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Autore: Xephil    01/08/2023    4 recensioni
Kokabiel è stato sconfitto, ma purtroppo la pace è ormai lontana.
L'incontro tra i leader delle Tre Grandi Fazioni si avvicina, la vera identità del nemico dietro le quinte inizia a palesarsi e l'Imperatore Drago Bianco, Albion, si è finalmente mostrato. Con tutti questi nuovi movimenti nel mondo sovrannaturale, Zayden decide di richiamare il suo gruppo e allearlo con le famiglie Gremory e Sitri in vista del conflitto ormai imminente. Tuttavia i sentimenti crescenti di Rias per il Sekiryutei iniziano a rendere più teso il loro rapporto e questo creerà non pochi tumulti anche coi compagni ancora sconosciuti del possessore del Boosted Gear.
Il patto tra il guerriero e la diavola sta per essere stretto e, tra vecchi e nuovi alleati e nemici, alzerà il sipario su una serie di eventi come mai il Creato ne ha visti...
Dalla storia:
[Tu sottovaluti il potere dell'oscurità. Della tua oscurità.
...
"E così, dopo tutto questo tempo, il Sekiryutei e l'Hakuryukou tornano a scontrarsi sul campo di battaglia... Avanti, Zayden Ward...mio rivale prescelto dal fato...dammi il duello che ho sempre sognato!"
"Come desideri, ma non lamentarti se finirà con io che ti strappo il cuore dal petto, Vali Lucifer!"]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Life 3: Patto drago-diavolo e nuove conoscenze


Zayden POV:


Non avevo mai dubitato di Nonna e sapevo che non mi aveva mentito quando mi aveva raccontato della sua storia passata con Mephisto Pheles, eppure non ero riuscito a crederci davvero finché non li avevo sentiti rivolgersi l'uno verso l'altra in toni gentili e carichi di calore, come due amici di vecchia data che si rivedono dopo una lunga separazione. Quando poi entrambi fecero un passo avanti e si abbracciarono con un certo trasporto, qualunque perplessità venne all'istante sostituita da una certa dose di sorpresa: se persino un diavolo famoso e antico come quello che fece il patto con Georg Faust si lasciava andare a tal punto con un'umana, pur avendo avuto una relazione con lei, il loro rapporto doveva essere stato ed era tuttora davvero forte e importante. La cosa mi fece curiosamente piacere: era un'ulteriore conferma al fatto che, anche se non stavano più insieme, entrambi si volevano ancora bene e, se mia Nonna voleva bene a qualcuno, allora ci si poteva certamente fidare di quella persona. Meglio così, pensai. Mi sento più fiducioso per questo imminente patto.

"Ma guardati" disse Mephisto Pheles dopo essersi separato da Nonna, osservandola da capo a piedi. "Ogni volta che ti vedo, mi sembra che l'età ti abbia reso solo più bella."

"Falla finita, farfallone che non sei altro" ribatté Nonna con una risatina, dandogli anche una leggera pacca sul braccio. "Probabilmente sarà per il fatto che tu non invecchi mai che senti il bisogno di farmi i complimenti tutte le volte che ci vediamo. Spero non sia il preludio al solito tentativo di volermi reincarnare."

Quelle parole mi stupirono non poco. Quindi Mephisto Pheles non ha rinunciato all'idea di volere Nonna tra le sue fila di nuovo, anche se si sono già separati in passato? Conta forse sul fatto che il tempo che scorre le farà cambiare idea, prima o poi? Hah! Sì, aspetta e spera, ciuffo bicromatico!

"Non puoi biasimarmi se ci provo, no? Te l'ho sempre detto che non avrei rinunciato facilmente a te, anche dopo che te ne sei andata."

"Un uomo così determinato... Ecco perché ti ho sempre ammirato."

"Ehum!" Mi schiarii la gola con abbastanza forza da richiamare l'attenzione di tutti. "Capisco che sia bello rivedersi dopo tanto tempo e che avrete sicuramente molte cose da dirvi, ma non credete che sia ora di dare corda anche agli altri?" E soprattutto di piantarla di comportarvi così davanti a me! Sembrate sul punto di flirtare e di certo non ci tengo a vederlo!, aggiunsi mentalmente. Nonna mi guardò con un'occhiata a metà tra il divertito e l'esasperato, indubbiamente perché aveva intuito il mio pensiero, ma mi limitai a ricambiare il suo sguardo con una scrollata di spalle. Rimproverami se vuoi, fammi causa pure, ma le cose stanno così, punto!

Una risatina proveniente da Sirzechs fece spostare l'attenzione su di lui. "Per quanto trovi interessante vedere Mephisto-dono comportarsi in un modo che non gli avevo mai visto prima, sono d'accordo che ora dovremmo concentrarci su ben altro." Il Maou si avvicinò al diavolo dai capelli bicolore con un ampio sorriso. "Sono lieto di rivederti e soprattutto onorato che tu abbia deciso di supervisionare personalmente il primo contratto della mia sorellina, Mephisto-dono. Ti ringrazio davvero."

"Non c'è alcun bisogno di ringraziarmi, Sirzechs-kun. Dopotutto non solo è un evento importante per lei, ma riguarda anche il nipote di una delle mie più vecchie e care conoscenze nonché allieve. Non avrei voluto che se ne occupasse nessun altro all'infuori di me" rispose Mephisto Pheles con un sorriso altrettanto ampio, per poi spostare lo sguardo su Zeoticus, Grayfia e Rias. "Ben ritrovato, Zeoticus. E naturalmente anche voi, Grayfia e Rias-chan. Ne è passato di tempo, eh?"

"Sempre un piacere, Mephisto. Grazie di essere qui anche da parte mia" rispose il capofamiglia dei Gremory con un piccolo cenno della mano. Lì vicino, Grayfia si limitò a inchinarsi garbatamente.

"Ne è davvero passato di tempo, Mephisto-sama" disse Rias con un sorriso e un inchino.

"Stai davvero diventando una bellissima ragazza come tua madre. Anche tua nonna e la tua bisnonna erano delle donne davvero stupende."

"Grazie mille, Mephisto-sama. Ma soprattutto grazie per aver accettato questo compito. Mi affido a te."

"Prometto che non ti deluderò."

"So che non lo farai." Voltandosi verso me e Asia, Rias ci indicò con un elegante gesto del braccio. "Ti presento una delle mie serve più recenti, il mio ultimo Alfiere, Asia Argento. L'altro invece è la persona con cui devo stringere il patto, l'attuale Sekiryutei, Zayden Ward."

"P-Piacere di conoscerla, Mephisto-san!" disse subito Asia con un certo nervosismo, inchinandosi e suscitando un sorriso divertito da parte di Mephisto Pheles.

"Non essere così agitata, giovane Asia. Non sono mai stato un tipo da troppe formalità. In ogni caso, il piacere è tutto mio." Lo sguardo di Mephisto Pheles si posò finalmente su di me e, in quel momento, sentii come un brivido lungo la schiena. Non di paura, piuttosto di disagio. Dopotutto, l'intensità con cui mi stava osservando era maledettamente forte, come se mi stesse esaminando fin dentro le ossa. "Finalmente ho l'occasione di conoscere il nipote di Lucia, nonché l'attuale Sekiryutei. Zayden-kun, giusto?" Si avvicinò a me finché non fummo quasi faccia a faccia. Era molto alto, più di me di almeno un paio di centimetri, tuttavia non mi stava guardando dall'alto in basso, ma sempre direttamente e in profondità. "Hmm... Oh sì, non c'è dubbio. Hai lo stesso sguardo di tua nonna, se non fosse per il diverso colore delle iridi, mi sembrerebbe di essere tornato indietro nel tempo, a quando l'ho conosciuta per la prima volta. Quell'intensità è la stessa che vidi e tuttora vedo in lei."

Rimasi sorpreso dalle sue parole, ma preferii rispondere con un piccolo ghigno e tutta la sicurezza di cui ero capace: "Dovrei dirlo io: appena hai spostato gli occhi su di me, ho avuto l'impressione che mi stessi facendo i raggi X, visto quant'erano intensi i tuoi occhi. Stai forse pensando di voler fare un patto con me anche tu? In quel caso, spiacente, ma dovrai metterti in coda dopo la nostra rossa qui e, soprattutto, conoscermi un po' meglio. Non faccio patti con chi non conosco abbastanza."

Mephisto Pheles rise. "Sirzechs-kun aveva ragione: sei un tipo davvero interessante! E divertente! Come Lucia, ma in un modo tutto tuo, veramente intrigante! Comunque, non preoccuparti: sono qui per lei e per te, quindi non intendo fare niente di insolito. Non nego che fare un patto con te è un'idea molto invitante, ma oggi non sono io l'interessato, perciò non ti chiederò niente del genere." Mi allungò una mano. "Intanto che ne dici di rimediare un minimo alla conoscenza? Sono Mephisto Pheles, un Diavolo Supplementare e presidente dell'organizzazione dei maghi Grauzauberer, oltre a essere il vecchio maestro di magia di tua nonna Lucia. Puoi chiamarmi Mephisto. Per qualsiasi altra cosa su di me, fai pure riferimento ai libri, che ce n'è davvero una sovrabbondanza che parlano di me. Sempre in caso tu non li abbia già letti."

Ridacchiai. "Solo alcuni. Se mi fossi davvero messo a leggere tutti i libri che esistono su di te, probabilmente non sarei riuscito a leggerne nessun altro." Fissai la sua mano per un secondo, infine gliela strinsi. "Piacere di conoscerti, Mephisto. Mi chiamo Zayden Ward, attuale Sekiryutei e nipote di quella che una volta era una tua cara allieva. Puoi chiamarmi Zayden. Mi affido a te per il mio imminente patto col diavolo" dissi riprendendo le sue parole, ma tralasciando volutamente l'altra parte riguardo il loro rapporto. Col cazzo che tiro fuori la storia di loro due amanti davanti a tutti! Anche non avessero problemi a farla sapere, non è né mio compito né mia intenzione esporla! Invece mi concentrai sull'aura che proveniva dal suo corpo e che stavo avvertendo meglio tramite il contatto: indubbiamente era molto potente, tuttavia non era l'intensità del suo potere a sorprendermi, quanto piuttosto la mutevolezza che possedeva. Sembrava quasi di sentire diversi tipi di energia che scorrevano sotto la sua pelle tutti insieme. Sarà stato per il fatto che era il capo dell'organizzazione dei maghi, o per i vari contratti che aveva stretto nel corso della sua vita? Avrei dovuto chiedere qualche spiegazione a Nonna appena possibile.

"Patto col diavolo, eh? Mi pare giusto" rise di nuovo Mephisto.

"Comunque... Diavolo Supplementare, hai detto? Ovvero una di quelle casate di diavoli che, per quanto di alto rango, non fanno parte dei 72 Pilastri?"

"Esattamente" confermò il capo di Grauzauberer lasciandomi la mano. "Non possiedo casate o una famiglia come quelle dei Pilastri, tutto di me viene definito fondamentalmente dal mio ruolo e lavoro all'interno dell'organizzazione e della società dei diavoli."

"Mephisto Pheles è uno dei diavoli più anziani nonché uno di quelli che ha passato più tempo nel mondo umano. Appartiene alla stessa generazione dei primi Quattro Grandi Satana, tuttavia si è allontanato da loro in quanto avevano delle serie divergenze, per questo si è nascosto sulla Terra" intervenne in quel momento Rias, mentre si spostava accanto a me.

"Già, è proprio così" confermò Mephisto annuendo col capo. "Odiavo molto quei tipi. Mi davano ordini dicendomi di fare questo o quello senza alcun riguardo per ciò che volevo fare io, perciò mi sono presto stufato di loro. Questo è il motivo per cui gli attuali Maou come Sirzechs-kun e Serafall-chan mi piacciono: loro apprezzano molte delle cose che faccio e mi lasciano la libertà di farle come preferisco. Beh, è anche vero che ho un pensiero un po' diverso su Ajuka-kun per via delle nostre visioni differenti, ma non lo odio o qualcosa del genere."

Oh? Questo era un pezzo di storia decisamente interessante. Nonostante la sua passata relazione con Nonna, non sapevo molto di Mephisto Pheles, soprattutto non dove cadessero le sue esatte lealtà nei confronti del governo degli Inferi. Avevo sospettato che non fosse un vero alleato della vecchia generazione di Maou -e di conseguenza di Zamiel- visto che nessuno dei diavoli che avevo interrogato e ucciso in questi anni aveva mai fatto il suo nome, ma sentirlo sia dalla bocca di Rias che dalla sua, per giunta davanti al leader dei Maou attuali era tutta un'altra cosa. Non poteva esserci alcun dubbio che Mephisto Pheles non avesse alcuna simpatia per i vecchi Maou e i loro alleati e la cosa mi sollevava più di quanto mi aspettassi. Anzi, se gioco bene le mie carte, anche lui potrebbe diventare un aiuto non indifferente per trovare Zamiel. Una volta stretto il patto, dovrò provare a gettare già l'amo, pensai mentre Mephisto rivolgeva un altro sorriso verso Rias.

"Rias-chan che ascolta la storia di questo vecchio qui è indubbiamente una brava ragazza. Del resto coi Gremory, anche coi tuoi nonno, bisnonno e trisavolo si poteva parlare tranquillamente. A proposito, tuo nonno e gli altri stanno bene? È passato un po' di tempo da quando si sono ritirati a vita privata."

Alzai un sopracciglio, stupito. Quindi è abbastanza vecchio da conoscere ed essere in buoni rapporti addirittura col trisavolo di Rias? Beh, non dovrei sorprendermi tanto visto che è in giro fin dai tempi dei primi Quattro Grandi Satana e non è insolito per i diavoli vivere parecchi millenni... Facendoci più caso ora, in effetti, la sua dimostrazione d'età è la più avanzata che abbia mai visto in un diavolo. Di solito, essi controllano la loro età fisica in modo da apparire sempre con un aspetto molto giovanile, mai sopra i 25 o massimo 30 anni umani, invece lui sembra averne tranquillamente tra i 45 e i 50. Dev'essere uno di quelli che non bada granché all'età che dimostra e preferisce concentrarsi su cose più pratiche e concrete. Degno di colui che si occupa dei contratti che vengono stretti tra maghi e diavoli, riflettei osservando più attentamente il Diavolo Supplementare.

Rias, dal canto suo, era arrossita leggermente alla domanda di quest'ultimo. "S-Sì. Stanno vivendo tranquillamente nel territorio dei Gremory."

"Per quanto capisca la bellezza del ritrovarsi e parlarsi dopo tanto tempo, direi che ora potremmo dargli una piccola interruzione e passare al motivo principale per cui siamo qui. Non sei d'accordo, Mephisto?" intervenne di colpo Nonna, battendo le mani per attirare l'attenzione collettiva. "Altrimenti finiremmo per restare qui tutta la notte e i nostri ragazzi hanno da fare domani."

Questo suscitò una risata collettiva da parte di tutti i diavoli adulti presenti nella stanza. "In effetti, hai ragione" ammise Mephisto con un cenno del capo. "Direi di continuare più tardi in questo caso. Siete d'accordo anche voi?" Nessuno tra Sirzechs, Zeoticus e Grayfia ebbe da ridire. Il Diavolo Supplementare si voltò poi verso me e Rias. "Se anche a voi va bene, direi che possiamo procedere con la formazione del patto. Che dite?"

Io e Rias ci guardammo e, con un sorriso condiviso, annuimmo. "Avviamo i giochi" dissi tornando a fissare Mephisto, il quale annuì a sua volta.

Mentre tutti si facevano indietro, lasciando solo me, Rias, Nonna e Mephisto al centro sgomberato della sala, il capo di Grauzauberer creò un cerchio magico col suo simbolo sopra e ne tirò fuori un documento arrotolato, una boccetta contenente un liquido rosso scuro e quello che sembrava il guscio essiccato di una tartaruga. Una tartaruga dal guscio molle, realizzai un secondo dopo. Aveva senso: molte parti di creature animali e vegetali erano usate nei rituali magici e, da quanto Nonna mi aveva raccontato nel corso delle sue lezioni sulla magia, le tartarughe erano tra gli animali non sovrannaturali che fornivano gli ingredienti migliori perché tutto il loro corpo, dalla carne al guscio, dalla pelle alle ossa, conteneva numerose e varie sostanze caratteristiche che potevano essere usate per innumerevoli scopi.
Nel frattempo, Nonna aveva fatto comparire delle candele e, dopo averle accese, le stava disponendo per tutta la sala con un incantesimo di levitazione. Dopo aver finito, ricevette da Mephisto il guscio e la boccetta e, inginocchiatasi a terra, stappò la seconda e vi intinse un pennello che aveva fatto comparire dal nulla, per poi iniziare a disegnare per terra quello che capii presto essere un cerchio magico dai simboli incredibilmente complessi e intricati, ben più di quelli usati normalmente da diavoli o altre creature sovrannaturali. Mentre lo tracciava, inoltre, il colore e l'odore intenso del liquido mi fecero intuire anche che si trattava di sangue, probabilmente sempre della tartaruga a cui apparteneva il guscio.

Mephisto si avvicinò a noi strotolando il documento che aveva ancora in mano. "Normalmente un patto come questo richiederebbe di essere fatto tra un diavolo e un mago, ma poiché io in persona, come capo dell'organizzazione, sto supervisionando la procedura con l'assistenza diretta di una maga potente e abile come Lucia, possiamo far sì che si formi anche tra voi due senza problemi. Tale patto conterrà e garantirà il rispetto di tutte le regole e le condizioni qui iscritte, perciò, nel caso in cui vogliate darci un'ultima occhiata per sicurezza, questa è l'ultima occasione che avrete."

Istintivamente, sia io che Rias ci avvicinammo e leggemmo il documento. Non tanto per sfiducia -nessuno di noi credeva che l'altra persona volesse fregarla, né che Mephisto avesse in qualche modo alterato il contratto contro le nostre volontà-, ma piuttosto per puro zelo. Un simile patto non era cosa da poco, perciò essere sicuri di ogni suo singolo dettaglio fino alla fine era semplice buon senso.
Fortunatamente, come ci aspettavamo, il documento conteneva tutte le condizioni e le regole che io e Rias avevamo già visto e accordato tra noi, sia per le cose che avremmo dovuto fare che per quelle che non avremmo dovuto fare, quindi non rimaneva altro da fare che confermarlo ufficialmente. ""Pronti"" dichiarammo in coro.

