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Autore: FragileGuerriera    15/08/2023    1 recensioni
Missing moments ispirato all'episodio 106, "Le due guerriere".
Michiru incontra Haruka e cerca di convincerla ad accettare il suo destino di guerriera Sailor, ma tra le due nasceranno numerosi scontri: Haruka è decisa a non voler sacrificare i suoi sogni per un disegno crudele di cui non comprende il significato. Al tempo stesso Michiru intraprenderà una battaglia personale per negare i sentimenti che inizia a provare per Haruka.
ATTENZIONE: all'interno della fanfiction saranno presenti scene forti (ma non violentissime) legate al sogno apocalittico di Haruka.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
Capitoli:
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Buonasera/Buongiorno (dipende da quando leggerete il capitolo)!

Il capitolo che sto per pubblicare è nato un po' per ironia da una scenetta che la mia mente si è immaginata per conto proprio e siccome mi faceva un po' ridere l'ho messa per iscritto. Doveva essere solo uno scambio di battute un po' divertenti scritte più per il mio diletto personale che per una reale pubblicazione. Poi mi sono fatta prendere la mano dagli avvenimenti e... Alla fine ho scritto tanto di più. Avrei voluto dividere il capitolo perchè è veramente lungo, ma non ho trovato il modo per spezzarlo, quindi ve lo propongo per intero. Spero che tutto quanto riportato sia chiaro, se però non capite qualcosa non esitate a farmelo sapere sia in pubblico che in privato. Sono sempre disponibile ad ascoltare le opinioni dei lettori e spesso pure ad accogliere suggerimenti o anche critiche, purchè siano costruttivi.

Augurandovi buon Ferragosto, vi auguro anche buona lettura e ringrazio come mio solito chi sta leggendo la storia, chi l'ha inserita tra le seguite, chi tra le preferite e coloro che recensiscono.


12.


-E' chiaro?

-Certo, certo me l'hai già detto.

-Ok, allora prova...- disse prima di allontanarsi.

Haruka puntò lo scettro al cielo, tentennò qualche secondo e poi girandosi verso Michiru domandò: -Sei sicura che devo invocare anch'io Nettuno?

-No, Haruka, tu non c'entri niente con Nettuno! Sei di Urano!

-Mi sembrava strano, però tu hai detto di fare come fai tu!

-E' da quando ci siamo viste la prima volta nei tuoi sogni che ti dico che sei Sailor Uranus!!

-Ehm- ehm- si schiarì la voce Haruka: -Potere di Uranio, Urano- si corresse immediatamente -vieni a me! - Michiru iniziò a ridere composta - … Vieni a me!! … VIENI A ME!!- esclamò infine con tutta la voce che aveva. -Questo coso non funziona! Dev'essersi rotto quando è caduto al box.

Michiru a quel punto non si trattenne più e rise di gusto come raramente le era capitato in vita sua! Si avvicinò e dolcemente spiegò ad Haruka: -Non puoi sbagliare! Devi dire la formula giusta altrimenti non ti deriverà nessun potere se invochi quello dell'uranio! Ahahah.

-Non c'è nulla di divertente!- rispose l'altra imbronciata. -Mi sembra ancora tutto così assurdo.- aggiunse poi avvilita. -Se non ti avessi vista trasformarti di fronte a me, penserei ancora ad una tua presa in giro e che il mostro tu l'avessi distrutto solo per fortuna.

-Nemmeno il mio Maremoto di Nettu...-

-Shhh-shhh!!- la bloccò subito Haruka mettendole una mano sulla spalla e guardando poi dietro di se'.

-Che c'è?- domandò Michiru guardando anche lei con attenzione il panorama circostante. Una terra quasi abbandonata.

Era passata poco più di una settimana dall'attacco del mostro che aveva preso di mira il cuore puro di Kameda. Michiru per fortuna- grazie ad alcuni geni superstiti della sua vita precedente quando era ancora la principessa di Nettuno- si era ripresa molto in fretta e con il braccio quasi del tutto sano era già in grado di andare in giro dappertutto. D'accordo con Haruka organizzarono perciò una “gita” a Fukui, una prefettura quasi dimenticata tra le montagne di Tokyo, poco frequentata dai giapponesi e completamente escluso dagli itinerari più ambiti dei turisti. Lì non sarebbe stato difficile trovare un posto fuori mano dove permettere ad Haruka di trasformarsi al riparo dalla vista di altre persone.

