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Autore: Ale711224    21/07/2023    2 recensioni
Questa storia inizierà con due coppie e finirà con altre due coppie, ma saranno le stesse? O cambieranno? Parla dell'amore iniziale tra Trent e Courtney e Duncan e Gwen, anche se piano piano, le cose inizieranno ad andare leggermente in maniera diversa.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, LeShawna, Shawn, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: A tutto reality - Azione!
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Ehi ciao! 

Come state? Tutto a posto? 

Far uscire questo capitolo è stato un parto, ma del resto LA MIA SESSIONE ESTIVA POSSO DIRLA UFFICIALMENTE CONCLUSA! 

Mi scuso ancora per i periodi di assenza, ma spero lo stesso che le persone che finora hanno seguito i miei scleri non mi abbandonino, ahahaha! 

Vi lascio, come sempre, alla mia creazione di queste lunghe e infinite settimane, ciao a tutti! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Senza curarsi delle occhiate altrui, lo aveva preso per un braccio e lo stava trascinando fuori dall’aula. 

Lui reagì sbuffando, capendo già perfettamente il motivo di quella “convocazione urgente”. 

 

Si fermarono vicino al cancello, che ormai era diventato luogo di ritrovo per confessioni, litigi e a volte anche qualche rissa. 

 

Stava aspettando il momento in cui si sarebbe calmata un attimo per provare almeno a chiedere cosa avesse fatto stavolta, ma quel momento non arrivò perché fu lei a prendere parola per prima. 

 

“Allora? Non devi dirmi nulla? -Gli aveva sbattuto in faccia così all’improvviso. 

 

“Non capisco cosa intendi Gwen, se ti va di spiegarti magari, mi faresti un favore” 

-Rispose lui, leggermente infastidito dal tono della ragazza. 

 

 

“Non capisci eh? Vediamo se così riesco a rinfrescarti la memoria! 

Courtney, garage, gotici, ti dicono nulla queste parole? 

 

“Riesci a fare una frase di senso compiuto senza fare giochetti strani? Perché non arrivi al sodo?   

 

-Si vedeva benissimo che si stava innervosendo parecchio, ma la gotica sembrava voler tenere quel punto. 

 

“Cazzo Duncan! Mi spieghi per quale motivo hai portato Courtney da Ennui e Crimson? Ti ha dato di volta il cervello? 

 

“Non capisco cosa posso aver fatto di sbagliato, non serve essere così esagerata. 

 

“E tu la chiami esagerazione? Ci hai messo 3 anni per permettermi di conoscerli, perché invece a lei li hai fatti incontrare subito, senza un motivo poi! Spiegamelo! 

 

“Semplicemente sapevo che la principessa sarebbe rimasta terrorizzata da loro; quindi, volevo semplicemente farmi due risate, nulla di più. 

 

-Aveva risposto alla sua domanda con totale tranquillità. 

Nonostante Gwen capì benissimo che quella era una grande cavolata, decise di non ribattere, almeno per il momento. 

 

“Ora che mi hai fatto il terzo grado, possiamo rientrare? Se mi becco un’altra nota mi sospendono! 

 

-Detto questo, senza controllare che la ragazza lo seguisse, il punk alzò i tacchi e tornò in aula. 

Lei sbuffando, si trovò costretta a seguirlo, così ripresero le lezioni. 

 

Gwen non riusciva proprio a digerirla questa cosa. 

Nonostante provasse a non sentirsi inferiore a Courtney, arrivavano delle cose, anche se piccole, che le smontavano tutti i suoi pensieri. 

 

Non avendo altra scelta, dovette, almeno per il momento, accettare quell’amara situazione. 

 

Fortunatamente, l’unica cosa che si beccarono, fu una leggera sgridata dal professor MacLain, nulla di più. 

 

Alla fine dell’ultima ora di lezione, il professore gli diede un compito, da svolgere obbligatoriamente in gruppi da 3 o 4. 

Anche se non era da lui assegnare certi compiti, quel giorno aveva deciso di provare qualcosa di diverso. 