Mephisto sorrise e fece comparire un coltello da un piccolo cerchio magico sopra il suo palmo. Prendendolo, io e Rias ci tagliammo lievemente il palmo e, col sangue che colava, scrivemmo i nostri nomi sugli spazi appositi posti sul fondo del documento, io nei caratteri magici che Nonna mi aveva insegnato, Rias nei caratteri della scrittura dei diavoli. Quando finimmo, i caratteri dell'intero documento brillarono per un istante prima di tornare al loro colore originario e Mephisto annuì per poi riarrotolarlo e farlo sparire nel proprio abito. "Molto bene. Ora passiamo al rituale ufficiale. Prego" disse indicando il cerchio magico che Nonna aveva appena finito di tracciare.

Quest'ultima si rialzò in piedi e, tenendo in mano il guscio essiccato di tartaruga, pronunciò un paio di parole a bassa voce. Un cerchio magico brillò sotto il guscio ed esso si polverizzò in un attimo, come se fosse finito di colpo in un enorme frantumatore; la polvere volò poi sul cerchio e sembrò disporsi in modo uniforme sopra i vari simboli disegnati, i quali brillarono di cremisi e parvero seccarsi all'istante. "Tutto pronto" confermò Nonna facendoci segno di venire.

Io e Rias entrammo nel cerchio magico e questo prese subito a brillare più intensamente. Quando entrambi iniziammo a intonare il canto necessario per il patto, il bagliore s'intensificò ancora di più, al punto da avvolgere l'intera sala in un alone rosso sangue. Nonna e Mephisto si misero ai nostri lati e iniziarono a intonare anche loro a bassa voce.

"Nel mio nome, Rias Gremory della casata Gremory, esprimo il mio desiderio all'attuale Sekiryutei, Zayden Ward. Stringerai un patto con me e diventerai il mio amico giurato fin quando il tempo deciso non si concluderà" pronunciò Rias fissandomi dritto negli occhi e porgendomi la mano destra.

"Nel mio nome, Zayden Ward, attuale Sekiryutei, ascolto il tuo desiderio e prometto questo: stringerò il patto con te, Rias Gremory, qui e ora. Da questo momento fino al termine del tempo deciso, sarò il tuo amico giurato" pronunciai a mia volta ricambiando il suo sguardo e prendendole la mano con la mia.

"Io, Mephisto Pheles, presidente dell'organizzazione dei maghi Grauzauberer, ho visionato il vostro contratto e ascoltato le vostre dichiarazioni. Dichiaro questo patto valido e accettabile" affermò il Diavolo Supplementare con voce profonda e granitica, completamente diversa da quella con cui aveva parlato finora. Era chiaro che, nonostante solitamente preferisse l'informalità, prendeva il suo compito di presidente e supervisore dei contratti molto seriamente. La luce del cerchio magico sotto di noi aumentò ulteriormente d'intensità, ormai era quasi accecante. "Il patto può ora essere stretto. Pronunciate il vostro giuramento."

"Sul nome di Rias Gremory, lo giuro: m'impegno a rispettare i termini del nostro patto e mai li violerò. La tua mano e la tua mente mi aiuteranno, come la mia mano e la mia mente aiuteranno te" proseguì Rias mettendo la mano sinistra sopra le destre che tenevamo ancora unite.

"Sul nome di Zayden Ward, lo giuro: m'impegno a rispettare i termini del nostro patto e mai li violerò. La tua mano e la tua mente mi aiuteranno, come la mia mano e la mia mente aiuteranno te" continuai poggiando la mano sinistra sopra la sua e completando così l'unione dei nostri arti. Dopo un secondo, il cerchio magico dei Gremory prese a brillare sulla nostra guancia sinistra, mentre sulla destra apparve quello di Mephisto Pheles; al contempo, entrambi i cerchi apparvero sopra le nostre mani, l'uno sovrapposto all'altro.

"Il patto è stretto" concluse Mephisto battendo le mani. Il cerchio sotto di noi brillò un'ultima volta per poi sparire nel nulla; subito dopo, quelli sulle nostre guance e mani emisero un misto di luci scarlatte e cremisi e scomparvero a loro volta. "Molto bene. Il rituale si è svolto perfettamente. Congratulazioni, ragazzi."

Mi guardai da capo a piedi: come immaginavo, non sentivo alcun cambiamento in me. Me l'ero aspettato dato che mi era stato descritto lo svolgimento del rituale per il patto, tuttavia non potevo fare a meno di sentirmi un po' deluso. "Eh. Davvero di una semplicità disarmante. Dopo tutto il tempo che ne senti parlare nei libri, dalle bocche delle persone e altro, ti aspetti che accada chissà che cosa quando finalmente ne fai uno e invece..." commentai in tono sarcastico. Vero anche che il rituale che avevamo svolto io e Rias aveva potuto essere semplificato rispetto a quelli originali grazie al legame di amicizia che avevamo stretto, ma avevo la sensazione che, anche non fosse stato ridotto così, non sarebbe comunque stato molto più complesso.

Nonna e Mephisto ridacchiarono. "Lo dicono spesso coloro che stringono questi patti" disse il secondo. "So che ci si aspetta sempre un qualcosa di assurdo o incredibile quando se ne fa uno, tuttavia in realtà è davvero una cosa piuttosto semplice. Rispettare le sue clausole e condizioni è il vero fulcro di essi, come anche i vantaggi che concedono. Ve ne accorgerete appena ne farete uso, credetemi." Ritirando fuori il contratto che avevamo firmato, il Diavolo Supplementare mosse una mano sopra di esso e, in un piccolo bagliore di energia magica, una copia identica del documento apparve nel suo palmo. "Ecco la copia del vostro contratto. Non è necessario averla, visto che gli originali rimangono validi per tutto il tempo stabilito e non possono essere spezzati o alterati da nessuno senza il consenso mio e di coloro che l'hanno redatto e firmato, ma preferisco sempre che i miei contraenti ne abbiano una a portata di mano."

Rias mi fissò un attimo e, indovinando il suo pensiero, le annuii. Lei sorrise e prese il documento da Mephisto. "Grazie infinite, Mephisto-sama" gli disse in tono riconoscente inchinandosi profondamente.

"Sì, grazie davvero, Mephisto" affermai piegandomi anch'io in un rispettoso inchino.

"È stato un piacere, Rias-chan, Zayden-kun. Non vedo l'ora di vedere cosa porterete in futuro col vostro patto" replicò lui con un ampio sorriso.

In quel momento, anche Nonna, Sirzechs e Zeoticus si fecero avanti, tutti chiaramente riconoscenti. "Ancora grazie per l'assistenza alla mia sorellina, Mephisto-dono" disse Sirzechs sorridendo. "Ora avrei bisogno di parlare con te di un paio di altre cose, perciò credo che la cosa migliore sia spostarci altrove e lasciare che i ragazzi vadano a riposare. Dopotutto, ormai è tardi ed è bene che non li disturbiamo oltre."

"Sono d'accordo" annuì Mephisto per poi voltarsi verso Nonna. "Mi piacerebbe molto poter rimanere a recuperare un po' di chiacchiere con te, Lucia, ma purtroppo adesso non mi è possibile, mi spiace. Ti potrebbe andare bene di rivederci prossimamente in un altro momento?"

"Non preoccuparti, capisco bene" rispose Nonna con un cenno della mano. "Io rimarrò in Giappone ancora per alcuni giorni, perciò contattami pure appena puoi e ti rivedrò con piacere."

"Contaci. Rias-chan, è stato bello rivederti e aiutarti. Fatti sentire più spesso, ok? Zayden-kun, Asia-chan, è stato un piacere conoscervi. Mi auguro di rivedervi presto."

"Oh, quasi dimenticavo. Rias" fece Sirzechs con l'espressione di chi si è appena ricordato di qualcosa di molto importante. "Domani dovremo parlare anche dell'altro tuo Alfiere."

Rimasi stupito nel vedere il volto della rossa diavola divenire estremamente serio. "Ho capito."

Tutti noi porgemmo i nostri saluti prima a Mephisto e poi ai parenti di Rias, i quali sparirono poco dopo insieme al capo di Grauzauberer e Grayfia in un cerchio magico, lasciando solo me, Nonna, Rias e Asia nel mio salotto. "Direi che è ora di andare a dormire" fece Nonna dando un'occhiata all'orologio. "Io torno ai miei alloggi, voi andate a riposarvi, mi raccomando. L'aver stretto un patto non è una scusa per restare a poltrire domani."

Le sue parole suscitarono una risatina da parte di Rias e Asia e un sospiro rassegnato da parte mia. "Nonna, non serve che ce lo dici, non siamo bambini" commentai più per istinto che vera necessità: tanto sapevo che avrebbe sempre fatto come le pareva. "Sicura comunque di non voler rimanere? Sai che un posto per dormire c'è sempre per te."

"Grazie, nipote, ma va bene così. Non voglio invadervi oltre e, soprattutto, è giusto usare gli alloggi che affitti, sennò è solo uno spreco economico" ribatté lei scuotendo la testa.

"Solo tu puoi essere sempre così fiscale, nonna" commentai ridacchiando. "Come ti pare."

 
*

Dopo aver augurato la buonanotte a Nonna, ci mettemmo tutti e tre a letto e, visto che Rias e Asia vollevano entrambe dormire con me stanotte, mi ritrovai al centro con loro ai miei lati, Rias a destra e Asia a sinistra. Come al solito, all'inizio dovetti calmarmi e abituarmi alla morbida e calda pressione dei loro corpi sul mio, soprattutto visto che entrambe si stavano stringendo una delle mie braccia al petto, ma per fortuna era già da diverse sere che dormivamo così, perciò non mi ci volle molto. La prima notte che avevamo dormito insieme era stata particolarmente difficile perché Rias insisteva a voler dormire nuda come suo solito e Asia voleva farlo a sua volta perché, come diceva sempre, non voleva rimanere indietro rispetto alla rossa. Alla fine avevo dovuto arrabbiarmi e ricattare entrambe per convincerle, o meglio costringerle, a stare almeno vestite e loro, dopo una piccola riluttanza, avevano accettato. Fortunatamente, da allora, ogni volta che dormivamo tutti insieme si mettevano sempre qualcosa addosso e quindi non c'era stato più bisogno di litigare. Certo, le scelte di pigiama di Rias rimanevano sempre quelle succinte vestaglie semitrasparenti che sembravano poter essere strappate col movimento di un dito, ma non aveva più osato niente oltre la parte visiva, perciò non era un gran problema.

"Direi che è stata una serata proficua" mormorò ad un tratto Rias, alzando la testa quanto bastava per guardarmi. "Tu non credi?"

Ridacchiai. "Suppongo di sì. Anche se forse è stata anche piuttosto insolita per me... Stringere un patto con una diavola... Eheh, se lo dicessi al me di 10 anni fa, mi darebbe del bugiardo o del pazzo scatenato."

Sia Rias che Asia si alzarono per guardarmi, ora con espressioni preoccupate. "Dovevi odiarci moltissimo" fece Rias. Una semplice constatazione, ma bastò a rendere l'atmosfera ben più pesante.

"Sì. All'epoca ero troppo piccolo ed emotivamente provato per capire che non puoi far ricadere la colpa di un individuo sulla sua intera razza. Del resto, vai a spiegarlo a un bambino che ha perso la famiglia ed è rimasto a sopravvivere da solo in un mondo crudele che quelli chiamati diavoli non sono tutti cattivi" dissi. Non aveva senso provare a dire il contrario, né me ne vergognavo sinceramente. Come avevo detto, allora ero solo un bambino furioso e disperato. "C'è voluto molto tempo prima che lo capissi e, anche dopo, a parte pochi casi, non mi sono mai fidato molto della tua razza. Dopotutto Zamiel non è stato l'unico diavolo che ha provato a uccidermi o peggio, perciò sono passato da odio e rabbia ciechi a semplice diffidenza verso di voi. Tutti i diavoli che ho ucciso in questi anni l'ho fatto perché loro minacciavano di uccidere me o i miei compagni o perché erano legati a Zamiel. Al di fuori di questi, non mi sono mai messo a cacciarli per odio."

Rias annuì, anche se era chiaro che era ancora leggermente turbata. Non che potessi darle torto: chiunque si sarebbe sentito un minimo a disagio nel sentire qualcuno dichiarare con tanta schiettezza di aver ucciso altri della sua razza. Il fatto che non si fosse ancora scostata da me, tuttavia, mi faceva capire che almeno non mi dava colpe, né si sentiva disgustata da me.
In quel momento fu Asia a prendere parola con voce incerta: "A-Allora adesso cosa p-pensi di loro, Zayden-san? Non li o-odi, vero, ma non ti fidi nemmeno a-ancora?"

Anche se la domanda era quella, era chiaro che ciò che voleva davvero sapere era se le mie esperienze passate stessero in qualche modo influenzando il mio legame con lei e il gruppo Gremory, dato che erano tutti diavoli. Le sorrisi e alzai una mano per accarezzarle la testa. "Non devi preoccuparti di questo. Sono diffidente verso la razza dei diavoli, ma in modo non dissimile da come sono diffidente verso chiunque sia uno sconosciuto, perciò non è più niente di particolarmente forte. Inoltre, non permetto al mio passato di governare le mie relazioni e, se si parla di persone a cui voglio bene, la razza non m'interessa minimamente. Solo la persona in sé è ciò che conta."

"Questo vuol dire che continuerai sempre ad aiutarci e v-volerci bene?"

"Ma certamente. Anzi, ora che ho stretto un patto con Rias, potrò aiutarvi ancora di più e anche più facilmente." E conclusi con un occhiolino.

Asia sorrise radiosa alle mie parole e si strinse a me ancora di più. Un attimo dopo, sentii che anche Rias si stava sistemando meglio contro il mio corpo e, girandomi, la vidi guardarmi con un'espressione felice come quella di Asia. "Immaginavo fosse così, altrimenti non avresti mai accettato di rimanere con noi, di stringere il nostro patto e non ci avresti mai aiutati tanto, ma è comunque un vero sollievo sentirtelo dire."

Mi limitai a sorridere per poi appoggiare la testa sul cuscino. "Direi di dormire ora. Avremo parecchio da fare nei prossimi giorni."

"Sono d'accordo... Però prima avrei una cosa da chiederti" disse inaspettatamente Rias. "Dato che ora abbiamo stretto un patto e, come hai detto tu, sarà più semplice aiutarci a vicenda, dovremo anche sapere più cose su di noi, giusto?"

"...Sì, è così. Era anche una nota del contratto, giusto?" risposi senza capire dove volesse andare a parare. "Perché me lo chiedi?"

"Se devo essere sincera, al momento faccio fatica a prendere sonno per via di tutti gli eventi di oggi, perciò stavo pensando che potremmo approfittarne già adesso. Perché non ci racconti qualcosa del tuo passato...come fiaba della buonanotte?"

"...Fiaba della buonanotte? Sei seria?" domandai guardandola di traverso. La sua risposta fu uno sguardo tra il languido e il dispettoso, come a dire: 'eddai!'. Era seria eccome!

"Sono anch'io curiosa di sapere di più del tuo passato, in effetti! Puoi farlo, Zayden-san?" esclamò Asia, la quale, al contrario della rossa, mostrava uno sguardo quasi supplichevole. "Per favore?"

Guardai prima una, poi l'altra, e infine sospirai. "Siete troppo pericolose insieme, finite per incastarmi sempre... E va bene, vi racconterò una vicenda del mio passato, ma, siccome è già piuttosto tardi, solo una e non troppo lunga. D'accordo?" Entrambe annuirono entusiaste. "Perfetto. Allora, che volete sentire? Ne ho veramente tante, perciò non me ne viene in mente una in particolare da raccontare ora. Decidete voi, magari sulla base di qualche curiosità personale che avete."

I volti di Rias e Asia si fecero meditabondi. "Qualche curiosità personale, eh?" mormorò la prima, imitata poco dopo dalla seconda. D'un tratto, qualcosa parve scattare nel suo cervello perché i suoi occhi s'illuminarono. "Ho trovato! Perché non scegliamo sulla base delle tue cicatrici?"

La guardai confuso. "Le cicatrici?"

"Sì, esatto! Non hai detto tu che ognuna di esse è legata a una storia del tuo passato? Mi sembra un modo più che coerente usarle per ascoltarle!"

"Hmm... In effetti, la logica regge. Anche perché alcune sono effettivamente storie lunghe, ma altre sono invece brevi. Può andare. Sei d'accordo anche tu, Asia?"

La mia sorellina acquisita annuì con vigore. "Sì, assolutamente! Anch'io sono sempre stata curiosa di sapere come te le sei procurate!"

"Allora andata. Detto questo, quale scegliete? Direi che c'è l'imbarazzo della scelta." Tutti ridacchiammo per quella battuta. "Vi dirò se quelle che sceglierete sono legate a storie lunghe o corte e, nel caso della seconda, ve la racconterò. Intanto ditemi: c'è qualcuna che vi ha incuriosito più di altre?"

"A dire la verità, ce ne sono un paio in particolare che mi hanno sempre incuriosita" disse Rias indicandomi il bicipite sinistro. "Lì e sulla scapola destra hai due cicatrici da ustioni, anche piuttosto gravi a giudicare da come il tessuto è tirato. Per qualcuno come te, che è il Sekiryutei nonché l'attuale Anima Elementale del fuoco, subire ustioni sembra qualcosa di impossibile, per questo mi hanno attirato fin da subito."

"Sembra un controsenso, vero? Capisco perché ti abbiano incuriosita" replicai. "Quella sul braccio sinistro è legata a una storia un po' lunga, quindi non va bene adesso, ma quella sulla scapola destra ne possiede invece una più corta. Sì, se siete entrambe d'accordo, quella può andare."

"Per me è chiaro, ma va bene anche a te, Asia? Scusa se ho scelto per prima senza consultarti, ma la mia curiosità ha avuto la meglio" disse subito la rossa alla mia sorellina, la quale scosse subito la testa.

"Non c'è problema, Rias-Buchou. Io sinceramente non avrei saputo quale scegliere così, di punto in bianco, perciò mi sta bene seguire la tua decisione!" fece Asia con un ampio sorriso, a cui Rias rispose con uno dei suoi.

"Sei veramente un tesoro" sussurrò accarezzandole una guancia.

