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Autore: fraanythings    07/07/2023    0 recensioni
Eccomi tornata con una nuova storia, stavolta solo su Salvo ed Elvira. Un vecchio tweet mi ha fatto venire l'ispirazione, ho voluto immaginare come fosse andata se Elvira fosse stata accanto a Salvatore durante il ritorno immenente di Anna e quando ha scoperto tutta la verità su Quinto. Come sempre, spero vi piaccia 🫶
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Era passato già quasi un mese dalla partenza di Anna. A Salvatore mancava ma sapeva che era andata via per una giusta causa, o almeno era quello che credeva lui, la verità l'avrebbe scoperta a suo rammarico all'arrivo di Anna in Italia e che verità. 
Era davvero un periodo molto stressante per Salvo, non solo mentalmente con il pensiero sempre a sua moglie e ormai alla sua figlia acquisita, ma perché in caffetteria spesso veniva lasciato solo da Marcello, troppo impegnato per realizzare la sua scalata sociale. E Salvo non faceva altro che lavorare e pensare, lavorare e pensare tutto il giorno, si sentiva impazzire. 
In uno di quei giorni gli mancava così tanto Anna che che decise di spedirle dei fiori e per un poco gli tornò il sorriso sulle labbra pensando che lei li avrebbe ricevuti. 
Nello stesso momento in caffetteria arrivò Elvira per la colazione, ormai i due si conoscevano meglio dopo aver vinto la gara di ballo insieme. 
 
"Buongiorno Salvo"
"Buongiorno Elvira, cosa ti posso portare?"
"Il solito...
Ma vedo che oggi rispetto ai giorni passati siamo di buon umore" rispose lei 
"Si notava così tanto che fossi, insomma, giù?" chiese lui 
"Un pochino si ma comunque sono felice di vederti sorridere" rispose timidamente lei 
Salvo si avvicinò a lei e le disse il motivo per cui oggi era più sereno;
"Stamattina mi sono svegliato con una tremenda mancanza di Anna e così sono uscito ad ordinarle dei fiori che le arriveranno direttamente in America"
"E davvero si può fare?" chiese lei incredula
"Ma certo, bisogna solo cercare il posto giusto e poi loro faranno tutto, basta che gli dai l'indirizzo"
"È una cosa davvero bella, sono sicura che lei sarà felicissima" rispose Elvira con un sorriso
"Appena le arrivano spero in una telefonata"
"Ma certo che ti chiamerà, fammi sapere come va se vuoi"
"Certo certo, buon lavoro"
"A te Salvo"
-
 
Durante quella giornata ogni volta che squillava il telefono Salvatore sobbalzava eppure nessuna chiamata dall'America, nessuna chiamata dalla sua Anna. 
Una volta arrivato a chiusura pensò "magari mi chiamerà a casa" e si incamminò verso la sua abitazione. 
Quella giornata, che era partita così bene si stava rivelando peggio delle altre. Per l'agitazione non riuscì neanche a mangiare neanche la sua misera cena, si addormentò sul divano in attesa che il telefono squillasse cosa che non successe. 
Riuscì comunque a dormire, anche se il pensiero lo tormentava ma era talmente stanco fisicamente che crollò. 
La mattina seguente non aveva una bella cera, cercò in tutti modi di mascherare la cosa ma senza successo, i suoi pensieri erano più forti di apparire sereno. 
Questa situazione non gli piaceva per niente, non gli piaceva dover sentire Anna così poco e non vedeva l'ora che finisse tutto questo pensare e rimuginare. 
Approfittando della presenza di Marcello prima della pausa pranzo si recò nel posto dove ordinò i fiori e i commessi gli dissero che non era stato recapitato nulla a quell'indirizzo, questo fece andare in allarme Salvatore. Sentiva il suo cuore scoppiare per l'agitazione ma si era detto che magari era stato lui a sbagliare qualche numero o lettera. 
