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Autore: lulette    25/08/2023    5 recensioni
Dal capitolo II
"Credevo che l'amore potesse trascendere la fisicità…" disse con fare rassegnato Arthur.
Merlin quasi rise. "Ma noi non stiamo parlando di amore, maestà."
"E va bene!" Si adirò il principe, quasi urlando "Se anche si trattasse solo di desiderio, non credi che i sentimenti forti che proviamo l'un per altro potrebbero renderci comunque felici? Anche se solo per qualche istante?"
Merlin provò istantaneamente rabbia e dolore insieme, molto più forti rispetto a prima. Tuttavia cercò di trattenersi tacendo, mentre il principe continuava. "Non riusciresti a non considerare che sono un uomo e a vedermi invece solo come un essere umano che ti è molto vicino e che tiene a te?"
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ciao. Tenevo ad aggiornare un capitolo proprio oggi. Due anni fa postavo la mia prima ff. Strano come il tempo sembri volare ovunque, tranne qui. Mi sembra sia successo 20 anni fa! Un bacio!








 

Capitolo III


To apologize






















 

Il mattino dopo Merlin come al solito andò a svegliare il principe.

Il servo non si sentiva molto in forma. Il vino che aveva bevuto gli aveva lasciato un bel cerchio in testa come ricordo della sera prima. O forse era stato il pianto disperato prima di addormentarsi?

Non era affatto sereno.

In cuor suo sperò che Arthur non ricordasse nulla.

Soprattutto le sue parole quando in un momento di debolezza aveva messo a nudo i suoi sentimenti per il principe.

 

Avrebbe volentieri dimenticato anche lui tutto quello che era venuto fuori la sera prima. 'Ciarpame, immondizia!' pensava deluso.

 

E dire che aveva desiderato intensamente il principe per tutti quegli anni. Si era controllato il più possibile, aveva provato a distrarsi con qualche ragazza, era stato geloso da stare male, di Ginevra e delle altre ragazze che si erano avvicendate nella vita di Arthur e si era sentito molto spesso in colpa per ciò che provava. Lui doveva proteggere Arthur, non metterlo in una condizione di pericolo e di spregio da parte degli abitanti di Camelot e dei regni confinanti.

 

Arthur invece molto semplicemente gli aveva proposto di terminare la questione con un unico incontro, per vedere come poteva essere e magari sperando di non averne memoria, né responsabilità.




 

"Merlin! Che diavolo è successo ieri sera?" disse Arthur con gli occhi sbarrati, dentro al letto sfatto. 

 

"Non ricordate niente, maestà?"

 

"No … niente o meglio, quasi niente. Ho solo qualche immagine isolata in testa ma non so nemmeno se si tratti di sogno o realtà."

 

Merlin sospirò di sollievo, senza farsi notare. Se Arthur non ricordava, poteva fare finta anche lui che non fosse successo niente. Che era il meglio che si potesse augurare, al momento.

 

"Aspetta … credo … dovevo avere una bella brunetta a mano … è tutto così confuso …  ma credo di essermela lasciata scappare …"

 

"Non ho visto nessuna brunetta accanto a voi, sire. Siete sicuro di non aver sognato?"

Merlin non poteva dirgli che la bella brunetta, sì, gli era proprio sfuggita sotto il naso. Al solo pensarci si sentiva ancora male.

 

"Come fate a dire che la ragazza vi è scappata di mano?"

 

"E dai, Merlin! Sei un uomo anche tu… Lo so. Diciamo che il mio corpo stamattina … sarebbe molto più rilassato, e invece sento che ha delle esigenze che non sono state soddisfatte."

 

"Volete che vi faccia chiamare qualcuno, che possa mettere a tacere quella brutta sensazione?" disse Merlin come se parlasse a uno stupido bambinetto.

 

"Deve essere una sensazione che tu conosci molto bene, vero Merlin?" rispose astioso Arthur che aveva colto il sarcasmo nelle parole del servo. 

 

"Non lo so allora, che cosa volete che faccia?" chiese Merlin spazientito.

 

"Tu? Tu non farai un accidente di niente! Sei forse impazzito?"

