Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    10/07/2023    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pathfinder: L'Ascesa della Follia

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

oooooooooo

 

Capitolo 31 - I tentacoli della Dama

 

 

Il resto del gruppo degli Abolitori era riuscito a raggiungere Dario e i suoi compagni prima di quanto il giovane avesse osato sperare. Pandora era alla testa del gruppo, e lei per prima emise un'esclamazione di sorpresa e disgusto quando vide gli ogre che giacevano a terra senza vita, sparpagliati qua e là per la radura che fino a poco prima era stata tranquilla e pacifica. I cespugli erano impregnati del sangue di quelle creature repellenti, e assieme ad esse giacevano i corpi dei leprilopi uccisi, e di uno dei centauri che era caduto sotto i colpi dei giganteschi bruti.

 

"Dario? Ragazzi?" chiese Pandora, sollevata quando il suo sguardo si posò sui suoi compagni. "In nome di Ehlonna, che diavolo è successo qui?"

"Abbiamo ricevuto... una visitina da parte di questi schifosi ammassi di carne." disse Maria con acredine, tirando un calcio alla carcassa dell'ogre più vicino a lei. "Sono servitori della Dama Senza Cuore. Sapevano già che noi eravamo qui in zona, e ci hanno atteso al varco per farci fuori, ma come potete vedere... con noi non l'hanno spuntata."

 

"Pelor misericordioso..." sussurrò Bastiano. Il piccolo oracolo, in un misto di disgusto e curiosità, si avvicinò zoppicando al massiccio cadavere di uno degli ogre e lo osservò ad alcuni passi di distanza, come se avesse paura che quella montagna di carne si rialzasse da un momento all'altro e cercasse di agguantarlo. "Non ho mai visto una cosa simile... pensate che la Dama Senza Cuore abbia ancora un bel po' di questi mostri al suo servizio?"

 

"Se ce li ha, avranno l'onore di fare conoscenza con il mio fucile!" esclamò Gunther con aria sicura di sè, tenendo il suo moschetto assicurato sulla schiena e ben avvolto nel suo telo. "Ma lasciamo perdere questi bestioni. Sappiamo dove andare a cercare questa Dama Senza Cuore, quindi?"

"Sì... il compagno della signorina Esmerelda è riuscito a sfuggirle, e ora si è offerto di guidarci fin lì." rispose Dario, ed Esmerelda rivolse a Baldo un'espressione di sollievo e gratitudine.

 

"Ma dobbiamo sbrigarci. Non credo che ci vorrà molto prima che la Dama venga a sapere che abbiamo sconfitto i suoi ogre." rispose Baldo con un cenno della testa. "Per favore, seguitemi. Da qui, conosco una serie di passaggi che ci porteranno al suo rifugio. Holmond è ancora lì, e dobbiamo salvarlo prima che sia troppo... tardi..."

Improvvisamente, Baldo strizzò un occhio e si portò una mano alla fronte, come se avesse un repentino mal di testa. Dario ed Esmerelda guardarono preoccupati nella sua direzione, ma Baldo si riprese subito e tirò un breve sospiro.

 

"Messer Baldo, tutto a posto?" chiese Francesco. "Non... non è che la Dama le ha fatto qualcosa mentre eravate suo prigioniero?"

L'elementalista si schiarì la voce e prese un respiro, come per calmarsi i nervi. "Sto bene, ragazzo mio. Tutto a posto. Sono... ancora un po' scioccato per quello che abbiamo visto io ed Holmond quando eravamo prigionieri." affermò. "Sapete, lei non è sola nella sua tana. Ha una piccola corte di creature fatate maligne che la servono e sperano di ottenere i suoi favori. E hanno catturato numerosi abitanti di questa foresta per consegnarli ai Malformatori."

Matilde sgranò gli occhi. "Accidenti, allora questa è la conferma che la Dama Senza Cuore lavora per quelle canaglie. Ma per quale motivo?" chiese la piccola avventuriera.

 

Baldo scosse la testa. "Sinceramente, non ne ho idea. La Dama Senza Cuore non ci ha detto il perchè delle sue azioni... e del resto, non vedo che motivo avesse." affermò. "Ma l'importante è che adesso abbiamo la possibilità di porre fine ai suoi piani, giusto?"

"Certo... sicuramente è un'occasione che non possiamo farci scappare." disse Dario, storcendo un po' il naso. Non era del tutto sicuro del perchè, ma aveva l'impressione che ci fosse qualcosa fuori posto. I suoi istinti e la sua paranoia lo avevano tenuto in vita nei difficili anni della sua infanzia ed adolescenza, e ancora in quella situazione era disposto ad ascoltarli. Rivolse a Baldo un'occhiata sfuggente, appena un attimo in cui cercò di leggere l'espressione del suo volto. "Va bene... prego, messer Baldo, ci faccia pure strada."

 

"Con piacere." disse Baldo. "Prego, seguitemi."

"Aspettate." disse uno dei centauri rimasti. "Noi che cosa dovremmo fare? Vi accompagniamo ancora?"

Pandora sospirò e scosse la testa. "Meglio di no, ragazzi... penso che sia meglio se tornate indietro ed informate Lady Eudora di quanto è successo." affermò. "Prendete con voi anche quelli che sono caduti, e date loro una degna sepoltura. Non vorremmo che voi vi esponiate ancora."

