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Autore: Hime Elsa    19/07/2023    1 recensioni
Meredith Rose è una ragazza irlandese di origini italiane di 24 anni che lavora in una focacceria gestita dai suoi genitori, occupandosi della preparazione delle focacce. Adora cucinarle ed ha chiamato il negozio "Rose e Focacce" proprio perché adora le focacce ed allo stesso tempo anche le rose, tant'è che la focacceria si distingue per essere abbellita di rose, scelta inusuale essendo un locale rustico.
Da sempre oggetto di bullismo da parte dei suoi coetanei a causa di un handicap di cui non le permette di parlare come gli altri, a causa di ciò non riesce ad instaurare un rapporto sociale con le persone, può solo contare l'appoggio e l'aiuto dei suoi genitori. Le cose iniziano a cambiare quando un certo Micheal viene assunto come fattorino del negozio e tramite questo ragazzo, conoscerà alcuni suoi amici e nuove persone, tra cui Anthony Pitton, un ragazzo dal carattere un po' tenebroso e dal passato tumultuoso. Come lei, anche Anthony si fida ben poco delle persone...
- IL RATING POTREBBE CAMBIARE DIVENTANDO UNA STORIA EROTICA!
- La storia verrà accompagnata da degli artwork disegnati dalla sottoscritta. (solo su wattpad)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Il giorno dell’appuntamento arrivò.

Ero ormai già pronto, spruzzai intorno a me tanto profumo ed ero pronto per andarmene.

Ma quando aprii la porta, per poco non mi prendevo un infarto.

Un Stephen con le braccia incrociate era lì davanti alla porta e pensando che non ci fosse nessuno, la aprii alla leggera.

Quel tipo prima o poi mi avrebbe fatto morire di crepacuore.

Non diceva nulla, sembrava piuttosto silenzioso. Ma la faccia diceva il contrario, era sul punto di domandarmi qualcosa. Anche se non capivo il suo ammutolirsi dato che Stephen non faceva altro che parlare.

Inutile dire che la sua domanda era “dove vai?” e quindi andai subito al dunque.

«Esco con Meredith»

«Lo immaginavo»

«E allora perché me lo domandi»

«Domandare è lecito, rispondere è cortesia» mi rispose lui con un tono un po’ secco.

«Detto questo, ti posso consigliare qualche posto per l’uscita? Soprattutto per la scelta del ristorante»

Mi avrebbe fatto comodo considerando che lui era di Dublino e conosceva i migliori ristoranti della città ma per come mi ero comportato pochi secondi fa, non credevo di meritarmelo.

«Qualche dritta mi potrebbe essere utile...» risposi io un po’ imbarazzato.

«Magari un ristorante che si possa mangiare bene, non importa il budget perché sarò io ad offrirle la cena»

«Wow! Che gentleman! È indubbio che quella ragazza ti abbia rapito il cuore, basti pensare come tu l’abbia difesa dalle angherie di Scarlet al pub»

«A prescindere l’avrei difesa dopo le cattiverie gratuite che aveva detto... quella stronza»

«Io non voglio sembrare indiscreto, la mia è pura e semplice curiosità ma come mai lei ti piace così tanto? Cos’ha lei di speciale rispetto alle altre?»

Questa domanda non me l’aspettavo e mi spiazzò del tutto. Tra l’altro Stephen usò un tono piuttosto discreto e quindi la sua non era la tipica domanda da impiccione. Voleva semplicemente sincerarsi del perché avessi preso una bella cotta per Meredith.

«Beh... ecco... come dirtelo...» incominciai grattandomi la nuca imbarazzato.

«Non so come spiegartelo però sento che lei è la persona giusta: è dolce ma allo stesso tempo onesta. È discreta ma ti dice sempre la verità. È gentile, cortese e poi... sento il bisogno di proteggerla»

«Proteggerla? E da chi?»

«Proteggerla da chi osa spegnerle il suo bellissimo sorriso»

Silenzio generale. Avevo detto una cazzata?

«Amico, porcaputtana... te l’ha fatto venire proprio duro!»

«Chiudi quella cazzo di bocca ed evita le allusioni sessuali per una volta buona!»

«Ora che ci penso, Micheal mi avevano accennato che lei non aveva proprio amici prima che lo conoscesse. Mi è stato riferito che è stata bullizzata dai suoi compagni di scuola e di conseguenza fa fatica a fare amicizia»

«Lo so, me l’ha detto pure a me»

«Non pensavo che parlassi ogni tanto con Micheal»

«No, me l’ha detto Meredith in persona quando la portai in quel bar in stile francese»

«È la tua prima cotta?»