Dopo aver scrutato con attenzione e continuando solo a vedere un fitto bosco pieno di alberi disse a bassa voce: -Io non vedo nessuno, Haruka.

-Certo che non c'è nessuno! Chi vuoi che venga qui?!- esclamò l'altra.

-Allora perchè mi hai zittita?- replicò tornando a parlare normalmente anche lei dal momento che essendo ancora sole, nessuno le poteva sentire.

-Perchè stavi per sferrare il tuo attacco!!

-Quando?

-Quando hai detto “Maremoto di Nettuno”!

-Non lo stavo per scagliare.

-Come no? Ma se lo stavi per dire!

Michiru ridacchiò! -Per quello mi hai detto di far silenzio? Non basta pronunciarlo per generarlo.- Haruka la guardò scettica. -Guarda.- per cui si mise in posa ed esclamò -Maremoto di Nettuno!- Haruka si preparò a rivedere quell'attacco formidabile che vide all'autodromo per la prima volta, ma rimase delusa nel vedere che non accadeva nulla. -Lo vedi? Se non mi trasformo posso dirlo anche tutto il giorno senza che accada nulla- sorrise a quel punto Michiru. -Mi devo prima trasformare, solo in quel momento posso mettermi in contatto con il mio pianeta guardiano.

-Ho capito. Per me sarebbe già tanto potermi trasformare.- disse demoralizzata l'altra.

-Cosa intendi dire? Non sarà certo Haruka Tenoh a scoraggiarsi!- la spronò a quel punto Michiru facendo leva sul suo orgoglio.

Sul viso di Haruka comparve subito un sorriso di sfida: -No, di certo!

-Forza, fammi vedere cosa sai fare!- la esortò nuovamente Michiru allontanandosi di qualche metro.

Haruka puntò quindi lo scettro al cielo ed esclamò: -Potere di Urano... Vieni a me!

All'improvviso la ragazza si sentì come investita da un forte vento fresco che non era pericoloso, ma l'avvolse e le trasferì parte della sua forza. Haruka si sentì pervadere da una carica fisica, morale e spirituale mai sentita prima! In confronto a prima era come se non si fosse mai sentita tanto viva in vita sua! Era fantastico!! -Non ci posso credere!- esclamò carica di energia appena si fu trasformata! - No, non ci posso credere...- ripetè pochissimo dopo con una voce sgomenta.

-Lo so, all'inizio i nostri poteri naturali ci danno una forza a cui non siamo abituate!

-No... non è possibile!

-E' così perchè sostanzialmente noi riceviamo la forza dei maremoti e degli uragani, quindi...

-No. Mi sto riferendo a questo Michiru!- esclamò a quel punto con tono quasi disperato.

-Che cosa?

-Hai visto come sono conciata?

-Sei uno spettacolo!- le disse Michiru.

-L'unica volta in cui non avrei voluto sentirmelo dire... Come faccio ad andare in giro vestita in questo modo?? Sai da quando non indosso una gonna?? Da quando avevo dieci anni e ora dovrei andare in giro con una minigonna con tanto di fiocchettone e stivaletti a tacco alto?? Assolutamente no!

Michiru rimase stupita dalla reazione di Haruka. Non pensava che quell'uniforme potesse crearle tanto fastidio. -Però sei molto bella...- si permise di obbiettare mentre si avvicinava a lei.

-Io sarei bella anche con gli stracci addosso!- rispose Haruka spavalda prima di riprendere con le sue lamentele -Io... Io... non mi capacito...- a quel punto avrebbe anche iniziato a camminare nervosamente avanti e indietro... ma non poteva a causa di quegli stivaletti che si era ritrovata ad indossare! Non voleva certo cadere e fare una figura da pirla davanti a Michiru, l'ambita ragazza di cui era riuscita a conquistarne il cuore da appena tre giorni. -Nella mia scuola sono solo i ragazzi a portare i pantaloni, mi sono rifiutata con tutta me stessa di andare con la divisa femminile e ho dovuto fin chiedere l'intervento di mio padre per far cedere quei bacchettoni dei dirigenti scolastici e farmi dare il permesso per usare i pantaloni anch'io e adesso non crederai che io vada in giro vestita in questo modo? E poi come faccio a combattere, con questa ridicola gonna e i tacchi alti? Non li ho mai portati.

-Ma non è difficile, Haruka, fai qualche passo avanti e indietro... Se vuoi ti do il braccio.

