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Autore: PrimPrime    18/08/2023    0 recensioni
Garlis non riesce proprio a sopportare Ariha, e come biasimarlo?
È un suo nemico, generale dell'esercito contro cui combatte una guerra interminabile, ma c'è dell'altro.
Garlis si porta dentro un dolore che non lo abbandonerà mai, per tutta la durata della sua vita immortale.
L'incontro con Ariha, che gli ricorda inevitabilmente qualcuno del suo passato, cambia la situazione... ma non è detto che sarà un cambiamento in positivo.
"Sono le esperienze che viviamo a renderci ciò che siamo. Di conseguenza, sono i nostri ricordi legati a quelle esperienze a renderci ciò che siamo.
Se non ricordassimo anche solo una parte di ciò che abbiamo vissuto, saremmo senza dubbio persone diverse."
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Parte Extra ✴ Il Frutteto nel Deserto



Diverso tempo dopo...

L'aria fresca, il rumore dell'acqua che scorre e del vento tra le foglie...
Per quante volte ci pensasse, per Garlis quel luogo aveva dell'incredibile.
Un tempo deserto, un ampio spiazzo delle terre neutrali era diventato verde, abitabile e persino coltivabile.

Le innovazioni di quel periodo, che lo avevano reso possibile, erano qualcosa di inconcepibile per lui. Sembrava che fosse avvenuta una magia, ma non era così: in un terreno desertico, una magia di quel tipo non sarebbe durata a lungo.
No, i cambiamenti di quel luogo erano stati possibili grazie ad alcuni ricercatori che erano ancora al lavoro per monitorarne lo stato.

Se il loro progetto avrebbe avuto successo, le terre neutrali si sarebbero presto trasformate del tutto, assumendo un aspetto nuovo e meraviglioso.
Forse questo avrebbe portato a nuove guerre per conquistarle, come aveva temuto Garlis, ma forse no.

Forse, come promettevano i ricercatori, sarebbero diventate un luogo accogliente sia per i Viss sia per i Reyn, e i prodotti di quelle terre sarebbero stati spartiti in modo equo tra i due regni.
Un progetto del genere era utopistico e meraviglioso, eppure si trovavano sulla buona strada per riuscirci.

Era da decenni ormai che i due popoli non si scontravano più in guerra, seppur esistessero ancora attriti tra le fazioni.
Sì, molti credevano che avrebbero avuto successo, e quello avrebbe rappresentato il primo passo verso un futuro migliore, di convivenza e di tolleranza.

Dopotutto, anche tra le persone era cambiato tutto e questo aveva davvero dell'incredibile, almeno per Garlis che era stato testimone del passare del tempo.

Ora si trovava lì, in quelle che erano state rinominate Terre Verdi, per controllare che tutto procedesse per il meglio, senza che ci fossero sabotaggi interni o esterni. La zona neutrale era stata da sempre territorio di mercenari e predoni.

L'unica abitazione presente nelle Terre Verdi era quella dei ricercatori, piccola e adibita allo stesso tempo a magazzino, perciò Garlis e i suoi avevano preferito accamparsi sotto le stelle, poco distanti dalle coltivazioni.

Stava reclutando i nuovi membri del Sol Notturno quando gli era stata affidata la missione, perciò era partito subito con chi aveva già con sé, non aspettandosi grossi problemi.
Una volta tornato a Trina, ne era certo, avrebbe ripreso la ricerca per trovare qualcun altro, ma per il momento la faccenda poteva aspettare.

I ragazzi che lo accompagnavano erano giovani ma esperti, lo avevano dimostrato più volte ormai, perciò sapeva di poter fare affidamento sulle capacità della sua squadra. Purtroppo, però, loro erano solo in tre, ecco perché era intenzionato a cercare qualcun altro.

Con lui, da almeno due anni ormai, c'erano due elementali particolarmente dotati e affidabili.

Ivorette, dai capelli corti, castani e mossi, era una ragazza timida, ma forte in combattimento.
Quando erano in missione non si risparmiava mai, sfoderando tutta la potenza della sua magia di terra.
Solitamente vestiva di arancione, con lunghi abiti dallo spacco laterale che le permettevano di muoversi liberamente. Era armata di uno scettro nodoso sul quale si era attorcigliata una pianta rampicante dai rami sottili, con piccole foglie chiare e fiorellini arancioni. Probabilmente restava in vita grazie all'energia che risiedeva nella ragazza.

E poi c'era Ludven, giovane dalla carnagione scura, con lunghi capelli neri.
Elementale del fuoco, aveva stupito Garlis per come riusciva a utilizzare la sua magia non per l'attacco, ma per la difesa.
Aveva addirittura studiato a lungo e sperimentato finché non era riuscito curare le ferite, mettendo il suo calore a servizio di chi più ne aveva bisogno.
Se necessario era in grado di combattere, ma preferiva quella applicazione alternativa del suo potere.
Il suo fisico era asciutto e vestiva quasi sempre di blu, con una fascia in vita sulla quale c'era il simbolo del Sol Notturno.

