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Autore: luvsam    13/07/2023    2 recensioni
Non era la prima volta che i Winchester mettevano piede all’Excalibur Hotel a Las Vegas, ma Sam proprio non ricordava di esserci stato prima nonostante il fatto che Dean avesse provato nelle ultime tre ore a riportargli alla mente la precedente permanenza avvenuta quando aveva più o meno sei anni.
Genere: Avventura, Azione, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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Il risveglio di Dean non fu migliore di quello di suo fratello, ma questo il giovane non poteva saperlo.
Nell’esatto istante in cui tornò lucido, avvertì un dolore sordo alla nuca, classico indizio di un imminente mal di testa da Guiness dei primati, ma non riusciva a ricordare molto. Doveva aver preso una bella botta, ma non vedeva doppio, non aveva vomitato, quindi poteva concludere che nel complesso non c’era da preoccuparsi.
In una manciata di secondi però il ricordo del vigilante con gli occhi neri lo raggiunse ed esclamò:
“Figlio di puttana”
Era caduto in trappola e ,cosa peggiore, non aveva la possibilità di mettere in guardia Sam per una serie di ragioni: la prima era che non poteva sapere da quanto tempo aveva avuto un incontro ravvicinato con il pavimento del bagno del casinò e ,di conseguenza, poteva già essere successo l’irreparabile; la seconda era che non aveva idea di dove fosse, visto che era bendato; la terza era che non poteva muoversi perché era legato e chiunque lo aveva fatto, si era concentrato molto sullo stringere forte le corde.
Era nella merda fino al collo, ma era un Winchester, quindi doveva mantenere la calma e studiare le sue opzioni. Non potendo utilizzare la vista, si affidò agli altri suoi sensi e si mise in ascolto. All’inizio non intercettò nulla di particolare, poi la sua attenzione fu attirata da un rumore metallico piuttosto ripetitivo. Si disse che lo aveva già sentito prima e dopo qualche secondo realizzò che si trattava del suono di un cestello in rotazione. Doveva essere in una lavanderia, o vicino ad essa, e curiosamente gli venne in mente un’immagine del suo fratellino. Aveva sempre trovato interessanti i loro vestiti sbatacchiati dietro un oblò e Dean e John avevano spesso sorriso davanti al potere che una lavatrice a gettoni aveva sul piccoletto. Non avevano mai capito perché, ma Sammy era sempre felice quando si trattava di fare un pit stop urgente per mancanza di indumenti puliti. Era l’addetto ad inserire le monetine e con l’aiuto di papà a premere i pulsanti giusti, poi si faceva mettere giù. Si sedeva sul pavimento, incrociava le gambe e restava in contemplazione per tutto il ciclo di lavaggio. Una volta John aveva anche scherzato in macchina dicendo che avrebbe smontato una lavatrice e l’avrebbe caricata sull’Impala per tenere buona la peste durante i loro lunghi viaggi.
John…
Dean avrebbe avuto proprio bisogno del suo supporto per tirarsi fuori dai guai, ma la cavalleria non era prevista, quindi doveva pensare da solo a qualcosa e doveva farlo in fretta.
Le sue buone intenzioni furono frustrate da uno stridio fastidioso, prima in lontananza, poi sempre più vicino accompagnato da delle voci maschili. Uno dei due era quel figlio di puttana che lo aveva messo al tappeto, ne era sicuro, e con rabbia strattonò le corde ,desiderando ardentemente restituirgli il favore, poi si gelò quando gli sentì dire.
“Non appena avremo scaricato questo qui, dobbiamo farlo sapere al capo”
Sam? Stavano parlando di suo fratello?
Dean lo avrebbe chiamato se non fosse stato anche imbavagliato e il cuore iniziò ad andargli a mille.
Sperò che i due stronzi portassero la loro preda dove era lui, ma non fu accontentato perché passarono oltre ,continuando a parlare tra di loro. Non aveva sentito nessun’altra voce quando erano stati a tiro, solo il rumore di un trascinamento di un qualcosa di pesante, quindi Sam poteva essere prigioniero, ma anche a piede libero. Era un cinquanta e cinquanta, ma, data la loro proverbiale fortuna, l’ipotesi b era la meno probabile.