-Sì, così mi fai sentire ancora di più una disagiata di quanto già non mi senta. Non sono una vecchia a cui dare il braccio!- rispose l'altra risentita.

-No, sei solo una gran brontolona- le rispose l'altra ragazza.

-Non sono una brontolona, è che tu non capisci... E' una vergogna di cui fatico a sopportare il peso!- disse estremamente teatrale.

-Che esagerata! Ci manca solo che adesso fai harakiri!- esclamò ridacchiando -Se non sei una brontolona perchè non mi fai un sorriso prima di iniziare a provare a camminare?- e così dicendo le tirò su gli angoli della bocca con gli indici.

-Ah-ah, molto simpatica Michiru!- disse un po' scocciata dopo aver spostato leggermente il viso dalle sue dita.

Michiru le diede un veloce bacio sulla bocca e poi disse: -Dai, prova!

Haruka si sentiva come una bambina che la mamma coccolava prima di spronarla a camminare. Fece qualche passo incerta, sentendosi assai goffa e questo le stava per far tornare il nervoso. Michiru se ne accorse così dopo una decina di passi le disse: -Ok, con un po' di allenamento riuscirai a farcela.- senza lasciar trapelare le proprie perplessità: in realtà non ne era molto sicura, sembrava che stesse cercando di camminare sui trampoli anzichè su un paio di stivaletti a tacco alto, ma non altissimo. -Adesso devi provare il tuo attacco.

-Va bene. Quindi cosa devo fare?

-Ah... Questo non lo so...- le rispose Michiru per la prima volta insicura. -In teoria dovresti saperlo tu...

-Dunque, fammi riflettere...- . Le due pensarono a lungo su come poter richiamare l'attacco di Sailor Uranus finchè ad un certo punto Haruka disse: -Ragioniamo razionalmente: nei miei sogni tu comparivi sempre in concomitanza con un maremoto e uno tsunami e infatti il tuo attacco è maremoto di Nettuno. Tu sei la regina dei mari, giusto?

-Ero la principessa- la corresse - e comunque la mia forza deriva dal mare e dagli oceani- precisò ancora l'altra.

-Ecco, io invece sono la guerriera del vento, quindi probabilmente dovrò richiamare la forza degli uragani, altro elemento costante dei miei incubi.

-Non so... Prova!

-Bene- Haruka si schiarì la voce: -Uragano di Urano, vieni a me!- mimando la posa di Michiru in attesa di ricevere il suo potente attacco. Niente. -Tifone di Urano, via!!- Ancora niente. -Tromba d'aria di Urano, via!!- Di nuovo niente. Haruka non demordette, pronunciando qualche altra formula finchè non si arrese: -Basta, non mi vengono in mente altri sinonimi.

-Prova a pensare a qualcos'altro!- le suggerì Michiru.

-La fai facile, ma tu come hai fatto a sapere quale era il tuo attacco?

-Io ho avuto il mio risveglio l'anno scorso e tutto mi è stato chiaro.

Beata te, a me non è chiaro nemmeno quello che mi hai appena detto!” pensò Haruka.

-I tuoi sono solo ricordi indotti da me, cose che sai senza avere visto, per cui anche trovare il tuo attacco non sarà semplice. Prova però con il terremoto anche quell'elemento compariva spesso nei tuoi sogni.

-Uhm, sì- anche se aveva capito perfettamente il motivo per cui Michiru l'aveva cercata e che se la spiava nei sogni era solo per portarle la sua richiesta di aiuto, non le andava ancora a genio il fatto di condividere con lei i ricordi dei propri sogni. Nonostante ciò voleva trovare il suo potere: -Terremoto di Urano, vai!!- Riprovò con qualche altro sinonimo e poi all'ennesimo tentativo andato a vuoto Haruka si arrabbiò. -Basta, io non so cosa farci: combatterò vestita come dico io, corpo a corpo contro quei mostri, ma non ho intenzione di perdere altro tempo con queste cretinate e con questo stupido vestitino!

-Non insultare la divisa da Sailor!

-Questa stupida divisa!- disse lei arrabbiata nera come Michiru non l'aveva mai vista prima di quel giorno. -Prima mi cambiano i vestiti per farmi sentire ridicola- si strappò via il colletto: -Poi non mi danno il permesso di usare i miei poteri!!- si tolse in malo modo la tiara. -Ma che cosa vogliono da me?? Che vadano pure tutti al diavolo!!- Guardò quella tiara: si sentiva svilita e presa in giro! -Sailor Uranus dei miei stivali... vai al diavolo pure tu!!- così esclamando lanciò in aria la tiara e prima che cadesse a terra la scagliò lontano con un calcio. Il gesto collerico, compiuto d'instinto, per poco non le fece perdere l'equilibrio non essendo abituata ai tacchi alti. 
Con passo malfermo si allontanò prima di urlare a Michiru: -Dove cazzo sono miei vestiti?? Non vorrai che resti nuda o in mutande qui, nel mezzo del nulla, con te davanti!!