Il centauro fece un cenno con la testa e fece cenno ai leprilopi di raggrupparsi e prepararsi a tornare indietro. Il gruppo assunse rapidamente la formazione di marcia, con Iaco, Bastiano e Pandora nel bel mezzo della disposizione, in modo da essere meno vulnerabili nel caso di un attacco improvviso. Maria e Gunther si misero nelle retrovie, le asce ben strette nelle mani, e Nisa si piazzò vicino all'avanguardia, dove si trovavano Esmerelda, Dario, Matilde e il precedente gruppo di Esmerelda si erano posizionati in un formidabile schieramento. Ad un cenno di Baldo, il gruppo riprese la strada, addentrandosi sempre di più nella foresta...

 

 

oooooooooo

 

 

Il gruppo di Abolitori non immaginava che la foresta potesse essere così fitta e difficile da navigare. A volte, avevano l'impressione che le piante crescessero a vista d'occhio, con lo scopo consapevole di ostacolarli... e in più di un'occasione, si erano trovati a difendersi da strane creature vegetali che avevano cercato di avvinghiare qualcuno nelle retrovie...

 

"Yaaaaah!" con un grido di battaglia, Matilde sferrò un fendente ad arco davanti a sè, entrambe le mani strette all'elsa del suo spadone dalla lama larga. Il vegetale predatore davanti a lei, un ammasso di liane viventi che aveva cercato di avvinghiare lei e Bastiano in una presa mortale, non resse al colpo e cadde a terra diviso in due parti, contorcendosi ancora per qualche attimo prima di crollare.

La piccola spadaccina si passò una mano sulla fronte e osservò con un certo orgoglio il mostro vegetale ormai morto, poi rinfoderò la spada sulla schiena con un gesto che ormai per lei era naturale. "Ecco fatto! Allora, che ve ne pare? La grande Matilde colpisce di nuovo!" si vantò, sorridendo sicura.

 

"Ottimo lavoro, piccola Matilde!" affermò Francesco, ed Agnesefece un breve applauso di congratulazioni. "Dico la verità, non credevo che voi due foste così abili. Tu e Bastiano siete stati di grande aiuto."

"Se devo dire io la verità, mi dispiace che questi bambini siano costretti ad imbarcarsi in avventure pericolose assieme a noi." rispose Maria, che stava ricevendo un basilare incantesimo curativo da Bastiano. "Ma al momento, sono più al sicuro con noi che in qualsiasi altro luogo. Ma lasciamo perdere, per adesso. Quanto manca al nascondiglio della Dama Senza Cuore, messer Baldo?"

 

L'uomo fece un cenno con la testa, come per dire di non alzare troppo la voce. "Ormai ci siamo. E' proprio qui, appena superata quella barriera di arbusti." disse Baldo, sentendo il suono rassicurante di un ruscello che sgorgava nelle vicinanze. Guardando nella direzione da cui proveniva il suono, Nisa incoccò una freccia... poi tirò un sospiro, vedendo che nessuno dei seguaci della Dama li aveva ancora trovati, e raggiunse Pandora, Gunther e Sotero.

 

"Molto bene... allora andiamo a dare un'occhiata." disse Dario. Il ragazzo scivolò silenziosamente tra l'erba alta della foresta e tra le fronde di un grande arbusto di oleandro selvatico dai fiori bianchi.

"Che bella pianta..." sussurrò Matilde a Nisa, indicando con lo sguardo l'arbusto nel quale Dario si era intrufolato.

L'elfa sorrise gentilmente. "Si chiama oleandro, piccola Matilde." spiegò a bassa voce. "Ed è una pianta molto velenosa."

La piccola avventuriera ritirò la mano con una buffa espressione di sorpresa e timore, e Dario non potè trattenere un sorriso prima di tornare alla missione. Il nascondiglio della Dama Senza Cuore era una radura nascosta tra il verde, il terreno ricoperto da un soffice tappeto di muschio, decorato da una graziosa fonte naturale dalla quale zampillava un getto d'acqua che poi scorreva fino a formare il piccolo ruscello che gli Abolitori avevano visto. I tronchi degli alberi erano a loro volta decorati da piante rampicanti e muschio, dando allo scenario l'impressione di un luogo incontaminato e tranquillo. Forse poteva sembrare strano che una fata malvagia avesse scelto proprio quel luogo come base per le sue depredazioni, ma Dario pensò che in effetti aveva senso. Circondate da un paesaggio così tranquillizzante, le vittime della Dama Senza Cuore avrebbero abbassato più facilmente la guardia e si sarebbero trovate ad essere facile preda di quella creatura...

 

"Potete venire, nessuno in vista... o almeno spero." disse Dario voltandosi verso il resto del gruppo. "Dove si nasconde la Dama Senza Cuore, messer Baldo?"

L'uomo sospirò e diede un'occhiata alla radura, fissando lo sguardo su una piccola collina ricoperta di muschio e piante rampicanti. In effetti, sembrava abbastanza alta da poter fare da nascondiglio... e considerando come agivano i folletti, era del tutto immaginabile che avessero scelto proprio quel punto come tana, e avessero usato qualche trucchetto magico per occultarla.