 

 

“Allora ragazzi miei, ascoltatemi, lo so che in questa classe tra di voi non regna proprio un clima sereno, soprattutto tra alcune persone...  

 

-Disse spostando l’occhio verso Duncan e Courtney, che si guardarono in cagnesco, o Leshawna e Heather, la quale quest’ultima aveva rubato lo specchietto portatile della black mama, portandole quasi alle mani. 

 

 

“Ho deciso, come ultimo anno insieme, di fare una cosa che non ho fatto mai finora, un bel lavoro di gruppo sui reality show! 

 

-Un coro di “Nooooooo” si udì in sottofondo alla richiesta del professore. 

 

“State zitti branco di lamentosi!  

L’unica cosa che sapete fare bene in questa classe è lamentarvi, cucitevi quelle bocche una volta tanto! 

 

-Al rimprovero del professore, nell’intera classe piombò un silenzio improvviso, che soddisfo l’uomo. 

 

“Bene, come stavo dicendo, vi dividerete in gruppi da 3 e alcuni da 4, dovrete parlare come se foste i presentatori di un reality televisivo che inventerete voi! 

Dovrete spiegarmi attentamente tutti i dettagli, mi raccomando! 

Mi dispiace, ma non sono ammesse coppie. -Disse, spegnendo subito l’entusiasmo di Lindsay e Beth, che speravano di lavorare insieme. 

 

“Mi scusi professore, i gruppi dobbiamo deciderli noi? -Domandò Harold. 

 

“Per vostra sfortuna, sarò io a decidere chi starà con chi, e non accetto lamentele, chiaro? 

 

Leshawna, Beth e Alejandro, voi siete il primo gruppo. 

Courtney, Lindsay e Duncan, voi il secondo. 

Trent, Harold e Gwen, il terzo. 

Heather, Tyler e Izzy voi sarete il quarto gruppo. 

 

-Mclain continuò a formare i vari gruppi per i progetti, ma a qualcuno sembrava non andare bene la propria collocazione. 

 

“Mi scusi professore, devo proprio fare il progetto con lo sportivo sfigato e con la pazza? -Disse Heather, rivolgendosi con disgusto ai suoi compagni. 

 

“EHI! Tyson non è affatto uno sfigato, è il migliore giocatore di tennis al mondo! -Ribatté la sua ragazza. 

 

“Emm Lindsay, veramente io gioco a rugby...-La corresse Tyler. 

 

“Basta! Avete finito di discutere?  

 

-Mclain era sul punto di urlare di nuovo, ma si trattenne. 

 

 

 

“E io che dovrei dire allora scusami? Guarda con chi mi ha messo il professore -La seguì a ruota Gwen, che fissando il moro, una smorfia comparve subito sul suo viso. 

 

 

-Mi dispiace, ma vi ho già detto che sarei stato io a decidere i gruppi; quindi, questi ho fatto e questi vi tenete, nessuno può cambiare. 

Che sia chiaro, potreste fare anche il progetto da soli, ma ciò vi farà partire con 2 voti di svantaggio, la scelta è vostra, ragazzi! 

 

 

-Al suono della campanella, sotto gli sguardi omicidi dei suoi studenti, Mclain uscì in fretta dalla classe, non prima però di aver dato un ultimo avvertimento. 

 

“Ah ragazzi a proposito, se scopro che qualcuno in un gruppo non ha fatto nulla ed ha fatto fare tutto il lavoro agli altri, si becca un 3 diretto, mi sono spiegato? 

 

“E lei come farà a sapere se tutto il gruppo ha lavorato? -Domandò Beth al professore. 

 

“Non sarà così difficile, perché io non ho mai detto che questo compito lo dovrete svolgere a casa! 

Lavorerete durante tutte le ore che io ho con voi la settimana prossima. 

Io non verrò, perché sarò in vacanza, ma non preoccupatevi, ci sarà Chef a fare in modo che lavoriate bene. 

Visto che le ore sono tante, dovreste riuscire senza problemi a terminarlo tutto in questo lasso di tempo! 