Michiru era leggermente spaventata dal comportamento di Haruka: molte volte con lei aveva oltrepassato il limite, ma non l'aveva mai vista così fuoriosa ne' mai le aveva sentito uscire una parolaccia di bocca.

Guardò per un attimo la tiara lontana che per un attimo le sembrò brillare, ma probabilmente era il riflesso del sole sullo zaffiro al suo centro. Non seppe se andare a recuperare la tiara o se prima andare a calmare Haruka. Optò per la seconda opzione, per cui si girò dalla sua parte e la vide leggermente piegata in avanti, con la testa fra le mani.

-Haruka che ti succede??- andò subito verso di lei.

-Michiru...- la chiamò lei stringendo gli occhi e i denti -Improvvisamente... Oddio, che dolore...- continuò l'altra. Forse doveva chiamare aiuto, si guardò attorno e di nuovo vide lo zaffiro della tiara lontana illuminarsi a intermittenza. Si portò una mano alla bocca quando le sovvenne un sospetto. -Haruka alza la testa- ma l'altra restò immobile come se lei non avesse parlato. -Avanti fatti vedere- e così dicendo le appoggiò una mano sotto al mento per guardarla in viso: sulla sua fronte lampeggiava il simbolo di Urano.

Michiru quindi si allontanò da Haruka: finalmente il momento del suo risveglio era arrivato. In cuor suo avrebbe voluto aiutare Haruka, ma non poteva fare niente contro quei dolori che provava dal momento che non erano di natura fisica e infatti di lì a poco...

-Sailor Uranus.- una voce echeggiante la chiamò. Haruka si fece forza per guardare di fronte a sè e per un attimo ebbe l'impressione che la sua forte emicrania le stesse facendo avere le travegole: era se' stessa che si chiamava da sola? Sorrise debolmente. Ma la figura che la chiamò si avvicinò a lei e poggiando un dito sulla fronte all'altezza del simbolo di Urano le fece passare il mal di testa. Haruka si stupì di come il dolore sparì improvvisamente, fino a un secondo prima le sembrava di avere la testa in una morsa malvagia che voleva fin schiacciarle il cranio e adesso tutto d'un tratto come il suo forte mal di testa era arrivato se n'era anche andato!

-Sailor Uranus.- Haruka guardò di fronte a se' rimanendo spiazzata: non era un'allucinazione, davvero a chiamarla era qualcuno uguale a lei sia per aspetto che per abbigliamento. -Chi sei?- chiese con voce incredula e anche leggermente spaventata.

-Io ero la Principessa di Urano ai tempi del Regno Argentato, ero una guerriera Sailor proprio come te. Il mio nome è Urano.

Haruka la guardò con gli occhi spalancati e la bocca aperta senza riuscire a dire una parola.

-Non temere, Sailor Uranus, ti porto a vedere come era organizzato un tempo il sistema solare, quando a regnare su tutti i pianeti era la Luna, arrivata fino alla reggenza di Queen Serenity.- Così dicendo, senza aver mai staccato l'indice dalla fronte di Haruka, sulla ragazza si riaccese il simbolo di Urano e lei fu come teletrasportata nel passato, diventando spettatrice degli avvenimenti accaduti migliaia di anni prima.

-Questa era la corte imperiale- la portò a visitare il mondo gioioso e festoso che c'era sulla Luna, con paesaggi surreali dai colori così intensi da far sembrare sbiaditi quelli che aveva visto sino ad allora sulla Terra. Alle spalle della scena che le si presentava vi era un meraviglioso castello bianco, riccamente decorato, pieno di torri e di alberi che si ergevano al di là delle mura; la cupola che sovrastava il palazzo centrale mostrava sulla sommità il simbolo di una mezza luna.  -La gente qui viveva molto più a lungo di ora, era felice e per i bambini non vi era alcun pericolo.- Tra i bambini che si rincorrevano gioisi e altri che più pacati stavano seduti in cerchio, c'era una donna sulla trentina, dai lunghi capelli bianchi raccolti in due insoliti codini, che giocava con loro. -Lei è Queen Serenity, era la nostra Regina; la ragazzina bionda con la sua stessa acconciatura al suo fianco è la Principessa Serenity. Tutti dovevano obbedienza alla Regina, compito assai semplice: era sempre così dolce, premurosa e comprensiva con tutti. Il suo carattere rispecchiava il suo nome e la sua serenità si irradiava in tutto il sistema solare.

