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Autore: Nefertari17    14/08/2023    0 recensioni
Dopo tre anni di assenza Izuku torna in Giappone e manda un messaggio a Katsuki per incontrarsi in un locale.
Cosa vorrà mai il nerd da lui?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel maledetto nerd gli aveva mandato un messaggio sul cellulare che lo avvisava che era atterrato in Giappone nel pomeriggio e lo invitava la sera stessa in un locale che frequentavano sin da adolescenti.

Era andato via da tre anni per quello scambio internazionale per eroi, in quel periodo non si era mai fatto sentire e improvvisamente gli aveva inviato quel messaggio per avvisarlo che era tornato e che voleva incontrarlo.
Sua maestà eroe Numero Uno dava gli ordini a chiunque e lui non lo sopportava.

Per quel nerd era sempre tutto così semplice; bastava guardare le persone con quegli occhioni verdi e il suo sorriso da ebete stampato sulla faccia che tutti pendevano dalle sue labbra. Lui invece aveva sempre faticato nelle relazioni con gli altri e la gente gli stava volentieri alla larga, del resto non è che gli piacesse avere noie tra i piedi, Katsuki era fatto così, gli altri erano extra di cui poteva e avrebbe fatto a meno.
Eppure era stato il motore del suo cambiamento interiore e in qualche modo si sentiva legato a quell'eterno ragazzino dagli occhi verdi che da bambini non faceva altro che seguirlo e lodarlo per il suo quirk. Quando crescendo aveva scoperto che il loro idolo comune gli aveva passato il suo quirk, l'aveva preso come un tradimento e l'obiettivo di primeggiare si fece più forte; la voglia di superarlo lo aveva quasi accecato ma i modi di quel nerd, il suo ideale di eroe a cui tendeva lo avevano smosso nel profondo, gli avevano fatto capire che concentrandosi solo su stesso non avrebbe superato neanche i suoi stessi limiti.

Accettando il nerd come pari lo aveva reso migliore. Potevano considerarsi adesso quasi amici anche se negli ultimi tre anni erano stati lontani e lo aveva lasciato da solo a gestire il Giappone mentre lui se la spassava in Europa a fare la bella vita seguito da faccia tonda che era diventata la sua ragazza alla fine del liceo. Quei due li aveva considerati sempre due imbranati e vederli insieme lo faceva vomitare per quanto fossero smielati.

Entrò nel locale con il suo incedere sicuro e aitante, indossava un paio di jeans stretti sulle cosce che risaltavano i muscoli torniti, solita maglietta nera con un teschio e un paio di Converse con suola arancione prodotte apposta per lui.

C'era un tavolo prenotato per loro, si accomodò stravaccandosi sul divanetto, come al solito il nerd avrebbe tardato ad arrivare e invece lo vide comparire sull'uscio del locale, in quei tre anni era diventato più grosso forse anche più alto di lui. Aveva degli occhialetti da vista con le stecche verdi, che razza di nerd, una maglietta bianca con stampata una scritta 'I LOVE LONDON' chiaro souvenir del suo viaggio, dalle maniche uscivano due bicipiti più massicci di quelli che ricordava, un paio di pantaloni di cotone azzurro chiaro fino alla caviglia e due mocassini scuri senza calzini gli davano un'aria da damerino.

Appena entrò nel locale tutti lo riconobbero e, tra chi lo salutava, chi si avvicinava per una foto o un autografo, le ragazze che lo fermavano con quei gridolini fastidiosi, ci mise dieci minuti al arrivare al tavolo. Aveva accolto tutti con quel sorriso a trentadue denti e le lentiggini sulle gote si muovevano al ritmo delle sue risate; 'ingresso nel locale non era passato di certo inosservato a differenza sua che non aveva degnato nessuno di attenzione e le persone lo avevano guardato di sottecchi confabulando sottovoce nel riconoscerlo.

“Ehi primadonna ce l'hai fatta ad arrivare!”

“Ben rivisto... Kacchan!”