"Quello che dico sempre anch'io" commentai sorridendo a mia volta. Erano fin troppo adorabili in questi momenti. "Allora inizio a raccontare, va bene?" Entrambe assentirono. "Okay. Innanzitutto, è bene che vi dica chi mi ha procurato questa cicatrice. Dovete sapere che, anche se sono il detentore del potere di un Drago Celeste e l'Anima Elementale del fuoco, non sono completamente immune al mio stesso elemento. O per meglio dire, in circostanze normali ne sono immune, ma ci sono due eccezioni. La prima riguarda il confronto tra aure e volontà di due individui impegnati in uno scontro: per quanto possa sembrare scontato, queste due cose possono cambiare enormemente il risultato. Per farvela breve, se un elemento viene utilizzato dopo essere stato imbevuto di sufficiente energia spirituale e chi lo utilizza ha una grande forza di volontà, uguale o superiore a quella dell'avversario, i suoi attacchi risultano dolorosi e difficili, o addirittura impossibili, da annullare, anche se quell'elemento utilizzato è padroneggiato dalla prima persona."

"Perciò, se la tua mente e la tua aura sono abbastanza forti, puoi letteralmente sorpassare la resistenza a quell'elemento del tuo avversario perché imponi la tua volontà su di esso e lo diciamo 'costringi' a danneggiarlo, anche perché quell'elemento è impregnato della tua energia e questa sarà ostile a tutti quelli che vorrai tu?" domandò Rias collegando i pezzi della spiegazione. "È forse quello che hai fatto nello scontro con Raiser, quando hai comandato alle sue fiamme di mancarti e quando poi sei riuscito a ferirlo con una tua fiammata?"

"Hai capito al volo. È esatto. Siccome sono l'Anima Elementale del fuoco, ho il potenziale per dominare e utilizzare questo elemento in ogni sua forma, anche se non sono io a produrlo, ma posso riuscirci appunto solo se la mia aura spirituale e la mia volontà sono sufficientemente forti. Tutti gli elementi sono forze primordiali che hanno generato e sostengono da sempre il nostro mondo, come delle sorta di divinità senza forma, e, a loro volta, sono generati e sostenuti da quelle entità particolari che chiamiamo spiriti elementali. Ricordate la spiegazione che avevo dato allora sugli elementi e come nascono le Anime Elementali?" Di nuovo, assentirono entrambe. "Bene. Vedete, proprio per questo è così difficile dominare il vero potere degli elementi: se non ti dimostri abbastanza forte e degno, non sarai mai in grado di usarli appieno e loro stessi, in un certo senso, si renderanno più difficili da utilizzare. Io sono quello delle cinque Anime Elementali che può dominare il pieno potere del fuoco, anche quando viene generato da altri, ma non è una cosa facile. Soprattutto per la natura dell'elemento stesso: tra i cinque, il fuoco è il più difficile da controllare insieme al fulmine perché è il più impetuoso e dalla natura più duplice di tutti, capace tanto di distruggere quanto di creare e proteggere al tempo stesso, perciò dipende tutto da quanto è forte l'animo di chi lo manipola. In breve, bisogna letteralmente domarlo prima di poterlo usare. Più quell'animo è saldo e forte, più il fuoco risponderà positivamente a esso."

"P-Perciò tu, Zayden-san, puoi dominare il fuoco nelle sue varie forme... Ma se qualcuno lo usasse contro di te, nel caso in cui avesse simili energia e volontà, potrebbe annullare il suo controllo e la tua immunità?" chiese stavolta Asia, sorprendendomi.

"Sì, proprio così. Molto brava, Asia" risposi dandole un buffetto. "L'unica altra circostanza in cui non sono immune al mio stesso elemento è molto più semplice: quando chi lo usa, è in grado di creare un fuoco più potente e intenso di quello che posso creare io. Questo è comune a tutti gli elementi: nessuno è immune a essi se non è abbastanza forte da usarli, o se viene attaccato con una versione molto più potente di quella che sa usare nel presente. Se, ad esempio, sei in grado di produrre una fiamma di massimo 1000°C, non potrai mai sopportare o controllarne una di 5000°C o più. E questo mi riporta alla mia cicatrice: vedete, me la sono procurata quattro anni fa durante un allenamento con qualcuno che usava un fuoco molto più potente del mio. Colei che me l'ha inferta è stata nientemeno che..." Feci una pausa drammatica e faticai per non ridere quando le due si protesero leggermente in avanti, in trepidazione. "...la mitica Araba Fenice!"

Come prevedevo, sia Rias che Asia sgranarono gli occhi e sobbalzarono, la prima più della seconda. "L'Araba Fenice?! Intendi proprio QUELL'Araba Fenice?"

"Proprio quella. L'unica e autentica Araba fenice delle leggende, l'uccello di fuoco che muore e rinasce nelle sue stesse ceneri. La sua vera identità, però, non si limita a questa. Ella è anche la Fenghuang del mito cinese e una dei Siling, le Cinque Bestie Guardiane che sostengono l'equilibrio della natura e dei suoi elementi, lo spirito originale del fuoco Zhuqùe, spesso chiamata anche Suzaku o Sujaku. L'Uccello Vermiglio o Fenice Rossa del Sud." spiegai. "Vedete, la Fenice e le altre Bestie Guardiane sono i più potenti e antichi tra gli spiriti elementali ed è da loro per primi che hanno avuto origine gli elementi, per questo sono chiamati anche Spiriti Guardiani. Potremmo dire che sono loro a usare il proprio potere per supportare il mondo e rinnovare la natura e sempre da quel potere nascono le Anime Elementali." Feci una risatina alle loro espressioni stupefatte. "Sì, effettivamente potreste chiamare noi Anime Elementali i figli dei Siling, se la mettiamo in questo modo. Ed è qui che entro in gioco io e il mio incontro con Zhuqùe, la Fenice. Sono entrato in contatto con lei durante il mio periodo di vita nel monastero segreto del Seishin-Do, quando stavo ancora imparando le vere abilità e i segreti di quest'arte marziale. Come già vi dissi durante il mio racconto sulla razza di Darak, non posso dirvi altro riguardo il Seishin-Do e i suoi insegnamenti, ma uno di essi prevedeva proprio il mio entrare in contatto con le Bestie Guardiane e, dal momento che ero anche l'Anima Elementale del fuoco, la prima con cui sono entrato in contatto è stata naturalmente colei da cui, in un certo senso, era 'nata' la mia anima: l'Araba Fenice, ovvero Zhuqùe."

"Aspetta un momento, qualcosa non mi torna" m'interruppe Rias, il volto contratto in una smorfia interrogativa. "A quanto ne so, l'Araba Fenice e la Fenghuang sono entità diverse, due tipologie diverse di fenice, così come l'Uccello Vermiglio del Sud dei Siling è un essere separato da loro. Invece non è...?"

Anche se non terminò la frase, mi fu abbastanza chiaro che cosa stesse domandando e scossi la testa con un sorriso. "Credevo la stessa cosa in passato, ma invece no, non è proprio questa la realtà. Io l'ho chiamata Araba Fenice per semplicità, ma in verità quest'ultima, la Fenghuang e l'Uccello Vermiglio sono la medesima creatura. Sono tutte diverse identità e nomi di Zhuqùe, nati dalle sue rare manifestazioni nella realtà. Vedete, gli Spiriti Guardiani o Siling sono entità oltre il piano fisico, come gli elementi a loro associati, perciò normalmente non sono visibili o trovabili sulla Terra coi loro corpi. Devono essere presenti determinate condizioni in luoghi specifici per permettergli di materializzarsi, altrimenti solo il loro potere può fluire in questo mondo tramite gli elementi, seppur in versione indebolita. Quelle volte che Zhuqùe si è manifestata nella nostra realtà, lo ha fatto davanti a diversi popoli antichi che, apparentemente, hanno dato alla sua figura diverse interpretazioni e aspetti a seconda di ciò che hanno visto e compreso."

"Oh, capisco. Quindi tutte queste diverse figure leggendarie traggono in realtà la loro identità da interpretazioni diverse di individui differenti della stessa figura. Sono un frutto della mente, in un certo senso."

"In un certo senso, sì, è così. Del resto, la figura della fenice è celeberrima nel mito, perciò non c'è da sorprendersi che sia stata spesso vista in modi differenti a seconda delle circostanze. In questo, umani ed esseri sovrannaturali come diavoli o angeli sono uguali, soprattutto perché di norma solo le cariche più alte conoscono la verità su entità come i Siling, ma questa è effettivamente una che persino loro ignorano per la maggior parte." Portai un dito alle labbra e feci loro l'occhiolino. "Quindi mi raccomando: mantenete il segreto, signorine."

Loro risero prima di annuire all'unisono. "Quindi hai incontrato davvero la reale Fenice di persona?!" riprese poi Rias, anche se era talmente stupita che capii essere più una domanda retorica. "E com'è stato? E lei? Com'è davvero?"

"Incredibile non basterebbe a definire né l'incontro né quanto lei sia maestosa" risposi alzando una mano e generando sopra di essa una sfera di fuoco scarlatto; con un movimento delle dita, ne modellai la forma e, con un piccolo stridio, una fenice in miniatura prese a volare per tutta la camera. "È la più fiera e impetuosa delle Bestie Guardiane, ma non per questo impulsiva o irragionevole. La migliore descrizione che potrei darne è proprio quella del fuoco: potente, regale e indomita, capace tanto di distruzione quanto di creazione. È saggia e generosa, ma se susciti la sua ira e sei nel torto, ti punirà severamente e implacabilmente."
 
 
Mentre parlavo, la piccola fenice compì un ultimo giro della stanza per poi iniziare a scendere lentamente verso di noi. Rias e Asia la guardarono un attimo intimorite, ma poi la prima si fece coraggio e allungò una mano verso di essa; l'uccello fiammeggiante batté un paio di volte le ali e atterrò nel suo palmo facendo scattare la testa da un lato all'altro, come se la stesse esaminando, e suscitando una risatina divertita da parte delle ragazze. Incoraggiata dal fatto che non stesse bruciando la mano della rossa diavola, anche Asia allungò una mano verso la fenice in miniatura e le sfiorò le piume della schiena in una carezza delicata. "Così carina!" esclamò.

"Davvero. Era questo l'aspetto che aveva la reale Fenice?" mi domandò Rias senza staccare gli occhi dall'uccello infuocato che camminava sul suo palmo.

"Il più vicino che riesco a creare tra memoria e capacità di proiezione del mio fuoco" confermai. "Diciamo che la differenza più grande sono le dimensioni: se volessi crearla a grandezza naturale, dovrebbe essere minimo quattro volte la taglia di questa intera casa e non mi sembra il caso. La città intera vedrebbe letteralmente un uccello di fuoco e fiamme della grandezza di un palazzo o più volare in cielo."

Le ragazze risero di nuovo. "No, in effetti non sarebbe una buona cosa" affermò Rias dopo aver smesso. Rivolse un'altra occhiata alla fenice che avevo creato. "È veramente splendida. Doveva essere uno spettacolo a dir poco mozzafiato trovarsela davanti."

"Non ne hai idea. Le entità esistenti che possono essere sue pari come maestosità, escludendo ovviamente le altre Bestie Guardiane, si contano probabilmente sulle dita di una mano." A un mio comando mentale, la piccola fenice riprese a volare e compì un ultimo giro della camera prima di dissolversi in una pioggia di scintille. "Per questo mi aveva dato così tanto fastidio che quella merdina di Raiser si paragonasse a lei, come anche non approvo il cognome che porta la famiglia Phoenix. Ho sentito che il loro primogenito, Ruval, è un diavolo molto potente e intelligente, ben più degno del suo titolo del fratello minore, ma personalmente non credo ci sia nessuno in quella famiglia che si possa davvero considerare meritevole di essere affiancati alla vera Fenice."

"Considerando il tutto, non credo di poterti dare torto" assentì Rias con un cenno del capo. "Tornando alla storia, cosa accadde quando la incontrasti? Perché ti ha procurato quella cicatrice? L'hai fatta adirare in qualche modo?"

"Oh no, niente di tutto questo. Non mi ha attaccato perché l'ho offesa o altro. L'ha fatto per mettermi alla prova."

"M-Metterti alla prova?!" sussultò Asia, interdetta.

"Esatto. Per padroneggiare una parte importante del Seishin-Do e anche delle capacità della mia Anima Elementale, il contatto e confronto con le Bestie Guardiane è necessario e, quel giorno di quattro anni fa, la somma Zhuqùe mise alla prova la mia abilità nell'uso e nel controllo del suo elemento nel solo modo davvero efficace: uno scontro 1 contro 1." Mi ritrovai a deglutire istintivamente quando i ricordi di quel giorno riemersero dalla mia memoria. "Sempre se il massacro che subii quel giorno si possa davvero chiamare scontro..."


[FLASHBACK:
"Gah...! Ugh...!" rantolai mentre tentavo faticosamente di rimettermi in piedi. Tutto il mio corpo era ricoperto di ferite e sconvolto da dolori terribili e il Boosted Gear Scale Mail che indossavo era crepato, rotto o addirittura fuso in più punti. Quell'ultimo fatto era a dir poco scioccante: danneggiarla o anche romperla erano un conto, ma fonderla? L'armatura creata dal potere del Welsh Dragon, uno dei due Draghi Celesti?! Il solo pensiero suonava a dir poco assurdo, eppure era accaduto! Proprio adesso! "Ddraig, riesci a ripararla?"

[Ci sto provando, partner, ma è più facile a dirsi che a farsi!] rispose il mio compagno con voce agitata. [I danni inferti dalle fiamme della vera Araba Fenice sono devastanti persino per noi draghi, mi ci vuole tempo per annullare una simile temperatura e ripristinare il Balance Breaker!]

"È tutto qui, dunque?" ruggì una voce simile al rombo di un vulcano in eruzione sopra di me. Alzai lo sguardo e la sagoma maestosa dell'Uccello Vermiglio del Sud, Zhuqùe, occupò il mio intero campo visivo. Ogni singola penna o piuma del suo corpo riluceva di scarlatto, oro e arancio, quasi fossero state composte di lingue di fuoco vive. "Hai grande potenziale, giovane pulcino, su questo non c'è dubbio, ma hai ancora molto da imparare sia sul potere dei Draghi Celesti che su quello delle Anime Elementali. Non potrai mai anche solo sperare di affrontarmi se prima non realizzi le loro reali capacità." Un istante dopo, le sue ali, molto più ampie di quelle del più grande dei jumbo jet, si aprirono e batterono due volte: la prima le fece prendere quota, la seconda fece piovere su di me una vera e propria pioggia di fiamme.

Senza pensarci oltre, ignorai quanto possibile il dolore, spalancai le mie ali di drago e, con un forte battito, presi il volo. Muovendomi al massimo della mia velocità, evitai la maggior parte delle fiamme con una serie di virate aeree e usai i pugni, avvolti nel mio Ki, per respingere quelle che non riuscivo a schivare; a quel punto, convogliai l'aura verso i palmi e, dopo averla compressa, la sparai in forma di numerosi proiettili contro Zhuqùe. Quest'ultima, però, non fece niente per schivare o bloccarli, ma si limitò a volteggiare elegantemente a mezz'aria mentre la colpivano e, come temevo, nemmeno uno di essi riuscì anche solo a scalfirla. Anzi, l'unica differenza era che il suo sguardo pareva ancora più annoiato di prima.
Un altro battito d'ali scatenò una nuova tempesta di fuoco e fiamme contro di me e non potei fare altro che riprendere a volare più velocemente e agilmente possibile per schivarle. Tra un movimento e l'altro, scagliai qualche altra sfera di Ki contro la Fenice, ma era l'equivalente di attaccare un grizzly con granuli di ghiaia. Non può funzionare così!, pensai. Devo trovare un altro modo per attaccarla, ma quale? Niente di ciò che ho usato finora ha avuto anche solo il minimo effetto, nemmeno alcune delle mie tecniche più potenti! Avevo già capito che non potevo batterla in uno scontro diretto, ma cosa devo fare per superare questa prova?! COSA?!

"Sei persistente" disse in quel momento Zhuqùe. "Ma vediamo cosa farai ora."
L'istante successivo, le fiamme che stava producendo si combinarono insieme in vari flussi ardenti e, in pochi secondi, invece di una pioggia, furono una serie di turbini di fuoco a piombarmi addosso!

"Cazzo!" imprecai battendo le ali per aumentare la mia velocità. Il numero di colpi si era molto ridotto con quella nuova offensiva, ma non solo erano molto più potenti, si muovevano anche come serpi nell'aria e parevano quasi inseguirmi! Difatti, dopo averne schivati tre, il quarto deviò in una direzione che lo mise proprio sulla mia linea di movimento, troppo vicino per poterlo evitare. D'istinto, alzai ambo le mani e bloccai il tornado infuocato con una combinazione di armatura del Balance Breaker, Ki protettivo e resistenza al fuoco grazie alla mia Anima Elementale, tuttavia non riuscì né a disperderlo con la mia volontà né a frenare il suo impeto, che prese subito a spingermi verso terra. Mi concentrai ancora di più, ma risultò inutile: quelle fiamme erano troppo incandescenti e l'essere che le aveva prodotte era troppo potente. Non potevo in alcun modo controllarle o estinguerle!
Nell'avvertire quel terrificante calore che iniziava a erodere sia la mia armatura che la mia aura e la pelle sottostanti, venni preso dal panico e, agendo di nuovo d'istinto, rilasciai quanta più energia possibile gridando: "KHAM!"

La mia barriera d'aura si formò intorno a me e stavolta riuscii a respingere il turbine che stava per schiantarmi al suolo.

Feci per tirare un sospiro di sollievo, ma proprio in quel momento sentii di nuovo la voce roboante di Zhuqùe: "Chiuderti a riccio in una situazione del genere? Pessima idea."

