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Autore: crige    12/08/2023    1 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Uno. Due. Tre.
Tieni gli occhi chiusi mentre scandisci il tempo.
Trattieni il respiro, lasciandoti sprofondare.
Il suono del nulla nelle orecchie.

Uno.Due. Tre.
Riempi la mente di numeri.
Conti per non pensare.
Conti per cercare di buttare un' ancora in quel mare di pensieri.

Uno. Due. Tre.
Come i secondi che ti son bastati per buttarti e immergerti in quel manto blu in movimento.
Come i secondi con cui hai deciso di andare giù.
Uno, due, tre... una cosa per volta.

E te lo ripeti come un mantra mentre prendi fiato in quell' apnea di emozioni.
Il solo desiderio di spegnere tutto per qualche secondo.
Tre.
Tre secondi.

Decidi che puoi concederteli.
Puoi concederti qualche momento per te.
Per stare male, per fare la vittima, per piangerti addosso.
Perché sì, è vero, non serve a nulla.
Ma è un buon punto da cui ripartire.

Tre battiti del cuore per ricordarti che sei vivo.
Che va bene lasciarsi andare.
Che non è un reato, non è sbagliato.
E' necessità.

Uno. Due. Tre.
Lo ripeti ancora.
La morsa si stringe tanto da far male.
Ma è giusto così.
Deve far male.
Datti tempo.

Stringi le braccia contro il tuo corpo.
In un abbraccio silenzioso per ricordarti di volerti bene.
Per darti il sostegno e la forza.
Tutto quello che ti occorre per tirare fuori la testa dell' acqua.

Ma aspetta, non avere furia.
Non ti rincorre nessuno.
Prenditi del tempo per te.
Per te e basta.
Non è essere egoisti.
E' essere onesti.

Uno. Due. Tre.
Come le spinte che ti riportano su.
Come i battiti che ora ti rimbombano nelle orecchie.

Uno...due....Tre.






La leggera brezza tipica delle sere d' estate entra dalla porta finestra del terrazzo, lasciata aperta.
La posso quasi vedere ondeggiare tra le teste dei miei amici che si muovono a ritmo di musica.
Vaga tra tutti loro e sembra bearsi come me della visione di averli tutti insieme.
Ancora per una volta.

Domani mattina Francesca se ne andrà di nuovo.
Io e Eleonora abbiamo quindi deciso di ospitare tutti quanti per un' ultima serata insieme.
Un' ultima serata fino alla prossima che non sappiamo quando avverrà.

Siamo qui a cercare di non pensare a domani, ma solo a divertirci.
Eppure sembra come se ci fosse un macigno invisibile a schiacciarci sempre più in basso.
Ridiamo, scherziamo, beviamo e balliamo come se nulla fosse.
Ma uniti dalla consapevolezza che niente sarà più come prima.

-Sei troppo pensierosa- Alessia mi si para davanti sorridendo -tieni- mi porge una bottiglia di birra che accetto di buon grado -bevi e smettila di pensare alle cose brutte-

-Ma come fai?- chiedo sinceramente colpita -io al posto tuo starei in un angolo a piangere tutto il tempo!-

-Oh e lo farò, credimi- ancora un altro sorriso -ma non stasera. Non questa sera che posso averla ancora qui tutte le volte che voglio! Domani starò male, ora voglio solo stare bene!-

-Ok, chi sei tu?- le punto un dito contro -che ne hai fatto della mia migliore amica?-

-L'ho lasciata dieci minuti fa nel tuo bagno mentre faceva sesso con la sua bella contro il tuo lavandino!- scoppia a ridere -è comodo sai?-

-Cosa hai fatto tu?- urlo, indignata -brutta stronzetta!- scoppio a ridere -lo so che è comodo- le faccio un occhiolino sorridendo ammiccante.

-Non avevo dubbi!- si unisce alle mie risate, iniziando ad ondeggiare a tempo di musica.

-Siete diventate proprio spudorate tu e Francesca! Sembrate due adolescenti in calore!- esclamo, improvvisando un balletto con lei -fate concorrenza a me e alla bionda!-

-Impossibile!- ride più forte, prendendo poi un lungo sorso dalla sua birra.

Non so come questa ragazza faccia a rendermi sempre più fiera di lei.
E non mi riferisco al sesso spudorato.
Oh beh, o almeno non solo a quello.
Ma a questo suo nuovo modo di reagire alle cose, alle situazioni.

Domani la persona che ama se ne andrà lontano da lei e sarà esattamente solo questo.
Solo la persona che ama.
Che ama e che non potrà mai avere.
Io al posto suo non riuscirei a starmene qui a ridere e a ballare.
La ammiro davvero tanto.

-Ehi belle gnocche!- Ilaria spunta dietro di noi, abbracciandoci -avete visto la star della serata?-

-L' ultima volta che l' ho vista è stato dieci minuti fa- risponde la mia amica, lanciandomi un' occhiatina complice -poi è sparita-

-Oh, sarà a buttar giù qualche birra da qualche parte!- dico io sbrigativa -ben arrivata, bellezza!-

-Amore- Lucia ci raggiunge, posando un braccio intorno alla vita della sua ragazza -ti ho preso questa- le allunga una lattina -ciao ragazze!- si rivolge poi a noi -state proprio bene con quei due vestitini abbinati!-

-Grazie- rispondiamo in coro.

Comunque io e la mia migliore amica stiamo sempre bene.
Certo questi vestiti fasciano a perfezione i nostri corpi perfetti, ma questo è un altro discorso.
Ieri abbiamo fatto un giro in centro per negozi.
Siamo entrate dentro al nostro preferito separandoci.
Avevamo deciso che avremmo scelto qualcosa e che ce lo saremmo provato senza farlo vedere prima all' altra.

Così quando tutte e due abbiamo trovato il vestito giusto, siamo andate in camerino.
Una volta fuori ci siamo guardate e siamo scoppiate a ridere.
Avevamo scelto esattamente lo stesso identico abito, solo lei bianco e io rosso.
Un vestitino estivo senza spalline che arriva a metà coscia.
Stretto in vita e largo in fondo.
Ovviamente li abbiamo presi senza pensarci troppo.

Ad un certo punto una rumorosa risata ci fa voltare tutte nella solita direzione.
Eleonora e Francesca ridono di gusto al centro della sala.
Ecco dove era finita.
Dovevo immaginarlo.

La mia fidanzata le butta il braccio sano al collo, trascinandola in un passo a due.
Francesca le posa le mani sui fianchi, attirandola a sé.
Sono quasi naso contro naso, mentre continuano a ridere tra di loro.
Un sorriso gemello nasce spontaneo sul mio volto e quello di Alessia, quando Eleonora si allunga scrocchiandole un bacio sulla guancia.

Dato che io e Alessia siamo finite con due vestiti uguali, abbiamo deciso di fare altrettanto con loro due.
Abbiamo fatto indossare loro, due short di jeans identici e due camice di lino.
Bianca per la mia bionda e beige per Francesca.
Devo dire che stanno benissimo.

