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Autore: MaryFangirl    18/07/2023    0 recensioni
Bruno si sta ancora adattando in famiglia dopo la sua lunga assenza. Suo nipote Camilo non gli rende le cose facili. D’altro canto, Camilo è fin troppo affascinato dallo zio e Bruno si sforza con tutto se stesso per non oltrepassare il confine dell’affetto familiare. [Bruno/Camilo]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Bruno Madrigal, Camilo Madrigal, Dolores Madrigal, Isabela Madrigal
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Il pensiero di avere una visione per Camilo non ha abbandonato la mente di Bruno da quando Isabela ne ha fatto menzione. Il ragazzo non l’ha chiesta, quindi è sicuro che l’argomento non verrà fuori tanto presto. Ma l’idea aleggia nel retrocranio di Bruno. Ipoteticamente, può avere una visione senza Camilo nella sua stanza. Può sicuramente proseguire e capire se sia una visione orribile o meno. L’unica cosa che glielo impedisce è la consapevolezza della tavoletta di smeraldo che si materializzerà. Ha provato innumerevoli volte a fermare le visioni a metà della procedura e capire se poteva impedire che si formassero le tavolette, ma succede sempre. Non vuole commettere lo stesso errore dell’ultima volta. Se la visione risultasse negativa, dovrà distruggerla completamente, spezzarla in in milione di frammenti in modo da non poterla ricomporre.
 
C’è un fragore di colpi alla sua porta e sa che è il segnale di Mirabel per la colazione. È sveglio da un paio d’ore, ormai. Bruno non era solito dormire molto, se non per niente. Non ha avuto un posto stabile dove dormire per dieci anni, di solito non voleva farlo. Ora, tuttavia, con un vero letto, tende a dormire di più, ma le vecchie abitudini muoiono lentamente. Si strofina il viso prima di scendere dalle scale.
 
È l’unica cosa che è contento non sia cambiata. Le sue scale. Tengono la caverna delle visioni lontana da tutti e in totale segretezza. Il suo deserto di sabbia è necessario per le visioni, neanche questo è cambiato. Altri cambiamenti sono stati accolti con favore e a braccia più aperte. Inclusa la sua famiglia. È passato più di un anno dal suo ritorno, con loro si sente meglio.
 
Con la maggior parte di loro.
 
Quando apre la porta non si aspetta di vedere Antonio. Quasi sussulta, osservando il nipote di 6 anni.
 
“Ehi piccolo” saluta Bruno.
 
“Oh, zio!” Antonio balza giù dal suo giaguaro e afferra la mano di Bruno, “pensavo di accompagnarti per fare colazione”
 
Bruno sorride calorosamente, esprimendo il suo accordo prima di seguirlo. Entrando in cucina, il tucano di Antonio scende in picchiata e atterra sulla spalla di Bruno. Cinguetta, guardando prima Bruno e poi Antonio. Bruno giura di poter quasi vedere il sorriso dell’uccello.
 
“Pico dice di essere triste perché non può mangiare una delle tue arepas stamattina” traduce Antonio, stringendogli la mano.
 
Bruno ride, “Beh, Pico, domani mi sveglierò prima e ne preparerò qualcuna, che ne dici?”
 
Pico cinguetta felice, spingendo il becco contro la guancia di Bruno prima di volare via.
 
“Ha detto ‘affare fatto’” ridacchia Antonio, proseguendo verso il patio.
 
Individua subito Camilo. In realtà, non è successo nient’altro dopo la festa. Sono passati diversi mesi ed è tutto a posto. Camilo continua a cercarlo, invitandolo a giocare con i bambini del paese o a dare una mano in cucina. Si siedono vicini durante i pasti e scherzano tra loro. Niente di straordinario.
 
