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Autore: Hime Elsa    03/08/2023    1 recensioni
Meredith Rose è una ragazza irlandese di origini italiane di 24 anni che lavora in una focacceria gestita dai suoi genitori, occupandosi della preparazione delle focacce. Adora cucinarle ed ha chiamato il negozio "Rose e Focacce" proprio perché adora le focacce ed allo stesso tempo anche le rose, tant'è che la focacceria si distingue per essere abbellita di rose, scelta inusuale essendo un locale rustico.
Da sempre oggetto di bullismo da parte dei suoi coetanei a causa di un handicap di cui non le permette di parlare come gli altri, a causa di ciò non riesce ad instaurare un rapporto sociale con le persone, può solo contare l'appoggio e l'aiuto dei suoi genitori. Le cose iniziano a cambiare quando un certo Micheal viene assunto come fattorino del negozio e tramite questo ragazzo, conoscerà alcuni suoi amici e nuove persone, tra cui Anthony Pitton, un ragazzo dal carattere un po' tenebroso e dal passato tumultuoso. Come lei, anche Anthony si fida ben poco delle persone...
- IL RATING POTREBBE CAMBIARE DIVENTANDO UNA STORIA EROTICA!
- La storia verrà accompagnata da degli artwork disegnati dalla sottoscritta. (solo su wattpad)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono cresciuto in un orfanotrofio

Quella frase mi fece gelare il sangue. Non avrei mai pensato che il passato di Anthony fosse stato così tragico. Non bastava la rottura con la sua vecchia fiamma.

Per poco non mi venne da piangere ma cercai di resistere: ad alcune persone non sopportavano ricevere pietà e compassione ed avevo l’intuito che Anthony fosse uno di quelli.

Anzi, mi sentivo pure in colpa per avergli fatto una domanda del genere.

"Perdonami se ti ho fatto quella domanda. Mi dispiace molto"

«Non preoccuparti, non lo potevi sapere. Io non ho mai avuto modo di conoscere i miei genitori, so qualche dettaglio in merito ma nulla di rilevante. Venni abbandonato subito e mi portarono in un’orfanotrofio»

Tuttavia, qualcosa c’era che non mi quadrava: da quando negli USA c’erano ancora degli orfanotrofi? Sarà pure stato abbandonato da piccolo ma altri parenti per prendersi cura di lui oppure in centri di supporto per l'affidamento e l'adozione?

In Europa, così come negli USA, gli orfanatrofi non esistevano più da un pezzo.

Forse non era realmente americano.

Avevo il presentimento che non mi stesse raccontando tutto ma decisi comunque di ascoltarlo silenziosamente con rispetto, senza fare altre domande.

Alla fine Anthony era un po’ come me: non tendeva ad essere loquace e se mi stava raccontando tutto ciò, vuol dire che lui si fidava di me ed io non dovevo mai tradire la sua fiducia.

Dopo un argomento un po’ drammatico, finalmente arrivarono le nostre portate. Peccato che dopo tutte quelle cose dette, lo stomaco mi si chiuse del tutto tanto da diminuire il mio appetito. Cercai comunque di mangiare perché alla fine il conto, per giunta salato, sarebbe stato pagato molto gentilmente da Anthony.

Ciò che mi fece rattristare di più era proprio il fatto che fosse cresciuto in orfanotrofio. E chissà come veniva trattato.

«Adesso posso farti io una domanda?» disse lui ad un tratto.

Feci con sì con la testa.

«Come mai parli lentamente rispetto agli altri? Nel senso, sei nata davvero così oppure ti è successo qualcosa?»

Nessuno prima ad ora mi aveva fatto una domanda del genere. Rimasi un po’ di stucco ma era una domanda che tutto sommato aveva senso. Ebbene sì, io non ero nata con quel problema ma lo ebbi in seguito.

Presi la lavagnetta perché la risposta era un po’ troppo lunga ed incominciai a scrivere.

“Quando ebbi due anni, incominciai a piangere tantissimo a causa di un‘emicrania. I miei non riuscirono a capire quale fosse la causa così andarono da un pediatra per risolvere la situazione. Tramite diagnosi, scoprì che la causa di tutto ciò era dovuta ad un astrocitoma cerebellare che mi stava schiacciando il cervelletto... mi operarono giusto in tempo altrimenti non sarei qui”

Per un attimo avrei giurato di vedere Anthony con gli occhi lucidi e con il respiro mancato.