Dopo un giro serale dei campi, Garlis e i compagni avevano deciso di riposarsi così si erano seduti nei pressi della loro tenda. Erano arrivati solo quel pomeriggio ma avevano già visto tutto, trovandolo meraviglioso.

Intorno al fuoco, stavano parlando della missione in corso.
"Sono sicuro che tu sia in parte la causa del cambiamento, Garlis," gli disse Ludven, a un certo punto.
Il Portatore, sorpreso, gli rivolse lo sguardo ma non seppe come rispondere.

"Insomma, dopo circa novant'anni di servizio nell'esercito hai deciso di diventare un avventuriero a tempo pieno perché non credevi più nella rivalità con i Viss. Se le cose hanno iniziato a cambiare, lo dobbiamo anche a te," spiegò, entusiasta.

"Vero," concordò la giovane, in tono calmo. "Io non riesco ancora a pensare che quelli siano come noi, lo trovo inconcepibile, però ciò non significa che dobbiamo ucciderci a vicenda. Adesso un futuro di convivenza pacifica sembra vicino."

"Se qui nelle Terre Verdi procederà tutto come previsto, intendi?" precisò Garlis, che si sentiva sopravvalutato dai compagni.

"Certo, ma anche se non dovesse succedere, il cambiamento è già in corso," ribatté Ludven, con un ampio sorriso. "È solo questione di tempo."
"Credo che tu abbia ragione," disse il Portatore, felice di sentire quelle parole. "Ai miei tempi era guerra continua, non sarebbe stato possibile immaginare uno scenario del genere... ma sono felice che le cose siano diverse adesso."

"Quando dici ai miei tempi sembri un vecchio," scherzò la ragazza, dopodiché sbadigliò, colta dal sonno. "Vado a dormire, non ce la faccio più. Buonanotte."
"Notte," la salutarono entrambi.

Per un lungo istante lo scoppiettio del falò fu l'unica cosa che riempì le loro orecchie, nel silenzio della sera.

"Sono davvero vecchio, anche se a Ivorette non sembra," precisò, a sguardo basso ma ancora con il sorriso sulle labbra.
"No, il bello è che non lo sarai mai davvero," disse Ludven, convinto.
Garlis scosse la testa.
"Quando vedo progressi come quello che sta avvenendo qui, sento il peso di tutti i miei anni."

Il giovane ridacchiò, divertito.
"Sai, trovo che sia affascinante che tu possa assistere a tutti questi cambiamenti. Mi piacerebbe essere come te," ammise, con lo sguardo puntato nel fuoco.
"Dovranno passare diverse centinaia di anni prima che sia il momento di scegliere un nuovo Portatore, mi spiace," scherzò Garlis.

Allungò una mano e la posò su quella di Ludven, appoggiata a terra. Il ragazzo sussultò a quel contatto improvviso, ma non si ritrasse. Arrossì impercettibilmente ed evitò il suo sguardo.
A Garlis piaceva e glielo aveva fatto capire chiaramente, mentre il ragazzo non gli dava segnali chiari a riguardo. In ogni caso, il Portatore gli avrebbe lasciato tutto il tempo che gli serviva, non aveva alcuna fretta.

"Garlis... Io credo che tu piaccia a Ivorette e questo potrebbe portare problemi alla squadra..."
"Ivorette prova solo ammirazione nei miei confronti," ribatté Garlis, convinto.
"Tu sei un eroe di guerra, le tue gesta sono narrate nei libri di storia, è ovvio che provi ammirazione! Ma credo che ci sia dell'altro," insistette, spostando la mano da sotto la sua.

Il Portatore di Luce abbassò lo sguardo e sospirò.
"Le parlerò alla prossima occasione. O forse è una scusa per rifiutarmi?" domandò, calmo.
"Garlis..." iniziò Ludven, in un tono che non prometteva niente di buono. "Pensavo fosse chiaro..."

In effetti, qualche volta il ragazzo aveva finto di non fare caso alle sue attenzioni, questo doveva ammetterlo.

"Non lo era," ribatté il Portatore, scuotendo la testa. "O meglio, lo vedo che fai finta di niente, eppure continui a elogiarmi come se io ti interessassi."
"E in un certo senso è così! Solo... non nel senso che credi tu. Mi dispiace di averti illuso," sospirò. "Non avevo il coraggio di dirlo... Speravo non servisse."

"Ho capito, non pensarci," tagliò corto Garlis, che iniziava a sentirsi a disagio.
Era vero che aveva ricevuto diversi rifiuti, ma c'erano anche state molte persone ben disposte a uscire con lui. Purtroppo però non aveva ancora trovato la persona giusta, che gli strappasse di dosso quella sensazione di insoddisfazione che non lo abbandonava mai del tutto.
O forse l'aveva trovata, ma se n'era accorto troppo tardi...