 

Merlin diventò rosso come un peperone, persino sulle orecchie e nel collo e non disse altro per non rischiare di esagerare con il principe, che faceva tanto lo scandalizzato, quando la sera prima si era comportato con lui come un … porcello.

 

"L'unica cosa che puoi fare è lasciarmi solo per un po'..."

Merlin uscì con un breve inchino.

 

L'idea che Arthur fosse in camera a fare ciò che doveva, non riusciva ad abbandonarlo. Arthur avrebbe almeno potuto starsene zitto. O avrebbe potuto farne anche a meno. Non si muore se per una volta ci si controlla un po'. Arthur era stato quanto meno indiscreto. Strano però perché il principe in genere non era così volgare ed eccessivo nei modi come poco prima o la sera precedente. Chissà se aveva smaltito del tutto la sbornia! Oppure gli veniva da pensare che il principe ce l'avesse con lui per qualcosa. Ma se non ricordava quasi nulla, questo non era un comportamento normale.

 

La guardia lo chiamò. "Il principe ti vuole, Merlin."

'Accidenti, che velocità' si disse Merlin rientrando.

 

"Aiutami a vestirmi, Merlin. Vedi di muoverti, anche!"

Nel vestirlo Merlin si accorse che qualcosa non doveva essere andato per il verso giusto. Arthur era un po' nervoso e sembrava infastidito. 

Il servo senza farsi capire pensò che il principe non avesse portato a termine il suo compito. Si poteva desumere dall'atteggiamento e forse dai vestiti che gli stava facendo indossare. Ma in fondo non gli importava.

 

 

A colazione il principe spizzicò svogliatamente un po' di frutta e non mangiò altro, mentre Merlin gli leggeva gli impegni della giornata.

 

Arthur sorrise. Quel mattino avrebbe addestrato i suoi cavalieri e sarebbe riuscito a svagarsi.

Tuttavia dopo l'allenamento con i suoi cavalieri, l'umore di Arthur non era affatto migliorato.

Si sentiva ancora ansioso e insoddisfatto. A pranzo non toccò cibo e si coricò per il sonnellino pomeridiano non riuscendo a prendere sonno.

Con tutto quello che aveva di importante da fare …

Quando Merlin andò per rivestirlo, Arthur lo guardava serioso e scocciato.

 

"Ho bisogno che tu ritrovi quella ragazza… non riesco a pensare ad altro."

 

"La brunetta dite? Non so nemmeno chi sia. Io non l'ho proprio vista…"

 

"Aveva i capelli corti… forse così dovresti ricordarla"

 

"Una dama con i capelli corti …" mugugnò Merlin.

 

"Portava una giacca scura, forse di taglio maschile… "

 

"Era vestita da uomo?"

 

"Credo di sì…"

 

"Non è per caso che fosse … un uomo, maestà?" 

 

"No. È impossibile. Io sapevo di desiderarla davvero. Con un uomo non sarebbe mai stato possibile …"

 

"Già, vedo che la pensiamo allo stesso modo …" brontolò il servo.

 

"Come?"

 

"Niente Arthur. Parlavo tra me e me."

 

"Devi ritrovarla, Merlin! Sento che voglio vederla, voglio conoscerla. La ricordo poco ma penso fosse bella come un angelo, e con lei mi sentivo vivo, al sicuro e … felice."

 

Merlin con un gesto furioso, gettò a terra la giacca che stava per fare indossare al principe. Arthur se ne accorse rimanendo di sasso a guardarlo.

 

"Adesso basta, maestà! Basta! Avete avuto un'allucinazione. Comincio seriamente a preoccuparvi e per la vostra salute!" 

 

"Ma se ti sto dicendo che ero felice …"

 

Merlin mise le mani sui fianchi e l'espressione sul suo viso cambiò, diventando una maschera di rabbia.

"E va bene! Volete la verità? Non c'era nessuna brunetta. Ero io, la brunetta!" chiosò Merlin, stupendo persino se stesso.

 

"No, … non è vero!"

 

"Eravate molto ubriaco e dovete avermi scambiato per una donna. Mi dispiace Arthur, ma io non c'entro!" 

 

Il principe si guardò intorno come se non capisse poi si sedette sul letto con le mani sulle ginocchia. Allora i suoi ricordi non erano reali. Aveva davvero avuto una specie di allucinazione? Dopo un lungo momento alzò gli occhi su Merlin.