«Che cosa?»

«Dico, è la prima volta che ti innamori di una ragazza oppure prima di lei hai avuto una relazione?»

Panico. Questa domanda scottava di brutto. Eppure, non mi aveva domandato nulla di così tragico. Che male c’era di dire la verità e raccontare la precedente relazione con Sally?

Ma dentro di me, il mio essere asociale mi intimava di stare zitto, di mentire.

Era una cosa buona giusta da fare?

Stephen e Robert erano miei amici, o forse dovrei dire gli unici amici che avevo. In un anno, tramite confessioni e sfoghi, sapevo delle loro vite... mentre loro di me un accidente.

Fino a qualche mese fa, non mi facevo problemi a tenere nascosta la mia vita ed il mio passato ma in quel momento incominciavo a sentirmi in colpa. Finalmente capii cosa intendesse Robert quando voleva sapere più su di me ed io per tutta risposta, lo avevo solo mandato al diavolo.

«Pronto? Ci sei?»

La voce di Stephen mi fece tornare alla realtà e mi accorsi che per un minuto buono, stetti in totale silenzio senza proferire una parola.

«Sì, scusami, ero... ero in soprappensiero»

Controllai il cellulare. Era il momento di uscire.

«Ok, ci vediamo»

«Eh no, aspetta!»

Merda. Adesso cosa voleva? Forse avrei dovuto rispondere alla sua domanda subito per non dare troppo nell’occhio.

«Hai la patente? Se vuoi, ti presto la mia macchina!»

«La tua... COSA?!»

«Hai la patente?»

«Sì, ho la patente americana, non penso che sia un problema, ma...»

Tra parentesi, la patente la presi giusto perché il padre di Sally trovava scandaloso il fatto che io non guidassi in quanto maschio e molto “gentilmente” mi pagò la scuola guida. C’era poco da commentare di fronte alla stupidaggine del mio allora futuro suocero.

«Oh, andiamo! Ti presto la macchina in caso voi vogliate andare più lontano, anche perché il ristorante di cui ti voglio consigliare non è qui vicino!»

«Senti, ti ringrazio per la tua disponibilità ma non c’è bisogno di essere così generosi. Possiamo andare in un ristorante nei paraggi; non importa il luogo in sé, voglio solo ed unicamente stare con lei. Non me la sento di guidare la tua macchina, mi sentirei troppo in colpa se nel caso dovesse succedere cosa»

«Amico, come pensi di fare colpo? Io ho una bella Audi rossa! Possibile che l’idea proprio non ti piaccia neanche un po’?»

«Stephen, cazzo, mi vuoi ascoltare?! Io non ho bisogno di...»

Mi fermai a parlare perché in quel momento mi ricordai quando Meredith fu accompagnata al pub da quel tizio asiatico che possedeva una splendida BMW.

Ora incominciavo a capire cosa stesse intendendo Stephen.

«D’accordo, accetto. Te la riporto come nuova, promesso. Grazie mille!»

«Wow, che cambio di decisione repentina, ma mi sembrava ovvio del resto. Ecco, queste le chiavi. Poi magari dopo la cenata, vi scegliete pure un bell’Hotel per concludere l’appuntamento al meglio!»

«Hotel? Perché dovremmo dormire in un Hotel... EH?! Stephen, cazzo, un’altra frase che allude al sesso e porrò fine alla tua vita, giuro!»

«Con tutto che ti ho prestato la mia bellissima Audi? Sei un stronzo»

-

Scesi da casa e ritirai l’Audi di Stephen in garage.

Ricordavo la strada di casa di Meredith, quindi non c’era neanche bisogno di chiamarla.

Era nei dintorni, quindi arrivai subito a destinazione.

Bussai il campanello e sentii la voce di una donna. Non era Meredith ma sicuro quella pazza di sua madre.

«Chi è?»

«Ehm, sono Anthony, sua figlia è in-»

«Oh ciao! Tu devi essere quel bel giovanotto americano, vero? Entra pure, mia figlia si sta ultimando nel prepararsi»

«Ok...» risposi io per nulla convinto.

Parcheggiai nei dintorni l’Audi ed entrai in casa di Meredith. Ad aprire la porta fu la madre.

«Eccoti qua, accomodati pure!»

«Grazie mille» risposi io imbarazzato «però potevo anche aspettare fuori, non voglio essere di disturbo...»

«Macché, quale disturbo! Nel frattempo vuoi un po’ di caffè o tisana?»

