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Autore: Kikiletoway    10/08/2023    2 recensioni
Chiunque, dal Principe di Pentos al semplice contadino nell’Altopiano, sapeva che Re Viserys aveva fatto sposare il suo secondogenito maschio col suo secondo nipote in un ultimo tentativo di ricucire la vociferata frattura tra le due fazioni in conflitto della sua famiglia.
 
I pettegolezzi suggerirebbero che i due principi si odino a vicenda e che il matrimonio non avesse fatto nulla per cambiare tale circostanza.
 
È esattamente per quel motivo che uno dei misteri più inafferrabili nell’intero mondo conosciuto rimane il come abbia fatto un’unione così volubile a generare così tanti figli.
 

 
Costretti in un matrimonio che nessuno dei due voleva o si aspettava, Aemond e Lucerys dovranno esplorare i dolori del crescere, dell’innamorarsi, del matrimonio e del diventare genitori — anche se non necessariamente in quell’ordine.
 
Aemond/Lucerys.
Tags: Kid Fic, Molteplici POV, Matrimonio Combinato, mpreg, incesto zio/nipote, il canon è un misto: ha parti sia dello show HOTD sia del libro Fire and Blood, Nessuna Danza dei Draghi tra Aegon II e Rhaenyra!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aemond Targaryen, Alicent Hightower, Jacaerys Velaryon, Lucerys Velaryon, Rhaenyra Targaryen
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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uh-oh! Aemond e Luke scoprono che esistono anche i sentimenti e la comunicazione.
 
POV di Luke + POV di Saera + POV di Aemond
 
 
 

 
 
 
 
 
Dal momento in cui i gemelli sono nati e gli sono stati messi tra le braccia, Luke non ha avuto un secondo da solo. Appena era stato in grado di camminare, Aenys era diventato la sua piccola ombra – seguendolo sempre quando Luke andava a supervisionare le cucine, o aggrappandosi al suo mantello quando facevano dei viaggetti alla Fossa del Drago. Era stato solo quando Aemond aveva deciso che era giunto il momento che il loro figlio maschio maggiore iniziasse i suoi studi, che la sua piccola ombra si era staccata da lui, solo per essere rimpiazzato da Naerys e il suo atteggiamento tranquillo ma perspicace. Dopo era arrivato Gaemon, che era chiassoso ed impaziente, riempiendo Luke sia di uno smisurato affetto e sia di una spossatezza perenne. La prima volta che Luke si era ritrovato ad avere del tempo da solo da quando è diventato genitore era stato solo quando si era ammalato dopo aver partorito Valerion, ed anche allora era stato un periodo miserabile, in cui era stato afflitto da brividi e da un corpo così debole da non essere nemmeno in grado di alzarsi dal letto. Quando si era ripreso completamente, Valerion aveva già cinque mesi e Gaemon aveva deciso che ormai gli piaceva essere l’ombra di Aenys invece di quella di Luke. 
 
 
Coi bambini che stavano scoprendo la loro indipendenza e che ormai non si affrettavano più costantemente ad aggrapparsi ai suoi pantaloni, Luke si era ritrovato finalmente ad avere del tempo per se stesso. Valerion era un bebè tranquillo e alla mano, a cui bastava stare tra le braccia di Luke per essere contento, quindi la maggior parte delle sue giornate lui ormai le passava col suo figlio più piccolo come sua unica compagnia. Avere del tempo da solo per la prima volta da così tanti anni aveva fatto in modo che Luke si rendesse conto di una cosa: lui non era mai davvero stato solo, nemmeno una volta in tutta la sua vita. Ora che poteva esserlo, Luke non era certo che gli piacesse. Dal momento in cui lui era nato, aveva avuto dei fratelli a tenergli compagnia, e poi era stato prontamente fatto sposare appena aveva avuto l’età giusta, iniziando a partorire figli che rafforzassero il sangue della loro famiglia. Per tutta la sua vita, Luke è stato accanto a qualcuno. 
 
 
Camminando verso la Fossa del Drago con solo Valerion al seguito – il piccolo bebè dai capelli castani gli sta allacciato al petto, giocando quietamente coi suoi gioielli – Luke si ritrova a pensare che non è del tutto certo di lui chi sia, oltre ad essere di qualcun altro. Luke è un figlio, un fratello, un marito e un genitore. Per tutta la sua intera esistenza, lui è stato la piccola ombra a cui adesso paragona i suoi stessi figli. 
 
 
Passa una mano tra i riccioli di Valerion, abbassando lo sguardo sul piccolo. “Cosa farò quando non avrete più bisogno di me?” Il suo scopo era di allevare e proteggere i suoi bambini – combinando a tutti loro dei matrimoni e delle vite che siano di beneficio alla loro casata. Il suo ruolo come madre era di assicurarsi che loro non abbiano sempre bisogno di lui, ma Luke non riesce ad immaginare una vita senza di loro. Lui vorrebbe custodirli e tenerli al sicuro dietro le mura del loro castello per il resto dei loro giorni, se potesse.
 
 
È proprio per quel preciso motivo che la lettera nella tasca del suo mantello gli pesa come ferro nei suoi stivali.
 
 
Valerion si limita a sbattere le palpebre, guardandolo con gli occhi ametista di Aemond, e Luke sospira. “Mūna sta farneticando.” Posa un bacio sulla parte superiore della testolina di suo figlio. Val gorgoglia, strattonandogli la collana. “Lo so, lo so – vuoi vedere i draghi. Lo giuro, sei praticamente tuo padre.” Val si limita solo a sbattere il suo piccolo pugnetto contro il petto di Luke. 
 
 
Attraversando il campo aperto davanti alla fossa, Luke si ferma per passare una mano lungo le scaglie sul fianco di Vhagar. Il vecchio drago si limita ad aprire un grosso occhio, sbattendo la palpebra, sbuffando un saluto prima di ritornare al suo pisolino. Il drago di Aemond sembra tollerare la presenza di Luke allo stesso modo in cui tollera Arrax – con del disinteresse annoiato ma non-violento. Lei aveva permesso che Luke le volasse sul dorso occasionalmente, ed è alquanto affezionata ai loro figli, soprattutto Naerys, ma il drago più vecchio di tutti preferisce essere lasciata in pace o stare con Aemond. Il drago della Regina Visenya è giunta al suo ultimo cavalcatore, ma a Luke piace immaginare che l’enorme bestia riuscirà ad andare oltre tutte le aspettative, sopravvivendo sia a lui che ad Aemond – magari avendo la dolce Naerys come cavalcatrice nei suoi ultimi giorni, così che il drago possa vivere delle ultime giornate in tranquillità, proprio come Balerion. 
 
 
Suo figlio espira rumorosamente, ricambiando in modo infantile il saluto sbuffato di Vhagar. Luke ride, cullando gentilmente Valerion e canticchiandogli, fino a quando non raggiungono finalmente la fossa del drago. Luke entra nella grossa struttura aperta – nemmeno lontanamente grossa quanto quella in cima alla Collina di Rhaenys, ma abbastanza grande per un Arrax completamente cresciuto e per due cuccioli di drago ancora in crescita – e l’anziano custode di draghi cammina velocemente verso di lui, a grandi passi, per salutarlo.
 
 
“Devo portarti Arrax, Milord?” L’anziano uomo chiede con un sorriso pieno di rughe.
 
 
Luke annuisce, troppo concentrato a slegare Valerion dalla sua imbracatura. “Insieme al piccolino,” Alza Val tra le proprie braccia. “Mio figlio è impaziente di vedere il suo drago.” L’uomo annuisce prima di voltarsi e di sparire nei tunnel. Facendo attenzione, Luke si sistema Valerion tra le braccia, facendoli incamminare verso il centro della fossa. 
 
 
“Drago,” Lui dice, rimbalzando suo figlio tra le proprie braccia. “Riesci a dire drago, Val? D-ra-go.” Valerion si limita a sbattere le palpebre, guardandolo con occhi assonnati. Luke ridacchia, premendo un bacio sui capelli del bebè. “Mi sono donato il più dolce dei bambini.” Lui sospira. “Non dire ai tuoi fratelli che l’ho detto – cercare di far migliorare il rapporto di Aenys con vostro padre è già abbastanza faticoso.” 
 
 
Valerion balbetta un quieto muh, per concordare. 
 
 
Il balbettio insensato di suo figlio viene velocemente interrotto da un forte ed eccitato stridio di drago, e Luke riesce a sentire istantaneamente la tensione nelle sue spalle sciogliersi alla vista di Arrax che si aggira fuori dai tunnel. Come per i suoi figli, Arrax sembra diventare sempre più grosso ogni volta che Luke lo vede, e adesso il drago è molto più alto rispetto a lui. Nonostante la sua stazza, Arrax è ancora praticamente un giovincello che cinguetta con entusiasmo alla vista del suo cavalcatore – il suo corpo ondeggia su e giù come la corrente del mare mentre danza verso Luke. 
 
 
“Ciao, amico.” Luke sospira felicemente, incamminandosi per andare incontro al suo drago a metà strada. Arrax strilla – alzandosi sulle zampe posteriori per dispiegare le ali, sbattendole in segno di saluto. “ Lykiri , Arrax.” Luke allunga una mano e Arrax ci poggia contro il proprio muso. Il calore del sangue del drago filtra attraverso le sue robuste scaglie perlacee fino al morbido palmo della sua mano. È un conforto che Luke non si era reso conto gli mancasse così tanto, fino a quando Arrax non cinguetta, tentando di strofinare il suo muso ancora più vicino a lui. 
 