-Devo andare in bagno- afferma Ilaria, dileguandosi.

Io e la mia migliore amica ci guardiamo stranite, ma come due che la sanno lunga.
Lucia dal canto suo sembra non essersi accorta della cosa.
Si è semplicemente offerta di tenerle la sua birra.

-Ma a voi non da per niente fastidio?- domanda quest' ultima, indicando le nostre dolci metà sempre più vicine tra loro.

-Naaah- rispondo io, con un gesto della mano -il loro è un amore platonico. Se io e Ale ci mettessimo nel mezzo perderemmo in partenza- scoppio a ridere, seguita a ruota dalla mia amica -hanno solo un rapporto speciale e fidati, meglio vederle quando sono così che quando non si parlano. Diventano due cagacazzo assurde-

-Ti ricordi quella volta che io e Francesca litigammo di brutto e tu te la ritrovasti in camera vostra in piedi davanti la porta?-

-Certo- libero un' altra risata -mi alzai per farle prendere il mio posto. Tornai dopo un' ora e le trovai che dormivano abbracciate come due bambine- sorrido al ricordo -si impara a conviverci-

-E tu che hai fatto?- chiede stupita la rugbista.

-Ah niente, mi sono sdraiata accanto a loro e ho ripreso a dormire!- alzo le spalle sorridendo -non era la prima volta e di sicuro non è stata l' ultima! Come ho detto: ci si impara a convivere!-

-Un po' meno quando la tua fidanzata ha il superpotere di arrivare sempre nei momenti meno opportuni!- soffia guardandomi malissimo -come quella volta che piombò in camera nostra proprio mentre lo stavamo facendo e sai cosa fece Francesca?- chiede, voltandosi verso Lucia e continuando una volta averla vista scuotere il capo in un cenno negativo -mi disse di vestirmi e di lasciarle da sole! Ma ti pare?- ride di nuovo -ormai non ci facciamo più caso. Loro ci amano e quello che c'è tra quelle due è troppo grande per mettersi nel mezzo. Finiremo col perderle. Sono necessarie l' una all' altra. Preferiamo vederle così che quando sono arrabbiate tra di loro e non si parlano-

-Non avrei saputo dirlo meglio- passo un braccio attorno alle sue spalle -in realtà le amanti siamo noi-

-Giusto- si unisce alle mie risate.

Sia Eleonora che Alessia mi hanno raccontato cosa è successo tra Lucia e Ilaria.
Posso capire la ragazza, sicuramente, ma se continua così finirà per perderla.
Quello che c'è tra Ilaria e Francesca è simile a quello che c'è con Eleonora.
Se non impara a convivere con quel rapporto, dovrà rinunciare a Ilaria.
Perché per quanto si ami una persona, a volte ci sono legami ancora più forti.

-Torno subito-

Mi dileguo andando a cercare la rossa.
Immagino che debba sentirsi come Eleonora per la partenza imminente di Feffe.
E non poterne parlare apertamente con la sua ragazza non deve essere facile.

La trovo fuori dal bagno, appoggiata al muro.
Si fissa le punte dei piedi completamente immobile.
Non la vedo neanche respirare.

-Ehi- mi avvicino, toccandole leggermente una spalla -tutto bene?-

-Ehi- si riscuote dai suoi pensieri, portando lo sguardo su di me -se sei qui immagino che tu sappia tutto-

-Sì- annuisco, mortificata -posso essere sincera?-

-Avanti- mi incita con un cenno della mano -dimmi pure la tua-

-Vai da Francesca e fregatene- affermo, dura -vi lega qualcosa di più di una semplice amicizia, che non è amore, ma non per questo vale meno! Non lasciare che qualcuno si metta nel mezzo-

-Lo so- mormora, sospirando -ma io la amo davvero tanto e Francesca partirà, quindi se prendere le distanza la fa stare meglio, devo farlo-

-No io non credo- scuoto la testa -se lei ti ama davvero deve capire- soffio, sicura -pensi che all' inizio per me e Alessia fosse facile vedere Feffe e Eleonora insieme? Che ci piacesse essere scacciate dai propri letti? Che non ci ribollisse il sangue nelle vene a vederle appiccicate? Ma abbiamo imparato a capire cosa le lega e che tipo di rapporto hanno. Credo che anche per Lucia dovrà essere così-

-Ma..-

-Dico che dovresti andare da lei e mettere in chiaro le cose e non è che voglio intromettermi, ma credo che Francesca meriti qualcosa di più da te che un semplice abbraccio di circostanza solo perché sennò la tua ragazza ti fa delle storie-

Detto quello giro sui tacchi e la lascio lì.
So benissimo che non sono affari miei.
So perfettamente che non dovevo intromettermi, eppure non ho potuto farne a meno.
Lei è triste e Francesca ha uno sguardo strano che non mi piace.

Alessia mi ha detto che era parecchio giù di morale dopo la visita di Ilaria.
Che ci è rimasta davvero male per il fatto che la sua amica l' abbia tagliata fuori con così tanta facilità.
Non se lo aspettava.
Spero che Ilaria faccia quello che la fa stare meglio.

Torno in salotto e sia Alessia che Lucia sono sparite.
Francesca e Eleonora sono sedute sul divano e parlottano come una coppietta felice.
Tutti gli altri si stanno dando ai balli di gruppo.
Poi noto Lorenzo in piedi in un angolo contro il muro con una birra in mano, da solo.
Continua a fissare la mia fidanzata e Feffe con uno sguardo strano.

-Ehi- lo saluto avvicinandomi -che ti frulla in quella testolina vuota?-

-Sempre molto gentile, Erica- sorride, voltandosi a guardarmi -cercavo di godermi la mia birra in pace-

-Capisco- annuisco -e quello sguardo da cane bastonato che ti ritrovi fa parte di quel quadro?-

Non mi risponde, si limita a sospirare per poi riportare lo sguardo su quelle due.
Posso intuire quali siano i suoi pensieri.
In fondo Francesca è la sua migliore amica.
E lui è il mio ex, quindi so benissimo leggergli le cose in faccia.

Non so però cosa potrei dire per farlo stare meglio.
Anche perché io per prima non ho idea di come stare meglio.
Da domani sarà tutto diverso.
Per tutti noi.

-Sai, Feffe si è presentata da me nel cuore della notte la sera che siete andate al sushi- afferma -era in crisi perché aveva deciso di ripartire e perché voleva andare a letto con Alessia, ma aveva paura che facendolo le avrebbe fatto ancora più male quando se ne sarebbe andata-

-E' venuta da te?-

-Si- sorride -prima di Federica eravamo sempre insieme. Io, lei e Alessandro passavamo prticamente tutto il tempo tra di noi. Capitava spesso di ricevere un suo messaggio in piena notte perché aveva combinato un casino- una leggera breve risata abbandona le sue labbra -quella sera quando è venuta da me a parlarmi di Alessia, mi ha fatto ricordare i vecchi tempi. Sarà difficile riabituarsi alla sua assenza-

-Combinava spesso casini?- chiedo curiosa e cercando così di farlo distrarre dai brutti pensieri.