«No, grazie... sono apposto così»

«Ah, mia figlia non vedeva l’ora che arrivasse questa giornata...» disse lei con fare teatrale.

Ma lo diceva giusto per intavolare una discussione o lo diceva sul serio? Più parlava quella donna, più mi sembrava che mi stesse pigliando per il culo.

«Ah sì?» dissi io semplicemente.

«Certo, mia figlia ti adora, altrimenti non si spiega il perché abbia rifiutato l’invito di Hitoya»

Hitoya? E chi cazzo era? Che fosse quell’asiatico che aveva accompagnato Meredith al pub?

Ne approfittai per scovarne delle informazioni dal momento che questa donna amava fin troppo chiacchierare, il totale opposto della figlia.

«E di grazia, chi sarebbe costui?»

«Oh, un suo vecchio compagno di classe di cui lei all’epoca aveva un cotta. È venuto di recente alla focacceria e le aveva chiesto di venire alla sua festa in un locale per festeggiare il suo debutto alla NBA, ci sarebbero stati pure i suoi ex compagni di classe. Lei ha rifiutato, che disdetta»

«Perché che disdetta, mi scusi?» domandai io inarcando il sopracciglio.

«Beh, perché era un’ottima occasione per farsi degli amici dal momento che mia figlia non fa altro che stare in casa e rifugiarsi nella cucina del nostro locale.»

«Quindi proprio oggi ci sarebbe stata la festa di questo tizio?»

«No, è stato ieri. Ma Meredith lo aveva liquidato dicendo che era già impegnato con un ragazzo in quel giorno quando in realtà è stata in casa»

«E quando è venuto quel tizio?»

«Lunedì»

Feci mente locale: quando la messaggiai chiedendole di uscire con me era lunedì sera e lei mi rispose la mattina seguente. Eppure, lei lo aveva liquidato con una scusa che poi sarebbe diventato (più o meno) realtà.

Aveva messo me in mezzo per liberarsi di quel coglione. Mi sentivo splendidamente compiaciuto ma la madre non era dello stesso avviso.

«E quindi è dispiaciuta del fatto che sua figlia abbia rifiutato l’invito del suo vecchio compagno di scuola?»

«Esatto»

«E non è contenta almeno del fatto che esca comunque oggi con me?» incalzai io.

«Oh sì, certo che sono contenta! Solo che, vorrei, beh... mettiamola così: deve socializzare di più!»

Socializzare? Socializzare con chi? Con quei suoi ex compagni di classe? Ora che ci penso, Meredith al bar francese si intristì quando accennò di essere stata bullizzata per tanto tempo e molto probabilmente lo avevano fatto i suoi compagni di classe. Una cosa è certa: la madre era fuori di melone.

«Tu piuttosto, che cosa ne pensi?»

La guardai torvo. Davvero mi stava chiedendo una mia opinione? Quando qualcuno mi chiedeva un’opinione, non potevo fare a meno di essere sincero ma allo stesso tempo duro e crudo. Della serie: senza peli sulla lingua.

«Sarò onesta signora, credo che sua figlia abbia fatto non bene...»

La signora mi guardò soddisfatta, in linea con il suo pensiero. Peccato che non avevo concluso la frase ma lo feci apposta per poi godermi la sua reazione dopo aver terminato ciò che stavo dicendo.

«... ma di più»

Il suo viso si raggelò di brutto.

«Vede, già le persone di questo mondo fanno schifo, perché sua figlia si deve sporcare con queste persone? Soprattutto con quelle che l’hanno umiliata per anni per la sua disabilità? Lei stessa mi aveva accennato di essere stata bullizzata tempo fa; scommettiamo che a quella festa ci sarebbero state quelle merde dei suoi ex compagni di classe? Non c’è motivo di farseli amici e soprattutto non viviamo nel mondo di Winnie The Pooh dove siamo tutti buoni e coccolosi; c’è fin troppa cattiveria in giro e sua figlia fa benissimo ad essere selettiva nel scegliere le sue amicizie»

Silenzio. La madre non osò dire una parola ma si vedeva dalla sua faccia che non era minimamente concordo con me. Che le dovevo dire, che il suo era un pensiero di merda.

«E comunque» continuai io non ancora contento della sua reazione «sua figlia non è più sola come prima e lo può constatare anche lei; adesso ha me, Micheal, Charlotte e tutti i miei amici. Perciò non ha bisogno di trovare altri amici se lei non si sente ancora sicura di fidarsi degli altri»

«Ahh» rispose la donna molto freddamente. Quel suo tono gelido mi fece un po’ raggelare il sangue: da quando l’avevo conosciuta, aveva usato sempre un tono vivace e squillante, tanto da rompermi i timpani e pure i coglioni.