Tuttavia, mentre si gira, il suo viso è diverso. Sorride a lui e ad Antonio, ma le labbra sono serrate e fredde. Bruno saluta lui e gli altri mentre Antonio lo conduce al tavolo. Si aspetta che Antonio prosegua al suo posto, ma il bambino si mette accanto a lui, dove di solito è seduto Camilo. Luisa si siede alla sua sinistra come sempre, posando le bevande sul tavolo.
 
Oh oh. Guarda Camilo, seduto al posto di Antonio, all’estremità del tavolo più vicina ad Abuela. Non sembra contento. Bruno decide di non fissarlo e cerca di comunicare con gli occhi. Ascolta le storie di Antonio mentre continua a dire che serpenti e topi sono buoni amici. Viene interrotto dall’annuncio quotidiano di Abuela.
 
“Famiglia” inizia Abuela, attirando l’attenzione di tutti, “oggi abbiamo dei compiti molto specifici”
 
Bruno la ignora. Non vuole essere scortese, ma di solito lui non ha faccende specifiche da svolgere. Nonostante sia molto presente nella comunità, la gente continua a evitarlo. I bambini non hanno paura di lui, ma gli adulti sì. Soprattutto i più anziani, vicini all’età di Abuela, e della sua stessa età. Dio, la sua età. All’improvviso si sente colpito in faccia dalla realizzazione. Sta invecchiando.
 
“E questo è quanto per oggi” torna a sintonizzarsi su Abuela, “rendiamo orgogliosa la nostra comunità”
 
Pronunciano ad altra voce il nome della loro famiglia prima di continuare a mangiare o iniziare ciascuno con il proprio lavoro. Luisa si congeda, con Isabela e Mirabel al suo seguito. Antonio si alza e abbraccia Bruno, augurandogli una buona giornata. Salta sul suo giaguaro e si dirige in città insieme a suo padre. Bruno sorride loro, tornando a concentrarsi sul cibo.
 
O meglio, lo farebbe, ma i suoi occhi si posano sulla sedia di Camilo. È vacante. Si aspettava quasi di vederlo ancora lì, ma non è così. Bruno decide di aiutare a ripulire, e quando si dirige in cucina viene accolto dalle sue sorelle.
 
“Bruno? Perché non sei ancora uscito in città?” chiede Pepa, prendendogli i piatti dalle mani.
 
Bruno alza un sopracciglio. Forse avrebbe dovuto prestare ascolto al discorso di Abuela.
 
“Oh giusto, stavo per uscire, sì” annuisce, voltandosi.
 
“Non hai prestato attenzione, vero?” la voce di Julieta risulta divertita e Bruno si ferma di botto, abbassando il capo.
 
“No”
 
Julieta e Pepa ridacchiano. Bruno alza cautamente la testa e incontra gli sguardi delle due, gli stanno sorridendo. Bruno deglutisce prima di ricambiare, facendo del suo meglio per apparire sincero. Le sorelle si avvicinano e lo avvolgono in un abbraccio. Ormai ci è abituato. Lo abbracciano una volta al giorno, se non addirittura tre. È un altro cambiamento che ha accolto a braccia aperte, letteralmente.
 
Stringe a sua volta le donne, accarezzando loro le braccia.
 
“Fratellino, la mamma ha detto che qualcuno in città voleva una visione su una cavalla smarrita. Vuoi che chieda a Camilo di darti una mano? Oggi fa da babysitter in quella casa” dice Pepa, scostandosi.
 
Bruno espira. Non intende evitare il ragazzo.
 
“Sì, apprezzerei il suo aiuto, certo”
 
“Perfetto! Uscirà verso l’una, passa dalla sua stanza per quell’ora” Pepa gli sfiora il braccio.
 
“Per ora, vai a riposarti e preparati” dice Julieta, porgendogli un piatti di spuntini.
 