Cercò comunque di dare credito a suo fratello e si volle aggrappare all’idea che i demoni avessero catturato qualcun altro. Per quanto ne sapesse, poteva essere Theo, o un altro pollo come lui, giusto?
Dean tornò in ascolto, ma adesso l’unico rumore udibile era di nuovo solo quello dei cestelli in rotazione. Diede un altro strattone alle corde, ma i suoi sforzi non furono premiati perché rimase saldamente ancorato alla sedia. Sbuffò indispettito dall'apparente mancanza di prospettive, poi le voci dei demoni tornarono e stavolta non lo superarono, anzi si avvicinarono sempre di più e con sua grande sorpresa gli furono tolti la benda e il bavaglio.
“Come procede il soggiorno, signor Winchester, è tutto di suo gradimento?”
Dean fissò torvo il demone in divisa, poi rispose:
“La mamma mi ha insegnato che non si parla con gli sconosciuti”
“Hai ragione, non ci siamo presentati. Io sono Abrahel e il mio amico è Ishtar. Siamo demoni di secondo livello, ma la cattura dei famosi Winchester ci farà guadagnare un sacco di punti”
“Immagino chi altro ci sia nella top ten degli stronzi! Comunque il servizio fa veramente schifo, neanche un aperitivo di benvenuto “
“Riferirò in direzione, il nostro amico non sarà contento della recensione negativa”
“E questo che diavolo dovrebbe significare?”
“Il cervello piccolo è una dote di famiglia, a quanto vedo, anche tuo fratello è piuttosto lento ad afferrare le cose”
“Sam? Sammy è qui?”
“Sì, Sammy, è qui”
“Uno, non chiamarlo Sammy, e due, se gli avete fatto del male, vi strapperò le budella e ve le farò ingoiare”
Il demone rise e rispose:
“Uno, non sei in condizione di minacciare nessuno, e due, nessuno ha torto un capello al tuo prezioso fratellino, almeno per il momento”
“Dov’è Sam?”
“Lo abbiamo fatto accomodare nella suite accanto, trasporto offerto dalla casa”
Abrahel si stiracchiò e si sfilò la cravatta.
“Non capirò mai perché, voi umani, amiate farvi strangolare da questi affari”
“Non divagare, bastardo, voglio sapere di mio fratello”
“Ti ho detto che devi stare tranquillo, il capo lo vuole tutto intero”
“È la seconda volta che dici questa cosa! Chi è il tuo capo e perché è così interessato a Sam?”
“Non conosciamo tutti i particolari, ma Sam Winchester è molto quotato ai piani alti. Se lo chiedi a me, non mi sembra così interessante, ma, come si dice, ubi maior…”
Dean sentì lo stomaco stringersi, ma cercò di non far trasparire l’ansia che lo stava attanagliando.
“Effettivamente il più figo sono io, il tuo capo deve aver preso una cantonata”
“Non penso proprio, siete da sempre dei sorvegliati speciali e il giovane Sam è senza dubbio l’obiettivo n.1. Tu e tuo padre siete in gamba, ma non potete competere, lui è un’altra storia”
“Sembrate dei nostri fan e se mi slegate, vi farò l’autografo a calci in culo”
Ishtar rise sguaiatamente e commentò:
“Il nostro amico ci aveva detto che sei un tipo con la battuta sempre pronta”
“Di chi stai parlando?”
“Stai calmo, Winchester, è in programma una bella riunione di famiglia e capirete tutto. Peccato che paparino sia fuori dal radar, ci sarebbe piaciuto averlo tra noi. Certo che è buffo, vi ha mandato qui per risolvere un caso di scomparsa e presto o tardi si ritroverà a dover cercare i suoi amati figli, ma, quando si metterà sulle vostre tracce, sarà troppo tardi”
Abrahel e Ishtar si guardarono complici, poi si avviarono verso l’uscita della stanza.
“Torniamo a prenderti presto, promesso, ma adesso dobbiamo occuparci del fratellino”
“Non lo toccate, figli di puttana”
I due risero ancora, poi lasciarono da solo il cacciatore senza ridurlo di nuovo al silenzio e alla cecità.
