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Autore: Kikkagar95    15/07/2023    1 recensioni
Vi è mai capitato di ritrovare un semplice oggetto capace di catapultarvi indietro nel tempo? Beh, è ciò che è successo alla nostra Elene. Un semplice scatolone contenente un quaderno, le ha fatto rivivere i ricordi del passato e quell'amore impossibile che non ha mai dimenticato.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Rimango ancora qualche secondo a fissare il telefono, non mi sembra vero. Ho il cuore a mille e le mani mi tremano; a svegliarmi dal mio stato di trance è Marianne dall’altra parte della cornetta

-Ele?!-

-Marie, che cavolo fa questo? Cosa gli devo dire(?)-

-Non ci posso credere neanche io.- avverto un’aria abbastanza entusiasta dalla sua voce. -Scrivi di getto quello che ti viene in mente-

-Assolutamente niente. Ho il vuoto più assoluto in testa!-

Decido, infatti, di far morire il messaggio così. Lo ignoro completamente. Davvero mi ha colto alla sprovvista!

*

Passa qualche giorno e Peter è un pensiero costante nella mia testa, anche se io a quel messaggio non ho mai risposto speravo, in un angolo remoto del mio cuore, che si fosse arreso non ricevendo nessuna risposta e che la cosa fosse scemata così com’era cominciata.

Siccome è estate e la scuola è finita mi sono messa alla ricerca di un lavoretto estivo per mettere qualcosa da parte e decido di andare in giro per Whynot a distribuire qualche curriculum, quindi mi preparo tutta carina, mi lego i miei lunghi capelli in una coda e scendo per andare ad aspettare il pullman. Spero con tutta me stessa che non lo incontri, che cavolo su 17 autisti..

La mia speranza si sgretola inesorabilmente davanti al pullman che arriva.

Della serie mai una gioia! 


-Buongiorno Peter-

-Buongiorno Ele-

 

Mi vado a sedere agli ultimi posti per non dare proprio modo al mio imbarazzo di diventare più reale del dovuto. Indosso le cuffie e ascolto della musica. Lo becco, durante il tragitto, a guardarmi tramite lo specchietto ogni tanto. Una volta arrivati al capolinea lo saluto con un mezzo sorriso e vado verso il pullman diretto a Whynot..stamattina qualcuno ce l’ha con me.

Ci trovo l’autista più antipatico di tutto l’universo: Alex. Appena mi vede chiude le porte del pullman e parte. Così. Ed io rimango lì come un pesce lesso. 

Ritorno verso il pullman dove si trova Peter

 

-Certo che questo collega tuo è proprio deficiente!

Tu adesso vai ad Arpa, giusto?-

 

Mi fa cenno di sì con la testa

 

-Sai se dalla stazione partono treni per Whynot? Devo andarci, è importante. ‘Sto stronzo del tuo collega mi ha chiuso le porte in faccia e io non posso rimanere qui!-

-Sì, ci sono Elene.-


Risalgo nuovamente sul pullman e vado a sedermi al mio posto di prima. Durante il tragitto all’improvviso mi rivolge parola facendo una battuta

 

-Immagina che arriviamo ad Arpa e c’è lo sciopero dei treni.-

 

E ride di gusto. Io riesco solo a fare uno sguardo contrariato dallo specchietto ma senza rispondere.

Ragazzi miei, vuoi il destino o vuoi che già lo sapeva perchè glielo aveva detto Juan che stava lì anche lui..quando scendo alla stazione di Arpa per andare a vedere gli orari dei treni davvero c’era lo sciopero, quel giorno?!

Non so più davvero chi imprecare, stamattina!

 

-Ma lo sapevi o lo hai detto tanto per dire che c’era lo sciopero, oggi?-

 

Mi guarda e scoppia in una risata. 

Ma mi prendi per il culo?

 

-Non ti preoccupare, ti accompagno io a Whynot- con un sorrisino sulle labbra

-Sì, oggi pomeriggio con la corsa. Io dovevo andarci stamattina- 

-No, ti accompagno con la macchina quando rientriamo.-

 

Ma questo è matto sul serio. Non esiste proprio.


-Insisto, Ele. Per favore!-

-Se ne sei così sicuro. Grazie-


Non so perchè mi escono queste parole dalla bocca. Mi mordo il labbro solo io.

So già che me ne pentirò. Ne sono sicura!

Arriviamo al deposito e io lo aspetto fuori la mia scuola per non destare sospetti, quando arriva con la sua ford nera. Appena salgo in macchina l’agitazione è palpabile da parte mia, mentre lui sorride quasi soddisfatto di tutto quello che è successo. Non dico neanche una parola e divento ancora più paonazza in viso e imbarazzata quando, all’improvviso, mi prende la mano

 

-Adesso qui non puoi scappare dietro, finalmente!-

-Potrei sempre aprire la portiera e scendere. Anche dall’auto in corsa.-

 

Cerco di liberarmi dalla presa della sua mano ma me la stringe ancora più forte. 

Ho brividi lungo tutta la schiena e le farfalle nel mio stomaco stanno facendo un party

 

-Allora perchè non mi hai mai risposto al messaggio?-

-Non sapevo cosa rispondere, Peter. Mi hai preso alla sprovvista-

-..Perchè è tanto strano che tu mi piaccia e che voglia baciarti?-

-Perchè sei sposato. Perchè abbiamo 18 anni di differenza. Devo continuare?!-

 

In quel momento incrociamo per strada il pullman con Alex che sta facendo ritorno al capolinea, ed io d’istinto mi abbasso.

 

-I tuoi colleghi, ecco un altro motivo-

 

Rimane qualche secondo in silenzio riflettendo su ciò che ho appena detto e mi lascia la mano

 

-Ecco, appunto.-

-..ma io ti piaccio?-

 

Lo guardo in silenzio. Non voglio far trasparire i miei sentimenti. Anche perchè non lo so neanche io. A volte mi piace, ma certe volte lo prenderei a testate per quanto è insopportabile

 

-Peter non voglio parlarne. Davvero mi sembra fuori luogo. Appena puoi fermarti, lasciami pure che siamo arrivati.-

 

Accosta la macchina in religioso silenzio e si ferma permettendomi di scendere. Mentre sto per aprire la portiera della macchina mi sento tirare per il braccio e mi bacia. Un bacio lungo, passionale.

Ha un buon sapore. 

Le farfalle nel mio stomaco continuano per l’after hour.

Ci stacchiamo. Ci fissiamo per secondi interminabili ed io scendo salutandolo con la mano e un sorriso.

 

-A più tardi, Ele.-

 
   
 
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