Le sue sorelle lo conoscono troppo bene. Le ringrazia prima di dirigersi verso la sua torre. Non deve passare per la stanza di Camilo per raggiungerla, ma pensa che non possa fare male dire al ragazzo che uscirà con lui tra qualche ora. Va alla sua porta e bussa tre volte. Non evita il suo rituale, forza dell’abitudine. Si dondola sui talloni mentre aspetta, con i palmi improvvisamente troppo sudati.
 
La porta si apre leggermente, rivelando Camilo. Il suo viso si addolcisce, con un sorriso che si allarga sulle guance lentigginose. Bruno vorrebbe che il suo cuore la smettesse di perdere battiti.
 
“Ehi, Camilo” si sente molto imbarazzato.
 
“Ciao, zio Bruno” Camilo appoggia la testa contro la porta, “tutto bene?”
 
“Oh, sì, tutto benissimo. Volevo solo dirti...chiederti se posso accompagnarti in città più tardi, oggi. Devi fare il babysitter all’una, vero?”
 
Camilo annuisce, i suoi riccioli accompagnano il movimento.
 
Bruno tamburella con le dita sul piatto che ha ancora in mano. “Q-quella famiglia vuole una visione. Su una cavalla smarrita”
 
“Giusto! Certo, puoi venire con me. Non mi dispiace la compagnia”
 
“Fantastico. Allora ci-”
 
“Zio” Camilo lo ferma e Bruno si blocca, gli occhi spalancati, “Uhm...perché hai quel piatto?”
 
Bruno nota l’esitazione. Il ragazzo non sa dei suoi rituali prima delle visioni.
 
“Oh. Beh, vedi, quando ho una visione, a volte non mi sento molto bene dopo, quindi Julieta mi ha sempre preparato degli spuntini poco prima”
 
Camilo alza le sopracciglia. Bruno pensa di aver detto troppo.
 
“Bene, usciamo tra un paio d’ore, dovresti andare a riposare. Passo da te quando è il momento di uscire” Camilo fa un altro sorriso prima di rientrare e chiudere la porta.
 
Bruno si sente confuso. Come se avesse parlato troppo. Ha dato troppe spiegazioni. Prima di impedirselo, dà un colpo al legno e poi alla propria testa. Va verso la sua torre, tenendo il piatto con il cibo. Decide di fare un pisolino. I suoi pensieri si fermano sempre quando dorme.
E ora ha bisogno che si fermino. Ha bisogno che si fermino tutti.
 
.
 
Dormire lo aiuta a smettere di pensare, ma non impedisce i sogni. È tormentato da una visione dopo l’altra, da sfumature di verde smeraldo e sabbia. Ovunque. Sente che si sta svegliando. Non ci sono finestre nella sua stanza, ma avverte il sole riscaldare il suo viso. Odora qualcosa di buono. Il sogno che non sa di vivere inizia a cambiare. Vede capelli ricci. Begli occhi. Un viso con lentiggini.
 
Si sveglia di soprassalto, cercando di mettersi a sedere. Urla prima di registrare chi è la figura in piedi accanto al letto e indietreggia bruscamente.
 
“Ah! Zio Bruno, stai bene?”
 
È a testa in giù, mezzo piegato. Bruno si sente imbarazzato, capendo che la voce appartiene a Camilo. Respira profondamente e regolarmente prima di lasciar cadere l’altra metà del suo corpo sul pavimento. Camilo esclama ancora e Bruno sente le molle del suo letto rimbalzare.
 
Bruno rotola sulle ginocchia e appoggia un braccio sul letto. Camilo è sul materasso, gli occhi spalancati e la mano tesa.
 
“Zio Bruno, stai bene? Mi dispiace. Giuro che non volevo spaventarti” Camilo si alza sulle ginocchia, aiutando Bruno a mettersi in piedi.
 
Bruno si sente di colpo nervoso. È ridicolo che sia caduto dal letto solo per essere stato svegliato. Espira prima di rispondere: “Sto bene. Sono caduto parecchie volte prima, non è niente”
 
Camilo non sembra convinto. Il suo viso è corrucciato e si appoggia allo schienale. Non smette di esaminare il viso di Bruno, che alla fine si mette a ridere prima di sedersi accanto a lui. A una buona distanza, anche se il suo letto non è così grande.
 