La portò poi sulla Terra. -Questa invece era la Terra la cui reggenza era tenuta dal Principe Endymion.- Haruka venne portata nell'imponente palazzo del Principe e fu stupita di vedere come tutti i colori fossero caratterizzati da una maggiore gamma di sfumature rispetto a quelle che aveva visto fino ad allora. Anche i profumi della natura erano molto più intensi, risultando ancora più gradevoli. Come sulla Luna anche quello sembrava un mondo fiabesco, tutte le persone erano cordiali: parlavano e ridevano. Un paio di persone alzarono leggermente la voce per una questione di precedenza, ma in una manciata di secondi avevano già fatto la pace. -Questo clima pacifico, in cui al massimo vi potevano essere solo piccoli screzi permeava tutta la Terra e tutti i pianeti di questo universo.- Quel mondo che le si prospettava sembrava davvero il Paradiso terrestre. Un gruppo di ragazzi con un notevole portamento passeggiava lungo il giardino reale e uno di loro con una mascherina bianca attorno agli occhi si fermò a fiutare le rose bianche. -Provate a toccare i petali e a sentire il profumo che emanano e capirete perchè la rosa, pur nella sua semplicità, è il mio fiore preferito- disse con tono sereno e cordiale agli altri ragazzi che dopo averne sentito il profumo e la morbidezza dei petali non poterono che concordare con lui.

-Lui era il Principe, era l'unico reggente maschio di tutto il sistema solare, era un uomo benvoluto e stimato da tutti. E' stato uno dei sovrani migliori della Terra, nonostante anche lui avesse una debolezza.

Haruka poi fu portata nello spazio e stupita guardava tutti i pianeti, assai diversi da come si prospettavano agli occhi degli uomini del suo tempo: in quell'epoca remota tutti i pianeti visti dallo spazio erano ricchi di colori come la Terra. Era una prospettiva suggestiva quanto surreale di un'esperienza che sapeva che sarebbe stata unica. La Principessa Urano andò avanti a spiegare: -Lì, più vicino al sole c'è Mercurio, poi Venere, la Terra che abbiamo appena visitato da vicino e allontanandoci vediamo Marte e Giove. Ognuno di questi pianeti appartiene al sistema solare interno e, ad eccezione della Terra, era affidato ad una Principessa. Ciascuna di queste Principesse aveva un proprio castello e poteva spostarsi alla corte della Regina ogni volta che voleva.- Il suo sorriso si fece un po' più triste quando passò in rassegna gli ultimi quattro pianeti: -Lontano dal calore del sole vediamo il pianeta più grande degli ultimi quattro che è Saturno, seguono poi Urano, Nettuno e Plutone. Questi sono i pianeti del sistema solare esterno ed essendo i più remoti a nessuna delle Principesse era concesso di spostarsi, se non per recarsi al Palazzo Reale quando convocate e in pochissimi altri viaggi diplomatici.
Ciascuna delle Principesse dei pianeti che ti ho illustrato finora aveva poteri speciali grazie ai quali, al comando del proprio esercito, poteva sconfiggere i nemici che tentavano di conquistare il posto della Regina o delle altre Principesse. In occasione di tali combattimenti si trasformavano in guerriere. Erano le guerriere Sailor.

Haruka ascoltava e faceva propria ogni singola parola della Principessa Urano che si decise a portarla sul proprio pianeta. Haruka ebbe un sussulto al cuore: il castello che aveva iniziato a sognare da quando lo aveva visto nel disegno di Michiru si ergeva in tutta la sua bellezza, frutto di un'invidiabile maestranza artistica! Era esattamente come nel disegno di Michiru, ma ora che lo poteva vedere quasi dal vivo, le trasmetteva una straordinaria imponenza. La Principessa la portò a visitarne ogni stanza e alla fine del giro le chiese: -Ti piace?

-Questo castello l'ho già visto sia nei disegni di una persona per me importante sia nei miei sogni, ma è più bello di quanto potessi immaginare.

