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Autore: Lupa_Solitaria    28/07/2023    0 recensioni
Ciao a tutti, dopo molti anni di inattività torno finalmente a scrivere qualcosa di mio. In questa storie troverete Ireth, una giovane donna molto indipendente, un po' esuberante a tratti e molto schietta nel bene e nel male. L'unico personaggio ispirato ad uno esistente (principalmente dal punto fisico) è il protagonista maschile, ispirato ad Adam Driver, per quanto riguarda tutti gli altri personaggi che troverete sono invece originali. La cittadina in cui verrà ambientata la storia è inventata, ma potete tranquillamente immaginarla come una classica piccola cittadina americana.
Spero vi piaccia, attendo riscontri poi nelle recensioni, buona lettura a tutt*
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2
"La torta di Mele"

- Cavolo, il meteo è proprio impazzito eh Ireth? - Alexys uscì dalla cucina improvvisamente facendola quasi sobbalzare, dato che era concentrata a tagliare le fette delle varie torte del Dinner tutte uguali, o quasi.
- Eh, l'altra sera ha diluviato, sembrava autunno, oggi sembra primavera... Chissà se vedremo l'estate tra qualche giorno -
Le ragazze si conoscevano ormai da anni, da quando avevano iniziato a lavorare al Dinner in realtà, da subito avevano legato molto avendo tanto in comune, erano fondamentalmente due nerd di prima categoria, appassionate di film di fantascienza, giochi di ruolo, fantasy, rpg e chi più ne ha, più ne metta. Quando erano in turno insieme non si annoiavano mai di certo, anche se alcune giornate erano indubbiamente pesanti, le rispettive presenze le rendevano sopportabilissime. Mentre Ireth sistemava le fette di torta nella vetrinetta, si udì il rumore della campanella della porta.
- Buongiorno - era una voce profonda, sembrava però quasi familiare a Ireth, e infatti, girandosi notò che era proprio il ragazzo dell'altra sera.
- Buongiorno! Come posso aiutarla oggi? - 
- Penso farò colazione, la ringrazio, cosa mi consiglia? -
Alexys guardò prima il ragazzo, poi Ireth, sorrise e le toccò la spalla sussurrandole in maniera quasi impercettibile - é lui quello dell'altra sera, vero?- lei le rispose solo con un cenno del capo, ma bastò per capirsi.
- Se vuole abbiamo le torte che sono appena sfornate, e volendo può aggiungere anche un caffè o qualcosa di caldo da bere insieme, altrimenti abbiamo anche colazioni salate come le uova strapazzate o simili - 
Il Ragazzo guardò la vetrina delle torte, poi con estrema sicurezza indicò una fetta di torta alle mele - Quella, per cortesia e un caffè americano - Ireth gli porse la torta e l'americano, servì poi gli altri clienti che nel frattempo ereano entrati. Alexys arrivò subito in suo aiuto, servendone alcuni anche lei, passato il momento di pura follia mattutina (un classico) si sorrisero a vicenda e continuarono con le rispettive mansioni, quasi si dimenticarono del Ragazzo che nel frattempo si era letteralmente spazzolato la fetta di torta, quasi non aveva lasciato briciole nel piatto, tanto che Ireth pensò che se l'avesse rimesso tra quelli puliti, nessuno se ne sarebbe accorto.
- Grazie mille, era davvero buona - sorrise appena, ma sorrise e lei ricambiò il sorriso - Grazie a lei - lui fece per uscire quando si girò e le disse ancora - Vorrei anche farvi i complimenti per come gestite tutta quella gente - sembrò quasi arrossire, abbassando lo sguardo leggermente, lei lo notò e cercò di sdrammatizzare - Eh, la mattina è un po' frenetica di solito, ma riusciamo sempre a farcela! - sembrava amare proprio quel lavoro pensò tra se e se il Ragazzo.

