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Autore: cassiana    20/08/2023    1 recensioni
Nuova raccolta di storie dedicate ai Pink Floyd partecipanti a varie iniziative e challenge sia stagionali che no. Ogni storia è a sé stante, vari avvisi e generi all’interno.
Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Smutty David'
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Titolo: Un inizio speciale
Fandom: RPF BAND Pink Floyd
Rating: G
Relazione: David Gilmour/Ginger Gilmour
Note: Questa storia partecipa l’iniziativa #SPRING BINGO @Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom FB col prompt Jolly! meet cute trope
Warning: meet cute, first kiss, First Meetings, Language of Flowers, Romantic Fluff, Fluff, Alternate Universe - Flower Shop, young and soft david, Ficlet1960s era Pink Floyd, ficmour, Strangers to Lovers
Sinossi: In un affollato pomeriggio in metropolitana, il destino intreccia le strade di due sconosciuti. Mentre la folla si stringe intorno a loro, un incontro casuale porta alla nascita di un legame speciale.




Un inizio speciale




La banchina della metropolitana era particolarmente affollata quel pomeriggio a causa di un guasto da qualche parte e della cancellazione di alcune corse e Ginger si trovò intrappolata come molti altri pendolari in quella scatola di metallo. Mentre stava entrando, qualcuno da dietro la spintonò:

"Oh, chiedo scusa."

Si girò infastidita, pronta a dirgliene quattro, ma quella voce così morbida e quelle scuse sincere placarono un po' il suo animo. Era un ragazzo alto, una nuvola di folti capelli biondo scuro incorniciavano un viso angelico, le labbra carnose tirate all'insù in un sorriso solo accennato mentre i grandi occhi blu erano ombreggiati da folte sopracciglia arcuate in modo espressivo. Lui sorrise:

"Non è sempre così, spero. Speriamo che riesca a fare in tempo."
"No, hanno annullato delle corse. Sei di fretta?"
"Sì, un pochino. Come tutti, mi sa! Devo fare un provino agli studi della EMI e non voglio arrivare in ritardo."

Spiegò ondeggiando accanto a lei. Era interessata, quindi chiese di più:

"Anche io lavoro ad Abbey Road, cioè non proprio. Che tipo di provino farai?"
"E’ per una rock band: canto e suono la chitarra. In realtà più che altro dovrò aiutare il loro chitarrista principale e fare i cori, ma va bene così."
"Li conosci già?"
"Un paio si, sono di Cambridge, come me. Anche tu lavori agli studi?"
"Oh, no, no! - Ginger scosse i lunghi riccioli biondi - Lavoro più avanti lungo la strada, al chiosco dei fiori."
"A proposito, io sono David."

Il treno continuava a ondeggiare e a riempirsi di gente sudata ed arrabbiata e più si riempiva più Ginger si trovò schiacciata contro il ragazzo, ma non le dispiaceva del tutto: poteva sentire l'odore del suo sapone e del cuoio della sua giacca e un leggero sentore del suo sudore. Dopo un po', Ginger capì che lui aveva iniziato a manovrare per proteggerla dalla folla e lo trovò incredibilmente adorabile. Finalmente riuscirono a trovare un angolo dove poteva appoggiarsi e lui poteva coprirla con il suo corpo, era alto e dal torace abbastanza ampio da proteggerla. Le sue mani erano sulla sua vita stretta per tenerla ferma e più volte si trovarono con il viso così vicino che quasi potevano toccarsi le labbra. David, notò la ragazza, aveva delle deliziose minuscole lentiggini che punteggiavano il suo perfetto naso greco e gli occhi gli brillavano mentre raccontava le sue avventure da musicista. Presto si persero nelle loro chiacchiere, chiusi nella loro bolla di complicità e quasi saltarono la fermata. Solo all'ultimo momento si accorsero delle parole dell'altoparlante che annunciava St. John's Wood. Con una risata riuscirono a districarsi dalla folla e a uscire dalla vettura. Ancora ridendo percorsero la banchina alla ricerca dell'uscita. Ormai si era creata una tale intimità tra loro che senza rendersene conto continuarono a tenere le dita intrecciate per tutto il percorso fino all'uscita della stazione e continuarono a chiacchierare mano nella mano fino all'entrata degli studi. A David non era di certo sfuggita l’avvenenza di quella ragazza; cercava di non soffermare troppo lo sguardo sul quel suo corpicino flessuoso, fasciato da un vestitino corallo che s’intonava alla perfezione all'incarnato e agli occhi celesti ombreggiati dalle folte ciglia. Con un po' di riluttanza si separarono e si salutarono.

"Beh, David, allora…in bocca al lupo!"

Lui sollevò le dita incrociate ed entrò, inghiottito dalle viscere dell'edificio. Con un sospiro Ginger riprese il suo cammino verso il suo lavoro, un po' triste perché sentiva svanire la piccola magia creata con quel ragazzo affascinante. Il signor Thornton, il suo burbero principale, non c'era quel pomeriggio, perciò doveva fare tutto il lavoro da sola: tirare su la serranda, sistemare i vasi delle piante fuori, aggiustare i mazzi di fiori e servire la clientela come al solito. Fece tutto con il suo consueto entusiasmo, quel lavoro le piaceva davvero, ma quel pomeriggio in particolare non riusciva a togliersi dalla testa il bel David. Chissà come era andato il suo provino e se si sarebbero mai incontrati di nuovo. Finalmente, il grande orologio appeso sul retro cinguettò l'orario di chiusura. Con un sospiro iniziò a slacciarsi il grembiule cerato verde, ma una voce la fermò:

"Aspetta, state chiudendo?"