Detto questo, vi auguro una buona giornata ragazzi! A lunedì, anzi, al mio rientro dalle vacanze! 

 

-Il professore, fiero, se ne andò dalla classe, lasciando i suoi alunni confabulare tra di loro. 

Molti ancora non erano d’accordo sui gruppi scelti, ma l’unica cosa che in quel momento potevano fare, era lamentarsi. 

 

 

“Certo che MacLain sa proprio come metterci in difficoltà eh? -Disse Alejandro ai suoi compagni. 

 

“Ragazzi come facciamo, la settimana prossima abbiamo ben 4 compiti in classe, quelle ore ci sarebbero potute servire! -Continuò sconfortata Leshawna. 

 

“A me non interessa di questo stupido compito, per me McLain può anche buttarsi giù da un ponte, non mi importa dei voti in meno, lo farò da sola! 

 

-Heather, stanca di quel discorso, uscì dalla classe senza guardare in faccia nessuno. 

 

Gli altri, capendo ormai di aver quasi terminato il programma e non volendo un voto basso, decisero di mettersi subito tutti d’accordo per la propria parte nel progetto. 

 

I meno collaborativi erano Duncan e Gwen, ancora innervositi per la discussione di prima, e sembravano proprio non voler collaborare con gli altri. 

 

Courtney dal canto suo, non avrebbe mai preso un’insufficienza per un tipo svogliato come quello, e visto che, a malincuore, erano nello stesso gruppo, lo avrebbe convinto a lavorare a tutti i costi. 

 

Usciti per la ricreazione, Trent e Harold stavano discutendo più a fondo sulla questione del progetto, anche loro nello stesso gruppo. 

 

“Io suggerisco di fare una ricerca che riguardi i migliori attori che ci sono stati negli anni passati! 

Fidati! Racconteremo cosa hanno passato vivendo in una società malandata e tutti i libri e le opere scritte per loro! -Disse Harold con l’entusiasmo a mille. 

 

“Senza offesa Harold, la tua idea è buona, ma McLain ha detto che dobbiamo interpretare un nostro reality show, non scrivere delle cose su fatti già accaduti. 

 

-La risposta di Trent spense tutto l’entusiasmo che aveva il rosso, costringendolo a sospirare. 

 

“Piuttosto, dobbiamo lavorare con Gwen giusto? Quella ragazza mi inquieta troppo.... 

 

“Non preoccuparti, non credo ci darà problemi se non vuole un’insufficienza, poi dobbiamo farlo per forza, a me terrorizza più Chef... 

 

“Si, ora che ci penso hai ragione, ma posso farti una domanda? 

 

“Certo, chiedi pure. 

 

“Ho notato che da un po di tempo sei molto attaccato a lei, per caso tra voi due c’è qualcosa? 

Nulla di che tranquillo, solo pura curiosità. 

 

“Harold, nulla di ciò che pensi, semplicemente i professori mi hanno chiesto di aiutarla con le materie insufficienti, ed è quello che sto facendo. 

 

“Va bene ti credo, però dobbiamo pur sempre collaborare con lei; quindi, visto che di sicuro a te non sbranerà vivo, va a chiederglielo tu. 

 

“Non vedo cosa ci sia da chiederle, possiamo anche metterci d’accordo in clas.... 

 

“NO! Meglio mettere le cose in chiaro da subito! Forza, va a parlarle! 

 

 

-Harold spinse Trent verso il gruppetto dove si trovava Gwen, accolto da occhiatacce da parte di tutti. 

 

Appena arrivato, gli altri tranne la diretta interessata, si allontanarono, lasciando i due da soli. 

 

La gotica tirò fuori una piccola limetta per le unghie, decisa se sentire o no cosa volesse il moro. 

 

“Allora? Che ti serve? -Domandò al ragazzo. 

 

“Nulla di che, volevo solo chiederti delle cose riguardanti il progetto, visto che, come hai notato, siamo nello stesso gruppo. 

 

“A me non importa, mi va bene tutto quello che mi date da fare, basta che non sia una cosa lunga e difficile. 

 

“Va bene, se lo dici tu, allora a dopo. 