L'elementale del fuoco abbassò lo sguardo, dispiaciuto a sua volta dalla piega che aveva preso il discorso.
Un brivido freddo scosse entrambi, che si strinsero nei vestiti.
Dopo un attimo di esitazione, il Portatore si tolse la pelliccia marrone che gli copriva la schiena e la posò sulle spalle del ragazzo, che sussultò ma anche stavolta non si ritrasse.

"Faccio due passi," annunciò, alzandosi in piedi.
Ludven annuì senza replicare, rimanendo lì accanto al fuoco.

Le Terre Verdi in cui si trovavano non erano costituite solo da prati e campi coltivati. C'era anche un frutteto, poco distante.
Garlis vi si addentrò, intenzionato a esplorarlo per bene.

Lo aveva già visto ma solo da lontano, quando un ricercatore aveva fatto fare loro un giro del posto, nel pomeriggio. Quegli alberi erano cresciuti molto grazie a una magia di terra, così aveva detto, ma per fare in modo che non morissero in breve tempo avevano prima dovuto bonificare il deserto.

Agli occhi di Garlis, che non aveva idea di come avessero fatto, appariva come un'opera immensa da realizzare. Probabilmente c'erano volute grandi quantità d'acqua, il che avrebbe spiegato perché tra i ricercatori ci fossero molti maghi di quell'elemento, ma ciò che erano riusciti a ottenere rimaneva comunque affascinante.

Stava tornando all'accampamento quando ebbe l'impressione di essere osservato.
Si voltò di scatto, sperando di individuare qualcuno, e così fu: poco distante da lui, nascosta dietro al tronco di un albero, c'era una figura avvolta dall'ombra.

"Chi sei? Ti ho visto, esci allo scoperto," ordinò.
Un istante dopo la figura uscì dal suo nascondiglio e mosse qualche passo verso di lui.
La luce emanata dal corpo di Garlis rischiarò l'individuo, mostrando qualcuno che lui non vedeva da molto tempo.
Ariha.

Il Viss gli sorrise in modo beffardo, cosa che riportò Garlis indietro di diversi anni.
Sorpreso, il Portatore di Luce cedette all'istinto di gettarsi tra le sue braccia, che subito lo strinsero.
Con il viso premuto nell'incavo del suo collo, inspirò a fondo il suo profumo. Gli era mancato come l'aria, solo ora se ne rendeva conto.

"È bello vederti, dopo tanto tempo," disse il Viss.
"Lo è davvero," concordò Garlis, sollevando lo sguardo per accarezzargli il viso.
Ariha fece lo stesso, quasi per accertarsi che fosse reale, poi gli strinse il mento e si avventò sulle sue labbra in un bacio profondo al quale il Reyn non si oppose.

Garlis portò le mani sul suo petto e lo strinse per i vestiti per non permettergli di allontanarsi, mentre si lasciava trasportare da quel contatto che inaspettatamente desiderava così tanto.
Sentiva il cuore che batteva all'impazzata nel suo petto per l'emozione. Per un attimo ebbe l'impressione di sentire anche quello di Ariha, ma era talmente sopraffatto da non poterne essere certo.

Il Viss strinse tra i denti il suo labbro inferiore facendolo gemere per la sorpresa, poi si dedicò al suo collo, percorrendolo con baci bollenti.
"Mi sei mancato così tanto...," sussurrò contro la sua pelle, provocandogli dei brividi.

"Perché sei qui?" gli chiese Garlis, tentando disperatamente di mantenersi lucido.
Il Portatore di Oscurità sollevò il viso per guardarlo negli occhi, senza però allontanarsi, quasi non volesse rischiare che scappasse.

"Esploro le Terre Verdi per conto del Saggio, controllo che non stia accadendo niente che possa danneggiarci."
"Il Saggio?" domandò il Reyn, incredulo.

"Quel vecchio sembra essersi calmato con il tempo, ma se scoprirò che si tratta di un'altra trappola gliela farò pagare cara. Non appena inizi ad arrabbiarti con me, me ne vado," scherzò, mentre accarezzava il suo labbro inferiore con il pollice.

Garlis ridacchiò e si avvicinò per dargli un bacio a fior di labbra, superficiale ma lento e carico di desiderio.
"Anche a me sei mancato," confessò. "Sei solo?"
"Sì, si tratta solo di dare un'occhiata."

"Quindi non dobbiamo aspettarci nessuna incursione Viss?"
"No, a noi non interessa attaccare questo posto. Finché resta neutrale, cioè finché voi Reyn non lo dichiariate vostro senza permesso, potrete dormire sonni tranquilli," rispose.

"Secondo quanto dicono i ricercatori le Terre Verdi resteranno neutrali, anzi diventeranno un'oasi sicura per Reyn e Viss, dove vivere liberamente e in armonia con la natura. Oltre a questo, forniranno cibo per entrambi i popoli."
"Sarebbe un sogno. In ogni caso, sono qui solo per osservare e riferire," sottolineò Ariha, per rassicurarlo ulteriormente.

"Vieni, ti presento alla mia squadra," propose Garlis, dopo un attimo di esitazione in cui lo aveva osservato con attenzione, chiedendosi se fosse reale o si trattasse solo di un sogno.
"No, non adesso. Sono arrivato poco fa e devo ancora finire il giro. Voi perché siete qui?"

