosso. Cominciò anche ad ignorare le battute cretine sul suo abbigliamento e gli approcci piccanti e assolutamente indesiderati di chi provava a rimorchiarla prima di prendersele e finire a terra! Tranne che per uno.
“Guarda che quando ti hanno detto che ci sarebbe stato da ballare, non era in quel senso! Che cavolo hai addosso?”
Kan si voltò e incontrò il sorriso vampiresco di Baji.
“Che vuoi farci! Ho frainteso!” Stette al gioco, con un’alzata di spalle.
“Almeno quegli imbecilli per guardarti sotto la gonna si distraggono! Quindi grazie!” E tornò a regalare pugni generosamente, lasciandola con un enorme punto interrogativo.
Baji che ringraziava??? Cos’è, gli era venuta la febbre stando sotto la pioggia? Pazienza, non aveva tempo di fermarsi troppo a pensarci, con una battaglia in corso.
“PEEEEEEH!!!!”
A quel grido, il tempo parve fermarsi alcuni istanti. Mikey si fece strada verso l’amico a suon di pugni e quando lo raggiunse si lasciò colpire da lui. Gli scontri ripresero, ovviamente, perciò Kan non stette a sentire la conversazione, l’unica cosa che capì era che Peh stava soffrendo enormemente e questo lo aveva portato a fare una scelta sbagliata.
“Vieni qui, puttanella!” Un tizio l’afferrò a tradimento alle spalle e, passando per una sorta di tunnel umano, la trascinò ad un angolo del parcheggio, nonostante lei si stesse dimenando.
“Maledizione.” Lo sapeva che cosa stava per succedere, ma col cazzo che glielo avrebbe lasciato fare! C’era già passata una volta. L’unico modo per scamparla era fermarsi un momento e fargli credere di avere la situazione in pugno. Doveva solo portare un attimo di pazienza e… STONK!
No, non fece in tempo a sferrare lei il colpo, perché ci pensò qualcun altro e in un attimo il tizio scivolò a terra svenuto.
Kan si voltò e vide Mitsuya farle un cenno col capo. Nient’altro, non ci furono parole, solo si scambiarono un’occhiata e tornarono in pista. Kan riuscì a riacquistare posizione e farsi avanti verso il centro del parcheggio. E per la seconda volta quella sera, il cuore le batté più forte in petto. Mikey stava combattendo contro la torta al limone…cioè…sì insomma, il tizio di prima. Non era riuscita a capire chi fosse o che ruolo avesse, l’unica cosa che sapeva di lui era che stava tenendo testa a Mikey con grande abilità e ridendo di gusto. Sia quando colpiva che quando veniva colpito. Sembrava fuori come un balcone… Però aveva degli occhi bellissimi del colore dell’oro e grazie alla pioggia i suoi capelli si erano sciolti e gli ricadevano sulla fronte, rendendolo ancora più figo…
Si morse un labbro e scosse la testa. “Devo smetterla di pensare a queste cose.”
Non solo si trovava nel bel mezzo di un combattimento, ma farsi venire il batticuore per uno della Moebius era proprio da stupidi. Magari anche lui aveva abusato di quella ragazza… Anche se il solo pensarlo le provocò una fitta dentro. Il che era ancora più stupido. La distrazione le costò cara. Fu troppo lenta a sferrare un calcio e il suo avversario le afferrò una gamba, stoppandole il colpo. Poco male per quello, con una piccola giravolta cambiò posizione e riuscì a liberarsi, peccato che il bastardo nel tentare di bloccarla le tirò la gonna e… STRAAP!!!
Prima di tutto gli piazzò un pugno in piena faccia che gli ruppe il naso e in secondo luogo fece un check dei danni. Sul fianco destro, la gonna era strappata fino alla fascia di strass e muovendola appena le si vedevano le mutandine di pizzo bianco. “Ma porc-” Non riuscì a terminare l’imprecazione che un altro tizio arrivò in volata sferrando un pugno, che lei schivò come una scheggia, quindi lo colpì di rimando quattro  o cinque volte di fila fino a riuscire ad abbatterlo.
“Che bella vista, Kan!!!” Si fece sentire Smiley, sorridendo più del solito. Il cretino si era goduto lo spettacolino dello strappo sulla gonna.
Fanculo, non aveva tempo neanche per la vergogna, c’era ancora un buon numero di bianchi da stendere. Però… “Ugh!” Per un momento percepì dolore in una zona non ben definita del petto. Durò un istante, ma bastò a toglierle il respiro.
Angry le corse incontro. “Kan? Sei ferita?”
“No, io… Non lo so, ho avuto come un brutto presentimento… Che strano…”
“L’ambulanza è già partita, accidenti. Potevi salire anche tu.”
“Ambulanza? Di cosa stai parlando?”
Allora Angry sgranò gli occhioni blu. “Non hai visto cosa hanno fatto a Draken?”
Ora il cuore di Kan batté in modo diverso, doloroso, mentre un brivido le correva lungo la schiena. “Mio fratello?”


 La storia continua nel Capitolo 18: [Hospital Stay]
Draken viene portato d'urgenza all'ospedale. Un altro tassello da aggiungere alla grande crisi di Kan, che è ancora in lotta interiore a causa dell'ultimo litigio con Mikey. In più adesso ha scoperto che le piace la "torta al limone"...
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Revengers / Vai alla pagina dell'autore: Stella Dark Star