 

"Lì, dietro a quella piccola altura..." disse Baldo. "Lì si trova un ingresso nascosto che porta alle sue camere... ma state attenti, è un luogo angusto e disseminato di pericoli! La Dama tiene sempre con sè diversi dei suoi servitori... e ricordatevi che c'è ancora Holmond con loro."

Con un cenno della testa, Maria prese la testa del gruppo mentre questi si avvicinavano alla collinetta con estrema attenzione. Matilde tenne ben stretta la sua spada e si affiancò a Bastiano, le cui labbra si mossero silenziosamente, sussurrando un incantesimo. Francesco ed Agnese andarono avanti ad osservare la collinetta... e ancora una volta, non videro nulla di fuori luogo. La situazione cominciava ad essere snervante. Sapevano che sarebbe arrivato un attacco da un momento all'altro... ma non potevano sapere nè quando nè da dove. Era solo questione di attendere e sperare di essere pronti.

 

Finalmente, Francesco sentì qualcosa che si spostava tra le fronde dei cespugli che delimitavano la radura. Serrando gli occhi, il mezzelfo si avvicinò alla sorella e sfoderò una corta spada. Entrambi fissarono il punto da cui proveniva il fruscio, e si prepararono a combattere. Forse quello era Holmond, e sicuramente non sarebbe stato da solo: non credevano che la Dama Senza Cuore sarebbe stata lì a dargli man forte di persona, ma sicuramente ci sarebbe stato qualcun altro dei suoi servitori...

 

"State attenti. Adesso ci sarà di sicuro qualche scagnozzo della Dama..." li avvertì Nisa. Canga si piegò sulle sue potenti zampe posteriori, mentre la druida tendeva l'arco per scagliare una freccia.

"Ricordatevi che dobbiamo solo fermare il compagno di Esmerelda, non ucciderlo." volle precisare Gunther. Pandora annuì... e un attimo dopo, il fruscio si intensificò, e dalla foresta uscirono di colpo due bestioni tutti muscoli dal volto grasso ed appesantito e dalla pelle incrostata di sudiciume, vestiti soltanto di stracci puzzolenti, che brandivano delle enormi mazze come se non pesassero nulla! Altri due ogre, senza dubbio... ma assieme a loro, si trovavano anche delle creature fatate simili ad umanoidi dalla pelle verdastra, con delle lunghe antenne sul capo e un volto stranamente umanoide, le gambe e le braccia stranamente lunghe e snelle per la loro bassa statura (un po' al di sotto del metro e venti). Altre tre creature, tre strani folletti alati, alti come bambini, che emettevano una tenue, innaturale luce tutt'attorno a sè, svolazzavano attorno agli ogre, senza alcuna apparente preoccupazione.

 

E soprattutto, a capo del gruppetto si trova un nano ben armato e ben corazzato, dalla barba rossa, che brandiva una grossa ascia da battaglia. Francesco, Agnese ed Esmerelda ebbero un sussulto nel riconoscere Holmond, il loro compagno di avventura.

 

"E' li, Dario." disse la chierica dai capelli rossi. Il ragazzo biondo annuì e si tenne pronto ad intervenire. Gli ogre uscirono del tutto dalla vegetazione, emettendo una serie di risatine idiote, e si piazzarono ai fianchi del nano, che osservava i suoi ex-compagni di squadra con occhi vitrei e privi di volontà.

"Dietro di me, Basti." disse Matilde, piazzandosi davanti al suo amichetto più gracile, e deglutendo nervosamente alla vista degli ogre. L'idea di quello che quei bruti senza cervello e senza cuore avrebbero fatto a loro se avessero avuto la meglio la fece rabbrividire e la spronò a fare del suo meglio nello scontro che si preannunciava inevitabile...

 

E infatti, prima ancora che la piccola guerriera riuscisse a formulare del tutto il suo pensiero, gli ogre scattarono all'attacco brandendo le loro terrificanti mazze ed emettendo una serie di acute grida di giubilo!

"Pappa bona! Me mangia voi!" esclamò il primo ogre, puntando verso Nisa e Gunther. L'elfa scoccò la sua freccia e trafisse la spalla destra del bestione, che mugolò di dolore e fu costretto a fermarsi... ma nello stesso momento, gli umanoudi con le antenne e la pelle verde fecero la loro mossa e scattarono in direzioni opposte, ad una velocità tale che Dario non riuscì a seguirli, e rimase come imbambolato a guardare mentre uno di loro gli si avvicinava di scatto! Prima ancora che il giovane biondo potesse capire cosa stesse accadendo, il folletto verde aveva coperto la distanza che li separava, e sfoderò un ghigno di vittoria mentre tentava un affondo con un pugnale! Solo agendo d'istinto Dario riuscì ad evitare di essere colpito in un punto vitale, ma l'acuta lama penetrò nella sua giubba di cuoio con agghiacciante facilità e lo raggiunse al fianco sinistro, appena sotto le costole.

 

"Kyaaaah!" Matilde emise un grido di dolore quado l'altro folletto verde scattò accanto a lei e a Bastiano. La bambina strinse i denti e mantenne a malapena la presa sulla sua arma... e nello stesso momento, anche Bastiano barcollò, tamponandosi una ferita allo stomaco.