Era la voce di David! E infatti lui era lì, con gli occhi brillanti, che le stava porgendo una grande tazza di tè da asporto. Con un enorme sorriso si sporse dal bancone:

"Per te, farò un'eccezione! - rispose civettuola - E’ per me? Come è andato il provino?"
"Si, chai latte tea, mi ricordavo che mi hai detto che è il tuo preferito. E sì, mi hanno preso!"

Lei sollevò gli occhi dal profumato vapore che si alzava dalla tazza e esclamò con entusiasmo:

"Oh, David, sono tanto felice per te!"
"Si, sei stata il mio bonne bonheur, il mio portafortuna. E sono in vena di festeggiare."

Si sporse in avanti appoggiando i gomiti sul bancone con aria cospiratoria:

"Dunque, ho incontrato questa ragazza davvero carina e vorrei invitarla a cena. Quale pensi che siano i fiori più adatti?"

In quel momento Ginger sentì il cuore disintegrarsi e il tè divenne amaro in bocca. Forzò le labbra in un sorriso e cercò di mantenere un'espressione che non mostrasse la sua delusione. Naturalmente, un ragazzo così dolce e carino sicuramente doveva essere circondato da ragazze, cosa si era messa in testa? Era solo stato gentile con lei. Ingoiò il groppo che le stringeva la gola e rispose col suo tono più professionale:

"Dipende dal tipo di rapporto che vuoi avere con questa ragazza."

David inarcò le sopracciglia e imbronciò le labbra in modo pensieroso:

"Vorrei invitarla a un appuntamento in amicizia, per non spaventarla, ma con la speranza che, sai... possa diventare qualcosa di più. No, no no, non intendo nel senso... beh, se succede... ma non è la mia priorità..."

Balbettò arrossendo all’occhiata severa di Ginger. Era tenero nonostante tutto e lei non poté evitare di allungare le labbra in un sorrisetto. Iniziò a radunare i vari tipi di fiori spiegando:

"Ecco, qualche gerbera che sono luminose e allegre per dimostrare amicizia, poi fresie… mmm, senti che buon profumo: per esprimere la volontà di creare un legame, e questi garofani rosa che rappresentano un interesse… romantico? E una rosa rossa per dare un tocco di passionalità al tutto. Che ne pensi?"

Gli presentò il piccolo bouquet e lui illuminò il suo mondo con gli occhi scintillanti, canticchiando di gioia.

"Devo chiudere ora, però."
"Oh certo certo! Aspetta, ti aiuto!"

Con un passo all'indietro David scivolò fuori dal piccolo chiosco, appoggiò il mazzo di fiori da qualche parte e aiutò Ginger a portare dentro i pesanti vasi delle piante, senza che potesse evitare di lanciare fugaci sguardi al suo sederino alto. Improvvisamente lei era stanca e non vedeva l'ora di finire. Più brusca di quanto avrebbe voluto, salutò David e si chiuse nel chiosco per completare le ultime operazioni della giornata: sistemare i fiori rimasti in modo che non si rovinassero, spuntare le liste delle consegne, chiudere e quadrare la cassa. Quando uscì dal chiosco, era già sera inoltrata e si strinse nell’impermeabile blu per scaldarsi. Appoggiato a una delle macchine c'era David con il suo mazzo di fiori in mano e un'espressione stoica sul viso.

"Ma… cosa ci fai ancora qui?"

Chiese sorpresa.

"Dovevo chiederti ancora una cosa."
"Ma… se l'avessi saputo, non ci avrei messo tutto questo tempo, scusa."

Era mortificata, ma lui si aprì in uno dei suoi impareggiabili sorrisi, facendole battere il cuore.

"Nessun problema. La colpa è mia. Posso chiedere, allora? Mettiamo che avessi una voglia matta di baciare questa ragazza, che fiore dovrei usare?"

Ginger abbassò le spalle: oh, era proprio una stupida. E lui un ragazzo con molto tempo da perdere, evidentemente. Sentiva gli occhi bruciare e cercando di non far tremare la voce, rispose sbrigativa perché a quel punto non vedeva l'ora di andarsene:

"Mmm, la rosa. Sì, dai, la rosa alla fine è sempre la scelta migliore."
"Chiudi gli occhi. Dai, per favore!"

David aveva inarcato le sopracciglia e sporto le labbra in un piccolo broncio. Lei non poté resistere a quell’espressione e chiuse gli occhi, obbedendo alla sua richiesta. David si prese un momento per studiare quel bel visino, il nasino impertinente, le gote arrossate dalla fresca aria serale e quelle deliziose labbra polpose. Ginger sentì il profumo della rosa solleticarle le narici, poi il velluto delicato dei petali accarezzare le labbra. Il cuore cominciò a battere freneticamente contro le costole, brandelli di mille pensieri vorticarono confusi nella sua mente. E poi non pensò più a niente mentre le morbide labbra di David si posavano sulle sue. Con un sospiro si abbandonò tra le sue braccia. Aprì le labbra per permettere a lui di esplorare la sua bocca e si strinsero in un bacio delicato e appassionato. Quando, a malincuore, si separarono, David appoggiò la fronte alla sua e mormorò con voce roca:

"Davvero credevi che ti lasciassi andare, il mio portafortuna?"
"Stupido."

Rispose Ginger con una risatina, ma era felice. Davvero felice mentre si stringeva a David e camminavano mano nella mano lungo Abbey Road.
   
 
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