Adesso invece aveva cambiato sia tono che espressione che a guardarla, non dico che era spaventosa ma era passata da un stato emotivo ad un altro completamente opposto tanto da farmi mettere in guardia.

Anch’io la guardai con la sua stessa espressione ma lei ebbe ancora qualcosa da dire.

«Ora capisco perché Meredith ti adora: siete sulla stessa lunghezza d’onda dal punto di vista di questo argomento»

Il suo non era un complimento ma poco importava; il suo era un pensiero semplicemente ridicolo e buonista.

C’era il rischio di averla come nemica o peggio, un ostacolo di un'ipotetica relazione ma non mi andava di assecondarla con le sue stronzate.

Io in primis avevo avuto delusioni da parte della società; a partire di essere stato abbandonato e spedito in un orfanotrofio, l’essere usato e deluso dalla quella stronza della mia ex... il mondo era una merda e continuava ad esserlo, perciò capivo fin troppo come si sentiva quella povera Meredith. Chissà cosa quante cattiverie le dicevano o addirittura le facevano, solo a pensarci mi veniva un’ira indescrivibile.

Sentii una porta aprirsi da sopra e qualcuno stava scendendo le scale; era Meredith.

Ormai era tipico mio guardarla come un pesce lesso ma questa volta cercai di ricompormi subito, soprattutto dopo la discussione con quella pazza di sua madre.

Aveva il vestito rosa con le fragoline che aveva messo la scorsa volta al pub e ne fui contento perché quel vestito la valorizzava tanto.

Questa volta però aveva il seno più coperto perché lo aveva modificato durante la settimana.

«Ciaooo...» salutò lei imbarazzata ma felice.

Le ricambiai il saluto.

«Sei davvero bellissima»

«Daaavveeroooo...?»

«Certo! Lo sai che io dico sempre ciò che penso»

Mi girai verso sua madre.

«Beh, allora andiamo»

«Ma certo! Mi raccomando, divertitevi!» fece lei ritornando allegra e strampalata.

Quel suo cambio di umore repentino non mi diceva nulla di buono: era palese che stesse fingendo.

«La riporterò ad un orario decente, ed ora con permesso»

Aprii la porta e finalmente uscii da quella casa, o meglio dalle grinfie di quella donna.

«Dooovee aaandiaamooo diii beellooo?» mi domandò mentre io cercai di dimenticare quella brutta conversazione.

«Tu dove vorresti andare?» le domandai a sua volta.

E' vero che Stephen mi aveva consigliato un ristorante ma riflettendoci, sarebbe stato più consono farlo scegliere a lei.

«Nooon looo sooo... aaa mee baaastaaa staaareee coon teee...» rispose io lei a bassa voce.

Quella frase mi fece sciogliere il cuore e non seppi proprio come replicare. Per tutta risposta, divenni rosso come un pomodoro.

«Nel dubbio prendiamo la macchina e direi che a questo punto andiamo in un ristorante di cui Stephen mi ha consigliato fortemente»

«Maaacchinaaa?» domandò lei stupita.

«Tuu guiidii?»

«Ho la patente ma la macchina non è mia; me l’ha prestata Stephen»

Va bene che l’auto era un espediente per fare colpo su di lei ma non mi andava di mentirle dicendo che quella vettura fosse mia.

Raggiungemmo l’Audi e lei sembrava elettrizzata. Cazzo se Stephen aveva avuto ragione.

«Ti piace...?»

«Siii, è fiiigaaa» rispose lei contenta.

Chissà se era felice pure quando salì nella BMW di quel coglione asiatico.

«Ora andiamo, dato che abbiamo la macchina, possiamo approfittarne per distanziarci un po’»


Ok, l'angolo del lettore, yeaaaaaah!
Era il momento di farlo visto che da qui in poi le cose diventano piccanti (no, non pensate in quel modo! =P)
Scrivo questo breve angolo del lettore per annunciare una notizia: sto realizzando la versione manga di questa storia. Sì, AVETE CAPITO BENE! Motivo per cui non ho più realizzato le tavole dei capitoli e ho preferito fare un fumetto che lo trovo molto più divertente da realizzare.
Dovete lo potete leggere? Su https://www.deviantart.com/himeelsa, vi aspetto! Per ora ho realizzato il prologo + la prima parte del Capitolo 1 ma ho finito tutto il primo capitolo, devo solo inchiostrare ed aggiungere i retini ^^

   
 
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