Tornato in caffetteria fece finta di niente, come se andasse tutto bene, non voleva tediare Marcello che da lì a poco lo avrebbe abbandonato di nuovo con i suoi drammi. 
Per fortuna quel giorno era una giornata molto tranquilla, pochi clienti da servire ed era proprio ciò di cui lui aveva bisogno. Pensava solo al momento in cui avrebbe telefonato Anna la sera per chiederle dei fiori e se andasse tutto bene. 
Provò a digitare il numero della caffetteria prima della chiusura ma anche a quel numero nessun responso e la tachicardia prese spazio nel suo petto finché non si aprì la porta rumorosamente. Era Elvira.
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"Salvo, meno male che sei ancora qui. Mi serve urgentemente una bottiglia di latte e ora è tutto chiuso" disse lei un con un tono un po' agitato 
"Calma, calma Elvira. Te lo prendo subito"
"Grazie infinite, davvero"
"Per così poco?" e lui alzò lo sguardo verso Elvira
"Salvo, mi stai facendo preoccupare. Cos'è quell'espressione?" chiese lei 
"Ti avevo detto che ti avrei fatto sapere se i fiori fossero arrivati ma non è successo"
"Ma come?"
"Non te l'ho detto perché avevo paura di disturbare con i miei drammi"
"Ma non è nessun disturbo sennò a cosa servono gli amici"
"Grazie" e un piccolo sorriso fece capolino sulla bocca di Salvo 
"Dai, vieni a sederti che sei sconvolto" lo invitò Elvira 
"Ieri sono stato tutto il giorno ad aspettare una chiamata da Anna ma non si è fatta viva così la sera ho provato a chiamarla sia da qui sia da casa ma nessuna risposta. Ho dormito male e appena sveglio ci ho riprovato. Oggi prima di pausa pranzo sono andato a chiedere informazioni dove ho ordinato i fiori e mi hanno detto che non sono stati recapitati e ora, quando sei entrata tu, ho chiamato di nuovo ma nessuna risposta. Non so più cosa fare, sono davvero preoccupato e agitato"
rispose velocemente Salvo, che aspettava solo di parlare con qualcuno 
"Hai pensato che magari hai sbagliato qualcosa dettando l'indirizzo?" chiese Elvira 
"Si, ci ho pensato subito ma poi sono andato a leggere il foglio dove lo ho segnato e risulta tutto giusto. Mi ero aggrappato a questa cosa ma poi vedendo che non mi risponde da due giorni ho iniziato ad agitarmi"
"Ma lei quando dovrebbe rientrare in Italia?" chiese Elvira 
"Tra una settimana penso massimo 10 giorni" 
"Magari hanno finito prima e vogliono tornare e farti una sorpresa" rispose Elvira cercando di rassicurarlo 
"E ma se fosse così perché non chiamarmi da un aeroporto e dirmelo? Anna lo sa che sono un tipo ansioso e che si preoccupa subito" si sfogò nuovamente Salvo
"Sono sicura che domani ti chiamerà lei per tranquillizzarti" 
"E ma io non la supporto più questa situazione, tra il tanto lavoro e questi pensieri mi sento come esplodere. Mia moglie è lontana da quasi un mese e la sento pochissimo e con lei anche la bambina, Marcello mi abbandona continuamente a lavoro lasciandomi tutto il carico a me. Sono esausto mentalmente e fisicamente" 
"È molto comprensibile, posso solo immaginare quanto sia difficile gestire tutto questo" disse Elvira che non riusciva a trovare le parole adatte per consolare quel fiume in piena che era ormai diventato Salvatore
"Spero solo che tutto questo finisca presto e spero vivamente che sia come dici tu, magari stanno tornando prima"
"Sono sicura che sarà così. Non sono stata una grand consolatrice ma se avessi bisogno di un'amica con cui parlare io sono sempre disponibile" 
"Non so davvero come ringraziarti per questa vicinanza" rispose Salvo che finalmente si sentiva un po' più sollevato dopo aver parlato con lei
"Beh, devi ringraziare il fatto che ho finito il latte" rispose Elvira riuscendo a far ridere un po' Salvatore 
E prima di alzarsi dal tavolo Salvo disse:
"Grazie per questa sera, avevo davvero bisogno di parlare con qualcuno" e poggiò le sue mani sopra quelle di Elvira che accolse quel contatto così delicato con molto piacere. Per un istante sentì qualcosa nello stomaco, una sensazione molto chiara; aveva sentito le cossidette farfalle nello stomaco. E dopo pochi istanti, dopo essersi persa in quel contatto, e nello sguardo più sereno di Salvatore e nei suoi occhi castani fuggì letteralmente dalla caffetteria. Era felice di aver aiutato un amico a stare meglio ma forse tanto amico per lei non lo era visto cosa aveva provato in quel piccolo contatto, disse tra sé e sé Elvira. 
