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Autore: Akane    28/07/2023    0 recensioni
“Quei due non saranno distrutti da nessun nemico, saranno distrutti solo da loro stessi. Se un giorno uno dei due morirà, l’altro lo seguirà a ruota solo per il dolore che quella morte comporterà.”
Mentre Zoro e Trafalgar si ritrovano da soli nel Paese di Wa, hanno modo di conoscersi meglio e rinforzare il loro legame. In particolare Trafalgar si rende conto di quanto sia facile connettersi con Zoro, fino a desiderare di averlo per sé. Peccato che lo spadaccino stia con Rufy.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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wa7

*Dopo la prima giornata di lavoro (e spionaggio), Zoro e Trafalgar si ritrovano da soli in disparte rispetto alle rovine ed è l'occasione perfetta per far venire Trafalgar allo scoperto. Zoro sembra solitamente in un altro mondo finché non dimostra di essere incredibilmente sul pezzo, poiché quando qualcosa gli interessa, lui c'è anche più degli altri. Credo sia piuttosto evidente la mia passione per quei due e rileggendo quello che avevo scritto un sacco di tempo fa (veramente tanto), mi viene una gran gola di scrivere ancora di loro, ma senza terzi incomodi di mezzo (povero Rufy, terzo incomodo... ^^') Nel frattempo, buona lettura. Baci Akane* 

7. VENENDO ALLO SCOPERTO

zolawzolaw

Trafalgar aveva notato che Zoro non aveva la testa completamente vuota come sembrava, infatti gli aveva spedito ragazzi simili a lui, virili, muscolosi e non espansivi. 
C’era un altro che rispondeva a quella descrizione, uno con cui aveva avuto qualche scontro/incontro in passato ma che non vedeva da un po’. 
Pensando a Kid, Trafalgar si chiese come stesse. 
“Quelli come lui se la cavano sempre. Sarebbe perfetto nella nostra alleanza, lui è molto forte e sufficientemente matto da sfidare tutti gli imperatori.” 
Ci pensò mentre chiudeva la clinica per la giornata appena conclusa in modo piuttosto proficuo.
Qualcuno dei pazienti era ben disposto al discorso di ribellione ad Orochi e Kaido, così Trafalgar se li lavorò a dovere senza però provarci con nessuno di loro né invitarli a mangiare insieme da qualche parte. 
Aveva oltremodo sparso la voce di un bravo ronin in città in cerca di commissioni e qualcuno aveva suggerito di cercare un certo Tokiko, un assiduo frequentatore del palazzo, che aveva alcune necessità speciali. 
Trafalgar aveva intenzione di mandare Zoro da questo Tokiko, lavorare per gente che frequentava il palazzo era l’ideale per trovare informazioni utili. Sempre che quell’impiastro di Zoro sarebbe stato in grado di fare una cosa senza rovinare l’altra e soprattutto senza scoprirsi. 
Consapevole di doverlo istruire bene e magari che fosse meglio anche seguirlo per assicurarsi che non ne combinasse una delle sue, andò a cercarlo prima di tutto alle rovine del castello di Oden, dove era la loro base. 
Lo trovò sulla strada, si era piazzato in una radura a fare fuoco su cui cuoceva un animale infilzato in due bastoni appuntiti e infilzati nel terreno proprio sopra le fiamme. 
Trafalgar sorpreso di trovarlo lì e non dagli altri, si fermò avvicinandosi. 
- Ehi... come mai sei qua? - sorvolò sul fatto che continuasse imperterrito a mangiare carne avariata, del resto pareva effettivamente in grado di sopportare gli effetti. 
Zoro non si spaventò avendo percepito la sua presenza molto prima, lo salutò alimentando il fuoco e girando la bestia che aveva scotennato per poterla cuocere.
- Kin’Emon ha detto che non mangeranno mai più niente che non sia sicuro e di non fare fuoco fra le rovine che potrei attirare l’attenzione di qualcuno che non deve sapere che c’è gente lì. - spiegò calmo, Trafalgar sorpreso che eseguisse degli ordini con tanta diligenza, si sedette accanto a lui togliendosi lo haori. Nel paese di Wa non faceva freddo e stare davanti al fuoco, sebbene fosse quasi sera, gli faceva troppo caldo. 