Il resto della mattinata passò come al solito, tra i clienti fissi del mattino, di cui le ragazze sapevano ormai a memoria gli ordini, la signora del tavolo 5 che si lamentava se lo trovava occupato da altri clienti, ma soprattutto le loro colleghe che passavano prima del turno apposta per fare colazione e chiacchierare un po'.Era ormai l'ora di pranzo, le ordinazioni erano già passate da "caffè e dolcetto" a "Un Hamburger con patatine, coca cola, anelli di cipolla e doppio bacon" il che, era un classico ormai per lei.
- Buongiorno - Ireth ormai riconobbe la voce, era il Ragazzo.
- Buongiorno! Mi fa piacere rivederla per pranzo - sorrise lei, sorriso che venne presto ricambiato da lui, stavolta aveva con se una valigetta, di quella da pc portatile per capirci, di stoffa nera e fibbie argentate, aveva un completo elegante e scuro addosso, simile a quello della sera in cui diluviava, ma era un po' bagnato di pioggia quindi non era sicura fosse proprio lo stesso, le sembrava più chiaro o forse era solo asciutto? Si chiese Ireth distrattamente, che venne presto riportata alla realtà dalla voce del Ragazzo.
- Le posso chiedere se avete wi-fi qui? Dovrei svolgere del lavoro a computer durante la pausa pranzo - 
- Sisi, c'è, le do subito la password, le consiglio di mettersi però a uno di quei tavoli, lì c'è più ricezione e sarà sicuramente più comodo che sul bancone - disse Ireth indicando i tavoli laterali alla vetrata principale e porgendogli un biglietto con scritta la password - Sempre gentilissima - disse lui, stavolta il tono sembrava leggermente diverso, più cordiale sicuramente. Alexys guardò l'amica e sottovoce le fece da "pappagallo" - Sempre gentilissima - Ireth le diede un pizzicotto e uscì per portare il menù e le posate al tavolo del Ragazzo, che in realtà ordinò lo stesso panino con uovo e bacon della sera precedente, con aggiunta di un'altra fetta di torta che chiese, però, in un sacchetto per poterla portare via.
- Dici che verrà anche a cena? - chiese Alexys cercando di non farsi sentire
 - Non penso, non l'ho mai visto prima dell'altra sera, penso sia solo un caso che oggi sia venuto due volte, probabilmente lavora qui vicino -
- E dove? Qui non c'è molto, oltre i supermercati, e non mi sembra un commesso - 
- Non lo so, vuoi chiederglielo ? Guarda che lo dico a Mark eh, che guardi i ragazzi alti con i capelli neri - Disse scherzosamente all'amica, facendole le smorfie
- Sei proprio simpatica eh Ireth, sai che sono solo curiosa - 
- Lo so, lo so - la rassicurò, dopotutto Alexys e Mark stavano insieme da quasi 5 anni ormai, convivevano e avevano pure due gatti, una coppia a un passo dal matrimonio praticamente. Ireth invece era single attualmente, dopo una relazione finita relativamente di comune accordo, era rimasta ferita per tanto ma Alexys l'aveva aiutata a uscirne, non che lei non potesse da sola, ma con un'amica come lei al suo fianco, sicuramente fu più semplice.
Il Ragazzo tornò al bancone per pagare il conto, salutò le ragazze augurando loro una buona giornata, ricambiarono e lo guardarono uscire dal locale.
- Secondo me fa il banchiere dai, guarda come si veste Ireth! -
- Sei tremenda - rise mentre tornava in sala per raccogliere i piatti lasciati dagli altri clienti e dare una sistemata, solo allora notò che il Ragazzo aveva dimenticato qualcosa al tavolo, sembrava la custodia di un paio di Airpods, Ireth la prese e la portò in cassa per metterla al sicuro, dicendolo all'amica.
- Più tardi verrà a prenderle dai, sono costose, se ne accorgerà subito vedrai, avvisiamo il manager, così sa a chi darle - disse molto tranquillamente Alexys.
- Hai ragione, le porto in ufficio al manager - 