 
 
Passarono molti giorni da quella sera eppure Elvira non riusciva a non pensare alle loro mani una sull'altra, sembrava ormai diventato un pensiero fisso.
Ogni volta che poteva andava a trovare Salvo per chiedergli se stava bene e se c'erano novità e Salvo le disse che era proprio come diceva lei, Anna e la piccola volevano fargli una sorpresa e infatti all'indomani sarebbero arrivate. 
I pensieri di Salvo ormai erano cessati, anche se si doveva occupare della maggior parte del lavoro, la parte peggiore era passata.
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"Sono davvero felice di vederti così sereno" disse Elvira 
"Grazie, sei un'amica preziosa" disse lui sorridendo. Elvira vedendo quel sorriso in quell'istante ebbe di nuovo la stessa sensazione che ebbe quella sera, ormai non c'era via di scampo. Forse si stava innamorando di Salvatore? Sicuramente qualcosa dentro di lei stava cambiando.
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Quei giorni per Salvo si rivelarano i più felici dopo un lungo periodo di giornate no eppure non sapeva che il peggio sarebbe arrivato da lì a poco. 
In caffetteria ad orario di chiusura si presentò un uomo che lui riconobbe subito, si trattava del ex marito di Anna, che tanto ex non sembrava. 
Salvatore rimase immobile per almeno cinque minuti, com'era possibile questa cosa? Quinto Reggiani era morto e soprattutto Anna non gli aveva detto niente. 
I due ebbero un lungo confronto quella sera e a Salvatore crollò di nuovo il mondo, dopo solo tre giorni. Arrivato a casa chiese spiegazioni ad Anna e lei messa alle strette gli rivelò che lei non era mai stata in America ma in Brasile dopo che aveva ricevuto la notizia che Quinto era vivo e la bambina era rimasta al paese con la nonna.
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"Quando pensavi di dirmelo? Siamo da tre giorni insieme e non mi hai detto nulla? Mi hai mentito per almeno due mesi, spiegami davvero, spiegami perché"
"Amore, per favore calmati" rispose Anna 
"No, invece non mi calmo per niente. Io una settimana fa ti avevo ordinato dei fiori che dovevano arrivare all'indirizzo americano e non arrivarono perché l'indirizzo non risultava. Sono stato in pensiero, ero preoccupato e adesso anche questo, anche tutte queste bugie. Spiegami perché"
E Anna si fece coraggio raccontandogli tutto.
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"Amore, questo però non cambia le cose tra noi però. Io ho scelto te anche se adesso c'è Quinto, credimi"
"Ma noi adesso non risultiamo più sposati, tu sei sposata legalmente con Quinto Reggiani"
"Ma questo non vuol dire nulla, io voglio stare con te" disse lei cercando di tranquillizzarlo 
"E comunque Quinto mi ha chiesto se potesse vedere la piccola Irene anche da lontano"
"No, non si può. È troppo rischioso" rispose categoricamente lei 
"Ma non glielo puoi negare, è sempre sua figlia" rispose Salvo 
"No, per me non si deve e non si può fare. Gliene avevo già parlato"
"Comunque scusami ma io sono esausto. Non ce la faccio più a sentire tutte queste cose"
"Ma non dovevamo uscire?"
