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Autore: fennec    15/07/2023    1 recensioni
Questo è quello che Steve Harrington, eroe ferito, amico fraterno, amante respinto, giovane in eterno, lascia a chi lo ha conosciuto, alla sua vera famiglia.
Il tempo non sente se gli chiedi di aspettare.
È la mia prima fanfiction su Stranger Things, spero vi piaccia!
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dustin Henderson, Nancy Wheeler, Robin Buckley, Steve Harrington
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Robin





 
 
Non avrei mai pensato di dover ringraziare mio padre per avermi costretto a lavorare per Scoops Ahoy.
L’estate dell’85 avrebbe potuto essere la peggiore della mia vita: senza ragazza, rifiutato da qualsiasi college e nessuna prospettiva all’orizzonte se non quella di indossare una stupida divisa da marinaretto per qualche spicciolo di dollaro all’ora. Pur essendo dotato di un innato ottimismo, erano solo due le parole che meglio potevano esprimere il mio stato d’animo una volta finite le superiori: depressione completa.
Tutto ciò era, se possibile, peggiorato dal fatto di dover servire gelato ai miei ex-compagni di scuola mentre mi descrivevano entusiasti il college che avrebbero frequentato, una volta finite le vacanze.
Sì, l’estate dell’85 avrebbe potuto essere davvero la peggiore della mia vita, se non avessi conosciuto Robin Buckley.
Ad essere sinceri, all’inizio non è che le cose tra noi andassero proprio meravigliosamente. Provate a mettere insieme dietro un bancone un popolare ex-atleta, re della birra e una nerd, appassionata di lingue straniere, che suona il corno francese nella banda della scuola… le possibilità di abbinamento vincente sono praticamente nulle.
Fu il ritorno di Dustin dal camp estivo a cambiare tutto. E i russi. E il Sottosopra. E le infinite ore di reclusione in un bunker sotterraneo. E una improbabile quanto sincera conversazione nei bagni dello Starcourt.
Non saprei bene dire quando io e Robin avessimo iniziato ad essere inscindibilmente legati da un amore platonico con la P maiuscola. So solo che, dopo quell’estate, era naturale ritrovarla davanti alla porta di casa mia con in mano un sacchetto di popcorn e una videocassetta da cineforum o essere svegliato, nel pieno della notte, dallo squillo del telefono perché gli incubi non le davano pace.
Così com’è naturale ora essere qui, steso con lei sull’erba del cortile di casa sua, ad osservare il cielo stellato, dopo la cerimonia dei diplomi.
Presto Robin andrà a studiare lingue straniere al North Central College, in Illinois, mentre io continuerò a lavorare al Family Video… anche se non so se riuscirò a sopportare Keith senza le sue battute.
- Naperville non è così lontana, promettimi che verrai a trovarmi -
- Scherzi? Sarà lo stesso Keith a pregarmi di raggiungerti dopo che per l’ennesima volta avrò consigliato di andare a vedere uno spettacolo di magia ai clienti che mi chiedono David Copperfield! -
Robin scoppia a ridere, scuotendo la testa.
- Comunque lo prometto. E tu prometti che continuerai a chiamarmi a qualsiasi ora del giorno e della notte, se ne avrai bisogno? Anche solo per raccontarmi quanto sia sexy la tua prof di francese o per lamentarti di quanto puzza di mostarda e cipolla la tua coinquilina? -
- Ehi, Sam non puzza di mostarda e cipolla! -
La guardo scettico, alzando il sopracciglio.
- Però lo prometto. E tu promettimi che ti iscriverai a quel corso per diventare educatore. Ci devi almeno provare, Dingus! È la tua strada, me lo sento! -
Stavolta la guardo con un sorriso forzato.
- Farò del mio meglio - cerco di mediare.
- No, me lo devi promettere! -
- Te lo prometto se tu mi prometti che lo dirai a Vickie. -
Silenzio. Robin si guarda le unghie smangiucchiate, come se all’improvviso fossero terribilmente interessanti.
- Non posso essere l’unico a saperlo, Rob. Vickie è quella giusta e, anche nel caso in cui non lo fosse, capirà. L’ho capito io, che sono uno scemo. -
- No, tu sei il mio Scemo, è diverso -
- Ascolta, io voglio solo che tu sia felice. Hai decifrato un codice russo, mi hai salvato dai Demopipistrelli, hai affrontato Vecna… saprai confessarti alla ragazza che ami! -
Finalmente mi guarda negli occhi e sospira.
- Ci proverò -
- No, tu devi prometterlo! In cambio mi iscriverò a quel corso, anche se so già che sono senza speranza… Allora, me lo prometti? - allungo la mano destra, il mignolo alzato, in attesa di congiungersi con il suo. Lei stringe le labbra e corruga leggermente le sopracciglia, sa che dopo quella decisione non potrà più tornare indietro. Poi mi stringe il mignolo.
- Te lo prometto -.
 
Purtroppo Steve Harrington non poté mantenere quelle promesse. Il Sottosopra tornò ancora per ribaltare le carte in tavola.
Fu un momento, poco più di una frazione di secondo. Vide Jonathan sfrecciare verso il mostro, poi incrociò lo sguardo di Robin. Le si avvicinò e la strinse forte in un abbraccio.
- Ricordati, Birdie, me l’hai promesso. Ti voglio bene. - la baciò sulla fronte, poi corse fuori dalla stanza. Non ritornò più.
 
Qualche giorno dopo Robin trovò un bigliettino nella tasca posteriore dei suoi jeans. Era scritto con l’inequivocabile calligrafia di Steve.
 
A ROBIN BUCKLEY lascio tutti i risparmi conservati nel mio conto in banca.
Non sono molti, ma almeno è più di quanto ha potuto ottenere svuotando il vaso delle mance dello Scoops Ahoy. Dato che di una somma così misera ha saputo fare un ottimo uso, sono sicuro che saprà far fruttare nel migliore dei modi quello che le lascio.
Spero di aiutarti a fare un bel viaggio in Europa, Robin, e mi raccomando… prendi qualcosa di carino per Vickie!
Ti voglio bene,
Steve
 
Con le lacrime agli occhi, la ragazza pensò che Dingus avrebbe mantenuto le sue promesse se solo avesse avuto il tempo per farlo.
Ora non c’era più, ma questo non voleva dire che l’avesse abbandonata: Steve era presente ogni volta che squillava il telefono, ogni volta che si abbuffava di gelato e popcorn, ogni volta che vedeva Animal House, ogni volta, come quella volta, in cui guardava il cielo stellato, stesa sull’erba del cortile di casa.
- Te lo prometto - disse alla coltre infinita che ammantava Hawkins nel fresco buio della notte.
Domani sarebbe andata ad Indianapolis alla ricerca di qualcosa di molto carino per Vickie.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
È vero, avrei dovuto aggiornare questa storia molto prima… ma meglio tardi che mai!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Per la scena delle promesse mi sono ispirata a un momento del film “American life” di Sam Mendes, uno dei miei preferiti… Se avete l’occasione, guardatelo, merita davvero! Altra precisazione: la battuta di Steve legata a David Coppierfield è dettata dal fatto che confonde il romanzo di Dickens con l'illusinista americano.
Ad ogni modo, se qualcuno di voi avesse voglia di lasciare un commento di qualsiasi tipo, mi farebbe davvero piacere: è la mia prima fanfiction di Stranger Things e ci terrei molto!
Per il momento vi ringrazio per avermi dedicato un pochino del vostro tempo.
A presto,
fennec
  
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