"I ricercatori temono di venire attaccati dai predoni o dai Viss, essendo in terre di nessuno. Hai avvisato del tuo arrivo?"
"No, prima devo vedere che succede da queste parti. Preferisco muovermi non visto," confessò il Portatore di Oscurità.

"Va bene, lo capisco. Domattina però presentati ai ricercatori, prima che qualcuno vedendoti si allarmi."
Ariha sbuffò, ma non era affatto infastidito.
"Sei sempre ligia alle regole, ragazzina... Fin troppo direi," ironizzò.

"Non lo si è mai abbastanza, e non chiamarmi così," ribatté Garlis, rivolgendogli un sorriso. "Posso dormire sereno con te che ti aggiri qui intorno?"
Il Viss ridacchiò, divertito.
"Con me in zona? Non credo proprio... Potrei sorprenderti in ogni momento," scherzò.

Il Portatore di Luce scosse la testa.
"Non scappare senza prima salutare, intesi?"
"Contaci," rispose Ariha, accarezzandogli i capelli in un gesto fin troppo tenero, trattandosi di lui.

"Adesso vai, voglio finire entro l'alba e mi stai distraendo."
"Sì signore," lo prese in giro Garlis, iniziando a indietreggiare.
Si morse il labbro inferiore, dispiaciuto di doversi separare da lui così presto, e il Viss dovette notarlo, perché non gli aveva tolto gli occhi di dosso.

Gli ci volle molta forza di volontà per allontanarsi davvero, ma in qualche modo ci riuscì.

Al suo ritorno i compagni erano entrambi nella tenda, ne ebbe conferma una volta entrato.
Avendo visto Ariha, si era dimenticato completamente di essere stato respinto da Ludven, eppure era successo poco prima.
Scosse la testa.
Aveva appena avuto prova dell'ascendente che Ariha aveva su di lui.

Incredibile, non si vedevano da un sacco di tempo eppure era tutto come una volta... anzi, meglio di una volta.

Quando si erano separati avevano continuato a incontrarsi di tanto in tanto, ma presto i loro impegni personali avevano preso il sopravvento.
Era contento di averlo rivisto, quella sera. Doveva ammettere che aveva pensato molto spesso a lui, ma non si era mai deciso a cercarlo.
Era come se la distanza avesse fatto bene a entrambi.

Ancora emozionato, Garlis fece fatica ad addormentarsi, ma quando ci riuscì dormì profondamente.

L'indomani si svegliò per primo, riposato e pronto a iniziare la giornata, alle prime luci di Sol.
Uscì dalla tenda e riaccese il falò per preparare una veloce colazione, canticchiando tra sé e sé.
Quando Ivorette e Ludven si svegliarono, si sorpresero di trovarlo così felice. Il pasto che aveva preparato per loro emanava un profumo delizioso, perciò si sedettero a mangiare senza fare complimenti.

Nel giro di pochi minuti ebbero terminato, così il Portatore di Luce iniziò a mettere via le ciotole mentre la ragazza si allontanava per andare al bagno.

"Immaginavo di trovarti diverso, questa mattina," gli disse l'elementale del fuoco, titubante.
"Diverso?"
Garlis gli rivolse lo sguardo, smarrito. Un istante dopo si rese conto della situazione, fece un sorriso imbarazzato e scosse la testa.

"Oh, capisco cosa intendi. Non devi preoccuparti, ciò che è successo non cambia niente tra noi. Il fatto è che ieri ho incontrato una persona a me cara, nel frutteto," spiegò, indicando gli alberi che si vedevano bene anche da lì.
"Quindi la gilda degli avventurieri ha mandato qualcun altro?" chiese Ludven, sorpreso.
"No, non proprio..."

"Garlis! Ludven! Venite, presto!" li chiamò Ivorette, che stava correndo verso di loro.
Allarmati, i due la seguirono a passo veloce fino alla struttura occupata dai ricercatori.
"C-c'è un Viss là dentro... E non sembra uno di quelli normali!" spiegò, agitata.

Il Portatore di Luce inarcò un sopracciglio, avendo già intuito cosa stava succedendo.
Aprì la porta della casa ritrovandosi davanti una scena che non si aspettava.

Ariha stava parlando con i ricercatori, alcuni dei quali non erano ben disposti ad averci a che fare o ne erano intimiditi, ma sembrava tutto sotto controllo.

Il Viss, sentita la porta, si voltò verso di loro e il suo sguardo passò subito da Garlis a Ivorette.
"Tu!!" esclamò lui, raggiungendoli con passo pesante. "Garlis, tieni a bada la tua sottoposta! Ero qui a farmi i fatti miei e lei mi ha attaccato alle spalle!"

"Buongiorno anche a te, Ariha," disse il Portatore di Luce, decidendo di ignorarlo e procedere con calma. "Tutto bene qui dentro?" domandò, più ai ricercatori che a lui.