Il nomignolo affibbiatogli sin dall'infanzia, pronunciato da lui, sapeva di passato: di giornate al parco insieme, di scontri al liceo per capire chi fosse il più forte, di momenti in cui cercava di riavvicinarsi a lui come quando erano piccoli. Quel nerd non lo aveva mai mollato, era diventato la sua ombra ma quando cominciò a camminare con le sue gambe provò fastidio e timore insieme, percepì che, spinto dalla voglia di superarlo, stava avanzando lontano da lui, giorno dopo giorno, aumentando la distanza tra loro come due maratoneti: Katsuki era in testa ma quello lo aveva raggiunto, lo aveva affiancato e poi superato.

Non aveva mai dimenticato quando il nerd gli disse che lo ammirava ma voleva essere il numero uno. Da quel momento la loro rivalità era cresciuta ma più Katsuki ci provava, più l'altro migliorava e l'abisso tra loro si fece reale.
Katsuki aveva compreso la superiorità del nerd e capì anche la sua stessa forza.
Le scuse che gli aveva rivolto dopo anni di astio infondato non furono poi tanto difficili da pronunciare, certo bruciarono l'orgoglio ma rappresentavano la mano tesa verso il nerd, verso Izuku in un momento in cui si era perso.

“Ti vedo cambiato Kacchan”, si era sentito addosso quegli occhi verdi che lo avevano squadrato in faccia con insistenza.

“Parli tu, guarda come sei conciato!”

“E' la moda europea, mi sono un po' adeguato”

Katsuki non riuscì a non notare che, spingendosi gli occhiali sul naso con l'indice sembrava uno stramaledetto nerd a tutti gli effetti.

“Tu invece in fatto di abiti sei sempre molto fedele a te stesso” facendo cenno col capo verso la maglietta che indossava Katsuki, dello stesso genere di quando erano al liceo.

Ordinarono da bere perché arrivò la cameriera visibilmente imbarazzata, doveva servire gli eroi più forti e famosi del Giappone e un lieve rossore le imporporò le guance. Portò le loro bevande con fare incerto, a Katsuki un analcolico al peperoncino e a Izuku un Black Russian.

“Non sapevo avessi iniziato a darti all'alcol! In cosa sarei cambiato io eh Izuku?”

“E' sempre entusiasmante sentirti chiamarmi per nome” poggiò i gomiti sul tavolo sporgendosi verso Katsuki e assottigliando lo sguardo come un segugio che aveva adocchiato il suo obiettivo, lo squadrò nuovamente e per ogni porzione di lui che inquadrava parlava in modo sommesso come quando blaterava tra sé da ragazzino

“Nel tuo sguardo vedo una luce che denota che sei felice e appagato, le tue labbra sono distese non hanno più quel ghigno malefico di un tempo, dall'orlo della maglietta, lì sul braccio sinistro, si vede una specie di disegno, ti sei fatto un tatuaggio tu che consideravi il tuo corpo un tempio e poi...i tuoi atteggiamenti fanno pensare a uno che ci dà dentro con il sesso!”

Katsuki rimase di sasso soprattutto per l'ultima allusione, da quando quel nerd parlava in modo così diretto? Un lieve rossore si stampò sulla sua faccia.

“Ah un'altra cosa! Da quando sono arrivato non hai sbraitato né mi hai chiamato Deku” sorseggiando il suo cocktail senza togliergli gli occhi di dosso “Chi è lei?” gli chiese Izuku curioso.

Katsuki non capiva perché quel dannato lo avesse chiamato per incontrarsi, aveva pensato a qualche roba legata al lavoro o a qualche problema internazionale, invece era lì per parlare di lui come se si dovesse aprire e confidare con il suo migliore amico.

“Non sono cazzi tuoi merdeku!”

“Mmm, ho parlato troppo presto! Mi mancava la tua schiettezza Kacchan! Questo atteggiamento non l'hai perso!” e rise di gusto con quella sua risata cristallina e sincera che non era cambiata, aveva solo un tono più basso visto che ormai erano adulti e anche lui avrebbe compiuto a breve ventisette anni.