Solo allora mi accorsi che, impegnato com'ero a respingere quel tifone di fuoco, non mi ero accorto che quelli rimanenti mi avevano circondato e si stavano dirigendo verso di me! E io, data la necessità di rimanere fermi per usare il Kham, non potevo evitarli!
Il primo mi colpì frontalmente a piena potenza e, seppur respinto dalla mia barriera, la indebolì tremendamente. Il secondo mi centrò dal lato destro e spazzò via ciò che rimaneva del Kham, oltre a danneggiare e fondere parte del mio Boosted Gear Scale Mail, facendomi gemere per il dolore nel sentire il metallo arroventato o fuso ustionarmi la pelle. Quel dolore, tuttavia, si rivelò niente in confronto a quello che mi pervase tutto il corpo quando il terzo tornado infuocato mi investì alle spalle, abbattendosi sulla mia schiena come una meteora e spazzando via ciò che restava della mia armatura prima di iniziare a consumare il mio corpo. Urlai come pochissime altre volte in vita mia, sopraffatto da una sofferenza mai provata; non era certo la prima volta che venivo ferito dal fuoco, soprattutto durante gli allenamenti per imparare a controllarlo e usarlo mi ero ustionato più volte con esso... Ma quello che stavo provando ora andava ben oltre qualsiasi cosa avessi potuto anche solo immaginare. Il calore di quelle fiamme che mi divoravano implacabili la carne, corrodendo e annientando ogni cellula con ferocia inaudita, era qualcosa di incommensurabile potenza e sofferenza. Ebbi come l'impressione di essere finito dentro il nucleo del Sole.
Impossibilitato da quel dolore, non potei fare nulla mentre il turbine mi trascinava verso il terreno fino a schiantarmi. La combinazione tra calore, sofferenza e impatto mi fecero perdere i sensi in un vortice caotico di sensazioni discordanti e l'ultima cosa che riuscii a sentire fu il ruggito disperato di Ddraig:

[ZAYDEN!]

Poi il silenzio. E il nulla.]


"Fu proprio quella gigantesca fiammata a lasciarmi questa cicatrice" dissi indicandomi la scapola dove si trovava. "Avevo provato diverse volte il fuoco sulla mia pelle, sia quello usato da altri che il mio, e persino la lava di un vulcano attivo, ma niente era anche solo paragonabile a quello creato dalla somma Zhuqùe. Ancora adesso, per quanto sia diventato molto più forte di allora, sono molto lontano dall'essere in grado di produrre fiamme potenti e intense quanto le sue. Non sono nemmeno sicuro sia possibile, visto che lei è lo spirito originale del fuoco."

"...E poi? Cos'e successo?" mi domandò Rias con l'espressione più attenta e al contempo scioccata che le avessi mai visto assumere. Dall'altro lato del mio corpo, Asia aveva un'espressione simile in volto, anche se prevedibilmente più spaventata; per un'anima gentile come la sua, la descrizione della sofferenza che avevo provato non doveva essere affatto piacevole da ascoltare.

"Niente di particolare. Mentre ero incosciente, mi sono incontrato con Ddraig nelle profondità del Boosted Gear e gli ho chiesto di risvegliarmi al costo di spingere il mio corpo oltre il limite. Sarei finito in coma se fossi crollato di nuovo dopo il suo intervento, ma mi andava più che bene. Dovevo superare la mia prova e dimostrare a Zhuqùe che ero degno di essere l'Anima Elementale portatrice del suo elemento. Così mi sono ripreso, pieno di dolore e ferite ovunque, ma sono andato avanti lo stesso."

"E ce l'hai f-fatta? Hai v-vinto?" chiese stavolta Asia.

"Vinto? Contro la Fenice Rossa del Sud in persona? Assolutamente no!" risposi con una risatina, che s'intensificò quando vidi le facce sbigottite delle ragazze. "Non siate così sorprese. Zhuqùe non ha mai fatto sul serio durante il nostro scontro, dato che non ne aveva affatto bisogno. Seppur meno di ora, anche allora ero molto potente, tuttavia il dislivello tra me e lei era lo stesso che c'è tra cielo e terra, perciò non potevo sperare di vincere. Nemmeno attualmente potrei farcela. Il pieno potere della Fenice, come quello delle altre Bestie Guardiane, è classificato come Divino di Alta Classe, ovvero superiore a quello della maggior parte delle divinità e probabilmente alla pari coi primi 5 individui più forti del mondo. O forse sono addirittura leggermente superiori, è molto difficile fare stime esatte del potere di coloro che arrivano all'apice. Vi basti sapere che Ddraig stesso ha ammesso che nemmeno lui e Albion, quand'erano nei loro corpi e al massimo della loro forza, sarebbero stati in grado di battere singolarmente una delle Bestie Guardiane. Solo se avessero combattuto insieme, avrebbero avuto una minima possibilità di vincere."

"Incredibile..." mormorò Rias con un filo di voce. "Allora cos'è successo? Hai superato la prova alla fine?"

"Sì, ce l'ho fatta, ma non posso dirvi esattamente come." Alzai una mano quando vidi i loro volti interdetti per fermare le domande che sapevo stavano per arrivare. "Non è per stuzzicarvi, ma il modo in cui sono riuscito a superare la prova implica che vi spieghi dei segreti legati anche al Seishin-Do, dato che esso e le Cinque Bestie Guardiane sono strettamente legati, e, come sapete, non posso rivelarvi suddetti segreti senza il permesso della mia scuola e del mio Sensei. Vi posso solo dire che ho compreso quello che dovevo fare e, usando quella consapevolezza e una particolare tecnica segreta del Seishin-Do, sono riuscito a usare una parte del reale potere della mia Anima Elementale per resistere ai colpi di Zhuqùe. Allora lei si è dichiarata soddisfatta e ha interrotto lo scontro per poi darmi il suo giudizio e alcuni consigli per il mio addestramento successivo. E poi ho perso i sensi."

A quell'ultima frase, Rias e Asia sgranarono gli occhi per poi scoppiare a ridere. O almeno risero per alcuni secondi prima di assumere delle espressioni leggermente preoccupate. "E sei stato b-bene dopo tutto questo?" mi chiese Asia, nervosa.

Le diedi un altro buffetto. "Se adesso sono qui e sto bene, direi di sì. Non ti pare?" Lei gonfiò le guance un po' seccata, ma era chiaramente più tranquilla di prima. "Mi ci è voluto del tempo per riprendermi da quello scontro pazzesco, tuttavia ci sono riuscito appieno. La cicatrice sulla mia scapola è l'unica cosa che è davvero rimasta, ma non la considererei proprio negativa. Dopotutto, non mi dispiacciono le cicatrici."

"In effetti, donano molto al corpo dei guerrieri..." commentò Rias in tono suadente accarezzandone un paio e suscitandomi un brivido. Si fermò quando Asia le rivolse un'occhiataccia, ma lo sguardo furbetto che le era rimasto in volto lasciava capire che non fosse affatto pentita. "Comunque hai davvero affrontato una battaglia terribile contro un avversario formidabile. Ne hai affrontati tanti altri così?"

"Potenti quanto Zhuqùe in persona no, per fortuna, escludendo naturalmente le altre Bestie Guardiane-"

"Hai affrontato anche loro?!"

"Oh sì. Zhuqùe è stata la prima, ma ho incontrato e affrontato anche gli altri quattro Siling sempre come parte dell'addestramento avanzato del Seishin-Do. Qinglòng, chiamato anche Seiryu, il Drago Azzurro guardiano del'Est e spirito originale del vento. Bàihu, o Byakko, la Tigre Bianca guardiana dell'Ovest e spirito originale del fulmine. Xuànwu, conosciuto anche come Genbu, la Tartaruga Nera guardiana del Nord e spirito originale dell'acqua. E infine Huànglòng, od Oryu, il Drago Dorato guardiano del Centro e spirito originale della terra. Li ho visti, conosciuti e combattuti tutti... E tutti sono stati esperienze uniche e straordinarie. Tutte le Bestie Guardiane sono entità potentissime, sagge e degne del massimo rispetto."

"Davvero si può chiamare addestramento scontrarsi con tali creature? Mi pare un tantino riduttivo..." Ridemmo tutti e tre a quella battuta. "Comunque sei incredibile: ogni volta che penso che non puoi sorprendermi oltre, riesci a dimostrare il contrario" commentò Rias con un leggero scuotere della testa. "Tuttavia, se erano parte del tuo addestramento, non puoi definire i Siling dei nemici veri, no? Per quanto riguarda questi ultimi invece?"

"Nemici veri? Eccome. Ne ho affrontati un sacco e molti di questi erano davvero potenti, anche più del me dell'epoca, e avrebbero potuto sconfiggermi in più di un'occasione. In certi casi ce l'hanno fatta sul serio, ma almeno sono riuscito a sopravvivere per poter combattere un altro giorno."

"Davvero hai perso dei combattimenti, Zayden-san?" mi chiese Asia, stupita. Anche Rias pareva scettica.

Ridacchiai. "Suvvia, ragazze. Siate realiste. Credete seriamente che solo perché finora sono riuscito a vincere tutti gli scontri a cui avete assistito, io non abbia mai perso? Non ho iniziato la mia vita come Sekiryutei forte come sono adesso, mi ci è voluto molto tempo, fatica e perseveranza per arrivare a questo livello e, lungo tale percorso, ho combattuto innumerevoli volte sia vincendo che perdendo. E, a essere sincero, molte delle mie vittorie non sono state esclusivamente merito mio, ma bensì di uno sforzo collettivo. Senza l'aiuto di alleati, in particolare dei miei compagni di squadra o Nonna, non avrei mai potuto superare le mie sfide più difficili. Come vi ho già detto, non createvi l'illusione che possa vincere qualunque nemico perché non è affatto così. Sono forte, non invincibile. Nessuno lo è davvero, nemmeno gli esseri più potenti del mondo."

"In effetti hai ragione. Ci siamo fatte influenzare troppo, temo" annuì Rias con una risatina. "Dunque, al di là dei tuoi sforzi e dell'aiuto di Lucia-san, è merito dei tuoi compagni se sei sopravvissuto finora?" Annuii in risposta e lei sembrò farsi più pensierosa. "I tuoi compagni... Sembrano persone veramente straordinarie da come ne parli."

"Lo sono eccome, credimi. Tuttavia, non credo sia necessario che te lo dica ancora perché avrai modo di poterlo confermare personalmente molto presto."

"Dunque li hai contattati? Fra quanto arriveranno?"

"Credo tra qualche giorno al massimo, il tempo di finire di prepararsi." In quel momento, Asia sbadigliò leggermente. "Direi che abbiamo parlato abbastanza e la vostra storia l'avete avuta. Su, adesso dormiamo. Ci sarà parecchio da fare nel prossimo futuro."

"Sì, hai ragione" annuì Rias.

Tutti e tre ci sistemammo meglio sul letto, con lei e Asia che si strinsero più vicine a me senza essere comunque troppo invadenti. Prima di augurare la buonanotte, però, volli togliermi quel tarlo che mi era rimasto nel cervello: "Rias, per quanto riguarda il tuo misterioso altro Alfiere..."

Lei si limitò a fare un cenno col capo. "È un'altra lunga storia, stavolta mia, ma non preoccuparti. Domani saprete tutto." Rimise poi la testa sul cuscino, sospirando soddisfatta. "Buonanotte, Zayden, Asia."

"Buonanotte, Rias-Buchou, Zayden-san."

"Buonanotte, Rias, Asia." Stavolta non ci volle nemmeno un minuto perché sprofondassimo in un sonno profondo.

 
*

Il giorno successivo, dopo la scuola...


"Qui dentro c'è davvero un altro Alfiere come me?" chiese Asia con voce incredula.

"Alla faccia delle precauzioni. È davvero così pericoloso?" commentai con la stessa incredulità.
Io, Rias e tutto il Club di Ricerca dell'Occulto ci trovavamo davanti a una camera sigillata nel vecchio edificio scolastico. Anche se chiamarla sigillata era un eufemismo: non solo era chiusa con una pesante catena con lucchetto intorno alle maniglie e aveva diversi nastri gialli con la scritta: "KEEP OUT" incollati sopra, ma sia a questi ultimi che alla porta stessa erano stati applicati dei sigilli per mantenerli fermi in posizione. Praticamente era una cassaforte con tanto di magia come serratura a combinazione.
Da quanto mi avevano spiegato, Rias aveva un altro Alfiere da ben prima di reincarnare Asia, uno del quale tutti i membri del club, eccetto io, la mia sorellina adottiva e Xenovia in quanto ultimi arrivati, erano al corrente e conoscevano. Tuttavia, non aveva potuto farlo combattere né nel Rating Game contro di me né nella battaglia contro Kokabiel perché la sua abilità speciale era troppo pericolosa e incontrollata, al punto che nemmeno Rias era stata in grado di controllarlo coi suoi poteri e così le era stato ordinato dai suoi superiori di sigillarlo per motivi di sicurezza. Esattamente che razza di individuo era e che poteri possedeva per necessitare di un simile trattamento?

"Purtroppo sì" annuì cupa la rossa diavola. "Il sigillo è attivo tutto il giorno fino a mezzanotte, quindi dopo quell'ora può girare liberamente per il vecchio edificio scolastico. Eppure si rifiuta di farlo, per questo non l'avete mai visto nemmeno di notte."

"Sul serio?! Non esce mai da questa stanza nemmeno quando ne avrebbe la possibilità? Fossi io non esiterei un attimo, visto che stare perennemente chiuso lì dentro mi farebbe uscire di testa! Chi diamine è questo, un hikikomori?" Riportai lo sguardo sul gruppo e, per mio shock e orrore, nessuno sembrava volermi contestare. "Aspettate, lo è veramente?!"

Rias annuì di nuovo con aria stanca, mentre Kiba e Akeno rimuovevano i nastri dalla porta. "Nonostante questo, è il nostro miglior contrattista" mi informò quest'ultima. "Usando un computer, questo ragazzo firma contratti speciali con gli esseri umani. Francamente, è quel tipo di persona che non vuole incontrare nessuno, negozia e stabilisce relazioni in modo diverso e risolve le cose attraverso il computer. Nonostante fosse un nuovo diavolo, però, tramite i rapporti informatici, questo ragazzo è riuscito a firmare lo stesso numero di contratti di un diavolo di rango superiore fin dall'inizio."

"Quindi un hikikomori antisociale, agorafobico e geniale coi computer? Dannazione, questo ragazzo è un cliché diabolico di una qualunque serie televisiva, anime e non" sospirai passandomi una mano in faccia. Non l'avevo ancora incontrato e già sentivo che interagire con lui sarebbe stata una fonte continua di emicranie.

"Però per sigillargli i poteri... Mi chiedo se sarà davvero un tipo del genere o qualcos'altro" fece Xenovia con un'espressione meditabonda.

"Allora apro la porta" disse Rias alzando una mano. Un sigillo magico cremisi coi simboli dei Gremory sopra brillò per un paio di secondi, per poi infrangersi in una miriade di particelle luminose. A quel punto, lei afferrò le maniglie e tirò per aprire...

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!"

L'urlo che fuoriuscì dalla stanza fu così improvviso e acuto che sobbalzai. "Che è successo?! Hanno sgozzato un maiale quando hai aperto, per caso?!"

Rias soffocò una risata a fatica. "No, niente del genere. Solo...è un tipo particolare." Detto questo, la vidi entrare nella stanza e parlare con voce gentile: "Buongiorno. Sono contenta di vedere che stai bene."

"C-Cosa sta succedendo?" chiese la stessa voce acuta di prima nel tono più tremante che avessi mai sentito. Seriamente era un maschio? Tutti si erano rivolti verso questo presunto Alfiere usando il maschile e chiamandolo 'ragazzo', ma quei gridolini sembravano più quelli di una ragazzina o, al massimo, di un bambino piccolo.

"Il sigillo è stato rimosso" disse Akeno che, nel frattempo, aveva seguito Rias dentro la stanza. "Sei libero di uscire ora. Forza, vieni insieme a noi."

"Non voglio! Non voglio incontrare persone! Voglio restare qui! L'esterno mi fa paura!"

Ok, era un caso di hikikomori parecchio grave, a quanto sembrava. Scambiai un'occhiata con Asia ed entrambi facemmo spallucce. Accanto a noi, anche Xenovia si lasciò sfuggire uno sguardo perplesso. Per quanto riguardava gli altri, Kiba sorrideva amaramente e Koneko si era lasciata sfuggire un sospiro. Era chiaro che si erano aspettati una reazione del genere.
"Vabbé, vediamo meglio questa sitcom" commentai sarcastico per poi entrare nella stanza, presto seguito dal resto del club. Notai subito che era tutto buio: le tende erano chiuse ermeticamente e nemmeno un filo di luce esterna penetrava all'interno. Grazie alla porta aperta alle mie spalle e alla mia vista potenziata dal Ki, fui comunque in grado di vedere i dintorni del posto e la mia perplessità non fece che crescere: la camera era arredata in modo da sembrare la stanza di una ragazza, con tanto di bambole e peluche sistemati su alcuni divani e scaffali, ma aveva anche decorazioni gotiche qui e lì e al centro dello spazio c'era... Una bara?! Sì, era proprio una bara di quelle utilizzate per i funerali! Solo che, a differenza di quelle tradizionali, questa era di ebano nerissimo e la croce sul coperchio era metallica e correva su tutta la sua superficie, sempre in perfetto stile gotico. Seriamente, ma chi cazzo è questo qua?!

Akeno si piegò e tolse delicatamente il coperchio dalla bara e, in quel momento, un altro urlo squarciò l'aria. Ma allora è lì dentro?!
C'era davvero qualcuno! Dentro la bara, era visibile la sagoma di una giovane ragazza con un look da nobile, capelli biondi dorati, occhi rossi e pelle bianca come porcellana, che la facevano sembrare una bambola di bellezza e valore inestimabili; era rannicchiata su sé stessa e sembrava che cercasse di farsi ancora più minuta di quanto già non fosse e di fuggire dai nostri sguardi. Notai che indossava l'uniforme femminile della Kuoh Academy e calcolai che dovesse avere all'incirca l'età di Koneko. In ogni caso... "Che diamine ci faceva lì dentro?! E perché l'avete chiamata 'ragazzo' finora? Quella è palesemente una ragazza, maledizione!" esclamai.


Alle mie spalle, sentii Kiba ridacchiare, ma prima che potessi chiedergli che avesse, fu Rias a scioccarmi: "Questa persona è un ragazzo."

La guardai di traverso. "Mi pigli per il culo, ovvio."

"Affatto" replicò lei col sorrisetto più sornione che le avessi mai visto fare. "Potrà anche sembrare una ragazza, ma è senza dubbio un ragazzo."

"Semplicemente gli piace vestirsi da ragazza" aggiunse Akeno, chiaramente divertita.

"...Un travestito? Ripeto, questa è una presa per il culo bella e buona." Inutile, non riuscivo a crederci! Come poteva questa persona con una voce tanto acuta, un aspetto tanto delicato e femminile e su cui stavano così bene degli abiti da ragazza essere un maschio?! Impossibile!