La dimenticanza poteva essere stata solo temporanea, così Dean si mise a scansionare con attenzione l’ambiente circostante. Guardandosi intorno ebbe la conferma di trovarsi in un locale in cui c'erano delle lavatrici di dimensioni piuttosto consistenti, che occupavano tutta la parete di fronte a lui. Erano lontane, ma non tanto da non riuscire a distinguere ai loro piedi dei sacchi con della biancheria. All’inizio non ci fece caso, poi il cacciatore rimase molto sorpreso quando riconobbe lo stemma dell'Excalibur Hotel su ognuno di essi. Per quanto la sua testa potesse essere confusa per il colpo ricevuto, era sicuro che lui e Sam avevano lasciato ore prima l'albergo del loro amico, non aveva alcun senso.
Era tutto molto strano: per quale motivo i demoni li avevano riportati all’Excalibur quando avrebbero potuto trattenerli all’interno del casinò, o in qualsiasi altro posto della città?
Dean cominciò ad avere il sospetto che ci fosse qualcosa di grosso che gli stava sfuggendo, soprattutto ripensando a quanto detto dai due riguardo un figlio di puttana, che li aveva aiutati. Ad un certo punto fu preso da un atroce dubbio e spalancò i occhi davanti all'ipotesi che Brad fosse in qualche modo coinvolto.
In fondo lui aveva contattato il loro padre, lui li aveva messi sulle tracce di Theo Walkins facendogli vedere quel video.
Il respiro si fece più corto perché i puntini sembravano unirsi velocemente, poi il cacciatore fece appello al suo autocontrollo e cercò di non saltare a conclusioni affrettate. C'erano troppe domande alle quali non aveva il tempo di dare una risposta, la sua priorità attuale era quella di ritrovare Sam.
Tornò ad analizzare la situazione e pensò al coltellino nascosto dietro l’etichetta dei suoi jeans. Era stata un’idea di suo fratello e se gli avesse fornito una via di fuga, si sarebbe ricordato di offrirgli da bere. Iniziò ad allungarsi, con grande piacere della sua spalla trattenuta, verso sinistra, ma i suoi ripetuti tentativi si conclusero però con un nulla di fatto e Dean urlò per la frustrazione.
Come diavolo avrebbe potuto salvare Sam se non era in grado di salvare se stesso?
Stava quasi per rassegnarsi ad aspettare un’occasione per reagire, ma una voce, che avrebbe riconosciuto in mezzo ad un tornado, gli diede una scossa pazzesca di adrenalina.
Sam era cosciente e anche se non distingueva esattamente le parole, lo sentì insultare pesantemente Pinco Panco e Panco Pinco. Se aveva la forza di farlo, voleva dire che tutto sommato era in buone condizioni e la constatazione in parte lo tranquillizzò. Tentò ancora di raggiungere il coltellino, ma l’ennesimo tentativo fu interrotto dall’entrata in scena di Ishtar.
“Ehi,Winchester, il fratellino è ritornato nel mondo dei viventi e credo che voglia vederti”
Il demone si avvicinò al prigioniero ad una distanza di circa tre piedi, stese il braccio in avanti e cominciò a trascinarlo come se fosse un cane trattenuto da un guinzaglio invisibile.
La situazione era abbastanza ridicola e nel momento in cui Dean sarebbe ritornato padrone dei suoi arti , gli avrebbe fatto pagare caro un simile trattamento, ma si concentrò sull’unico aspetto importante in quel momento: stava per rivedere Sam.
Pochi secondi dopo si ritrovò in uno stanzone simile alla precedente e cercò con lo sguardo suo fratello. Lo individuò ancorato alla parete di fronte a lui e in un attimo si fecero reciprocamente rapporto.  Si dissero che, tutto sommato, stavano bene, ma allo stesso tempo che erano nella merda fino al collo, e la loro conversazione silenziosa sarebbe proseguita se Abrahel non si fosse intromesso.
“Ma come? Niente saluti? Pensavo che vi sareste sciolti in una valle di lacrime”
“Fottiti”-ribatté Dean
“La mamma ti avrà anche insegnato a non parlare con gli sconosciuti, ma di certo non si è sprecata a darti un’educazione”
“Non parlare di mia madre”
“Ne ho abbastanza della tua arroganza, sai?”
Abrahel andò di filato da Sam e gli assestò un duro colpo nel costato.
Il cacciatore si piegò in due gemendo e subito dopo Dean cominciò ad urlare contro l'aggressore di suo fratello.
   
 
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