-Di continuo!- scoppia a ridere -era davvero un disastro da adolescente!-

Nessuno di loro tre parla mai del prima.
Del prima di Federica, intendo.
Sembra che ci sia un tacito accordo di non dire niente.
Neanche quando stavamo insieme, Lorenzo mi ha mai raccontato qualcosa.
Giusto qualche accenno ogni tanto.

Anche Alessia mi ha detto di non sapere praticamente nulla.
Francesca non ne parla volentieri e lei non vuole farle ricordare.
Non devono essere stati anni facili.
Questa è l'unica cosa certa che sappiamo.

-Menomale che c'eravate voi due allora!- sorrido, sfiorandogli una spalla.

-Ah, anche lei ci ha salvato le chiappe parecchie volte- ricambia il sorriso -sarà meglio che vada a cercare Betta, prima che Marta la faccia sbronzare come l' ultima volta-

-Corri!- esclamo, facendolo ridere.

Ultimamente escono spesso insieme con Marta e Alessandro.
Sono davvero belli da vedere tutti e quattro.
Si vede che si vogliono proprio bene.
E poi da quando la più piccola delle Creatini ha confessato di stare con il loro amico, anche Ele è più tranquilla.
Almeno adesso non si chiede sempre con chi finirà a letto, tutte le volte che esce di casa.
Ricordo che questo la faceva impazzire.
Da vera sorella maggiore!

Rido di quell' appunto mentale, decidendo poi di raggiungere la mia fidanzata.
Direi che Francesca me l' ha monopolizzata anche troppo.
Quando però giungo ai divani noto con sorpresa che Feffe non c'è più.
Al suo posto trovo Lucia.

-Perché sei una cazzo d' idiota!- mi siedo accanto alla mia bionda giusto in tempo per sentirle esclamare quelle parole -te l' hai vista come era Feffe con Federica!- soffia, quasi con rabbia -la guardava nello stesso identico modo con cui guarda Alessia! Ti pare che possa anche solo pensare alla tua bella in quel modo? Ti fai troppi problemi!-

-Beh, scusa tanto se la tua amica si è portata a letto la mia ragazza fino a poco tempo fa e ora continuano a non poter stare una lontana dall' altra!- sbotta di rimando l' altra -e..-

-E un par di palle!- sbuffa Ele -ti dico solo un' ultima cosa Lucia, poi fai come meglio credi: Ilaria c'era in un momento di merda per Feffe e viceversa. Certe situazioni ti uniscono in un modo che neanche puoi immaginare e fidati, io lo so benissimo!- la guarda con quei suoi occhi glaciali -quella ragazza ti ama al punto da far partire Francesca da sola e da essere andata da lei a dirle che la sua bella ha dei problemi con il loro rapporto e che quindi è meglio troncare un po' di cose- si lascia scappare una risatina sarcastica -ti dico solo che se Erica avesse chiesto a me una roba del genere , e te lo dico davanti a lei, io mi sarei categoricamente opposta! E non perché non la ami abbastanza, ma perché semplicemente alcuni legami sono impossibili da sciogliere e quello che io ho con Francesca non si può neanche spiegare!-

Menomale che era stata lei a dirmi di non intrometterci nelle loro questioni.
Sta difendendo a spada tratta Ilaria e questa cosa un po' mi sorprende e un po' no.
Mi sorprende perché, può dire cosa le pare, ma sappiamo benissimo entrambe che un pochino gelosa del loro rapporto lo è.
E invece non mi stupisce perché sta cosa tocca anche Feffe ed è questo che non sopporta.

-Non sopporto come si toccano!- ribatte in fine, incapace di sostenere lo sguardo della mia bionda -io lo so che Ilaria mi ama, ma non fa altro che correre da Francesca quando ha un problema, invece che parlarne con me!-

-Devi darle tempo Lucia! Vedrai che ora che Feffe parte, anche il vostro rapporto s' intensificherà! Devi far capire a Ilaria che può contare su di te, che può fidarsi e piano piano si aprirà. Le persone che hanno sofferto davvero, fanno fatica a lasciarsi andare con gli altri. Lei lo ha fatto con Francesca chissà dopo quanto tempo che non lo faceva con qualcuno! Ora sei arrivata tu e a modo suo sta cercando di farti capire quanto tu sia importante. Devi prendere i suoi piccoli passi come grandi traguardi!-

-D' accordo- annuisce, guardandola finalmente degli occhi -da quant'è che sei diventata così saggia, Capitano?- si apre in un sorriso divertito.

-Tutto merito mio!- intervengo alla fine -lo sappiamo tutti!-



                                                              **********

La breve conversazione con Erica mi ha scombussolato la testa.
Francesca me lo aveva detto quanto può essere intuitiva.
Mi ha raccontato che spesso riusciva a leggerle dentro senza che lei aprisse bocca.
Capisco sempre di più come mai la biondona sembra essere così persa di lei.

Sono dovuta uscire un po' in balcone a prendere una boccata d' aria.
Dovevo allontanarmi qualche minuto da Lucia e dagli altri.
Sentivo il bisogno di starmene da sola.
E' come se la mia mente stia razionalizzando già da ora che domani cambierà tutto per me.

Non sarà facile affrontare giorno per giorno senza Francesca.
In questi tre anni lei è stata la mia ancora ed è stata presente per me, come mai nessuno prima di lei.
Non so come farò ad abituarmi alla sua assenza.

-Ehi- 

Sobbalzo a quella voce improvvisa.
Marta mi raggiunge poggiando i gomiti sulla balaustra a fianco a me.
Mi dedica un sorriso dolce, perdendosi poi a guardare di sotto.

Certo che è proprio bella.
Più bella, se possibile, di Francesca.
Sembra emanare una luce propria che si espande non appena entra in una stanza.
L' ho sempre vista radiosa e sorridente.
Tutto l' opposto di sua sorella.

-Sai, non ti ho ancora ringraziato per tutto ciò che hai fatto per lei- mormora, senza guardarmi -io non avevo mai visto mia sorella sorridere o ridere così spesso- confessa -io ho sempre diviso la sua vita in "Prima Federica" e "Dopo Federica". Nel durante io non c'ero. So solo quello che mi hanno raccontato Alessandro e Lorenzo. E io ho visto mia sorella sempre e solo...buia-

-Io non...-

-Non mi ricordo molto della mia infanzia. Solo qualche flash e di sicuro niente di bello.Gli unici ricordi belli che ho di quel periodo sono tutti legati a mia sorella- libera un sorriso -lei si prendeva cura di me e si assicurava che non mi mancasse mai niente-

Rimango in silenzio senza sapere cosa dire.
Marta sembra in un mondo tutto suo persa nei propri ricordi.
Ricordi che io posso solo immaginare da quel poco che Francesca mi ha raccontato.
Non ne parlava mai e io non ho mai chiesto.