“Stavi sognando?” chiede Camilo.
 
Bruno distoglie lo sguardo quando il ragazzo si avvicina.
 
“Uh, penso di sì” risponde Bruno, sincero, “io...uhm” non sa se sia il caso di dirglielo.
 
Camilo scuote la testa prima di allungare la mano con il palmo rivolto verso l’alto. Bruno sposta lo sguardo dal viso di Camilo alla mano. Decide infine di posare la mano su quella del nipote.
 
“Zio, puoi dirmi qualsiasi cosa. Voglio conoscerti meglio. Non parliamo molto dei nostri doni tra di noi. Se avessi bisogno di parlare con qualcuno, per favore” Camilo gli stringe la mano e fa sollevare lo sguardo di Bruno, “confidati con me. Voglio farlo anch’io con te”
 
Bruno è colpito dalla sincerità nella voce e nei gesti di Camilo. Non parla con nessuno del suo dono. Le uniche a conoscere ogni minimo dettaglio sono le sue sorelle. Nemmeno sua madre sa tutto. Non ha mai avuto la possibilità di dire ad altri del prezzo che il suo dono gli impone. Nessuno l’ha mai chiesto. A nessuno importava realmente di lui, a meno che le sue visioni fossero positive. Il che non era raro. Le sue visioni non dovrebbero nemmeno essere classificate come positive o negative. Sono in continua evoluzione, come il mondo circostante, solo che la gente non vuole crederci.
 
“Camilo” Bruno sospira, mantenendo il contatto visivo, “puoi confidarti con me. Voglio esserci per te. Ma non so se i miei problemi saranno eccessivi per te, sai? Non voglio...esercitare altra pressione su di te”
 
Le parole non sono il suo forte. Ma ci sta provando. Dannazione se ci sta provando.
 
Camilo, da angelo qual è, annuisce. “No, zio, voglio sentire tutto di te, nel bene e nel male. Non sarà eccessivo. Penso che tu abbia bisogno di qualcuno con cui parlare e...voglio essere quella persona. Per favore, dimmi cosa c’è che non va. Mi hai spaventato a morte quando sei caduto”
 
Oh, giusto. Stavano parlando del suo sogno.
 
“Onestamente, le mie visioni...le vedo nei miei sogni. Ogni visione viene ripetuta più e più volte quando dormo. Penso troppo di giorno e di notte, le visioni non mi fanno dormire bene. Di solito, più dormo e meno visioni appaiono. Questo è l’aspetto positivo”
 
“Ti capita ogni volta che dormi?” Camilo si è avvicinato un po’ di più. Bruno non se n’era accorto.
 
“Sì, quasi sempre. Adesso c’è stato uno sciame di visioni mischiate, non era chiaro” fino a un certo punto, “ecco perché mi sono spaventato”
 
“Oh” Camilo guarda il pavimento, “allora come dovrei svegliarti da un pisolino, o per avvisarti della cena?”
 
Bruno pensa che sia molto premuroso, ma subito dopo anche inopportuno.
 
“In realtà, non lo so. Se vengo svegliato, mi spavento, immagino di doverlo fare da solo”
 
Camilo annuisce, comprensivo. Bruno abbassa lo sguardo e nota che non c’è più spazio tra loro. Sta ancora tenendo la mano di Camilo ed è...come radicata lì. Si sente trattenuto con i piedi per terra per tutto il tempo in cui parlano. Decide di spezzare la sensazione prima che diventi pericolosa.
 
“Bene, sarà meglio andare, no? Quei bambini hanno bisogno di un babysitter” scherza alzandosi, lasciando andare la mano di Camilo. Il ragazzo non dice niente, sorride e annuisce. Bruno prosegue fuori dalla stanza e insieme scendono le rampe di scale per uscire da Casita. Iniziato il tragitto, Bruno rallenta in modo da camminare fianco a fianco con Camilo.
 