"Ti sembro uno che ha voglia di uscire?"
E se ne andò nella camera lasciando Anna appesa. 
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Dopo solo tre giorni dopo aver scoperto la verità la vita di Salvatore cambiò drasticamente. Si mise in contatto con Quinto per fargli vedere la figlia, da lontano, almeno una volta dopo tanti anni. Salvatore però non sapeva una cosa fondamentale; Irene non era neanche figlia di Quinto e probabilmente non lo avrebbe mai scoperto. 
Il giorno dopo invece vide Anna e Quinto, lui in procinto di partire, salutarsi e capì che non era vero che Anna aveva scelto lui. Anna era ancora legatissima a Quinto e dai loro sguardi si capiva benissimo, così vedendo che Anna continuava a mentire a lui e anche sé stessa si fece coraggio e la lasciò andare via. 
Il suo gesto commosse anche Quinfo che lo ringraziò per ciò che stava facendo per loro e per il loro futuro, anche se dentro di sé sapeva che Salvatore stava soffrendo e neanche poco.
Una volta tolta la maschera di chi voleva farsi vedere forte Salvatore crollò definitivamente, tutto quello che aveva costruito in pochi mesi, la sua nuova vita, la felicità ritrovata grazie all'amore, una figlia da crescere, era tutto andato perso ormai. Rimase a terra seduto per un po' quando gli venne subito l'istinto di uscire fuori per vedere se Elvira fosse ancora al paradiso, aspettò un po' di minuti e finalmente la vide arrivare insieme alle sue colleghe. Cercherò di sembrare più sereno possibile e le chiese se potesse parlare con lei in caffetteria, Elvira salutò le sue colleghe e si incamminò insieme a lui verso la caffetteria. Lo sguardo di cambiò drasticamente una volta chiusa la porta ed Elvira vedendo la sua espressione si agitò molto.
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"Oh Salvo, tutto bene?" 
"Scusa, non sapevo con chi altro parlare a quest'ora e quando ti ho vista mi sono sentito sollevato"
"Sei stravolto, non ti ho mai visto così"
"Non sai cosa mi è successo in questi due giorni, praticamente l'inferno sulla terra"
"Oddio così mi fai preoccupare seriamente.
Ti prego sediamoci altrimenti tu rischi di cadere" disse preoccupata Elvira
"Ti ricordi che ti avevo detto che Anna era partita per curare la madre in America con delle nuove cure sperimentali?"
"Si, certo che me lo ricordo"
"Ecco, non era vero ed ecco anche spiegato il motivo per cui i fiori non le sono arrivati. Mi ha mentito"
"E su cosa ti ha mentito?"
"Su tante cose mentre io sono stato preoccupato per un mese. È stata in Brasile e non in America"
"In Brasile?"
"Mi ha detto che circa un mese e mezzo fa ha ricevuto una lettera e una telefonata in cui le dissero che non era vero il marito era morto ma è solo stato prigionerio in carcere per non ricordo quale motivo, adesso"
"Oddio, quindi lei ha creduto che fosse morto per tutto questo tempo e invece non era così?"