"Lui è Gasper Vladi. Un membro della mia famiglia, il mio primo Alfiere" disse Rias inginocchiandosi e abbracciando gentilmente suddetto Alfiere, che, seppur tremante e spaventato, non fece nulla per allontanarla. "In questa scuola è uno studente del primo anno e, prima di diventare un diavolo, era per metà umano e per metà vampiro."

...Ok, lo devo ammettere: questo è ancora più scioccante. "...Sei seria? Era un ibrido umano-vampiro? Un dhampir?"

Prima che lei o chiunque altro potesse rispondermi, avvertii un movimento improvviso sotto la mia divisa e, con un fruscio, la testa di Darak fece capolino dal mio colletto. "Ibrido umano-vampiro? Dove?" chiese il mio famiglio guardandosi un attimo intorno.

"EEEEEEKKKKKK! UN SERPENTE!" strillò atterrito l'ora nominato Gasper liberandosi dall'abbraccio di Rias e cercando di infilarsi freneticamente nelle imbottiture all'interno della bara.

"...Proprio lì" mormorai puntando il...ragazzo con un dito. Darak spostò lo sguardo su di lui e fece scattare la lingua nell'aria più volte.

"Sì, lo è davvero. Sento chiaramente l'odore di entrambe le razze sotto quello da diavolo. Incredibile, non avrei mai pensato che ne avremmo trovato uno qui" osservò in tono piacevolmente colpito. I suoi occhi si spostarono poi sui miei. "E sì, è un maschio. Non ci sono dubbi, quindi mettitela via."

Proprio quello che non volevo sentire. "Goddammit... Un hikikomori antisociale, agorafobico, geniale coi computer, androgino e pure travestito! Seriously?! Ohhh... I need mental bleach. Or just regular bleach. Non voglio pensarci."

"Vuoi che ti morda in testa? Magari uno dei miei veleni può farti lo stesso effetto."

"Grazie dell'offerta, ma no. Ho già provato pure troppi dei tuoi veleni in tutto il corpo, sicuro in testa non ne voglio."

"Peccato. Sarebbe stato interessante vedere che effetti potevo produrre in una mente semifottuta come la tua."

La voce di Kiba c'interruppe: "Ma l'avevi sotto gli abiti anche oggi?"

Io e Darak ci girammo all'unisono per guardarlo. "Sei un disco rotto, per caso? Ancora questa domanda?" sibilò il serpente, infastidito. "Ve l'aveva già detto che sto qui la maggior parte del tempo, o sbaglio?"

Sospirai. Questa giornata stava andando verso la sua fine, eppure quel breve tempo che la separava da essa si stava rivelando incredibilmente stremante e pesante.

[Kukukuku, parla per te. Sinceramente non credevo che avrei avuto tanto presto un momento ancora più divertente del tuo ultimo scoppio a scuola, ma sono contento di essermi sbagliato!] fece Ddraig nella mia mente in tono estremamente divertito.

Va' a farti fottere, lucertola alata, pensai scocciato prima di rivolgermi a Kiba: "Come ti ho già detto, Darak sta con me la maggior parte del tempo, anche quando siamo a scuola. Così." Afferrai il bordo inferiore della camicia e la sollevai in modo da mostrare il corpo serpentino del mio famiglio avvolto intorno al mio ventre, come una sorta di lunga cinta squamata. Tutti sobbalzarono di sorpresa nel vederlo, Gasper più di tutti. "Ecco perché limito i contatti quando sono in classe: coi suoi poteri, lui imita bene il mio corpo durante il tempo in cui siamo insieme, ma cerco di evitare di fargli prendere troppi urti. Darak ricava calore e comodità e io ho un aiuto extra pronto ad agire in caso le cose si mettano male. Inoltre, devo dirlo: la sensazione del suo corpo sulla pelle è molto piacevole e rinfrescante, quindi è un piacere per entrambi."

"Beh... Direi che ci hai scioccato quanto noi abbiamo scioccato te stavolta" commentò Rias dopo essersi ripresa dalla sorpresa.

"Quanto me non credo proprio" ribattei risistemandomi la camicia. Darak, però, non ritornò sotto di essa, ma si avvolse con collo e testa attorno alle mie spalle, in modo da usarle a mo' di cuscino. Era piuttosto interessato a studiare il giovane mezzosangue. "Mi aspettavo di tutto da questo tuo fantomatico Alfiere, ma non...questo." E indicai tutto Gasper con un gesto della mano. "Ancora non capisco se è più scioccante la sua natura ibrida, che è estremamente rara di suo, o il suo insieme di tratti problematici, come il fatto che se ne sta chiuso in una bara in una stanza già sigillata di suo o che sta anche troppo bene con quelli che sono abiti che non dovrebbe portare, soprattutto alla sua età!"

"M-M-Ma questi abiti sono così carini" balbettò il ragazzino, le guance arrossate e gli occhi lucidi. Lui era troppo carino a fare così, maledizione!

"E non dire queste cose con quella faccia e quella vocetta! Sei illegale sotto fin troppi aspetti del buon senso! Ahhh ma cosa dico? Il buon senso l'ho mandato a fanculo fin da quando mi ero unito a quel gruppo di ladri dieci anni fa e avevamo rapinato un supermercato!"

"...Hai rapinato un supermercato, senpai?" mi chiese Kiba chiaramente spaesato.

"Prova a vivere per la strada da solo senza soldi, cibo o riparo per più di un mese. Credimi, rubare per sopravvivere scende molto in basso nella scala delle nefandezze che commetteresti in quel caso." Nessuno del gruppo Gremory sembrò voler commentare a riguardo. Appunto.

"A-A-A proposito, chi sono queste p-persone?" chiese Gasper indicando me, Asia e Xenovia.

"Oh, giusto. Questi sono dei nuovi servi e compagni che ho incontrato mentre tu eri qui. Ti presento Asia, un Alfiere come te, Xenovia, un Cavaliere come Yuuto, e Zayden, l'attuale Sekiryutei e nostro alleato, nonché colui con cui ho stretto un patto."

Ci presentammo tutti e tre con più gentilezza possibile, ma il giovane dhampir urlò in risposta: "Eeekkk! I membri del club sono aumentati un sacco!" Seriamente, ma era antropofobico oltre che agorafobico?

"Gasper, fammi questo favore. Andiamo fuori, va bene? Anche per te, è meglio che non resti sigillato qui, sai?" disse gentilmente Rias, tuttavia Gasper si agitò e strillò solo di più.

"Noooooo! Per me il mondo esterno è impossibileee! Ho paura! Ho paura di andare fuori! E anche se uscissi, causerei soltanto problemi agli altriii!"

"Uff... Qua ci stiamo tutta la notte di questo passo. Dai, su, basta capricci adesso" dissi con un sospiro esasperato e mi avvicinai con l'intenzione di prenderlo in braccio. L'istante successivo che lo toccai e lui mi guardò atterrito, però, sentii una sensazione strana, la vista mi divenne bianca...e lui scomparve! "Ma che cosa?! Cos'è successo?"

"Non arrabbiarti! Non arrabbiarti!" Voltai lo sguardo e vidi Gasper ora rannicchiato nell'angolo destro della stanza. "Ti prego, non farmi male!"

"Che strano. In un solo istante..." mormorò Asia, confusa quanto me.

"È decisamente successo qualcosa" aggiunse Xenovia. Qualunque cosa quel piccolo dhampir avesse fatto, aveva coinvolto tutti i presenti a quanto sembrava.

"Forbidden Balor View" disse Akeno, mentre Rias sospirava e si avvicinava a Gasper per tranquilizzarlo. "È la sua Sacred Gear, conosciuta anche come 'l'Occhio Maligno del Mondo Sospeso'. Quando è agitato o stressato, gli permette di fermare il tempo di tutto ciò che rientra nel suo campo visivo."

Una Sacred Gear capace di fermare il tempo? Nelle mani di una persona con simili problemi emotivi?! "...Credo di cominciare a capire perché ti hanno ordinato di sigillarlo..." sospirai portandomi le mani alla testa. Già sentivo la mia emicrania peggiorare ogni secondo che passava.

 
*

"Come avrete capito, il Forbidden Balor View è una Sacred Gear molto potente e difficile da controllare e, dato che Gasper non è in grado di gestirla, è stato sigillato qui su ordine dell'Arciduca e di Oniisama. L'attivazione inconscia del suo potere era vista come un pericolo" ci spiegò Rias una volta tornati nella sala principale del Club di Ricerca dell'Occulto. Con un considerevole sforzo, eravamo riusciti a far uscire Gasper e portarlo qui, ma il ragazzo era ancora visibilmente nervosissimo e cercava di farsi più piccolo possibile sul suo posto sul divano.

"Chiaramente" commentai sarcastico. Un simile potere totalmente fuori controllo era un bel guaio.

"Non è tutto. Il vero problema è che Gasper non è pienamente cosciente del suo potenziale e della crescita del suo potere" continuò lei. "Possiede delle capacità rare e sembra che la potenza della sua Sacred Gear aumenti quando è incosciente, perciò sta crescendo praticamente ogni giorno. In base alla stima più recente, c'è una seria possibilità che possa raggiungere molto presto il livello del Balance Breaker. O forse l'ha addirittura già raggiunto."

Schioccai la lingua a quell'informazione. La cosa era sempre più complicata. Il Forbidden Balor View era potente e pericoloso già nel suo stato normale, ma se fosse andato in Balance Breaker... Non osavo nemmeno immaginare che disastri avrebbe potuto causare se lasciato incontrollato. "Davvero un bel problema. Ma dimmi una cosa: come hai fatto a reincarnarlo? Non per offenderti, ma il potenziale di un individuo come lui, tra la sua natura mezzosangue e la sua Sacred Gear, potrebbe essere benissimo paragonabile a qualcuno dotato di un Longinus e non mi risulta che tra gli Evil Pieces ci sia qualcosa con un valore sufficiente all'infuori della Regina o di tutti i Pedoni al completo."

"Infatti ho dovuto usare un Pezzo Mutazione per reincarnarlo in diavolo. Ne hai mai sentito parlare?"

"Ah, ora capisco. So cosa sono e devo dire che questo spiega molte cose." Da quello che avevo imparato sul sistema degli Evil Pieces dei diavoli, i Pezzi Mutazione erano molto rari, solo un diavolo di Alta Classe su dieci ne possedeva uno, e la loro particolarità era che erano molto potenti e con un valore anomalo, molto più alto di quello dei pezzi normali, per questo potevano reincarnare un individuo in un diavolo anche se il suo valore superava quello ipotetico del pezzo in questione. Nonna mi aveva raccontato una volta che Mephisto Pheles le aveva detto che si trattava di un'irregolarità nata quando il sistema degli Evil Pieces era stato creato, come una sorta di bug, ma invece di correggerlo, avevano deciso di lasciarlo per divertimento. Nobili, bah!

Mentre ci pensavo, Rias diede una piccola spiegazione dei Pezzi Mutazione ad Asia e Xenovia prima di parlare di nuovo a tutti, l'espressione chiaramente stanca: "Si tratta purtroppo di una situazione critica. Tuttavia, dato che la mia valutazione come Re è migliorata, i piani alti mi hanno ora giudicata capace di controllare Gasper. Credo sia stato sia perché ho fatto raggiungere il Balance Breaker a Yuuto che per essere riuscita a sopravvivere alla battaglia contro un nemico molto superiore come Kokabiel. E naturalmente per essere riuscita a stringere un patto col Sekiryutei." Sottolineò l'ultima affermazione con un caldo sorriso che mi fece sorridere a mia volta. "Malgrado sia un mezzosangue, lui viene da una famiglia di vampiri purosangue con un buon lignaggio e dispone di una potente Sacred Gear a causa della sua metà umana. È ben dotato nelle abilità dei vampiri ed eccelle anche nella magia umana esercitata dai maghi. Molto probabilmente non sarebbe mai diventato un mio Alfiere con un solo Evil Piece normale."

"Uhhh... N-Nonostante questo, non voglio essere al centro d-dell'attenzione, non voglio parlarne!" sentii Gasper strillare, ma quando ci girammo verso di lui, non era più sul divano...bensì dentro una grande scatola di cartone che si era portato dalla stanza!

Ma siamo seri?! Ho capito l'agorafobia, ma qui si esagera! Praticamente questo qui odia qualunque spazio aperto o chiuso che non sia la sua stanza! Se penso che ha così tanto potenziale e abilità e le sta bloccando in questo modo, mi viene da piangere, borbottai tra me e me avvicinandomi allo scatolone. "Vieni fuori da lì. Non ti abbiamo fatto uscire solo perché ti rinchiudessi in un altro spazio ancora più angusto!"

"Voglio solo restare in questa scatola! L'aria e la luce del mondo esterno sono un nemico naturale per meee! Sono il ragazzo in scatola, lasciatemi perdere!" replicò lui con voce ancora più acuta.

Cielo, ma veramente nella Scacchiera di Rias sono tutti casi disperati per un motivo o per l'altro!

[Sicuro che tu puoi davvero parlare così, considerando te stesso e la squadra che ti sei creato?] commentò Ddraig con un'espressione impassibile.

...Good point.

"Buchou, è ora" disse in quel momento Akeno.

"Hai ragione" annuì Rias. "Akeno e io dobbiamo andare alla sede della futura riunione tra i capi delle Tre Grandi Fazioni. Yuuto, Oniisama sarebbe interessato a saperne di più sul tuo Balance Breaker, quindi verrai anche tu con noi. Zayden, posso chiederti di badare per un po' di tempo a Gasper con Koneko, Asia e Xenovia? Ha bisogno di allenamento anche lui, ma come puoi vedere, prima c'è da superare un altro...problema."

"Sì, me ne sono accorto" feci sarcastico. "Va bene. Dal momento che sono interessato alle sue abilità e alla sua natura, m'inventerò qualcosa." Senza contare che ho promesso a me stesso di cercare di aiutare qualunque compagno possessore di Sacred Gear in difficoltà. "C'è qualcos'altro che devo sapere su di lui? Ha molti problemi con la luce solare, ad esempio? Il Sole sta ancora calando, quindi adesso sarebbe esposto. E il sangue? Ne ha bisogno o no al momento?"

"Gasper possiede il sangue di un vampiro speciale conosciuto come il 'daywalker', dato che può muoversi durante il giorno, quindi non c'è nessun problema. Tuttavia, non gli piace la luce solare. Per quanto riguarda il sangue, essendo un mezzo vampiro, non ha spesso sete. Se gli fornisci del sangue una volta ogni 10 giorni, non c'è nessun problema. Anche se sembra che, inizialmente, non gli piacesse bere sangue."

"Odio la luce del giorno! È meglio se il Sole sparisce! E odio anche il sangue! E il pesce! E il fegato!" strillò ancora il giovane dhampir da dentro la sua scatola. Se dovevo essere sincero, stava iniziando a darmi sui nervi. Non avevo mai apprezzato le persone piene di fisime e lui sembrava averne a non finire!

"Un vampiro buono a nulla" commentò cinica Koneko. Non potevo darle torto!

"Uaaahhh! Koneko-chan è meschina!"

"Gasper-kun, dovresti abituarti al mondo esterno, lo sai?" gli disse Akeno avvicinandosi alla scatola.

"Akeno-oneesamaaa! Per favore non dire cose di questo tipooo!"

"Dai, Gasper, almeno devi darci una possibilità" fece Rias mentre creava un cerchio di teletrasporto cremisi. "Noi andiamo allora. Zayden, lascio a te il da farsi. Agisci come credi sia meglio."

Quello era il punto: qual era il modo giusto di trattare un tale connubio di drammi? Domanda da un milione di dollari...

 
*

"NOOOOO!"

"Forza, corri! Se sei un daywalker, non hai problemi a correre alla luce del Sole, no? Più veloce, avanti! Se continui con questo ritmo, sarai affettato dalla mia Durandal!"

"...Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi delle parole di Xenovia" commentai grattandomi la testa e osservando lo spettacolino che si era creato davanti a noi. Ovvero quello di Xenovia che correva dietro a Gasper, brandendo la sua Spada Sacra e minacciando di ridurlo in sfilacci di dhampir nella più ridicola parodia di caccia al vampiro che avessi mai visto.

"Perché mi fai una cosa simile...?!" gemette Gasper con le spalle contro un albero, gli occhi terrorizzati e fissi sull'enorme lama nel pugno della spadaccina davanti a lui. Era talmente disperato che non capivo più se mi faceva pena o esasperava.

"Una mente forte deriva da un corpo forte. Per prima cosa bisogna aumentare la tua resistenza fisica" rispose Xenovia, tuttavia il suo ragionamento era completamente rovinato dall'espressione tronfia che aveva in volto.

"Lo posso aiutare un corno. Quella si sta solo divertendo a sue spese."

"Sì, a quanto pare le piacciono queste cose" disse Asia, il tono tra l'imbarazzato e il divertito.

"Uffa, non ce la faccio più! Non ce la faccio più a fare neanche un passo!" gridò il ragazzino con le guance arrossate e le lacrime agli occhi. Mi ritrovai a tirare un sospiro di sollievo a pensare che la scuola era chiusa a quell'ora: a un osservatore esterno la scena sarebbe sembrata un caso di bullismo pure troppo credibile!

"Gya-kun" lo chiamò Koneko avvicinandosi a lui. Per un attimo pensai che volesse dargli conforto, ma poi la vidi porgergli dei piccoli spicchi bianchi fin troppo familiari. "Se mangi questo, starai subito meglio."

"Eeeekkkk! No! Odio l'aglio!" strillò Gasper riprendendo a scappare più veloce di prima. Stavolta però a inseguirlo era proprio Koneko.

"Non fare lo schizzinoso" gli ripeteva standogli dietro con una corsa che somigliava più a una marcia veloce e l'aglio sempre in mano.

"A quanto pare, anche Koneko-chan si sta divertendo un po'" disse Asia in tono ancor più imbarazzato.

"Koneko che fa la bulla con uno del suo anno... Non credevo fosse possibile" feci io con un mezzo sorrisetto. Dovevo ammetterlo: malgrado tutto, era impossibile non ridere un minimo a quello spettacolo.

"Oh, sembra che vi stiate divertendo, Club di Ricerca dell'Occulto!" Mi voltai in direzione della nuova voce e vidi Saji spuntare da dietro l'angolo dell'edificio scolastico. Rispetto ai suoi soliti abiti, portava una maglia con grembiule sopra, guanti di cotone imbottiti e in mano teneva una piccola pala. I vestiti parevano sporchi di terra.