La radura in cui si era sistemato sembrava sicura, non era vicino ad alcun bosco pericoloso ma fra alcune rocce naturali che creavano una sorta di copertura. 
Zoro si era tolto sia lo haori che la parte superiore dello yukata, la quale ora pendeva alla vita grazie alla obi; tutto il suo torso era così nudo e Trafalgar ebbe modo di controllare le ferite incredibilmente rimarginate. Gliele toccò sia per accertarsene sia perché gli piaceva la sensazione della sua pelle sotto le dita, tuttavia avendo bisogno di una scusa per toccarlo, aveva usato quell’espediente. 
Zoro si irrigidì per un momento e voltò lo sguardo per vedere che faceva, Trafalgar si affrettò a spiegarglielo: 
- Hai una capacità rigenerativa incredibile... - lo fissò interdetto. - Guarisci in fretta! - spiegò. L’altro capendo annui e Trafalgar ridacchiò. 
Tolse le mani dalla sua schiena seppure a malincuore e tornò a sedersi vicino a lui. Zoro al novanta percento delle volte era a torso nudo, ma in quella situazione con lo yukata abbassato e davanti ad un fuoco, era l’ideale. 
Sorseggiò ancora del sakè dalla fiaschetta in ceramica e sogghignando gliene porse un po’. Trafalgar scosse il capo ricordando cos’era successo la sera prima. 
- Penso che mi abituerò a modo mio a certe cose... - disse lapidare. Zoro rise prendendosi gioco di lui, preferendo viverla così con leggerezza poiché ci teneva a mantenere un buon rapporto con lui. 
- C’è solo un modo per abituarsi... fare pratica! - replicò il concetto della sera prima continuando a bere, Trafalgar scosse la testa muovendo le braci infuocate con un legno lungo. 
- Preferisco essere sobrio quando faccio certe cose, per ricordarle bene e viverle al cento percento. 
Zoro lo guardò ridendo ancora divertito:  
- Un pirata che non regge l’alcool... 
Trafalgar non si sentì deriso anche se un po’ gli seccava avere questo ‘difetto’. 
- Un pirata che fa buone azioni... - lo scanzonò lui, Zoro pensò si riferisse a quella che per lui era stata la sua buona azione giornaliera, ovvero procurargli tanti buoni partiti. 
- Hai gradito? - chiese infatti ricordandosene, quello diede il via ad un argomento che Trafalgar avrebbe preferito continuare ad ignorare. 
- Non ho bisogno di sesso, Zoro. Ti ringrazio per aver cercato di aiutarmi a modo tuo... sei forse l’unico a parte Rufy che mi considera davvero un compagno anche se non lo siamo... - era vero, ma Zoro era sempre stato il primo a far suoi le ideologie di Rufy pur non avendole di suo. 
L’aveva sempre sostenuto a prescindere da tutto, perché era il suo capitano. 
- Per me quel che dice Rufy è sacro, non è solo legge. È il mio capitano. 
- Ed il tuo fidanzato. - gli ricordò Trafalgar che non capiva come vivessero quel confine né se dopotutto ci fosse. 
- Quello non c’entra con le questioni della ciurma. - precisò Zoro che gli seccava se qualcuno insinuava che le sue azioni fossero influenzate dall’amore per il ragazzo e non dal rispetto per il capitano. Per lui era un punto molto importante, Trafalgar lo capì e seppure non capisse come potevano scindere le cose e far funzionare tutto bene, sapeva che in qualche modo ci riuscivano ed era evidente dal successo che avevano avuto fino a quel momento. 
- Dunque mi consideri un compagno solo perché lo fa Rufy? 
Zoro ci pensò fermandosi a fissare il fuoco col broncio, si incupì pensando a quanto avevano condiviso e a come erano andate le cose fino a quel momento, poi rifletté sul fatto che a parte tutto erano sufficientemente compatibili per andare ben d’accordo. 