-Una volta stavo correndo in casa per gioco, urtai un vaso che cadde e si spaccò. Francesca si mise tra me e nostro padre che era fuori di sé. Completamente ubriaco e in preda alla collera. Ricordo che Francesca rimase a letto due giorni quasi senza muoversi. Si alzava solo per prepararmi per la scuola e prendermi da mangiare. In quei giorni chiese a Lorenzo di accompagnarmi a scuola e di venermi a riprendere. Mi ricordo solo il suono delle botte su di lei, perché mi aveva insegnato a chiudere gli occhi in quei momenti-

Mi aveva detto che le cose in casa con i suoi erano difficili, ma non mi immaginavo di certo quello.
Sapevo che suo padre era violento, ma così..
Chissà quante volte è successo, quante volte Francesca si è sentita impotente e quanto doveva e deve tenere a sua sorella per aver sopportato tutto quello.

-Quindi ecco, non posso sapere come era quando c'era Federica, ma c'ero quando è partita per Londra e quando è tornata. Posso affermare senza dubbio che le hai fatto sicuramente bene- mi guarda negli occhi regalandomi un gran sorriso -è cambiata davvero molto-

-Fidati, lei ha fatto un gran bel lavoro anche con me!- ricambio il suo meraviglioso sorriso -tua sorella è davvero una persona eccezionale! E' impossibile non innamorarsene!- scoppio a ridere contagiandola -sono grata di averla conosciuta!-

-Puoi dirlo forte!- alza in alto il pugno, suscitandomi un' altra risata.

All' improvviso sentiamo un rumore alle nostre spalle.
Mi volto di scatto trovandomi di fronte un' Alessia totalmente impalata sul posto.
Quando è arrivata? E quanto ha sentito?
Specialmente cose che può fraintendere.

-Dio, Ale, mi hai fatto prendere un infarto!- Marta si porta una mano sul petto, tirando un sospiro di sollievo -cazzo sei? Batman? Che arrivi silenziosa alle spalle!-

-Scusatemi, non volevo disturbarvi- soffia, mortificata -stavo cercando Feffe. L' avete vista?-

-No- scuote la testa la piccola Creatini -ma ora io vado dentro a prendermi un' altra birra! A più tardi-

Si dilegua lasciandoci da sole in un silenzio imbarazzante.
Dopo qualche secondo la riccia si fa più vicina, occupando il posto di Marta.
Guarda davanti a sé scrutando l' orizzonte senza dire una parola.
Continuo a domandarmi cosa possa aver sentito.

-Ale...-

-Hai ragione, sai?- m' interrompe -è impossibile non innamorarsi di Francesca- con mia grande sorpresa, si volta donandomi un sorriso -lei sa farti sentire al centro del Mondo-

-Giuro che non provo più quel sentimento nei suoi confronti e che..-

-Tranquilla- m' intterrompe di nuovo -lo so- annuisce -lo vediamo tutti come guardi Lucia- alza le spalle -è lei la cieca che non lo vede-

-Non è così- sospiro -è solo gelosa marcia del mio rapporto con Francesca-

-Beh, ha tutte le ragioni del mondo- afferma, spiazzandomi -sono gelosa anche io- ammette con un sorriso -ma capisco anche tutto l' insieme, come del resto anche del suo rapporto con Eleonora. Odio il fatto che sembrate non riuscire a starvi lontane, o le effusioni mezze nude come l' altro giorno nella cucina di Feffe- mi lancia un' occhiataccia -ma so anche che non è niente in più di quello e va bene così-

-Capisco perché Francesca sia perdutamente innamorata di te- rido smorzando la tensione che si era creata -spero che presto Lucia arrivi a pensarla come te-

-Lo farà, se ti ama come dice- annuisce solenne.

Dopo aver conosciuto Alessia ho capito il motivo per il quale Feffe non sia mai arrivata ad amarmi.
Reggere il confronto era impossibile.
Questa ragazza ha resuscitato in lei emozioni e sensazioni che pensava di non provare mai più.
E' una cosa difficile da dimenticare.
Specialmente per una persona con il suo trascorso.

-Posso farti una domanda?- è di nuovo lei a rompere il silenzio.

-Dimmi pure-

-A te aveva mai raccontato quello che ti ha detto Marta?-

-Hai sentito eh?- 

-Purtroppo sì- sospira -sapevo che i suoi erano impossibili, ma non credevo così tanto-

-Francesca mi ha accennato solo qualcosa e altre cose le borbottava nei suoi deliri da sbronza- confesso -non mi parlava mai dei suoi-

-Ormai penso che voglia solo dimenticare e mi sono rassegnata al fatto che non saprò mai niente della sua vita a Prato-

-Probabilmente per lei non è così importante- alzo le spalle -forse ti racconterà tutto quando si sentirà pronta-

-Immagino di sì- sospira -spero solo che chi verrà dopo di me sappia amarla come faccio io- mormora tristemente -se lo merita-

Non riesco ad aggiungere niente.
Non voglio dirle che non credo che Francesca amerà mai qualcuno oltre a lei.
Non ne è stata in grado per tutto questo tempo, neanche quando Alessia l'ha ferita a morte.
Figuriamoci ora che ha la consapevolezza di quanto la riccia la ami.
Non condividerò mai la sua decisione di tornare a Londra.
Spero che si renda conto presto che è una cavolata.

-Meglio se vado a vedere che fine ha fatto la musona- afferma, dopo diversi minuti -e tu vai da Lucia e prova a parlarle sinceramente. Vedrai che capirà- mi stringe affettuosamente una spalla, prima di lasciarmi da sola.

Lascio andare un sospiro, chiudendo gli occhi.
Mi beo della dolce brezza serale sperando che porti via con sé un po' di pensieri.
Perché questa situazione con Lucia mi sta opprimendo.
E non mi piace sentirmi così.

Mi sono odiata per essere andata da Francesca a dirle che il nostro rapporto era sbagliato.
Che dovevamo cambiare le cose tra di noi.
Il suo sguardo ferito mi ha distrutto.
E ce l' ho avuta con Lucia per questo.

Con lei che non riesce a capire quanto Feffe sia importante per me, ma in modo diverso da lei.
Che il mio affetto nei suoi confronti non è il tipo di amore che nutro per lei.
Certo, è pur sempre amore, ma in maniera diversa.
E non ho idea di come manifestarlo senza farla ingelosire.
Perché io e Francesca siamo così e siamo sempre andate bene così.
Non credevo che questo potesse influire in qualche modo una mia possibile relazione.
Anche perché non credevo che ne avrei mai avuta una così.

Non ero sicura di potermi innamorare di nuovo.
Una parte di me lo aveva ormai escluso, si era rassegnata.
Poi è arrivata Lucia e le mie certezze sono crollate.
Però mi ha fatto quella piazzata e ora non so davvero cosa sentire al riguardo.

-Ah sei qui!- 

Sobbalzo ancora una volta nell' arco di mezz'ora.
So perfettamente a chi appartiene quella voce.
Ma non so se sono pronta per questa conversazione.
Specialmente adesso.