"Ehilà, Saji" lo salutai con un gesto della mano. "Che ci fai qui così vestito? Ti sei dato al giardinaggio?"

"In un certo senso. Sono qui per la manutenzione dell’aiuola, me l'ha ordinato Kaichou una settimana fa. Recentemente abbiamo avuto molti eventi a scuola, giusto? E anche nel prossimo Maou-sama e gli altri verranno qui. È compito del Pedone del Consiglio Studentesco, ovvero io, rendere la scuola bellissima in vista di tali visite."

Ehm, non gli stanno praticamente facendo fare da galoppino per vari lavoretti? Beh, lasciamo perdere. Sembra così fiero di sé, mi sentirei in colpa a sbattergli la realtà in faccia, pensai prima di riaprire bocca: "Capisco. Se ti serve una mano, per il futuro, puoi chiedere anche a me. Mi piace curare le piante e, modestia a parte, ho un discreto pollice verde quando m'impegno."

"Davvero? Hmm, in tal caso, proverò a chiedere a Kaichou, ma se quello che dici è vero, senpai, non credo ne avrà a male. Un aiuto è sempre ben accetto" mi sorrise Saji. "Comunque sono venuto anche perché ho sentito che era stato appena rilasciato un nuovo membro della casata Gremory e volevo dare un'occhiata." Il suo sguardo si spostò poi su Gasper, ancora inseguito da Koneko, e s'illuminò. "Oohh! È una bella ragazza bionda!"

"No, è solo un travestito."

Un attimo dopo, Saji era crollato a terra e teneva la testa bassa. Il livello di depressione che emanava era tale che fui stupito di non vedere una nuvola grigia formarsi sopra di lui e piovergli addosso. "Sul serio? Non posso accettare questa crudele realtà" mormorò con voce distrutta.

"Credimi, non l'ho ancora accettato appieno nemmeno io, soprattutto considerando che quei vestiti da ragazza gli stanno anche troppo bene." Mi chinai e gli battei una mano sulla schiena per incoraggiarlo almeno un po'. "Su, dai. Fatti forza."

Vicino a noi, Xenovia brandì di nuovo Durandal. "Direi che è ora che riprenda anche io l'allenamento."

"No, tu hai già fatto abbastanza" ribattei dandole un leggero colpo karate col taglio della mano in testa.

"Ahi! Perché mi hai colpita?"

"Perché dobbiamo allenarlo e soprattutto aiutarlo come prima cosa, non usarlo come un gioco. Perciò mettiti a cuccia." E conclusi con un'occhiata così penetrante che la spadaccina non replicò, anche se mi diede le spalle con espressione scontenta. La ignorai e mi spostai con uno scatto davanti a Gasper e Koneko, fermandoli. "E basta anche voi due con le buffonate" dissi dando un leggero colpo karate anche alla giovane albina, la quale mi guardò storto. "Non fissarmi in quel modo. Fastidioso e lamentoso o meno, questo vampirello non è un giocattolo." Koneko non cambiò espressione, però non si oppose nemmeno. Gasper invece mi guardò per la prima volta con volto riconoscente e, in risposta, gli sorrisi gentile.

Prima che potessi parlare ancora, però, fu una voce totalmente sconosciuta a rivolgersi a noi: "Oh, allora è qui che giocano i servi della famiglia del Maou." Voltandoci, vedemmo un uomo che sembrava avere circa 30 anni, alto, capelli neri con la frangia bionda, un corto pizzetto nero, occhi violacei e un'aria da 'cattiva persona', il classico tipo che capisci subito essere un poco di buono e potenzialmente pericoloso. Indossava uno yukata marrone chiaro e beige e ci osservava con espressione chiaramente interessata. La cosa che mi scioccò e mise più in allarme dello sconosciuto, tuttavia, fu la sua aura: la sua energia era chiaramente quella di un angelo caduto ed era molto potente. Anche se repressa e contenuta dentro il suo corpo, la sua forza era comunque percepibile ed era ben superiore a quella di Kokabiel.

Mandai un lieve impulso col mio Ki a Darak, ancora avvolto intorno al mio corpo sotto la camicia, e lo sentii rimpicciolirsi e scivolare via da dietro la mia schiena, così da non farsi vedere. Dal canto mio, puntai gli occhi in quelli dello sconosciuto dopo averlo squadrato di nuovo. "Quest'aura, oltre a essere potente, è anche troppo familiare... Sei per caso un leader degli angeli caduti anche tu? Considerando il livello che percepisco, devi essere un pezzo ben più grosso di Kokabiel."

Alle mie parole, tutti iniziarono subito ad agitarsi e mettersi in guardia: Saji fece comparire l'Absorption Line, Xenovia puntò Durandal contro il nuovo arrivato, Koneko alzò le mani chiuse a pugno e Asia e Gasper si nascosero rispettivamente dietro di me e un albero, ma l'uomo si limitò a ridacchiare, per nulla intimorito.

"Anche se ho soppresso il mio potere, riesci ad avvertire comunque la sua intensità. Impressionante, attuale Sekiryutei. Hai indovinato, quindi permettimi di presentarmi." Con un fruscio, dodici enormi ali piumate, nere come la notte, emersero dalla sua schiena. "Sono Azazel, il Governatore degli angeli caduti."

 
 
Saji e il gruppo Gremory sbiancarono e, stavolta, mi feci anch'io un po' più teso. "Oh? Ok un pezzo grosso, ma non credevo che fossi addirittura il più grosso di tutti..." Mi avvicinai a lui lentamente, facendo al contempo un cenno agli altri di abbassare le armi. "Calmiamoci tutti, ragazzi. Se è davvero chi dice di essere, voi non potreste mai affrontarlo. Inoltre, non sento alcuna sete di sangue da lui, perciò dubito che sia qui per combattere o ci avrebbe già attaccati, invece di venire fuori a parlare con tanta tranquillità." Mi fermai davanti all'angelo caduto. "O sbaglio?"

Azazel rise di nuovo e richiuse le ali dentro la schiena. "Sei un tipo proprio interessante, come mi era stato detto. Hai effettivamente ragione, tuttavia non credevo ti saresti avvicinato così tanto a me senza battere ciglio, considerando la vostra esperienza con Kokabiel. Non mi starai prendendo alla leggera?"

"Oh, niente affatto. Anzi, proprio perché avevo capito fin da subito che eri un tipo molto potente, ho preso alcune...precauzioni" replicai con un ghigno.

"Precauzioni dici? Ovvero?" mi domandò il leader dei caduti con aria interessata, però il suo sorrisetto s'incrinò quando un sibilo risuonò alle sue spalle.

"Ovvero io." Con quelle parole, la sagoma di Darak divenne finalmente visibile ai nostri occhi, il suo corpo che riassumeva i suoi colori normali da un patchwork di colori e sfumature varie che riprendevano l'ambiente circostante, e si elevò sopra Azazel con le zanne velenifere ben snudate. Le sue spire ora misuravano circa 8 metri, ma si era alzato in modo da sovrastare l'angelo caduto solo di pochi centimetri. "Vedi di non muoverti in modo ostile, corvo, o scoprirai presto perché il veleno della mia razza è tanto temuto e credimi: da questa distanza, non puoi scansarti né bloccarmi."

Dopo quel primo momento d'interdizione, Azazel riprese il suo sorrisetto. "Questo dev'essere l'Imoogi Mehis che si accompagna a te. Affascinante! Non ne avevo mai visto uno dal vero nemmeno io! Vedo che le voci sulle vostre capacità non sono affatto gonfiate, dopotutto non è così facile prendermi alle spalle senza che me ne accorga. In ogni caso, non preoccuparti: non solo non avevo intenzioni ostili fin dall'inizio, ma so anche che non siete creature che scherzano e che potete colpire più velocemente di qualunque altra razza esistente quando cacciate. Non intendo correre rischi, soprattutto non ora che le Tre Grandi Fazioni sono disposte finalmente a relazioni diplomatiche. Un incidente sul territorio dei Gremory rovinerebbe tutto."

Uhhh, interessante. Dunque Kokabiel non mentiva quando ha detto che Azazel non vuole assolutamente che ci siano altre guerre tra le Fazioni. Questo mi tranquillizza non poco, pensai facendo un cenno a Darak. Il mio famiglio fece guizzare la lingua un paio di volte, poi si allontanò dal Governatore e, rimpicciolitosi alla sua normale taglia di un metro, si avvolse intorno ai miei braccio e spalla destri. "In tal caso, direi che possiamo rilassarci un po' di più, ma vedi comunque di non fare scherzi" dissi porgendogli una mano. "Comunque piacere, Zayden Ward."

Azazel sogghignò per poi stringermela con forza. "Non ne farò, tranquillo. Il piacere è mio."

E sinceramente ne sono contento. L'avrai soppressa, ma ora che ti sto toccando direttamente, avverto chiaramente quanto la tua aura sia potente. Kokabiel non era nemmeno paragonabile a te. Se fossi stato ostile e avessimo dovuto combattere, non sarei mai riuscito a tenerti testa senza fare sul serio e, così facendo, avremmo raso al suolo l'intera città e messo in pericolo un sacco di gente, commentai tra me e me lasciando andare la sua mano. Ora non avevo più dubbi sulla sua identità e, anche se veniva in pace, mi conveniva essere prudente. Intorno a noi due, gli altri sembrarono tranquilizzarsi del tutto vedendo la nostra interazione, ma mantennero comunque pronte le proprie armi. "Potresti spiegarci perché sei qui, dunque?"

"Volevo solo osservare un po' di cose mentre passeggiavo. È qui il possessore della Spada Sacra Demoniaca?"

"Kiba? No, mi spiace, ma al momento non è con noi."

"Capisco, un vero peccato" sospirò Azazel grattandosi la nuca. I suoi occhi puntarono poi verso l'albero dietro cui si era nascosto Gasper. "Tu, vampiro." L'interpellato emise un urletto di terrore, facendo spuntare un pochino la testa da dietro il suo nascondiglio. "Sei il possessore di Forbidden Balor View, giusto? Se non saprai usarlo correttamente, diventerà molto pericoloso per chiunque ti stia intorno. Come Sacred Gear da supporto, se puoi sopperire agli aspetti negativi, dovrebbe andare bene, ma... Giusto, ora che ci penso, la ricerca sulle Sacred Gear dei diavoli è piuttosto arretrata. Sappi che, se lo richiami attraverso i 5 sensi e la tua capacità di utilizzare la Sacred Gear non è sufficiente, allora rischierà di entrare in funzione naturalmente e sarà estremamente pericoloso." Detto questo, si mise due dita sul mento con aria meditabonda e, dopo qualche secondo, si voltò stavolta verso Saji. "Quella è l'Absorption Line, non è così? Se è per l'allenamento, prova a usarla. Collegati al vampiro e assorbi gli eccessi del suo potere quando lo usa, in questo modo dovrebbe scatenarsi meno e potresti evitare che vada fuori controllo."

A quella spiegazione, il volto di Saji si allargò in un'espressione di totale stupore. "L-La mia Sacred Gear può anche assorbire il potere della Sacred Gear dell'avversario? Pensavo che assorbisse semplicemente l'energia del nemico per indebolirlo..."

Stavolta fu Azazel a guardarlo con un misto di sorpresa e delusione. "Non lo sapevi? Grave, è a causa di questa superficialità che i recenti proprietari delle Sacred Gear non comprendono e nemmeno cercano di conoscere al meglio la loro reale potenza. L'Absorption Line detiene il potere di uno dei cinque leggendari Re Draghi, il Prison Dragon, Vritra. In pratica, essa è in grado di connettersi a qualcuno e disperdere o distribuire il potere che assorbe. Per un breve periodo di tempo, può anche separare la linea dal proprietario e collegarla ad altre persone od oggetti."

"Q-Quindi, la linea che parte da me... Per esempio, posso collegarla a Ward-senpai o qualunque altra persona? E allora la potenza andrà verso di loro, in quel caso?"

"Sì, esatto. Se migliorerai, potrai anche aumentare il numero di linee che puoi creare. E se migliorerai questa capacità, l'assorbimento aumenterà di tante volte quante sono le linee."

Saji si ritrovò a fissare l'Absorption Line con uno sguardo completamente nuovo. Era chiaro che le sue reali potenzialità lo stessero intrigando un sacco. "Dunque ha questo potere" lo sentii mormorare e, istintivamente, mi ritrovai a ghignare. Se tutto quello detto da Azazel era vero, allenare quel ragazzo e fargli tirare fuori le vere abilità della sua Sacred Gear sarebbe stato molto interessante.

"Ah, giusto" disse il Governatore, come se si fosse ricordato qualcosa all'improvviso. "Ci sarebbe un altro modo, ben più veloce, per migliorare la Sacred Gear del vampiro. Potrebbe bere il sangue del Sekiryutei. Se gli lascerete bere del sangue tanto potente, potrà sicuramente guadagnare un enorme potere. Beh, il resto sta a voi. Io me ne vado, ci vediamo." E iniziò a incamminarsi verso il cancello di uscita dalla scuola, salvo fermarsi dopo pochi passi e voltarsi verso di me. "Mi scuso per Vali. Il nostro Hakuryukou voleva assolutamente entrare in contatto con te, dopo quella notte in cui l'ho mandato a fermare Kokabiel. Sono sicuro che sei rimasto sorpreso, vero? Vedi, lui è un ragazzo insolito, ma non devi preoccuparti: non pensa di risolvere la rivalità tra il Rosso e il Bianco immediatamente."

Non mi aspettavo delle scuse per la bravata di Vali dell'altro giorno, ma non mi dispiacevano. "Scuse accettate. Alla fine voleva solo conoscermi meglio, non fare casini, perciò non mi ha dato chissà quale problema... Però, da adesso, chiedigli di avvisarmi la prossima volta che vorrà fare un'improvvisata del genere, così mi assicurerò di essere in un luogo isolato per evitare di coinvolgere altre persone in caso partisse un eventuale embolo di battaglia."

Azazel mi guardò stupito per un istante, prima di scoppiare a ridere. "Ahahah! Mi assicurerò di dirglielo, non temere!" Detto questo, riprese a camminare e scomparve dopo qualche minuto.

Per diversi secondi nessuno disse nulla, in seguito ci guardammo tra noi con un'espressione più confusa dell'altra. Ma che diavolo voleva alla fine? Più che cercare Kiba, pareva volere solo guardarci e darci qualche consiglio sul da farsi... Beh, non posso dire di esserne scontento, visto quello che ne abbiamo ricavato. La sua cultura sulle Sacred Gear è indubbiamente impressionante e credo ce ne abbia dato solo una piccola dimostrazione. Anche in questo caso, Kokabiel aveva ragione su di lui. Chissà però perché è così interessato alle Sacred Gear..., mi chiesi per poi tornare a rivolgermi agli altri: "Dato che dubito capiremo cosa voleva esattamente da questa visita, suggerisco di lasciar perdere e concentrarci sul presente. Saji, ti va di provare a usare quell'abilità dell'Absorption Line per testarla e aiutarci al tempo stesso con Gasper? C'è una cosa che voglio provare."

"...Va bene, senpai. Te lo devo visto che hai promesso di aiutarmi con gli allenamenti e anche la cura dell'aiuola, ma non potrò fermarmi molto. Ho ancora parecchio da fare" mi rispose il Pedone con un cenno del capo.

"Non preccuparti, mi bastano pochi minuti." Mi voltai verso il giovane dhampir ancora nascosto dietro l'albero. "Gasper, vieni qui, per favore" dissi cercando di usare un tono più gentile possibile. Lui tremò e piagnucolò un po', ma alla fine obbedì. Quando mi fu davanti, sollevai un dito e creai sopra la punta una minuscola sfera di Ki scarlatto, non più grande di una biglia. "Ascoltami, voglio che provi a usare la tua Sacred Gear per fermare questa piccola sfera che ti lancerò addosso." Gasper strillò spaventato e alzai subito l'altra mano per calmarlo. "Stai tranquillo, la farò andare più lenta del normale per darti il tempo di attivarla e la sua potenza è ridotta al minimo. Se anche ti colpisse, sentiresti solo l'equivalente di una puntura di zanzara, senza farti alcun male. Inoltre, Saji userà la sua Sacred Gear per limitare il tuo potere, così non dovrebbe andare fuori controllo e non darai problemi a nessuno. Proviamo solo questo? Te lo chiedo come favore."

Il ragazzino fissò il terreno con gli occhi lucidi e le braccia strette intorno a sé, ma alla fine tornò a guardarmi e annuì. "P-Proviamo!"

"Bravo piccolo" dissi con un largo sorriso. "Saji?"

"Ricevuto!" Con uno scatto del polso, il possessore di Vritra lanciò la lunga linea dell'Absorption Line su Gasper agganciandola alla sua testa; la linea iniziò poi a brillare quando una luce porpora prese a risalire dal dhampir alla mano di Saji. Gasper si lamentò nel sentire il suo potere venire smorzato, ma non fece nulla per ostacolarlo. "Quanto vuoi che lo indebolisca, Ward-senpai?"

"Non troppo per il momento. Ok, ora lancerò la sfera. Pronto, Gasper?" Lui non pareva minimamente pronto, tuttavia ignorai la cosa apposta e lanciai la sfera con un movimento del dito verso il suo volto. E, come avevo previsto, sentii di nuovo quella sensazione di annebbiamento mentale e il dhampir scomparve, mandando la sfera a impattare sul suolo dietro al punto dove stava. "Non ha funzionato, è risultato troppo potente lo stesso" commentai. Me l'ero aspettato sinceramente, però era comunque problematico perché la forza del Forbidden Balor View era davvero incredibile.

"Ha provato a scappare di nuovo" disse Koneko trascinandomi davanti un piangente Gasper che continuava a chiedere scusa.

Sospirai amaramente. "Se avesse funzionato al primo tentativo, sarei stato sinceramente molto sorpreso. Saji, prova ad assorbire un altro po' del suo potere. Riproviamo ancora una volta."

"Va bene!" rispose il Pedone di Sona attivando di nuovo il potere dell'Absorption Line e causando un altro gemito da parte di Gasper. Sembrava che lo stessimo torturando per davvero ormai.