Era compagno di ciurma di Sanji, per esempio, ma con lui ci litigava di continuo e non gli faceva di certo favori. 
- Non solo, sei effettivamente una compagnia piacevole. Mi vai bene, insomma. 
Trafalgar sorrise compiaciuto mentre una sensazione inebriante lo informicolava nelle viscere, qualcosa di strano e mai provato. 
- Ti vado bene... - ripeté. 
- Penso sia reciproco... 
Zoro alludeva anche al bacio della sera prima, ma non sapeva quanto lo ricordasse e non voleva rovinare l’atmosfera collaborativa che c’era fra loro. In assenza di Rufy era Zoro il capitano ed era lui che doveva mandare avanti la ciurma ed il piano, qualunque fosse. Sapeva che al suo ritorno Rufy avrebbe voluto ritrovare tutto come l’aveva lasciato e come se l’aspettava. 
Zoro iniziò ad affettare un po’ la pancia della bestia per vedere se era cotta, quando la mangiò Trafalgar fece una smorfia al suo posto, ma vedendo che Zoro ingurgitava di buon grado, si mise a ridere scuotendo la testa. 
- Come fai a preoccuparti che sia cotta ma non che è contaminata? Sei un controsenso! E poi sicuramente senza nemmeno alcun sapore è terribile... 
Zoro alzò le spalle e gli porse una coscia che aveva appena staccato a forza e senza complimenti. 
- Non è male se hai fame... 
Il chirurgo scosse in fretta la testa. 
- No grazie, ci tengo troppo al mio stomaco... 
Zoro alzò lo sguardo al cielo alienato da quel concetto su cui premeva tanto e si avventò sulla cena che di lì a poco avrebbe contorto di crampi il suo intestino. 
- Piuttosto hai mangiato? - gli chiese poi con apparente indifferenza. 
Trafalgar annuì, sapendo ormai com’era fatto, sembrava disinteressato, ma se gli chiedeva o faceva qualcosa significava che in realtà ci teneva. 
Era comunque la verità, avendo guadagnato bene come primo giorno grazie a Zoro e ai suoi anomali favori, aveva preso del cibo sano e ricordandosi del regalo che aveva preso per ringraziarlo del pensiero contorto avuto per lui, tirò fuori un’altra fiaschetta di sakè. 
- A proposito, grazie per i pazienti... anche se il tuo metodo per procurarmeli è discutibile... - Zoro rise. 
- Spero sia stato proficuo! - ovviamente intendeva dal punto di vista sessuale, ma Trafalgar passò ad altro ignorando di nuovo la questione sesso che per lui era più importante invece. 
- Devo dire di sì... 
Zoro lo guardò sorpreso a quella risposta, pensando intendesse che aveva approfittato dei ragazzi. 
- Pensavo che non avessi bisogno di sesso... - lo rimbeccò acido, Trafalgar rispose di slancio: 
- Certo che ho bisogno di sesso, ma non con chiunque... - poi si morse il labbro. 
- Non ho indovinato i tuoi gusti? 
Trafalgar si chiuse gli occhi con le dita volendo picchiarlo. Odiava parlare di quelle cose, con lui poi men che meno. 
- Non è quello il punto... - obiettò con la vena che pulsava sulla fronte. 
- Ma quindi hai scopato o no? 
Trafalgar gli diede istintivo un pugno sulla nuca che non sortì molto effetto. 
- Fatti i cazzi tuoi! - Zoro lo guardò col broncio, scocciato. 
- Uno si comporta da amico ed è così che viene ringraziato? 
Trafalgar capì che le intenzioni di Zoro erano nobili e che così rischiava di offenderlo e rovinare quella sorta di rapporto, di sicuro l’ultima cosa che voleva, così con enorme pazienza che non sapeva nemmeno lui quando aveva sviluppato, prese un respiro profondo e ci riprovò. 
- Ti ringrazio del pensiero, ma mi procurerò io se e quando vorrò il sesso che mi interessa. 