"Esattamente e a me lo ha detto l'altro ieri praticamente"
"Beh, immagino come ti sentirai" stavolta si avvicinò lei per accarezzargli le mani, con le vene gonfie dal nervosismo e Salvo non si ritrasse 
"Come mi sono sentito vorrai dire. Persino sulla bambina mi ha mentito, mi ha detto che l'ha portata dalla nonna in paese e io non ne sapevo nulla. Sono scolvolto, non riesco a ragionare più"
"Con me puoi parlare quanto ti va" disse Elvira accennando un sorriso 
"E ma infatti non è ancora finita qui. Anna non voleva far vedere la bambina a Quinto ma io e lui si siamo messi d'accordo per un incontro, cioè lui che la vedesse da lontano per non crearle uno shock"
"È stato un gesto nobile da parte tua" 
"Non puoi capire come mi si è stretto il cuore a vederlo osservare la piccola Irene sa così lontano, aveva il volto della sofferenza. Mi sono sentito io di troppo. Poi Anna non faceva altro che continuare a ripetere che aveva scelto me e con Quinto ormai era finita davvero"
"E cosa vi siete detti poi?" chiese Elvira sempre più affranta di vederlo in quello stato 
"Abbiamo parlato a lungo in questi giorni, lei cercava in tutti i modi di essere carina con me ma io sapevo che mi stava mentendo. Tra l'altro il nostro matrimonio in questo caso non è neanche valido, lei risulta ancora sposata con Quinto"
"Che situazione complicata" ribatté Elvira 
"No, ormai non c'è più nessuna complicanza. Ieri ho visto Anna e Quinto salutarsi perché lui era deciso a partire e mentre li osservavo ho capito che ero io che dovevo farmi da parte perché Anna non aveva il coraggio. Nei loro sguardi si leggeva che c'era qualcosa di molto forte che li legava ancora e così poco fa li ho fatti incontrare e li ho fatti ricongiungere, non potevo mettermi contro il destino anche se con me è sempre crudele. Tanto il nostro matrimonio non era valido Anna cosa restava a fare qui? A fingere di amarmi mentre io ne ero consapevole? Preferisco le mazzate che arrivano ad una volta che le mazzate in cui devi starci a pensare" disse affranto Salvatore 
"Non ci posso credere che in così poco tempo ti siano successe tutte queste. Io al posto tuo non sterei neanche in piedi" 
"Infatti neanche io lo so come sto facendo" 
"Non posso neanche lontanamente immaginare come tu possa stare. Voglio solo dirti che sei stato davvero coraggioso e hai fatto due gesti nobili in questi due giorni, hai messo la tua felicità da parte per far ricongiungere una famiglia. Non è affatto scontato, hai fatto tantissimo. È una magra consolazione ma pensala così, sentiti un po' un eroe che ha fatto qualcosa di eccezionale" disse Elvira con l'intento di consolarlo, cosa impossibile da fare 
"Magari mi sentissi così. Io pensavo di aver trovato finalmente la felicità, di aver trovato la persona giusta con cui mettere su famiglia e invece mi è stato tolto tutto dopo pochi mesi. Ogni volta c'è sempre qualcosa che va a mio sfavore, ogni santa volta"
"Sono sicura che presto troverai la persona giusta" disse Elvira, con un po' di rammarico perché sperava fosse lei quella persona
"Io non so se mai mi fiderò di nuovo di una donna dopo questa enorme batosta. Anna mi ha mentito prima di partire, durante e pure dopo e mi ha anche illuso di essere importante per lei, che aveva scelto me"
"Adesso ti sembrerà impossibile ma in futuro succederà, fidati"
"Di te sento che posso fidarmi" disse Salvo con un tono più profondo 
"E chi sa di questa storia?"