-Ho visto Francesca che andava al piano superiore con uno sguardo da cane bastonato- soffia, avvicinandosi e passando un braccio intorno al mio fianco -forse dovresti andare da lei a vedere cosa succede- mi volto di scatto a guardarla, sopresa e confusa -il capitano mi ha fatto una lavata di capo- confessa, sorridendomi imbarazzata -non ti dirò che il vostro rapporto mi va a genio perché non è così, non ti dirò che non sono gelosa o che mi passerà presto, ma non voglio che arrivi ad avercela con me perché ti ho impedito di essere ciò che sei-

-Amore..-

-Fammi finire- alza una mano, interrompendomi dolcemente -se lei è davvero così importante per te, imparerò a convivere con questo vostro strano rapporto e me lo farò andare bene, ma vedi bene di non farmene pentire-

Le butto le braccia al collo stringendola stretta.
Il peso che sentivo sullo stomaco che di colpo è sparito.
Il cuore leggero come non mai.
La felicità che mi pervade nuovamente sicura.

-Grazie- soffo al suo orecchio -non sai quanto questo significhi per me-

-E te non sai quanto significhi per me che tu rimanga qui a Firenze- mi stacco così da guardarla negli occhi -ti amo davvero Ilaria e non voglio di certo perderti per una sciocchezza così. Scusami se sono stata stupida-

-Fa niente- l' abbraccio di nuovo -ti amo anche io-


                                                                    **********


Lascio il terrazzo con una morsa allo stomaco che si fa via via più stretta.
Non avevo l' intenzione di origliare la loro conversazione.
Poi però Marta ha nominato i suoi genitori e mi sono bloccata.
La curiosità ha prevalso sulla ragione e mi sono lasciata trasportare.

Quindi sono rimasta impalata sul posto a sentire dei violenti maltrattamenti che lei e sua sorella hanno subito.
Certo, ha nominato un solo episodio, ma mi è decisamente bastato.
Francesca non parla mai del prima di Federica, io non so praticamente nulla.
Solo tutto quanto a grandi linee.
Vorrei tanto che un giorno me ne parlasse.

-Alessia- Maria richiama la mia attenzione -dove è finita Francesca?-

-Non lo so- scuoto la testa, avvicinandola -stavo giusto andando a cercarla-

-Si, vai per favore- sorride -abbiamo preparato una sorpresa-

-D' accordo- annuisco, dirigendomi poi verso le scale.

Prima di andare sul balcone ho notato la sua assenza.
Conoscendola sapevo che deve aver cercato un posto per stare un po' da sola.
Per questo sono andata a cercarla sul terrazzo.
Mi è rimasto solo il piano superiore da controllare.

Supero la camera degli ospiti e continuo per il corridoio.
La mia attenzione viene rapita da una porta semi aperta davanti la camera padronale.
Aumento il passo, aprendola del tutto.

Francesca è lì che cammina avanti e indietro facendomi intuire che c'è qualcosa che non va.
Non si accorge manco della mia presenza quando muovo i primi passi all' interno della stanza.
A quanto pare si è rifugiata nello studio di Eleonora.
Posso intuirlo dai quadri sulla parete che decisamente non appartengono a Erica.

Vi è una poltrona lunga, come quella degli psicologi, verde scuro in camoscio sotto la finestra in fondo alla stanza.
Una scrivania stile industriale occupa la parete di fronte la porta dove sopra vi è un computer Mac argentato.
Una libreria sempre dello stesso stile si ererge alla sua sinistra.
Uno studio molto elegante, devo dire.

Riporto lo sguardo su Francesca che continua a non notarmi.
Scuoto la testa mentre mi avvicino.
Fermo poi i suoi movimento bloccandola per un polso.
La sua testa scatta velocemente verso di me, portando finalmente il suo sguardo nel mio.

-Che sta succedendo?- lascio la presa liberandola -giù ti stavano cercando tutti-

-Io..Io..- balbetta allontanadosi di qualche passo, dandomi nuovamente le spalle.

Le do il tempo di darsi una calmata, andandomi a sedere sulla poltrona.
Mi domando cosa può essere successo per farla agitare così.
Fino a poco tempo fa rideva e scherzava con Eleonora.
L' ho persa di vista per poco.

La notte scorsa ho dormito da lei.
Abbiamo fatto l' amore lentamente e in modo molto dolce.
Dopo di ché ci siamo perse a parlare quasi fino all' alba.
E' in quelle ore che le ho espresso nuovamente la mia preoccupazione.

Sono preoccupata a morte che lei se ne vada.
Che torni a Londra in una casa vuota, senza qualcuno che sa come prenderla.
Che la conosce e che la capisca.
Che le sia di aiuto e conforto quando viene catapultata nei suoi momenti bui.

Lei continua a ripetermi che non mi devo preoccupare.
Che starà bene e che nel caso chiamerà me o Ele o Ilaria.
Eppure ci aveva tutte a portata di mano ed è venuta ugualmente al piano superiore da sola, in preda a chissà quale crisi.
Non mi fido a lasciarla andare.
Ho paura che possa fare qualcosa di stupido.
Ma in fondo, che alternativa ho?

-Francesca- provo a richiamarla -vieni qui-

Punta i suoi occhi nei miei, facendomi rabbrividire.
Scuri, impenetrabili, lontani.
In che meandri della sua mente deve essere inciampata per estraniarsi così?

Con mia sorpresa però si avvicina, sedendosi al mio fianco.
Porto una mano sulla sua, incrociando le nostre dita.
Continua a guardarmi con quello sguardo assente, cercando risposte a chissà quali domande.
Adesso mi sto seriamente preoccupando.

-Parlami- le sfioro una guancia -sono qui-

-Marta- soffia -lei, lei mi ha detto...lei...-

-Feffe..-

-E' colpa mia!- esclama, all' improvviso, facendomi sobbalzare.

Si porta in avanti, tenendosi la testa tra le mani.
Vedo i suoi occhi inumidirsi in fretta.
Continua a ripetere che è solo colpa sua.
Ma cosa?

-Ehi- lentamente le accarezzo la schiena, su e giù, cercando di farla calmare -parlami-

-Nostro padre- sussurra -nostro padre ha cercato di strangolarla quando era più piccola-

Rimango totalmente senza parole.
Sono incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
Non riesco neanche ad immaginare una cosa del genere.

-Mi ha confessato di avere dei flash, ogni tanto, come succede anche a me. Di colpo si ricorda cose e...e ieri...ieri mattina mentre era con Alessandro...lei si è ricordata quello... non tutto... solo...lui sopra di lei...le urla di nostra madre e...le..botte...-

Alza il capo tornando a guardarmi.
Le lacrime che le rigano il volto e il suo cuore che posso chiaramente sentir battere all' impazzata.
Mi riscuoto dal mio stato di trance, avvolgendole le braccia intorno al corpo e stringendomela addosso.

-Non è colpa tua se lui è un uomo di merda- soffio al suo orecchio, baciandole poi una tempia -non dipende da te-

-Io l' ho lasciata in quell' inferno- mormora -dovevo portarla via con me-

-Non avevi un posto dove andare e quando lo hai avuto loro erano già spariti. Non potevi fare niente-

Ringhia di disappunto alzandosi nuovamente.
Torna a camminare avanti e indietro come impazzita.
Mi domando cosa sia successo stasera a Marta per farla andare in giro a raccontare queste cose.
Fino a dieci minuti fa volevo che Francesca mi raccontasse del prima di Federica e invece adesso non sono più tanto sicura di volerlo sapere.