 

 

-Il moro stava per ritornare dal suo amico, quando qualcuno gli si palesò davanti con un sorriso a 32 denti. 

 

Lui sorrise imbarazzato, mentre il rosso, vedendo la scena da lontano, si mise una mano in faccia, arreso. 

 

 

“Trent! Da quanto tempo non ci si vediamo! Come stai? 

 

“Ciao Stacy, tutto bene, a te come va? 

 

“Benissimo, pensa che stamattina la professoressa di storia mi ha interrogata e ho preso 8! 

 

“Sei stava davvero brava, continua così mi raccomando. 

 

-Il moro le mise una mano sulla testa e le sorrise, cosa che mandò in un altro pianeta la ragazzina, che nel frattempo era diventata più rossa di un pomodoro. 

 

Venne svegliata solo dalla voce di Gwen, ancora li. 

 

 

“Ti piace il chitarrista eh? -Gli fece lei, che non si era mossa ed aveva osservato tutta la scena. 

 

“E t-tu, come lo sai? 

 

“Non ci vuole un genio per capirlo, gli stavi letteralmente sbavando dietro. 

 

“Beh, anche se fosse non ci sarebbe nulla di male, ora che non sta più con quella reginetta viziata di Courtney, forse mi darà una possibilità! -Disse Stacy, accorgendosi all’ultimo che Gwen la stava guardando con aria annoiata. 

 

 

“Beh, sai, dopotutto credo che a te non interessino queste cose; quindi, tolgo il disturbo, ciao ciao! 

 

-Detto questo, si allontanò dalla gotica per tornare dalle sue amiche, osservata sempre da Gwen mentre se ne andava. 

 

Dalla ragazza ritornò il suo solito gruppetto, che non le fece domande né su Trent, né su Stacy. 

 

Terminata la ricreazione, tutti quanti dovettero per forza tornare in classe, incrociando le dita che il professore di inglese non ci fosse, per poter tornare a casa prima. 

 

Sfortunatamente per loro non fu così, e la lezione, che quel giorno aveva deciso di essere più noiosa del solito, proseguì tranquilla. 

 

Mentre Courtney stava prendendo appunti, gli arrivò sul banco una penna, dove all’interno c’era un bigliettino. 

 

Sbuffando, lo aprì e ne lesse il contenuto, non meravigliandosi affatto “dell’artefice” di cotanta intelligenza. 

 

 

“: Principessa ciao, come al solito sei l’unica che segue questa rottura di palle, ma voglio lo stesso proporti una cosa, dopo ti porto a conoscere mia sorella ok? Non accetto un no come risposta. 

 

 

-Di conseguenza, il bigliettino venne strappato e poi, al termine della lezione, buttato. 

Questa era una delle tante cose che non capiva di quel tizio, perché chiedeva le cose se tanto lei avrebbe dovuto accettare lo stesso? 

 

Si era stancata di essere il cagnolino di quella nullità, pensava di dover resistere solo altri 2 mesi, poi si sarebbero diplomati e questo incubo sarebbe finito. 

 

Terminata finalmente quella scocciatura, la classe poté finalmente andare a casa, ma non per tutti sfortunatamente fu così. 

 

Trent, che vide Courtney salire nella macchina del punk, subito si allarmò. 

Era pronto andare verso di loro, ma le sue intenzioni vennero purtroppo bloccate. 

 

 

“Trent? Dove stai andando?  

 

-Stacy aveva afferrato il braccio del ragazzo, costringendolo soltanto a guardare quei due che se ne andavano chissà dove. 

 

Non aveva mai dato molto peso al comportamento di Stacy, ma in quel periodo stava diventando molto più appiccicosa del solito, così tanto che aveva iniziato anche a venire a casa sua senza preavviso almeno una volta al giorno. 

Le voleva bene, ma la cosa stava andando troppo oltre. 

 

 

“Trent? Ci sei? Tutto a posto? 

 

“Si si non preoccuparti, sono solo stanco, oggi è stata una giornata pesante, tu invece? 

