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Autore: Robin Stylinson    22/08/2023    0 recensioni
2114, Oslo. La future library sta per aprire le porte a tutta la popolazione mondiale: una biblioteca composta unicamente da 100 volumi inediti, scritti a partire dal 2014 (uno all'anno). Erik e Rune, i due guardiani, scoprono che uno dei libri è stato rubato e che al suo interno nascondeva un segreto: la soluzione ad un omicidio irrisolto.
Genere: Mistero, Noir, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’esatta mansione di Erik e Rune era sconosciuta a chiunque e quasi nessuno sapeva della loro esistenza: venivano chiamati Voktere, guardiani.
Verge Erik e Verge Rune - Guardiano Erik e Guardiano Rune.
La Future Library era uno dei più grandi progetti protratti nel tempo che l'umanità potesse portare a compimento. Ci avevano lavorato diverse generazioni e altrettante avevano contribuito a costruire un secolo di memorie, tradizioni, generi letterari, variazioni linguistiche e dialetti da tutto il mondo.
Il progetto, iniziato cent'anni prima, prevedeva la creazione di una biblioteca contenente cento opere inedite - di qualsiasi genere letterario - e offerte una all'anno. Realizzate da scrittori di tutte le nazionalità, con sesso ed età differenti, sarebbero stati selezionati da un'attenta giuria.
Nel corso del tempo, le creazioni si erano aggiunte alla Silent Room, una camera adibita a capsula del tempo, dove a chiunque era vietato entrare. I libri venivano stampati grazie alla carta ricavata dai mille abeti rossi piantati nel 2014 nella foresta di Nordmanka, fatti germogliare appositamente per quello scopo.
I due bibliotecari sotto copertura avevano l'incarico di tenere al sicuro i libri, custoditi nelle loro scatole con l’obbligo di non leggere gli scritti.
Nessuno sapeva che cosa contenevano i libri ma l'organizzatrice, Katie, diffondeva una volta l'anno il titolo dell'opera creata e lo scrittore che aveva preso parte all'iniziativa. Questo accadeva sempre il primo giorno del mese di marzo e quell'anno, oltre che a scoprire chi fosse l'autore che aveva scritto l'ultimo libro per la Future Library, ci sarebbe stata una cerimonia per inaugurare la biblioteca del futuro: solamente chi aveva acquistato uno dei cento biglietti dal prezzo esorbitante avrebbe potuto partecipare al rito e, come aveva previsto l'ideatrice nel 2014, i ticket avevano visto il sold-out in pochi minuti.
Tutti coloro che avevano acquistato il pass d'ingresso erano morti ormai da anni, ma i nipoti e i bis nipoti miliardari erano in pole position pronti per assaporare quel piccolo spazio di storia.
 
Erik si era appoggiato al bancone della cucina, sentiva le orecchie fischiare e Rune era rimasto fermo a fissarlo con le mani nei capelli. Qualcuno doveva essersi intrufolato di nascosto nella Silent Room approfittando di un loro momento di distrazione e aveva preso il libro. Erik era sicuro di non essersi mai distratto così a lungo per permettere a qualcuno di prendere uno dei manoscritti segreti, e Rune era sempre con lui, era impossibile accedere alla Silent Room spaiati.
«Come è possibile?» chiese Erik con un filo di voce mentre il battito non cardiaco rallentava.
«Non ne ho idea» L'uomo si passò una mano sulla barba incolta. Rune aveva gli occhi azzurri ed era un perfetto Osloenser. Erik aveva la carnagione più scura che non lasciava dubbi sulla nazionalità non norvegese.
«Che libro era?» continuò il ragazzo rimettendosi composto con le mani sui fianchi. Il cuore si era calmato e il cervello stava già cercando una spiegazione ragionevole ed una eventuale risoluzione del problema.
«La Ballata della Morte, di Ezelstain.»
«Sei sicuro che non c'è nella Silent Room? Non possono andare lontano i libri, non hanno le gambe.»