"E … fin dove sono arrivato?"

 

"Da nessuna parte! Mi avete solo tastato un po' qua e là  quando eravamo abbracciati, ma io ovviamente vi ho rifiutato"

 

"Perché eravamo abbracciati?" disse Arthur con i capelli più in aria di quanto Merlin l'avesse mai visto. Ovviamente era splendido.

 

"Perché … mi ci avete costretto …"

 

"E ti ho tast… oddio, mi dispiace… giuro che non ricordo. Io ricordo solo questa … ragazza, tutta occhi e con un bel sorriso.

Arthur si coprì il volto con le mani, come per schermarsi dalla luce ma in realtà per nascondersi.

 

"Tranquillo, non è successo niente … non per merito vostro comunque …" continuò Merlin provando una piccola soddisfazione.

 

"Per fortuna" mormorò Arthur mogio. "Vorrei sapere un'altra cosa, però. Scusa, ma … perché mi hai rifiutato?"

 

"Come?" Merlin non credeva alle sue orecchie.

 

"Mi hai detto che eri ubriaco anche tu. Potevi approfittarne! Penso che tu abbia poca esperienza in tal senso…"

 

"Ma io non volevo! Forse non avete capito: eravate voi a molestarmi e non il contrario!"

 

"Non avresti potuto fare finta di essere davvero quella brunetta, almeno per una volta?" domandò Arthur con un piccolo sorriso sul volto.

 

Arthur lo stava prendendo in giro, come al solito, ne era sempre più convinto. La cosa in parte lo sollevò. Eppure per un attimo il principe aveva usato parole molto simili a quelle della notte precedente e gli sembrò di vivere un deja vu.

 

"Ancora con questa storia? Sappiate che mi sono sentito offeso ieri quando avete usato le stesse parole. Perché voi non avete fatto altro che ribadire questo concetto. Ma io non sono così e anche se fossi stata una ragazza, non sarebbe cambiato niente. Poi c'è sempre il fatto che siamo due uomini e non siamo come gli antichi greci o i romani dei poemi che avete citato che facevano tranquillamente le loro cose  e nessuno gli diceva niente."

 

"Dovevano essere bei tempi quelli … tempi liberi!"

Arthur sospirò e a Merlin sembrò fosse indubbiamente triste.

"Io dico che per il tuo re, per non farlo soffrire così, avresti potuto …"

 

"Anche questo è falso. Oggi non vi ricordate ma ieri voi eravate perfettamente consapevole che non c'era nessuna donna con voi ma solo io, il vostro fedele servitore, che però non si prostituisce nè per voi, nè per altri, nè per denaro, nè per devozione…"

 

"Che parole orribili, usi! E così non mi alliuterai a stare meglio?" Arthur sembrava davvero divertito ormai, ma non così Merlin.

 

"Vi aiuterò in tutti i modi, ma non quello…"

 

"Che è quello di cui avrei bisogno…"

 

"Non morirete per un po' di astinenza…"

 

"Non riesco nemmeno a mangiare…"

 

"Una giornata di digiuno… magari vi farà pure bene"

 

"Quante volte devo ripeterti che non sono grasso!"

 

"È vero, ma visto che vi è venuta questa fissazione, un po' di dieta vi donerà tono e leggerezza. Giusto per togliere quel filo di pancia o il lieve strato adiposo che avete sui fianchi…"

 

Arthur aveva gli occhi sbarrati per l'orrore. "Quindi é perché sono grasso che non mi vuoi?"

 

Merlin non riuscì a trattenere una risata. 

"No! È perché sono qui per proteggervi e non crearvi dei guai così grossi che nemmeno immaginate..."

 

"Non lo saprebbe nessuno, se non vuoi …"

 

"Ci vediamo dopo, maestà" e si diresse alla porta.

 

"Aspetta … non sono sicuro, ma non credo che ti vorrei solo una volta. Credo che potrebbe durare di più tra noi, se tu volessi. Sei diventato importante per me. Pensaci Merlin. Credo di aver bisogno di te…"

 

Arthur continuava a sorridere. Forse adorava vedere l’altro preso in castagna. O più probabilmente lo faceva per cercare di minimizzare i fatti avvenuti la sera precedente.