“Kacchan sono contento che hai trovato qualcuno che ti fa stare bene. Io ho avuto la fortuna di trovare Ochaco quando eravamo ragazzini e credimi avere una persona che sarà sempre lì a sostenerti nonostante i tuoi fallimenti, i tuoi errori, le tue paure non vale neanche un terzo della collezione più ricca e dettagliata del tuo eroe preferito. E' impagabile, essere amato e amare è il motore della tua vita”

Quel dannato nerd aveva ragione, era stata una ragazza a cambiare la sua vita e anche se era pieno di difetti, lei era riuscita a far emergere tutti i suoi pregi accettandolo così com'era. Sorrise tra sé, quel confronto tra loro era l'ennesimo tentativo di riprendere di nuovo i contatti e tornare a come quando se ne era andato tre anni prima.

Alla fine Katsuki disse “Non è un'eroina. E' il capo della sezione amministrativa nella mia agenzia, è il mio secondo, anche se a volte se lo dimentica e vuole prendere il comando” pronunciò quella frase in modo affranto strofinandosi il viso con la mano.

“Il grande Dynamight comandato da una donna, davvero divertente!”

“Tsk! Sta zitto razza di idiota. Non sono comandato da nessuno!” lo disse imbronciando il viso.

“Me ne vado per un po' e ti ritrovo così. Immagino che ci sia lo zampino di lei anche per quel tatuaggio!”

Izuku si sporse dalla poltroncina per provare a sollevare un lembo della manica della maglietta di Katsuki per vedere meglio cosa si fosse tatuato, lui si ritrasse bloccandogli la mano

”Sta fermo Deku, non toccarmi”

“Immagino che da lei ti fai toccare eccome!”e nuovamente Katsuki fu sorpreso dalla lingua lunga del nerd. Lo aveva sempre reputato un imbranato, arrossiva solo stando difronte ad una ragazza ma aveva perso ogni briciolo di pudore.

“Ma che razza di problemi hai?”

“Oh Kacchan, sei sempre il solito riservato. Scusa non volevo invadere la tua privacy” alzando le mani in segno di resa.

“E' che sono felice di essere tornato e di rivederti. Non ho avuto la possibilità di mantenere i contatti con nessuno di voi e sento di essermi perso tanto... soprattutto di te!”

Il tono di Izuku cambiò leggermente come se fosse diventato tutto d'un tratto triste, ma in quegli occhi verdi ci leggeva la solita speranza di ottenere quello che voleva. Capiva perché le persone lo adoravano ma a lui dava sempre fastidio, sbuffò e odiando quello sguardo su di sé gli disse

“E' stata più una mia idea in realtà. Ci siamo fatti lo stesso disegno che copre una delle nostre cicatrici” alzò la manica della maglietta a scoprire per una parte il tatuaggio che continuava per tutta la spalla verso il pettorale.
“E' una fenice. E non ti dico del perché, del come, mi sembra di essere in un interrogatorio”

“Anch'io ne ho fatto uno. .. cioè...non lo stesso disegno...di tatuaggio intendo. Ce l'ho sul fianco verso l'inguine” provò ad armeggiare con i pantaloni dietro al tavolo per scoprirsi e fagli vedere la sua opera, sembrava un bambino felice di aver trovato una cosa in comune con il suo interlocutore e la doveva condividere per sancire il loro legame.

“Sta fermo idiota, vuoi spogliarti in pubblico per caso? Chi ti fa credere poi che voglia vedere parti del tuo corpo? Cazzo Deku sei fuori di testa! Che schifo!”

“Scusa Kacchan, hai ragione”

“Merda sempre a scusarti tu! Non sei cambiato per niente, sei solo più grosso, un nerd grosso e idiota!” Katsuki alzò gli occhi al cielo. Gli era mancato però quel suo essere così...così....Deku.

“Perché siamo qui Izuku?Non certo per farci le confidenze come due sfigati!”