"Ancora una volta, su. Concentrati, Gasper" gli dissi generando un'altra sfera sul mio dito. Stavolta aspettai che mi guardasse per qualche secondo prima di scagliarla e, stavolta, vidi chiaramente i suoi occhi illuminarsi di un rosso fosforescente, ma la sfera rallentò solo per un attimo, poi proseguì e impattò sulla sua fronte facendolo gridare, più per la sorpresa che per il colpo. "Vorrei poter dire che questa volta era stato indebolito troppo, ma ho la netta impressione che non sia stata quella la causa del fallimento. Sembrava molto instabile..." osservai. "Non sei riuscito a controllarlo, vero, Gasper?"

"M-Mi dispiace davvero! Ho troppa p-paura di fare guai!"

"Azazel ha detto che potresti riuscire a controllarti molto meglio se bevessi il mio sangue. Vuoi fare un tentativo?"

"Noooo! Ti prego, noooo! Odio il sangue! Non voglio!"

Proprio come temevo. Non è un semplice hikikomori, c'è di più sotto. Con quel pensiero, sospirai per l'ennesima volta e mi voltai verso Saji. "Ok, grazie mille, Saji. Ora puoi andare. Ho visto quello che dovevo vedere e, almeno al momento, non puoi aiutarci più di così."

"Oh, capisco. In tal caso, ci vediamo, Ward-senpai. Buon lavoro!"

"Anche a te." Lo guardai allontanarsi per un paio di secondi, dopodiché mi rivolsi agli altri: "Torniamo alla sala del club. Per oggi basta."

Il fatto che volessi fermare l'allenamento così presto stupì tutti. "Sei sicuro, Zayden?" domandò Xenovia. "Ho capito che i nostri tentativi non sono andati a buon fine finora, ma forse questo tuo ultimo esercizio era troppo difficile. Potremmo provare con-"

"No, Xenovia" la interruppi scuotendo la testa. "Non si tratta di difficoltà eccessiva o meno. Ho detto basta perché non c'è niente che possiamo fare al momento. Ci sono troppi problemi personali qui perché allenamenti di qualsiasi tipo possano essere utili anche solo un minimo. Di questo passo, non risolveremo un bel niente." Mi voltai verso Gasper e lui pianse ancora più forte e disperato.

"Mi dispiace davvero! Sono inutile! Totalmente inutile!"

 
*

"Capisco. Quindi nemmeno tu hai potuto fare niente al riguardo. Mi spiace davvero" fece mestamente Rias. Dopo che eravamo tornati alla sala del club, l'avevo chiamata e le avevo chiesto di rientrare per un po'. Dovevo assolutamente parlarle.

"Abbiamo provato, però abbiamo solo peggiorato le cose. Non è colpa tua" dissi cercando di incoraggiarla.

Un nuovo pianto ci fece voltare lo sguardo verso la porta della stanza di Gasper, dove quest'ultimo si era rinchiuso di nuovo. "Gasper, vieni fuori, forza. Mi dispiace di averti forzato prima."

"Ho paura di andare fuori!"

"Rias, non dico di essermi arreso e di non poter fare nulla per lui, ma così non può funzionare. Devo sapere di più su di lui per capire davvero come comportarmi." In uno slancio che sorprese inconsciamente anche me stesso, la presi per mano e gliela strinsi incoraggiante. "Dimmi la sua storia, per favore."

Lei mi guardò con occhi sgranati e le gote leggermente arrossate. "Va bene" disse infine con un meraviglioso sorriso che fece scaldare anche le mie di gote. "Come avrai capito, c'è un motivo se Gasper è così. Ti ho raccontato che suo padre era un vampiro di nobile lignaggio, ma sua madre invece era umana, no?" Annuii e la vidi farsi più cupa. "I vampiri tendono a considerare molto di più il lignaggio rispetto ai diavoli. Ecco perché, nonostante facesse parte della famiglia, è cresciuto soffrendo, immerso nella discriminazione. E poi, come se la sua abilità di fermare il tempo non fosse già abbastanza problematica, non era in grado di controllarla. Per gli umani era un mostro. Era temuto... No, sarebbe più sensato dire che era odiato. Col suo potere, lui poteva fare qualsiasi cosa a chiunque senza che loro se ne accorgessero. È ovvio che la gente non volesse avvicinarsi a lui. Certo, noi sappiamo bene che lui non è il tipo da fare cose malvagie, ma..."

Capivo anche troppo bene una storia come quella, ciò che aveva portato a essa, ciò che comportava e cosa avrebbe potuto causare in futuro. Non era molto diversa da quella di Asia, in effetti, solo che Gasper non aveva mai ricevuto niente se non sprezzo, disgusto e odio per i suoi poteri. Una storia che è comune al punto da dare la nausea tra i possessori di Sacred Gear, pensai reprimendo un moto di rabbia. Non potevo perdere la pazienza ora, non avrebbe aiutato nessuno, tantomeno quel povero ragazzo. "Ho capito" dissi invece. "Mi aspettavo qualcosa del genere, ma volevo comunque ascoltarla. Adesso so per certo che non è un semplice hikikomori e comprendo perché fa così."

"Non voglio questo potere" udimmo da dietro la porta. Sentii una fitta al cuore: la voce di Gasper era ora piena più di dolore e disperazione che di semplice paura e nervosismo. "Tutti si fermano di colpo, quindi tutti mi odiano e mi temono! Anche io lo odio! Non voglio più vedere i volti immobili dei miei amici quando il tempo si ferma!" E scoppiò a piangere ancora più forte di prima.

"Costringerlo a rinchiudersi ancora una volta... Sono un fallimento come Re" mormorò Rias abbassando il capo, chiaramente afflitta.

La stretta al cuore mi divenne ancora più forte e decisi di seguire l'istinto: l'attirai a me e l'abbracciai forte. "Come ho già detto, non è colpa tua. E non sei un fallimento, al contrario hai fatto tantissimo per lui" le sussurrai all'orecchio. Lei si era inizialmente irrigidita col mio gesto, tuttavia la sentii presto sciogliersi e ricambiare l'abbraccio. "Gli hai dato una nuova casa e una nuova famiglia e nessuno avrebbe potuto fare di più. Solo che ora non sei più solo tu che devi agire, è lui che per primo deve accettare sé stesso e muoversi verso il futuro." Mi separai da lei continuando però a tenerla per le mani e guardarla negli occhi. "Vai pure. Torna alla riunione e lascia tutto a me adesso. Penserò io a lui e ti prometto che lo aiuterò." Rias mi guardò esitante e le strinsi più forte le mani. "Andrà tutto bene. Abbi fiducia in me."

Finalmente il sorriso le tornò sulle labbra. "Mi fido di te, Zayden. E sia, lo lascerò a te allora. Aiutalo, ti prego."

"Lo farò" risposi con un sorriso e un cenno del capo. Feci per lasciarla, ma lei non mollò la presa e anzi si avvicinò a me di un passo, facendo scorrere le sue mani sulle mie braccia fino alle spalle e mantenendo gli occhi fissi nei miei. Aveva uno sguardo incredibilmente intenso, come se desiderasse chiedermi o fare qualcosa, ma non avesse il coraggio di farlo. Alla fine, mi abbracciò di nuovo e si fece poi indietro, sparendo in un cerchio di teletrasporto dopo aver rivolto un ultimo sguardo alla porta della stanza di Gasper.

[Lo sai che stavi di nuovo per superare i limiti che ti sei autoimposto, vero?] mi disse Ddraig in tono leggermente accusatorio.

Lo so. Non avrei dovuto farmi trascinare dall'istinto, ma dopo la storia di Gasper...

[Sì, capisco. In effetti, è ingiusto rimproverarti in questo caso, però spero tu ti renda conto che non potrete continuare così per sempre voi due. Hai visto cosa voleva lei, no?]

Non ha importanza adesso. Ho qualcosa di ben più urgente, quindi lascia perdere e non parlarmene. Non mi servono distrazioni. Lo sentii sbuffare scontento, tuttavia non disse altro. Sospirai prima di bussare alla porta di Gasper. "Gasper, ci siamo solo noi due adesso e ti prometto che non me ne andrò di qui finché non sarai uscito e avremo parlato un po'. Prima di tutto, però, calmati e asciugati le lacrime. Stavolta non farò niente per forzarti a uscire, sarai solo tu a decidere quando farlo e lo farai da solo." Detto questo, mi sedetti per terra con la schiena appoggiata alla porta e chiusi gli occhi, concentrandomi solo sul suono del pianto del giovane dhampir e aspettando.
Ci vollero diversi minuti prima che il silenzio regnasse sovrano e, anche allora, nessuno di noi parlò per parecchio tempo. Fuori dalla finestra, il Sole era tramontato da un pezzo e la Luna si stava rapidamente alzando in mezzo al cielo notturno. "Sai, io ti capisco fin troppo bene perché ho avuto anch'io un passato doloroso e possiedo una Sacred Gear molto potente" dissi guardandomi il palmo destro. "Dentro di me c'è il Boosted Gear, il Longinus che contiene lo spirito di uno dei due Draghi Celesti, creature capaci di distruggere il mondo intero. L'ho risvegliato quando avevo 8 anni, dopo che un diavolo ha distrutto la mia città natale e ucciso tutti i suoi abitanti, compresi i miei genitori. Da allora, non ho fatto altro che vagare da un luogo all'altro in cerca di quel diavolo per vendicarmi di lui e, durante tutto questo tempo, ho dovuto imparare a usare la forza del drago per sopravvivere. Ho avuto paura di questo potere per tantissimo tempo e, a dirla tutta, ne ho ancora adesso perché, anche dopo 11 anni, non sono in grado di controllarlo appieno. Col tempo, il mio corpo è cambiato per adattarsi a esso e permettermi di usarlo meglio, perciò, anche se mi definisco un umano, non credo di poter dire di esserlo sul serio, o almeno non completamente. Ho fatto tante cose cattive con questo potere, tutto nel nome del mio obiettivo, e so anche che, se mai dovessi perdere il controllo definitivamente, potrei diventare qualcosa di mostruoso e pericoloso per chiunque, amici e nemici allo stesso modo. Potrei addirittura perdere coloro che amo... Eppure, nonostante questo rischio, io voglio continuare a usarlo e ad andare avanti."

"...P-Perché? Se sai che potresti p-perdere chi ti è caro, perché vuoi u-usarlo lo stesso? Hai detto che hai fatto cose c-cattive con quel potere... Come puoi a-andare avanti anche sapendo q-questo?" mi domandò Gasper dall'altra parte. Mentalmente sorrisi nel sentire che ero riuscito ad attirare la sua attenzione e farmi ascoltare.

"Perché ho fatto anche molte cose buone con quel potere. A causa dei tuoi trascorsi, tu vedi il tuo potere come qualcosa di malvagio e pericoloso, che può causare solo male. Comprendo perché sei arrivato a pensare questo di esso, ma ascoltami bene, Gasper: non è esatto. Il potere, di qualunque si tratti, non è né buono né cattivo in sé, sei solo tu a decidere quale sarà dei due. Vale per il mio e anche per il tuo. Dipende tutto da come lo si usa, non da cosa sia. Ho fatto del male col mio potere, vero, ma ho fatto anche del bene e, soprattutto, ho potuto aiutare e proteggere le persone a me care. Il potere del Drago Celeste ormai non è più solo suo, è anche mio, è parte di me e perciò non posso negarlo o rifiutarlo perché, in quel caso, starei negando o rifiutando me stesso. E questo non voglio né posso farlo. Chi vuole controllare il proprio potere deve per prima cosa accettarlo e imparare a convivere con esso, solo così potrà un giorno imparare a controllarlo. Inoltre, pensa a questo: se sei in grado di controllare il tuo potere, non soltanto non metti più in pericolo i tuoi amici e cari, ma puoi anche proteggerli se ce n'è bisogno. Io mi sono sentito tante volte impotente in passato, impossibilitato ad aiutare i miei amici perché appunto ero troppo debole, allora ho deciso che non sarei rimasto debole e sarei diventato forte per impedire che quelle disgrazie si ripetessero. Ecco perché continuerò sempre ad andare avanti, anche a costo di affrontare il mondo intero." Mi voltai verso la porta. "Sono sicuro che puoi comprendermi, Gasper. Hai sentito delle recenti battaglie che Rias ha dovuto affrontare, giusto? Cos'hai provato quando hai realizzato che non eri stato in grado di aiutarla?"

Dopo alcuni secondi di silenzio, udii un clack dall'altra parte e, con un leggero scricchiolio, la porta si aprì rivelando i lucidi occhi rosso-magenta di Gasper. "...Mi ha reso t-triste perché non ho potuto fare nulla per Buchou. L-Lei è sempre stata così buona e gentile con me, perciò mi fa m-male non essere stato in grado di aiutarla... Ma, anche se fossi stato lì...sarei stato solo d-d'intralcio a tutti."

"No, non è vero" ribattei facendolo trasalire per la sorpresa. "Tu non sei d'intralcio, Gasper. Sei solo inesperto, ferito e carente in autostima e, considerando quello che hai passato finora, chiunque sarebbe come te. Non hai nulla di cui vergognarti, te lo garantisco." Allungai una mano e aprii completamente la porta della stanza per vedere il giovane dhampir inginocchiato per terra, con un grande coniglio di peluche nero stretto tra le braccia. Era un'immagine talmente tenera che non seppi resistere e usai la stessa mano per accarezzargli i capelli biondi; Gasper spalancò gli occhi per il mio gesto, ma non si sottrasse a esso. "E non devi vergognarti nemmeno del tuo potere. È complicato e difficile da controllare, certo, ma non è malvagio. Tutto il contrario: è un potere magnifico e straordinario, che potrebbe fare un sacco di bene se direzionato nel modo giusto."

"...D-Dici davvero, senpai?" chiese il ragazzino con voce totalmente incredula. "N-Nessuno ha mai..."

"La gente ha sempre paura di ciò che non capisce e la spaventa perché è un animale ottuso e suggestionabile, che reagisce in modo esagerato ogni volta che si trova davanti a qualcosa che sfugge al suo controllo e, invece di provare a comprenderla, preferisce eliminarla. E lo sai perché? Perché quella è la strada facile e pochi sono davvero disposti a sforzarsi di guardare oltre i loro occhi." Sottolineai le mie parole agitando l'altra mano davanti al volto e stringendo le palpebre allo stesso tempo, quasi a voler dire che non riuscivo a vedere ciò che stavo facendo. Gasper mi fissò per un istante, poi ridacchiò leggermente. Io gli diedi un'altra carezza sulla testa. "Non essere limitato come coloro che ti hanno maltrattato o discriminato, invece fatti forza e combatti per dimostrargli che avevano torto. Che sei migliore di ciò che credevano e di loro stessi. Che tu non sei il mostro che loro dicevano tu fossi, ma una persona meritevole di rispetto e affetto. Fallo non solo per te, ma anche per Rias, Akeno, Kiba, Koneko, Asia e Xenovia, per la tua vera famiglia. Credimi quando ti dico che tutti loro ti vogliono bene e non ti ritengono una disgrazia. E anch'io la penso così."

Gasper rimase silenzioso per diversi secondi, poi piegò le labbra in un sorriso malinconico. "S-Sei una persona davvero gentile, Zayden-senpai. Nonostante tu sia in possesso di una Sacred Gear molto potente e abbia dovuto s-soffrire molte volte nella tua vita, sei andato avanti e non ti sei mai arreso. Non hai rifiutato la tua p-paura o il tuo potere, li hai affrontati e accettati e, ancora adesso, c-continui ad avanzare. Mi hai parlato a cuore aperto per aiutarmi e io ti sono grato per questo. Nessuno mi aveva mai parlato così. H-Ho ancora tanta paura dei miei poteri, ma dopo averti ascoltato...sento come se il tuo coraggio stesse entrando in me..."

"Il coraggio non è non avere paura, Gasper, è essere capaci di affrontare e vincere la paura. E non c'è niente di male a essere deboli, voler restare deboli è vero motivo di vergogna." Spostai le mie mani sulle sue spalle per guardarlo dritto negli occhi. "Ho fatto un patto con Rias in cui ho promesso che avrei aiutato lei e la sua famiglia a diventare più forti e, ovviamente, sei compreso anche tu, tuttavia non è tutto. Ho fatto una promessa molto tempo fa, in cui giuravo che avrei fatto tutto il possibile per aiutare i possessori di Sacred Gear che, come me e tanti altri, hanno vissuto una vita di sofferenza a causa del loro potere. Voglio fare la stessa cosa per te, il mio nuovo kouhai, perciò abbi fiducia in me. Non sarà un percorso facile il tuo, però non sarai solo nell'affrontarlo. Qualunque cosa accadrà d'ora in avanti, io ti aiuterò."

Il giovane dhampir spalancò gli occhi ancora più basito. "H-Ho sempre pensato che a causa di questa mia abilità tutti mi avrebbero odiato... Invece tu..." Sembrò sul punto di versare altre lacrime, ma non ne scese nemmeno una. "D-Dici davvero quando dici che mi aiuterai...?"

"Lo giuro sul mio onore e il mio titolo di Sekiryutei, farò tutto il possibile per aiutarti. Però tu dovrai impegnarti a tua volta perché non potrò riuscirci senza la tua collaborazione. In breve, dovremo impegnarci molto insieme. Sei disposto a farlo?"

Gasper esitò un momento, ma, alla fine, annuì e il suo sorriso divenne finalmente felice. "S-Se me lo chiedi così, Zayden-senpai, non posso rifiutarmi. Giuro che m'impegnerò!"

"Allora siamo d'accordo!" esclamai alzando un pugno nella sua direzione. Lui si ritrasse intimorito, suscitandomi una risatina. "No, non allarmarti, non è niente di pericoloso. Batti il pugno col mio. Questo è il modo di fare promesse tra uomini." Gasper mi guardò confuso, poi si fece più risoluto e fece impattare leggermente il suo piccolo pugno sul mio. "Molto bene! Non ti fa sentire già più forte come gesto?"

"I-In effetti, sì. Mi sono sentito più deciso nel farlo. È strano...?"

"Per niente, anzi è normale. Noi uomini abbiamo fortunatamente un modo molto semplice di darci coraggio: i gesti fisici come pugni o simili bastano a rinvigorirci, anche solo di poco, perché sono prove di forza e siamo abituati fin dall'antichità a mostrare il nostro valore tramite tali gesti. Non dico che siano il solo modo di farlo o dimostrare il nostro valore, tutt'altro, ma aiutano sempre a darci un minimo di energia. Eheheh! Talvolta possiamo essere dei sempliciotti, vero?"

Gasper mi guardò stupito per un paio di secondi, in seguito rise anche lui, una risata sincera. "Ahahahah! S-Suppongo di sì, senpai!"