«Ho cercato ovunque, qualcuno l'ha portato via.» Rune alzò le spalle.
«Che numero era?» Il ragazzo aggrottò la fronte.
«Era il novantasette, scritto nel 2111.»
Erik fece due calcoli a mente: il libro scomparso aveva tre anni. Se l'autore fosse stato ancora vivo avrebbero potuto chiedergliele una copia con una scusa. Se invece fosse morto, avrebbero potuto mettere un altro libro al suo posto, magari scritto da loro.
Erano due idee stupide. Erik si grattò la testa energicamente e fece un respiro profondo.
«Katie cosa dice di questa storia?» chiese Erik al collega.
«Non lo sa.»
«Non siete entrati insieme poco fa?» continuò il ragazzo aggrottando la fronte.
«No, lei ha voluto aspettare di fuori, aveva fretta di tornare nel suo ufficio.»
«E non la informiamo?» Erik aveva il cuore in gola e gli occhi sgranati.
«Sei matto? Non posso chiamarla e dirle che qualcuno ha rubato un libro!» Rune scosse la testa e arricciò le labbra da un lato.
Katie era la bisnipote dell'artista che aveva progettato quell'opera di Land Art. La donna assomigliava molto alla bisnonna che portava il suo stesso nome: entrambe erano determinate a portare a compimento quel progetto, avevano a cuore la lettura e la storia e non avrebbero mai accettato che qualcuno distruggesse così il loro disegno creato ben cent'anni prima per colpa di una svista.
Secondo Rune la donna aveva un carattere acido e la puzza sotto al naso. Erik la pensava in modo diverso definendola una persona autoritaria. Quando la bisnonna era diventata troppo vecchia per lavorare, aveva lasciato la direzione dei lavori alla nipote – la mamma di Katie - che a sua volta aveva lasciato il posto alla figlia, la quale era molto ligia e severa, diffidente e anche un po' scorbutica.
«Cosa facciamo adesso?» chiese Rune distraendo Erik dai suoi pensieri. La luce fioca che entrava dalle finestre illuminava il proprietario di casa solo sul lato destro.
«Non lo so» Erik si avvicinò verso una delle finestre.
Guardò fuori e sospirò.
Un rumore sordo proveniente dal marciapiede sottostante, fece sussultare Rune che si portò una mano al petto.
La neve cadeva inesorabile su Oslo ed Erik decise di condividere le uniche due opzioni che gli erano balzate in testa qualche minuto prima.
«Se lo scrittore è ancora vivo, possiamo andare da questo Ezelstain e chiedergli una copia del libro. Se è morto ne scriverò uno io e lo metteremo sullo scaffale.»
«Tu sei pazzo!»
Rune ricominciò a camminare avanti ed indietro dinanzi la porta d'entrata con passo svelto. Le assi di legno scricchiolavano in una melodia aleatoria.
«Non possiamo chiedere ad Ezelstain di darci una copia del libro! Come fai a dirgli che qualcuno ha rubato un'opera che doveva essere custodita gelosamente e che invece i Voktere, ovvero noi, ce la siamo fatta fregare da sotto al naso?» chiese Rune agitando le mani per aria.
«Allora facciamo finta di niente. Ci sarà un libro di meno in quella cavolo di libreria!» concluse Erik massaggiandosi le mani. Il ragazzo aveva il naso quasi appiccicato alla finestra e il suo alito aveva creato un alone di condensa sul vetro imbrattato dalla neve.
«Non possiamo non fare niente» Rune si fermò di colpo battendo con forza un piede sul pavimento.
L'esecuzione di John Cage era finita.
Erik si girò e guardò l'uomo tutto sudato e in fibrillazione. Appoggiò la schiena al vetro dietro di lui ed incrociò le braccia ma si rimise eretto e composto dopo aver sentito il freddo penetrargli nella pelle attraverso gli indumenti.