 

"Allora non ricattatemi in questo modo ingiusto e offensivo! Tanto più che ho capito che lo state facendo solo per prendermi per il c… collo!"

E se ne andò.




 

Più tardi Arthur si tirò su e si sforzò di mangiare qualcosa. Non voleva fare pena a Merlin. Però stava male. E non solo per il desiderio carnale che lo tormentava. Quello era una conseguenza. Il fatto era che non riusciva più a fare a meno di lui. Era venuto fuori in un modo del tutto stupido, quando era ubriaco, ma ora sapeva che quei sentimenti per il suo servo, c'erano da tanto tempo. L'amicizia leale e fraterna si era nel tempo trasformata ogni giorno di più in una dipendenza e poi in un sentimento che non poteva definire in altra maniera se non amore. Capirlo, accettarlo era la cosa più difficile per lui. Lui che era considerato un uomo virile, ora faceva i capricci se il suo servo non gli concedeva le sue grazie. Poteva capire Merlin. E capiva che Merlin forse non era interessato agli uomini o per lo meno non a lui. Pur avvertendo quella lealtà e dedizione totali che il servo gli riservava da sempre. E che forse lo avevano fatto sperare che Merlin lo ricambiasse.

Forse era stata la scoperta della sua magia che aveva acceso quelle emozioni. Saperlo improvvisamente così potente gli aveva fatto un certo effetto. E persino il fatto di averlo scoperto in grado di essere così bugiardo e indipendente da lui, al contrario di come l'aveva sempre reputato, così ingenuo e puro, lo aveva infastidito da un lato ma dall'altro si era ritrovato affascinato e ammirato dal nuovo Merlin, dal vero Merlin.





 

Era passata circa una settimana dalla notte brava e Merlin era stato il solito combinaguai, divertente e irriverente di sempre. In realtà la sua era anche una messa in scena. Aveva pensato a quanto fosse stato stolto a rivelare ad Arthur i sentimenti intimi che provava per lui. Fu tentato più volte di rimuovere con la magia quei pochi ricordi dalla mente del principe riguardanti quella sera e il giorno seguente. Ma, alla fine, non lo fece. Per rispetto o per paura, nemmeno lui sapeva dirlo.


Arthur era un po' più silenzioso, un po' più chiuso, ma tutto sommato era ancora lui, soprattutto quando si arrabbiava o quando doveva combattere contro qualcuno, sia nella vita reale che sul campo di addestramento.

Anche lui fingeva che tra lui e Merlin non fosse successo nulla. Non voleva che il rapporto con l'amico avesse a soffrirne. Più di una volta si era vergognato per quello che aveva chiesto a Merlin di fare. Con il passare dei giorni, nuovi ricordi erano affiorati alla sua mente, seppur nebulosi come un sogno. Un ricordo in particolare aveva attratto la sua attenzione. Merlin che piangeva e diceva di desiderarlo. 

Per un attimo, o anche più di uno, si era sentito attratto da Merlin, ma quando anche il suo servo si era, in un certo senso, dichiarato a lui e l'aveva visto così sconvolto e disperato, era tornato sui suoi passi. Non lo capiva. Non fino in fondo, almeno. Non sembrava di avergli chiesto la luna, soprattutto alla luce dei suoi sentimenti, ma non riusciva a sopportare di vederlo stare così male.

Insomma la sua mente non era mai stata confusa come un quel periodo.

 

Era stata tutta un'idea insensata.

Un'idea scaturita da una ubriacatura con i fiocchi.

Niente di più.

Non ne avrebbe mai fatto parola con Merlin, tanto più che non era sicuro che non si trattasse solo di un suo desiderio sotto forma di sogno.





 

"Ho bisogno di parlarti."

 

"A quest'ora, maestà? Sarebbe bene che voi vi coricaste."

 

"È una bella serata. Volevo proporti di fare due passi qui fuori con me in giardino. Sei stanco?"

 

"No, ma a quest'ora voi di solito dormite."

 

"Le giornate si stanno allungando e nella bella stagione amo fare più tardi la sera. Ma vedo che sei un po' troppo puntiglioso. Puoi semplicemente dirmi di no, se non ti va"

 

Merlin che stava in effetti cercando di eludere quella richiesta, capì che Arthur si sarebbe offeso.