"Sì, stavo solo chiedendo loro una copia dei progetti di questo posto, da portare al vecchio decrepito. Quando avrà capito che non succede niente di losco, vorrà sicuramente mandare alcuni dei suoi uomini ad aiutare... sempre che quegli esseri ne siano in grado," pronunciò l'ultima frase con un tono di voce più basso, che comunque loro riuscirono a sentire. "Rimane il fatto che la tua amica qui ha tentato di uccidermi," gli ricordò, ora più tranquillo ma sempre con tono accusatorio.

"Parliamone fuori, lasciamo lavorare i ricercatori," propose Garlis, al che il Viss annuì e uscì dalla porta per primo.
"C-cosa sta succedendo?" domandò sottovoce Ivorette, confusa come non mai.

"Potrà sembrarvi strano, ma lui è un mio amico. È un Portatore di Oscurità, abbiamo già lavorato insieme in passato," spiegò, rimanendo sul vago.
"C-che? T-tu sei amico di un Viss?" chiese la giovane, tremando impercettibilmente.

"La ragazza qui è potente, ma non abbastanza da mettere fuori gioco un Portatore," intervenne il diretto interessato, senza smettere di guardarla. "Comunque possiamo metterci una pietra sopra, ma prima dimmi, sei sposata? Fidanzata? Nessuna delle due?"
La ragazza sbiancò, incapace di comprendere e accettare ciò che stava succedendo.

"Stai scherzando, spero."
Ariha si voltò verso Garlis, che aveva parlato.
"Certo che sì," rispose, tornando a rivolgergli il suo solito sorriso.

Gli si avvicinò all'improvviso.
"Non vedo l'ora di stare da solo con te per recuperare il tempo perduto," sussurrò al suo orecchio.

Ludven riuscì a sentirlo e rabbrividì, guadagnandosi un'occhiataccia dal Viss.
"E tu chi saresti?" gli chiese quest'ultimo, in un tono tutt'altro che amichevole.

"Lui è Ludven e lei è Ivorette, sono la mia squadra," intervenne Garlis, avvertendo che la situazione stava per precipitare. "Ragazzi, vi presento Ariha. Si comporta così ma non vuole fare del male a nessuno... Vero?"
"Vero," rispose, dopo un attimo di esitazione.

Ascoltando le parole del loro amico, Ivorette e Ludven si erano calmati, malgrado tutto ciò sembrasse ancora incredibile.

"Sono entrambi elementali? Non ti fai accompagnare da nessun guerriero stavolta..."
"Sono io il guerriero del gruppo, ovviamente."
Un sorriso ironico si allargò sul viso di Ariha.
"Per tua fortuna resterò qui per un bel po', a pararti il culo nel momento del bisogno."

Garlis scosse la testa, deciso a non commentare.
"Aspetta, quindi non torni dal Saggio dei Viss?" gli chiese, dopo aver ponderato velocemente le sue parole.
"No, c'è un messaggero che mi aspetta al limitare della foresta. Gli farò avere le mie considerazioni per iscritto e al resto penserà lui," spiegò.

"Devi occuparti delle scartoffie?" domandò Garlis, sorpreso.
"Già," sospirò. "Le cose sono cambiate molto per me, dall'ultima volta che ci siamo visti. Torno dentro, ne parliamo più tardi."
Il Portatore di Luce annuì e lo guardò andare via.

Quando Ariha ebbe chiuso la porta alle sue spalle, lui si voltò e incrociò gli sguardi increduli degli amici.
"Devi spiegarci un po' di cose," sottolineò Ludven, categorico.
"Certo, mi sembra giusto," concordò, un po' in imbarazzo.

Andarono a sedersi poco lontano, proprio accanto al fiume che irrorava i campi coltivati.
"È una storia un po' complicata..." disse a sguardo basso, non sapendo da dove cominciare.
"Abbiamo tutto il giorno," rispose il ragazzo, al che lui annuì e prese un respiro profondo.

"Molto tempo fa, l'energia di Ellis aveva perso il suo equilibrio e sono stato inviato a indagare."
"Questo lo sappiamo... è scritto nei libri," puntualizzò Ivorette, perplessa.
"Sì, ma i libri non dicono che c'era anche Ariha quella volta. Noi e i Viss abbiamo combattuto fianco a fianco in una situazione rischiosa, aiutandoci a vicenda. Io e lui... siamo diventati amici, possiamo dire così. Abbiamo deciso entrambi di non voler più prendere parte alla guerra."

"E questo ci ha portati qui, oggi, a cercare di instaurare la pace con i Viss... Non ci posso credere," commentò Ludven, che aveva compreso.
"Esattamente."

"Q-quindi lui non... non combatte contro i Reyn?" chiese, incerta, la ragazza.
"Non lo fa, per quanto ne so. Si comporta in modo aggressivo, ma non è davvero una minaccia," assicurò loro.

