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Autore: elenabastet    16/07/2023    3 recensioni
Certi amori durano per sempre. Alcuni missing moments un po’ mistici della storia tra Oscar e André. Confesso: l’idea mi è venuta vedendo il finale de Le terrificanti avventure di Sabrina, serie non eccelsa, ma l’ultima scena sarebbe stata perfetta per i nostri due piccioncini.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL BOSCO DEL RITORNO

 

Rating: adolescenti e adulti, lutto, morte

Fandom: Lady Oscar.

Note: Certi amori durano per sempre. Alcuni missing moments un po’ mistici della storia tra Oscar e André. Confesso: l’idea mi è venuta vedendo il finale de Le terrificanti avventure di Sabrina, serie non eccelsa, ma l’ultima scena sarebbe stata perfetta per i nostri due piccioncini.

 

Mi hanno ferito, quel dannato cecchino ha avuto tempo di esplodere un colpo prima che la mia Oscar lo abbattesse. Io ho sentito solo un grande calore al petto, mi sono toccato e ho visto il sangue, Alain si è messo ad urlare e Oscar era sconvolta.

Mi hanno portato a cavallo dal medico alle Tuilieries, in un percorso pieno di pericoli, Alain mi teneva stretto, il mio buon amico, che mi aveva detto giusto poco prima che non vedeva l’ora di portarmi a fare un giro delle bettole la notte prima di farmi da testimone di nozze. Io gli ho fatto notare che ormai con Oscar siamo uniti in tutto e lui mi ha risposto che le tradizioni vanno rispettate.

Faceva caldo, ero stremato e perdevo sangue, ma volevo resistere. Sapevo cosa mi aspettava, l’estrazione di un proiettile è molto dolorosa, però con un po’ di acquavite e Oscar vicina sarebbe andato tutto bene. Un po’ di ore di sonno e sarei stato a posto, certo che avrei chiesto ad Oscar di coricarsi con me e abbracciarmi.

I medici sono arrivati, tanti, io un po’ svenivo e un po’ riprendevo i sensi, mi hanno esaminato, ma nessuno ha iniziato a farmi niente. Li ho visti allontanarsi, certo, che stupido, dovevano prendere i ferri del mestiere e l’acquavite.

Oscar era accanto a me, mi teneva le mani e piangeva:

“Ascolta André io vorrei... vorrei diventare tua moglie. Vorrei che mi portassi in un piccolo villaggio, in una piccola chiesa, dove ci sarà una semplice cerimonia. Ecco André... vorrei solo che mi dicessi che... io diventerò tua moglie.”

Ma ne abbiamo già parlato la scorsa notte, dopo che i nostri corpi erano diventati uno solo… Ma è bello che tu me lo ricordi, oh quanto vorrei stanotte amarti di nuovo….

“Ma certo Oscar, lo diventerai, è la cosa che più desidero al mondo!”

Ma Oscar ha iniziato a singhiozzare, la mia Oscar che non piange mai, come era possibile?

“Oscar, perché stai piangendo? Perché? ...Sto forse...per morire?”

Di colpo, tutto è diventato silenzioso, era strano.

“No! Ma che cosa dici? No André!”, mi ha detto lei.

Dovevo tranquilizzarla, del resto tra poco sarebbero venuti a togliermi la pallottola. Un giorno, tra tanti anni, davanti al fuoco di un camino, ricorderemo anche questo momento Oscar, e tu sarai sempre bellissima.

“Hai ragione, io non posso morire adesso... la nostra felicità è appena cominciata... ora anche l'amore ci unisce... forse noi riusciremo a vivere in un mondo migliore Oscar... no, non posso morire in questo momento... proprio non posso...”

Ma c’era in me qualcosa di strano, e mi è venuto da versare una lacrima, una lacrima strana, che si è fermata sul mio volto.

Oscar continuava a parlarmi, come è bello sentire la tua voce, non mi stancherò mai di te:

“ Ricordi André? Ricordi quando eravamo ragazzi ... le splendide albe che abbiamo visto ad Arras? Bene io vorrei... vorrei tornare laggiù con te e vivere di nuovo quei meravigliosi momenti, stavolta in maniera più completa perché adesso ci amiamo e l'amore rende tutto più bello!”

Volevo risponderle, sussurarle qualcosa di dolce, tenero ma anche di eccitante, io mi ricordavo tutto e avevo sognato per tanto di riviverlo con lei tra le mie braccia. Ma era tutto strano, ero stanco, non riuscivo a parlare, e di colpo mi sono sentito stanchissimo, forse avevo solo bisogno di dormire.

Sentivo delle urla in lontananza, Oscar chiamava il mio nome, non è la prima volta che lo urlava, lo ha urlato anche in maniera molto bella e piacevole, ma c’era tanto dolore nella sua voce..

Poi, è diventato tutto confuso, sentivo pianti, forse ero svenuto e mi stavano togliendo la pallottola, molto meglio così, mi sarei risvegliato stando meglio.

Ad un certo punto ho visto il mare della Normandia e quella meravigliosa spiaggia, ma a Parigi non c’è il mare. C’ero io su Alexander che si avvicinava ad Oscar su Cesar, meravigliosa, e la rivedevo bene. Saltavo anch’io su Cesar e stringevo Oscar a me, e correvamo verso quella duna sulla spiaggia dove giocavamo da ragazzi. Ma dove era finita Parigi? Certo che lì era tutto stupendo, questa luce era davvero magica.

Ora non c’era più luce, ero al crepuscolo, nel nostro bosco, quello dove ci eravamo amati. Ma come ci ero arrivato?