 

“Oh io sto alla grande, stamattina ti ho già parlato del bel voto che ho preso giusto? 

 

“Già, ti faccio ancora i miei complimenti... 

 

“Grazie mille! Senti, per festeggiare ti va di venire con me a prendere un gelato oggi pomeriggio? Sai, tra poco ti diplomerai e non ci vedremo più ogni giorno... 

 

“Si lo so, di questo mi dispiace, ma possiamo pur sempre parlare tramite cellulare, no? 

 

“Si ma non è la stessa cosa lo sai! E dai su, fallo per me! Solo per oggi promesso! 

 

 

-Aveva sempre rifiutato le sue richieste di uscire, sapendo che lei aveva una cotta per lui, non voleva illuderla. 

La vedeva solo come una sua piccola amica. 

 

Ne aveva chiaramente anche parlato con lei, e la stessa gli ha risposto che ora che è single, lei ha tutto il diritto di provarci. 

 

Nel cuor suo, sapeva che illuderla era la scelta più sbagliata del mondo, ma non riusciva proprio ad essere cattivo con quella ragazza, quindi per stavolta, decise di accettare. 

 

 

“E va bene, ma solo come amici, ok? 

 

 

-La ragazza fece i salti di gioia e corse a dirlo alle sue amiche, lui nel frattempo venne intercettato da Harold, notando la pazzia della sorella. 

 

 

“Lo sai che hai appena commesso un grave errore vero? 

 

“Lo so, ma mi dispiace per lei, le ho detto che sarà una semplice uscita tra amici, nulla di che. 

 

“Trent amico mio, sai benissimo come è fatta mia sorella, ora che ti sei lasciato e stai per diplomarti, non ti lascerà in pace fino a quando avrà fiato in corpo, e non te lo dico perché sono suo fratello, ma perché sono tuo amico. 

 

“Si, hai ragione, metterò le cose in chiaro con lei una volta per tutte, spero non ci resti troppo male.... 

 

-I due andarono ognuno a casa propria, stanchi per quella lunga giornata. 

 

 

C’era chi però la giornata non l’aveva ancora conclusa. 

Da un’altra parte, Courtney stava continuando ad urlare contro un certo “qualcuno”, perché non aveva nessuna intenzione di dirle a che ora l’avrebbe riportata a casa quella sera, e soprattutto, dove stavano andando. 

 

 

“Duncan! Mi vuoi rispondere? Cavolo non ti sto chiedendo la luna! 

 

“Principessa stai zitta un secondo per favore, non vorrei facessimo un incidente. 

 

“Non osare zittirmi! Mi starò zitta quando tu risponderai alla mia domanda! 

 

“Ora non ne ho voglia, quindi calmati e mettici la cintura. 

 

 

-Dopo l’ennesima sbuffata, la perfettina obbedì al punk, che fece un sorrisetto soddisfatto. 

Odiava obbedire a quel troglodita, ma l’idea di un incidente in macchina non era la cosa più felice del mondo. 

 

Appena arrivati, il ragazzo scese per primo dalla macchina, andando ad apire la portiera alla perfettina, che rimase per un secondo sorpresa del suo gesto. 

Si erano fermati al parcheggio di un veterinario, aspettando qualcuno. 

 

 

“Duncan, hai la febbre per caso? Cosa ti sta prendendo? 

 

-Lui, senza dire niente, le indicò poco più in la una ragazza abbastanza alta, aveva lunghi capelli nero pece e due occhi azzurri come il cielo, in compagnia di un ragazzo poco più alto di lei, stessi occhi della ragazza, anche lui aveva i capelli neri ed un sorriso ammiccante in volto. 

 

Duncan si apprestò ad avvicinarsi ai due, seguito da Courtney, che notando l’incredibile somiglianza con il punk, poteva dedurre che si trattasse di sua sorella. 

 

Appena vicini abbastanza, la ragazza di apprestò subito a stringere la mano a Courtney, lasciando il suo ragazzo in compagnia di Duncan. 

La perfettina rimase un secondo sorpresa, poi ricambiò il saluto. 