"Hai detto che siete amici, ma a me è parso che ci fosse qualcosa tra voi," intervenne ancora l'elementale del fuoco.
Sentendo quelle parole e assistendo al silenzio di Garlis, Ivorette abbassò lo sguardo. Era sbiancata di nuovo.
"Io... vado a fare due passi, per schiarirmi le idee," dichiarò, quindi si allontanò senza aspettare che i due le rispondessero.

Il Portatore di Luce la guardò per un attimo mentre si allontanava, poi tornò rivolto verso Ludven che sembrava avesse altro da dire.
"Se le cose stanno così, perché ci hai provato con me?" domandò.
Dal suo tono di voce, a Garlis parve che fosse confuso.

Si prese un istante prima di rispondere, per trovare le parole giuste.
"Io e lui abbiamo dei trascorsi, è vero, ma si tratta del passato... Non pensavo che sarebbe comparso qui all'improvviso, né che mi avrebbe fatto questo effetto. In quanto a te, ho interpretato male i tuoi segnali... e avevo intenzioni serie, te lo avrei dimostrato..."

"Da quando c'è lui sei raggiante," lo interruppe il ragazzo. "Non metto in dubbio che volessi uscire davvero con me, ma perché pensare ad altri quando c'è lui? Siete entrambi immortali, sembra che il destino vi voglia insieme!"

"In realtà le cose tra di noi sono molto più complicate di quanto sembra... Inoltre con lui non ero felice, ai tempi," precisò Garlis, sentendosi in dovere di spiegarsi.
"Ma ora lo sei, è chiaro. Ti è bastato vederlo una volta e il tuo stato d'animo è cambiato completamente."

Detto questo, Ludven sospirò.
"Non fraintendermi, l'unica cosa che trovo strana in tutta questa situazione è che lui sia un Viss, ma ora che ce ne hai parlato i testi storici su quel periodo acquisiscono un altro significato, molto più concreto. È grazie a voi due che le cose tra i nostri popoli hanno iniziato a cambiare, è chiaro. Ecco perché ora siamo qui, a creare un territorio comune dove potremo vivere liberamente. Più avanti, chissà, forse non saremo più due popoli divisi, ma uno soltanto."

Il suo ragionamento lo spiazzò, lui non aveva pensato così in là.
"Vado a cercare Ivorette, le parlo e la calmo io," disse poi Ludven, più sereno.
Anche Garlis lo era. L'amico gli aveva dato un punto di vista nuovo su tutta la vicenda.

Inoltre gli aveva fatto capire che non aveva senso separarsi da Ariha, soprattutto se provava qualcosa di così intenso per lui.

In passato lo aveva allontanato per cercare la felicità e il tempo lontano da lui gli aveva fatto bene, perché adesso era pronto ad accettarlo... sempre se per lui andava bene.

Una volta riunito con i due compagni di squadra, Garlis fece un giro per le Terre Verdi per assicurarsi che fosse tutto a posto, sentendosi rincuorato.
Gli amici non gli chiesero più niente, capendo che aveva tanto per la testa anche se non voleva darlo a vedere.

Stavano per fermarsi e pranzare quando incontrarono Ariha. Il Viss era carico di prodotti agricoli che gli avevano dato i ricercatori.
"Quando pensi che i Reyn non possano essere gentili con i Viss, ecco che quelli ti sorprendono," commentò il Portatore di Oscurità.
Annuì a se stesso e dalla sua espressione si capiva che ne fosse rimasto colpito.
"Eh già, siete un popolo di ingenui," aggiunse, come se niente fosse. "Ho fin troppa roba con me, mangiamo insieme."

"Buona idea," rispose Garlis, ignorando il suo commento.
Ivorette e Ludven non ebbero da ridire, sebbene non si fidassero ancora di lui.
Il ragazzo accese il fuoco con i suoi poteri, per farlo gli bastò tendere una mano in direzione dei ciocchi di legno.

Garlis a questo punto iniziò a elogiare le sue capacità fuori dal comune, per poi passare a parlar bene anche di Ivorette.

"E tu cosa hai fatto in questi anni?" chiese poi ad Ariha. "Dicevi che sono cambiate molte cose..."

"Esatto. Quando tu ti sei rifiutato di tornare in guerra, immagino sarai passato per un rivoluzionario! Io facendolo ho perso il favore del Saggio. Non ho ceduto alle continue insistenze perché tornassi a combattere, quindi sono caduto in disgrazia," raccontò, con leggerezza.

"Credevo che saresti riuscito ad aiutare il tuo popolo nelle questioni interne," sottolineò Garlis, ricordando che una volta ne avevano parlato.
Gli dispiaceva che le cose fossero andare diversamente.

"È stato così infatti, ma ero solo e malvisto. Ricordi la nostra vecchia casa nelle terre neutrali? Ne ho fatta una locanda per accogliere i viaggiatori, chi voleva scappare dal suo regno e persino le coppie miste. Ho qualcuno che la gestisce al posto mio adesso, per tutte le volte in cui servo altrove."