«Se Ezelstain è morto, lo scriveremo noi un libro» Erik non vedeva il problema come insormontabile ed era sicuro che avrebbero trovato quel dannato libro.
«No, dobbiamo recuperare l'originale, non possiamo lasciarlo nelle mani sbagliate.» Rune scosse la testa.
«È solo un libro» continuò Erik facendo spallucce.
«Non puoi fare questo a tuo nonno.» Rune aveva giocato la carta sbagliata. O forse era quella giusta?
Il nonno di Erik era morto all'improvviso in una gelida giornata d'inverno. Si era trasferito ad Oslo dopo la pensione per poter seguire il progetto della Future Library. Lo aveva promesso alla moglie defunta, Hannah, amante dei libri, che avrebbe desiderato vivere trecento anni per poter vedere il progetto realizzato ed avere anche il tempo di leggerli tutti. Ma era volata in cielo, come avevano detto ad Erik, e forse avrebbe letto tutti i libri in anteprima dal paradiso, mentre gli scrittori erano in fase di stesura delle bozze. Andrew, un uomo americano - texano - sulla settantina, aveva ricominciato la sua vita in una fredda città del Nord Europa insieme alla sua piccola famiglia. Erik, con i genitori e il nonno, era stato obbligato a trasferirsi nella capitale norvegese ma quando l'anziano raggiunse la nonna, i genitori di Erik tornarono in Texas. Il ragazzo decise di rimanere e portare avanti il desiderio di due persone a lui molto care e contattò Katie per diventare Verge. La ragazza lo accolse a braccia aperte dopo aver saputo della morte di Andrew. Si era chiesto che cosa avesse convinto la ragazza a farlo diventare uno dei guardiani così facilmente ma lo scoprì solo dopo alcuni mesi.
Erik roteò gli occhi e Rune sorrise con il volto illuminato.
«Non puoi giocarti la scusa di mio nonno» sbuffò Erik. «Non andrò a cercare un ladro, sono sicuro che dopo che avrà letto il libro lo riporterà dove lo ha rubato.»
«Ma nessuno deve leggere quello che c'è scritto.» Rune agitò di nuovo le mani facendo risuonare nuovamente il pavimento ad ogni passo.
«Sarà solo un romanzo o una raccolta di poesie, non la verità sulla fine del mondo.» Erik sciolse il nodo fatto alle braccia e agitò le mani già stanco di quella situazione.
«Non sai che cosa contiene quel libro!» urlò Rune dirigendosi verso il collega per poi fermarsi a meno di un metro da lui.
«Beh, nemmeno tu sai che cosa contiene!» Erik sporse il busto in avanti.
Rune rimase in silenzio e i muscoli della sua faccia si rilassarono, distendendo le rughe di agitazione che si erano create sul suo volto. Il colorito passò da rosso ciliegia a bianco cadaverico in meno di un secondo, tant'è che Erik pensò che l'uomo stesse per svenire e sbattere la testa proprio sul tavolo davanti a lui procurandosi un notevole trauma cranico, ma così non fu.
Rune si ricompose, si lisciò i vestiti con i palmi delle mani e si spazzolò via della polvere immaginaria.
«Non lo sai nemmeno tu cosa c'è scritto nel libro, vero?» Erik sgranò gli occhi quando il suo cervello iniziò ad elaborare la circostanza che si stava venendo a creare.
Rune rimase in silenzio con lo sguardo perso oltre la finestra, smarrito in ogni singolo fiocco di neve norvegese. Aveva rilassato le braccia lungo il tronco sciupato e faceva dei respiri profondi, inspirando ed espirando con il naso.
«Rispondi Rune!» lo esortò Erik alzando la voce e muovendo per aria le braccia in modo sconclusionato.
«Il libro contiene un segreto.» L'uomo rispose con voce apatica, gli occhi ancora lontani e assenti annebbiati da una triste consapevolezza di aver commesso un errore.
  
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