 

 

“Ciao! Tu sei Courtney giusto? Finalmente ci conosciamo! 

 

“Piacere mio, non sapevo che Duncan avesse una sorella. 

 

“Si lui parla molto poco di me, non mi stupisco se dopo 5 anni ci presenti solo ora! Dai su, andiamo a casa! 

 

-Salirono di nuovo in macchina, Courtney con lei, mentre il punk con Justin, ragazzo della mora. 

 

La perfettina rimase molto colpita dalla gentilezza di quella ragazza, tanto è che si era più volte chiesta se era davvero la sorella gemella di Duncan o se uno dei due era stato scambiato nella culla. 

 

Nel frattempo, quest’ultimo, era occupato a discutere con quello che definiva lui “il belloccio fallito”, che faceva persino difficoltà a seguire la macchina delle ragazze. 

 

 

“Uff, hanno svoltato e non me ne sono accorto! 

Perché non mi aiuti con la strada invece di stare con quel telefono? 

-Aveva urlato Justin a Duncan. 

 

 

“Cazzo, sei venuto a casa nostra una marea di volte e ancora non ti ricordi la strada? Certo che fai veramente pena! 

 

“Per tua informazione, io non guido quasi mai, è il mio autista che mi porta ovunque io voglia. 

 

“Allora levati dalle palle, guido io! 

 

“No carino, la macchina è la mia e guido io, poi tu non saresti in grado di guidare una macchina così costosa. 

 

“Infatti! Vedo come tu ci stia riuscendo benissimo! 

 

 

-In quel momento, si stava trattenendo con tutte le sue forze per non dare un pugno in faccia a Justin, e la tentazione aumentava ogni secondo. 

 

Come era possibile che una ragazza come sua sorella avesse potuto scegliere un tipo del genere? Era ubriaca quando si sono conosciuti? 

 

Nonostante non andassero molto d’accordo, vederla stare con un idiota vanitoso del genere, lo mandava letteralmente in manicomio. 

Non vedeva lora di diplomarsi ed andare a vivere da solo per non vedere più questa faccia da culo. 

 

Finalmente il tempo che passarono insieme fu breve, e non appena fermati, Duncan scese dalla macchina sbattendo violentemente la portiera, cosa che fece molto irritare Justin. 

 

 

“Ehi ragazzino, ricorda che questa macchina costa più di te! Hai capito? 

 

“La prossima volta, usa i soldi dei tuoi per comprarti un po' di intelligenza perché ne sei a corto! 

 

-Senza più continuare la discussione, Diana, la sorella di Duncan, e lui stesso, fecero accomodare i due “ospiti” in casa loro. 

 

Il belloccio appena arrivato, come faceva sempre, appoggiò le scarpe sul divano e si sdraiò completamente su di esso, ordinando alla fidanzata di portargli un cuscino da mettere sotto i piedi. 

Duncan lo ignorò, tanto qualsiasi cosa avesse detto, sua sorella lo avrebbe di sicuro difeso, dicendo che si sente comodo in quella posizione e altre cavolate simili. 

 

Ma chi non ebbe intenzione di stare zitta fu Courtney, che avvicinandosi al ragazzo, gli mise una mano sulla spalla, costringendolo a voltarsi. 

 

“Scusami, perdonami la predica, non sono a conoscenza delle volte in qui tu sia venuto in questa casa, ma non credo sia molto educato poggiare le scarpe sul divano, tra l’altro, credo che tu abbia anche pestato un qualcosa di non molto profumato... 

 

 

-Non appena la ragazza finì la frase, il ragazzo scattò in piedi andando subito a controllare la suola delle sue scarpe, rendendosi effettivamente conto della sorpresina che aveva sotto di essa. 

 

 

“MIO DIO CHE SCHIFO! LE MIE SCARPE FIRMATE! CHI SONO GLI INCIVILI CHE HANNO PERMESSO AL PROPRIO CANE UNA COSA SIMILE! 

 

Amore mio, vammi subito a lavare le scarpe, la temperatura e il tempo già li sai, io mi devo riprendere da tale sfortuna! 