-Feffe come fa a dire che sia realtà? Insomma, tu per prima mi hai detto che Marta non era molto in sé in quegli anni. Magari se lo è solo sognato-

Francesca si ferma di botto.
La vedo chiaramente prendere un gran respiro.
In fine si volta a guardarmi, paralizzandomi col suo sguardo terrorizzato.

-Lei me lo ha chiesto- dice in un sussurro appena udibile -mi ha chiesto se potesse essere possibile-

-E quindi?- chiudo gli occhi  a quella domanda, spaventata a morte della possibile risposta.

-Lo faceva a me- risponde, rendendo reali tutti i miei pensieri -quando sono andata via, deve aver iniziato con lei-

-Oh, Feffe- sospiro, alzandomi di scatto.

Le vado incotro gettandole le braccia intorno al collo.
La stringo forte a me, sospirando tra i suoi capelli.
Faccio forza su me stessa per non scoppiare a piangere.
Piano piano la sento ricambiare.

Non so cosa dirle per toglierle di dosso questo senso di colpa che le attanaglia il cuore.
Vorrei ci fosse un modo per prendermi il suo dolore al posto suo, così che lei possa respirare davvero almeno per una volta.
Così che possa sentirsi libera da tutti i maltrattamenti subiti all' interno di quelle mura ostili.

-Non potevi fare nulla- mormoro al suo orecchio -eri solo una ragazzina. E per quanto brutto e violento, è passato. Tu sei diventata una donna magnifica e tua sorella è davvero una persona meravigliosa. Siete due sopravvissute e loro non possono più farvi del male-

Non dice niente, si limita a stringermi più forte.
Le sue braccia forti mi tengono ancorata a sé, timorose quasi che possa andarmene.
Ma non ha capito che io non vado da nessuna parte.
Perché nessun posto avrà mai un senso senza di lei.

Vorrei tanto dirle di non andare via.
Urlarle in faccia che non sono pronta a lasciarla andare, a dire addio al nostro amore.
A far finta che non ci sia mai stato niente, che noi, noi non siamo mai state niente.
Perché non è così.
A volte mi sembra di averle passate insieme quanto basta per una vita intera.
E quindi che senso ha, adesso, tutto questo?

-Ok- soffia -ok- riepete, staccandosi leggermente -ci sono-

-Sicura?- porto una mano sulla sua guancia -se hai bisogno di altro tempo possiamo starcene quassù ancora per un po'-

-Sto bene- afferma -e poi so per certo che giù stanno tramando qualcosa- finalmente sorride, facendomi tirare un sospiro di sollievo -scusami- chiude gli occhi per qualche secondo -non era mia intenzione reagire così. Non sono ancora brava a gestire quella parte e di sicuro non pensavo che Marta se ne uscisse con questa bomba quando ho iniziato la conversazione-

-Non hai niente di cui scusarti- le sorrido -ci sarò sempre per te-

-Lo so- si allunga lasciandomi un leggero bacio sulle labbra.

-Che conversazione avevi iniziato con Marta?-

-Mi sono scusata per essere sparita- alza le spalle, sospirando -le ho detto che so che è tardi per farlo, visto che domani me ne vado, ma non ho potuto farci niente. Mi sentivo come se la stessi abbandonando per la terza volta e avevo bisogno che lei capisse che non è così-

-Lo sai che lei non lo pensa-

-Non lo so- scuote la testa -ma volevo dirglielo-

L' abbraccio di nuovo incapace di staccarmi da lei.
E' come se fosse una calamita.
Non riesco a starle lontana per troppo tempo.
Mi domando come farò quando lei non ci sarà.

-Dai, andiamo- si stacca dalla mia presa, prendendomi per mano -torniamo dagli altri-

Annuisco facendomi guidare fuori da quella stanza e successivamente giù per le scale.
Sono qui dietro di lei a fissarle la schiena, con mille domande che mi rimbalzano in testa.
Eppure per la prima volta ho paura delle risposte che potrei ricevere.
Probabilmente adesso se io le chiedessi del suo passato, mi racconterebbe tutto.
Ma non sono più tanto sicura di essere pronta per ascoltare.

Una parte di me vorrebbe che fosse lei, di sua spontanea volontà,  a venire da me.
Che fosse una scelta sua raccontarmi della sua infanzia e poi adolescenza.
Di come erano le cose prima di conoscere Federica.
L' altra spera che non lo faccia mai.

Venire a sapere dei violenti abusi che suo padre compiva nei suoi confronti mi ha letteralmente sconvolto.
Mai avrei immaginato una cosa del genere.
Ora capisco forse davvero per la prima volta, il motivo per il quale Francesca è ancora totalmente terrorizzata da lui.

-Eccoti finalmente!- Eleonora si avvcina, passando il braccio sano sulle spalle di Feffe -sappi che tutto quello che sta per succedere non l' ho organizzato io e che ero estremamente contraria- la sento sussurrare seria al suo orecchio -cerca di non dare di matto o mamma ci rimarrà male-

Spero tanto che non sia un' altra cosa che la faccia catapultare in uno stato di trance.
Non so quanto altro possa reggere stasera.
E non so quanto io sia in grando, nel caso, di starle vicino.

-Tesoro- Maria si porta davanti Francesca, mettendole una mano sulla guancia -siamo tutti così orgogliosi di te e dei traguardi che hai raggiunto. Quando sei arrivata in casa nostra eri una ragazzina spaventata e delusa dal mondo e adesso invece sei una splendida donna. Ho messo insieme una cosa, che spero ti strappi solo dei bei sorrisi nostalgici e che ti faccia capire che in qualsiasi parte del mondo tu possa essere, noi saremo sempre con te- 

Le luci si spengono e sulla parete di fronte a noi viene proiettato qualcosa.
Rimaniamo tutti in silenzio, aspettando di vedere cosa apparirà.
Mi avvicino a Francesca, stringendole una mano.
Posso sentire chiaramente che sta trattenendo il fiato.

All' improvviso una serie di immagini prendono forma su quel muro bianco.
Vecchie foto si susseguono, strappando sorrisi e risatine qua e là.
L' unica impassibile al momento è proprio Feffe.

Una foto della famiglia Santoro al completo, con una Francesca adolescente tutta imbronciata.
Probabilmente è una delle prime a cui ha partecipato.
Era bellissima già allora.
Non avevo mai visto queste immagini.

Una foto del gruppo di amici nella sala giochi di Eleonora.
Riconosco esserci tutti loro.
Cerco Feffe in mezzo a quelle facce sorridendi e perdo un battito quando noto che accanto a lei, c'è una testa bionda che non appartiene a Ele.
Capisco subito chi possa essere.

