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Autore: Freez shad    30/07/2023    0 recensioni
Ogni cosa nella propria realtà ha un suo orologio. Un ciclo d'esistenza perfetto e collaudato da migliardi di anni d'esistenza.
Troppi per un qualcuno che, per arroganza o pura pazzia, ha intenzione di modificare e rinnovare...tutto, partendo da zero.
Ciò porterà a terribili conseguenze e toccherà ai nostri famosi eroi impedire che questo accada, ma le difficoltà saranno molte e non solo esterne.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le Mystic Ruins erano state da sempre una meta turistica particolarmente ambita.
Non solo da archeologi e vari studiosi di storia antica provenienti da varie nazioni di Mobius, ma anche di molte famiglie e amanti in generale delle bellezze artistiche sparse un po' ovunque in quella terra.
Opere non solo strutturalmente artistiche, ma spesso e volentieri possessori di una funzione eterna che trascendeva i secoli.
Un esempio molto conosciuto era la Dragon Road che, spaziando da occidente verso oriente, divideva per la sua intera lunghezza la nazione di Chu-nan.
Questo non era altro che lungo e largo percorso in pietra e roccia modellata, usato in antichità per lo spostamento rapido e diretto degli eserciti e vettovaglie, ripristinata come comoda linea principale per gli scambi commerciali e simili.
 

Ciononostante, fra tutte queste opere maestose, non vi era alcuna che fosse in grado di competere col vasto territorio del fu popolo echidna; un’antica e potente nazione, temuta fra le genti del tempo, che avevano lasciato un’eredità immensa.
Eredità ancora irrimediabilmente celata alla conoscenza del mondo, nascosti dal roboante silenzio che solo gli inferi, luogo in cui erano misteriosamente piombati, potevano soffocare.
La loro scomparsa, secondo la narrazione delle leggende tramandate dal passato, pareva essere avvenuta con la stessa rapidità di un fulmine squarciante la volta tersa di nubi, similmente ad una punizione piovuta dalla volontà divina per la loro avida ricerca di potere. Uno sterminio completo.
Comunque, la loro presenza poteva essere comprovata dalle meraviglie delle Mystic Ruins.
Con le loro vallate e alture, sormontate da costruzioni la cui funzione erano ancora oggetto di studio, le rovine mistiche superavano ogni sorta d’immaginazione.
Quelle situate nel continente non erano però altro che una minima parte del loro reale valore. Difatti, se si fosse lanciato un leggero e fugace sguardo in alto, abbandonando la mera essenza terrestre, sarebbe stato possibile vedere il paradiso.
Nascoste dalle nuvole perenni, gigantesche strutture sospese fluttuavano leggere oltre il chiarore dei cumulonembi, sfacciate dal rispettare una qualsiasi legge fisica.
Solo questo però era consentito sapere, poiché una forza misteriosa pareva impedire a chiunque l’accesso in quel mondo ammantato di favole; secondo alcune teorie e voci, alcuni parlavano di templi, portali e vie al di fuori delle dimensioni che permettevano di superare quell’invisibile ostacolo, ma di questo non vi era stata ancora trovata una realtà certa.
Una delle poche cose di cui tutti erano concordi, riguardava la presenza di almeno un guardiano in quelle terre celesti dal nome di Angel Island.
 