- Però ho azzeccato i tuoi gusti, cosa avevano che non andavano quelli? - insistette Zoro. Trafalgar si sentì scoppiare la famosa vena nel cervello e per evitare un ictus prese la bottiglia di sakè procurata e se la bevve. 
- Guarda che così ieri mi hai baciato, non volevo ricordartelo ma sinceramente credo che... - non lo fece finire, gli prese il viso con una mano e strinse con le dita sulle guance, glielo girò di scatto e tornò a baciarlo e questa volta fu più deciso e andò oltre la soglie delle labbra. Infilò la lingua che, per il modo in cui lo teneva, riuscì a farsi strada nella sua bocca; quando si intrecciò prepotentemente alla sua, notò che Zoro era immobile. Sorpreso continuò a baciarlo senza più usare la forza, gli lasciò il viso e si assaporò quel bacio non effettivamente ricambiato, ma nemmeno respinto. 
Quando smise, Trafalgar rimase a pochi centimetri dalla sua faccia e lo guardò incuriosito. lo guardava serio in quel suo modo indecifrabile. 
- Non mi hai respinto... - disse sorpreso. 
- Volevo vedere fin dove ti spingevi questa volta. - a quella frase alzò un sopracciglio scettico. 
- Bella scusa. - Zoro mosse l’angolo della bocca verso l’alto con un mezzo ghigno. 
- Voglio vedere quanto ci metti a venire allo scoperto... - sentendolo si irrigidì e si allontanò di qualche centimetro, smettendo di toccarlo. 
- Cosa? 
Lo spadaccino non si mosse, ma continuò deciso avanzando col busto verso di lui, Trafalgar di riflesso si fece indietro finendo però per cadere sui gomiti, Zoro gli salì sopra provocatorio, in una posizione del tutto equivoca che spesso aveva assunto con Rufy prima di fare l’amore con lui. 
- Se avessi accettato la compagnia di uno di quelli di oggi significava che era solo una necessità fisica. Solo sesso. Ma tu ti accendi solo con me. Sbaglio? Ed usi la scusa dell’alcool per non dire che eri consapevole di quello che facevi... ma non si è mai visto un pirata che non regge l’alcool... 
Trafalgar voleva spingerlo via, ma sapeva che per farlo avrebbe dovuto toccarlo ed in quella posizione steso sotto di lui non sarebbe riuscito a buttarselo via di dosso, bensì avrebbe finito per accarezzarlo. 
Zoro lo stava provocando seguendo un’intuizione e per essere uno ottuso era stato piuttosto sveglio. Aveva i suoi momenti. 
Era in una brutta situazione, non sapeva come procedere. Forse inconsciamente si era detto di usare l’alcool come scusa, ma era vero che era piuttosto in sé, in realtà. Che la sensazione della sua lingua sulla propria era incisa a fuoco nella carne. Trafalgar, esitando, lo toccò sul petto nudo e scolpito, solcato da cicatrici profonde alcune delle quali molto vecchie. 
La sensazione lo uccise, un’ondata di calore lo invase e fu come essere vivo per la prima volta. Una sensazione incredibile. Si morse il labbro e poi fissandolo negli occhi, decise di dirgli la verità, che uno come lui avrebbe accettato esclusivamente quella. 
- Non l’ho cercato, è successo e basta. C’è un certo feeling con te. Tutto qua. - decise per la brevità della versione, omise il resto, ovvero che puntava a portarselo via dopo aver battuto Kaido. 
- Quindi ammetti che ti piaccio? 
- Sono sessualmente attratto da te, va bene ora? - lo disse piano e deciso guardandolo dritto negli occhi, steso sotto di lui. Non esitò, non tremò, non era imbarazzato e nemmeno turbato. 
Era seccato dal dover uscire allo scoperto contro la sua volontà, ma sembrava in grado di accettare la situazione. Zoro annuì e si alzò lasciandolo andare. Quando le sue mani si staccarono dal suo petto, Trafalgar provò l’istinto di alzarsi e schiacciarlo a terra per toccarlo ancora, ma si domò e rimase steso così a fissare il cielo ormai scuro tempestato di stelle. Quella sera era bella a quanto pareva. 

   
 
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