Le vecchie abitudini sono dure a morire
“Vuoi
uscire con me, Haruhi?”
“Come?”
“Vuoi
uscire con me?” Ripeté Kyouya, senza scomporsi. “E
non come amici o compagni di
scuola”
“Perché vorresti uscire con me,
Kyouya-senpai?”
“Perché mi piace la tua
compagnia” Rispose. “Cosa c'è di strano? Ho pur
sempre sedici anni, no?”
“Uh” Haruhi annuì,
senza sembrare convinta. “A volte faccio fatica a crederci, ma
suppongo che sia così”
“Ora dovresti darmi una
risposta, se non ti dispiace. E' così che funziona, sai”
Lei
affondò le bacchette nel piatto, ancora colmo di riso, e le
girò fra i chicchi con aria distratta. “D'accordo”
Disse infine, tornando a guardarlo.
“Ti farò chiamare
dalla segretaria, allora” Si alzò, afferrando il vassoio
con i resti del suo pranzo. “Ti va bene domani
pomeriggio?”
“Non dovresti chiamarmi tu?
E' così che funziona, sai”
Kyouya si limitò a
sorriderle, sfiorandole la mano con la propria mentre si allontanava.
* * * * *
“Sei
venuta”
“Ti ho detto che l'avrei fatto, perché
avrei dovuto cambiare idea?” Haruhi prese posto di fronte a
Kyouya, togliendosi il cappotto.
“Le ragazze a volte lo
fanno” Rispose, scrollando le spalle.
“Beh, allora non
sono molto furbe” Commentò lei, appendendo la giacca
allo schienale della poltrona imbottita.
Le vetrate dell'elegante
sala da tè si affacciavano su una via trafficata, sferzata da
una pioggia battente. I passanti si urtavano di continuo con gli
ombrelli, ed entravano nei negozi e nelle caffetterie per ripararsi
dall'acqua e dal vento gelido.
Un cameriere si avvicinò con
un carrello, servendo loro almeno una decina di torte diverse, ed
altrettante varietà di tè.
“Non sapevo che
cosa ti piacesse, così ho ordinato un po' di tutto” La
informò Kyouya, mentre l'uomo finiva di servirli.
“Non
dovevi spendere così tanto” Lo ammonì subito
Haruhi, osservando i dolci dall'aspetto invitante. “E perché
ci siamo solo noi in questa stanza?” Si guardò intorno,
soffermandosi sugli stucchi elaborati, sui mobili intarsiati e sulle
porcellane esposte in meticoloso ordine. Le sembrava di trovarsi in
un museo. “Comunque grazie”
“Mio padre viene
spesso qui per incontri di lavoro con i clienti più
importanti, questa stanza è riservata per la mia famiglia da
anni” Spiegò l'altro, impassibile, ignorando il
rimprovero.
“Dovevo immaginarlo...”
“Hai i
capelli bagnati” Osservò una minuscola goccia cadere
sulla guancia della ragazza. “Perché non hai voluto che
ti passassi a prendere?”
“Perché c'è la
metro. Non ho bisogno che sprechiate tempo e benzina per me, abito
molto lontano”
Kyouya non riuscì a trattenere una
risata. “Non cambierai mai, Haruhi”
“Ora posso
sapere perché mi hai chiesto di uscire?” Si servì
una fetta di Sacher, e versò nella tazza di porcellana del tè
nero.
“Mi sembra di avertelo già detto”
“L'hai
fatto, ma non hai detto la verità. Dov'è il profitto,
Kyouya-senpai?”
“Dritta al punto, come sempre”
Haruhi
sorseggiò la bevanda, piacevolmente calda. “Credo di
conoscerti troppo bene”
“D'accordo, allora” La
guardò, restando in silenzio per un istante. “Ranka-san
mi ha pagato”
A quelle parole, rischiò di strozzarsi.
“Cosa?”
“Hai
capito bene: mi ha pagato perché uscissi con te. Era stufa di
vederti sempre sola, o così mi ha detto, e ha pensato di
chiedermi questo favore. E' convinta che nessuno potrebbe essere
meglio di me, e non posso darle torto. Ranka-san ha sembre avuto buon
gusto” Sul suo volto si dipinse un'espressione compiaciuta.
“Ovviamente, sapeva benissimo che non avrei accettato senza un
tornaconto personale. Oltretutto non ha proprio gradito il fatto che
tu abbia rifiutato Hikaru...”
“Ehi, un momento!”
Protestò Haruhi, ancora sconvolta. “Mio
padre sa di Hikaru?”
“Le
notizie volano”
“E ti ha pagato
per
uscire con me?” Proseguì, senza ascoltarlo. “E'...