 
Luke gratta le scaglie lungo il collo di Arrax, premendo il proprio viso contro il drago. “Anche tu mi sei mancato, amico.” Lui dice con voce bagnata di lacrime. “Mi dispiace di non essere venuto a trovarti da così tanto tempo. Perdonami.” Arrax si lamenta, tentando di arricciarsi intorno a lui, e Luke comprende. “Grazie. Sei davvero il miglior compagno che si possa sperare di avere.” Scattando all’indietro, Arrax sbatte le palpebre guardandolo, toccando il ventre ora piatto di Luke col proprio muso. 
 
 
“No, non c’è nessun bambino lì dentro.” Di quello, Luke se n’è assicurato. Dal momento in cui i maestri lo avevano giudicato abbastanza in salute per avere di nuovo rapporti intimi, Luke è stato diligente nel bere una tazza di tè della luna dopo ogni rapporto sessuale. Lui ha cinque figli piccoli – non sarebbe giusto averne altri quando c’è un limite a quanto possa dividere se stesso tra tutti loro. 
 
 
Lui guida il muso di Arrax lontano dal proprio stomaco e verso il bambino che sta guardando il drago con degli occhi spalancati e affascinati. Prendendo la piccola manina di Valerion, Luke la guida per farla appoggiare proprio sopra il naso squamato del suo drago. “Il bambino che cerchi è proprio qui.” Valerion flette le dita sopra le scaglie del drago. “Proteggilo come proteggi me, amico mio. Dovrai vegliare su tutti loro quando io non potrò più farlo. Dohaerās , Arrax – continuerò a vivere in te.” Arrax si lamenta, ma permette che Valerion gli afferri i corni che gli rivestono il muso. 
 
 
“Perché parli in maniera così morbosa, ābrazȳrys (moglie)” Lo stomaco di Arrax rumoreggia al suono della voce di Aemond. “Parli come se tu debba lasciarci presto.” 
 
 
Luke gratta il collo di Arrax, allontanandosi dal proprio drago. “Lykiri , Arrax. Ziry iksos daor qrinuntys. Ziry iksos ñuhon (Calmati, Arrax. Lui non è un mio nemico, lui è mio).” Si volta per fronteggiare Aemond. “Mi stavo semplicemente confidando in un amico – non mi è permesso farlo, marito?” Aemond inarca un sopracciglio guardandolo, camminando lentamente fino a dove Arrax ha adesso arricciato il proprio corpo intorno alla vita di Luke in modo protettivo. Valerion gli si dibatte tra le braccia alla vista di Aemond – la sua piccola manina si allunga per afferrare il proprio padre. Sospirando, Luke sposta Valerion tra le braccia di Aemond e il piccolo fissa immediatamente la sua attenzione sui ganci a forma di drago d’oro del mantello del padre. 
 
 
“Non ti ho mai impedito di vedere il tuo drago.” Aemond rimuove le curiose mani di Valerion dai ganci, togliendosi invece un anello dal proprio dito e dandolo al bambino per farlo giocare. “Semplicemente, non apprezzo ascoltare la madre dei miei figli parlare con parole che insinuano delle cose così macabre.” Suo marito gli rivolge uno sguardo che gli fa stringere lo stomaco dall’ansia, ma in un modo che fa sì che Luke voglia aggrapparsi a lui per avere conforto. “Cos’è che ti affligge?” 
 
 
Luke accarezza la parte superiore della testa di Arrax. “E’ forse un crimine desiderare che qualcuno si prenda cura dei miei cari quando non ci sarò più?” Aemond si acciglia guardandolo. “Non mi aspetto che tu capisca – non sei tu quello che ha dovuto far fronte allo Sconosciuto più di una volta per i nostri figli.” 
 
 
Anche dopo tutti questi anni, Luke ha ancora incubi su se stesso in fin di vita per via del veleno – per via di un attacco che per poco non aveva tolto la vita a loro figlia e su cui non hanno ancora delle risposte. Qualcuno aveva avuto il denaro e l’influenza per infiltrarsi nella loro servitù, infliggendo loro un tale danno, e a Luke non sarà mai concessa la grazia di dormire sogni tranquilli sapendo che il burattinaio di tutto ciò è ancora là fuori. Aemond è stato in grado di voltare pagina dopo quell’evento, ma essere stato confinato nelle proprie stanze con la febbre puerperale aveva solo fatto in modo che quei ricordi riaffiorassero in Luke. 
 
 
Gli ha fatto ricordare ancora una volta della propria mortalità, e adesso Luke sa che non è pronto all’essere separato dalla sua famiglia. La cosa peggiore, però, è sapere che non ha alcuna scelta in merito. I suoi figli potrebbero scivolargli dalle dita in qualsiasi momento, talora gli Dèi decidessero di essere crudeli.
 
 
Aemond – il cui viso Luke si è abituato a vedere perennemente imperturbabile – diventa insolitamente cupo. “Lucerys, aspetti di nuovo un bambino? Ne abbiamo già parlato – i maestri hanno stabilito che il tuo corpo è ancora troppo debole per averne un altro.” Suo marito sembra così preoccupato che Luke non riesce ad evitare di ridere dalla sorpresa.
 
 
“Per amore della Madre, no.” Lui osserva le spalle di Aemond rilassarsi leggermente. “Mi vedi bere il tè della luna ogni volta che giacciamo insieme. Perché credi che io non abbia ancora ripreso peso? Quel dannato tè mi rovina l’appetito.” 
 
 
Suo marito si sistema meglio Valerion tra le braccia. “Se non stai bene, devi dire qualcosa. Non posso leggerti la mente, Lucerys.” Luke abbassa il proprio sguardo su Valerion, che sta osservando la loro conversazione con della curiosità fanciullesca. “E ti conosco da abbastanza tempo da sapere quando qualcosa ti affligge la mente – parlamene e me ne occuperò io.” 
 
 
La lettera non sigillata pesa come un macigno nella sua tasca, riempiendogli lo stomaco di terrore. 
 
 
Facendo attenzione, Luke srotola Arrax dalla propria vita, strascicando verso Aemond. Il suo zio-marito ha delle leggere borse sotto il suo occhio, e la sua treccia solitamente meticolosa ha delle ciocche che sbucano fuori. Luke si sporge in avanti fino a quando la sua guancia non si appoggia al petto di Aemond, e sorride quando i suoi occhi incontrano quelli di Valerion. Alza una mano e pizzica la guancia paffutella del piccolo, facendo in modo che il bambino gli rivolga un sorriso sdentato.
 
 
“Non è niente d’importante.” Piega la testa per guardare Aemond e, anche se suo marito non sembra convinto, Luke sceglie di ignorarlo. “Perché sei qui? Ti stai nascondendo dalle tue responsabilità? Non ti avrei mai immaginato a trascurare i tuoi doveri, Principe Aemond.” Lui dice con un sorrisetto. 
 
 
Aemond inarca un sopracciglio. “Il colloquio con Dorne è stato rimandato per via di problemi coi viaggi dei loro messaggeri. Lord Morrigen arriverà solo tra un paio di ore e nostro figlio mi ha chiesto di insegnargli le basi di come dare comandi ai draghi. L’ho portato qui per vedere Vhagar.” Luke spalanca gli occhi. “L’hai convinto che è destinato a rivendicare Seasmoke, e temo che non ci sia modo di fargli cambiare idea.” 
 
 
Luke ride in modo sommesso tra sé e sé, perché quello non gli ricorda per niente qualcun altro che conosce molto bene. 
 
 
“Lui è molto entusiasta al pensiero di avere un drago tutto suo.” Luke appoggia una mano sulla guancia sfregiata di Aemond. “Mi rende felice vedere che passi del tempo insieme a lui, Aemond. Davvero. Aenys è un bravo bambino – lui ti venera. So che vuoi che sia l’erede perfetto, ma lui è anche tuo figlio.” 
 
 
Aemond mantiene il suo sguardo. “Sono suo padre, non un suo amico – è il mio dovere verso la nostra famiglia assicurarmi che il titolo di lord venga lasciato in buone mani.” 
 
 
“Sì, ma tu sei suo padre, Aemond – non tuo padre.” Suo marito si acciglia guardandolo, ma Luke si limita a massaggiare la cicatrice di Aemond col proprio pollice. “Tutto ciò che nostro figlio vuole è la tua approvazione, ma lui si merita anche i gesti d’affetto che mostri alle nostre figlie. Gaemon e Valerion non sono ancora grandi abbastanza da capire cosa significhi essere i figli maschi di una grande casata. Aenys porta sulle sue spalle un grosso peso proprio come te – lascia che quello vi avvicini, invece di farvi allontanare.”
 
 
Lui riesce a vedere quanto Aemond stia riflettendo a fondo – la piega tra le sue sopracciglia e la tensione nella sua mascella sono entrambi dei segnali del fatto che sta contemplando delle cose che non è sicuro di come verbalizzare. Il suo matrimonio con Aemond ha reso Luke un esperto nel capire le abitudini e le emozioni del suo zio-marito senza che abbia bisogno di dire nulla. Senza dire una parola, suo marito si toglie la mano di Luke dalla guancia e se la porta alle labbra. “Credevo che tu fossi mio marito, non il mio consigliere.” Aemond gli preme un bacio sulle nocche. 
 
 
“Il consigliere più influente di un lord è colui che condivide il suo letto.” Luke sorride in modo ampio. “Tu desideri vedere la nostra famiglia prosperare, proprio come lo desidero io.'' L’occhio di Aemond traccia i tratti del viso di Luke con aria pensierosa. 
 
 
Infastidito dall’essere ignorato, Valerion si lamenta, dimenandosi tra le braccia di suo padre e allungando una manina per tirare i capelli di Luke. Luke libera la propria mano da quella di Aemond per poter prendere il loro piccolino dalle braccia di Aemond e risistemarlo di nuovo tra le proprie. “Ti lasceremo occuparti del nostro figlio maggiore.” Bacia il lato della testolina di Valerion – gli occhi ancora fissi su Aemond. “Mentre noi,” Luke fa rimbalzare Valerion tra le sue braccia, facendo ridacchiare il bebè. “Ce ne andremo a vedere il tuo draghetto.” 
 
 
Il custode di draghi ha già portato fuori il piccolo draghetto in questione. Il piccolo cucciolo di drago verde perlato di Valerion è avvolto attorno al polso dell’uomo, ma sta fissando suo figlio con degli occhietti vividi e decisi. Valerion allunga con entusiasmo le sue manine verso il proprio drago, dimenandosi in un tentativo di avvicinarsi. 
 
 
Prima che Luke si allontani, Aemond gli afferra il gomito. “Abbiamo ancora molto di cui discutere, più tardi. Cenerai insieme a me nel mio studio, così che potremo parlare indisturbati.” Luke vorrebbe dirgli di no – si rifiuta di consumare un pasto senza i loro figli, perché quella non è una cosa che Luke farebbe mai. Ma Luke non è dell’umore di avere a che fare con un Aemond gelido, e una serata passata tutto da solo insieme a suo marito non suona male del tutto
 
 
“Molto bene.” Tira via il proprio braccio. “Ti vedrò stasera. Adesso, se vuoi scusarmi.” Luke non si guarda indietro mentre si allontana, ma non ha bisogno di farlo – riesce a sentire il peso di quel singolo occhio sulla propria schiena a chilometri di distanza. 
 
 
 

 
 
 
“Non ci è permesso entrare nello studio del maestro, Saera.” Aenys borbotta dal fondo della scala. Quell’attrezzo di legno oscilla mentre il suo gemello e Toron tentano di stabilizzarlo sotto il peso in spostamento di Saera. “Mūna si arrabbierà quando scoprirà che siamo stati qui.”
 
 
Poggiando le mani sulla piattaforma, Saera si solleva sulla balconata dove sono custoditi i corvi. “Mūna non lo saprà mai, Aenys, perché nessuno glielo dirà. Devo rispondere a una lettera di Visenya e Maestro Anson è occupato da qualche altra parte.” Lei si mette la lettera tra i denti, tentando di aprire la gabbia che fa da casa ai corvi che vanno a Roccia del Drago. “Se non altro, nostro padre mi loderà per aver preso in- ini,” Lei aggrotta le sopracciglia, cercando di ricordare la parola giusta. Il gancio rifiuta di aprirsi, così lei tira con più forza fino a quando la serratura non scoppia. “Iniziativa!” Lei urla con un ampio sorriso. La sua vittoria ha vita breve però, visto che la sua scarpetta si impiglia sull’orlo del suo incantevole nuovo vestito verde, spedendola a cascare all’indietro con un tonfo forte. 
 
 
Polvere e fieno vorticano in aria e Saera tossisce – i capelli le si sono attaccati al viso mischiandosi con delle foglie alla rinfusa soffiate lì dentro dall’esterno. 
 
 
“Stai bene, Saera?” Toron chiede dal basso. La scala cambia posizione e, per un attimo, lei crede di stare per vedere la testa dell’erede Greyjoy saltare fuori, ma invece c’è solo dell’altro fruscio e il rumore di suo fratello che sibila qualcosa sottovoce. Saera alza gli occhi al cielo, infastidita. Toron è l’erede di una desolata isola rocciosa che è addirittura peggio di Roccia del Drago, eppure Aenys – che è un principe ed un erede a pieno diritto – si comporta come un piccolo bambino geloso ogni volta che Toron si azzarda a parlarle. Saera non si comporta mai in maniera gelosa perché una cosa del genere non sarebbe degna di una principessa, e lei è doppiamente principessa tramite sia sua madre che suo padre. Le sue septe potranno anche trovarla irritante, ma è lei che un giorno sposerà un ricco lord o forse addirittura un altro principe – le importano ben poco le opinioni di chiunque altro al di fuori dei suoi genitori. 
 
 
Lentamente, Saera si rialza e si toglie la polvere dal vestito. “Sto bene!” Lei grida verso le persone in basso. C’è dell’altra baruffa giù in basso, ma Saera lo ignora, preferendo invece raccogliere la propria lettera e afferrare il volatile. Il corvo messaggero sbatte le ali in modo erratico, beccandole le mani col suo piccolo brutto beccuccio, e Saera digrigna i denti dalla frustrazione, annodando con attenzione il filo intorno alla sua zampetta prima che la propria mano inizi a sanguinare. Finalmente, il filo viene fissato al suo posto e il corvo si tira via dalla presa di Saera. Gracchiando in modo arrabbiato, vola via dalla sua gabbia metallica – con le ali che sbattono rapidamente per trasportarsi fuori dalla finestra aperta. 
 
 
“Va bene, ho finito – aiutatemi a scendere.” Lei lancia un’occhiata oltre il bordo del parapetto, osservando suo fratello e i loro protetti lottare con la scala. Improvvisamente, il rumore di un volatile che entra volando dentro la stanza attira la sua attenzione. Saera non ha familiarità coi volatili del vivaio – perché dovrebbe mai perdere tempo con loro? – ma la lettera legata alla caviglia del falco stuzzica la sua curiosità. Saera è molto orgogliosa del fatto di essere una studentessa nettamente migliore del suo fratello gemello. Un giorno, Aenys diventerà il Lord di Summerhall dopo loro padre, ma Saera lo sorpassa di gran lunga per quanto riguarda i loro studi. Lei aveva imparato le lettere molti mesi prima di lui, per questo lei riesce a leggere i libri con facilità, anche se certe volte fa fatica a pronunciare certe parole. Ma leggere la propria calligrafia o quella dei suoi genitori è molto diverso dal leggere quella degli altri, e prima d’ora lei non ha mai letto le lettere di altre persone, a parte quelle di sua zia. 
 
 
Il corvo piega la sua testolina di lato quando Saera allunga una mano per slegare la cordicina che tiene la lettera. 
 
 
“Saera, non t’azzardare ad aprire quella lettera! Leggere la corrispondenza di un lord è un crimine.” Aenys abbaia dal basso e Saera grugnisce. Essere una gemella ha molti benefici, incluso il fatto di avere un amico che semplicemente non poteva sbarazzarsi di lei, ma significa anche che è incastrata con qualcuno che sembra sempre essere al corrente dei suoi pensieri.
 
 
Lei strappa via la missiva dalla caviglia del volatile. “Idaña (gemello), solo perché hai passato la mattinata con nostro padre, non significa che sei diventato il Lord di Summerhall. Non ti è permesso darmi ordini.” Roteando la pergamena, lei passa il pollice sopra il sigillo di cera. È giallo e con un cervo stampato sopra, e lei annaspa. “Royce, che aspetto ha il sigillo di Lord Baratheon?” Saera si affaccia oltre la piattaforma, fissando i tre bambini in basso. Royce la fissa di rimando – con degli occhi blu scuro spalancati e delle sopracciglia nere aggrottate dalla confusione.
 
 
“E io che ne so?” Lui risponde, lanciando uno sguardo ad Aenys al proprio fianco. “L’ultima volta che ho visto mio padre è stato quando avevo l’età di Naerys!” Toron e Aenys afferrano entrambi i lati della scala per aiutarla a scendere. Una volta che ritorna coi piedi per terra, Saera si volta per fronteggiare i ragazzi – con la lettera ancora in mano. 
 
 
Aenys gliela strappa velocemente dalle dita, tenendola sollevata in aria quando Saera allunga una mano per provare a riprendersela. “Se Maestro Anson trovasse questa lettera col sigillo rotto, nostro padre lo scoprirebbe.” Subito dopo, lui si porta la lettera ad altezza visiva così da esaminarne il sigillo di cera. “Ma per rispondere alla tua domanda, questo è il sigillo di Lord Borros – l’ho visto su dei documenti commerciali nello studio di nostro padre.” Royce lancia un’occhiata oltre la spalla del fratello di Saera con interesse.
 
 
“Come fai a sapere che è quello di mio padre e non quello di qualcun altro?” Chiede il ragazzino delle terre della tempesta.
 
 
Suo fratello indica qualcosa e Saera si sporge più vicino per guardarlo. “I Lord hanno sempre della cera speciale per mostrare di essere loro quelli a spedire la lettera. Questa qui ha del vero oro mescolato alla cera. Nostro padre mischia il blu e il verde per eguagliare One-Eye, così che nessun altro possa copiarlo.” Saera guarda suo fratello con meraviglia, perché nemmeno lei lo sapeva. Aenys si acciglia leggermente, ma sembra più imbarazzato che arrabbiato. “Che c’è? Non sei l’unica che presta attenzione durante le lezioni.” 
 
 
“Perché Lord Targaryen dovrebbe parlare mai con mio padre?” Royce prova ad afferrare la lettera, ma Aenys gli schiaffeggia via la mano. 
 
 
Saera fa un verso d’assenso, sedendosi su una sedia accanto alla scrivania. “Forse è un’offerta di matrimonio!” I ragazzi si zittiscono immediatamente, fissandola con degli enormi occhi confusi. 
 
 
“Matrimonio?” Royce grida. “Non posso sposarmi! Siamo tutti troppo piccoli per sposarci. Non sono nemmeno ancora un cavaliere!” 
 
 
Lei ride davanti al dramma del ragazzino più giovane. “Perchè no? La Regina Aemma aveva solo pochi anni più di noi quando sposò mio nonno.” Aenys fa una faccia corrucciata, ma Toron annuisce come se capisse. “E poi che c’è di così brutto nello sposarmi, Royce? La mia bisnonna è una Baratheon attraverso sua madre. Principessa Saera, Lady di Casa Baratheon – non ti piace come suona?” Il viso del suo lontano cugino sbianca, come anche quelli di suo fratello e del loro protetto. “Personalmente a me no. Capo Tempesta è un posto così tetro.” Royce rilascia un sospiro sollevato e Saera si acciglia. “Che c’è? Sposarmi sarebbe davvero così terribile?”
 
 
“Preferirei non essere imparentato con Lord Targaryen – lui è spaventoso.”
 
 
Saera ride fragorosamente perché a quello non può controbattere. “Non importa, io non voglio essere la Lady di Capo Tempesta, comunque. Preferirei sposare Zio Jace o Zio Viserys – almeno loro sono belli.” Aenys si acciglia guardandola.
 
 
“Il principe Jacaerys è già sposato, brutta testa vuota. E perché vorresti sposarti con Zio Viserys? Lui non erediterà niente.” 
 
 
Incrociando le braccia, Saera alza gli occhi al cielo. “Il Principe Jacaerys è sposato con una donna che non riesce nemmeno ad avere un figlio in salute.” Lei mormora sottovoce. Zia Baela era incinta quando era venuta qui l’ultima volta, e da allora non c’è stata nessuna notizia su quello che sarebbe stato il nuovo cugino di Saera. Non è stato difficile comprendere che qualcosa era andato storto a riguardo. Aenys inarca un sopracciglio verso di lei, attendendo una risposta, così lei si limita a rispondere, sbuffando. “Preferirei essere una principessa nella Fortezza Rossa invece di una lady di una qualche brutta isola come Pyke.            
 
 
“I Greyjoy sono una delle Grandi Casate di Westeros,” Toron la trafigge con lo sguardo e Saera trasalisce, perché Toron non la trafigge mai con lo sguardo. “Dovresti essere contenta di avere addirittura delle scelte su chi ti sposerai.” 
 
 
Saera sposta lo sguardo su Aenys per avere del supporto, ma suo fratello si limita a scrollare le spalle. Sbeffeggiandolo, lei si rialza spolverando il proprio vestito. “Stavo solo scherzando – voi eredi non siete per niente divertenti.” Mantenendo le proprie gonne, lei si incammina verso la porta, aprendola. “Andrò a giocare con Naerys e Gaemon, perché almeno loro non si lamentano tutto il tempo!” Con quello, lei sbatte la porta e marcia fuori dallo studio del maestro. 
 
 
Aenys, Toron e Royce non capiscono – loro sono tutti degli eredi di grandi titoli di lord con ricchezza e potere. Saera è molto giovane, ma non è stupida. Tutto ciò che lei ha è il suo futuro matrimonio e non è un crimine il fatto che lei ne desideri uno buono! Suo padre è innamorato della sua mūna, ma i matrimoni come i loro sono rari – le sue septe si assicurano di ricordarglielo costantemente. Quasi tutte le lady devono sorbirsi per mariti dei vecchiacci che avevano degli schifosi bastardi. Lei vorrebbe sposarsi qualcuno di onorevole come i suoi zii o anche i suoi cugini. Saera digrigna i denti perché i maschi sono così stupidi. Se potesse fare a modo suo, lei prenderebbe Rainweaver e tornerebbe alla corte reale dove le persone cadrebbero ai suoi piedi perché è una principessa – i maschi stupidi lì non avrebbero alcun diritto di parlarle in quel modo. 
 
 
“Perché sembri così arrabbiata, tesoro mio?” Saera incespica fermandosi davanti a sua madre. Il Lord di Summerhall ha il fratellino più piccolo di Saera allacciato al petto con una stola, con Gaemon accanto a lui con una mano nella sua. Valerion si limita a fissarla per un momento, prima di accoccolarsi più vicino alla loro madre, mentre Gaemon la saluta con la mano con entusiasmo. C’è anche una donna dall’aspetto semplice, con dei capelli scuri e un vestito turchese, accanto a lui – che tiene un proprio piccolo bebè tra le braccia. “Oh, chiedo perdono,” Lui si volta verso la donna. “Questa è la mia figlia di cui ti stavo parlando. Saera, questi sono Lady Morrigen e suo figlio, Gyles. Sono di Nido del Corvo.” 
 
 
La donna – Lady Morrigen – le sorride. “E’ un piacere conoscerti, Principessa Saera. Sei bella proprio come dicono le voci.” 
 
 
Saera decide che le piace questa donna. Lei ricambia il suo sorriso, facendole una riverenza proprio come le hanno insegnato le sue septe. “Buonasera, Lady Morrigen. Mi dispiace di averti interrotta. È stato scortese da parte mia.”
 
 
“Caspita, hai una figlia molto in gamba, Principe Lucerys.” Lady Morrigen dice, facendo in modo che la madre di Saera sorrida con orgoglio. “Lei mi ricorda tua madre.” 
 
 
Mūna fa un verso d’assenso, abbassando una mano per sistemare una ciocca di capelli dietro l’orecchio di Saera. “Ah, non sei la prima a dirlo. Anche se vedo molto di suo padre in lei.” Saera si illumina a quel complimento. Suo padre è l’uomo più intelligente che sia mai vissuto, quindi essere paragonata a lui – dalla propria madre, non di meno – è un grande onore. Mūna si raddrizza e si volta verso Lady Morrigen. “Bè, è stato un vero piacere conoscerti, Lady Morrigen. Temo che mi tocchi congedarmi da te.” Il suo tono di voce si abbassa leggermente. “Spero che tu rifletta su quello di cui abbiamo discusso.” Saera osserva quello scambio con confusione, visto che i suoi genitori discutono raramente di questioni del regno fuori dai loro studi. La Lady di Nido del Corvo se ne va con un inchino educato, sparendo oltre il corridoio insieme al suo figlioletto che tiene in braccio. Saera guarda sua madre con un’espressione incuriosita, ma la sua Mūna si limita a sorridere – accarezzando gentilmente la testa di Gaemon.
 
 
“Tuo padre ed io ceneremo insieme privatamente questa sera.” Lui le passa la mano di Gaemon e il piccolo bimbo la strattona con grande entusiasmo. “Non dovremo essere disturbati, capito?” 
 
 
“Sì, Mūna.” Saera sobbalza al suono della voce del suo gemello. Lei si volta di scatto e vede Aenys starsene in piedi solo qualche passo dietro di lei. Ma quando ci è arrivato lì?
 
 
La loro madre sorride, slegandosi Valerion dal petto con attenzione. “Perfetto. Se avrete bisogno di qualcosa, parlatene con Septa Mira o con Septa Karol.” Lui passa il loro fratellino più piccolo ad Aenys e il bebè piagnucola per l’essere stato separato dalla loro madre. Mūna preme un bacio sulla fronte di ognuno di loro, prima di raddrizzarsi a piena altezza. “Vi vedrò tutti domattina quando faremo colazione. Vi voglio molto bene.” Lui sorride dolcemente, prima di voltarsi e di dirigersi verso lo studio del padre di Saera. 
 
 
Valerion piagnucola tra le braccia di Aenys, dimenandosi contro di lui per afferrare la figura in ritirata della loro madre. Aenys sospira, cambiando posizione al loro fratellino fino a quando il piccolo non sta guardando direttamente lui. Valerion tira su col naso per un attimo, prima di alzare una manina appiccicosa e schiaffarla contro il viso del suo gemello con un’espressione vacua. 
 
 
“Come mai non ti sta gridando contro?” Saera aiuta Gaemon a trotterellare in direzione della stanzetta dei bambini. “Lui odia chiunque non siano mūna o nostro padre.” Il loro fratellino più piccolo è strano – lui fa raramente qualche suono e non mostra alcun interesse quando Saera o chiunque altro prova a giocare con lui. Le uniche persone che sembrano piacere al bebè sono i loro genitori, e l’unico momento in cui fa qualche suono è quando le balie provano a portarlo via ad uno dei due. 
 
 
Aenys grugnisce, togliendosi le manine insistenti di Valerion dal viso. “Penso che lui creda che io sia nostro padre. Stessi capelli e occhi – non può di certo capire la differenza.” Valerion schiocca di nuovo il suo pugnetto contro Aenys e il suo gemello sospira rumorosamente.
 
 
“Forse gli piaci e basta.” Aenys la guarda male. “Oh, non fare quella faccia, Idaña (gemello) – potresti sposarlo un giorno!” 
 
 
Suo fratello fa una smorfia. “Che schifo, smettila di parlare così tanto di matrimonio. Valerion non riesce nemmeno ancora a usare il vasino.”  Saera si limita solo a ridere più forte, oscillando avanti e indietro il braccio di Gaemon per far ridacchiare il bambino.
 
 
“Cosa credi che stiano discutendo di così importante da fare in modo che Mūna salti la nostra solita cena insieme?” 
 
 
Scrollando le spalle, Aenys si volta verso il corridoio che porta alla stanzetta dei più piccoli, nei meandri della Fortezza. “Probabilmente si tratta del Re. Nonno è sempre più vecchio e le cose saranno strane quando la nonna diventerà Regina.” Saera incespica fermandosi di colpo, voltandosi per fronteggiare il suo gemello che cammina dietro di lei a qualche passo di distanza.
 
 
“Credi che Nonno stia per,” Lei si guarda intorno per vedere se nei paraggi c’è qualche servitore, prima di sussurrare quietamente, “Morire?” 
 
 
Aenys alza gli occhi al cielo per via delle sue parole esitanti, come se non sia proprio lui il patito del rispetto e delle noiose formalità. “Nostro padre ha menzionato che il Re è sempre più malato, mentre stavamo facendo visita a Vhagar.” Suo fratello fissa nel vuoto per un istante. “Credo che lo stesse dicendo a Vhagar e che si sia semplicemente dimenticato per un attimo che ero lì. È stato strano – non l’ho mai visto così… non lo so.” 
 
 
“Bè, che succederà quando…” Saera stringe la mano di Gaemon e il suo piccolo fratellino alza lo sguardo su di lei con un sorriso con pochi dentini. “Che ci succederà quando Nonna diventerà la Regina?” Lei ed Aenys arrivano alla porta della stanzetta dei bambini, dove riesce a sentire Naerys e il suo cane zampettare in giro. “Le cose cambieranno?” Saera fissa il suo gemello. 
 
 
Aenys sistema meglio Valerion tra le proprie braccia, prima di scrollare le spalle e di aprire la porta. “Spero di no.” 
 
 
 

 
 
 
Aemond ha imparato molte cose riguardo suo nipote da quando si sono sposati. Lucerys non sopporta il sapore delle mele aspre, così Aemond si assicura sempre di ordinare mele rosse dall’Altopiano. Anche se è senza speranze quando si tratta di bilanciare i conti, suo marito è stranamente competente per quanto riguarda le negoziazioni. Lui vuole bene ai loro figli con una devozione che certe volte snerva Aemond, ma si spaventa facilmente per colpa dei temporali che passano su Summerhall. 
 
 
Lucerys si mordicchia le unghie quando è in ansia, ma ciò significa anche che non vuole discuterne la causa. Ed è esattamente quello che sta facendo in questo stesso momento. 
 
 
Quando Aemond ha trovato Lucerys a borbottare sottovoce al suo drago, nella fossa, ha subito capito che c’era qualcosa di strano nell’uomo più giovane. In verità, Aemond aveva capito che c’era qualcosa di sbagliato nel momento in cui si era svegliato nelle prime ore del mattino e Lucerys non era ancora accoccolato contro il suo fianco a dormire. Suo marito potrà anche averlo accusato di essere indifferente ai suoi sentimenti, ma Aemond non lo era. Francamente, è difficile ignorarli. Lucerys si agita al minimo cambiamento dei venti e aveva passato i primi anni del loro matrimonio con l’aspetto di qualcuno che era sempre sull’orlo delle lacrime. Aemond conosce Lucerys come se le loro menti siano solo una, anche se suo nipote crede diversamente. 
 
 
Pertanto, vedere che qualcosa lo sta angosciando in modo così ovvio, ma che lui continua a rifiutarsi di verbalizzarlo, riempie di frustrazione Aemond a non finire. Aemond aveva passato l’ultimo anno, nello specifico i mesi successivi alla difficile nascita di Valerion, prendendosi cura di Lucerys così da poter vedere suo nipote riprendersi. E lui si era ripreso, col tempo. Ripulire la loro servitù, rimpiazzandoli tutti con dei servitori verificati, aveva calmato suo marito per un po’, ma aver partorito Valerion aveva chiaramente messo a dura prova la salute del giovane uomo – mente corpo. 
 
 
Mettendo giù sul tavolo la forchetta, Aemond allunga la mano e allontana il dito di Lucerys dalla sua bocca. Per un momento, suo nipote sbatte le palpebre come un gufo guardandolo, prima di arrossire di un’incantevole tonalità di rosso. 
 
 
“Perdonami,” Lucerys abbassa lo sguardo sul proprio piatto e spilucca il cinghiale arrosto con la forchetta. “Mi ero perso nei miei pensieri per un attimo.” 
 
 
Aemond fa un cenno d’assenso nel proprio bicchiere di vino al miele. “Quello è ovvio.” Lucerys arriccia le labbra in un broncio, guardandolo male da sotto le ciglia con pochissimo impeto. 
 
 
“Aenys come se l’è cavata con Vhagar? Eravate già andati via quando avevo finito nella fossa del drago.” C’è un pizzico di speranza nella voce di suo nipote. 
 
 
“Vhagar non lo è stato a sentire, ovviamente.” Lucerys annuisce, continuando a pungolare il proprio cibo. “Ma lui ha mostrato poca esitazione nell’approcciarla. Sarà un ottimo cavalcatore di draghi col tempo.” 
 
 
Aenys irradiava così tanta energia nervosa che Aemond non poteva ignorarla nemmeno se avesse voluto. Il suo figlio maggiore mostra uno spiccato interesse per i draghi, anche più di Saera, nonostante il fatto che l'uovo blu scuro del bambino se ne sta ancora lì, non schiuso, nelle sue stanze. Aemond aveva portato i suoi gemelli a fare il loro primo volo sopra Vhagar solo qualche mese dopo la loro nascita, quindi il suo drago si è limitato soltanto a sbuffare, permettendo ad Aenys di accarezzarle le scaglie, mentre il piccolo si esercitava col Valyriano antico. 
 
 
‘Presto ne avrò uno,’ Aenys aveva detto, con uno sguardo temprato fisso sul drago di Aemond. ‘Te lo prometto, Padre.’
 
      
Aemond era rimasto in silenzio mentre suo figlio continuava a borbottare tra sé nella loro antica lingua, ma l’orgoglio – o almeno quello che Aemond suppone sia orgoglio paterno – gli vorticava nel petto. Lucerys si preoccupa di loro figlio come se il bambino sia un passerotto che ha un bisogno costante di cure materne, ma i loro gemelli stanno dando prova di essere dei veri draghi più di ogni altro loro giovane parente. Aemond lo accoglie il fuoco dei loro figli – Lucerys è quello che ne sembra spaventato. 
 
 
“E’ un bene.” Suo nipote gli rivolge un sorriso riservato, con gli occhi ancora fissi sul cibo che non ha ancora toccato. 
 
 
Lui prende un profondo respiro. “Mangia il tuo cibo, Lucerys. Non voglio che tu deperisca perché stai permettendo che i tuoi pensieri ti consumino.” Suo marito è troppo magro. I suoi fianchi sporgono mentre un tempo portavano con sé della rotondità per via della gravidanza, e il suo viso sembra più affilato in stile valyriano invece che morbido e… Strong. Lucerys sospira, raccogliendo un po’ di carne e di cavoletti dal piatto e infilandoseli in bocca con un’espressione irritata. Del succo di carne gli fa brillare le labbra, ed Aemond si schiarisce la gola mentre guarda la lingua rosa dell’uomo più giovane sfrecciare sul suo carnoso labbro inferiore per ripulirlo.  
 
 
Soddisfatto del piatto mangiucchiato di Lucerys, Aemond si rilassa sulla propria sedia. Il salottino del suo studio è caldo per via delle candele accese che lo tengono scarsamente illuminato, e c’è un lieve spiffero che penetra dalle finestre aperte. 
 
 
“E’ tardi.” Lucerys dice sommessamente, piegando la testa per guardare fuori dalla finestra con malinconia. “I bambini sono senza dubbio già addormentati. Oggi Valerion non ha avuto un adeguato riposo, visto che è stato con me tutto il giorno.” Aemond fa un verso d’assenso prendendo un altro sorso di vino. Lucerys si morde il labbro – i suoi incisivi lo mordicchiano come un coniglio. “Perché volevi cenare con me stasera? Prendo sempre i miei pasti coi bambini e,” Suo marito cambia leggermente posizione sul proprio sedile imbottito. “E avremmo semplicemente potuto parlare quando ti saresti ritirato nel nostro letto stanotte.” Aemond inarca un sopracciglio e Lucerys arrossisce immediatamente perché sono entrambi ben consapevoli che il loro letto serve a due scopi e nessuno dei due è conversare
 
 
Allungando una mano nella tasca del suo mantello, Aemond tira fuori una pergamena con un sigillo rotto e la piazza davanti a suo marito. Lucerys la coglie dal tavolo ed esamina il sigillo con curiosità. 
 
 
“Da Lord Baratheon.” Aemond dice mentre Lucerys la srotola. “Ha richiesto che io rescinda la mia tutela su suo figlio e che gli rispedisca Royce entro le prossime due settimane.” Lucerys sbatte le palpebre verso di lui con sorpresa. La cosa più strana è che Aemond riesce a vedere un’espressione sollevata sul viso di suo marito. 
 
 
“Perché così improvvisamente?” Aemond si limita a scuotere la testa. Suo nipote mette da parte la missiva. “Suppongo che non possa essere evitato. Naerys sarà triste nel veder partire quel bambino, ma si tratta di un bambino in meno di cui devo occuparmi.” Lucerys strappa un dolcetto dal vassoio dei dessert, e prende un morso dal pasticcino. Della crema zuccherosa gli sporca le dite e le labbra, e quel bastardo senza maniere ne succhia i rimasugli dalle dita come il piccolo selvaggio che è. “Questo è tutto? Valeva a malapena tutto il trambusto che hai fatto, qybor (zio).” 
 
 
Con un sorriso laconico, Aemond tira fuori l’altra lettera. Lucerys si sta allungando verso un altro dolcetto, quando i suoi occhi vagano sul pezzo di carta che lui tiene in mano. Uno sguardo al rotto sigillo di cera nero con sopra un drago a tre teste, e il viso di suo nipote diventa pallido come la neve. 
 
 
“Per quanto a lungo intendevi nascondere che stai corrispondendo con tua madre?” Le mani di Lucerys si sporgono improvvisamente verso il proprio mantello blu, picchiettandosi fino a quando Aemond non sente le dita di suo marito incresparsi intorno a qualcosa. “Se è una delle tue tante lettere nascoste ciò che stai cercando, non preoccuparti, taoba (ragazzo). Maestro Anson ha ricevuto questa qui quando eri ancora in giro con nostro figlio. Ha provato a metterla da parte, ma l’ho notata prima che avesse la possibilità di lasciartela nel tuo salottino.” 
 
 
Lucerys deglutisce, un’espressione piena di panico gli passa sul viso. “Non hai alcun diritto di intrometterti nelle mie cose in questo modo.”
 
 
“Ne ho tutto il diritto, Nipote. Io sono tuo marito – tu sei mio.” Lucerys si alza velocemente dal proprio posto, il rumore delle gambe legnose della sedia che raschiano contro il liscio pavimento di pietra riecheggia per lo studio silenzioso. Aemond lo osserva incrociare le braccia al petto e ritirarsi dall’altra parte della stanza per fermarsi accanto alla finestra, dandogli le spalle come un bambino beccato a rubare dei dolcetti dalle cucine. “Perché la mia sorellastra ti sta convocando incessantemente? Che cosa le stai scrivendo che devi a tutti i costi tenere segreto?” 
 
 
Le spalle di Lucerys diventano tese. “Io non sto tenendo niente segreto.” 
 
 
Gaomagon daor pirtir naejot issa, issa prūmia (Non mentirmi, mio cuore).” Aemond ringhia. 
 
 
“Non ti sto mentendo, Aemond! Io non sto parlando con lei!” Lucerys grida, voltandosi per fronteggiarlo con occhi pieni di lacrime. “Io la sto ignorando.” 
 
 
Aemond resta in silenzio, guardando il modo in cui Lucerys abbassa lo sguardo sulle proprie mani e inizia a distruggersi le unghie nel modo in cui lo fa anche sua madre. Alla fine, Lucerys tira fuori una lettera propria e, praticamente, la lancia contro Aemond. La carta si è ingiallita per l’essere stata toccata troppo, ed è fortemente stropicciata, come se sia stata piegata e dispiegata numerose volte. 
 
 
“Mia nipote, Laena – lei non sta bene.” Aemond passa il pollice sulla carta. Lui aveva sentito della bambina, ma d’altra parte era impossibile non sapere della nascita della figlia di suo nipote. Il futuro erede al trono di spade ha un erede lui stesso. Una femmina, sfortunatamente, ma è comunque una figlia. Ciò che era sorprendente era stata la mancanza di festeggiamenti per l’occasione. Ad Aemond non importava particolarmente – Valerion era nato solo un paio di mesi dopo, ma il silenzio di Lucerys riguardo la sua nuova nipote era stato evidente. Non era raro che un neonato non sopravvivesse al suo primo anno di vita. È spiacevole, sì, ma è una spiacevole parte della vita. “Anche mio nonno è malato e in fin di vita.” Lui alza lo sguardo su Lucerys con sorpresa. Lord Corlys ha la reputazione di essere quasi immortale, secondo le storie che Aemond aveva sentito. Sentire che un lord così rinomato, anche se spesso illogico, potrebbe perdere la vita per colpa di un qualcosa di così misero come una malattia, è un pensiero terribile. 
 
 
“Sono delle circostanze davvero sfortunate.” Aemond mormora, mettendo la lettera da parte. “Pregherò che entrambi guariscano presto.” 
 
 
Lucerys sbuffa col naso. “A te non te ne frega niente della mia famiglia.” 
 
 
“Tuttavia non augurerei la perdita di un figlio a nessuno.” Lui sbotta. 
 
 
Lucerys lo guarda con vergogna, sbattendo le palpebre, prima di avvolgere le braccia intorno a sé più fermamente. “Lo so. Perdona che io abbia detto – quello,” Passa il peso da un piede all’altro. “Non è quello che intendevo. Io intendevo solo –”
 
 
“Lo so cosa intendevi, mio Lord Strong.” Lucerys si acciglia guardandolo. Sembra un uccellino offeso, Aemond pensa tra se’. “Ci stiamo allontanando dall’argomento in questione – perché stai ignorando la mia sorellastra, come sostieni tu?”
 
 
Suo nipote indica la lettera messa da parte. “Con mio nonno malato, Vaemond Velaryon sta mettendo in discussione la pretesa di mio fratello su Driftmark.” Aemond non può dire di essere particolarmente sorpreso. Casa Velaryon è altezzosa quanto ogni altra casata sopravvissuta al disastro. “Joff era piccolo quando Ser Laenor è morto – loro tolleravano la mia eredità perché mio padre parlava di me con affetto in vita. Joff… lui lo conosceva a malapena nostro padre, ed ha vissuto a Nido dell’Aquila sotto la custodia della cugina di nostra madre, quindi Vaemond sostiene che Joff non sia degno del trono di legno.” Il disprezzo nella voce di suo nipote è palpabile. 
 
 
“E’ nel pieno diritto di Lord Vaemond mettere in discussione la linea di successione della sua stessa casata.” Lucerys corruga il viso e Aemond alza una mano. “Non credo che avrà successo.” Suo nipote sospira con sollievo, ed Aemond non riesce ad evitare di ridacchiare. 
 
 
“C’è qualcosa di divertente, Milord?” Lucerys dice digrignando i denti. 
 
 
Aemond si rilassa sulla propria sedia. “Mia sorella non ha alcun interesse per noi, a meno che non sia per servire i suoi interessi.” Ridacchia. “Adesso, ci manda a chiamare come se fossimo i suoi vassalli, così che lei possa mettere su un teatrino per difendere la pretesa su Driftmark di quel ragazzino.”
 
 
“Quel ragazzino è mio fratello.” Lucerys sbotta, ed Aemond alza lo sguardo su di lui con un sopracciglio inarcato. “E non permetterò che Vaemond Velaryon rubi Driftmark alla mia famiglia solo perché mio nonno è in fin di vita.” 
 
 
Le labbra di Aemond si piegano in un ghigno. “Attento, ābrazȳrys (moglie), tu sei un Targaryen di Summerhall, non un Velaryon di Roccia del Drago. Questa non è una battaglia che spetta a te combattere.” Suo nipote sbuffa col naso, alzando gli occhi al cielo. “Ad ogni modo, la decisione spetterà al Re, e lui senza dubbio si pronuncerà a favore di tuo fratello.”
 
 
“O spetterà a Otto Hightower – il Primo Cavaliere di tuo padre. Quand’è stata l’ultima volta che mio nonno si è seduto sul trono per giudicare le istanze?” Lucerys sputa fuori, con l’irritazione che aumenta. 
 
 
Lui osserva Lucerys dalla testa ai piedi, e l’uomo più giovane si piega di più su se stesso in modo conscio. “Parli così intensamente, eppure non mi hai ancora spiegato perché ti stai nascondendo da una convocazione da parte di tua madre.” La maternità ha reso suo nipote più tenero in diversi modi. Non importa quanto i loro figli si comportino male, lui alza raramente la voce ed è nel complesso una persona piuttosto gentile. Lo rende un partner adeguato e un genitore rispettabile, ma Aemond preferisce vedere suo marito selvaggio – lo preferisce quando si fa sentire. Il suo atteggiamento gentile è semplicemente una maschera per nascondere la piccola bestia che è in realtà.
 
 
Aemond trova molto piacevole punzecchiare quella facciata,
 
 
Lucerys gli strappa di mano il calice di vino e tracanna il liquido in un lungo sorso.
 
 
Fino a quando il suo dolce nipotino non sbotta. 
 
 
“Perché avevo quindici anni.” Lucerys sputa fuori, sbattendo il bicchiere sul tavolo. Aemond si appoggia al proprio pugno, esortando silenziosamente il suo furente marito a continuare. “Avevo quindici anni quando tutti loro mi hanno fatto sposare e mi hanno privato della mia eredità, e adesso mi chiedono di lasciare casa mia così che io possa guardare quello che un tempo era mio di diritto venir preso da qualcun altro? Come fa ad essere giusto?” Il viso di Lucerys è rosso dalla frustrazione. Aemond dovrebbe ricordargli che si erano sposati sotto decreto del Re in persona – che nessuno aveva un qualche potere su quella questione – ma ad Aemond piace parecchio vedere il suo piccolo maritino comportarsi in modo diverso dal suo solito atteggiamento quieto e compiacente. Il suo insolente piccolo Lord Strong è molto più allettante così. 
 
 
Aemond allunga una mano e riempie di nuovo il bicchiere di suo marito, senza dire una parola. Lucerys arrossisce, borbottando un ringraziamento sottovoce mentre prende un altro sorso. 
 
 
“Provi risentimento verso di loro per il fatto che ti hanno portato via Driftmark? Perdona il mio… fraintendimento, ma avevo l’impressione che tu non avessi alcun desiderio di ricevere un titolo di lord.” Aemond osserva Lucerys pizzicare i filamenti del proprio mantello. “Avresti preferito avere il trono di legno invece della famiglia che ci siamo costruiti insieme?”
 
 
Lucerys si congela, voltando la testa di scatto per rivolgergli un’occhiataccia truce che riesce a far vacillare addirittura Aemond per un attimo. “Non ti azzardare mai,” Lucerys sibila – con occhi duri e fiammeggianti. “Ad insinuare che io dia valore ad una qualsiasi altra cosa più dei nostri figli.” Aemond annuisce, con un leggero sorriso sulle labbra, e Lucerys si rilassa leggermente. “Quello di cui mi rammarico è che non mi era stata data una scelta. Io non riesco minimamente a sopportare il pensiero di far sposare Saera o Aenys con qualcuno senza almeno dar loro una scelta. Senza combattere per il loro diritto di scegliere – e che il Re sia dannato!” Le parole di suo marito sfociano quasi nel tradimento contro la corona, ma ciò fa solo in modo che il sangue di Aemond si infiammi ancora di più.  
 
 
“Quindi, ignorando tua madre, stai punendo la tua famiglia per non aver, come dici tu, lottato per te?” Lucerys annuisce con sicurezza e Aemond ridacchia. “Che piano stupido.” Lucerys trasalisce con sorpresa, esitando. “L’unico modo in cui chiunque percepirebbe la tua disobbedienza è come codardia. Sei il nipote del Re, sei il marito del figlio del Re – smettila di comportarti come un bambino, Lucerys.” Tira via la mano di Lucerys da dove stava giocherellando con l’orlo del proprio mantello, e lo attira a sé. “Se non ci presentassimo quando tutta la nostra famiglia si riunirà, come credi che ci farebbe venire percepiti?”
 
 
Riesce a vedere che Lucerys sta contemplando le sue parole – gli incisivi gli stanno mordendo il labbro in modo inconscio. “Perché vorresti presenziare a corte e stare al fianco della mia famiglia? Il tuo disprezzo per loro non è un qualcosa che fai uno sforzo nel nascondere, valzȳrys (marito).
 
 
“Non ho mai detto che dovremmo presenziare a corte per loro. La questione di Driftmark non è più affar nostro. Credo semplicemente che sia giunto il momento di rendere nota la presenza della nostra famiglia a corte.” Lucerys abbassa lo sguardo sulle loro mani unite, il suo pollice sta massaggiando il dorso del palmo di Aemond in modo ansioso. “Viaggeremo ad Approdo del Re dopo aver fatto partire il figlio di Lord Baratheon.” Riesce a sentire Lucerys rabbrividirgli contro la pelle. “Rimarremo solo il tempo necessario e torneremo a casa una volta che tutto si sarà sistemato.” Aemond abbassa la testa per incontrare lo sguardo di Lucerys. “Sono stato chiaro, taoba (ragazzo)?”
 
 
Lucerys chiude gli occhi, sospirando. “Sì, qybor (zio).” Suo marito gioca sommessamente con le dita di Aemond. “Tua figlia è impaziente di visitare la corte. Temo che le sue septe le abbiano riempito la testa di belle favolette su come sia.” Il più giovane si acciglia. “Devo ammettere che a me non manca neanche un po’ – avevo ancora un enorme pancione, eppure mi veniva già chiesto dei nostri piani riguardo i matrimoni della nostra futura prole.” Aemond fa un verso d’assenso. Lui ha ricevuto come minimo un centinaio di lettere da tutti i confini del mondo conosciuto, che indagavano sui potenziali fidanzamenti dei loro figli e delle loro figlie. Per quanto certi lord siano stati fin troppo schietti, Aemond preferisce avere delle opzioni per le sue figlie, invece di doversi accontentare di vederle sposate con degli uomini indegni di ricevere le loro mani in matrimonio. 
 
 
“Allora li terremo d’occhio con attenzione. Permetteremo ad Aenys e Saera di assistere all’istanza, così da poter insegnar loro a navigare la vita di corte – non puoi continuare a tenerli nella bambagia.” 
 
 
Lucerys sbuffa con un lieve sorriso. “Non parlare a me del tenere nella bambagia i piccoli. Se facessimo a modo tuo, Naerys non si sposerebbe mai.” Aemond non può controbattere a quell’affermazione. La loro figlia femmina più giovane è molto più dolce di quanto qualsiasi uomo possa mai meritare. Lucerys gli stringe la mano. “Non riesco ad evitare di preoccuparmi.” Lui dice timidamente. “Mi sono sentito così… felice ultimamente. E ogni volta che mi sento così, è come se i Sette in persona cerchino di distruggere quella felicità per il loro divertimento.” 
 
 
“Resta al mio fianco e non ti accadrà nulla di male.” Aemond ha già versato del sangue per la sua famiglia in passato – non ha paura a farlo di nuovo. 
 
 
Può sentire la morbidezza del palmo di Lucerys avvolgersi intorno al lato fregiato del proprio viso. Lucerys lo guarda con un’espressione che, anche dopo tutti questi anni, Aemond non riesce a decifrare. È sia gentile e sia affamata – un’espressione che sintetizza la loro unione in modo così appropriato. In un mondo ideale, Aemond terrebbe la sua famiglia nascosta dietro le mura del loro castello per sempre. Qui, possono ignorare la tensione nella loro famiglia che esiste da prima che entrambi fossero addirittura nati. 
 
 
Dietro queste mura, Lucerys è suo e soltanto suo. 
 
 
Ma lui e Lucerys non sono dei semplici lord. Hanno un dovere verso la loro casata, non importa quanto vogliano far finta del contrario. La lealtà è una cosa complicata, ma l’amore è ancora più complicato. Fa in modo che gli uomini agiscano irrazionalmente, e né lui né Lucerys sono mai stati bravi a bilanciare le due cose – il suo occhio mancante ne è una prova.
 
 
Lucerys preme le labbra sulla cicatrice che gli adorna il viso. “E’ tardi.” Lui ci sussurra contro. “I bambini si svegliano col sole – saranno in piedi prima ancora che noi avremo la possibilità di riposare.” Aemond avvolge un braccio intorno alla vita di Lucerys e lo strattona in avanti fino a quando suo nipote non gli ricade sul bacino. Lucerys inizia a gemere nel momento in cui Aemond gli serra le labbra sul lato del collo. Suo nipote gli si preme più vicino – con le dita che si arricciano nei capelli di Aemond mentre lo incita a succhiare e a mordere di più. Quella pelle sembra nel posto giusto sotto le proprie labbra, e Lucerys piagnucola quando alla fine Aemond è costretto ad allontanarsi per guardarlo. Lo sguardo caldo dell’uomo più giovane si è fatto più scuro, e il viso di suo nipote splende di rosso ed è bellissimo nella fioca luce delle candele. 
 
 
“Allora dobbiamo sbrigarci finché abbiamo ancora tempo.” 










 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
- Note della traduttrice:
 
 
--- Una delle cose che sono state chieste più spesso a Corviids (o a me) sono delle delucidazioni sul conflittuale rapporto tra Aenys e Aemond. Quindi ha chiarito delle cose.
 
Nella fic, Aemond è un padre severo con lui, ma come abbiamo visto in questo capitolo, fa uno sforzo per passare del tempo con suo figlio (anche se, inizialmente, solo per amore di Luke). Il problema è che Aenys ricorda ad Aemond se stesso, e il lato di Aemond che ha dei conflitti con le proprie figure genitoriali si ingelosisce nel vedere quella che essenzialmente è una versione in miniatura di se stesso ricevere così tante attenzioni e così tanto affetto da Luke, che è l’uomo di cui Aemond è innamorato.
 
In generale, Aemond fa fatica a legare con le persone, e ciò si estende ai suoi figli. Per lui è più facile andare d’accordo con le sue figlie femmine perché gli viene quasi d’istinto, mentre Valerion è l’eccezione dei suoi figli maschi perché Aemond lo vede come una versione in miniatura di Luke.
 
Come spesso rimarca (e rimarcherà) Alicent, Aenys è proprio la fotocopia di Aemond da bambino, e ad Aemond fa un certo effetto vedere Luke spupazzarselo sempre, perché Luke era quello che da bambino prendeva in giro baby Aemond, quindi vederlo essere così affettuoso con un nuovo “baby Aemond” fa in modo che Aemond si trovi quasi a pensare, ingelosito, “Ma non potevi trattare così anche me da bambino?”.
 
E appunto, Aenys è la fotocopia di Aemond bambino d’aspetto, che è il motivo che spinge Luke a ricoprirlo d’amore, perché Aenys fa ricordare a Luke i bei tempi, pre-casino dell’occhio, in cui lui e baby Aemond andavano d’accordo. Ogni volta che Luke sente Aenys lamentarsi del fatto di non avere un drago, e che un giorno ne vuole conquistare uno, Luke implode d’amore, perché è tutto così DA AEMOND, che il suo cuore non regge tanta pucciosità.
 
Stessa cosa vale per Aemond e il suo rapporto con Val, appunto. Aemond vede sto cosettino adorabile, tutto ricciolino e dai capelli scuri, e gli ricorda i bei tempi, pre-casino dell’occhio, in cui Luke era un cicciottino paffutello tenerello che lo inseguiva in giro. E gli viene spontaneo ricoprire d’affetto il piccolo Valerion.
 
Ad Aemond viene però difficile, al momento, mostrare affetto al se stesso bambino, al piccolo Aenys. Ma presto magari potrebbe ritrovarsi, nolente o dolente, ad aprirsi di più al piccolo…vedremo…  
 
 
 
--- È stato scritto da più persone, sia a Corviids e sia a me, di quanto sarebbe stato bello leggere anche il POV di Aemond sulla nascita di Aenys e Saera, così da vedere la sua reazione sul diventare padre per la prima volta di piccoli umani che erano per metà lui e per metà Luke, visto che abbiamo avuto i POV di Luke e di Rhaenyra sulla nascita dei gemelli. E quindi Corviids ci ha dato un piccolo accenno di quello che passava per la testa di Aemond in quel momento (e in un futuro capitolo vedremo altri dettagli a riguardo, non disperate).
 
Il primo pensiero di Aemond nel vedere i suoi gemellini è stato: “Porca puttana, ma che cazzo!”
 
Il suo secondo pensiero è stato: “Sono così piccoli!”
 
Anche se Aemond tentava sempre di farsi vedere come un duro, lui è spaventato ed immaturo tanto quanto Luke, ma in modo diverso. Aemond era abituato alle responsabilità, ma il diventare padre è una cosa completamente diversa dal fare il babysitter a Aegon quando è ubriaco marcio o dal fare tutto ciò che Otto o Alicent gli dicevano. In pratica, prima della nascita dei gemellini, Aemond si considerava come un qualcuno che sgobbava molto più di quanto non facesse in realtà. Ma, con la nascita dei gemelli, Aemond è stato inondato per la prima volta da vere responsabilità. Il rendersi conto che adesso avrebbe dovuto occuparsi della vita e della protezione di due piccoli esseri umani lo aveva colpito come un quintale di mattoni in testa.
 
Aemond ama i suoi piccini dal primo momento che li tiene in braccio, ma non sa come processare quell’amore. Può blaterare di dovere e onore quanto vuole, ma non aveva compreso la gravità della sua nuova vita insieme a Luke fino al momento in cui gli erano nati i gemelli.
 
Aemond in pratica era un bambino che fingeva di fare l’adulto, mentre Luke era un bambino costretto in ruoli da adulto, e all’improvviso si erano ritrovati a dover prendersi cura di due piccini.
 
 
 
--- Ecco il capitolo che ha fatto nascere ufficialmente la ship Aenys/Valerion, lol. Ma a detta di Corviids, Val sarà un bel po' conteso. Visto che anche Gaemon potrebbe perdere la testa per Val, come anche Aenys, molto probabilmente. Sempre a detta di Corviids, in questo scenario ipotetico, Aenys si avvicina a Val proprio per il fatto che Val è la fotocopia di Luke, vista l’ossessione di Aenys per la sua Muna. Mommy issues baby! Nel senso che se non fosse riuscito a conquistare Val, Aenys probabilmente avrebbe tentato pure di sedurre lo zietto Joffrey, perché a lui basta che sia qualcuno che somigli a Luke lol… in fondo, Aenys è un mini Aemond.
 
Per farvi capire, quando era molto piccolo, Aenys sognava di sposare Luke, da grande, sogno infranto quando crescendo aveva capito che Luke era già sposato con Aemond, hahah. Dire che aveva del risentimento verso suo padre per aver sposato Luke è riduttivo, lol. Ed era solo andata peggio quando era arrivato il momento in cui le sue septe gli avevano spiegato come si fanno i bambini, e vedendo il pancione di Luke (perennemente gravido) aveva iniziato a guardare male Aemond per giorni, non riuscendo ad immaginare Luke (che per lui era una Muna santa) a fare le cosacce, e non riuscendo a non pensare al suo Kepa come a un porcone, lol. 
 
La coppia Gaemon/Valerion invece è più buffa perché sono praticamente Luke ed Aemond, ma all’inverso. Mi spiego. Gaemon fisicamente somiglia ad Aemond, ma caratterialmente è solare, spensierato e puccioso quanto Luke. Mentre Val fisicamente somiglia a Luke, mentre caratterialmente è un mini Aemond, è tutto serio, un nerd sempre intento a leggere, e con l’ossessione per i draghi.
 
Corviids ha descritto questo “conflitto” tra Aenys e Gaemon per l’amore di Val come: l’erede di Summerhall, con i più complessi Mommy/Daddy issues della storia e la gamma emotiva di un cucchiaio contro il (probabile) futuro Lord Comandante della Guardia Reale che ha dei problemi di rabbia repressa e problemi di gelosia folle…chi la spunterà????
 
 
 
--- Corviids ha svelato che una delle idee per il futuro della Saera di questa fic è di farla sposare proprio col suo adorato zietto Viserys, facendo in modo che insieme loro abbiano i tre figli che Viserys ha avuto effettivamente nel canon. Nella fic i tre figli avrebbero sempre gli stessi nomi, visto che Saera vorrebbe chiamare il proprio primogenito “Aegon”, perché è una grande fan di Aegon il Conquistatore, vorrebbe chiamare la sua figlioletta “Naerys” in onore della sorellina, e in ultimo vorrebbe chiamare il terzo nato “Aemon”, perché avrebbe voluto chiamarlo inizialmente “Aemond”, come suo papà, ma Aemond non desidera affatto che altri “sfigati” siano costretti a portare il suo nome, volendo invece che quel nome muoia con lui, e quindi Saera finirebbe per scegliere di chiamare suo figlio “Aemon”, perché è un nome che si avvicina abbastanza a quello del suo Kepa.
 
Ricordatevi questo appunto sulla storia d’amore futura tra Saera e Viserys quando arriveremo al capitolo 10 di questa fic…è molto più divertente così, lol. Come si suol dire…la storia si ripete.
 
P.s, sì…la figlia di Aemond si sposerebbe col figlio di Daemon…quei due, come consuoceri finirebbero per uccidersi malamente, lol.
 
 
 
--- Aemma aveva sposato Viserys I quando lei aveva solo 11 anni, per questo Saera nel capitolo ha commentato che Aemma non era tanto più grande di tutti loro quando si era sposata.
 
Quel gran maiale di Viserys l’aveva messa incinta la prima volta quando lei aveva solo 13 anni (lui ne aveva 16/17), contro il parere dei maestri preoccupati per la salute della giovane sposa. Quella poverina ha passato quasi un decennio perennemente gravida fino a morirne, con un corpo stanco e distrutto, a soli 23 anni (in HOTD l’hanno resa più grande…sbagliando a mio parere…bisognava mostrare quanto Viserys fosse ancora più stronzo e coglione di quanto visto).
 
 
 
 
 
 
Descrizioni dei figli delle saghe scritte di Corviids, “Gilded lilies” e “Misty Dream” (o meglio, dei figli che si conoscono finora…).
 
Queste descrizioni si applicano ad entrambe le serie (per questo c’è scritto "il drago di Aemond" in maniera generale, invece di un nome).
 


Aenys 
 
Il fratello gemello di Saera. In realtà, lui è il secondo ad essere nato (è nato qualche minuto dopo Saera), ma essendo il figlio maschio più grande di una famiglia reale, viene ritenuto il fratello maggiore. Anche se è un bravo bambino, Aenys ha sfortunatamente ereditato il caratteraccio irascibile di Aemond; è molto protettivo nei confronti di Luke, dei propri fratelli e delle proprie sorelle, e generalmente crede che nessuno sia degno di loro. Lui è l’erede di suo padre e prende quel fatto molto seriamente, al punto di essere un po’ distaccato a volte – non riesce davvero a comprendere delle cose che non siano le regole della società, e crede nella potenza di Casa Targaryen più di tutto. Aenys è irruento e spesso non riflette bene prima di agire, mentre Saera calcola sempre tutto, a livelli snervanti. Lui è emotivamente intelligente, ma non è molto garbato, e si ingelosisce con facilità. Alla fine, tutto ciò che Aenys vuole è l’approvazione di Aemond.
 
 
Saera 
 
La sorella gemella di Aenys, Saera è in realtà nata per prima e si crogiola di quel fatto. D’aspetto lei assomiglia a Rhaenyra e viene spesso paragonata a lei, ma Luke crede che lei abbia preso dalla sua omonima (Saera, figlia di Jaehaerys) e da Viserra per quanto riguarda la sua personalità. Per dirla senza mezzi termini, lei è una bomba, e se non ottiene ciò che vuole, lo farà diventare un problema di tutti. Nonostante il fatto di essere la più grande, Saera non ha alcun desiderio di essere l’erede di suo padre; lei vuole vivere la sua vita facendo quello che le pare e senza portare il peso di un titolo che per lei sarebbe solo una zavorra. Lei è felice di essere venerata come seconda Delizia del Reame. Le uniche persone che lei rispetta un minimo sono i suoi genitori, perché sono gli unici che hanno il potere per poterla effettivamente punire. Intelligente, scaltra e affascinante, Saera è capace di leggere una persona come un libro aperto, riuscendo a colpire quella persona nel punto dove fa più male. La cosa più intelligente è farsela amica piuttosto che averla come nemica. 
 
 
Naerys
 
Accecata da neonata, Naerys non ha alcun ricordo di quando aveva la vista, quindi non è infastidita da “ciò che si sta perdendo''. A causa della sua indisposizione, Aemond è incredibilmente protettivo con lei, al punto che lei viene raramente lasciata da sola senza lui o Luke. Lei è molto sensibile ai fattori esterni, sentendosi facilmente sopraffatta e scoppiando spesso a piangere, fino a quando Luke o Aemond non riescono a calmarla. A differenza di Saera, Naerys ha il cuore tenero ed è genuina, ma proprio come Saera, ha una vena malvagia quando diventa frustrata. È molto affezionata agli animali, preferendo la compagnia del proprio cane o del drago di Aemond a quella dei propri fratelli, addirittura. Gli animali non fanno domande – o sono gentili o sono cattivi, perciò sono facili da capire. 
 
 
Gaemon
 
Il secondogenito maschio senza un complesso da secondogenito maschio. Ha preso da Daeron e vorrebbe diventare un cavaliere della Guardia Reale invece di essere il figlio di scorta all’erede Aenys. A differenza del resto dei suoi fratelli, lui non ha un particolare attaccamento verso Luke. Preferisce passare il suo tempo coi suoi fratelli e le sue sorelle, o insieme ai cavalieri, ed è generalmente un bambino felice. Di tutti i figli, lui sarebbe il più indicato al venir preso in custodia altrove, lontano da casa, perché è una persona socievole ed estroversa. Del resto, Gaemon è comunque una persona silenziosamente giudicante, ed è probabilmente il più Hightower di tutti i figli Lucemond. 
 
 
Valerion
 
Con capelli castani e occhi più scuri, Val è il figlio che prende fisicamente da Luke più di tutti. È un bambino tranquillo ed introverso, e generalmente trova sgradevoli chiunque o qualunque cosa non siano il suo drago o i suoi genitori, soprattutto Luke (è un enorme mammone). Siccome è un bambino molto intelligente e studioso, Val potrebbe diventare un maestro da grande, se lo desiderasse. In netto contrasto, Valerion non è molto intelligente a livello emotivo, ed è molto schietto, al punto da essere scortese in modo non intenzionale. Questo rende difficile per lui legare coi suoi fratelli, le sue sorelle, con altre persone e farsi nuovi amici. A peggiorare, in modo non intenzionale, questa situazione, ci pensa Aemond, che stravede per lui e gli mostra un livello d’affetto che viene visto solo con Luke o Naerys. Questo porta a della tensione tra Val e Aenys, nello specifico, soprattutto perché Aenys vuole essere l’erede perfetto e conquistare l’approvazione di suo padre, mentre a Valerion gli era stata semplicemente concessa fin dalla nascita. 
 

 
 
 
 
 
 


Altre fan-art stupende di Corviids:
 
 
Aenys contro Aemond…
 

 
 
 
 
Aemond insieme ai suoi adorati Naerys e Valerion…
 

 
 
Luke e Aemond che dormono abbracciati…
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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