-Ne sono lieta. E' il Miranda Castle- lo presentò con una nota fiera.

Miranda... Ecco perchè quando vide quel castello fedelmente riprodotto sulla carta, dopo esserne stata catturata completamente, le uscì di bocca quel nome.

-L'ho fatto costruire io. Sai perchè ho deciso di chiamarlo così?

-In onore del satellite più prossimo a Urano?

-No, semmai è il satellite che è stato chiamato allo stesso modo del castello. Direi un nobile tributo, anche se la scelta del nome da parte dei terresti è stata del tutto inconscia. Miranda era mia mamma, Sailor Uranus- le spiegò con voce dolce e malinconica- era la mia mamma che ho perso quando avevo cinque anni.

Haruka fu colpita da quella storia, la sentiva così vicina... mentre ricordava alcune immagini. Una sempre a casa di Michiru e altre recuperate nei sogni; quei sogni in cui compariva una donna con i capelli biondi come i suoi e che lei a volte confondeva con quella persona che, dacchè aveva memoria, per lei rispondeva all'appellativo di "mammina".

-La mia mamma era stata colpita da una grave malattia e purtroppo mi ha lasciato da sola. Ho molto sofferto per la sua perdita e una volta raggiunta l'età adulta, ho fatto ricostruire tutto il palazzo. Ho chiamato i migliori architetti e ingegneri del mio regno e ho fatto costruire il più bel castello che il mio pianeta avesse mai visto: era una struttura così avvenieristica che divenne il fiore all'occhiello di tutto Urano e tanta gente giungeva fino a lì per ammirarlo. Tanti erano pure visitatori provenienti dagli altri pianeti. Ero così orgogliosa della scelta fatta e del lavoro svolto dal team incaricato che decisi di dedicare il castello a mia mamma, cosicchè tutti potessero sapere che su Urano c'era un castello stupendo che portava il nome di una Principessa meravigliosa: Miranda.

Haruka rimase colpita da quella spiegazione, ma vedendo l'altra tacere la incitò ad andare avanti nella storia: -Poi cosa successe?

-Il nemico ci colpì. Dopo millenni sereni, senza più nemici a voler conquistare la Luna o ad attaccare i nostri pianeti, una squadra di personaggi senza scrupoli si organizzò per insinuarsi nei palazzi del sistema solare interno senza che nessuna di noi guardiane si accorgesse di nulla. Si erano guadagnati la fiducia di tutte le Principesse, del Principe Endymion e della Regina Serenity, tanto che furono nominati generali dell'Esercito dei quattro pianeti: questa mossa non potè che favorire la vittoria della regina a capo di quella squadra, e dunque, l'ascesa al potere di Caos.
Forse non sarebbe mai successo se fossimo stati tutti più vigili e se noi ci fossimo attenuti al rigido protocollo reale...

La frase lasciata in sospeso risultò troppo enigmatica per Haruka che voleva saperne di più: -In che senso? Non capisco...

La principessa Urano la portò su Nettuno, all'esterno dello stesso palazzo dipinto da Michiru e lo stesso riprodotto nel modellino che aveva messo nell'acquario vuoto di casa sua: il Triton Castle. Anche quello più bello e suggestivo nella "realtà" per quanto riprodotto fedelmente e perfettamente dalla pittrice.

-Quanto mi fu caro questo pianeta...- disse dolce e triste al contempo.

Haruka non disse nulla, ma non capì il senso delle parole della Principessa finchè non le vide. La Principessa Urano in un elegante uniforme blu mentre ballava con una donna in un abito femminile acquamarina che assomigliava tanto a Michiru.

-Era la Principessa più bella di tutte, sia nell'aspetto che nell'animo. Ci eravamo incontrate qualche volta quando fummo convocate al Palazzo Reale della Regina e nei viaggi diplomatici che dovevamo fare di tanto in tanto per tenerci aggiornate noi guardiane dei pianeti del sistema solare esterno.
Avevamo l'obbligo di restare sul nostro pianeta. Era una regola che valeva da millenni e che tutti avevano rispettato, ma con la Principessa Nettuno è scattato quasi subito un sentimento reciproco al quale non siamo riuscite a sottrarci. Ci eravamo viste per quattro volte all'anno negli ultimi tre anni: due volte lasciava lei Nettuno per venire su Urano e due volte io lasciavo il mio pianeta per raggiungerla nel suo.

Haruka ascoltava guardando la scena che procedeva davanti ai suoi occhi. Impegnate in un elegante ballo, con gli sguardi incatenati fra loro, si guardavano come se in quel momento fossero esistite soltanto loro due.