 

"Ragazzi!" esclamò Iaco con espressione allarmata. Ripresasi in fretta dalla sorpresa, Maria scattò in avanti e sollevò la sua ascia per colpire il folletto verde... ma quest'ultimo, facendo mostra di riflessi che per un essere umano sarebbero stati impossibili, fece una serie di capriole all'indietro, ritornando alla posizione iniziale nel giro di meno di un secondo! L'ascia di Maria si piantò nel terreno, e il folletto verde le rise in faccia, facendole perdere ancora di più le staffe. "Rrrrrgh! Piccolo bastardo! Vieni qui e combatti ad armi pari, se hai un briciolo di fegato!"

 

"Inutile, Maria! Quello è quickling!" esclamò Iaco, riconoscendo il tipo di folletto... ma la terza ondata partì subito dopo, e i tre folletti alati e luminosi si affiancarono agli ogre, sfruttando la loro mole spaventosa come scudo. "Folletti molto veloci! Non puoi prenderli correndogli dietro!"

"Adesso... ugh... lo sistemo io! Che provi soltanto ad avvicinarsi!" esclamò Matilde stringendo i denti e cercando di piazzarsi davanti a Bastiano per impedire che venisse preso di mira. Un ogre si lanciò su di lei, ma la piccola guerriera riuscì a deviare il colpo e a rispondergli con un abile affondo che penetrò nel fianco sinistro del bestione. Ma la pellaccia coriacea della creatura riuscì ad attutire un po' il colpo, e la lama non riuscì a raggiungere organi importanti.

 

"Uuuuuh! Bambolina cativa! Fato male me! Me spacca!" mugolò l'ogre, per poi sollevare la sua arma ed accingersi ad abbatterla su Matilde, che sgranò gli occhi per l'orrore e restò come congelata sul posto, in parte per la sua determinazione di salvare Bastiano, e in parte immaginandosi già stritolata sotto quell'arma.

"Che la tua mano si fermi, ammasso di muscoli! Blocca Persone!" esclamò la giovane fattucchiera. Immediatamente, l'ogre restò congelato sul posto, con un'espressione confusa e spaventata sul suo orrendo volto. Matilde e Bastiano si allontanarono rapidamente dal betione, e la piccola riprese fiato, per poi ringraziare Pandora per il suo aiuto.

 

"Grazie mille... attenta, Pandora!" esclamò Bastiano. Prima che la biondina potesse rendersi conto di cosa stesse accadendo, uno di quei piccoli folletti alati e luminosi si schiantò su di lei ad alta velocità, facendola barcollare e strappandole un grugnito di sorpresa. Matilde reagì con rapidità e sferrò un fendente con il suo spadone, riuscendo a colpire di striscio la sfuggente creaturina luminosa... ma poi fu costretta a chiudersi in difesa quando il secondo quickling apparve di fronte a lei, sferrando una pugnalata che per fortuna venne deviata dal pettorale d'acciaio della piccola guerriera. Ringhiando per la rabbia e la paura, Matilde sferrò un altro fendente... ma la lama fendette l'aria davanti a lei, visto che il quickling si era già spostato, ad una tale velocità che se Matilde avesse sbattuto gli occhi non lo avrebbe visto muoversi!

 

"Ma che diavolo... ma quanto sono veloci, questi piccoli bastardi?" esclamò Agnese. La giovane mezzelfa stava cercando freneticamente di colpire l'altro quickling con la sua daga, ma ancora una volta, i malefici folletti verdi si stavano dimostrando troppo agili per poter stare loro dietro... e, distratti dalle minacce più ovvie, gli avventurieri non avevano tenuto d'occhio i tre folletti alati luminosi, che avevano così avuto la possibilità di disperdersi e piazzarsi in punti strategici. Mentre Maria avanzava per attaccare un ogre, uno dei folletti luminosi scese in picchiata con letale precisione, e colpì la guerriera con una pugnalata vicino alle costole, che l'armatura riuscì soltanto in parte a deviare! Maria strinse i denti ed emise un gemito strozzato, ma riuscì a voltarsi di scatto e a sferrare un fendente con la sua ascia, colpendo di striscio la creaturina luminosa.

 

Uno dei suoi simili, intanto, stava cercando di attaccare Dario, mentre Esmerelda era impegnata a tenere occupato Holmond. Il nano, chiaramente sotto il controllo della sua signora fatata, non aveva perso tempo a gettarsi nella lizza, usando la sua ascia per tenere sotto pressione la chierica dai capelli rossi.

"Ugh... così non può andare avanti! Devi sbarazzarmi di questo piccolo bastardo..." mormorò Dario, cercando un momento in cui il folletto luminoso avesse abbassato la guardia. Con una risata argentina, la piccola creatura si alzò di quota... e puntò una mano verso il biondo, che alzò lo sguardo e si apprestò a lanciarle contro un pugnale...

 

E in quel momento, un lampo abbagliante scaturì dal palmo della mano del folletto, e Dario emise un grido di disappunto e barcollò all'indietro abbagliato!

"Dario!" esclamò Esmerelda, distraendo per un attimo la sua attenzione da Holmond, che cercò di approfittarne per sferrare un colpo con la sua ascia. La ragazza scansò l'attacco e sferrò un calcio al torace del suo compagno ipnotizzato, scuotendolo senza fargli del male. "Messer Holmond, la prego, si svegli!" esclamò. "Non siete in voi, in questo momento! Vi stanno controllando!"