Ho iniziato a percorrere la riva del fiume, ci siamo buttati qui dentro al mattino per rinfrescarci, anche se tu Oscar dicevi che non volevi lavarmi via da te…

Sentivo dei brusii lontani, rumori di spari, qualcuno che tossiva, un nome, la Bastiglia, come luogo dove andare.

Ad un tratto, qualcuno di familiare mi ha dato una musata sulla spalla: era Cesar. Ma cosa ci faceva qui il cavallo della mia amata Oscar? Questo era decisamente un incubo. L’ho accarezzato, e di colpo una visione ha attraversato la mia mente come un lampo, soldati che sparavano, Cesar che cadeva a terra vicino ad un ponte e la mia Oscar che si scagliava contro di loro disperata. Faceva una simile imprudenza? Ma come mai?

Sono tornato a guardare l’acqua della Senna, che ha iniziato a diventare torbida, ho intravisto una fortezza riflessa lì in mezzo, certo, era la Bastiglia, ma era tutto assurdo. Ho visto Oscar, era lei, dirigere in prima fila il fuoco dei cannoni verso il torrione principale. No, Oscar, non si combatte così, è troppo rischioso, ma dov’è Alain? Appena mi sveglio e lo becco lo meno, è poco ma sicuro.

Lei urlava fuoco, fuoco, fuoco, e i cannoni sparavano. Ho visto dall’alto della feritoia un uomo vile che ordinava ai suoi soldati di mirare alla mia Oscar, al suo petto, il suo petto che io ho adorato la scorsa notte, mentre lei mi accarezzava i capelli.

No, non mi piace cosa sto vedendo. Voglio svegliarmi da questo sogno orribile, ritrovarla al mio fianco. La vedo cadere per terra crivellata di colpi, la soccorrono e portano via da lì, ma lei ordina ad Alain di continuare ad attaccare la Bastiglia.

E poi tutto diventa scuro e sparisce in mezzo all’acqua. Fa caldo, e di colpo sento il desiderio di togliermi i vestiti ed entrare nella Senna, voglio purificarmi da cosa ho visto, ma devo svegliarmi. Cesar entra con me, mi dà un paio di musate affettuose, e di colpo un pensiero nitido attraverso la mia mente: no, non è possibile. No, non può essere, non deve essere così. Io non posso stare lontano da Oscar, non posso essermene andato senza di lei.

 

Voleva che la colpissero, non poteva vivere senza il suo André. Ed era successo, l’avevano colpita, e i suoi l’avevano portata al riparo, mentre i Soldati della Guardia avrebbero completato la sua ultima impresa entrando nella leggenda.

Lei era solo tanto stanca, voleva riposare.

Sentì la mano gentile di Rosalie che le toglieva il sangue dal viso, il medico che le prendeva la mano, Bernard che le diceva che l’assedio alla Bastiglia proseguiva. Ma lei era stanca, e pian piano sentì che doveva addormentarsi, disse addio, ma così, fu un sussurro, e da qualche parte sentì Rosalie che piangeva.

Era strano, molto strano. Non era più nel vicolo di Parigi, ma era lungo la Senna, una Senna tranquilla, senza tafferugli, in mezzo agli alberi. Il sole stava calando, e qualche timida lucciola stava venendo fuori.

Oscar percorse la riva del fiume, era piacevole, ma come mai era finita lì? Era comunque sola, le mancava sempre André.

Ad un tratto lo vide, era lui, non poteva sbagliarsi. Il suo amato cavallo Cesar stava bevendo l’acqua del fiume. Ma era morto, gliel’avevano ucciso davanti. Cesar le venne incontro al piccolo trotto, salutandola con un nitrito e Oscar gli abbracciò il muso.

Si sentiva serena ora che aveva ritrovato il suo cavallo, ma era sola.

Poi, sentì uno sciabordio provenire dalla Senna: alzò lo sguardo e lo vide. André si stava bagnando nel fiume, senza abiti, splendido come un dio greco. Oscar tratttenne il fiato e lui si girò e la vide:

“Oscar, sei qui, ho visto e sentito cose brutte, vienimi vicino!”

Oscar scese nel fiume e strinse a sé il suo amato, ritrovando il suo corpo caldo che la faceva sentire completa.

“Senza di te non posso vivere André...”, disse lei e pian piano si tolse l’uniforme.

“Lo so, l’ho sempre saputo e ti avevo detto che niente poteva dividerci...”, rispose lui, coprendola di baci.

Trovarono un affratto del fiume e si abbandonarono l’uno nelle braccia dell’altra.

Ad un tratto Oscar disse:

“André, ma allora noi siamo...”

“Mi sa di sì”, rispose lui.

“Io però mi sento viva, sto bene, sono felice...”, disse lei.

“Non so dove siamo finiti, l’importante è che restiamo insieme per sempre, e adesso è vero! Non potevamo che ritrovarci”, rispose André.

“E gli altri cosa faranno?”

“Forse ci vedranno come delle leggende”, disse lui abbracciandola, “e continueranno a raccontare la loro storia. Forse un giorno faranno uno spettacolo teatrale, magari cantato, su di noi. O qualcosa con le marionette, o con la lanterna magica, oppure chissà cosa si inventeranno ancora...”

“Sarebbe bello…”, gli disse Oscar. Finalmente erano di nuovo insieme, e stavolta per sempre.

 

I boschi sono sempre luoghi magici, più sono folti e antichi e più lo diventano. E c’è un bosco dove i confini con altri reami ultraterreni sono davvero labili, e ogni tanto, nelle sere d’estate, sembra davvero di vedere Oscar e André abbracciati che si amano per l’eternità.

  
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