"Non mi sono spiegato. Vengo volentieri a fare una passeggiata qui fuori, con voi"

 

Si incamminarono silenziosamente verso i bastioni posteriori del castello, in una zona che non frequentavano molto spesso. La luna quasi piena e il cielo limpido permettevano una visuale abbastanza chiara di quella porzione del giardino.

 

"Volevo chiederti una cosa. Dopodiché non ne parleremo più se non vorrai" premise il principe.

 

"Se vi riferite alla notte 'brava' credevo che ormai avessimo chiarito. Eravamo tutti e due ubriachi…"

 

"Tu no, Merlin. Tu hai bevuto poco"

 

"E invece vi assicuro che per me due bicchieri pieni di vino sono come per voi due o tre pinte di sidro"

 

"D'accordo allora. Ma ti chiedo di dirmi la verità, visto che tu ricordi molto più chiaramente di me. Quella sera ho fatto qualcosa di sconveniente?"

 

"Ve l'ho già detto. Ci avete provato … ma solo perché eravate del tutto sbronzo"

 

"Provato a fare cosa esattamente?"

 

"Non so come definirlo, ma ad un certo punto ero… seduto su di voi! Ecco…"

 

"Sei stato tu a volerlo?"

 

"No! È che voi siete molto più forte."

 

"Ti ho costretto?"

 

"Vi ho già risposto. Sì, ma non dimenticate che sono un mago… non mi sentivo in pericolo"

 

Arthur tirò un lieve sospirò.

"Eravamo vestiti?"

 

Merlin avvampò. Per fortuna al buio non si vedeva.

"Certo che eravamo vestiti. Completamente vestiti!"

 

"Che intenzioni avevo?"

 

"Io … non ve l'ho chiesto …"

Non è che ci volesse la scala per capirlo, ma Merlin non voleva appesantire l’atmosfera.

 

"Ti ho scambiato per una donna … per quella brunetta?"

 

"Credo di sì, ma è stato il mattino seguente, che voi mi avete chiesto di usare la magia su di voi per far sì che mi vedeste come una donna…"

 

Ora fu Arthur ad arrossire.

 

"Questo me lo ricordo anch'io. Ma penso fosse solo un modo di … prenderti in giro. O forse la sbornia non mi era ancora passata del tutto…"

 

Merlin non credette a quelle parole di Arthur. Il principe si stava solo giustificando ma si rese conto del forte imbarazzo che Arthur provava e decise di soprassedere. Volta più, volta meno.

 

"Non ha importanza, maestà. Quando si beve troppo si fanno cose che non si farebbero mai"

 

"Il vino andrebbe vietato!" proclamò solennemente Arthur.


Merlin scoppiò a ridere.

"Ne scaturirebbe la più grande rivoluzione mai vista a Camelot contro di voi… pensate ai contadini…è l'unico modo che hanno per potersi svagare. Ed anche per i nobili e per voi stesso, sarebbe impossibile rinunciarvi. È sufficiente che controlliate quante coppe bevete."

 

"Mi dispiace. Per quella sera e per tutte le cose che ti dissi il giorno dopo: sono pazzie scaturite non so da dove."

 

"Se per voi va bene, cancellerei con un colpo di spugna quella sera e il giorno seguente."

 

"Sarebbe bello… Immagino che sarò caduto in basso nella tua stima."

 

"Solo per questo?" sorrise Merlin ironico. "Con tutto quello che ho visto qui, alla corte di Camelot, non potete pensare che sia rimasto poi così sorpreso…"

 

"Non prenderla come una provocazione, ma da quello che ho intuito, tu sembravi terrorizzato. Voglio chiederti scusa. Ho agito male…"

 

"Accetto le vostre scuse, se voi accetterete le mie"

 

"Non so cosa tu abbia da farti perdonare, ma per me va bene."


Più tardi Merlin era piuttosto soddisfatto di quello scambio di opinioni avuto con il principe. Le scuse e la pietra sopra a quell'episodio una volta per tutte, da parte di entrambi, gli davano il giusto stimolo per cominciare un nuovo periodo e per la prima volta da giorni s'addormentò serenamente.





 

 








 
   
 
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