“Beh si...era per dirti che ho chiesto a Ochaco di sposarmi e lei ha accettato”

“Ah, speravo che alla fine rinsavisse e invece si è incastrata da sola”

“Kacchan! Noi ci amiamo! Dovresti capirlo anche tu visto che hai aperto il tuo cuore all' AMORE” Izuku lo guardò sbattendo gli occhi come un cretino e decantando l'ultima parola con enfasi.

“Sei un caso perso, inutile! E cosa vuoi che me ne importi di voi due?”

“Ecco....do-dovresti perché...vo-volevo che...”Izuku balbettava, visibilmente a disagio, come quando erano ragazzi, torturandosi le mani che aveva sul tavolo per cercare di trovare le parole adatte

“Oh per favore Izuku! Hai quasi trent'anni, cazzo, e quando devi dirmi qualcosa di importante vai ancora nel pallone”

“E' che... insomma.....si è importante.....ma ho paura della tua reazione”

“Dilla e basta razza di un Deku!”

Izuku prese un respiro profondo e disse tutto di un fiato

“Vorrei che mi facessi da testimone di nozze Katsuki” quasi aveva urlato e la maggior parte delle persone nel locale si erano girate verso di loro.

Non lo chiamava mai con il suo nome, anzi aveva pure dimenticato le volte che lo aveva fatto in passato, era stata una richiesta davvero importante e per lui fu inaspettato e...assurdo. Avrebbe dovuto stare al fianco di quel nerd nel giorno più significativo della sua vita, avere la visuale in prima fila mentre si scambiava promesse e baciava faccia tonda. 'Ma scherziamo!'

Si rese conto di essere rimasto a bocca aperta e che Izuku pendeva dalle sue labbra aspettando un suo commento, inutile sembrava un bambino che aspettava il consenso del genitore ad una richiesta di vitale importanza.
Si mise una mano tra i capelli, era imbarazzato, ma stranamente si sentì onorato; era stato scelto per un ruolo importante, aveva considerato quel maledetto un sassolino nella sua vita al quale si stava via via abituando e quando non lo sentiva torturargli l'animo gli mancava. Cazzo si stava trasformando in una sorta di sentimentale rimbambito!

“Hai detto reazione”

“Cosa Kacchan?”

“Hai detto 'ho paura della tua reazione' come se sai che accetto”

“Kacchan per queste cose non devi dire si o no. E' un onore averti al mio fianco in un giorno simile e non potrei desiderare avere una persona diversa. Cavoli sei stato più calmo di quanto mi aspettassi, non credevo sai”

La faccia di Katsuki cambiò espressione cento volte, si affollarono mille emozioni: fastidio, voglia di urlargli contro, senso di appagamento, vergogna, orgoglio.
Quell'incontro con Izuku lo aveva sfinito, se ne sarebbe tornato a casa a metabolizzare il tutto.

“Bene ora che mi hai detto il motivo di questa cosa posso andarmene. Mi darai i dettagli nei prossimi giorni. Ah non pensare che mi vesta da cretino o mi metta fiori nel taschino e quelle cavolate simili, chiaro?” si alzò mettendo le mani in tasca e si avviò verso l'uscita ma Izuku gli si parò davanti

“Grazie Kacchan! Per me è importante, davvero”

“Me lo hai già detto, smettila di ripetere le stesse cose non sono sordo!” e lo superò, cazzo, era diventato più alto di lui, di poco ma era più alto.

Nel tragitto di ritorno a casa non riuscì a non pensare a quello che era successo. Il nerd aveva fatto la proposta di matrimonio e lo aveva battuto anche su quello. Maledetto!
Era una settimana che aveva comprato l'anello per fare la proposta alla sua ragazza ma ancora non aveva trovato l'occasione...no...non aveva trovato il coraggio.
La rivalità tra loro l'aveva spinto in passato a cercare di superarlo, ad essere il migliore ma ormai aveva capito che non si poteva essere sopra Izuku Midorya, anche se ci provavi ad ogni costo, lui era sempre una spanna sopra gli altri.
Eppure il confronto con il nerd gli instillò il coraggio che non aveva trovato in quella settimana.

   
 
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