“Grazie, Camilo. Per avermi ascoltato ed esserti preoccupato. Lo apprezzo” posa una mano sulla sua spalla, stringendo appena.
 
La reazione è immediata. Camilo sorride, afferrandogli il polso e iniziando a volteggiare per la strada.
 
“Certo, zio! Ora andiamo ad aiutare la nostra comunità!”
 
Bruno ridacchia, seguendolo. La passeggiata non è male. Negli ultimi anni l’Encanto è diventato più grande, deve ammettere Bruno. Si sta espandendo di più, facendo spazio ad altre persone.
 
Camilo bussa alla porta ed entrambi aspettano pazientemente di essere ricevuti.
 
Quando la porta viene aperta, Bruno non si aspetta dei sussulti. Si è abituato a non avvertirli più quando appare in giro. Si contiene, mantenendo un’apparenza forte.
 
I bambini si aggrappano subito a Camilo, tascinandolo in casa, strillando per salutare Bruno. I genitori, tuttavia, mantengono le distanze. Bruno non si lascia infastidire. Chiede cosa desiderano che veda e la madre porge una foto, tremante. È della loro cavalla.
 
“L’abbiamo persa per le montagne la settimana scorsa, ma non siamo riusciti a trovarla” spiega l’uomo, “puoi vedere dove sarà o finirà?”
 
Bruno annuisce cautamente, ma anche così li fa trasalire.
 
“Avrai la visione qui?” chiede il padre, “i bambini potrebbero spaventarsi”
 
“No, invece” prima che Bruno possa parlare, interviene Camilo, “non hanno paura di Bruno”
 
“Sì che ce l’hanno. Con tutte le vecchie storie, chi non sarebbe terrorizzato?”
 
Bruno strabuzza le palpebre. Lui è presente, come possono parlare così?
 
“Sicuramente non i bambini. Avete dimenticato che ci avete aiutato a ricostruire la casa e lui era già lì?” Camilo fa un passo in avanti, costringendo Bruno a spostare l’attenzione su di lui.
 
“B-beh, non aveva il suo dono. Non era così spaventoso per i bambini” balbetta la madre e Bruno sente le proprie gambe pietrificarsi.
 
“Oh, quindi senza il suo dono è a posto, ma ora che ce l’ha, avete paura di lui dopo aver praticamente implorato mia nonna per una sua visione? Siete fuo-”
 
“Camilo” lo ferma Bruno, afferrandolo per un braccio e trascinandolo fuori casa.
 
“Non avevo finito! Non possono parlarti in quel modo!”
 
“Camilo, lo so, ma ascolta”
 
“Zio, sono degli stupidi. Come hanno potuto parlare così proprio di fronte a te? Mentre eri disposto ad aiutarli? Dio, queste persone sono così imbe-”
 
“Amore” Bruno afferra Camilo per le spalle per farlo smettere, girandolo verso di sé. Funziona. Le parole muoiono sulla lingua di Camilo e i suoi occhi si sbarrano impossibilmente, scrutando il viso di Bruno.
 
“Tesoro, va tutto bene. Ho avuto a che fare con atteggiamenti simili per 35 anni. Per fortuna non sono stati 45” ridacchia, cercando di scherzare. “Andrà tutto bene. Lasciami avere questa visione mentre tu distrai i bambini, okay?”
 
Camilo lo fissa per alcuni secondi e Bruno va nel panico.
 
“Okay” esala Camilo, continuando a esaminare Bruno.
 
“Bene. Rientriamo”
 
Bruno e Camilo tornano dentro e lui lo invita a raggiungere i bambini. I genitori si scusano e Bruno decide di lasciar correre. Camilo si è già agitato abbastanza, quindi si adegua. Comunica ai due che tornerà con la loro visione entro un’ora. Li invita a casa, sicuramente qualcuno, forse proprio sua madre, li terrà occupati mentre lui è impegnato.
 