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Il giorno successivo Ireth stava uscendo dal turno appena finito quando quasi si scontrò con un cliente che entrò nel momento in cui lei stava uscendo.
- Mi scusi tanto ero distratta! - disse subito lei 
- Ci mancherebbe, colpa mia che non ho guardato - la voce sembrava arrivare da in alto, molto in alto, Ireth guardò quindi contro chi fosse andata, un ragazzo alto, dai capelli neri, vestito elegante... Aspetta, era IL Ragazzo, quello dei giorni prima, solo ora si rendeva conto di quanto fosse davvero alto, probabilmente almeno un metro e novanta, dato che lei in confronto sembrava un nano da giardino. 
-  È venuto per le Airpods? - chiese lei
- Come fa a saperlo ? - 
- Le ho trovate dopo che se ne è andato via, le ho messe in armadietto, gliele vado subito a prendere -
- Sarebbe davvero gentilissima signorina... Mi scusi ma non so il suo nome - Lo disse come se fosse una cosa di cui rimproverarsi
- Ireth, mi chiamo Ireth, lei? Se posso - 
- Adam, mi chiamo Adam, e non mi dia più del lei, non è necessario - 
Ireth sorrise mentre si dirigeva verso gli armadietti per prendere le Airpods di Adam; tornò e non potè fare a meno di notare che si era spostato quasi alla porta del "privato" come se avesse provato a seguirla.
- Eccole qui, le ho messe sottocarica ieri, spero siano cariche -
- Le hai... Caricate? -
- Si, ho pensato che ti servissero per lavorare... Ho... Sbagliato?-
- No! No! Assolutamente... Solo non sono abituato probabilmente, scusami - 
Lei che per un attimo si era sentita quasi in difetto per aver fatto qualcosa di "carino" per il prossimo, ora era confusa 
- Ma in che senso ? - 
- Alla gentilezza suppongo - abbassò lo sguardo giocherellando con le cuffiette. Ireth lo guardò un attimo, forse in maniera troppo interrogativa, dato che lui le chiese nuovamente scusa.
- Non ti preoccupare, Adam - 
- Ireth, ti ringrazio, davvero, ultimamente mi dimentico molte cose in giro, sono un po' distratto forse - neanche lui sapeva come mai le stava dicendo così, come se fosse sua... Amica?
- Capita a tutti, magari sei stanco o hai tante cose per la testa -
Adam sorrise appena e la guardò, stavolta veramente, Ireth era vestita con una t-shirt con dei cagnolini sopra, jeans scuri e delle scarpe verde lime, che non si intonavano per niente al suo outfit, ma che per qualche motivo sembravano... Perfette.

I due si incamminarono verso l'uscita, una volta fuori dalla porta si salutarono con un gesto della mano, lei iniziò ad andare verso l'auto ma sentì la voce di lui alzarsi leggermente, per farsi sentire come se lei fosse molto più distante di quello che era realmente.
- Ireth, posso chiederti una cosa? -
Lei gli andò incontro 
- Certo -
- Sono sfacciato se ti chiedo se... Se ti va di prendere un... Caffè? Per sdebitarmi, ovviamente - Lo diceva quasi perplesso, come se non fosse sicuro di quello che stava dicendo o se lo stava dicendo realmente, era... Carino a suo modo, un po' goffo forse, ma carino e gentile.

- Va bene - 
Lui sembrò quasi sorpreso lei avesse accettato, si avvicinò un po' di più e poi ridendo disse - Però... In realtà non so dove, mi sono trasferito qui da poco, non conosco molti posti - 
- Potremmo andare in un bar, quello vicino al parco, ci sei mai stato? È carino e ha spazio anche all'aperto -
- Va bene, penso di esserci passato davanti una volta -
Il bar di cui parlava non era molto distante da li, si chiamava "Blanco Cafe'", un nome strano per un locale in stile francese con dolcetti, the e cose elaborate, forse troppo per quella cittadina. I due si incamminarono nella direzione del bar, ci fu un attimo di silenzio poi lui cercò  di romperlo con una domanda.
- Tu invece sei di qui? - 
- Nata e cresciuta qui, o meglio, leggermente fuori da qui, ma ci sono sempre venuta per la scuola, lavorare e tutto il resto -
- Ah, ok capisco, e... Come ti trovi ?- 
Era una domanda strana, alla quale non era abituata, per lei era normale dopotutto stare li, non conosceva altre realtà oltre quella della cittadina, era stata altrove, certo, ma non in maniera stabile.
- Beh, per me è casa qui, a volte sembra piccola e un po' dimenticata, soprattutto d'estate, quando tutti vanno in vacanza, ma per il resto è... Ok -
- Capisco... Io sto facendo un po' fatica, vengo da una grande città, molto caotica, qui è tutto molto tranquillo sembra -
- Da dove? -
- Bellspire, è a un paio d'ore da qui -
- Cavolo, deve essere un bel salto, è una città immensa, molto moderna anche, qui a volte sembra di essere fermi agli anni '90 - Ridacchiò lei, poi si fermò - Siamo arrivati - Disse indicando l'entrata del bar.

Un ragazzo si avvicinò a loro, indicandogli un tavolo libero nel dehor esterno, poi porse loro un menù.
Adam iniziò a leggere il menù, sembrava perplesso e aggrottava leggermente le sopracciglia.

