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Autore: Violet Tyrell    04/07/2023    1 recensioni
Quel giorno Kabotek era insolitamente silenziosa, e il suo allievo era in ritardo .
Prequel spin off di The Rose of Death  -- Camus, Hyoga e Astrid(nuovo pg). Fluff,  OOC
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando il cuore e la ragione hanno origine dalle rose'
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come una vera famiglia 8 "Astrid! Che stai facendo?"
Fu una voce lontana a distrarla e quando alzò la testa dal disegno, si rese conto che era più vicina di quanto non credesse. Camus era lì e la stava fissando, un po' preoccupato e la ragazza maledisse la propria distrazione. Per la sorpresa le sfuggì un brutto segno con la matita sul foglio, cosa ancora più incredibile dal momento che di solito era molto precisa. "Astrid... sei sicura di stare bene? Sono alcuni giorni che sei così... assente..."
Il cavaliere d'oro cercò attentamente le parole, chiedendosi se non fosse accaduto qualcosa di serio che a lui era sfuggito. Erano due o tre giorni che Astrid sembrava con la testa tra le nuvole, o così era sembrato a lui e persino a Hyoga. Non era precisamente triste anzi, canticchiava quando faceva le faccende di casa, a volte l'aveva trovata persino a volteggiare un po' come se un immaginario principe la facesse ballare. E poi non lo stava considerando nemmeno tanto, doveva sempre ripeterle le cose... ed era particolarmente strano quel suo atteggiamento; in oltre un anno che era sua ospite non l'aveva mai vista così svagata. La vide arrossire e cercare di rimediare al pasticcio che aveva fatto con la matita.
"Oh.... sto benissimo, dev'essere l'eccitazione per l'imminente prova di Hyoga. Mi ha detto che ha localizzato il luogo dell'armatura, credo di essere impaziente quanto lui!" E rise all'idea, anche se vide Camus inarcare un sopracciglio, quasi a voler sottintendere che non aveva proprio creduto a quella scusa. Astrid non poteva dargli torto, ma aveva deciso di non parlare di quello che era successo in mezzo ai ghiacci.
Aveva ancora le guance rosse dall'emozione quando ripensava a quello straniero dai lunghi  capelli colore del mare e a quel fugace e capriccioso bacio che le aveva dato. Nessuno sembrava averlo visto e alcune volte Astrid si era anche chiesta se non se lo fosse sognato; se non fosse stato per quella bellissima rosa che aveva messo sotto al suo cuscino... Non c'erano rose, lì. E nemmeno venditori di fiori, da quello che aveva potuto vedere. Nonostante fosse quindi certa che fosse successo davvero, era anche incerta su come interpretare quel momento: era stato più che magico, questo sicuramente, e forse doveva lasciarlo la dove era. In mezzo ai sogni. Le sarebbe piaciuto rivederlo... anche solo per un momento. Le aveva detto che il suo nome era Aphrodite e qualche volta quando era sola, lo pronunciava piano, ma senza malizia. Le aveva solo lasciato una sensazione stranissima e dolcissima, piacevole e spiacevole allo stesso tempo; tuttavia dopo averci riflettuto per un po', aveva deciso di considerarlo appunto parte dei sogni.
Solo in quel momento si rese conto che il cavaliere d'oro aveva in mano un foglio, pareva pergamena, ma non sapeva che cosa fosse. Forse un'altra missiva del Sacerdote e che riguardava lei.  " Che cos'è?" Decise di chiederlo direttamente, accennando a quel foglio e alla busta che teneva in mano. Vide che la osservava per un momento prima di parlare.
"Questa è una  lettera da parte di tua sorella, Hilda di Polaris. Scrive che infine la guerra contro i giganti si è conclusa con la vittoria di Asgard, e che manderà uno dei suoi più fidati guerrieri fino a qui per te."
Nonostante avesse capito quelle parole, Astrid non era sicura di avere compreso precisamente quello che sottintendevano. Posò la matita per evitare di rovinare di nuovo quel disegno, osservandolo incerta. Era una notizia bellissima, certo. "Significa che presto potrai tornare a casa" le spiegò meglio Camus, il quale si era aspettato quasi una rezione differente da quella. Le mostrò quindi la lettera e Astrid la prese avidamente, leggendo ogni singola parola. Era la calligrafia di hilda, senza dubbio, era quello il loro stemma... ma una parte di lei era ugualmente triste, pensò sentendo la gioia guastata da quella strana sensazione. Avrebbe rivisto i suoi cari, certo, e ne era felicissima, ma avrebbe dovuto dire addio a Camus e a Hyoga che in quel lungo periodo erano diventati anche loro la sua famiglia.