Il guardiano in questione, abitante dell’unica zona accessibile a chiunque fosse di suo gradimento, non era un personaggio sconosciuto alla gran parte di Mobius che ormai aveva ben imparato il suo nome: Knuckles l’echidna.
Dal temperamento duro, il rosso risultava essere discendente di quel potente popolo di cui ora proteggeva le terre.
A differenza degli altri e delle loro supposizioni, Knuckles era ben conscio del passato della sua gente e di come le loro azioni avessero avuto ripercussioni fin nel presente.
In piedi come una statua di un guerriero possente, dal fisico che trasmetteva tutto il potere e ferocia dello spirito d’un combattente, si stagliava sulla cima del piccolo altare dove era conservato la fonte e la causa di tutto.
Quello Smeraldo Gigante, o Master Emerald, che racchiudeva al suo interno un potere incommensurabile e dove risiedeva l’entità divina conosciuta col nome di Chaos.
La stessa che aveva adempiuta la sua giustizia con uno sterminio. Lo stesso che aveva risparmiato la famiglia che aveva portato alla sua nascita. Lo stesso che aveva dato uno scopo a quella famiglia e che si tramandavano da generazioni.
La protezione di quelle terre e, in maniera assai maggiore, dello smeraldo stesso.
La più potente nazione del tempo, punita per aver cercato un potere che non li apparteneva; adesso, i discendenti di quella famiglia ormai divenuti i più deboli fra le altre specie, aveva ricevuto il compito di proteggere quel potere da chiunque volesse appropriarsene.
A volte, persino le divinità sembravano possedere una certa dose d’ironia.
Nella sua solitudine, Knuckels aveva spesso pensato come quella sua situazione non fosse altro che una maledizione millantata da benedizione. Oppure viceversa.
Non poteva che essere grato nell’essere ancora vivo a testimoniare l’esistenza della sua razza, colpevole di molti crimini per la sua ferocia, e di sapere di avere uno scopo nella vita a differenza di molti altri; allo stesso tempo, se la vita che aveva ottenuto doveva essere al servizio di una volontà che operava una giustizia senza benignità e che non gli concedeva di scegliere per sé stesso altro scopo se non quello, valeva davvero la pena continuare a viverla?
Pensieri tristi, che preferiva scacciare condizionando tutto sé stesso sulla sicurezza che il suo ruolo aveva per salvaguardare il pianeta. Anche se, qualche fugace avventura non la disdegnava.
Nello scorrere del tempo, aveva infatti avuto modo di esplorare l’isola galleggiante, scoprendo quei teorizzati portali che gli concedevano di visitare il resto delle strutture fluttuanti; qui aveva trovato, fra le altre cose, ulteriori templi e altari nascosti dove poter spostare il Master Emerald in caso di bisogno. Oltre al meccanismo che fungeva da protezione e che impediva, per l’appunto, l’accesso a quelle terre tramite il continente. Insomma, una sorta di deterrente per i curiosi dove persino Eggman stentava ad arrivare.
Cosa che gli aveva permesso di stringere amicizie, alleanze e rivalità con molti di coloro con cui aveva avuto modo di passare del tempo nei suoi viaggi. Persino dei rischi non da poco, come con i Chaotix.
Più di tutti, sicuramente non poteva non essere segretamente grato a Sonic che, insieme a Tails, gli aveva dato modo di accrescere la sua comprensione sulla protezione della pace mediante azioni sul campo, senza dover attendere per tutta una vita. Cosa che ovviamente non avrebbe mai ammesso, visti il rapporto che aveva creato di perenne sfida col blu e il relativo ruolo di sua spalla che, a volte, sentiva essersi dato.
 Grazie a questo, aveva ricevuto in cambio avventure e conoscenze che, fortunatamente, potevano dare risposta positiva ogni volta che quei tristi pensieri giungevano prepotenti.
Pensieri che, aveva avuto modo di comprovare, stavano comparendo sempre più di rado negli ultimi tre anni.


Difatti, questo era il tempo passato da quando alla sua solitudine aveva aggiunto la compagnia di qualcuno con cui condividere questo carico; il soultouch glielo aveva garantito durante una delle sue missioni e il passare degli anni lo avevano assicurato a riguardo.
Lei era giunta dal cielo, atterrandogli davanti alla base dell’altare con sicura fermezza; i suoi occhi, dall’intenso colore viola, lo avevano fissato senza distogliere mai l’attenzione; la frangia e i capelli rosati, ad eccezione dell’unica parte cibernetica, erano mossi dal vento.
Con passo sicuro e quasi militare, come mostravano anche i pantaloncini mimetici e il top nero, aveva annullato la distanza che li separava salendo sulla cima della struttura.
Si mise al suo fianco, incrociando l’arto robotico con quello ancora naturale, scrutando attenta l’avvicinarsi di un qualche pericolo. Non una parola da entrambe le parti.
Troppo orgoglio per mostrare un sintomo di titubante imbarazzo e chiarirsi sulla ragione che li aveva portati a stare l’uno accanto all’altra
Stettero così fino a sera, quando l’echidna rosa, prendendo la parola e probabilmente quel coraggio mancante, si voltò verso il rosso urlando con foga il giurando di voler stare eternamente in compagnia sua. A quella dichiarazione, Knuckles non ricordò bene cosa accadde; si ritrovò a terra con una guancia dolorante, un leggero capogiro e l’echidna rosa sopra di lui che lo guardava con uno sguardo allo stesso tempo aggressivo e imbarazzato.
Questa era ed è tutt’oggi Julie-su e non l’avrebbe cambiata per nessun’altra al mondo.
Erano simili, ma anche all’opposto; non disdegnavano il “menar le mani” per risolvere le loro diatribe ma, comunque finissero, al termine la loro vicinanza cresceva sempre di più.
Knuckles aveva trovato ciò che gli mancava. Anche se dovette, per ovvi motivi, regolare la sua vita fin troppo rurale con la costruzione di una piccola capanna nel quale poter stare e la fabbricazione di alcune comodità che, soprattutto provati in certi momenti particolari, scoprì utilissimi allo scopo.
 