- Qualcosa non va? -

- No... Ma non so cosa prendere, non c'è la torta di mele vedo -

- Non penso, è un posto un po'... Chic credo -

- La torta di mele è una cosa che dovrebbe essere ovunque -

- Non so se loro la pensano così - Si mise a sorridere, per la situazione soprattutto ma anche perchè il menù sembrava sparire tra le sue mani, che erano davvero grandi, le notava solo ora effettivamente, non erano mai stati abbastanza vicini da notarle, o forse non ci aveva semplicemente fatto caso.

Lo sguardo di lui cambiò, sembrava essersi rilassato, alzò lo sguardo e chiuse il menù. Aveva occhi quasi color nocciola, un po' più scuri, con la parte centrale più scura, tendente al marrone, aveva anche due piccoli nei sopra l'occhio destro. Ireth non li aveva mai notati, era sempre troppo distante per poterli vedere bene. 
Il cameriere si avvicinò per prendere l'ordinazione.
- Per me un caffè, grazie - Disse Adam 
Il cameriere guardò Ireth.
- Per me una fetta di torta al cioccolato invece, con dell'acqua -
Il cameriere fece un cenno con la testa e andò a preparare l'ordinazione, ci mise pochi minuti, porse tutto ai ragazzi e posò lo scontrino con il conto sul tavolo.
- Faccio io -  Adam prese il bigliettino dal tavolo
- Non serve, dimmi quanto ti devo -
- Nulla, mi hai salvato le Airpods dopotutto -
- Dai ... - Insistette Ireth
- Mi offendi, è il minimo che io possa fare per sdebitarmi con te -
- Ma non è necessario, nessuno lo fa mai -
Lui tentennò un attimo, poi mise comunque una banconota sotto lo scontrino, guardando nuovamente la ragazza fissa negli occhi.
- Non voglio che ti pesi la cosa, ma se qualcuno mi fa un favore tendo a ricambiarlo, e tu non eri nemmeno dovuta a farlo, chiunque se le sarebbe tenute, ma non tu - fece un sospiro e le sorrise, poi bevve il suo caffè.
- Non l'avrei mai fatto, non sono fatta così... Quando succedono queste cose, indipendentemente da cosa viene dimenticato, cerco sempre di ridarle al proprietario, perché è... Giusto -

Ci fu un attimo di silenzio, non era imbarazzante, anzi, sembrava quasi una carezza, una sorta di mini pausa, il rumore delle auto, le voci indefinite delle persone intorno a loro, la musica, tutto si era fermato per un istante.

Adam aveva ormai finito il caffè da diverso tempo, ma i due continuavano a parlare, lui sembrava più timido e bilanciato, non si stava aprendo troppo o chiedendo cose troppo personali, il che era comprensibile dato che si era appena conosciuti e in più, quasi per caso. Suonò il cellulare di Adam, chiese scusa e rispose.
Stava parlando con un tono neutro al telefono, non si capiva molto, salutò e appoggiò il cellulare sul tavolo.
- Scusami, era un mio superiore - Sembrava un po' scocciato.
- Va tutto bene? -
- Si si, vuole solo che finisca per domani un lavoro, ma non c'è problema, non è una cosa lunga, ma dovrò tornare a casa tra poco -
- Vuoi un passaggio ? Ho l'auto a lavoro ma non è distante -
Adam ci pensò per un attimo.
- Non vorrei approfittarmene -
- Dai, andiamo -
Ireth mosse la mano come a chiedergli di seguirla e così fece lui.
Camminarono fino all'auto di Ireth, un suv Audi di colore rosso, lui rimase un attimo in silenzio, colpito.
- Dai sali, altrimenti non posso portarti a casa con il pensiero Adam - 
Il modo in cui lei era così naturale nel parlare con lui, lo faceva sentire a suo agio, non provava imbarazzo o altro, anzi, provava una sensazione strana, nuova per lui, una sorta di... Calore.
Una volta in auto indicò la strada a Ireth che accostò vicino a una palazzina bianca con un giardinetto esterno e un grande parcheggio interno.
- Grazie ancora, Ireth - Scese  dall'auto e si fermò un attimo davanti al cancellino, guardò di nuovo verso di lei e la salutò con la mano, vedendola poi ripartire con l'auto.

"Che giornata" pensò Ireth mentre guidava verso casa.
Era serena, speranzosa di aver trovato un nuovo amico.


  
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