***


"Ho aspettato quasi due anni! Potevo attendere ancora qualche giorno! Hyoga deve ottenere l'armatura!"
Il piccolo convoglio proveniente da Asgard, con in testa Siegfried, il capo dei cavalieri  del nord, era secondo lei giunto addirittura troppo presto. Solamente quattro giorni dopo l'arrivo della lettera erano lì... e lei dopo avere abbracciato tutti, ringraziato per avere protetto Asgard e le sue sorelle durante la sua assenza, ora faceva un po' i capricci. Ci teneva a vedere l'amico vestire per la prima volta l'armatura del Cigno, cosa cambiava qualche giorno in più?
"Mi dispiace, ma non si può aspettare. Ci aspetta un lungo viaggio di ritorno e siete già stata lontana da casa fin troppo tempo, non credete? Sono sicuro in futuro i vostri amici vorranno visitare Asgard, la nostra Celebrante li ha invitati a farvi visita quando desiderano". La voce di Siegfried era pacata e tranquilla, ma questo non consolò di certo la ragazza. I suoi pochi bagagli erano già stati messi sulla carrozza, e sia Hyoga che Camus erano lì in piedi. L'amico avrebbe dovuto essere ad allenarsi, ma dato che lei sarebbe partita per sempre, era rimasto eccezzionalmente. Il cavaliere d'oro sembrava come sempre rigido e inflessibile, ma chi lo conosceva bene avrebbe capito che lasciava trasparire la tristezza.
"Verrò a trovarti, ma guai a te se cucini di nuovo! Ci siamo entrambi rovinati il fegato a causa tua e,,, ehi non è leale!" Hyoga si era beccato una palla di neve dritto in faccia, prima di scoppiare a ridere. Astrid aveva riso anche lei, ma abbracciandoli entrmabi impulsivamente era scoppiata in lacrime. "Mi mancherete moltissimo... fate i bravi!" li ammonì quasi fosse una parente che si assentava per un lungo viaggio. Aveva regalato loro alcuni disegni che aveva fatto personalmente, affinchè si potessero ricordare di lei.
Anche Camus promise di tenere i contatti, ma Astrid era abbastanza consapevole che sarebbe stato molto difficile che si rivedessero: Asgard e Atene erano lontanissime, salvo motivi particolari le loro strade si stavano definitivamente dividendo. Cercò di non piangere nuovamente mentre diceva loro addio. Presto anche loro, come quello sconosciuto dai capelli azzurri, si sarebbero allontanati per finire in un mondo fatto solo di ricordi.
Si sbracciò mentre la carrozza si allontanava inesorabilmente, fino a che non divennero due puntini in lontananza prima di sparire nelle neve. Sospirò triste, però c'era comunque della felicità nei suoi pensieri: aveva trascorso tantissimi bei momenti con loro, adesso doveva tornare a casa e riabbracciare le sue amate sorelle.



Come previsto, ho deciso di fermarmi qui. Questa piccola storia è stata abbastanza corta nei capitoli, volevo solo esplorare un po' il rapporto tra Astrid, Camus e Hyoga. Credo sia abbastanza grazioso e il risultato finale tutto sommato non mi dispiace.

grazie a tutti coloro che hanno speso il loro tempo per leggere, commentare e anche solo sostenere. A breve(non riesco a dare una data adesso) riprenderò o riscriverò Double Talkin jive come promesso, e anche In Nomine Virgo a cui sto lavorando già da varie settimane.

Violet.
   
 
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