Scusatemi un attimo! 

 

 

-Courtney rimase immobile davanti alle parole di quel ragazzo, mentre quest’ultimo era uscito fuori per “prendere una boccata d’aria” 

Cioè realmente stava facendo una scenata epocale per un po di sporco sotto le scarpe? E poi anche se era la sua ragazza, come si permetteva di darle degli ordini in questo modo? 

 

In tutta risposta, Duncan non disse nulla, era li seduto su una delle sedie del tavolo ad osservare la scena, aspettandosi sicuramente una risposta non molto cortese da parte di Justin nei confronti della perfettina. 

 

Diana, aveva obbedito al fidanzato mettendo le sue scarpe in lavatrice, mentre Courtney prendeva un semplice bicchiere d’acqua. 

Justin rientrò in casa e si sedette sul divano con le mani sulla faccia. 

 

 

“La mia vita è finita, come farò ora senza quelle scarpe?? 

 

-Diana gli mise una mano sulla spalla, provando a consolarlo. 

 

 

“Amore tranquillo, si sono solo sporcate non si sono rotte, vedrai che una volta lavate torneranno come prima. -Disse lei. 

 

“Lo spero.... 

A proposito, tu piuttosto, –indicando Courtney-, non ti sembra di essere stata troppo scortese con me prima? Con chi credi di parlare? Con tuo fratello forse? 

 

-Courtney si voltò sorpresa, non capendo se il belloccio stava parlando con lei o fantasticava. 

 

Non si era smossa di un millimetro, al contrario di Duncan, che osservava stizzito. 

 

 

“Scusami, ma non mi sembra di aver usato un tono tanto maleducato nei tuoi confronti, anche perché non ti ho detto nulla di male, se ti sei offeso, beh, mi dispiace, ma non è un mio problema. -Rispose semplicemente Courtney. 

 

-Il belloccio guardò la sua fidanzata con la bocca spalancata, mentre lei e suo fratello stavano cercando di trattenere le risate il più possibile. 

 

Da un’altra parte, Trent era in città, passeggiando accanto alla sorellina di Harold, intenta a raccontargli di come il ragazzo di una sua amica gli mise le corna per 2 anni di fila prima che lei se ne accorgesse. 

 

Cercava di stare il più attento possibile alla conversazione, anche se il suo cervello in quel momento era un po' altrove. 

Decisero di entrare in un centro commerciale, dove all’interno, Stacy entrò in un negozio per comprare delle scarpe, e lui decise di aspettarla fuori. 

 

Si sedette in una di quelle panchine poste li, aspettando pazientemente. 

 

Al ragazzo dopo un po, si avvicinò una figura conosciuta, ma che non vedeva da un po, cosa che, sinceramente, non gli era dispiaciuta molto. 

 

 

“Trent! Amico mio! Come stai? -Disse abbracciandolo. 

 

“Ciao Scott, felice anche io di vederti... 

 

 

-Il rosso si sedette accanto a lui, notando che sul suo viso la felicità non era di casa quel giorno. 

 

“Cavolo, sembra che ti abbiano appena bruciato la chitarra, perché questa faccia? 

 

“Nulla di che, non credo ti interessi... 

 

“Andiamo su, noi due siamo amici, sai che a me puoi dire tutto. 

 

“Io ci definirei più conoscenti che amici, ma se ci tieni tanto a saperlo, te lo dirò. 

 

Sono uscito con la sorellina di Harold, Stacy, a lei piaccio molto, ma questo sentimento non è ricambiato; quindi, sto cercando un modo per dirglielo senza che ci rimanga troppo male. 

 

“Wow, brutta storia, beh, non credo di poterti aiutare più di tanto, l’unica cosa che mio padre mi ha detto sulle è di non farle mai innervosire, altrimenti, la nostra vita diventerà un vero inferno. 

Mentre mia madre, mi ha detto che in ogni situazione, devo sempre essere cortese con loro, non sia mai che una ragazza mi tiri del purè in faccia dopo che le ho fatto cadere accidentalmente addosso il letame dei maiali.... 