Il Portatore di Luce sorrise, colpito dalla sua storia. Come locandiere non ce lo vedeva per niente, ma probabilmente si era dovuto adattare. Aveva trovato in quel luogo il suo nuovo scopo, almeno per il tempo in cui il suo popolo lo aveva tenuto alla larga.

Dopo il pasto si ritrovarono soli, a passeggiare per il frutteto dove si erano incontrati la sera precedente.

"Prima Ludven mi ha detto una cosa interessante," disse il Reyn, spezzando il piacevole silenzio che si era creato. "Secondo lui, fra qualche anno, tutto sarà cambiato di nuovo. I nostri regni si tollereranno sempre di più e forse a un certo punto diventeranno un regno soltanto."
"Mi sembra impossibile," ribatté Ariha, d'istinto. "Le differenze tra di noi sono troppe, però non si sa mai. Il cambiamento è qualcosa di impercettibile, che non si ferma. Sta avvenendo persino adesso, mentre parliamo. Ci vorranno ancora molti, moltissimi anni, ma è probabile che tra i nostri due popoli si formerà un'alleanza pacifica, almeno."

"Non ti facevo così profondo," commentò, ironico, Garlis.
"Allora dovresti proprio conoscermi meglio," rispose il Viss.
Lo sorprese spingendolo contro il tronco di un albero per stringerlo a sé e baciarlo possessivamente.
Quando lo lasciò andare, entrambi ripresero fiato perdendosi l'uno negli occhi dell'altro.

"Non lo avrei mai detto... ma la distanza ha acceso qualcosa," ammise il Reyn.
Ariha affondò il viso nell'incavo del suo collo. Gli accarezzò la pelle con la punta del naso in un gesto che non voleva essere malizioso, ma tenero.
"Io ne ero certo, almeno da parte mia," disse, dopo un attimo di esitazione.
Quando tornò a guardarlo, trovò Garlis sorpreso e curioso di sapere cosa intendesse.

"Quando siamo andati alla fonte e io ho vissuto gli ultimi istanti della vita di Ari, ho sentito chiaramente ciò che lui provava per te... e quel sentimento non mi ha mai abbandonato. Ho continuato a comportarmi come al solito, facendo finta di niente... Quasi rifiutando di sentirmi così..."

"Stai dicendo che tu mi ami?" gli domandò, incredulo, il Portatore di Luce.

"C'è voluto un po' per capirlo, ma sì," rispose il Viss, senza guardarlo negli occhi.
Era come se si vergognasse di provare un sentimento così puro.

"Allora perché mi hai lasciato andare, quella volta?"
"Perché tu con me non eri felice."
La risposta di Ariha, così diretta, lo spiazzò.

"Eppure non mi hai cercato, mai una volta," ribatté, ancora confuso.
"Per quanto ne sapevo tu eri a Trina. Cosa avrei dovuto fare, irrompere da solo nel tuo regno urlando il mio amore? Speravo tornassi, sono rimasto per quasi tutto il tempo nella nostra vecchia casa!"
Dopo averlo ammesso evitò il suo sguardo, rendendosi conto troppo tardi di ciò che aveva detto.

"Hai ragione, mi dispiace," rispose Garlis, accarezzandogli una guancia per attirare la sua attenzione di nuovo su di sé. "Sono stato uno sciocco, non ho capito niente... Anzi, non ho fatto niente per capire. Eppure non ho mai smesso davvero di pensarti... Temevo che non avrebbe avuto senso cercarti, che non sarebbe cambiato niente e forse non avresti nemmeno voluto vedermi, perciò non sono più tornato... E tu invece mi stavi aspettando..."
Era grato che quella missione comune li avesse fatti ritrovare, finalmente.

Ariha gli afferrò il mento, come se fosse tornato in sé.
"Per tutti quegli anni in cui sei stato lontano, la pagherai con gli interessi," dichiarò, accennando un debole sorriso.
"Mi sembra giusto," sussurrò il Reyn, sulle sue labbra.
Si baciarono di nuovo, questa volta più dolcemente. Senza farci caso scivolarono lungo il tronco e finirono a terra, Ariha che torreggiava su Garlis.

"Hai trovato la felicità lontano da me?"
Il Portatore di Luce scosse la testa.
"Ho trovato altro, ma non la felicità. Sono stato sereno, ho fatto delle esperienze..."
"Non so se voglio saperlo, non oggi almeno," lo interruppe il Viss, mettendogli un dito sulle labbra.

"E tu, invece?" gli chiese Garlis, quando ebbe di nuovo la libertà di parlare.
"Ho sperimentato cosa significa stare da solo, pensando a una persona lontana. Ho perso completamente l'interesse verso tutti gli altri."
Il Reyn gli rivolse un'espressione incredula, al che lui assottigliò lo sguardo, offeso.

"Non fare così, stavo solo pensando che non è da te!"
"Adesso lo è, evidentemente. Ti ho mai detto che i Viss sono degli inetti? E non parliamo di voi Reyn, in quel caso ti salvi solo tu. Ho capito di non volere più dei rapporti vuoti con qualcuno che per me vale meno di zero."