 

"Io devo... obbedire alla mia padrona..." mormorò il nano, tenendo Esmerelda sotto pressione mentre la lotta infuriava. I quickling e i folletti luminosi si stavano rivelando delle vere seccature, sferrando attacchi mordi e fuggi per indebolire gradualmente gli avventurieri senza rischiare direttamente... e anche se uno degli ogre era paralizzato, l'altro stava comunque facendo un buon lavoro a tenere l'attenzione del gruppo su di sè.

Agnese provvide a spezzare la situazione di stallo. Quando il folletto alato che aveva attaccato Dario cominciò a scendere, la giovane mezzelfa colse il momento giusto e sferrò un affondo micidiale con la sua daga, affondando la lama tra le scapole del mostriciattolo, e facendola uscire dal torace! Il folletto luminoso spalancò gli occhi, e la sua bocca si spalancò in un urlo silenzioso prima che il suo corpo si infrangesse in una pioggia di scintille di luce bianca, che ricaddero al suolo come gli ultimi lapilli di un fuoco d'artificio.

 

"Hah! Ce l'ho fatta! Fuori uno!" esclamò la mezzelfa, per poi scattare via quando uno dei quickling si volse furibondo su di lei! Francesco intervenne per aiutare la sorella, e riuscì a vibrare un fendente che colpì il folletto verde al braccio destro.

"Gah!" esclamò il quickling, scuotendo il braccio ferito, per poi scattare via a tutta velocità e rimettersi in guardia. "Tsk... siete stati in gamba, lo ammetto! Ma non potete sperare di avere la meglio su tutti noi! Arrendetevi, e avrete il privilegio di servire la Dama!"

 

"Non ci arrenderemo tanto facilmente..." cominciò a dire Gunther.

Prima che il nano potesse terminare la frase, uno dei due folletti luminosi superstiti fece un gesto con la braccia, e poi si passò una mano sugli occhi... e nello stesso momento, Gunther sentì un improvviso, lancinante dolore agli occhi! Con un ringhio, il nano fece cadere a terra le sue armi e si premette le mani sulla parte superiore del volto, ma il dolore aumentò rapidamente di intensità, facendolo sentire come se qualcuno gli avesse sparato negli occhi una luce abbagliante!

"Gunther, no!" esclamò Nisa. L'elfa druida aveva usato il suo arco per cercare di tenere a bada l'ogre superstite, ed era riuscita in quel momento a colpirlo al torace, infliggendogli una seria ferita. Gunther cominciò a barcollare, annaspando con le braccia come se stesse cercando di orientarsi nell'oscurità... e con orrore, Nisa si rese conto che era diventato cieco! Canga si piazzò accanto alla sua compagna druida, cercando di difenderla... ma non riuscì a colpire il folletto alato che gli i avvicinò di scatto, ferendolo ad un fianco con il suo pugnale.

 

"Qui non si mette affatto bene..." sussurrò Matilde, che stava cercando con tutte le sue forze di proteggere Bastiano e Iaco. Il piccolo oracolo e il coboldo cercavano di lanciare degli incantesimi, ma erano troppo occupati a difendersi dagli attacchi dei quickling e dei folletti luminosi... e Matilde non riusciva ad essere ovunque per proteggerli. La piccola guerriera si mosse e parò l'attacco di un quickling, ma quest'ultimo si allontanò rapidamente con un'irritante serie di ruote, capriole e salti mortali all'indietro. In quel momento, Matilde notò che Baldo era l'unico del gruppo a non essere impegnato nella lotta, e la cosa la lasciò sorpresa per un attimo, prima che l'indignazione si facesse sentire. Come mai se ne stava lì senza dare una mano? "Messer... messer Baldo, abbiamo bisogno di aiuto! Non se ne resti lì come niente fosse!"

 

Per un istante, l'uomo non reagì, e Matilde temette che i folletti lo avessero colpito con qualche altra strana magia... ma un attimo dopo, accadde qualcosa che lasciò tutti ancora più scioccati. L'elementalista alzò lo sguardo... e Matilde riuscì a vedere che i suoi occhi avevano perso luce e colore, esattamente come quelli di Holmond!

"Sì... ora... aiuterò... la mia signora..." affermò, alzando una mano avvolta da una splendente aura magica gialla. "Che la terra... inghiotta... chi si oppone... alla Dama..."

 

Un attimo dopo, si sentì un rombo, come il rumore di un terremoto lontano... e senza preavviso, una larga fossa si spalancò sotto i piedi di Maria, Matilde, Iaco e Bastiano, che ebbero appena il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo... prima di cadere come tanti sassi sul fondo della buca, a circa tre metri di profondità! I malcapitati avventurieri si schiantarono dolorosamente sul fondo, restando tramortiti... e lasciando il resto del gruppo sguarnito e sorpreso!

"Messer Baldo! Ma cosa... Gwah!" esclamò Esmerelda un attimo prima che Holmond la colpisse allo stomaco con il manico della sua ascia, con abbastanza forza da mozzarle il respiro e farla cadere a terra in ginocchio. Ancora abbagliato dall'attacco del folletto di prima, Dario non riuscì a difendersi quando il mostriciattolo alato gli si avvicinò, questa volta brandendo un pugnale la cui lama gocciolava di uno strano e denso liquido nero... e prima che il giovane biondo potesse difendersi, la piccola lama gli si conficcò nel braccio destro.

