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Autore: lolloshima    20/07/2023    0 recensioni
Questa storia partecipa alla challenge #12months indetta dal gruppo Facebook Non Solo Sherlock - Gruppo Multifandom.
Ho preso spunto da questa bellissima sfida per ripercorrere, mese dopo mese, il percorso e la crescita del nostro 'piccoletto' Hinata Shoyo, direttamente dal suo punto di vista.
Me lo sono raffigurato annotare su di un immaginario diario scolastico, tutti gli eventi importanti, le sue emozioni e i suoi progressi, non solo in ambito sportivo, ma anche - e sopratutto - personale. Con un occhio particolare al suo rapporto con Tobio Kageyama, suo alzatore, compagno di squadra e... molto, molto di più.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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DIARIO SCOLASTICO - FEBBRAIO


 

Cavoli che freddo! Anche oggi sono quasi congelato per tornare a casa. Meno male che un po' mi scaldo pedalando, ma le mani non riesco a tenerle al caldo neanche con i guanti che mi ha regalato la nonna a Natale. Ci vorrebbe lei, a tenerle tra le sue, come fa sempre quando vado a trovarla e ho le mani che tremano da quanto sono gelate.

Forse se riuscissi a correre più veloce, il calore potrebbe arrivare fino alla punta delle dita! E magari anche alla punta del naso.

Oggi è successa una cosa strana. Cioè, niente di particolare o eccezionale, come catturare una lucertola con due code o trovarsi davanti un elefante fuggito dallo zoo. O trovare per terra una moneta da spendere al distributore di merendine. Insomma, niente di così figo, però...

Stavo passando davanti al negozio di Misaka, quello dove la mamma ha comprato la lavatrice e la tivù, e ho sentito qualcuno che gridava a squarciagola "Eccolo, è lui, il piccolo gigante!!".

Non so perché, ma ogni volta che mi imbatto in quella parola, ‘piccolo’, mi sento sempre coinvolto, è come se si stesse parlando di me. Però a dirla tutta, forse la cosa che mi ha attirato di più è stato sentire quell'aggettivo usato vicino alla parola "gigante".

GIGANTE!

Come può qualcosa di ‘piccolo’ essere anche ‘gigante’?

Mi sono incuriosito. Ho inchiodato la bicicletta, mi sono avvicinato per guardare e… BUM!

Alla televisione, quella grande esposta in vetrina, stavano trasmettendo una partita di pallavolo. In una delle due squadre c'era ragazzo con indosso una maglietta nera, che schizzava da una parte all’altra del campo e poi prendeva la rincorsa e... volava!

Si capiva che non era tanto alto, anzi direi che era piuttosto piccoletto rispetto ai suoi compagni. Però davvero, saltava così in alto che sembrava che avesse le ali. Quando era in aria, SBAM!, colpiva fortissimo la palla, e questa BAM!, andava a sbattere sul pavimento del campo avversario.

I cronisti continuavano a dire quanto fosse straordinario quel piccolo gigante, che era l’asso della squadra del Karasuno.

Ho sentito il mio corpo tremare e non potevo muovermi. Il cuore mi batteva fortissimo, e ho sentito una scarica di adrenalina che mi partiva dalla pancia fino ad arrivare al cervello. Non sentivo più freddo, né stanchezza, percepivo solo una grande energia esplodere dentro di me, una forza che mi avrebbe fatto percorrere in un lampo la distanza che mi separava da casa, se solo fossi riuscito a staccare gli occhi da quelle immagini.

Il giocatore più piccolo della squadra, aveva conquistato il ruolo di asso! I cronisti avevano ragione. Quel ragazzo era davvero un piccolo gigante. E vederlo mi ha fatto pensare che tutto è possibile, anche per qualcuno come me.

Sì, come me. Uno che è sempre il primo della fila, quando bisogna mettersi in ordine di altezza.

Uno a cui tutti chiedono “Quando cresci?” oppure “Ma fai la prima?” (ehi, io sono in sesta!!), e che per tutta la vita è stato chiamato ‘piccoletto’, ‘microbo’, ‘tappo’, ‘nano’.…

Non che questo mi abbia mai offeso, eh. Non mi vergogno per niente della mia altezza. Però vedere quella partita mi ha fatto capire che non c’è niente che una persona piccola non possa fare. La bassa statura non è un limite, se dentro c’è un gigante che vuole venire fuori.

Prendiamo la pallavolo. Per quanto mi piacesse come sport, prima di oggi non ci avevo mai dato importanza, non avevo mai visto una partita, e non mi ero mai neanche informato se a scuola ci fosse un club di volley, perché lo pensavo inavvicinabile, riservato ai ragazzi molto alti.

Adesso so che non è così, che anche io posso giocare e posso diventare un asso. Dopo aver visto il piccolo gigante, la pallavolo mi sembra lo sport più bello del mondo, e non vedo l’ora di iniziare ad allenarmi. Sì, perché ho deciso che io giocherò a pallavolo!

A casa, ho raccontato tutto alla mamma e a Natsu. La mamma ha sorriso, mi ha arruffato i capelli e ha detto che avevo lo stesso entusiasmo quando ho fatto il primo tuffo a bomba nella piscina del campeggio, o quando sono arrivato primo alla corsa campestre in seconda.

La mamma si sbaglia. Non è la stessa cosa. Questa volta dentro mi sono sentito WOW! Improvvisamente, ho capito cosa voglio fare, cosa voglio diventare. Chi voglio diventare. Sarò il prossimo Piccolo Gigante!

Natsu invece si è persa quando sono arrivato alla lucertola a due code, e ha voluto sapere se l’elefante era al sicuro e aveva trovato la sua mamma. La mia sorellina è troppo piccola per capire, ma sarà sicuramente orgogliosa di me, quando diventerò il più forte giocatore di pallavolo del paese.

Mi sono annotato sul quaderno il nome della quella squadra che ho visto alla televisione.

Karasuno!

E’ una scuola che si trova nella città vicina a quella dove abito io, al di là della montagna. Costi quel che costi, quando finirò le medie è lì che voglio andare! Dove anche un gigante piccolo come me può giocare a pallavolo e diventare un asso.

Alle medie mi allenerò e diventerò l’asso più forte di tutta la prefettura. Se mi impegno molto potrei anche diventare il migliore del Giappone, o anche del mondo. Sì, se ci metto tutto me stesso, ce la posso fare!

Aspettami Karasuno, il tuo asso sta arrivando!

 

   
 
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