Nel sentirlo e vederlo così contento in confronto alla depressione che aveva avuto fino a poco tempo fa, non potei non sorridere e mettermi a ridere insieme a lui. Dopo che ci fummo calmati, lo riaccompagnai dentro la stanza per continuare a parlare; si stava aprendo, certo, tuttavia era meglio che continuasse a farlo in un luogo a lui familiare: lo avrebbe messo molto più a suo agio. "Sei determinato ed è buona cosa, ma sappi che la prima cosa che dovrai fare per controllare il tuo potere e diventare più forte sarà forse anche la più difficile: devi accettarlo, smettere di odiarlo e usarlo con più intenzione. E non dico solo il Forbidden Balor View, ma anche i tuoi poteri vampirici."

Il ragazzo s'incupì. "Lo comprendo, però... Ecco io... H-Ho tanta paura a usarli entrambi. Non mi piace vedere gli altri che si bloccano davanti a me e nemmeno bere il loro sangue. Ogni tanto provo a farmene una ragione e a berne, ma ho paura di ciò che potrei fare dopo. S-Se i miei poteri iniziassero ad andare fuori controllo, allora..."

"Come ti ho detto, va bene avere paura, ma non devi permettere che questa ti paralizzi. Nessuno sa usare subito i propri poteri, soprattutto se sono potenti e versatili come i tuoi, per questo bisogna farsi forza e lavorare per controllarli. Si può dire che è un salto di fede, per certi versi: anche se non sei sicuro di riuscirci, devi provarci lo stesso. Perché se non ci proverai mai, come potrai dire di non esserne davvero capace?" Il dhampir mi guardò sorpreso e io colsi l'occasione per prendere la cosa anche da un'angolazione diversa. "E poi pensa questo: se imparassi a usarli come preferisci, pensa quanti vantaggi potresti ottenere. Non pensare ora solo ai rischi, ma anche ai guadagni. Immagina cosa potresti fare sia a livello personale che non con capacità come le tue. Potresti aiutare i tuoi compagni e anche divertirti!"

"D-Divertirmi?!" chiese Gasper col tono più incredulo che avessi mai sentito, al punto da farmi ridere di nuovo.

"Eccome! Non dico che il potere sia una cosa con cui giocare imprudentemente, ma se non ricavi almeno un minimo di piacere da esso, dopo un po' di tempo inizierà a sembrarti solo un dovere forzato o una catena. Devi imparare ad apprezzarlo anche per le piccole cose! Vuoi un esempio?" Lo vidi subito annuire e, alzatomi in piedi, estesi lentamente le mie ali di drago dalla schiena facendolo trasalire. "Non preoccuparti, non ti faranno alcun male. O ti spaventano? Le trovi brutte?"

"N-No, non le trovo brutte! Assolutamente! Solo...non avevo mai visto le ali di un drago da vicino." Con un fruscio, Gasper estese le proprie ali di pipistrello e le osservò qualche secondo prima di riportare gli occhi sulle mie, un'espressione incuriosita in volto. "Sono simili a quelle dei diavoli, ma allo stesso tempo così diverse..."

"In effetti hai ragione. Vero anche che, a differenza dei diavoli e di molte altre razze, i draghi non hanno ali sempre con lo stesso aspetto. Anzi, penso di poter dire con certezza che poche tipologie di draghi hanno ali uguali tra loro e, per la maggior parte, sono invece molto diverse da una razza all'altra. In questo caso il Drago Celeste che vive in me, il Welsh Dragon Ddraig, ha un tipo di ali piuttosto raro, simili a quelle degli antichi pterosauri piuttosto che a quelle dei pipistrelli." Sottolineai le mie parole estendendole il più possibile, praticamente quasi toccando le pareti opposte della stanza, e sorrisi nel vedere Gasper guardarle con occhi ora ammirati. "E, proprio per questo, sono parecchio utili non solo per volare, ma anche per molte altre cose!"

"P-Per esempio?"

"Speravo me lo chiedessi" risposi con un piccolo ghigno. "Per iniziare, li vedi questi?" Ripiegai e abbassai le ali a livello del suo volto e mossi i tre artigli posti sulla parte corrispondente al polso per attirare la sua attenzione. "Anche se non sembra, queste dita sono abbastanza prensili e, se ci prendi la mano, puoi usarle per azioni come questa." E con due rapidi gesti, afferrai e sollevai Gasper sopra la mia testa, suscitando un urletto sorpreso da parte sua. Rapidamente, lo abbassai davanti a me in modo che potessi guardarlo in faccia, stavolta tenendolo in braccio. "Che te ne pare?"

"Uhhh... E-Ecco... In effetti, non ho mai visto delle ali fare questo" rispose il dhampir, chiaramente interdetto.

"E questa è la cosa più semplice. Guarda questo." Lo rimisi a terra con delicatezza e mi avvicinai a una teiera con accanto alcune tazze da té che avevo individuato su un tavolino poco prima. Con attenzione e movimenti allenati, abbassai le ali e usai gli artigli di una per prendere una tazza e quelli dell'altra per prendere il cucchiaino; presi la teiera con una delle mie mani umane e feci finta di versare del té nella tazza, poi usai l'ala che teneva il cucchiaino per mescolare, mentre afferravo con la mano umana libera un libro dalla libreria vicina. Alla fine, usai le mie mani per sfogliare il libro e gli artigli delle ali per mescolare e portarmi alla bocca il té immaginario che stavo preparando. Dopo aver fatto finta di sorseggiare, rivolsi un altro ghigno verso Gasper, il quale mi guardava ora con occhi sgranati e bocca a 'O'. "Beh, che ne dici?"

"F-Fantastico, senpai! Poter riuscire a usare delle ali come delle seconde braccia in tutto! E con una manualità simile! S-Sembra impossibile!" esclamò estasiato il ragazzo.

"Eheh, sembra ma non lo è! Solo molto difficile. Diciamo che non sono perfette come seconde braccia dato che mancano di un pollice opponibile, quindi non potrò mai avere davvero la stessa manualità che ho con le mie mani originali, tuttavia sono riuscito a diventare abbastanza abile da poterle usare per numerosi scopi altrimenti infattibili. E sai come ci sono riuscito? Allenamento e pratica continui e assidui. Niente di più. Se combini massimo impegno e massima volontà, non c'è praticamente niente che non puoi fare." Misi giù tutto e mi rialzai aprendo di nuovo parzialmente le ali. "Inoltre, poiché le ho allenate a compiere azioni anche molto precise, sono in grado di usarle in numerosi modi sia dentro che fuori la battaglia. Questi sono solo piccoli esempi. Capisci cosa voglio dirti?"

Gasper rimase silenzioso per alcuni secondi, poi mi rivolse uno sguardo deciso. "C-Che anch'io, se m'impegno, posso riuscire a usare i miei poteri in questo modo. A controllarli senza f-ferire gli altri!"

"That's right!" esclamai schioccando le dita. "Se t'impegnerai, ce la farai sicuramente anche tu! Io ti darò tutto l'aiuto possibile, ma dovrai impegnarti anche tu con tutto te stesso!"

"H-Ho ancora paura di combinare guai e problemi a tutti... Ma dopo quello che mi hai detto e mostrato... N-Non voglio rimanere inerte! Voglio migliorare! Lo farò, Zayden-senpai!"

Sorrisi soddisfatto e gli accarezzai la testa. "Così mi piaci, mio caro kouhai." Lui ridacchiò alle mie carezze e la cosa mi suscitò una curiosa gioia. La stessa che sentivo ogni volta che un possessore di Sacred Gear come me ritrovava il sorriso dopo che gli avevo offerto una mano. Volli rallegrarlo ancora di più. "Ehi, Gasper, hai mai visto uno fare le flessioni senza mani?"

Il dhampir mi guardò confuso, tanto dalla domanda improvvisa quanto dal cambio di argomento. "N-No, mai visto. Perché? Non è impossibile?"

"Eheheh! Non per me! Guarda!" Mi lasciai cadere arrestando la caduta solo quando fui parallelo col corpo al terreno... Ma invece di farlo con le mani, lo feci con le ali! "Senza mani!" esclamai mentre incrociavo le braccia al petto e iniziavo a fare le flessioni usando proprio le mie seconde appendici.
Gasper rimase interdetto per alcuni istanti, dopodiché scoppiò in una risata limpida e cristallina, di puro divertimento, che mi fece tremare di gioia. Dopo averlo visto tutto il giorno pieno di tristezza e rimorsi, sentirlo ridere così di gusto era la cosa più bella che si potesse sentire. Dovrebbe essere così. Un ragazzino come lui, tanto gentile e timido, dovrebbe sempre ridere così, senza avere alcuno di quei terribili pesi sul cuore. Per questo, lo aiuterò. Sia maledetto se non lo aiuterò!

"Come c'era da aspettarsi da Zayden-senpai. Non solo sei riuscito a parlargli con tanta schiettezza, ma anche a farlo ridere. Incredibile come sempre" disse in quel momento una nuova voce e, voltandomi, vidi Kiba sulla soglia della porta. Doveva essere arrivato mentre cercavo di far divertire Gasper. "Tra parentesi, nemmeno io ho mai visto nessuno fare qualcosa del genere. Mi chiedo se cesserai mai di sorprendermi."

"Ehilà, Kiba" replicai rimettendomi in piedi e ritirando finalmente le ali dentro la schiena. "Tutto a posto allora?"

"Tutto a posto, per fortuna. Il luogo d'incontro tra i leader delle Tre Grandi Fazioni è stato confermato e i preparativi sono a buon punto. Probabilmente la riunione avverrà tra una settimana, due al massimo."

"Bene, buono a sapersi. Converrà che ci prepariamo al meglio per tale incontro, visto che è un evento che non si verificava da secoli e, di solito, situazioni come questa finiscono per complicarsi in un modo o nell'altro."

"Non sei un po' troppo negativo, senpai?"

"Affatto. Se c'è una cosa importante che ho imparato, è che la legge di Murphy sembra divertirsi tremendamente a fottere con chi vive nel mondo sovrannaturale, soprattutto in occasione di eventi rari o unici." E in particolare con chi possiede il potere dei draghi, aggiunsi mentalmente con un certo sarcasmo.

[Guarda che ti sento eh!]

Infatti mica volevo non essere sentito, replicai ignorando lo sbuffo che seguì e tornando in seguito a concentrarmi sui miei kouhai. "Anche le cose dovessero andare lisce come l'olio, è meglio prepararsi al peggio e non averne infine bisogno, che prepararsi al meglio e venire infine fregati perché non era abbastanza. Morale: è meglio che vi prepariate mentalmente perché vi allenerò sodo fino al momento dell'incontro e non accetterò niente di meno del vostro massimo impegno. Va bene?" L'ultima era più una domanda retorica, tuttavia ci tenevo comunque a fargliela per giustizia.

Kiba mi fissò risoluto. "Assolutamente. Mi rimetto a te, Zayden-senpai. Rendici più forti ad ogni costo."

Annuii soddisfatto per poi spostare lo sguardo su Gasper...e soffocare a fatica un'imprecazione quando vidi che era ritornato dentro la sua scatola. "A-Anch'io sono d'accordo! Mi fido di te, Zayden-senpai!"

"Sai, Gasper, la tua dichiarazione mi avrebbe fatto ancora più piacere, se solo l'avessi fatta fuori da quella dannata scatola! Perché sei tornato lì adesso?"

"È-È solo che mi sento più a mio agio stando qui. Tranquillo, non mi ci chiuderò dentro!"

"Il problema è proprio che sia una cosa del genere una fonte di conforto per te..." Sospirai. "Beh, suppongo che non potessi pretendere tutto subito. Tutti i cammini difficili iniziano con piccoli passi, perciò così sia." In quel momento, mi venne un'idea. "Visto che abbiamo ancora un po' di tempo libero e siamo qui, possiamo già iniziare ad aiutare Gasper a uscire di più dal suo guscio."

"E come?" mi chiese incuriosito Kiba.

"Chiacchierando, ovvio" risposi sereno mettendomi a sedere su una delle sedie della stanza e avvicinandola agli altri due. "Imparare a parlarsi faccia a faccia è il modo migliore per cominciare a curare certe...difficoltà. Non occorre scegliere un argomento in particolare o uno complicato, basta solo che parliamo." Ci pensai un attimo. "Perché non ci conosciamo meglio? Raccontiamoci un po' di più di chi siamo e cosa ci piace. Ognuno chiede qualcosa che gli interessa sapere e intanto si espone. Ad esempio... Qual è il vostro tipo musicale preferito? Io amo un sacco rock e metal in tutti i loro generi!"
Kiba e Gasper si guardarono per un secondo, dopodiché mi rivolsero entrambi un sorriso e, sedutisi insieme a me, iniziarono a rispondermi.
Non so per quanto parlammo esattamente, ma era notte fonda quando io e Kiba ci congedammo da Gasper. E il giovane dhampir ci aveva salutati fuori dalla sua scatola e con un sorriso raggiante, probabilmente senza nemmeno accorgersi davvero delle sue azioni. Bell'inizio.





Note:
Diavolo Supplementare = tipologia di diavoli appartenente a casate di Alta Classe non presenti tra i 72 Pilastri degli Inferi. Tipicamente esclusi dalla società dei diavoli, i Diavoli Supplementari preferiscono non mischiarsi con gli affari politici e governativi della loro razza, se non in rari casi, ma nonostante questo possiedono una certa influenza negli Inferi.
Siling = bestie guardiane della mitologia cinese, chiamate in Giappone anche Shishin o Shijin, ognuna di esse rappresenta 7 costellazioni, un punto cardinale, una stagione dell'anno e un elemento della filosofia cinese. Sono tipicamente quattro creature: il Drago Azzurro dell'Est, l'Uccello Vermiglio del Sud, la Tigre Bianca dell'Ovest e la Tartaruga Nera del Nord, ma in molte versioni c'è anche un quinto animale, il Drago Giallo (o Dorato) del Centro.
Dhampir = ibrido metà umano metà vampiro.
Daywalker = tipologia rara di vampiro capace di muoversi alla luce del Sole senza particolari difficoltà.
Forbidden Balor View = Sacred Gear che prende il nome dal dio della mitologia celtica Balor; chiamata anche 'l'Occhio Maligno del Mondo Sospeso', ha il potere di fermare il tempo di qualunque oggetto o essere vivente che entra nella visuale del possessore e di riavviarlo quando quest'ultimo lo desidera o sposta suddetta visuale. Essendo molto difficile da controllare, può attivarsi involontariamente se il possessore diventa emotivamente instabile.


BEN RITROVATI MINNA!! RIECCOMI QUI FINALMENTE!!
Sono molto in ritardo sulla tabella di marcia, lo so, ma è stato un anno piuttosto salterino, con alcuni eventi piacevoli e parecchi eventi spiacevoli che mi hanno ostacolato in un modo o nell'altro, tuttavia sto approfittando dell'estate e di questi mesi prima della riapertura delle scuole per recuperare. Non so quanto riuscirò a fare prima di avere di nuovo meno tempo di quanto io voglia, ma cercherò di fare del mio meglio. Intanto spero che il capitolo attuale vi sia piaciuto malgrado l'attesa!
Come vedete, finalmente abbiamo il patto tra Zayden e Rias per continuare a collaborare e aiutarsi in modo più proficuo in futuro. Il rituale è in parte ripreso da quello mostrato nel Volume 17 dell'opera originale e in parte modificato da me, in quanto sia i partecipanti che i supervisori di esso sono ben diversi. Non è niente di particolarmente complesso, ma come spiegato, tali rituali non sono davvero molto complicati e in questo caso, dato il legame tra Zayden e Rias, risultano ancor più semplificati perché la fiducia già presente rende più facile stringere il patto associato.
Abbiamo poi un nuovo racconto dal passato di Zayden: un suo scontro/allenamento con una delle leggendarie Bestie Guardiane Cinesi, Zhuqùe! Come spiegato nelle note sopra e nella Life, la mia versione dei Siling in questo universo è quella degli spiriti più antichi e potenti della natura, coloro che hanno generato gli elementi, gli altri spiriti e contibuito a creare il mondo. Immaginateli come creature appunto oltre il piano fisico e che corrispondono a più miti del mondo, per questo qui la figura di Zhuqùe racchiude in sé sia l'Araba Fenice che la Fenghuang e l'Uccello Vermiglio, quando nella nostra realtà sono tutti esseri legati a miti differenti. Io l'ho fatto sia per semplicità che per esaltare la figura dei Siling e la loro importanza. Dopotutto, la fenice è da sempre un animale tra i più leggendari e non volevo dargli più versioni diverse che avrebbero un minimo affievolito la sua importanza. Nella mia storia, come viene detto, lei e gli altri Siling sono legati al Seishin-Do e, potete intuirlo, anche al dio Kundalini, per questo Zayden ha potuto conoscerli. In che modo sono collegati, lo scoprirete in futuro ;) .
Infine un altro paio di new entries dalla storia originale: l'altro Alfiere di Rias, Gasper Vladi, e il Governatore degli angeli caduti, Azazel! Entrambi sono figure di grande importanza nell'opera originale e vi garantisco che lo saranno anche nella mia, seppur in modo diverso. Vi dico da subito che Zayden prenderà Gasper un po' come ha preso Asia, ovvero come un fratellino, e sarà vitale per garantire il suo sviluppo e maturazione in modo molto più diretto e profondo del protagonista originale, anche grazie all'aiuto che verrà dato da uno dei suoi compagni di squadra in particolare per il piccolo dhampir. Azazel invece avrà un ruolo simile a quello originale, ma ovviamente il suo rapporto con Zayden cambierà tante cose, soprattutto perché il nostro Sekiryutei, pur ammirando e apprezzando il suo aiuto e la sua conoscenza in campo di Sacred Gear, sarà molto poco disposto ad assecondare le sue peggiori stronzate! Quindi attento a te, corvo!
Credo di aver detto tutto. Come al solito, grazie per aver letto! Se vi è piaciuta questa Life e avete voglia e tempo, lasciatemi una piccola recensione qui sotto o mandatemela come messaggio privato qui o sulla pagina Facebook. Qualunque commento, positivo o negativo, è ben gradito e utile a farmi migliorare questa storia!
Nel prossimo capitolo avremo parecchie sorprese nuovissime di questa fic, perciò preparatevi e sempre stay tuned!!
Ja naa minna!!
   
 
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