 
Era matura, forte, esperta nel combattimento e tanto affidabile da poterle lasciare la guardia del Master Emerald quando doveva allontanarsi.
Per tale motivo, al giungere di Sonic e Xin, era lei la guardiana pronta ad intervenire.
Poche cose potevano meravigliarla, ma quando scorse in lontananza un imponente muro d’acqua alzarsi e posare una delle sue estremità sulla pianura circostante, non poté che rimanerne allibita. Specie se dalla stretta base sulla cima giungeva, a gran velocità, il riccio sonico con in spalla un’altra creatura. Una panda minore, per l’esattezza.
<< Ehilà, July! Quanto tempo. >> fece il blu, fermandosi a pochi passi da lei, permettendo a Xin di scendere,
<< Guarda un po' chi c’è! >> rispose di rimando l’echidna rosa, battendo la mano al riccio << Sonic, sempre in giro a girovagare? >>,
<< Perché smettere? C’è sempre qualcosa da vedere per il mondo! >>,
<< Dici bene, amico mio! >>.
Una peculiarità che differiva le due echidne era proprio la familiarità che sapevano mostrare con i loro cari. Se per Knuckles il suo essere burbero non era cambiato nel tempo, Julie sapeva al contrario essere più amichevole e aperta.
<< Quindi oggi che sei venuto a vedere in questo...” pezzetto di mondo”? >> domandò quindi incuriosita,
<< Una lezione! >> sentenziò infine, puntando in alto l’indice come a precisare la serietà delle sue parole,
<< Una lezione? Una lezione di cosa? >>,
<< Prima le presentazioni. >> fece divertito, conscio dello stupore provocato, scostandosi per presentare la giovane panda minore << Lei è Xin e proviene da un villaggio di Chu-nan! >>,
<< Molto piacere, Xin, io mi chiamo Julie-su, ma puoi chiamarmi July! >> fece lei porgendole la mano, ricevendo dalla panda l’inchino cerimoniale di saluto,
<> fece Sonic, grattandosi leggermente l’orecchio.
 
Era difatti consapevole, data la conoscenza di lunga data con il rosso, di come potesse risultare sgarbato per le echidne il rifiuto a certe pacifiche dimostrazioni d’accoglienza.
Anche se a certe volte si era chiesto se tale comportamento, richiamante un po' l’orgoglio, non fosse tutta farina del carattere ostico di Knuckles.
 
<< Nessun problema, conosco abbastanza usanze da capire chi ho davanti! >> fece lei comprensiva, dando ulteriore conferma ai sospetti del blu << Piuttosto, che significa quello “stiamo”? Sei diventato un’insegnante di buone maniere? >> domandò divertita, rivolgendosi poi alla ragazza, fingendo discrezione con un sussurro particolarmente alto rivolto alla giovane << Senti, probabilmente avrai i tuoi motivi, ma posso assicurarti che il tipo qui non è proprio il più adatto allo scopo! Sapessi quante volte l’ho trovato… >>.
<< Ah-ah, molto divertente! Il tuo umorismo compete col tuo degno compagno, lo sai? >> intervenne ironico Sonic, interrompendo in tempo una qualsiasi poco discreta rivelazione di Julie-su << Comunque, ci sei andata vicina! La nostra amica ha un potere straordinario che però non riesce a sfruttare e gestire al meglio e così… >>,
<< Sono andata alla sua licelca pel chiedegli di falmi da maestlo e…mi ha fatto l’onole di plendelmi sotto la sua custodia >> concluse Xin, prendendo finalmente parola, sebbene mostrasse ancora tutto il suo imbarazzo nel fare questo in presenza della femmina echidna,
<< Ah, ma allora sai parlare! Quindi quella cosa che ho visto prima è opera tua, giusto? >> domandò, ricevendo un segno affermativo con la testa da Xin << E cos’altro sai fare? >>,
<< Posso manipolale qualsiasi elemento natulale con cui liesco a mettelmi in contatto >>,
<< Capisci, July, noe è un potere grandioso? >> esclamò entusiasta Sonic, poggiandosi sulla spalla dell’amica rosa << Se riuscisse ad unire le sue capacità alla potenza degli elementi, con quella piccola dose sfacciata fantasia, sarebbe una guerriera difficile da buttare giù! >>.
<< Concordo…ehi, aspetta un secondo! Perché ne dovresti fare una guerriera? >> chiosò, avvicinandosi alla panda minore per osservarla meglio, facendo quasi cadere il riccio << Una ragazza così carina e per bene, non dovrebbe combattere! >>,
<< Vede, nella mia tlibù siamo tutti dei combattenti espelti…solo che nessuno ha le mie capacità e… >>,
<< E nessuno saprebbe insegnarti a controllare qualcosa che nemmeno comprendo, ovvio! >>,
<< Inoltre, per quello che è accaduto di recente, avremo bisogno anche del suo massimo aiuto! >> sentenziò quindi Sonic, divenendo subitamente serio << E forse non solo del suo! >>,
<< Che cosa vuoi dire? >> chiese la rosa, volgendo al contemplo lo sguardo alla panda il cui volto si era annuvolato.
      