Fortunatamente, la visione mostra il ritrovamento della cavalla. Afferra con cura la tavoletta e aspetta che la sabbia si abbassi. Il dolore agli occhi e alla testa si acuisce e mangia rapidamente uno spuntino, tornando giù. Mentre si avvicina alla coppia, Abuela fa un passo indietro, consentendo un po’ di spazio. Dopo aver appreso della loro visione, i due ringraziano Bruno e vanno alla ricerca della cavalla.
 
“Ottimo lavoro, Brunito” sua madre gli mette un braccio intorno alle spalle e lo bacia sulla guancia.
 
Bruno ricambia il sorriso. “Grazie, mamma”
 
Bruno passa dalla cucina. Julieta sta già iniziando a preparare la cena. La aiuta, ma Julieta gli porge un piatto pieno di arepas e lo fa uscire.
 
“Non ti dedichi più alle visioni tanto spesso, fratellino. Vai a riposarti e aspetta la cena” gli sorride calorosamente.
 
Bruno la ringrazia, dirigendosi verso il patio. Casita gli porge una sedia e un poggiapiedi. Il sole sta tramontando mentre si accomoda e mangiucchia. È davvero una fortuna che la visione sia andata bene. Non ha idea di cosa sarebbe successo se avesse visto una cavalla morta invece della famiglia felice che l’abbracciava. A volte non comprende le sue visioni. Come possono alcune essere così specifiche e altre vaghe? Si chiede se riuscirà mai a fare qualcosa di giusto. Ci ha provato per 35 anni di fila. Una vita, eppure nulla è cambiato.
 
Inizia a sentire delle voci dall’interno della casa. Luisa, Isabela e Mirabel sono tornate insieme a Pepa e Felix. Le piastrelle di Casita si spostano e Bruno non ha nemmeno la possibilità di voltarsi. Camilo viene condotto verso Bruno. Ridacchia mentre si sistema sul poggiapiedi, costringendo l’uomo ad abbassare le gambe.
 
“Ehi, zio, so che la visione è andata bene, vero? Lo sapevo” sorride Camilo, increspando gli occhi.
 
Bruno ride: “Sì, per fortuna, dovrebbero trovare la loro cavalla”
 
“L’hanno già trovata! I bambini sapevano dove sarebbe stata, ed era lì. Sono dalla tua parte, zio, non temere”
 
“Non ne dubito”
 
Julieta grida che la cena è pronta. Prima di alzarsi, Bruno afferra Camilo per la spalla.
 
“Grazie per oggi. Ho apprezzato che tu mi abbia difeso” è sincero, non vuole solo risultare gentile. Non si aspettava che Camilo si arrabbiasse. Il ragazzo non fa che sorprenderlo.
 
“No, zio, grazie a te” Camilo fa un passo in avanti e bacia leggermente la guancia di Bruno. L’uomo non ha il tempo di reagire. Camilo corre verso la porta, ridacchiando.
 
Non sa perché sia corso via. Poco dopo si ritrovano comunque seduti vicini.
 
.
 
Camilo ha compiuto 17 anni una settimana fa. E una settimana fa ha chiesto una visione a Bruno. La paura si è stabilita subito nella bocca dello stomaco di Bruno, che è stato onesto con Camilo. Avrà una visione, ma da solo e due volte prima di parlargliene. Non vuole ferire suo nipote. Senza rendersene conto, aveva fatto del male a Mirabel. E la visione di Dolores non era stata intera, altrimenti Bruno avrebbe detto di più. È terrorizzato da ciò che potrebbe vedere quando si tratta della sua famiglia.
 