 

"Che cosa... che diavolo sta succedendo?" esclamò Pandora, quasi in panico. "Siamo... siamo stati ingannati! Anche Messer Baldo è sotto il controllo..."

"Hah! Taci una buona volta, donnetta!" esclamò la voce roca di un vecchio dietro di lei. Pandora strinse i denti per il dolore quando sentì qualcosa penetrarle nel fianco destro... e voltandosi di scatto, si rese conto con orrore che si trattava della lama di una falce, tenuta tra le mani di una creaturina simile ad un vecchietto alto poco più di un bambino, vestito di abiti da contadino stracciati corredati da un paio di stivali con le punte rinforzate in ferro, e sulla testa un berretto a punta dello stesso colore rosso vivo del sangue! Pandora strinse i denti e sputò del sangue, per poi vedere che Nisa e Canga erano stati avvinghiati da delle liane ricoperte di foglie, create tramite qualche altro incantesimo... e Gunther, cieco ed indifeso, era stato catturato da uno dei quickling.

 

"Merda..." imprecò la fattucchiera, cadendo in ginocchio mentre si tamponava il fianco ferito. Sotero apparve immediatamente al suo fianco, osservandola con espressione ansiosa, e il vecchietto con il berretto rosso estrasse la punta della lama ricurva dalla ferita e la portò a sè, per poi asciugare il sangue con il suo cappello.

"Un berretto rosso, miao..." miagolò Sotero. "Sembra proprio... che siamo in trappola, miao..."

 

Infatti, ormai non restava più nessuno a combattere. Francesco ed Agnese erano stati gli ultimi a restare in piedi, ma anche loro avevano dovuto cedere davanti alla superiorità numerica del nemico, e soprattutto all'inaspettata velocità dei quickling. Era una sconfitta su tutta la linea... e tutto perchè non immaginavano che Baldo fosse stato a sua volta schiavizzato dalla Dama Senza Cuore. Dario doveva ammetterlo, pur con acredine. Era stato bravo a nascondere la sua condizione... e Dario non era stato abbastanza paranoico da sospettare di lui.

 

"Messer... Baldo...?" mormorò Esmerelda, rimproverandosi di non essere stata abbastanza accorta. "Era... una trappola? La Dama Senza Cuore... vi ha stregato?"

"La nostra padrona richiede che vi siate condotti a lei." tagliò corto l'elementalista, la cui voce suonava ora piatta e gelida, come se qualcun altro stesse parlando al suo posto. Con scioccante rapidità, i quickling si accostarono al gruppo di Abolitori e legarono loro i polsi dietro la schiena, immobilizzando le dita a Bastiano, Iaco e Pandora in modo che non potessero lanciare incantesimi. Maria protestò energicamente mentre un quickling e un folletto luminoso la trascinavano fuori dalla fossa, ammaccata e dolorante... ma il mostriciattolo alato la mise a tacere infilandole la punta di un pugnale nella spalla destra. Esmerelda strinse i denti per il bruciante dolore, e vide che la lama del pugnale era intrisa di uno strano fluido nero che stava già penetrando nella ferita. Il veleno nero fece espandere una larga macchia sulla spalla di Esmerelda, che si sentì di colpo debole ed assonnata.

 

"Non abbiate paura. Servire la nostra Dama sarà un'esperienza piacevole! Una vera estasi!" sghignazzò uno dei quickling con espressione trionfante. "Tranne, ovviamente, per quelli di voi che dovranno fare una visita ai Malformatori. Per quanto riguarda loro, spero proprio che si godranno una visita ai loro laboratori, dove avranno il privilegio di ricevere il trattamento di favore dei nostri amici! Heheheee!"

"Maledetti..." ringhiò Gunther, brancolando cieco mentre veniva ridotto all'impotenza dal berretto rosso che gli stava legando polsi e caviglie. "Ma com'è... possibile? Perchè degli esseri fatati come voi lavorano per i Malformatori?"

 

"Noi non lavoriamo per loro! La parola della nostra Dama è legge per noi!" replicò l'altro quickling. "Se volete saperne di più... dovreste chiedere alla nostra Dama! Ammesso, ovviamente, che si degnerà di rispondere a dei mortali! Heheheheee..."

"Ora basta con le sciocchezze, fratellini! Dobbiamo portare questi mortali alla nostra signora quanto prima!" affermò il berretto rosso, dopo essersi assicurato di aver ripulito bene la sua falce dal sangue di Pandora. 

"Forse voi andare da amici!" gorgogliò l'ogre che Pandora aveva affrontato, finalmente libero dalla paralisi. "O forse noi mangia voi!" 

 

Il gruppo non potè fare molto. Nonostante la loro strenua resistenza, erano stati sopraffatti dal nemico e dall'attacco a sorpresa, e uno alla volta, gli agenti degli Abolitori vennero legati, resi inoffensivi e costretti a seguire i folletti maligni e i due Abolitori stregati verso la tana della Dama Senza Cuore...

 

 

oooooooooo

 

Senza troppe cerimonie, l'ogre diede uno spintone a Matilde, e la bambina perse l'equilibrio e finì in ginocchio sul terreno ricoperto di foglie e muschio, di fronte ad uno spettacolare albero secolare dalle foglie multicolore - uno spettacolo davvero suggestivo, dal momento chesembrava che certe parti dell'albero sentissero l'autunno, mentre altre erano vivaci e verdeggianti come in estate, e altre ancora erano decorate di fiori come in primavera. Certamente, non poteva essere un fenomeno naturale - doveva per forza trattarsi del risultato di qualche magia o di un fenomeno fatato.

