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Autore: _Marika_    16/08/2023    0 recensioni
Bicchieri rossi, lampadari distrutti, giocatori di football, champagne scadente, danze esotiche, vestitini leopardati, baci, risate, lacrime.
Nuovi incontri.
Cos'altro potrebbe accadere questo venerdì sera?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Thank God It’s Friday

 

Mi svegliai con un profumo di uova che mi ricordò subito che non mi trovavo più in Italia. Mi stiracchiai, felice. Era venerdì, e non avrei cominciato il nuovo lavoro fino al lunedì dopo.

Scesi in cucina e trovai Justin intento a preparare la colazione, mentre Donna fissava cogitabonda il suo caffè annacquato.

“Non ho la forza di andare a lavorare stamattina” annunciò e, dopo un rumoroso sbadiglio, tracannò il suo caffè. Solo dopo parve accorgersi di me. “Buongiorno splendore! Hai dormito bene?”

“Molto bene, grazie”.

“Vorrei poter stare a casa con te oggi a sparlare di tutto quello che ci siamo perse in questi anni… ma quello stronzo del mio capo non mi ha lasciato la giornata libera” disse, immusonita. 

“Non importa, Donna. Stasera la possiamo dedicare ad un riassunto dei pettegolezzi e delle tappe di vita vissuta. E poi abbiamo anche tutto il weekend per noi”

Donna tentennò. “Va bene” concesse. “Ma oggi che farai?”

“Oggi ho un appuntamento”.

“Wowowo, Italian girl! Sei qui da meno di 24 ore” si intromise Justin ridendo. 

Donna alzò la testa di scatto dal suo caffè. 

“Lui?”.

“Lui”.

“Lo sapevo” .

Justin alzò le mani. “Sento che devo uscire”.

Donna non lo guardò neanche. Continuò a fissarmi con la bocca serrata. 

“Emma” cominciò “Matt… si è legato molto a noi dopo che sei andata via. Aveva bisogno di amici, e noi siamo stati con lui nel suo percorso. E il… cambiamento che ha fatto è stato straordinario. Oserei dire che è una persona completamente diversa rispetto a quella che hai conosciuto cinque anni fa”.

Non la interruppi.

“Noi teniamo molto a lui” continuò, incerta. Fece un sospiro. “Matt non ha mai parlato di te in questi anni. Ma secondo me tu c’eri in ogni cosa che faceva”.

Aggrottai la fronte. “Mi sembra… un po’ eccessivo” provai a dire. “Ci siamo visti così poco… e poi non si cambia per le altre persone”.

“Hai ragione” mi concesse Donna “non si cambia per gli altri, si cambia perché lo si vuole. E lui voleva cambiare… per te. Almeno, all’inizio voleva cambiare per te, e tanto è bastato per metterlo sulla giusta strada. Adesso è cambiato per sé stesso, ed è felice”.

Non ero certa di capire dove Donna volesse andare a parare. Avevo paura di chiederlo, perché la risposta mi rendeva triste.

“Temi che io… lo renda di nuovo infelice?” domandai. “Vuoi che non esca con lui, per non rovinare il percorso che ha fatto?”.

La tazza di caffè che stava per sorseggiare si bloccò a mezz’aria; Donna mi guardò con occhi fiammeggianti: “Che cazzo hai capito? Voglio che tu e lui vi mettiate insieme, che scopiate come ricci e che siate vergognosamente felici!”.

_______________________________________________________________

Matt mi aveva portato alla pista di pattinaggio sul ghiaccio, che con le decorazioni natalizie dava il meglio di sé. Il cielo era plumbeo e le temperature erano ancora vicine allo zero, ma il vento si era placato e mi sentivo piacevolmente al caldo dentro il mio piumino.

Passeggiammo un po’ attorno alla pista, guardando i bambini e le coppiette volteggiare e schiantarsi gli uni contro gli altri.

“Quanto starai qui?” mi chiese Matt. 

“Un anno. All’inizio starò da Donna, poi cercherò un appartamento per conto mio. Lunedì comincio con il nuovo lavoro”.

Seguì un silenzio meditabondo. Mi concentrai per formulare una domanda intelligente, quando Matt mi anticipò.

“Sai perché ero arrabbiato la prima volta che ci siamo incontrati?”.