 
 
 
 







Nel frattempo, da tutt'altra parte, qualcuno aveva cominciato a muovere i suoi primi passi nella faccenda.



 
 
 
<< Ehi, posso entrare anch’io adesso? >>,
<< No, Charmy! Il tuo compito è stare di vedetta e controllare che non si avvicini nessuno al perimetro, te l’ho già ripetuto una marea di volte! >> urlò il coccodrillo, tentando di tenere la più giovane ape lontano dal macabro spettacolo che si era parato davanti ai loro occhi.
Da quando alla loro porta si era presentato Omega per conto della principessa e sentito i motivi del loro incarico, ossia la ricerca di una qualsiasi cosa che potesse portarla dal colpevole dell’orrenda tragedia, i due più maturi del gruppo Chaotix sapevano che qualcosa di spiacevole li stava aspettando.
Certo, mai si sarebbero immaginati uno spettacolo tanto raccapricciante quanto il laboratorio del loro amico volpe.
<< Deve essere stato un massacro! >> esclamò Espio, osservando le macchie dall’inquietante rossore sparse un po' ovunque. Troppe persino per qualcuno abituato alle battaglie come lui. << Hai preso una saggia decisione nel volerlo lasciare fuori. >>,
<< Già, non credo che una vista del genere gli avrebbe fatto bene! >>,
<< Avete finito con le indagini? E dov’è Tails? >> domandò di nuovo l’ape dall’esterno, inconsapevole di tutto in quanto, alla comparsa del robot, fu mandato a fare delle commissioni per allontanarla,
<< Stiamo ancora cercando e probabilmente il nostro amico deve essere in giro con Sonic da qualche parte! >> gli rispose Vector,
<< Allora meno male che non era qui quando è stato commesso il furto! Chissà come avrebbe preso la notizia? >> fece ridacchiando ingenuamente.
Intanto il duo stava continuando la loro indagine, spostando con delicatezza qualsiasi ostacolo che trovavano durante la ricerca. Anche se questo serviva a ben poco.
Di salvo era rimasto davvero ben poco e nemmeno quello poteva considerarsi pienamente intatto.

<< Qui non c’è niente, Vector! Stiamo perdendo tempo in questo cumulo di…non saprei come definirlo >>,
<< Uhm, Tails è sempre stato un tipo preciso e teneva alle sue attrezzature o invenzioni come fossero esseri viventi. Potrebbe avuto qualche telecamera da qualche parte per tenere d’occhio la sua officina ogni volta che si doveva allontanare da qui…magari nascosta qui da qualche parte! >> disse meditabondo il coccodrillo, guardandosi attorno << Ma dove potrebbe essere? Abbiamo guardato d’dappertutto ormai >>,
<< A volte, il miglior nascondiglio è quello che si trova sotto gli occhi di tutti… >> fece Espio, puntando una particolare spilla sul muro che si mostrava diversa da tutte le altre e stranamente piazzata sopra la lavagna di legno su cui il volpino appuntava delle annotazioni << …e che possa vedere tutto! >>.
<< Complimenti, vecchio mio! Cerchiamo dove è collegata, portiamolo alla principessa e vediamo chi è quel figlio di buona… >>,
<< Vector, ti sento! Non si dicono le parolacce! >> concluse Charmy.
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
È da un po' che manco. Ne sono consapevole, ma vorrei cercare di finire questa storia che ormai è da tanto che mi porto dietro.
Alcune fasi si stanno muovendo e personaggi si aggiungono…ma non sono ancora finiti.
I più attenti ricorderanno che la storia si è divisa e qualcuno dovrà pur ritornare.
Inoltre, probabilmente l’ho già detto ma voglio ripeterlo, alcuni di loro provengono da vari universi narrativi canonici e persino più estesi di quelli del videogioco. Julie-su ne è un esempio.
Non riuscirò sicuramente a metterli o citarli tutti perché sarebbe un lavoro che mi porterebbe via mesi di ricerche, ma sarà un mio piacevole sforzo.
Inoltre, altra ripetizione, le coppie sono a mia discrezione in base a come si evolve la storia o, come in questo caso, si è evoluta nei tre anni che ho deciso di fare trascorrere.
Detto questo, mi auguro che sia stata per voi una buona lettura e se me lo farete sapere, ve ne sarò grato.
 
Arrisentirci!
   
 
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