"Entrambi abbiamo capito molto da questa distanza, allora. E quello che hai detto mi lusinga, credo che ci penserò per un bel po'."
"Cosa, che sei l'unico Reyn che si salva? Dannata la mia linguaccia!" commentò Ariha, poi sorrise divertito.
Si persero a osservarsi per un lungo istante, l'uno ammaliato dall'altro.

"Ora che ti ho ritrovato sei nei guai, lo sai vero?" domandò il Viss. "Non ti lascerò più andare."
"Non voglio che tu lo faccia," puntualizzò Garlis, finalmente sicuro di voler stare con lui. "Potremmo restare per sempre qui, in questo angolo verde di deserto."
"Idea niente male," concordò Ariha, sorridendo in modo beffardo.

"Ci hai mai pensato? Siamo nati in tempi di guerra, ma le cose sono già cambiate molto. La nostra immortalità ci permetterà di vivere in un mondo migliore, ne sono certo. I Portatori venuti prima di noi sono stati scelti per andare in battaglia, i prossimi forse verranno scelti per stabilire un forte legame tra i nostri regni."

"Anche io non ti facevo così profondo, Garlis," ribatté, divertito, il Viss.
"Oh, lo sono! Lo sono eccome! Avrai tutta l'eternità per rendertene conto, ne sei consapevole?" gli domandò, trattenendo una risata.

"Sì e ne sono onorato," rispose il Portatore di Oscurità, sfoggiando uno dei suoi rari sorrisi genuini. "Torniamo dai tuoi amici adesso, probabilmente senza di te sono perduti. E dobbiamo anche tenere d'occhio quei ricercatori! Ormai abbiamo deciso che vivremo qui, dobbiamo assicurarci che queste terre si sviluppino senza intoppi, e sarà difficile se lasceremo tutto il lavoro a degli inetti Reyn."
"Già, soprattutto se arriveranno anche dei Viss per aiutare," sottolineò Garlis.
"Esatto! Di quelle carogne non ci si può proprio fidare," concordò.

Ariha gli offrì aiuto per alzarsi e, una volta tornati in piedi entrambi, non gli lasciò la mano. Lo condusse con sé fuori dal frutteto, verso la loro nuova vita.

All'improvviso l'immortalità non era più un peso, né per l'uno né per l'altro. Era un dono, qualcosa che avrebbero condiviso e trattato come un tesoro; questo, sperando di continuare a sopportarsi a vicenda, nelle loro peculiarità e differenze... Ma questa volta erano fiduciosi, ed erano alimentati da un forte sentimento che divampava in entrambi.

Questa volta, le cose tra loro sarebbero andate diversamente, se lo sentivano.

 

-FINE-

 

 

Due parole finali da quella che scrive

Salve salve salve. Ebbene sì, la storia finisce così. Ne approfitto ancora per scusarmi dei tempi di attesa tra un capitolo e l'altro, e vi ringrazio per aver portato pazienza e letto fino a qui.

Nella prima stesura, questo capitolo non esisteva e il precedente era il finale vero e proprio, ma era diverso. Garlis e Ariha dovevano trovarsi bene e rimanere insieme per sempre, e con questo presupposto si sarebbe chiusa la storia. L'ho persino scritto, ma continuavo a rileggerlo trovandolo sbagliato.

Qualcosa non quadrava, perciò ho optato per un finale dolceamaro in cui i due si separano.
Pensavo che questa volta andasse bene, però ho iniziato a sentirlo come incompleto.

Ecco quindi che è nata l'idea de "Il frutteto nel deserto", ovvero questo capitolo extra. Se non vi è piaciuto, potete considerarlo come non canonico e pensare al precedente come al vero finale... però è questo il punto definitivo della storia, un nuovo finale che rappresenta un nuovo inizio per loro.

Il tempo e la lontananza hanno ricucito le ultime ferite, hanno fatto capire a Garlis che Ariha gli mancava e hanno dato modo ad Ariha di riflettere su ciò che provava davvero per lui.

Non poteva succedere tutto in poco tempo, anche perché i protagonisti sono immortali!

Purtroppo, come avrete capito, i primi membri della squadra non ci sono più... e devo ammetterlo, scrivere questo capitolo sapendolo mi ha fatto male. Ho adorato quei ragazzi - e scrivere i loro dialoghi -, soprattutto Anite. Lei ha uno spazio speciale nel mio cuore.

Mentre il resto della storia gira intorno al fatto che Garlis soffre per la perdita di Ari e si ritrova ad avere a che fare con un "nuovo Ari", diverso ma in qualche modo sempre lui, questo capitolo sembra parlare di tutt'altro.
Ha un messaggio diverso e dà a tutto un sapore diverso... però sento che è il finale giusto per loro, il migliore a cui ho potuto pensare.

Vi ringrazio per l'attenzione e spero che abbiate apprezzato. Se vorrete farmelo sapere, io ne sarò davvero felice!

Tornerò presto, con qualche nuova storia BL da raccontare.
PrimPrime

 

   
 
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