Inarcai le sopracciglia, sorpresa. “Aspetta, quando siamo scappati dai poliziotti alla festa di Brittany, la bionda?”.

“Sì” confermò. “Ero arrabbiato perché ero già ubriaco quando ti ho visto entrare con Donna. Avrei voluto parlarti, ma sapevo che non avrei potuto in quelle condizioni”.

Risi. “Insomma, mi stai confessando che ti sei innamorato di me al primo sguardo?”.

Lui non rise, ma distolse lo sguardo con un sorrise imbarazzato “Credo di sì”.

Rimasi in silenzio, colpita. Mi sentii arrossire.

“Ti avevo già vista con Donna a qualche festa. Era da un po’ che speravo di parlarti, ma non osavo. Solo quando ti ho vista scappare e rimanere bloccata ho deciso di seguirti - e di aiutarti”.

“Per poi fare quella pessima figura la volta dopo…” Matt si passò una mano sul viso, imbarazzandosi al ricordo di quella serata.

“Quando hai vomitato per un’ora nel bagno della villa?”

“Sì”.

Matt mi afferrò la mano e mi portò verso di sé. Non fu un gesto brusco, avrei avuto tutto il tempo del mondo per fermarlo. Mi strinse contro il suo petto, con dolcezza. Mi mancò il respiro. Sentii le sue braccia avvolgermi e io non riuscii a fare altro che stare lì, bloccata, con il respiro mozzo e il cuore a mille.

Piano piano recuperai il controllo motorio dei miei arti, e alzai le braccia per ricambiare la stretta. La sua schiena era piacevolmente solida sotto le mie mani.

Stemmo così per un po’, senza dire niente. Sentivo il respiro di Matt sui capelli, e le sue dita che mi accarezzavano piano le scapole.

Dopo qualche minuto, si staccò da me. Sentii subito che il suo corpo, lontano dal mio, mi mancava terribilmente.

Matt mi guardò, poi tornò a guardare lontano, verso la pista di pattinaggio. “Penso che tu mi piaccia ancora moltissimo, Emma” mi disse. “Mi sei piaciuta subito, in un modo chimico, folle, che non sapevo gestire né capire. Ma all’epoca non ero… nel momento giusto della mia vita” continuò. “Sono cinque anni che sono sobrio. Ora so camminare sulle mie gambe. Sopravviverò se non mi vuoi, e troverò il modo di essere felice lo stesso. Ma quando ho saputo che saresti tornata… dovevo provarci, capisci. Dovevo sapere”.

Sentii di capire perfettamente cosa voleva dire. Dentro il petto mi sbocciò una bolla calda. Cercai di non dare a vedere quanto ero emozionata.

“Certo che saresti felice anche senza di me” dico, sincera. “Si vede che stai bene. Hai ripreso in mano la tua vita. Ti ammiro per questo”.

Matt mi guardò con due occhi ricolmi di tenerezza. Ci ritrovai lo stesso amore di anni prima, ma più consapevole, più maturo. Mi si strinse il cuore a ripensarci. 

Mi avvicinai a lui, attratta da una forza ineluttabile. Lui non si scompose, non mi sfiorò. Era chiaro che si aspettava un altro tipo di risposta da me.

Tossicchiai e scostai la mia sciarpa. Frugai con la mano dentro il collo del maglione e estrassi un ciondolo d’argento. “Anche tu mi piaci Matt” dissi, mostrandogli una piccola luccicante matrioska.

I suoi occhi si fecero enormi. Aveva un’espressione sbalordita. “... ce l’hai ancora”.

“Sì”.

Si avventò su di me con un ardore che mi fece barcollare. Le sue mani mi strinsero il viso e mi baciò con forza. Ricambiai con molta partecipazione. Mi baciò a lungo, lì, davanti a quella pista di pattinaggio, dopo 5 anni di attesa, di dubbi, di rinascita. Fu il bacio migliore della mia vita.

Si scostò e mi guardò con occhi appassionati. Aveva il respiro affannato dai troppi baci.

“Aspetta, quando cominci a lavorare?” mi chiese.

“Lunedì”.

“E oggi è…?”.

“Venerdì”.

“Thank God”.

E mi baciò di nuovo.

 

 

FINE

   
 
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