-Abbiamo fatto un passo falso: abbiamo permesso ai nostri sentimenti di distrarci.

Le due Principesse erano uscite e stavano sedute sul prato di una lingua di terra circondata dall'acqua. Il sole stava tramontando e Tritone, il principale satellite del pianeta si faceva vedere sempre più distintamente. Le due donne stavano parlando teneramente fra loro. La Principessa Urano le prese una mano e baciandone il dorso le disse sorridente: -Siamo fatte per stare insieme, Principessa Nettuno.- A quelle parole seguì un bacio.

Haruka rimase profondamente colpita: era chiaro che tutto quello che aveva visto fino a quel momento era il famoso Regno Argentato di cui le aveva tanto parlato Michiru ed era evidente che quell'esperienza surreale la stava vivendo grazie al dono del suo spirito della vita passata. Anche nella vita precedente lei e Michiru si erano innamorate? Nonostante vivessero in due pianeti diversi, con l'obbligo di non abbandonarli mai, il colpo di fulmine era scattato nelle rare occasioni in cui si erano potute vedere. Ora si spiegava perchè nonostante all'inizio fece di tutto per stare lontana da Michiru non solo non riuscì nel suo proposito, ma finì pure per innamorarsene. La Principessa Urano aveva ragione: in qualsiasi epoca o in qualunque luogo fossero nate, qualsiasi identità avessero preso, il loro destino era stare per sempre insieme. Sorrise lievemente a quella constatazione.

-Quella è stata l'ultima volta che ci siamo viste.- riprese il suo racconto la Principessa Urano dopo aver osservato con tristezza quel candido bacio che aveva dato a chi era sicura che fosse la persona con cui avrebbe voluto condividere la sua vita. -Il nemico aprofittò della nostra distrazione e il giorno seguente a questo, quando tornai su Urano lo trovai in balia dei quattro comandanti. Il mio esercito era troppo debole in confronto a quello avversario e io ho visto Caos distruggere il mio pianeta senza riuscire a sconfiggerlo. Mi si è spezzato il cuore vedere anche il palazzo dedicato a mia madre cedere sotto i colpi avversari che portarono distruzione su tutto il pianeta. Mi sono battuta con tutto il mio animo e la mia forza fisica, ma ero l'unica dotata di potenti poteri ed essendo anche poco avvezza alla battaglia finii per soccombere.

Haruka osservava ammutolita le scene che si prospettavano davanti a lei riconoscendo tante immagini che aveva visto nei suoi incubi. Quindi i suoi sogni premonitori la volevano avvisare del grave pericolo che stava correndo la Terra che se fosse caduta in mano al nuovo nemico avrebbe fatto la stessa fine di Urano! Ora capiva perchè nei suoi sogni c'era sempre un castello, che solo dopo aver visto il disegno di Michiru si riproponeva incessantemente a lei uguale identico alla raffigurazione.

-Il secondo pianeta a soccombere fu Nettuno. Anche la sua Principessa, l'amore mio, morì in modo violento. Non ci fu scampo nemmeno per Plutone e Saturno che in seguito alla morte delle loro Principesse cedettero sotto la supremazia avversaria.
Senza di noi sarebbe stato probabilmente impossibile che il resto del Regno si salvasse perchè noi eravamo le guardiane più forti, dopo Queen Serenity. Inoltre anche le altre guerriere, dopo un periodo così prolungato di pace non erano allenate per reagire e dare il massimo di se' per vincere sul nemico. In ogni caso un fattore determinante per la vittoria del male è stato che io e la Principessa Nettuno non siamo state le uniche ad infrangere un divieto millenario. Anche loro lo infransero.- Così dicendo ad Haruka si presentò un nuovo scenario in cui il Principe Endymion, in un campo pieno di fiori a lei sconosciuti, sollevava in aria la Principessa Serenity prima di riportarla alla sua altezza e baciarla.