E'... Lo ammazzerò non appena arriverò a casa. Non mi
importa della prigione, lo ammazzerò!”
“Non
avrei voluto dirtelo, ma hai insistito”
“Devo
andarmene subito, potrei tornare in tempo... Prima che esca per
andare al bar...” Sibilò Haruhi, furiosa.
A quel
punto, Kyouya scoppiò a ridere.
“Lo trovi divertente,
senpai?” Disse, fulminandolo con lo sguardo. “Al
contrario di certe
persone,
noi
riusciamo
a malapena a comprare da mangiare e a non farci tagliare la luce...
Ma lui paga
te,
il ragazzo più ricco di tutto il Giappone, per invitarmi in
questa stupida sala da tè!”
Kyouya continuò a
ridere, cercando di contenersi. “E' così difficile
credere che voglia davvero uscire con te, Haruhi?”
Lei, che
stava già prendendo il cappotto e l'ombrello, si
fermò.
“Rispondimi, per favore”
“Beh,
lo è. Proprio non capisco quale...”
“Profitto
possa avere, lo so. Eppure è facile da capire” Si alzò,
girando attorno al tavolo, e le si fermò di fronte. Prima che
potesse parlare, le sfiorò le labbra con le sue. “Il mio
concetto di guadagno è abbastanza ampio” Disse, con
calma, tornando a sedersi.
Haruhi gli rivolse un'occhiata vacua.
“Kyouya-senpai?”
“Sì?”
“Mi
hai baciato, per caso?”
“Credo che tu conosca la
risposta. E per favore, non chiedermi perché l'ho fatto”
“Sai,
ormai è un'abitudine”
“Ranka-san non mi ha
pagato, stavo solo scherzando”
“Tu
che
scherzi sui soldi? Il mondo sta iniziando a girare al contrario, è
l'unica spiegazione possibile!”
“Adesso voglio
chiederti io perché sei venuta senza fare obiezioni”
Incrociò le dita sotto al mento, in attesa.
“Uhm”
Rifletté Haruhi. “Perché mi andava,
suppongo”
“Avanti, puoi dirmelo. Non mi offenderò”
Ribatté Kyouya. “Cosa vuoi farmi capire? Quale parte
nascosta del mio ego vuoi farmi conoscere? Non ho dimenticato la
giornata al centro commerciale”
“Anche tu non riesci
ad abbandonare le vecchie abitudini, Kyouya-senpai” Rispose
Haruhi. “Non tutti hanno dei secondi fini, e soprattutto non ne
ho io. Sono venuta perché mi andava” Questa volta fu lei
ad alzarsi: gli si avvicinò, facendogli un cenno con il capo.
“Ti va di riaccompagnarmi a casa?”
Lui annuì,
seguendola fuori dal locale.
La pioggia continuava a cadere, e il
freddo sembrava ancora più intenso. Il cielo di novembre, del
colore del piombo, incombeva su Tokyo come una cappa.
Mentre
aspettavano la limousine, al riparo sotto la tettoia, Kyouya le
sfiorò le dita come aveva fatto il giorno precedente. “Mi
è piaciuto questo appuntamento”
Haruhi si voltò
a guardarlo. “Perché, era un appuntamento?”
Esclamò, sorpresa, facendolo sospirare per l'esasperazione.
* * * * *
NOTE
Ed
ecco l'ultimo episodio di questa raccolta dedicata a Kyouya ed
Haruhi. Volevo un finale allegro, quindi l'ho lasciato per ultimo.
L'ambientazione è volutamente “piovosa”,
perché la loro mi sembra una coppia molto adatta al tempo
grigio e freddo... Lo so, è una cosa idiota XD
Non so se
troverò ancora l'ispirazione per scrivere su questi due
personaggi, ma spero proprio di sì.
Ringrazio chiunque
abbia letto, seguito, commentato, aggiunto ai preferiti o alle storie
seguite: non pensavo che avrei ricevuto così tante recensioni!
Grazie mille!
Ringraziamenti
Kimly: ti ringrazio! Anche a me quell'episodio è piaciuto molto proprio perché svelava qualcosa in più su Kyouya. Spero di tornare a scrivere su Host Club, sempre se l'ispirazione rimanga ^^
elyxyz: hai ragione, Haruhi alla fine riesce sempre a manovrare Kyouya :D Ti ringrazio per i commenti!
Kaho_chan: Anch'io avrei voluto più dialogo fra i due... Per una volta che erano soli senza Tamaki e gli altri attorno XD Grazie mille per la recensione!
Wherena: Sono contenta che questa raccolta ti sia piaciuta... Personalmente adoro questa coppia, come avrai capito ;) Davvero grazie!
Alla prossima :)
Flea.