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Autore: xwaterice    02/08/2023    6 recensioni
Piccola os (a limite con una flash, in realtà) su André e il suo problema visivo... forse è il tema che mi sta più a cuore, quello che proprio mi butta giù ad ogni singolo fotogramma dell'anime. Grazie per la lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perderò la vista anche dall’occhio destro, ormai ne sono certo.
Il mio ladro non ha un nome; è timido, si nasconde oltre la mia pupilla così che nessuno lo possa trovare. Lo nutro e lo proteggo mentre lui continua la sua lenta e sfacciata rapina.
Sogghigna e poi tace, ed io mi spengo ogni giorno di più.
Ha confinato la mia vista ad una serratura sempre più ristretta, incerta ed annebbiata.
Di notte riesco a percepire solo le fiamme ben vicine ed accese; non vedo nemmeno una singola stella in cielo e persino la luna si è spenta, forse persa in un infinito abbraccio con le nuvole.
A volte esce dai suoi confini e si disperde tutta intorno, per poi sdoppiarsi in due braccia che mi aiutano a rialzarmi quando perdo l’equilibrio e cado.
Che uomo sarai, André? Uno che la mattina si sveglia con gli zigomi gonfi e macchiati di verde, perché la notte prima non ci ha visto abbastanza bene nemmeno per camminare lì dove ha vissuto per una vita intera? Mi trascino lungo il pavimento tremando, senza sapere dove sono né dove andare. Mi sento umiliato, confuso, solo.
Soffoco le urla che ti chiederebbero aiuto, Oscar, ed imploro che non vengano mai ascoltate.
Non te lo dirò mai. Ti inganno, vi inganno tutti quanti così che io possa sentirmi ancora me stesso; nascondo i lividi sotto i ciuffi dei miei capelli, mi rialzo e sorrido. Sono qui, eccomi.
Non è cambiato proprio nulla, vedi? Sono ancora io, solo e soltanto André.
Con il Dottor Lassonne non posso fingere, anche se ci ho provato. Sfortunata coincidenza, così l’ha definita; forse sarebbe successo comunque, forse avrei perso comunque la vista anche senza aver prima perso l’occhio sinistro. È mai possibile venire al mondo con ben due occhi per poi essere destinati a perderli entrambi? Non c’è niente da salvare, non si può più fare nulla per me.
Non so nemmeno cosa voglia dire vedere come un cieco…
Sarò inghiottito dalle tenebre o abbagliato dal sole?
Chiudo gli occhi, apro quello già perduto. Non vedo, non è un colore, non è ombra e nemmeno luce, Dio! Non sarebbe dovuto cambiare nulla, e invece io… io…! Io ho paura, ho paura.
Ho paura di quello che non vedrò domani, ho paura di quello che perderò oggi. Ho paura di perdere anche me stesso mentre lì fuori perdo tutto quanto, ho paura che non ti vedrò più sorridere, Oscar. C’è ancora così tanto da vedere… così tanto…
César ti accompagna da me, ti aiuto a scendere dalla sella e abbasso lo sguardo come se avessi visto il sole. Sei bella, bella da accecare per davvero. Ci scambiamo gli anelli e poi ti bacio.
Lo vedo, ti vedo anche senza poter guardare e solo così mi sembra di poter continuare a vivere.
Conto i passi, memorizzo ogni singolo angolo che mi separa da te. Sbaglierò e cadrò di nuovo, ma mi rimetterò subito in piedi inventando nuovi numeri, nuove melodie, e nuovi colori se necessario. Per te. Come sempre. Va bene così. Ora lo so che in fin dei conti non è cambiato proprio niente.
Forse essere ombra tra le tenebre non sarà poi tanto diverso da ciò che ho sempre chiamato casa; a me la vita ha dato in dono la luce, quella che non chiede di certo due occhi per essere amata.
   
 
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