-Anche loro non avrebbero dovuto abbandonare il loro pianeta, ma i loro sentimenti vinsero su tutte le regole e questo fu un fattore di indebolimento per tutti. Quando Caos arrivò agli ultimi due obbiettivi, ormai era quasi indistruttibile e per questo colpì quasi contemporaneamente la Terra e la Luna, così vicine. Il giorno in cui attaccò, la Principessa Serenity era sulla Terra e sua madre era disperata: come poteva sforzarsi per salvare la Luna senza sapere che ne era della figlia che era sulla Terra? Alla fine Serenity riuscì a raggiungere la madre, si sacrificò per la Luna, ma fu un sacrificio vano. Con tutti i pianeti rasi al suolo, ogni forma di vita brutalmente falciata, quasi tutto il suo Regno lunare distrutto e la figlia morta, la Regina perse ogni ragione per cui combattere e capitolò anche lei. Povera Regina...- nella sua voce si poteva sentire il tono commosso -La morte le donò sollievo.

Haruka se ne stava a bocca aperta mentre ascoltava e con un nodo in gola assisteva al tragico epilogo di quello che sembrava essere stato il Regno dell'Arcadia perduta. 

-La Terra è stato l'unico pianeta dove, per qualche strana ragione, si salvò solo qualche piccolo organismo acquatico da cui si formò il mondo che hai conosciuto tu.
Adesso, a distanza di migliaia di anni, nuovi nemici stanno cercando di impadronirsi della Terra per distruggere tutto quello che gli esseri umani hanno faticosamente ricostruito.- spiegò la Principessa allontanando l'indice dalla fronte di Haruka che si ritrovò così di nuovo tra le montagne di Fukui. -Non commettere il mio stesso errore, Sailor Uranus. La Principessa e il Principe si sono reincarnati su questo pianeta come tutte voi e tu devi individuarli per salvarli perchè tu sei una guerriera Sailor del sistema solare esterno.- così dicendo con il suo magnetismo telecinetico riattirò la tiara scagliata da Haruka fino a loro -Tu, Sailor Uranus, devi essere fiera di ciò che sei: tu sei tra le guerriere più forti di tutte- le riposizionò in fronte la tiara. -Hai accettato di combattere al fianco di Sailor Neptuno e devi portare avanti la missione che vi è stata affidata dal Fato.

-Io... mi dispiace per quello che ho detto e per quello che ho fatto prima...- Haruka era veramente pentita per aver perso le staffe e per aver reagito in modo così violento prima. Durante quella settimana e mezzo in cui Michiru le raccontò tutto quello che doveva sapere, lei aveva sentito di dover credere alle parole della ragazza, ma era come se non si fosse realmente resa conto dell'importanza del loro compito. D'altronde, cercare di capire l'astratto concetto del Regno Argentato e della sua distruzione di cui le parlò Michiru, era una cosa diversa dall'aver visto tutto quanto con i propri occhi.

-Ma come posso combattere e salvare la Terra se non so nemmeno quale è il mio attacco?

-Invoca la Bomba di Urano. - Haruka rimase stupita: non ci sarebbe mai arrivata.  -Sailor Uranus, devi essere pronta a tutto per portare a termine le missioni che ti sono state assegnate e per proteggere i futuri sovrani, a costo della tua stessa vita. - Lo spirito della Principessa di Urano si congedò in questo modo da Haruka. Mentre la sua figura sbiadiva, alla ragazza parve di notare un'altra ombra con uno specchio in mano comparire al suo fianco.

Dopo tutto quello che era successo, la giovane rimase immobile senza dire una parola, mentre Michiru continuò a restare in disparte. Non aveva assistito alle sue visioni, aveva solo visto lo spirito della Principessa Urano toccarle la fronte sulla quale risplendeva il simbolo di Urano e dopo molto tempo staccarsi da lei, parlarle della minaccia attuale, porgerle la tiara e infine congedarsi da Sailor Uranus. Mentre lo spirito della Principessa scompariva le parve di vedere vicino lo spirito della Principessa Nettuno, ma non ne era sicura.

Michiru lasciò ad Haruka il tempo necessario per processare a mente fredda tutto quello che aveva visto. Era sicura che per il tempo in cui le due rimasero immobili la Principessa Urano avesse richiamato quanti ricordi più possibili da trasmettere ad Haruka, esattamente come aveva fatto la Principessa Nettuno quando si risvegliò.

Dopo molto tempo in cui Michiru restò ad osservare Haruka, quell'ultima si destò dal suo stato di meditazione e recuperando il bavero che si era malamente tolta si avvicinò a lei. -Michiru... io... mi dispiace per prima... Mi vergogno del mio stupido atteggiamento.

-Non ti preoccupare, Haruka.

La bionda la guardò e poi sorridendo le disse: -Io sono Sailor Uranus.

Michiru sorrise a quelle parole: il risveglio era avvenuto, ora erano pronte per far squadra.

  
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