Altre si susseguono senza sosta.
I saggi di Ele al conservatorio, selfie di squadra post partita, cene e pranzi dove tutti sono presenti.
Ora Cinzia e Bianca in una casa che riconosco essere quella dei Santoro, con Feffe, Eleonora e Federica.
Tutte al massimo sedicenni.

Pezzi di storia di cui io ho solo sentito parlare a grandi linee.
Pezzi di Francesca che si è lasciata indietro per sempre.
Il suo sorriso così diverso e lontano da quello che prende vita adesso sul suo viso.
Neanche il suo più bello si avvicina a quello che vedo su quelle immagini.

Un filmato si anima sulla parete, attirando la completa attenzione di tutti.
Una Francesca più giovane si trova dietro ad una grande torna.
Urli e risate la incitano a spegnere quelle due candeline a forma di Uno e di Otto.
Era il suo diciottesimo compleanno.

-Dai Fefè!- Federica spunta nell' inquadratura -esprimi un desiderio e spegnile!- fa il giro del tavolo portandosi dietro Feffe -muoviti Amore mio! O il desiderio non varrà!- scoppia a ridere abbracciandola.

Mi giro di scatto a guardare Francesca, preoccupata.
Rimango totalmente sorpresa nel vederla coprirsi la bocca con la mano libera, commossa.
Non vi è tristezza nelle sue iridi, ma solo meraviglia.
Porto quindi di nuovo lo sguardo sulla parete.

Una vecchia partita di rugby si anima sul muro.
La palla passa veloce tra le mani di Eleonora che evita due avversarie e, senza guardare, la passa a Francesca che si fa tutto il campo per poi all' ultimo passare la palla ad un' altra della sua squadra che schiaccia l' ovale in mezzo ai pali.
In sottofondo sentiamo urlare Maria un "Grande Fede!".

Un altro video ancora.
Eleonora e Federica dietro ad un pianoforte che non riconosco.
Suonano e intonano la loro canzone dei Queen: "you're my best friend".
In un angolo in disparte una giovane Francesca le guarda con completa ammirazione.

Mi volto verso la bionda e la vedo trattenere il respiro.
Gli occhi immobili, forse timorosi che un qualche piccolo loro movimento possa inondarli.
Si arpiona al braccio di Erica come se ne valesse del suo equilibrio.
Il suo equilibrio mentale.

E ancora pezzi di un Natale lontano in sala a Villa Santoro.
Giovanni che riprende felice il momento dello scambio dei regali.
Francesca deve avere sì e no quindici anni.
Ha uno sguardo spaesato che tramuta presto in stupore quando Maria le mette in mano un enorme pacco colorato.
Il sorriso gemello che nasce sul volto di tutti noi presenti quando le sentiamo dire "io non ricevo mai niente".

Poi un altro Natale ancora, questa volta più recente.
Ci siamo tutti, anche io e Marta.
Mi ricordo quel momento lì.
Era il primo che le due sorelle passavano dopo tanti anni.
Fu davvero un bel giorno.
Io e Francesca facemmo l' amore sul pavimento in camera di Eleonora, davanti al camino acceso.
Lei era da Erica e non c'è bisogno che lo venga mai a sapere.

I ricordi si interrompono così.
Le luci si riaccendono e ci ritroviamo tutti in un completo e assordante silenzio.
Poi, dopo quelle che mi sembrano ore, con stupore di tutti Francesca scoppia a ridere gettando le braccia al collo di Maria.
Scoppiamo tutti in un applauso, quasi sollevati da quella sua reazione.

-Grazie- sento dire da Francesca -avevo dimenticato il suono della sua voce-


                                                                                  **********

Quando mia madre mi ha messo al corrente di quella idea mi sono opposta categoricamente.
Avevo paura che Francesca potesse darsela a gambe prima del tempo.
Non mi aspettavo di certo quella reazione da parte sua.
Sono rimasta piacevolmente stupita.

Ho dato a mamma il mio vecchio hard disk esterno.
Le ho detto che poteva fare come voleva, io però non volevo vedere niente.
Non l' ho voluta aiutare.
Non volevo star male prima del tempo.

Non vedevo quelle foto da molti anni ormai.
Non aprivo quei video da prima che Federica morisse.
Al solo pensiero mi veniva da vomitare.

Risentire la sua voce, la sua risata mi ha completamente investito di emozioni contrastanti.
Non so esattamente cosa sento al momento.
E' come se fossi un fiume in piena di sentimenti.
Dolore, tristezza, gioia, felicità e amore si alternano dentro di me scombussolando tutto quanto.
Le stesse identiche emozioni che provavo ogni volta che vedevo Federica con Francesca.
Almeno questo non è cambiato.

-Tutto bene Biondona?- 

Quella voce mi riscuote dai miei pensieri.
Solamente adesso mi rendo conto di essere in piedi in mezzo alla mia cucina.
Una birra in mano ancora chiusa.
Da quanto sono qui?

-Sì- rispondo in fine -volevo solo prendermi da bere-

-Posso farti compagnia?- 

-Certo- annuisco, facendole cenno di prendersi una bottiglia dal frigo.

Ci sediamo alla penisola una di fronte all' altra.
Mi sento il suo sguardo addosso e mi domando cosa voglia.
Non sono in vena di troppe domande al momento.
Non so neanche se sono in grado di reggere una qualche tipo di conversazione.

-Non so cosa tu abbia detto a Lucia- richiama la mia attenzione -ma ti ringrazio perché a quanto pare ha funzionato-

-Davvero?- domando sorpresa -di solito è Erica quella dei discorsi eclatanti-

-Sì ho notato- scoppia a ridere -comunque sì! E' venuta da me dicendomi che cercherà di capire il rapporto che ho con Francesca e tenterà di farselo andare bene. Poi mi ha detto di andare a cercarla che l' aveva vista salire le scale con uno sguardo strano-

-Che aveva?- scatto subito sull' attenti, iniziando già a preoccuparmi -sta bene?-

-Non lo so- scuoto la testa -Alessia è arrivata prima di me. Quando le ho trovate erano abbracciate in silenzio nel tuo studio, non me la sono sentita di disturbarle-

Avevo notato la sua assenza, ma credevo che fosse con Alessia.
L' avevo intravista parlare animamente con Marta.
Stavo per raggiungerle quando Lucia mi ha bloccato.
Sinceramente mi sono stupita di me stessa per le cose che le ho detto.
Non volevo intromettermi e invece alla fine l' ho fatto.

-Beh, mi sembrava stare bene prima- 

-Già- mormora -non l' ho mai vista sorridere così-

-Lei faceva quell' effetto sulle persone-

Non aggiungo altro perché mi sembra anche abbastanza.
Non voglio parlare con lei di questo.
In realtà non vorrei proprio parlare.
Ma dove diavolo è finita Erica?

-Pensi che Francesca si pentirà della sua decisione e tornerà qui, prima o poi?-

-Scusami Ilaria- mi alzo quasi di scatto, portandomi dietro la birra -non posso pensare a questo adesso-

Praticamente fuggo da quella stanza, da quella casa, da tutte quelle emozioni.
Esco fuori in giardino raggiungendo l' ombra del gazebo.
Quasi a volermi nascondere.
Come se l' oscurità potesse celarmi da tutto quello che sento.
Ma non è così.
Non lo è mai.