 

"Ow! E smettila di spintonarmi, ammasso di budella!" esclamò Matilde, voltandosi di scatto verso l'ogre, che ridacchiava in maniera idiota mentre osservava la piccola agitarsi per cercare di infrangere le corde e le liane che la legavano. "Sei fortunato che siamo legati e voi siete più di noi, altrimenti ti avrei già fatto a fettine!"

 

"Heheee! Bambolina crede lei forte, che buffo!" commentò l'ogre con un sorriso vacuo e lo sguardo vacante.

"Lasciate che credano quello che vogliono." intervenne una voce femminile apparentemente dolce e dal tono accomodante. Ma ad ascoltarla con un minimo di attenzione, sarebbe stato possibile sentire la malizia e la crudeltà nella sua voce. Immediatamente, gli ogre, i quickling, i folletti luminosi e il vecchietto dal berretto rosso si inchinarono, mentre attendevano che arrivasse la loro padrona...

 

Da dietro il tronco dell'albero fatato, emerse una creatura incantevole, dalle fattezze di donna ma dalla bellezza soprannaturale, con un corpo statuario e conturbante, lineamenti allo stesso tempo forti e delicati, come cesellati nel marmo, e occhi rossi di passione. Anche le sue labbra erano rosse, così come i lunghi capelli che fluivano regali sulla schiena e sulle spalle, e il pettorale nero ed argentato che indossava, assieme ad una tunica grigia scura e ad un paio di stivali al ginocchio. Tuttavia, un inquietante particolare disturbava la bellezza altrimenti perfetta della donna fatata: al posto delle braccia, aveva due paia di tentacoli ricoperti di viscida, coriacea pelle grigio-verde che si muovevano sinuosi come serpenti attorno a lei.

 

Matilde si fermò come incantata ad osservare la bizzarra fata del male, che si avvicinava al gruppo con un sorriso di superiorità. In effetti, non era lei la sola ad essere rimasta imbambolata. Molti membri del gruppo - in effetti, tutti tranne Gunther, che era ancora cieco, Esmerelda e Bastiano, tutti erano rimasti mesmerizzati nel vedere la creatura fatata che si era appena rivelata. C'era qualcosa in lei che sembrava costringere tutti a guardarla e restarne ammirati ed affascinati... un effetto soprannaturale al quale era terribilmente difficile resistere, malgrado l'orrore di quei tentacoli deformi attaccati a quel corpo perfetto...

 

Non c'era alcun dubbio, quella creatura non poteva essere che la famigerata Dama Senza Cuore.  

L'essere fatato si piazzò davanti ai membri del gruppo, che continuavano a guardarla ipnotizzati, in un misto di stupore, ammirazione ed orrore. "Quello che importa è che abbiamo preso i due mocciosi, e tutti questi avventurieri sono degli ottimi esemplari di ognuna delle loro specie. Sì, credo proprio che i nostri alleati saranno contenti di riceverli. Anche questo miserabile coboldo."

 

La Dama Senza Cuore si avvicinò a Iaco, che sgranò gli occhi in preda al terrore e cercò di allontanarsi - ma i suoi polsi e le sue caviglie erano stati legati, in modo da impedirgli di muoversi... e anche la sua bocca era stata chiusa con delle robuste liane, in modo che non potesse pronunciare incantesimi. Con uno dei suoi tentacoli, la fata malvagia accarezzò il mento del coboldo stregone, come se stesse facendo le coccole ad un cagnolino... ma per un secondo, strinse la viscida appendice attorno al collo di Iaco, un gesto che serviva a fargli capire che avrebbe potuto ucciderlo con un solo gesto.

"Ovviamente, possiamo anche risparmiarvi e lasciarvi andare. Se voi ci dite dove si trova la vostra Lady Eudora. Vi prometto piaceri e delizie come voi mortali non potreste nemmeno immaginare... e tutto quello che dovete fare è tradire la vostra protettrice, e rinunciare a tornare nel mondo dei mortali." continuò la Dama. "Ovviamente, non posso garantirvi le vite di questi mocciosi, dal momento che i Malformatori sono stati... piuttosto insistenti nel richiederli. Ma almeno voi salverete le vostre vite, e potrete vivere con me fino alla fine dei vostri giorni. Che ne dite? Mi sembra uno scambio equo."

 

Dario cercò disperatamente di distogliere lo sguardo dalla Dama, ma lo sforzo gli sembrò quasi doloroso. C'era qualcosa in quell'essere fatato che lo costringeva a guardarla...

"Che... che diavolo di creatura è questa? Io... io non vorrei... devo... distogliere lo sguardo da lei... ma c'è qualcosa che non mi permette di farlo..." pensò tra sè, sentendosi sempre meno lucido col passare dei secondi. "Ho... ho come l'impressione... che qualcosa stia incasinando i miei pensieri... questa creatura è... malvagia... è infida... bellissima... attraente... io non... non... che... che mi sta succedendo? E' come se... mi costringesse ad amarla..."