"L’operazione andò bene ma comunque quella sorta di tumore mi schiacciò in parte il cervelletto e quindi da lì in poi ebbi problemi di linguaggio come il parlare lentamente rispetto agli altri. Come se non bastasse, faccio a fatica a fare anche altre cose; del tipo se devo cucinare, cucire e fare qualcos’altro, devo chiedere aiuto a qualcuno"

«Mi stai dicendo che non sei autonoma, è così?»

Feci sì con la testa.

"A scuola avevo sempre il sostegno perché comprendevo più lentamente rispetto ai miei coetanei"

«Capisco...»

Silenzio generale. Certo che tra il suo passato tragico passato in orfanotrofio conseguita con la rottura della sua ex ed io con la storia della mia disabilità, il clima dell’appuntamento stava diventando non poco drammatico.

«Scuuusaaamiii, noon voooleeevooo incuuupiiireee l’aaatmoooosfeeeraaaa...» dissi io in imbarazzo agitandomi con le mani.

«Ma figurati, non preoccuparti! Sono un po’ rattristato, lo ammetto ma se per questo lo eri pure tu quando ho raccontato le mie vicende passate, perciò non devi agitarti. Diciamo che entrambi ci stiamo un po’ sfogando ed il fatto che tu ti voglia confidare con me mi rende felice. Per qualsiasi problema o sfogo, parlane sempre con me. Non farti problemi.»

Sentii il calore delle guance picchiettare sulla mia pelle. Non c’era niente da fare: ogni volta che lui che mi diceva qualcosa di tenero, il mio corpo andava in escandescenza.

Ormai ero proprio cotta di lui, non potevo mentire a me stessa.

L’unico problema è se potevo fidarmi davvero di lui ma dal momento che si era confidato con me dicendomi cose abbastanza private, forse potevo tutto sommato lasciarmi andare.

Una volta finito di mangiare, Anthony pagò il conto (non osavo immaginare quanto avesse speso in quella serata) e uscimmo per fare una passeggiata, raggiungendo il porto di Dublino di cui era molto vicino al ristorante.

«Sai che sei troppo carina con quel vestito? Sono contenta che tu lo abbia rimesso»

Divenni rossa come un peperone.

Non pensavo che gli piacesse così tanto. Addirittura avevo pensato che non sarebbe stato il caso di indossarlo per la seconda volta ma visto che il mio guardaroba scarseggiava in fatto di vestiti, quello con le fragoline era il migliore che avevo.

«Èeee cheeee iooo nooon miii poooossoo permeettereee di aveeereee tantiii vestitiiii...» risposi io imbarazzata. «Peròooo sooonooo coontentaaa cheee tiii piacciaaa!!» conclusi sorridendo.

Mi guardò molto seriamente e non capivo il perché; cosa avevo detto di sbagliato?

Si avvicinò a me toccandomi il viso, in particolare le guance, con il pollice che urtava la mia bocca.

«Sei così bella, dannazione...» disse lui con voce roca.

Il mio battito cardiaco accelerava sempre di più e provai le stesse sensazioni provate ad pub.

Capii che lui voleva baciarmi, così chiusi gli occhi per fargli capire di farlo.

Lui intuì al volo e posò le sue labbra sulle mie.

Questa volta, il suo era un bacio decisamente più intenso rispetto quello della volta scorsa. Non era più un bacio a stampo, ci ficcò quasi la lingua.

Mi stava letteralmente limonando!

Ma d’altronde, sotto sotto, lo volevo anch’io...

Il calore stavolta non era solo sulle guance ma per tutto il corpo.

Era estate ma non era il clima caldo a farmi sudare così tanto ma bensì Anthony.

Quanti secondi erano passati? 15? 30? Forse quasi un minuto?

Sembrava che lui ne volesse ancora fino a quando le sue labbra si staccarono dalle mie ed incominciammo a prendere fiato.

Ci guardammo un po’ stanchi ma felici.

«Io... ti piaccio?»

«Sìii... taantoo... eeed iooo?» gli risposi, sincerandomi una volta per tutte.

«Tu? Tu mi fai impazzire, maledizione!»

Ed avventò di nuovo le sue labbra sulle mie, dandomi ancora una volta un bacio appassionato.

Il tutto prendendomi in braccio visto che io ero molto bassa. Per tutta risposta, alzai la gamba destra come facevano alcune attrici nei film romantici quando ricevevano il bacio dal loro amato.

Lui era il mio principe ed io ero la sua principessa.
 


Oh, finalmente il SECONDO bacio e questa volta più intenso e passionale *////*
Vi comunico che questo sarà l’ultimo capitolo PRIMA DELLE VACANZE, ci sentiremo direttamente a settembre! Buone vacanze!

   
 
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