 

“Hai sul serio fatto una cosa del genere? 

 

“Beh, lei ha insistito per vedere la loro stalla, e.... 

Facciamo che il resto me lo tengo per me... 

 

“Si, è meglio.... 

 

 

-Doveva ammettere che la storiella di Scott lo aveva tirato un po su di morale, ma al tempo stesso continuava a pensare a come dire quella cosa a Stacy. 

 

Nemmeno 5 minuti dopo, Scott si accorse che in lontananza c’erano due figure a lui molto familiari all’interno del centro commerciale.  

 

 

“Gwen, Down!      

 

-Trent vide il rosso correre verso due ragazze, una la riconobbe subito, ma l’altra gli sembrava di non averla mai vista prima d’ora. 

 

Diede una veloce occhiata all’entrata del negozio dove Stacy era entrata, poi si alzò e segui il suo “amico”. 

 

Vedendolo con le buste in mano, Gwen si fece scappare una battutina che fece leggermente ridere anche Scott. 

 

“Beh però, vedo che anche la signorina oggi ha deciso di comprare dei vestiti nuovi. -Disse divertita. 

 

-Trent non disse nulla, piuttosto educatamente, si presentò a Down. 

Era una ragazza molto carina, aveva i capelli di un biondo molto accesso, degli occhi celesti simili al ghiaccio, e un’aria molto timida. 

 

“Ciao, mi presento, mi chiamo Trent, non credo di averti mai vista, sei un’amica di Scott? 

 

“Ciao a te, beh si, sono anni che ci conosciamo, mio padre compra i prodotti alla fattoria di Scott, è così ci siamo conosciuti. 

 

-La biondina non voleva dirlo, ma da anni, aveva una cotta segreta per il campagnolo, ma preferiva tenersela per se. 

 

Mentre loro due parlavano, Gwen si accorse che la sorella di Harold era appena uscita dal negozio, intenta a cercare qualcuno. 

Appena si accorse di loro, gli corse incontro, abbracciando Trent e dando a lui in mano le buste appena comprate. 

 

 

“Trent! Dove eri finito? Mi sono spaventata un sacco quando non ti ho più visto. 

 

“Beh, non sono mica sparito... 

Ho incontrato Scott, e come vedi, anche loro...-Gli disse indicando le due ragazze 

 

Stacy da quel momento, iniziò a notare, che ovunque si trovasse Trent, anche a scuola, Gwen era sempre vicino a lui. 

Certo, non proprio sempre, ma la maggior parte delle volte che li vedeva, erano sempre insieme. 

 

Scacciò subito questi pensieri dalla testa, pensando che era impossibile che ad un ragazzo dolce come Trent, potesse piacere una gotica strana come Gwen, e che ciò non sarebbe mai accaduto. 

A lui piacevano le ragazze dolci, sensibili, ma anche toste, e pensava che lei stessa fosse il suo tipo. 

 

Prese la mano del ragazzo, iniziando a tirarlo, ma lui non si mosse di un millimetro, il che fece fermare Stacy. 

 

 

“Trent, che fai? Dai su entriamo in quel negozio, ci sono delle magliette che ti starebbero davvero bene! 

 

“Stacy, credo sia ora di tornare a casa adesso, stasera mio padre torna tardi e vorrei fargli trovare la cena pronta, sarà per un’altra volta. 

 

-I ragazzi, nel frattempo, se ne stavano andando, ma Gwen rimase li ancora un attimo per osservare la scena. 

 

 

“Ma, mi avevi promesso che oggi saremo stati tutto il giorno insieme... 

 

“In realtà quello che ti avevo detto era che avrei passato il pomeriggio con te, ma sono quasi le 8 di sera, dobbiamo andare a casa e poi il centro commerciale sta per chiudere, dai su, ti accompagno. 

 

 

-Anche se controvoglia, Stacy si fece riaccompagnare a casa da Trent. 

Salutò velocemente Harold e i suoi genitori, per poi andare via. 

 

Durante il tragitto di ritorno, si imbatté in una personcina dall’area famigliare che li aveva seguiti. 

   
 
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