 

"Io... io..." mormorò Dario, con la fronte imperlata di sudore nel frenetico tentativo di opporsi al maleficio che stava riscrivendo le sue emozioni. "Non... non ti lascerò mai... questi bambini... mia cara... io non..."

"D-Dario?" chiese Esmerelda con evidente preoccupazione. "Che stai dicendo? Quella... quella creatura ti sta... facendo qualcosa?"

 

"Oh? Ho l'impressione che tu stia cercando di resistere, ragazzo." commentò la Dama, rivolgendo tutta la sua attenzione a Dario. "Non posso dire che la cosa mi dispiaccia. Le prede che oppongono un po' di resistenza sono più soddisfacenti, ed è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho avuto a che fare con una preda in grado di oppormi resistenza."

Una delle creaturine alate luminose si avvicinò alla Dama Senza Cuore, fluttuando leggiadra con le sue ali da libellula. La sua bocca si mosse, e dalle sue labbra uscirono delle parole incomprensibili in un linguaggio che ricordava fin troppo il cinguettio di un usignolo... ma la Dama sembrò comprendere senza problemi quello che stava dicendo, e reagì muovendo uno dei suoi tentacoli ed accarezzando l'esserino fatato sulla testa, come se fosse stato un cagnolino o un gattino.

 

"State tranquilli, piccoli fratelli, lascerò qualcosa anche per voi." affermò. "Quando tutti questi vermi mortali sarano dei gusci vuoti che mi venerano, la loro energia vitale spetterà anche a voi. E una volta che li avremo spremuti completamente, lasceremo che i vostri fratelloni ogre si trastullino con le loro tenere carni. Ooooh, chissà come si divertiranno!" La fata malvagia voltò la testa e fissò Francesco ed Agnese con espressione trionfante. "L'unico barlume di creatività che i cervelli regrediti degli ogre mostrano è quando torturano a morte le loro vittime. Chissà come useranno voi... credo, se non altro, che voi potrete avere un assaggio di quello che vi aspetta quando toccherà ai vostri due compagni di morire."

 

"Heheheee! Me mangia voi! Carne bona!" gorgogliò uno degli ogre. Avvicinò una mano grassoccia a Nisa e Canga, e fece uscire dalle labbra una orrida lingua nera e carnosa, leccandosi le labbra e sbavando ovunque. L'elfa trattenne a malapena un conato di vomito quando il fiato pestilenziale dell'ogre la colpì in faccia.

 

"Datti una calmata, ammasso di muscoli!" esclamò il misterioso folletto simile ad un vecchio con il berretto rosso, accarezzando minaccioso la lama della sua falce. "Non si mangia nessuno finchè la nostra signora non vi dà il permesso!"

L'ogre emise un mugolio deluso. "Ma me fame! Me mangiare!" grugnì.

Stillavispa corrugò la fronte e alzò la sua falce, in modo che l'ogre potesse vederne la lama affilatissima. "Ho detto... che prima aspetti che la nostra signora ti dia il permesso! Altrimenti..." sibilò. Per fortuna, l'ogre  

 

Francesco alzò la testa e fece un accenno di risposta, ma dalla bocca gli uscirono dei versi inarticolati, come se facesse fatica a formulare le parole. Agnese fece una smorfia di terrore e fissò Holmond e Baldo. In quel momento, il nano e l'elementalista si trovavano seduti su un ceppo d'albero, vicino alla Dama Senza Cuore, e i loro occhi vitrei, accompagnati dalle loro espressioni vacanti e senza vita, facevano capire fin troppo bene che quei due erano sotto il controllo della diabolica fata. Neppure il fatto che la Dama stesse parlando apertamente della loro morte riusciva a fare braccia del loro controllo mentale...

 

Bastiano, uno dei pochi che aveva ancora la lucidità di pensare ed agire, cercò di liberarsi le mani per lanciare un incantesimo... ma senza successo. Le corde erano troppo ben strette, e non gli permettevano alcun movimento. Con un verso di rabbia disperata, il piccolo oracolo cercò di avvicinarsi all'albero più vicino e grattare la corda sulla corteccia... ma uno dei quickling lo raggiunse, muovendosi con una tale rapidità che se Bastiano avesse sbattuto gli occhi non lo avrebbe visto.

"Ah-ah! No, mio caro, non siamo così sciocchi da farci fregare così!" disse il quickling con un sorriso falsamente affabile, una mano poggiata minacciosamente sulla spalla del ragazzino. Rendendosi conto che ormai la situazione era disperata, Bastiano abbassò la testa e singhiozzò rabbiosamente, ormai sicuro che il loro viaggio sarebbe terminato ingloriosamente in quella foresta ricolma di insidie... La Dama Senza Cuore li aveva catturati come tanti dilettanti, e ben presto tutti loro sarebbero diventati schiavi senza mente della crudele donna fatata - e sarebbero stati suoi schiavi finchè lei non si fosse stancata di loro, o finchè i Malformatori non fossero arrivati. Le loro vite erano nelle mani di quella creatura maligna e capricciosa, e dei suoi mostri fatati...

 

In tutto questo, nessuno si accorse dell'esile creaturina alata che scivolò agile e silenziosa tra i rami degli alberi, sperando di trovare in tempo qualcuno che potesse dare una mano...

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...          

       

 

       

 

 

 

     

    

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam