Disclaimer: i
personaggi citati non sono miei, ma dei legittimi proprietari. Gli
elementi di mia invenzione come trama e luoghi, invece, sono soltanto
miei. La fic non è stata scritta a scopo di lucro.
Credits: i credits alle frasi scelte sono inseriti nei capitoli corrispondenti, per fare più ordine. Il titolo e le parti di canzoni che accompagnano i capitoli sono dell’omonima “Gonna change my way of thinking” di Bob Dylan.
Questa storia ha vinto il contest "Changement", poi trasformato in sfida, di Lely1441 e Bluemary e indetto sia su Writers Arena che su EFP Forum.
Consisteva nello scrivere qualcosa inerente a un cambiamento, ispirandosi ad alcune frasi.
Sono quattro capitoli, alla fine dei quali inserirò il giudizio delle due giudici.
Capitolo 1.
“E’ blu”.
Kurenai sospirò al sentire quelle due brevi parole.
Asuma cercò di capirci qualcosa, tenendo in una mano il pezzettino di cartone – con quella linea ormai inevitabilmente blu – e nell’altra dei fogli di carta che tentava di leggere. “E questo vorrebbe dire, secondo il foglietto illustrativo… Ecco, trovato, sì! Significa che…”
“Sono incinta” spiegò calma, andando a sedersi accanto al suo uomo.
Uomo che si irrigidì impercettibilmente quando quelle altre due brevi - ma lo stesso significative - parole arrivarono al suo cervello. “Già… Così sembra” sussurrò.
“Ma in fondo me lo aspettavo” chiarì lei, sorridendo appena.
“Sì, questa era solo… una conferma” decretò, passandole un braccio intorno alle spalle.
Kurenai sospirò ancora, guardando la notte silenziosa e ignara fuori dalla finestra aperta. Si soffermò appena sul davanzale, dove i suoi tulipani crescevano rigogliosi, per poi essere attratta da un rumore fin troppo noto.
“Credo che quelle non avranno vita lunga, d’ora in poi…” lo ammonì, notando il pacchetto di sigarette aperto nella sua mano.
“Oh, beh… certo! È solo per… Va bene” capitolò, riposando l’oggetto nella tasca.
Lei sorrise, mentre Asuma le baciava i capelli e le passava una mano sulla pancia. “Stai bene?” gli chiese.
“Sì, credo” sottolineò lui. “Dovrò smettere di allenare il mio Team”.
“E perché?” domandò stupita.
“Per starti più vicino”.
“So badare a me stessa” disse soltanto.
Calò quindi un silenzio teso e carico di aspettativa, dove ognuno era immerso nei suoi pensieri, sperando che l’altro facesse qualcosa, qualunque cosa, per smuovere la situazione.
“Comunque è blu” riprese il discorso lei, togliendo dalle mani di Asuma il cartoncino del test di gravidanza. “Molto blu.”
“Ho notato, è un blu intenso”.
“Secondo te che significa?”
“Oh, beh… Che è molto decisa a venire al mondo”.
Kurenai ridacchiò. “Femmina?”
Lui scrollò le spalle. “Non sarebbe male avere due donne nella propria vita…”
E lei non riuscì proprio a trattenere la risata, abbracciandolo forte e lasciandosi accarezzare i capelli.
“Comunque eviterò le cene fuori da ora in poi, e tornerò a casa a un orario decente. E le sigarette, sì, non fumerò più, te lo prometto” continuò l'uomo, sicuro, riprendendo il discorso di prima.
Kurenai rise piano. “Non è necessario nulla del genere”.
“No?! Ma tu sei…”
“…Incinta” finì lei.
“E io non so se sono follemente felice o terrorizzato a morte…” dichiarò.
“Addirittura? Non sei tu che devi rinunciare all’alcool” sdrammatizzò la donna.
“…So solo che ho una gran voglia di urlare!” ammise, mentre la sua gamba aveva iniziato a muoversi inconsciamente.
Kurenai, allora, si allontanò un po’ per guardarlo negli occhi. “Una te la concedo”.
Asuma sorrise, alzandosi piano per non strattonarla e passandosi una mano tra i capelli, incerto. “Sai, è per lo stress…”
“Sì”.
“E’ l’ultima, te lo prometto” dichiarò solenne, infilando la mano nella tasca di prima ed uscendo sul balcone.
“Lo so”.
Genitore… Non sarebbe stata una cosa facile. Loro erano ninja, sapevano uccidere i nemici, non spolverare con il borotalco dei pannolini! E ora invece cambiava tutto, il loro stile di vita, le loro priorità, dovevano diventare più responsabili di quanto già non comportasse crescere un Team di Shinobi. Uno a testa, per la precisione.
E tenere a bada un bambino era davvero così difficile come raccontavano? E ricordare gli orari dei pasti e delle sveglie? Per non parlare della gravidanza di Kurenai, restavano sette mesi e mezzo complicati…
Ma il futuro appariva stranamente meno incerto.
“Kurenai” la richiamò, abbassando poi l’accendino dalla punta della sigaretta. E forse era la luna, pensò lei, ma i suoi occhi mai aveva brillato in quel modo. “Ci ho pensato” le fece sapere. “E sono follemente felice”.
Rise, alzandosi e correndo ad abbracciarlo, baciandolo piano, ma con tutta la passione che aveva in corpo, mentre la sigaretta scivolava a terra dalle dita di lui, ora intrecciate nei capelli di lei.
“Pensi che lei lo sappia?” le chiese, in modo infantile.
“Cosa?”
“Che è amata da suo padre”.
Kurenai lo baciò ancora, stavolta con più decisione. “Lo saprà. Glielo dirai tu stesso”.
E quel “Ti amo” furono le due ennesime, brevi, significative e meravigliose parole pronunciate quella sera.
Note: ce ne sono fin troppe di fanfic tristi su loro due, ma in fondo i loro momenti tranquilli e spensierati ce li avranno avuti anche loro, no?
Leggetevi anche la raccolta di Arwen88, è bella! *-*
Frasi scelte:
Non c'è vera felicità se non quella di cui ci si accorge di godere. Il bambino è felice, è vero, ma siccome lo viene a sapere soltanto molto più tardi è come se non lo fosse mai stato. [Alexandre Dumas figlio]
Per un momento le bugie diventano verità. [Fëdor Dostoevskij]
Credits: i credits alle frasi scelte sono inseriti nei capitoli corrispondenti, per fare più ordine. Il titolo e le parti di canzoni che accompagnano i capitoli sono dell’omonima “Gonna change my way of thinking” di Bob Dylan.
Questa storia ha vinto il contest "Changement", poi trasformato in sfida, di Lely1441 e Bluemary e indetto sia su Writers Arena che su EFP Forum.
Consisteva nello scrivere qualcosa inerente a un cambiamento, ispirandosi ad alcune frasi.
Sono quattro capitoli, alla fine dei quali inserirò il giudizio delle due giudici.
Gonna
change my way of thinking
Capitolo 1.
“E’ blu”.
Kurenai sospirò al sentire quelle due brevi parole.
Asuma cercò di capirci qualcosa, tenendo in una mano il pezzettino di cartone – con quella linea ormai inevitabilmente blu – e nell’altra dei fogli di carta che tentava di leggere. “E questo vorrebbe dire, secondo il foglietto illustrativo… Ecco, trovato, sì! Significa che…”
“Sono incinta” spiegò calma, andando a sedersi accanto al suo uomo.
Uomo che si irrigidì impercettibilmente quando quelle altre due brevi - ma lo stesso significative - parole arrivarono al suo cervello. “Già… Così sembra” sussurrò.
“Ma in fondo me lo aspettavo” chiarì lei, sorridendo appena.
“Sì, questa era solo… una conferma” decretò, passandole un braccio intorno alle spalle.
Kurenai sospirò ancora, guardando la notte silenziosa e ignara fuori dalla finestra aperta. Si soffermò appena sul davanzale, dove i suoi tulipani crescevano rigogliosi, per poi essere attratta da un rumore fin troppo noto.
“Credo che quelle non avranno vita lunga, d’ora in poi…” lo ammonì, notando il pacchetto di sigarette aperto nella sua mano.
“Oh, beh… certo! È solo per… Va bene” capitolò, riposando l’oggetto nella tasca.
Lei sorrise, mentre Asuma le baciava i capelli e le passava una mano sulla pancia. “Stai bene?” gli chiese.
“Sì, credo” sottolineò lui. “Dovrò smettere di allenare il mio Team”.
“E perché?” domandò stupita.
“Per starti più vicino”.
“So badare a me stessa” disse soltanto.
Calò quindi un silenzio teso e carico di aspettativa, dove ognuno era immerso nei suoi pensieri, sperando che l’altro facesse qualcosa, qualunque cosa, per smuovere la situazione.
“Comunque è blu” riprese il discorso lei, togliendo dalle mani di Asuma il cartoncino del test di gravidanza. “Molto blu.”
“Ho notato, è un blu intenso”.
“Secondo te che significa?”
“Oh, beh… Che è molto decisa a venire al mondo”.
Kurenai ridacchiò. “Femmina?”
Lui scrollò le spalle. “Non sarebbe male avere due donne nella propria vita…”
E lei non riuscì proprio a trattenere la risata, abbracciandolo forte e lasciandosi accarezzare i capelli.
“Comunque eviterò le cene fuori da ora in poi, e tornerò a casa a un orario decente. E le sigarette, sì, non fumerò più, te lo prometto” continuò l'uomo, sicuro, riprendendo il discorso di prima.
Kurenai rise piano. “Non è necessario nulla del genere”.
“No?! Ma tu sei…”
“…Incinta” finì lei.
“E io non so se sono follemente felice o terrorizzato a morte…” dichiarò.
“Addirittura? Non sei tu che devi rinunciare all’alcool” sdrammatizzò la donna.
“…So solo che ho una gran voglia di urlare!” ammise, mentre la sua gamba aveva iniziato a muoversi inconsciamente.
Kurenai, allora, si allontanò un po’ per guardarlo negli occhi. “Una te la concedo”.
Asuma sorrise, alzandosi piano per non strattonarla e passandosi una mano tra i capelli, incerto. “Sai, è per lo stress…”
“Sì”.
“E’ l’ultima, te lo prometto” dichiarò solenne, infilando la mano nella tasca di prima ed uscendo sul balcone.
“Lo so”.
Genitore… Non sarebbe stata una cosa facile. Loro erano ninja, sapevano uccidere i nemici, non spolverare con il borotalco dei pannolini! E ora invece cambiava tutto, il loro stile di vita, le loro priorità, dovevano diventare più responsabili di quanto già non comportasse crescere un Team di Shinobi. Uno a testa, per la precisione.
E tenere a bada un bambino era davvero così difficile come raccontavano? E ricordare gli orari dei pasti e delle sveglie? Per non parlare della gravidanza di Kurenai, restavano sette mesi e mezzo complicati…
Ma il futuro appariva stranamente meno incerto.
“Kurenai” la richiamò, abbassando poi l’accendino dalla punta della sigaretta. E forse era la luna, pensò lei, ma i suoi occhi mai aveva brillato in quel modo. “Ci ho pensato” le fece sapere. “E sono follemente felice”.
Rise, alzandosi e correndo ad abbracciarlo, baciandolo piano, ma con tutta la passione che aveva in corpo, mentre la sigaretta scivolava a terra dalle dita di lui, ora intrecciate nei capelli di lei.
“Pensi che lei lo sappia?” le chiese, in modo infantile.
“Cosa?”
“Che è amata da suo padre”.
Kurenai lo baciò ancora, stavolta con più decisione. “Lo saprà. Glielo dirai tu stesso”.
E quel “Ti amo” furono le due ennesime, brevi, significative e meravigliose parole pronunciate quella sera.
I'll
tell you something
Things you never had you'll never miss
(Ti dirò qualcosa
Le cose che non hai mai avuto non ti mancheranno mai)
Gonna change my way of thinking - Bob Dylan
Things you never had you'll never miss
(Ti dirò qualcosa
Le cose che non hai mai avuto non ti mancheranno mai)
Gonna change my way of thinking - Bob Dylan
Note: ce ne sono fin troppe di fanfic tristi su loro due, ma in fondo i loro momenti tranquilli e spensierati ce li avranno avuti anche loro, no?
Leggetevi anche la raccolta di Arwen88, è bella! *-*
Frasi scelte:
Non c'è vera felicità se non quella di cui ci si accorge di godere. Il bambino è felice, è vero, ma siccome lo viene a sapere soltanto molto più tardi è come se non lo fosse mai stato. [Alexandre Dumas figlio]
Per un momento le bugie diventano verità. [Fëdor Dostoevskij]