Poggio la bottigglia sul tavolo di legno davanti a me.
Mi piego sulle ginocchia portandomi la mano libera sul petto.
Ignoro le fitte di dolore alle costole, troppo impegnata a sentire se dentro batte ancora qualcosa.
Troppo impegnata a cercare di tornare a galla.

Chiudo gli occhi mentre i capelli mi ricadono scomposti davanti al viso.
Un fischio continuo nelle orecchie mi estranea dal mondo circostante.
Mi immagino con la testa sotto l' acqua, completamente immersa nel mio silenzio.
Assordata solo dai piensieri troppo pesanti per farmi riemergere subito.
Mi trascinano giù, vanificando ogni mio tentativo di tornare a respirare.

Sono stata impegnata a pensare ai mille modi diversi con cui Francesca potesse reagire a quel video.
A cosa potesse fare in lei quella doccia fredda di ricordi.
Ero come al solito troppo presa a preoccuparmi per lei, per potermi anche solo soffermare un secondo su di me.
Dovevo solo fermarmi un momento.
Un momento per chiedermi come io avrei reagito a tutto ciò.

-Eleonora!- 

Una voce impetuosa e una mano sulla mia spalla.
Spalanco gli occhi ritrovandomi davanti lei.
La mia ancora di salvezza.

Si china su di me, riaccompagnando la mia salita verso l' alto con un tocco gentile.
Punta i suoi zaffiri rari nei miei, cercando di infondermi tranquillità.
Prende la mia mano ancora sul petto e se la porta alle labbra per depositarvi un bacio.
Finalmente riaffioro dall' acqua scura.

-Eccoti- soffia -dove eri finita?-

So che non si sta riferendo al luogo materiale.
Lo sa che mi piace nascondermi qui quando tutto diventa troppo.
Lei sa sempre tutto.

Mi allontano di un passo, passandomi una mano tra i capelli.
Neanche il tempo di realizzare di volere una sigaretta, che Erica me ne porge una.
Le dedico un breve mezzo sorriso prima di portarmela alle labbra con bisogno.
Recupero la birra abbandonata sul tavolo, prendendone un lungo sorso.

-Tutti si sbagliano- mormoro in fine, dandole le spalle -pensano che la parte difficile saranno le feste, i giorni importanti, gli appuntamenti mancati e il dover convivivere con l' assenza- cerco di mantenere il controllo prendendo un gran respiro -non ti dicono mai che ad ucciderti saranno le piccole cose, quelle che prima erano banali e scontate, quelle di tutti i giorni- un altro sospiro -avevo dimenticato- una breve risata che di allegro non ha niente -avevo dimenticato tutto- mi volto a guardarla, sperando di non far cadere quelle lacrime che prepotenti vorrebbero uscire -e avevo imparato a convivere con quella consapevolezza! E poi dal niente, eccola lì!- un respiro strozzato abbandona le mie labbra -la sua risata mi è esplosa nel petto come se non fosse passato un singolo giorno dall' ultima volta che l' ho sentita. La sua voce mi è entrata in testa ridando finalmente un suono a tutti i ricordi che possiedo. Prima erano muti- rido sarcastica -sembravano un vecchio film di merda in bianco e in nero senza voce! Di quelli con soltanto una musichina del cazzo in sottofondo!- finisco la sigaretta, abbandonando il mozzicone nel posacenere sul tavolo -Perché non ti dicono mai che la prima cosa che se ne va con il tempo è proprio quella, è la voce. Forse succede perché così almeno spegne tutto quanto-

Finisco quello stupido e sconfusionato monologo, abbassando lo sguardo.
Non ce la faccio a guardare Erica negli occhi.
Non voglio che mi veda ancora così.
Ancora così... fragile.

E lei non dice niente.
Azzera lentamente la distanza che ci divide.
E poi, ancora in completo silenzio, mi butta le braccia intorno al collo e semplicemente mi stringe.
Mi tiene ancorata a sé come a impedire di lasciarmi sprofondare di nuovo.
Come a farmi capire che lei è qui.
E' qui con la sua voce, è qui a colori, è qui e non va da nessuna parte.

E allora le stringo il braccio sano intorno alla vita.
Me la stringo addosso, forte.
La tengo incollata a me, come a volermici fondere.
Perché anche io sono qui.
E non ho intenzione di scappare.
Non più.

-Continui a farmi innamorare di te, ogni giorno sempre di più- sussura al mio orecchio, senza muoversi -vorrei vedere altri spezzoni di te, del tuo passato, vorrei conoscere anche quella parte di te-

Non riesco a dire niente.
Chiudo nuovamente le palpebre, cercando di non sprofondare.
La stringo più forte.

-Anche i supereroi hanno i loro momenti No, Eleonora- mormora -la tua cryptonite era lei e ora è Francesca- continua, senza attendere un qualche tipo di risposta -non puoi continuare a preoccuparti di tutti, tranne che di te stessa. Devi darti tempo e modo di affrontare le cose. Devi darti il diritto di stare male, per poi riprenderti. Non vi è debolezza in questo. Ma solo sengo di grande forza e determinazioni-

-Penso di averlo capito- rispondo,in fine, dopo quelle che mi sembrano ore.

-E' già qualcosa- sorride, staccandosi -ora devo andare- porta una mano sul mio viso -il mio turno è finito e adesso sei pronta per affrontare il prossimo- al mio sguardo confuso risponde ammiccando con la testa dietro di me -e quando perdi tempo a chiederti se è cambiato qualcosa, ricordati che lei sa sempre dove trovarti anche quando non vuoi essere trovata. Che lei arriva da te prima che sia tu a chiamarla. E anche questo, Eleonora, è amore. Il più raro e potente che possa esistere- 

Si allunga sulle punte lasciandomi un bacio dolce a fior di labbra.
La vedo allontanarsi, alzando una mano a mo' di saluto alla persona che le passa di fianco.
Quella che sta venendo verso di me.
L' unica che può comprendere la mia necessità di sprofondare.

-Dobbiamo parlare- 



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Ehi, eccomi di nuovo.
Ho partorito questo capitolo in un mese di inosnnia.
Alcune sensazioni, emozioni e pensieri si possono esprimere solamente quando il tutto non è mai troppo o troppo poco.

Se dovessi dare un sottotiolo a questo seguito di "Save Me", direi che potrebbe essere proprio "Evoluzione".
L' evoluzione dei personaggi: come sono maturati e cresciuti.
L' evoluzione dei rapporti: come l' età e gli anni che passano stravolgono i rapporti affettivi, mutandoli in più o in meno.

Forse il nocciolo principale di questa storia è proprio quello.

Adesso vi lascio, che ho ore di sonno da recuperare e non solo.
Per qualsiasi cosa sapete come trovarmi.
O qui o su instagram.
Trovarmi lì non è troppo impossibile: il nome è una canzone dei Queen presente in questa storia.

A presto,

C,






  
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