"Al momento solo tu. Mia madre è a Londra, con Marcello e Armando non ho avuto modo di parlare. Grazie davvero di essere qui, mi sento a pezzi" disse Salvo
"Ti è successa davvero una cosa molto grande da poter affrontare da solo, hai bisogno del sostengo e dell'affetto dei tuoi amici e io ci sarò. Non ti darò tregua" disse Elvira cercando di strappargli un sorriso e ci riuscì 
"Anche se come consolatrice sono pessima. Non so cosa dire soprattutto questa sera però sappi che sono sono con te"
"A me basta che tu mi ascolti e io già mi sento meglio" rispose lui 
"Sappi che per me sei un esempio, nessuno avrebbe fatto ciò che hai fatto tu probabilmente" e Salvatore le rispose con un sorriso perché non sapeva cos'altro dire
"Adesso vai a casa?" chiese lei 
"Si, purtroppo anche se non voglio devo tornare tanto se sto qui peggioro le cose, anche qui ho tanti ricordi con Anna e l'ultimo non piacevole per i miei sentimenti. Non sarà facile dimenticarla"
"Vuoi che ti accompagni a casa a piedi?" chiese Elvira 
"No, non mi permetterei mai di chiederti tanto disturbo poi con questo freddo e così tardi. Non so neanche dove abiti se è vicino a casa mia, non ti preoccupare davvero. Tanto a casa ci saranno Armando e Marcello, lo dovrò dire anche a loro"
"Ma per me non c'è nessun problema"
"No, non se ne parla che tu torni da sola a casa per accompagnare me"
"Allora facciamo così finché possiamo camminiamo insieme poi ognuno per la strada di casa" si imputò Elvira che non voleva lasciarlo in quello stato
"Va bene, così ci sto" rispose lui 
 
Dopo pochi minuti e altre chiacchiere si salutarono proprio difronte alla via dove sta posizionata la cabina telefonica e un deja-vu pervarse Salvatore. Solo un anno fa circa qui lui e Anna si sono baciati per la prima volta, qualcosa lo aveva bloccato di nuovo. 
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"Salvo?"
"Sì?"
"Cosa hai? Ti sei fermato e non hai neanche risposto a ciò che ti ho detto" rispose Elvira 
"Scusami davvero è che siamo capitati proprio nella via sbagliata. Io e Anna ci siamo baciati per la prima volta proprio dentro la cabina telefonica"
"Non è stata una grande idea andare a piedi, dovevamo prendere il tram"
"Ma no, a me sta facendo bene camminare nonostante tutto. Questo venticello fresco ci proprio voleva, anche se non scaccerà i miei pensieri"
"Noi ti staremo tutti vicino in questo periodo, faremo il possibile. Non mi piace questa versione di te, voglio il vecchio Salvo" e gli accarezzò un braccio prima di salutarlo e dirigersi verso casa.
Quel gesto fece scattare qualcosa in Salvatore, sentire tutta quella vicinanza da parte di Elvira, nonostante si conoscessero da un paio di mesi, lo commosse e scoppiò a piangere. 
Elvira pensò tra sé e sé che in effetti era strano che non avesse pianto neanche una lacrima, chissà cosa era scattato in quel preciso momento. Forse il ricordo di quel bacio o forse ormai era davvero crollato, anzi si era trattenuto anche per troppe ore.
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"Non finirò mai di ingraziarti" disse Salvo che istintivamente, con le lacrime che gli rigavano il viso, si avvicinò ad Elvira per stringerla a sé in un abbraccio. 
Elvira era stata colta di sorpresa, non se lo aspettava e rimase per un secondo con le braccia in aria prima di poggiarle sulla schiena di Salvatore. Quel contatto così caldo e piacevole aveva completamente destabilizzato Elvira che ormai sembrava essersi resa conto che davvero si era presa cotta per Salvatore anche se sentendo ciò che lui le ha raccontato pensò che non era il momento di pensare a questo, doveva solo stargli vicina come amica e dargli tutto il supporto del mondo. 
Nessuno dei due voleva abbandonare quell'abitacolo, Salvatore perché aveva trovato conforto nelle braccia di Elvira e lei perché non voleva assolutamente abbandonare quella sensazione di calore che stava provando da quasi due minuti, una sensazione che non aveva mai provato prima. Nessuno dei due sapeva però che in futuro quelle braccia sarebbero state la casa l'uno dell'altra.
 
 
 
   
 
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