“Dai, zio” Camilo, che ora è alto quanto Bruno, si appoggia alla porta della stanza dell’uomo, “qualunque cosa vedrai, non rimarrò ferito. A meno che tu non veda me morto. Quello sarebbe un problema”
 
“Camilo” lo rimprovera Bruno, non volendo affatto pensare al peggio.
 
“Scusa, scusa, non scherzerò su queste cose. Ma per favore, andrà tutto bene. Voglio solo una visione come Isa e Dolores”
 
Bruno espira, desiderando fermare il suo mal di testa. “Va bene, dammi almeno un’ora”
 
“Certo” Camilo fa un breve cenno del capo, porgendo a Bruno un piatto di snack prima di chiudere la porta.
 
Bruno arriva alla caverna delle visioni, stringendo il piatto. Aveva già preparato tutto prima che Camilo bussasse. Gli spuntini saranno molto necessari, quindi ne porta uno mentre entra. Si assicura che la porta sia chiusa a chiave. Lasciando lo spuntino all’interno della ruana, si getta del sale alle spalle e accende un fiammifero. Inspira ed espira, aprendo gli occhi. La sabbia inizia a turbinare e sale fino alla cima della caverna. Fanno capolino sfumature verdi e Bruno si costringe a cercare.
 
Il dolore è lieve, ma c’è. La testa gli fa male e gli occhi iniziano a diventare secchi. Ci sono forme, ma nulla diventa nitido. Si alza, sperando di potersi aiutare così, e ha ragione. Le immagini diventano chiare. Vede dei coriandoli. Poi fuochi d’artificio. Appare una torta di compleanno e si chiede se sia quella la visione per Camilo. Trova immagini e forme, si concentra su di esse per portarle alla luce.
 
Uno stagno prende forma. Poi vede Camilo seduto su una sponda, la testa tra le ginocchia. Qualcun altro si avvicina a lui, gli posa una mano sulla spalla e, quando Camilo alza il viso, sta piangendo.
 
Bruno geme, chiudendo gli occhi e costringendosi a fermarsi, a fermare la visione.
 
Non è possibile. Non può essere. Dovrebbe aiutare i suoi familiari, non...farli piangere. Non vederli piangere.
 
La sabbia si interrompe e Bruno quasi manca di afferrare la tavoletta. Riesce a malapena a guardarla. Il viso di Camilo è rigato di lacrime mentre Bruno muove la tavoletta.
 
Si riempie di collera. Non può mostrargliela. Questa non è la sua visione, non può esserla. La scaglia contro il muro, facendola a pezzi. Tornerà a frammentarla ulteriormente. Ora deve riprovarci.
 
Senza mangiare nulla, ripete i suoi rituali e ricomincia. Quando vede Camilo piangere, cerca di concentrarsi sulla persona che è con lui. L’immagine non viene messa a fuoco, non finché Camilo si alza, aiutato dalla persona. Il volto di Camilo cambia e sorride. Bruno sorride a sua volta, con il cuore leggero. Mentre Camilo si avvicina alla persona, Bruno non distoglie gli occhi da questa, per vedere chi è.
 
Camilo attira la persona a sé e Bruno rimane senza fiato. Perde l’equilibrio proprio mentre Camilo la bacia.
 
Nella visione, Camilo sta baciando Bruno.
 
Bruno strilla, inciampando mentre indietreggia spaventato e cade. I suoi occhi sono ancora aperti ed è troppo stordito per interrompere la visione. Camilo lo sta ancora baciando e Bruno osserva con orrore il se stesso del futuro che ricambia il bacio. Finalmente chiude gli occhi e mette fine al procedimento, non volendo vedere altro. Lascia cadere la tavoletta, che si frantuma con l’impatto al suolo.
 
Una volta, da ragazzino, aveva avuto un malinteso con Pepa, portandola a dire che lui era una maledizione per la loro famiglia. Non lo pensava davvero.
 
Ma probabilmente c’era del vero nelle sue parole.
  
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